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Autore: cristal_93    09/12/2017    2 recensioni
[Alcuni di questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di di Cassandra Clare. La storia è ambientata tra il terzo e il quarto libro di The Mortal Instruments. *Spoiler * da Cronache di Magnus Bane e Le Origini. La protagonista e, più avanti, anche altri personaggi, appartengono a me in qualità di Original Characters; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro]
A Brooklyn, dimora di una delle più grandi concentrazioni di Nascosti del mondo, presto farà la sua comparsa una ragazza proveniente dal lontano Oriente. Il suo nome è Yumi, ed è una strega, figlia di un demone e di un umana, ma è diversa da tutti i suoi simili, e nasconde un grande segreto. Ha viaggiato in lungo e in largo per molto tempo prima di raggiungere la Grande Mela, dove vive l'unica persona in grado di aiutarla. Ma la meta, pur essendo così vicina, in realtà è ancora molto lontana. E Yumi si ritroverà a combattere una dura battaglia, sia contro sè stessa, in cui dovrà scegliere se rivelare il proprio segreto o andare contro i propri principi morali e contro il proprio passato.
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Catarina Loss, Magnus Bane, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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« Buonasera Alec, accomodati ».

« Grazie … » mormorò il giovane entrando nel locale.

La cameriera lo squadrò per un attimo e poi guardò alle sue spalle con trepidazione.

« Non ci sono i tuoi fratelli con te? »

« No… »

« Nemmeno il tuo ragazzo? ».

Alec arrossì e si morse il labbro.

« Non c’è nessun’altro con me, Kaelie, e loro non sono le mie balie, non ho bisogno di portarmeli appresso ovunque vada! ».

« E’ un vero peccato… » mormorò la ragazza passandosi la lingua sul labbro superiore.

Alec alzò gli occhi al cielo: Kaelie aveva un debole per Jace da tempo immemorabile, ancora non si era arresa a provare a conquistarlo e portarlo via con sé, poco importava che lui ora appartenesse ad un’altra e non avesse occhi che per lei.

« C’è un tavolo libero sì o no? » disse spazientito.

La ragazza diede un’ultima occhiata fuori, poi portò gli occhi blu privi di pupilla sul viso del Cacciatore e sorrise mettendo in mostra i denti appuntiti, cosa che fece rabbrividire Alec. Senza dire una parola gli fece cenno di seguirlo, e Alec arrancò nella sua scia finché non raggiunsero un tavolo accanto a due ampie finestre che davano sulla strada, anche se le luci del locale si riflettevano sul vetro impedendo di vedere alcunché.

« Fammi sapere quando sei pronto a ordinare ».

Lui si sedette sul divanetto e prese il menù rispondendole con un cenno della testa. Kaelie lo scrutò perplessa e si allontanò, ma quando se ne fu andata Alec sospirò esasperato e lasciò cadere il foglio mettendosi le mani nei capelli. Era stata una giornata tremenda: aveva camminato per ore e ore per le strade di Manhattan allo sbando, tenendosi rigorosamente lontano dall’Istituto e da qualunque strada che potesse portarlo nel cuore di Brooklyn. Aveva rimuginato per tutto il tempo, pensando prima ad un problema e alla sua soluzione, poi ad un’altra, poi ad un’altra ancora ritenendosi non più sicuro delle prima  e ancora meno della seconda, e così via dicendo.

Era andato avanti con questo andirivieni per tutto il giorno, ma quando il sole aveva iniziato a tramontare si era come svegliato di colpo e si era reso conto di aver sprecato un’intera giornata a fare niente, mentre invece avrebbe dovuto essere in missione coi fratelli o a gestire gli affari dell’Istituto;  soprattutto, non aveva concluso niente, salvo solo essersi talmente ingarbugliato coi pensieri da non essere più certo di niente, nemmeno di ciò di cui prima pensava di essere estremamente convinto mentre ora vacillava nel suo cervello pendendo come una bilancia d’ottone che oscillava da una parte all’altra senza stabilizzarsi.

Meccanicamente i suoi piedi lo avevano riportato all’Istituto, ma all’ultimo aveva deviato e chissà come era finito da Taki, e solo ora che era fermo sentiva le gambe di piombo, la testa esplodere e i pensieri stridere come un treno che frena sui binari. Però non era cambiato niente, non era riuscito a trovare una soluzione a nessuno dei suoi problemi a cui, tra parentesi, non aveva nessuna voglia di pensare ancora, sempre che ne valesse ancora la pena farlo. Non poteva girare per New York in eterno, ma nemmeno aveva voglia di tornare all’Istituto. Aveva bisogno di quella pausa per riordinare le idee, solo dopo magari sarebbe tornato a casa.
Sempre che non fosse venuto a prenderlo qualcun’altro nel frattempo, ma non essendosi fatto vivo nessuno per tutto il giorno non vedeva motivo di preoccuparsi proprio ora. Diede un’ultima rapida scorsa al menù e poi chiamò Kaelie, che gli fu accanto in meno di un secondo neanche avesse usato un Portale.

« Portami una tazza di caffè nero ».

Non era esattamente indicato, ma anche se non toccava cibo da quella mattina si sentiva lo stomaco chiuso, e non aveva nessuna voglia di mangiare qualcosa.

« Un caffè nero a quest’ora? Deve aspettarti una nottataccia, allora ».

« Sono uno Shadowhunter, è questo che faccio » disse secco lui.

Lei ridacchiò e si allontanò lanciandogli occhiate indagatrici. Alec non ci fece caso: anche se il suo corpo implorava il materasso del suo letto, il giovane sentiva che non sarebbe stato comunque in grado di chiudere occhio, quindi non c’era niente di male a facilitare le cose con una bella tazza di caffè bollente; lo avrebbe fatto restare vigile, e solo l’Angelo sapeva quanto avesse bisogno di lucidità in quel momento. Si guardò distrattamente intorno: c’era circa una decina di clienti nel locale, tutti Nascosti, e nessuno sembrava curarsi della sua presenza, cosa di cui non poteva che essere grato, l’ultima cosa che voleva era ritrovarsi coinvolto in una sommossa che avrebbe ulteriormente messo a repentaglio la validità degli Accordi e spinto il Conclave a prendere seri provvedimenti contro i Nascosti .

Da che ne aveva memoria, non aveva mai visto quel posto vuoto, ogni volta che ci andavi c’era sempre la possibilità di incappare in qualche Nascosto, fossero vampiri che sorseggiavano i loro drink scarlatti senza tener conto di nessuno, qualche banshee con i capelli e i vestiti grondanti di maleodorante melma verde o addirittura una volta, coi fratelli, avevano assistito ad un duello all’ultimo sangue tra due licantropi per la conquista di una femmina per cui entrambi covavano una forte passione ( Jace aveva addirittura cercato di trascinarlo in una scommessa su chi ne sarebbe uscito vincitore, ma purtroppo per lui i suoi pronostici non si erano avverati,  visto che era stata proprio la femmina a sconfiggere e lasciare con un palmo di naso i due contendenti; Isabelle che aveva professato che due uomini che si battevano per una donna erano solo degli spacconi e Jace aveva rivalutato la tempra delle licantrope ).

Non era un posto che degli Shadowhunters avrebbero frequentato, era consuetudine evitare di approcciarsi ai Nascosti il più possibile, per poi però venire puntati col dito e diffamati se si facevano vedere in giro o anche peggio, un po' come era successo a lui durante il primo appuntamento con Magnus, in cui un lupo mannaro gli aveva servito delle penne all’arrabbiata un po' troppo arrabbiate.

Alec aveva ripensato spesso al motivo che aveva spinto il cameriere a comportarsi così: a detta sua, gli Shadowhunters avevano ucciso suo zio, quindi lui aveva considerato legittimo vendicarsi su uno di loro ( per fortuna in modo molto veniale), anche se non ne era il diretto responsabile. Non era né il primo né l’ultimo da cui sentiva dire cose del genere,  anche se Alec non aveva idea di chi potesse essere il responsabile e mai lo sarebbe stato perché, anche volendo, nessuno Shadowhunter avrebbe mai ammesso di aver ucciso volutamente un Nascosto,  e se mai fosse saltato fuori si sarebbe sicuramente giustificato e la sua parola sarebbe stata subito accolta e considerata attendibile senza nemmeno prima indagare, cosa che, se invece fosse stata colpa di un Nascosto, non ci sarebbe nemmeno stata possibilità d’appello ( o se lo Shadowhunter in questione fosse già stato richiamato per atti fuorilegge oppure involontariamente coinvolto con uno così, com’era successo a Jace).

Strinse i pugni:  come aveva detto Magnus, era impossibile dimenticare facilmente anni di sofferenze, ma da qualche parte bisognava pure cominciare, no? Era più facile dirsi che a farsi, però: per ogni passo avanti che veniva compiuto, di cento se ne regrediva, col risultato che non solo non si riusciva a spostarsi dal punto di partenza ma addirittura si andava ancora più indietro da dove si era partiti.
Lui aveva mosso un passo senza averne davvero l’intenzione, non aveva pensato ad altro se non a ringraziare una persona per avergli salvato la vita e concedersi, una volta tanto, di conoscere qualcuno. Che le cose poi avessero preso una piega inaspettata e fossero diventate molto più coinvolgenti di quanto avesse pensato, questo era un altro discorso.

Ripensò ancora al primo appuntamento che avevano avuto lui e Magnus, sorridendo ricordando come Magnus si fosse arrabbiato avendolo visto quasi soffocare dalla tosse e a come aveva praticamente minacciato di morte il licantropo se si fosse azzardato di nuovo ad attentare alla vita di Alec, Magnus, che dall’inizio della serata aveva cercato in tutti i modi di metterlo a proprio agio per poi scusarsi alla fine di tutto perché temeva che quell’uscita fosse stata un fiasco. Ripensarci gli riempì il cuore di calore, ma la dolcezza di quel pensiero fu offuscato di nuovo dal modo brusco con cui si erano lasciati ( o meglio, con cui LUI aveva piantato in asso lo stregone ) quella mattina.

Non si era comportato bene, però Magnus non aveva cercato di fermarlo né era stato del tutto sincero con lui, quindi chi di loro aveva davvero colpa e avrebbe dovuto fare il primo passo? Si guardò di nuovo in giro quasi temesse di vederlo spuntare da un momento all’altro, magari insieme a Jace e Isabelle, che prima lo avrebbero ricondotto di peso a casa, dove lo avrebbero tartassato di domande fino a che non avrebbe ceduto e detto quello che volevano sentirsi dire, e poi l’avrebbero lasciato alla mercé di Magnus affinché completasse l’opera e dargli il colpo di grazia. Anche per questo si guardava nervosamente intorno, oltre perché, a differenza loro, lui non si trovava per niente a suo agio in mezzo alle persone, infatti continuava a chiedersi cosa ci facesse lì, ma anche se conosceva la risposta non era abbastanza per renderlo meno nervoso. Kaelie ricomparve all’improvviso con l’ordinazione di Alec, che posò sul tavolino senza troppe cerimonie. Alec prese la tazza senza vederla davvero e senza nemmeno ringraziare la cameriera, che si abbassò fino a mettere i gomiti sul ripiano e lo guardò furbamente.

« Hai avuto una giornataccia ed è per questo che sei qui solo soletto, senza nemmeno la compagnia del tuo magico fidanzato? Cos’è, lo hai di nuovo umiliato davanti ai tuoi genitori?  » chiese in modo molto mellifluo.

Alec sentì la faccia andare in fiamme.

« Non sono affari tuoi » disse sforzandosi di non rimanere impressionato dalle vene verdastre che attraversavano le braccia pallide della ragazza.

Lei non si fece impressionare e anzi il suo sorriso divenne ancora più largo.

« Continui a dare problemi a quello stregone… e dire che pensavo che ormai aveste risolto… specie dopo quello che è successo a Idris ».

Alec finalmente la guardò negli occhi.

« Come fai a saperlo? ».

Il ghigno divertito della Nascosta si trasformo in una smorfia inquietante.

« Le voci portate dai Nascosti viaggiano molto velocemente, Shadowhunter; non ci sono segreti che tengano, nel Mondo Invisibile, soprattutto per il Popolo Fatato ».

Alec abbassò lo sguardo e strinse il pugno.

« E dovresti fare attenzione, Alexander Lightwood » continuò la giovane. « Non so quello che è successo, ma è solo questione di tempo e prima o poi verrà fuori da sé… e questione di tempo sarà anche per te e il tuo stregone: forse prova qualcosa per te, ma lui appartiene ai Nascosti, e tu agli Shadowhunters. Venite da due mondi completamente diversi che prima o poi vi reclameranno; il vostro rapporto è effimero come un soffione, qualcosa a cui basta un respiro per venire spazzato via. Non c’è alcuna speranza di un futuro insieme, per voi ».

« Non mi sembra di aver chiesto il tuo parere, quindi puoi anche andartene » sbottò secco Alec.

La Nascosta sorrise ancora di più e gli diede le spalle facendo volteggiare i capelli biondo-verdastri. Alec la guardò allontanarsi mordendosi le labbra: non aveva bisogno di lei per farsi dire lo stesso fastidioso concetto che si sentiva ripetere allo sfinimento da quando era uscito allo scoperto, così come non aveva bisogno del suo parere sul proprio regime alimentare.

Fissò la brodaglia scura come se dentro vi fossero state tutte le risposte ai suoi dubbi, si portò la porcellana alle labbra e bevve un sorso: era amaro come il fiele, decisamente non si facevano scappare le occasioni per vendicarsi delle insolenze degli Shadowhunters. Tuttavia fece finta di niente e prese un altro sorso, cercando di trattenere una smorfia di disgusto: come se già non fosse pieno di amarezza di suo, oltre al danno si aggiungeva pure la beffa, poteva andare peggio di così? A quanto pare sì.

Il caffè gli andò di traverso quando vide entrare una figura fin troppo familiare che lo fece nascondere nuovamente dietro il menù, tenendola al contempo d’occhio senza farsi scoprire ma imprecando tra sé e sé. Per l’Angelo, era possibile che, di tutti i locali e di tutte le serate disponibili, proprio in quello e in quella serata doveva ritrovarsela tra i piedi, quando non c’era nessuno con lui e soprattutto quando si sentiva così turbato da non avere nessuna voglia di ulteriori discussioni?

Da un lato però pensò che fosse meglio così: meno Shadowhunters ci fossero stati nei paraggi, meno lei si sarebbe arrabbiata e ci sarebbero stati guai, anche se Alec era piuttosto innervosito dalla sua presenza. Non sapeva dirsi di cosa aveva paura però, che lei potesse decidere di vendicarsi di Maryse attraverso di lui? O forse semplicemente era il fatto di trovarsi senza nessuno a dargli manforte se mai avesse avuto bisogno di aiuto, da solo contro circa una decina di Nascosti a cui sarebbe bastato il minimo pretesto per schierarsi in massa contro di lui, a renderlo inquieto e a far scendere la mano verso arco e frecce che aveva posato nel posto accanto al suo.

Sbirciò da dietro il foglio: era in compagnia di una Nascosta dalla pelle blu, sicuramente una Nixie, che Alec non aveva mai visto prima d’ora ( ma in fondo non è che conoscesse tanta gente o si ricordasse di tutti quelli che incontrava), e sembrava parecchio scocciata. Impossibile stabilire se fosse ancora per quello che era successo all’Istituto o per altre ragioni, ma in ogni caso Alec finora l’aveva vista con ben altre poche espressioni, quindi non lo considerava strano. Si sistemarono ad un tavolino poco lontano dal suo e nessuna delle due sembrò accorgersi della sua presenza, prese com’erano a parlottare tra di loro.

Guardò con più attenzione e gli sembrò che mancasse qualcosa, o meglio, qualcuno all’appello, e infatti si accorse presto che il suo compagno non c’era, cosa che lo rese ancora più inquieto. Si sentiva stranamente più tranquillo se c’era lui nei paraggi: lì dove la sua compagna suscitava paura e soggezione, lui invece ispirava calma e sicurezza, come se facesse da contrappeso alla ferocia della sua amica, senza contare che sembrava saper prevedere quello che lei pensava di fare ancor prima che l’avesse premeditato e quindi guardarlo era un buon modo per capire quando lei aveva in mente qualcosa. Con lui Alec si sentiva sicuro, ma con lei… era difficile.

Forse però era dovuto al fatto che fosse così diffidente e imprevedibile rispetto al compagno che, al contrario, non sembrava avere problemi a lasciarsi andare. Anche su di lui però Alec nutriva alcuni dubbi, pur se non era lui quello verso cui era arrabbiato, nonostante avesse pensato il contrario per tutto il giorno .

Guardò la Nascosta chiedendosi cosa fosse il caso di fare: far finta di non essersi accorto di lei e continuare a bere come se nulla fosse, prendere l’iniziativa e andare a parlarle oppure andarsene e basta? L’ultima era piuttosto allettante, però…era più forte il desiderio di porre fine ai dubbi atroci che lo assillavano da quella mattina, almeno ad una parte. Ancora di più, lo era altrettanto rimanere a osservarla da lontano e vedere come si comportasse normalmente, circondata dai suoi simili, senza Cacciatori in circolazione che potessero istigare il suo lato aggressivo e farla scattare sul piede di guerra. Già a vederla ora in compagnia di quell’altra Nascosta sembrava più… a suo agio, ma non del tutto tranquilla.

Si chiese se anche per Magnus fosse lo stesso e se magari, come lui, anche lei lasciasse cadere tutte le barriere solo quando si ritrovava nell’intimità delle quattro mura che era casa sua, quando non c’era nessuno a guardarla, o quando era con persone di cui si fidava… Scosse la testa: era meglio non tirare troppo la corda e rovinare tutto, ne aveva avuto abbastanza di problemi da affrontare, e men che meno aveva voglia di affrontare lei. La voglia però di vedere Magnus al posto della ragazza divenne forte, ma lui la tenne a bada.
Ci avrebbe riflettuto in un altro momento, ora aveva ben altro a cui pensare.
 
*Angolo autrice

Chiedo scusa per essermi rifatta viva dopo così tanto tempo, ma ho avuto ( e ho tuttora) un sacco di cose a cui pensare, in primis e la più importante la preparazione della mia tesi di laurea, che mi sta facendo diventare matta! Chiedo scusa anche per la miseria di questo capitolo, mi rendo conto che, rispetto ai miei standard, è piuttosto moscio; avrebbe dovuto essere un capitolo solo, ma come al solito ho esagerato con lo scrivere e ho dovuto dividerlo in due parti, quindi diciamo che questo servirà da introduzione per quello successivo  ( la brutta cosa di avere un’idea è che, quando la crei, non ti rendi effettivamente conto di quanto verrà lunga una volta scritta :-(  ). Con la seconda parte dovrò lavorare il doppio, quindi non so quando la pubblicherò , quindi chiedo scusa in anticipo per i tempi di pubblicazione saranno piuttosto lunghi :-).

 
   
 
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