CAPITOLO
XVI
“E
la cosa più bella è che mi sei stato molto
più vicino da quando sono
sotto una fosca nube, di quando il sole sfolgorava. Questa è
decisamente la
cosa più bella.”
(Charles
Dickens, Grandi Speranze)
Il
corso dei pensieri
di Taehyung venne interrotto dalla voce attutita di Jimin, il quale
sembrava
non essersi ancora arreso e rimaneva persistente lì fuori
dalla sua camera
dando colpetti timidi alla porta e chiamando il suo nome con tono
colpevole.
–
Taehyungie? Ti
prego vieni fuori. Tae… perdonami. Mi sono spiegato male, ho
bisogno che tu mi
ascolti. Tae? Per favore, esci…
Ma
Taehyung non
usciva. Si teneva stretto alle proprie gambe come se fossero un
salvagente
mentre le lacrime continuavano a scorrere sul suo viso delicato. Non
riusciva a
pensare a Jimin, voleva solo correre da Jungkook per stringerlo forte e
poi
prenderlo e portarlo con sé in qualche posto lontano, dove
avrebbe potuto
tenerlo al riparo da questa sorte che sembrava accanirsi
così duramente su di
lui. Piano piano la voce di Jimin si fece sempre più smorta,
e alla fine cessò
del tutto, facendo seguire al suo silenzio il rumore di passi che si
allontanavano. Taehyung iniziò a fare grandi respiri
profondi e sentì il cuore
decelerare gradualmente la sua corsa. Ora che non aveva più
i richiami di Jimin
a distrarlo poteva pensare meglio. Rimase accoccolato per terra per un
tempo
indefinito, aspettando di calmarsi e di sbollire la rabbia. A poco a
poco, il
fumo rosso che aveva invaso la sua mente iniziò a dipanarsi
e lui poté cominciare
a guardare tutto con più lucidità. Sebbene il
dispiacere per Jungkook fosse
ancora ciò che occupava lo spazio maggiore dentro di lui, il
senso di colpa per
come aveva trattato Jimin riuscì debolmente, ma tenacemente
a trovarsi un posto
e alla fine gli si affiancò del tutto. Taehyung era adesso
pentito del modo in
cui aveva reagito con l’amico. Si sforzò di
ripercorrere la scena dall’inizio e
si rese conto di come in effetti fosse subito saltato su, iniziando ad
urlare
quasi senza una logica e impedendo al suo migliore amico di parlargli a
cuore
aperto e al sicuro dal timore di giudizi affrettati. Gli aveva detto
tante cose
cattive, dure. Forse in fondo anche un po’ vere, ma distorte
dallo stato
alterato in cui si trovava. Nemmeno Jimin meritava di essere trattato
così. È
vero, aveva sbagliato, ma era un errore che aveva pagato a caro prezzo.
Stava perdendo
la salute, forse la stabilità mentale stessa, senza contare
la persona che
amava, in quel periodo tremendo ed aveva sopportato tutto in completa
solitudine.
Forse aveva gestito male la situazione, forse ci sarebbe stato un modo
più
razionale per reagire a tutto ciò, ma chi era Taehyung per
giudicare? Dal modo
in cui lo aveva trattato era evidente che lui stesso non fosse un
esempio di
controllo e raziocinio. Tra l’altro, nemmeno lui aveva in
fondo saputo gestire
bene quella situazione. Per evitare di ferire entrambi gli amici, alla
fine non
aveva evitato il dolore a nessuno dei due. Se fosse intervenuto prima,
se
avesse insistito di più con Jimin, se avesse messo da parte
le sue remore e
avesse tentato di capire cosa stesse succedendo fin
dall’inizio, sicuramente
determinati nodi sarebbero venuti al pettine prima e tutto quello che
era
accaduto nell’ultimo mese si sarebbe potuto evitare. Lui
aveva sempre avuto il sentore
che qualcosa del genere potesse succedere. La reazione esplosiva che
aveva
avuto di fronte alle parole di Jimin era dovuta unicamente allo shock
di aver
visto realizzarsi paure che si teneva da tempo imbottigliate dentro e
il cui
peso lo aveva trasformato in una pentola a pressione, pronta a
scoppiare. Credeva
che quando questi timori si fossero concretizzati lui sarebbe stato
pronto, ma
non era stato così e il dolore e l’amore per
Jungkook lo avevano completamente
accecato. Aveva gettato del tutto su Jimin una colpa di cui anche lui
era
partecipe, perché anche il suo non far nulla, o non farlo
prima, era stato una delle
cause della situazione presente. Ripensò ad alcune cose che
Jimin gli aveva
detto mentre lui gli urlava in faccia. C’erano tanti dettagli
di cui ancora non
era a conoscenza e non gli riportavano, come aveva potuto comportarsi
così
senza prima farsi spiegare chiaramente tutta la verità?
Quella verità che lui
stesso aveva spronato Jimin a condividere. Ad esempio, cosa aveva
spinto Jimin
a pensare che Yoongi e Hoseok stessero insieme? Da quanto tempo Yoongi
sapeva
di amare Jimin? Era stato davvero il suo appuntamento con Jungkook a
fargli
scattare la molla della gelosia? Quella era un’ipotesi di
Jin, ma nessuno di
loro lo sapeva con certezza. Cosa si erano detti due il
venerdì sera per far
pace se poi l’effettiva confessione era arrivata solo la
domenica, quasi per
caso viste le circostanze del loro incontro? C’erano tante
cose che Taehyung
ancora non sapeva e adesso si rese davvero conto di quanto ingiusto
fosse stato
con Jimin a lasciarlo da solo in cucina in quel modo. Si era sfogato
solo
perché era tanto tempo che voleva farlo, ma se
l’era presa con la persona
sbagliata. Come se poi ci fosse una persona giusta. Si alzò
e si ricompose come
meglio poté. È vero, Jungkook avrebbe sofferto
sulle prime, ma Taehyung era
stanco di mentire a sé stesso. Sapeva che in fondo
ciò che stava per succedere
sarebbe solo stato un bene per il giovane ed anzi, forse era ancora
meglio che
fosse avvenuto prima che il ragazzo facesse lo sforzo di dichiararsi
apertamente. In ogni caso, poi, ci sarebbe stato lui a cercare di
attutire la
caduta. Uscì dalla sua stanza e andò in cucina.
La trovò però vuota e così
tornò indietro e si mise davanti alla porta chiusa della
camera di Jimin. Bussò
piano ed entrò senza attendere una risposta.
Trovò Jimin seduto alla sua
scrivania, viso basso nascosto tra le braccia appoggiate al tavolo,
scosso da
singhiozzi attutiti. Da quanto tempo
piangi Jiminie? Sollevò il viso rosso e bagnato e
spalancò gli occhi.
–
Taehyungie... mi
dispiace così tanto…
Taehyung
gli corse
incontro e lo abbracciò forte, cadendo piano poi ai suoi
piedi e trascinandolo
con sé. La sua voce uscì più roca del
solito, graffiata dalle lacrime versate
poco prima e dall’emozione:
–
No, è a me che
dispiace. Scusa, scusa, scusa! Ho esagerato, non avrei dovuto parlarti
così.
Non le penso davvero tutte quelle cose. Ti voglio bene Jiminie, sono
contento
che ora tu sia felice e… – non riuscì a
trattenere un piccolo singhiozzo – mi
dispiace anche che ti sia sentito tanto solo! Non sono stato un bravo
amico.
Puoi dirmi tutto ora, puoi dirmi tutto, prometto che
ascolterò con calma, ma ti
prego apriti con me, è importante!
Fu
così che i due
ragazzi riuscirono a chiarirsi. Dopo essersi entrambi calmati tornarono
in
cucina, e lì Jimin, finalmente tranquillo, riuscì
a raccontare per bene come si
era svolto tutto, partendo da quel fatidico pomeriggio di dicembre.
Taehyung
ascoltò senza interromperlo, incoraggiandolo dove aveva
bisogno e annuendo nei
punti giusti. Alla fine lo abbracciò di nuovo,
rassicurandolo un’altra volta
che non era più arrabbiato e deprecando dentro di
sé la propria incapacità di
intervenire meglio.
–
Ascoltami Jiminie,
questo devo dirtelo. Kookie è davvero innamorato di te
– era la prima volta che
affrontava con l’amico questo argomento –
lo hai capito, no? Credo che presto ti si sarebbe anche
dichiarato, ma
non possiamo permettere che questo succeda. È davvero
importante che tu ci
parli subito perché non so che decisione abbia deciso di
prendere. L’ultima
volta che ci ho parlato, ovvero questa mattina, mi ha confessato di
aver notato
qualcosa tra te e Yoongi-hyung e di essersi ingelosito. Non era
contento di
sentirsi così e al contrario continuava a cercare di
convincersi che non c’era
nulla di cui preoccuparsi, ma non so nemmeno se ci credesse davvero.
– Tu cosa gli hai detto?
Ancora non sapevi…
– Con certezza no, ma avevo
intuito qualcosa.
Tutti noi avevamo intuito che qualcosa non andava tra te e Yoongi-hyung
e poi
confrontandoci abbiamo cercato di risalirne alle cause. Ci eravamo
abbastanza
avvicinati direi – vide
Jimin spalancare
gli occhi e rise – Jiminie, siamo vostri amici, a un certo
punto era normale
che cercassimo di indagare meglio l’atmosfera strana che si
era creata
nell’ultimo periodo. Di questo però ti
parlerò con calma dopo. Adesso è
Jungkook il punto. Avendo sentore di quello che sarebbe potuto
succedere tra te
e Yoongi-hyung gli ho spiegato che in ogni caso la vostra amicizia non
si
sarebbe fermata anche qualora lui si fosse messo con te e dunque doveva
chiedersi se poteva accettarlo. Insomma, ho cercato di preparare un
po’ il
terreno, cercare di avvicinarlo all’eventualità
che forse tu non avresti potuto
dargli esattamente ciò di cui lui ha bisogno.
Jimin
arrossì a
queste parole. Si sentiva una persona terribile. Taehyung aveva
ragione, lui
non avrebbe mai potuto dare a Jungkook quello che il ragazzo desiderava
e si
chiese come potesse essere stato così sciocco da pensare di
poterlo fare.
Taehyung continuò:
–
Il punto è che la
mia idea era di mettergli un freno, ma nulla vieta che lo abbia potuto
al
contrario indurre ad accelerare le cose, a tentare il tutto per tutto.
Insomma,
agire prima che lo faccia Yoongi-hyung. Non voglio che affronti un
rifiuto.
Sarebbe sconvolto e non ti ascolterebbe, non capirebbe esattamente che
cosa ti
ha spinto a restargli vicino. Jiminie – strinse forte il
braccio dell’amico –
tu devi farlo sedere e devi spiegargli tutto con calma, cercando il
più
possibile di fargli capire come il tuo scopo non fosse prenderlo in
giro o giocare
con lui, devi fargli comprendere che eri in buona fede, che non hai mai
voluto
ferirlo e ti dispiace per come siano andate le cose. È
essenziale che tu lo
faccia Jiminie, dico sul serio. Jungkook non è una persona
astiosa, non
porterebbe mai rancore, a te poi meno di tutti. Lo so che ti
perdonerà, lo so
perché… lo so. Probabilmente ti perdonerebbe
anche se tu gli dicessi
esattamente tutta la verità, ma poi ne sarebbe troppo
scosso. Si infrangerebbe
di nuovo chiudendosi in sé stesso e questo non deve
accadere. Ecco perché è
importante che tu stia attento a come gli parlerai e faccia del tuo
meglio per
fargli capire che tutto quello che è accaduto non era tua
intenzione. Ma devi
davvero accertartene Jiminie. Kookie mette sempre su un sorriso e finge
di star
bene, ma tu devi leggere al di là, guardarlo per
davvero. Devi
promettermi che quando ci parlerai non lascerai il suo fianco fino a
che non
sarai assolutamente sicuro che lui abbia capito e ti creda. Al resto
penserò
io. Posso fidarmi che lo farai?
–
Va-va bene. Te lo
prometto. Te lo prometto davvero, Taehyungie. Ma cosa
c’è che non so su di lui?
A cosa alludevi prima?
–
Non so se sia il
caso di parlartene nel dettaglio. Forse c’è un
motivo per cui non ti ha detto
niente, non lo so. A questo punto credo di essere l’unica
persona a saperlo…
Facciamo così, ti dirò solo quello che
è importante tu sappia per organizzare
il tuo discorso quando ci parlerai. Jungkookie è una persona
insicura, Jiminie,
in modo diverso da te, ma forse con la stessa intensità. Ci
sono tante cose che
tiene per sé e cerca sempre di farsi accettare dalle persone
dando loro ciò che
crede vogliano e mettendo poche volte sé stesso al primo
posto. Ci sono state
esperienze nella sua vita che lo hanno spinto a questo atteggiamento e
l’unica
volta che si è lasciato andare un po’ di
più è stato tradito. Ecco perché
è
importante che tu gli faccia capire che ti sei avvicinato a lui
perché credevi
davvero in voi due. In qualche modo ti si è aperto e tu non
puoi assolutamente
dargli motivo di credere che questa sua fiducia sia stata mal
riposta… di
nuovo.
Jimin
assimilò tutte
le informazioni, sentendosi ancora peggio per la
superficialità con cui aveva
accettato le chiare avance di Jungkook. Rimase un po’ in
silenzio prima di
chiedere:
–
Quando pensi dovrei
dirglielo? Anche secondo Yoongi-hyung è davvero importante
parlargli.
Taehyung
sollevò le
sopracciglia e fece una smorfia colpita:
– Wow, qualcosa su cui
concordiamo. Dunque può
accadere, una volta ogni ventimila anni.
– Taehyungie, dai!
– rise Jimin dandogli una
piccola botta sulla spalla – Non dire così! Yoongi
ha il suo modo di fare, ma
lo sa quanto sei importante per me e ti vuole bene. E io ne voglio
tantissimo a
lui quindi cercherete di andare più d’accordo, per
favore?
–
Ma io ci vado
d’accordo, è poi Yoongi-hyung che spesso mi
ringhia contro. Ok, ok, scusa,
scherzavo. Si, prometto che da oggi le asce di guerra sono abbassate.
Che poi
Jiminie, se davvero lo avessi odiato avrei fatto di tutto per tenerlo
lontano
da te e invece, pensa un po’, mi sono ingegnato insieme agli
altri per trovare
un modo per farvi riappacificare!
–
Ma insomma mi vuoi
dire infatti che cosa è successo tra te e gli altri? Quanti
concili avete
tenuto con me e Yoongi-hyung come ordine del giorno?!
Quando
Taehyung finì
di spiegargli tutto quello che si era mosso alle loro spalle e il ruolo
che gli
amici avevano giocato nell’aiutarli Jimin era incredulo.
–
Pensa tu, non mi
sono accorto di nulla! Quando Jin-hyung mi ha mandato a prendere quel
riso non
mi sono insospettito per niente, ricordo solo di aver pensato nel
fondaco
quanto fosse scomodo tenere proprio il riso in un posto così
poco pratico.
Forse Yoongi ha ragione, prendermi in giro è fin troppo
facile.
Taehyung
fece
spallucce:
–
Anche a lui era
sfuggito tutto, quindi…
–
Vero. Però abbiamo
creato davvero tanto disagio a tutti quanti, non credevo che la
situazione tra
noi fosse diventata così pesante anche
dall’esterno. Mi dispiace, sul serio. E
vi ringrazio. Io e Yoongi credevamo di dover parlare con Hoseokie-hyung
e
Jungkookie, ma a questo punto dobbiamo delle scuse e dei ringraziamenti
a
tutti. Sai, avevo già pensato di annunciare a tutti voi
separatamente la
notizia di me e Yoongi, per evitare di dirlo ad una cena con davanti
anche
Jungkookie. Ma adesso che so che abbiamo creato tensione anche per
Jin-hyung e
Namjoon-hyung è fondamentale che oltre ai nostri
ringraziamenti porgiamo anche
a loro le nostre scuse spiegandogli ciò che è
successo e dunque davvero devo
parlare a tutti in occasioni differenti. Ci sono troppe cose che
Jungkookie non
deve sapere. Credi dunque che debba parlarci presto?
–
Io credo di sì. E
sono d’accordo con l’affrontare tutti in separata
sede. L’ultima cosa di cui
Kookie ha bisogno è che questa storia gli venga continuata a
sbattere in
faccia.
–
Questa settimana
sono davvero troppo impegnato con l’accademia, quindi credo
che parlerò con Jin
e Namjoon hyung direttamente venerdì. Posso andare un
po’ prima rispetto alla
nostra cena per essere sicuro che Jungkookie non sia ancora
lì. Domani invece
vedrò Hoseok-hyung in accademia, spero di trovare un buco
per spiegargli perché
l’ho trattato così male. Ti ha aiutato
così tanto, e io sono stato davvero uno
stronzo.
24
gennaio 2107
Seconda
notte senza
incubi. Jimin si sentiva fresco come una rosa quel mattino e la sua
produttività in accademia fu ancora migliore del giorno
prima. Adesso che aveva
parlato con Taehyung e che sapeva che presto si sarebbe chiarito anche
con
Hoseok si sentiva infinitamente più leggero.
L’idea di spiegarsi con Jungkook
lo spaventava, ma sapeva che sarebbe andato tutto bene, come Taehyung
gli aveva
detto e come Yoongi stesso gli aveva ripetuto la sera prima, quando
avevano
parlato per due ore al telefono prima di andare entrambi a dormire.
Vedeva
insomma la fine di tutta quella vicenda e non poteva sentirsi
più felice. Aveva
finalmente fiducia di nuovo nel fatto che tutto si sarebbe aggiustato
per il
meglio e che alla fine tutto tra loro sarebbe tornato come prima. Anche
Jungkook era sicuro se la sarebbe cavata, perché non sarebbe
stato da solo.
Tutti loro avrebbero fatto in modo di rendergli la situazione
più leggera
ovviamente, ma, soprattutto, Jimin ormai sapeva che il più
piccolo avrebbe
potuto contare su tutto l’appoggio possibile da parte di una
persona in
particolare. Si chiese a quante altre cose fosse rimasto cieco
nell’ultimo
periodo. Quanti dettagli gli fossero sfuggiti, quanti sentimenti avesse
scavalcato. Le parole di Taehyung, sebbene dette in un momento di ira,
non
erano poi così sbagliate. È vero che non aveva
saputo fare i conti con ciò che
provava, negando fino all’ultimo di aprire gli occhi su
quanto sentiva per
Yoongi e finendo così a coinvolgere Jungkook. E
c’erano anche tantissime altre
cose a cui non aveva fatto caso perché troppo preso da
sé stesso, se ne rendeva
conto ora. Come, ad esempio, quello che Taehyung provava per Jungkook.
Quanto
aveva fatto soffrire il suo migliore amico agendo come aveva agito? Non
solo
gli stava sottraendo il ragazzo che lui amava, ma lo stava anche
facendo per i
motivi sbagliati. Aveva ferito la persona a cui Taehyung teneva
più di tutti e
nemmeno un secondo si era fermato a rifletterci su prima. Ora
però aveva
capito. Aveva davvero capito e avrebbe risolto. E Yoongi aveva avuto
ragione.
Sarebbero potuti essere davvero felici solo una volta aver sistemato il
disastro che avevano causato attorno a loro.
L’occasione
per
parlare con Hoseok si presentò nel pomeriggio intorno alle
cinque, quando
entrambi stavano tornando a casa insieme. Hoseok aveva finito le
lezioni prima
di Jimin, ma lo aveva aspettato poiché all’ora di
pranzo il più piccolo lo
aveva cercato e gli aveva chiesto se poteva attenderlo
all’uscita perché doveva
discutere con lui di una cosa importante. Curioso come sempre, Hoseok
ovviamente
non ci aveva pensato due volte ad accettare. Adesso stavano camminando
lentamente verso la fermata del bus. Jimin teneva la testa bassa, perso
nei
propri pensieri e Hoseok fu costretto a richiamarlo sulla terra.
–
Si! Scusa! Scusa
hyung, ero sovrappensiero.
–
Ho notato – rispose
Hoseok sorridendogli dolcemente – Di che cosa dovevi
parlarmi? È tutto il
giorno che muoio di curiosità.
–
Si, certo. Dunque,
di cosa volevo parlarti… allora… io…
i-io volevo chiederti scusa per come mi
sono comportato con te in quest’ultimo periodo. Non so se te
ne eri accorto, ma
credo di essere stato un po’ più freddo e
distante. E mi dispiace. È solo che…
c’erano delle cose che non avevo capito, altre che avevo
capito male e… beh, tu
non ne avevi nessuna colpa ma me la sono comunque presa con te
perché c’entravi
solo in un certo senso, senza che in effetti lo sapessi… Non
sono molto chiaro,
vero?
Hoseok
ridacchiò:
–
No, ma sono sicuro
che troverai le parole. Sono io Jiminie, con me puoi parlare tranquillo
– gli mise
un braccio attorno alle spalle e lo fermò, portandolo poi
più vicino al muro
per togliersi dal mezzo del marciapiede – allora, che
cos’è che ti ho fatto
senza saperlo?
Jimin
non lesse nulla
di negativo nell’espressione di Hoseok. I suoi occhi erano
sereni e dolci come
sempre e lo rilassarono incredibilmente. Trasse un profondo sospiro e
smise di
girarci attorno:
–
Hoseok-hyung, io credevo
che tu stessi insieme a Yoongi-hyung.
Hoseok
allontanò il
braccio da Jimin e il suo viso si fece confuso:
–
Come? Co-cosa
intendi? Che vuol dire insieme?
–
Insieme, hyung,
insieme, come una coppia. Credevo Yoongi-hyung fosse il tuo fidanzato.
Più
ci pensava più
Jimin adesso si sentiva così cretino ad aver concepito
un’idea tanto assurda.
Ma cosa avrebbe dovuto pensare dopo ciò che aveva sentito?
Gli occhi di Hoseok,
dapprima interdetti, si accesero di una luce di comprensione e poi la
sua
espressione meravigliata si trasformò in una di disgusto:
–
Me e Yoongiiiii?!!
– urlò – Come?! Jiminie cosa stai
dicendooo?! Mi viene la nausea a pensarci!!!
–
Si lo so, è un’idea
che ti fa venire il voltastomaco, anche Yoongi ha detto la stessa cosa
–
rispose Jimin alzando gli occhi al cielo.
–
Ma certo che ti ha
detto lo stesso! – scoppiò a ridere –
Cioè, davvero hai creduto… hai potuto
credere… io e Yoongi!
–
Ok, ho capito, sono
stato un idiota, la smetti di ridere ora? Yoongi ci ha già
riso sopra a
sufficienza.
–
Ma come faccio a
non ridere?! Aspetta… Yoongi?
Yoongi?? Jiminie, aspetta!! Vuoi
vedere
che… Perché? Perché eri arrabbiato con
me credendo che stessi con Yoongiah?!
Non mi dire… non mi dire…!! Sei tutto rosso, mi
stai dicendo!! Woaaaaahhh!! Tu
e… Tu e Yoongi!! Aspetta, aspetta un attimo! Ma quindi avete
fatto pace
davvero? Non solo, qualcosa di più deve essere successo!
Guarda come sei
rossooooo!!
–
Hoseok-hyung, per
favore, smet-
–
Ma noi credevamo
fosse il contrario! Che Yoongi fosse geloso della tua relazione con
Jungkookie!
Però… mi viene il dubbio ora, avevi davvero una
relazione con Jungkook? Era
questa l’ipotesi di Jin-hyung, ma forse abbiamo sbagliato!
Ah, ma ti devo
spiegare cosa c’entra Jin-hyung!
–
Hyung, lo so, ho
parlato con Ta-
–
E Yoongi!! Quel
bastardo, non mi ha ancora detto nulla! Una notizia del genere!!
–
Jung Hoseok hyung,
mi devi stare a sentire!! – esclamò Jimin con gli
occhi ormai colmi di divertimento
– ti giuro che sono felicissimo che tu la stia prendendo
così, ma devi davvero
ascoltarmi, ho una risposta a tutto! Comunque si, hai indovinato, io e
Yoongi-hyung, stiamo… stiamo insieme.
Altro
urlo di Hoseok,
altra ondata di imbarazzo sul viso di Jimin.
–
Ok, adesso ti
ascolto, mi sono sfogato. Cioè non ho finito, ma va bene
così per il momento.
Innanzitutto, cosa diamine ti ha fatto pensare che potessi avere una
relazione
con Yoongiah?
Jimin
ripeté tutto
anche a Hoseok, usando ormai quasi le stesse parole che aveva
già usato con
l’amico la sera prima e aggiungendo poi il racconto in breve
di ciò che era
accaduto con Taehyung. Il ragazzo fu relativamente tranquillo, ridusse
al
minimo i suoi urletti e le sue esclamazioni e Jimin riuscì a
concludere il suo
discorso. A quel punto Hoseok, per la prima volta da quando la loro
conversazione era iniziata, si fece del tutto serio.
–
Beh, innanzitutto
Jiminie, voglio dirti che mi dispiace. Mi dispiace tantissimo che tu
abbia
passato tutto questo. Sei stato uno sciocchino. Lo so che avevi paura
di
rovinare la relazione sia con me che con Yoongiah, ma se fossi venuto a
parlarmi ti avrei potuto tranquillizzare subito –
sospirò – mi sento un po’ in
colpa, perché sono io che ho chiesto quel favore a Yoongi
quel pomeriggio,
mentre se fossi stato un po’ più autonomo tutto
questo disastro non sarebbe mai
accaduto.
–
Hyung, come puoi
sentirti in colpa? Io devo solo ringraziarti, per la pazienza che hai
avuto sia
con me che con Yoongi. E poi ci sono tante cose che ognuno di noi
avrebbe
potuto fare per non arrivare a questo punto, ma ormai non ha
più senso starci a
pensare. Anche io avrei potuto evitare di presentarmi da Yoongi-hyung
all’improvviso senza nemmeno aspettare la sua risposta.
Insomma, non hai
davvero nessuna colpa, è stato il caso a giocare un brutto
scherzo e poi io e
Yoongi abbiamo reso tutto più complicato non risolvendo i
nostri problemi tra
noi e trascinando involontariamente giù anche voi. Con te
sono stato tanto
ingiusto, ma chi mi dispiace maggiormente che sia finito in mezzo a me
e Yoongi
è Jungkookie. Taehyung era preoccupato per lui.
Hoseok
annuì:
–
Si e anche
Jin-hyung in realtà. Hai deciso quando parlarci?
–
Taehyungie crede
sia meglio farlo prima possibile.
–
Sono d’accordo. Lo
hai sentito per niente oggi?
–
Mi ha mandato un
messaggio che ho letto a pranzo dove mi chiedeva come stesse andando la
mia
giornata e io gli ho risposto, ma poi è finita
lì. Credo abbia un po’da fare.
– Si, ma stasera
è a casa, lo so perché mi ha
detto che mi avrebbe preparato qualcosa di buono. Secondo me dovresti
tornare
con me, poi io me ne posso andare in camera e lasciare tutto il resto
della
casa a voi. Sarò invisibile, promesso.
Jimin
ci pensò su. In
effetti poteva essere la soluzione migliore, considerando che negli
altri
giorni non avrebbe avuto tempo di prendersi un pomeriggio. Oltre al
fatto che
non era detto che Jungkook sarebbe stato disponibile quando lo era lui
ed era invece
indispensabile che ci parlasse prima di venerdì.
–
Va bene, vengo con
te. Spero solo che non sia un errore… nel senso, non mi sono
preparato molto su
ciò che devo dirgli.
–
Jiminie, cosa ti ha
detto Taehyungie? Di fargli capire che non hai fatto nulla con
cattiveria. E
questo è vero, no? Ok, probabilmente dovrai edulcorargli la
verità un pochino,
ma sul punto essenziale non devi mentire. Parlagli con il cuore,
Jungkookie
capirà.
–
Si, dite tutti
così, ma…
–
Sei tu che devi
parlarci, lo so. Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto
solo dicendo che
tutto andrà bene. Jungkookie è davvero una
persona dolce, te ne accorgi a poco
a poco, ma alla fine diventa chiaro. Quando ti dico che si
sistemerà tutto è
perché ci credo seriamente Jiminie. E adesso andiamo a
prendere il bus sennò a
casa non ci arriviamo mai. Coraggiooo!! – esclamò
alla fine scrollando Jimin
per le spalle e riprendendo a camminare – E così
tu e il mio Yoongi, eh? Aah,
non so perché ma non ci avevo mai pensato molto, sai? Che
razza di amico… E ha
detto anche lui che si vuole scusare con me? –
ridacchiò – non lo ha ancora
fatto ovviamente, lo chiamerò io e lo obbligherò.
Gli darà così fastidio, provo
piacere al solo pensiero.
–
Fammi poi sapere
come è andata! – gli disse Jimin ridendo e
facendogli l’occhiolino – Ah,
Hoseok-hyung, posso farti una domanda? Non voglio assolutamente farti
sentire
in colpa, è solamente che me lo sto chiedendo da un
po’. Per quale motivo non
hai detto a nessuno che avevi chiesto a Yoongi-hyung il suo aiuto?
Jungkookie
vi vedeva insieme la mattina, ma non aveva idea di cosa steste facendo,
e così
tutti gli altri…e poi Yoongi stesso mi ha detto che non
volevi che nessuno lo
sapesse. C’è un motivo in particolare? Lo trovo un
po’… curioso. Cosa c’era di
male a dirlo?
Hoseok
rimase assorto
per un po’ e dette un calcio ad un sassolino.
–
Non c’era nulla di
male, lo so. E non mi imbarazza l’aver chiesto a Yoongi.
Quello che mi
imbarazzava era il dover chiedere a Yoongi. Insomma, mi vergognavo a
confessare
di aver bisogno di aiuto per una cosa del genere.
–
Ma perché? In fondo
era un tipo di parte che non avevi mai avuto, no? Cosa c’era
di strano a-
–
C’era di strano
Jiminie che io ero totalmente incapace quando di solito sono un bravo
attore. E
per mesi non sono riuscito a migliorare. C’era di strano che
una stupida,
semplice, banale commedia romantica piena di cliché mi
creasse così tanta
difficoltà quando mi sono esibito egregiamente in parti di
ben maggior
spessore. C’era di strano… c’era di
strano il motivo per cui avevo così bisogno
di auto e il mio terrore era proprio che me lo chiedessero.
Io… non riuscivo
davvero a muovermi in una parte del genere
perché… – arrossì di colpo
– perché
non ho ma avuto esperienze di quel tipo. E non intendo semplicemente
che non
sono mai stato in una relazione vera con qualcuno, intendo che in quel
campo,
ovvero quello delle più-che-amicizie, il mio punteggio
è una tabula rasa,
Jiminie. Non so nemmeno io il perché onestamente. Mi
conosci, lo sai come sono
e ti assicuro che ero uguale anche da bambino, eppure il mio essere
così
espansivo e aperto non mi ha mai comunque portato a cercare le persone
in un
modo che andasse oltre i confini segnati da un legame amichevole. Ho
avuto
sparsi qua e là ogni tanto qualche dichiarazione o invito ad
uscire, ma li ho sempre
declinati tutti. Jiminie, il punto è che non solo non sono
mai stato capace di avvicinarmi
a qualcuno in modo più intimo, ma non ne ho nemmeno mai
sentito davvero il
bisogno, capisci che intendo? Non lo so il perché, ho smesso
di rifletterci su
già da un po’, è semplicemente
così. Non c’è stato nessuno che io
abbia
incontrato e mi abbia fatto venire voglia di, che ne so, passarci tutta
la
serata insieme baciandoci o camminare per le strade mano nella mano.
Non ho
problemi con il contatto fisico, e tu lo sai, ma con quel tipo di
fisicità…
beh, non mi trovo molto a mio agio. Non la voglio nemmeno per il
momento. Se
mai arriverà qualcuno a farmi cambiare idea benissimo,
altrimenti va bene così.
Però capisci ora come l’idea di mettermi a
recitare determinate scene mi avesse
buttato nel panico assoluto? Non sapevo proprio da cosa attingere per
migliorare – si fermò e trasse un profondo sospiro
e Jimin si sentì in dovere
di dire qualcosa per calmarlo perché la voce aveva iniziato
leggermente a
tremargli. Lo prese sottobraccio e lo guardò con occhi dolci:
–
Hobi-hyung, va
tutto bene. Non ti sei mai innamorato e non avevi voglia di avvicinarti
a
nessuno che non occupasse un posto speciale nel tuo cuore, continuo a
non
vedere nulla di male in tutto questo. Non è indispensabile
nella vita sentire
il bisogno di volersi richiudere in uno sgabuzzino con qualcuno, non
c’è nulla
di cui vergognarsi. Non volevi proprio dirlo nemmeno a Jin-hyung e
Namjoonie-hyung? Perché lo hai detto a me?
–
Credo sia perché mi
sento ancora un po’ in colpa per quello che è
successo. Se avessi fatto le cose
alla luce del sole non saremmo arrivati a questo punto. Nemmeno Yoongi
sa
esattamente, sai? Nel senso, non gli ho mai spiegato questa cosa nel
dettaglio
come ho fatto con te. Magari, ecco, se potessi evitare di-
–
Sarò una tomba
hyung. Ti prometto che Yoongi non saprà nulla da me.
–
Grazie – Hoseok
tirò su con il naso ricacciando indietro anche le piccole
goccioline che gli si
erano formate ai margini degli occhi – io credo che lui abbia
capito che il mio
disagio fosse in parte dovuto anche a questo, ma non mi ha mai fatto
domande
esplicite. Probabilmente si è reso conto da solo della
situazione, è una vita
che mi conosce.
Jimin
strizzò il
braccio dell’amico continuando a tenerlo stretto:
–
Grazie della
fiducia. Non me la merito nemmeno dopo il modo in cui ti ho trattato.
–
No, Jiminie, di
cosa parli. Non hai fatto nulla che non possa comprendere, non dire che
non
meriti la mia fiducia. E poi ora che ti sei legato a Yoongiah sei
diventato
ufficialmente anche tu come un fratello per me.
Jimin
sentì il cuore
scoppiargli di felicità e si chiese come avesse fatto a
pensare in questi anni
che Hoseok potesse rappresentare un ostacolo tra lui e Yoongi.
****
“Non ti sto dicendo che sarà facile, ti
sto solo dicendo che tutto andrà
bene”. Non
sarà facile, ma andrà
bene. Non sarà facile, ma andrà bene. Non
sarà facile, ma andrà bene. Jimin
era spaventato, da morire. Spaventato da ciò che avrebbe
potuto dire, dalla
possibile reazione di Jungkook. Spaventato da ciò che lui
stesso aveva
combinato. Ma le parole dei suoi amici lo rincuoravano e
cercò di aggrapparcisi
il più stretto possibile. Il rumore delle chiavi di Hoseok
nella toppa lo fece
sussultare. Il momento era sempre più vicino e lui iniziava
a sentirsi sudato.
Forse dopotutto non era stata una buona idea venire qui, forse era
meglio
andarsene subito e rimandare…
–
Kookieeeee!
L’urlo
di Hoseok gli
perforò i timpani e gli fece come da sveglia. Basta
tentennamenti, era il
momento di svegliarsi e affrontare di petto la cosa.
–
Kookie, guarda chi
ti ho portato! Dove sei?
–
In cucina! Sto
lavorando.
Hoseok
andò dritto
verso la voce del ragazzo e Jimin lo seguì timidamente come
un’ombra. Jungkook
era seduto al tavolo, gambe incrociate sopra la sedia, computer aperto,
quaderno di appunti alla destra e tazza di the alla sinistra. Si
sorprese nel
vedere Jimin.
–
Ma ancora studi? –
gli disse Hoseok con voce preoccupata – Non hai avuto lezione
fino a questo
pomeriggio oggi?
–
Si, ma c’è davvero
una cosa che non riesco proprio a fare – rispose Jungkook
fissando però Jimin –
e mi dà fastidio per cui avevo deciso di mettermici
finché non ci fossi
riuscito. Ma se Jiminie è qui non fa nulla, non è
nulla di urgente.
–
Si-sicuro?
Jungkookie, se devi lavorare-
–
Se ti ha detto che
non è urgente si vede che non lo è, non trovi
Jiminie? – Hoseok era intervenuto
guardando Jimin in modo eloquente. Nessuna scusa. Doveva parlare con
Jungkook –
Beh, io me ne vado in camera a fare un pisolino, sono esausto. Kookie,
mi
chiami tu per cena?
Jungkook
rispose di
sì e Hoseok così se ne andò, lasciando
i due ragazzi soli nel silenzio della
cucina.
–
Come stai? – chiese
Jungkook sorridendo mentre chiudeva il computer e accatastava le sue
cose a un
lato del tavolo. Non era un sorriso convinto, Jimin lo
percepì. Che avesse
sentore...? – Non ti ho sentito quasi per niente questi due
giorni. Siediti
però, che fai lì fermo?
–
Ah sì, certo! Mi
metto qui, ok? – si mise a sedere sul divano, Jungkook ancora
sulla sedia. – Lo
so, mi dispiace, sono stato effettivamente un po’
indaffarato. Mi pare anche
tu, no?
–
Si, si, anche io.
Ieri soprattutto è stata una giornata un po’
frenetica visto l’inconveniente
della neve di domenica, e poi oggi sono stato ugualmente impegnato,
quindi sono
riuscito a mandarti solo quel messaggio striminzito visto che non mi
avevi
ancora scritto tu. Mi spiace.
Jimin
si chiese se ci
fosse un’accusa in quelle parole, o ironia nel “mi spiace”, o se effettivamente
Jungkook fosse dispiaciuto di non
aver cercato Jimin di più nonostante lui non gli avesse
parlato per due giorni
interi, totalmente preso da altro. Da
qualcun altro, per meglio dire.
–
Potevi avvisarmi
comunque che venivi! Mi sarei organizzato meglio, anche per la cena-
–
No, Jungkookie, io…
sono venuto qui per parlare. Non volevo piombarti in casa a sorpresa,
ma c’è
qualcosa di molto importante che devo dirti e che sento non possa
aspettare.
L’espressione
di
Jungkook era indecifrabile, sembrava quasi tranquilla. Dopo un attimo
di pausa
gli disse:
–
Andiamo in camera
mia, così non disturbiamo hyung che dorme.
In
camera, Jungkook
spostò la sedia imbottita che era davanti la sua scrivania
per metterla di
fronte al letto. Fece cenno a Jimin di accomodarcisi mentre lui si mise
a
sedere vicino al proprio cuscino.
–
Che succede?
Nel
porre questa
domanda, Jungkook sentì un groppo salirgli in gola. Adesso
che l’interrogativo
era stato posto, non poteva più scappare da qualsiasi
risposta Jimin gli
avrebbe dato. Una piccolissima parte di lui sperava ancora che il
più grande
fosse venuto per dirgli che ricambiava i suoi sentimenti, ma
c’era qualcosa nei
suoi occhi che gli dettero un’altra impressione. Erano seri,
quasi preoccupati
e… tristi? Non averlo sentito il giorno prima aveva
accresciuto le sue ansie e
nell’ombra della propria camera Jungkook aveva avuto tempo,
troppo, per
nutrirle ancora di più. Continuava a rivedere il sorriso di
Jimin mentre
scherzava con Yoongi, il modo in cui gli si era messo vicino sul
divano, la
domesticità con cui si muovevano l’uno attorno
all’altro e l’idea di quel
pomeriggio trascorso da soli lo inquietava. E Jimin non si era fatto
sentire
per due giorni interi. Lunedì se ne era accorto presto, ma
aveva aspettato a
scrivergli per primo, per vedere cosa sarebbe successo. Ciò
che era successo
era stato il totale silenzio. La sera poi aveva avuto la tentazione di
chiamarlo per risentire la sua voce, ma aveva poi pensato che forse gli
avrebbe
dato fastidio essere chiamato proprio prima di andare a dormire. Alla
fine non
facendocela più mentre era in facoltà quella
mattina gli aveva scritto e adesso
se lo era ritrovato all’improvviso di fronte, bello come
sempre, ma con
un’espressione strana che Jungkook non gli aveva mai visto
rivolgergli. Anche
adesso, mentre aspettava che iniziasse a parlare, poteva vedere sul suo
viso un
rossore imbarazzato, come se si vergognasse di qualcosa.
–
Non so bene da dove
iniziare. Ci ho pensato un bel po’, se partire
dall’inizio o dalla fine. Ho
deciso di non fare né l’una né
l’altra cosa e partire semplicemente da me. Dalla
persona che sono. Una persona spesso così ossessionata
dall’evitare di fare ciò
che crede sia sbagliato o fastidioso che finisce proprio per farlo.
Creando
così ancora più danni. E temo sia ciò
che ho appena fatto, e mi chiedo se abbia
il diritto di chiedere il tuo perdono. C’è
stato un momento, lo scorso mese, in cui mi sono sentito perso e
tanto solo. Non è la prima volta che succede nella mia vita,
ma di solito c’è
sempre stato Taehyungie al mio fianco. Questa volta invece non
è bastato. Mi
sono richiuso in me stesso e non gli ho dato la possibilità
di aiutarmi. Tu…
tu sei stato così buono. Ci tenevi a me e io…
Jungkookie io avevo bisogno di
te. Tanto. Non so nemmeno come esprimere quanto ti sia grato per il
modo in cui
mi sei stato vicino, per come mi hai sorretto e protetto. Non stavo
bene, so
che questo lo hai notato, ma quando ero con te mi sentivo davvero
meglio. Mi hai
trattato con delle attenzioni e un riguardo che nessuno aveva mai avuto
con me.
Mi hai fatto sentire in ogni momento e con ogni tuo gesto che ero
importante ed
io ti giuro, ti giuro su ciò che è a me
più caro, che darei volentieri entrambe
le mie gambe per poter cambiare lo stato delle cose. Per poter essere
qualcosa
di più per te, più di un amico. Vorrei poterti
donare completamente il mio
cuore, così come ho provato a fare tutto questo tempo,
ma… a un certo punto… ho
capito che non ci sarei riuscito. Nel corso delle nostre giornate
insieme tante
volte ho pensato di… avvicinarmi di più.
C’era però qualcosa di piccolo
piccolo, che poi è diventato più grande, che mi
bloccava e mi impediva di
compiere quel passo. Mi diceva che non ero adeguato per ciò
che tu avresti
voluto, ma non gli ho dato ascolto perché volevo davvero
rimanere con te. Ho
provato, te lo giuro. Tu sei stato così…
così fondamentale per me, non puoi
nemmeno immaginare quanto. Non mi basterà
un’intera vita per dimostrartelo. Però,
anche se vorrei, non posso impormi sui miei stessi sentimenti. Se con
te ero
bloccato… era perché la parte più
intima di me mi trascinava in un’altra
direzione. Non lo sapevo quando ho iniziato ad uscire con te, ma il mio
cuore
era già occupato. E io come un imbecille non me ne sono reso
conto fino
all’ultimo. E mi dispiace così tanto di questo.
–
...Yoongi-hyung,
vero? Sei innamorato di lui.
Non
era una domanda
quella di Jungkook. Sapeva che era così, e anche se Jimin
non avesse risposto
lo avrebbe saputo lo stesso.
–
Io… – rispose Jimin
con voce sommessa guardando a terra – Si.
–
Quando lo hai
capito?
Lo
sguardo di
supplica negli occhi di Jungkook convinse Jimin a mentire. Non avrebbe
potuto
fare altrimenti.
–
Quando è tornato.
Domenica pomeriggio mi è stato ancora più
evidente e ho-ho scoperto che anche
per lui era così.
Jungkook
non ebbe la
forza di chiedere come. Non ebbe la forza di chiedere nulla,
perché una grande
tristezza lo aveva inondato come un’onda che si abbatte su
una piccola
scialuppa. Le parole di Jimin erano state belle, a loro modo. Poteva
percepire
il sincero dispiacere dell’amico ed era sicuro che Jimin non
lo avrebbe mai
ferito se avesse potuto evitarlo. D’altronde, che
Yoongi-hyung facesse parte in
modo stabile della sua vita già da molto tempo prima che lui
lo conoscesse era
un fatto che gli era noto, ma aveva comunque deciso di tentare senza
nemmeno
assicurarsi del posto che effettivamente aveva nel cuore di Jimin. In
fondo
quindi era anche un po’ colpa sua, per essersi buttato in
questo gioco senza
leggerne prima bene le regole. Non sapeva come rispondere a Jimin, ma
dal
silenzio dell’amico era chiaro che stesse aspettando una sua
reazione.
Dischiuse le labbra, ma non uscì nulla e solo al terzo
tentativo finalmente la
sua voce prese corpo:
–
Va bene – cos’altro
poteva dire? Cos’altro c’era da dire? Se Jimin non
lo amava non avrebbe potuto
costringerlo, quindi accettare tutto era l’unica soluzione
per almeno non
perderlo del tutto. Perché Jungkook davvero non voleva
perderlo – Va bene, se
così stanno le cose non credo di poterle cambiare. Sono
felice almeno di averti
aiutato a star meglio – nel dire queste parole in qualche
modo si sentì tirare
un po’ su, perché si rese conto che erano vere
– volevo
che tu ti affidassi a me e così è
stato, mi hai dato modo di passare il tempo con te e di crearmi dei
bellissimi
ricordi. Non posso dirti di cambiare ciò che provi. Sapevo
che tu e
Yoongi-hyung eravate vicini, solo che ho sempre minimizzato la cosa,
non ho mai
indagato meglio. Forse avrei anche dovuto parlarne prima con Tae. Gli
ho detto
ciò che provavo per te solo di recente e forse è
stato un errore. Lui ti
conosce così bene, avrebbe sicuramente saputo aiutarmi ad
aprire gli occhi.
–
Ju-jungkookie,
nemmeno io ero sicuro di-
–
Gli amici capiscono
sempre prima di noi, Jiminie – gli disse Jungkook con un
sorriso triste – tu
non te ne eri accorto, ma Tae forse sì. Lui…
Taehyungie… mi sorprende sempre.
Sembra sempre arrivare prima di tutti noi, là dove noi
crediamo invece che la
sua mente si sia persa nell’aria. Vola e vaga è
vero, ma sempre avanti. Non so
nemmeno come io abbia potuto pensare di escluderlo da tutto questo. Ho
fatto da
solo e così è finita.
–
Mi dispiace
Jungkookie… Io anche avrei dovuto confidarmi prima con lui,
ma almeno adesso lo
sappiamo.
–
Già, lo sappiamo.
Ci
fu un attimo di
silenzio imbarazzato.
–
Kookie… scusami
ancora. Io non volevo che tutto questo accadesse.
–
E io ti credo. Ti
credo davvero. Lo so, non c’è nemmeno bisogno che
tu me lo dica.
–
Però sei sicuro?
Sul serio, per me è importante che tu sappia-
–
Hyung, sei il
migliore amico di Taehyungie, un motivo deve pur esserci, no? Se fossi
stato
capace di architettare raggiri sentimentali non credo sarebbe rimasto
al tuo
fianco per tutta la vita. L’ho sempre visto, sai? –
continuò guardando Jimin
con affetto e inclinando la testa di lato – Il
perché proprio tu. Taehyungie fa
amicizia con tutti, ma tu sei al primo posto della lista, da tutta la
sua vita.
Non credo sia solo per via del fatto che siete cresciuti insieme.
Riesco a vedere
chiaramente dove le vostre anime si toccano. Sei una persona speciale,
esattamente come lo è Taehyungie. E mi hai subito ispirato
fiducia e sicurezza
perché mi sembrava di aver trovato in te un pezzetto di lui.
Jungkook
aveva detto
quest’ultima frase tranquillo, come se fosse un dato di fatto
e Jimin si chiese
se invece si stesse rendendo conto del peso che aveva. Avrebbe voluto
domandargli perché non fosse andato direttamente da
Taehyung, per averlo così
intero, non solo un pezzetto, ma non era il momento quello. Un giorno
però
sarebbe arrivato, Jimin ne era convinto adesso più che mai.
Jungkook sospirò
profondamente e riprese a parlare.
–
Sii felice, è
l’unica cosa che ti chiedo. Lo sai quanto io ami perdere,
almeno che sia stato
per un valido motivo.
–
Te lo prometto –
rispose Jimin con le lacrime agli occhi – e grazie Kookie. Ti
voglio bene.
Jungkook
annuì e si
alzò in piedi e Jimin lo imitò. Si guardarono
negli occhi per qualche secondo,
incerti su cosa dirsi e cosa fare. Fu Jungkook a spezzare quel momento
di
imbarazzo indicandogli la direzione della porta con una mano e Jimin
così si
scosse e vi si avviò. Proprio mentre era quasi fuori dalla
camera sentì
Jungkook dietro di lui chiamarlo:
–
Jimin!
Sentì
il più piccolo
afferrargli il braccio e girarlo verso di sé, avvolgendolo
poi in un forte
abbraccio.
–
Dammi… un attimo
solo – lo sentì dirgli piano.
Jimin
reagì
dolcemente. Abbracciò a sua volta il ragazzo e gli
accarezzò la schiena.
Jungkook si era sempre trattenuto dall’avvicinarsi troppo a
lui senza il suo
permesso, ma vedendolo uscire per l’ultima volta dalla sua
camera aveva
avvertito il bisogno di sentirselo vicino e stringerlo
un’ultima volta.
–
Mi spiace… –
mormorò Jimin.
Jungkook
scosse
vigorosamente la testa.
–
Va tutto bene. Devi
stare tranquillo. Ho capito, va tutto bene – Lo
lasciò andare con esitazione,
faticando ad allontanare le proprie mani dal corpo caldo del ragazzo, e
si
avviò nel corridoio fino alla porta di ingresso, dove
riprese il cappotto di
Jimin dall’appendiabiti e glielo passò –
Va tutto bene – gli ripeté di nuovo
mentre il ragazzo se lo infilava e i due si guardarono negli occhi
scambiandosi
piccoli e tristi sorrisi. Aprì la porta e Jimin
uscì, voltandosi poi verso di
lui.
–
Posso dirti solo un’ultima
cosa Kookie?
–
Si certo, cosa?
–
Non fare i miei stessi
errori. Se c’è una vocina… dalle retta.
Jungkook
annuì con la
testa, non sicurissimo però sul di cosa Jimin stesse
parlando:
–
Sarà fatto, Jimin-hyung.
Jimin
lo guardò sorpreso:
–
Jiminie.
Jungkook
ci pensò su
un attimo e sorrise:
–
Jiminie-hyung.
Jimin
gli sorrise a
sua volta con dolcezza e annuì in accordo, per poi voltarsi
e andarsene piano
lungo il corridoio, inghiottito infine dall’ascensore. Fu
solo a questo punto che
Jungkook chiuse la porta.
Note
dell’autrice: Aaah ed ecco i
ruoli che si sono rovesciati. Prima c’è
stato Yoongi a dire a Jimin di essere felice, ora è il turno
di Kookie. È stato
molto triste scrivere questa parte del capitolo, ma spero che gli
indizi
buttati qua e là siano sufficienti a sollevare gli animi e a
far sperare in un
futuro più roseo per il nostro piccolino. Sia questo che il
prossimo capitolo
hanno questo obiettivo. Sono i conclusivi per cui trovo che per forza
debbano
contenere i vari chiarimenti, spero solo che la cosa non risulti
noiosa. Però,
sia qui che nel prossimo capitolo, credo che ci siano dialoghi
importanti per
capire un pochino anche noi come sentirci in tutta questa situazione.
La “questione
Kookie” lascia un po’ tutti con l’amaro
in bocca infatti e il prossimo capitolo
anche si occuperà di questo. Ci saranno dei dialoghi e delle
scene che
aiuteranno Jimin (e noi) a rendersi conto di come gestire questi suoi
sentimenti contrastanti. Per il nostro Chim infatti non sarà
facile affrontare
il momento post conversazione con Kookie. Avrà pure agito
male in passato, ma
se ne è reso conto e a Jungkook vuole davvero bene per
cui… beh vedremo quali
sensazioni proverà a riguardo e cosa gli verrà
detto dalle persone intorno a
lui. In particolare ci sarà un confronto tra due personaggi
molto, molto importante.
Il prossimo
capitolo è in teoria l’ultimo, però per
un motivo che poi dirò
credo che separerò l’ultimissima parte di chiusura
dal resto. Quindi il
capitolo XVII uscirà mercoledì, per
l’epilogo vero e proprio non so ancora cosa
fare, se pubblicarlo nello stesso momento o lo stesso giorno ma
più tardi, o il
giorno dopo, ci devo pensare ahah Comunque le informazioni in proposito
saranno
fornite nelle prossime note.
Come sempre vi
ringrazio per aver letto fino a qui, attendete qualche
giorno per l’ultimo(-ish) capitolo ~
Baci, Elle
♥