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Autore: _kookieo    10/12/2017    6 recensioni
“Quella notte qualcuno tra le nuvole lassù sembrava aver deciso di voler ricordare ai mortali il vero significato della stagione che loro definivano con il nome inverno. La temperatura aveva raggiunto i -10°, quattro gradi più sotto delle minime medie invernali per la città di Seoul. […] Non avrebbe potuto esserci un contrasto maggiore tra ciò che si stava consumando all’esterno e l’atmosfera nell’appartamento 503.” 
 
Uniti da una salda amicizia, i giovani Jin, Yoongi, Jimin, Namjoon, Hoseok, Taehyung e Jungkook trascorrono sereni la loro vita a Seoul, riempiendo l’uno le giornate dell’altro da ormai alcuni anni. Ora che la fine di dicembre si avvicina è tempo di organizzare la loro solita festa di fine anno. Ci sono però sentimenti non ancora espressi che combattono sempre più per venire alla luce e che sconvolgeranno l’alba del nuovo anno. I ragazzi dovranno imparare che quello che sembra essere un equilibrio perfetto in realtà può imprigionare e immobilizzare come ghiaccio e che se si vuol vivere davvero bisogna permettere al sole di entrare.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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CAPITOLO XVI

 

“E la cosa più bella è che mi sei stato molto più vicino da quando sono sotto una fosca nube, di quando il sole sfolgorava. Questa è decisamente la cosa più bella.”

(Charles Dickens, Grandi Speranze)

 

Il corso dei pensieri di Taehyung venne interrotto dalla voce attutita di Jimin, il quale sembrava non essersi ancora arreso e rimaneva persistente lì fuori dalla sua camera dando colpetti timidi alla porta e chiamando il suo nome con tono colpevole.

– Taehyungie? Ti prego vieni fuori. Tae… perdonami. Mi sono spiegato male, ho bisogno che tu mi ascolti. Tae? Per favore, esci…

Ma Taehyung non usciva. Si teneva stretto alle proprie gambe come se fossero un salvagente mentre le lacrime continuavano a scorrere sul suo viso delicato. Non riusciva a pensare a Jimin, voleva solo correre da Jungkook per stringerlo forte e poi prenderlo e portarlo con sé in qualche posto lontano, dove avrebbe potuto tenerlo al riparo da questa sorte che sembrava accanirsi così duramente su di lui. Piano piano la voce di Jimin si fece sempre più smorta, e alla fine cessò del tutto, facendo seguire al suo silenzio il rumore di passi che si allontanavano. Taehyung iniziò a fare grandi respiri profondi e sentì il cuore decelerare gradualmente la sua corsa. Ora che non aveva più i richiami di Jimin a distrarlo poteva pensare meglio. Rimase accoccolato per terra per un tempo indefinito, aspettando di calmarsi e di sbollire la rabbia. A poco a poco, il fumo rosso che aveva invaso la sua mente iniziò a dipanarsi e lui poté cominciare a guardare tutto con più lucidità. Sebbene il dispiacere per Jungkook fosse ancora ciò che occupava lo spazio maggiore dentro di lui, il senso di colpa per come aveva trattato Jimin riuscì debolmente, ma tenacemente a trovarsi un posto e alla fine gli si affiancò del tutto. Taehyung era adesso pentito del modo in cui aveva reagito con l’amico. Si sforzò di ripercorrere la scena dall’inizio e si rese conto di come in effetti fosse subito saltato su, iniziando ad urlare quasi senza una logica e impedendo al suo migliore amico di parlargli a cuore aperto e al sicuro dal timore di giudizi affrettati. Gli aveva detto tante cose cattive, dure. Forse in fondo anche un po’ vere, ma distorte dallo stato alterato in cui si trovava. Nemmeno Jimin meritava di essere trattato così. È vero, aveva sbagliato, ma era un errore che aveva pagato a caro prezzo. Stava perdendo la salute, forse la stabilità mentale stessa, senza contare la persona che amava, in quel periodo tremendo ed aveva sopportato tutto in completa solitudine. Forse aveva gestito male la situazione, forse ci sarebbe stato un modo più razionale per reagire a tutto ciò, ma chi era Taehyung per giudicare? Dal modo in cui lo aveva trattato era evidente che lui stesso non fosse un esempio di controllo e raziocinio. Tra l’altro, nemmeno lui aveva in fondo saputo gestire bene quella situazione. Per evitare di ferire entrambi gli amici, alla fine non aveva evitato il dolore a nessuno dei due. Se fosse intervenuto prima, se avesse insistito di più con Jimin, se avesse messo da parte le sue remore e avesse tentato di capire cosa stesse succedendo fin dall’inizio, sicuramente determinati nodi sarebbero venuti al pettine prima e tutto quello che era accaduto nell’ultimo mese si sarebbe potuto evitare. Lui aveva sempre avuto il sentore che qualcosa del genere potesse succedere. La reazione esplosiva che aveva avuto di fronte alle parole di Jimin era dovuta unicamente allo shock di aver visto realizzarsi paure che si teneva da tempo imbottigliate dentro e il cui peso lo aveva trasformato in una pentola a pressione, pronta a scoppiare. Credeva che quando questi timori si fossero concretizzati lui sarebbe stato pronto, ma non era stato così e il dolore e l’amore per Jungkook lo avevano completamente accecato. Aveva gettato del tutto su Jimin una colpa di cui anche lui era partecipe, perché anche il suo non far nulla, o non farlo prima, era stato una delle cause della situazione presente. Ripensò ad alcune cose che Jimin gli aveva detto mentre lui gli urlava in faccia. C’erano tanti dettagli di cui ancora non era a conoscenza e non gli riportavano, come aveva potuto comportarsi così senza prima farsi spiegare chiaramente tutta la verità? Quella verità che lui stesso aveva spronato Jimin a condividere. Ad esempio, cosa aveva spinto Jimin a pensare che Yoongi e Hoseok stessero insieme? Da quanto tempo Yoongi sapeva di amare Jimin? Era stato davvero il suo appuntamento con Jungkook a fargli scattare la molla della gelosia? Quella era un’ipotesi di Jin, ma nessuno di loro lo sapeva con certezza. Cosa si erano detti due il venerdì sera per far pace se poi l’effettiva confessione era arrivata solo la domenica, quasi per caso viste le circostanze del loro incontro? C’erano tante cose che Taehyung ancora non sapeva e adesso si rese davvero conto di quanto ingiusto fosse stato con Jimin a lasciarlo da solo in cucina in quel modo. Si era sfogato solo perché era tanto tempo che voleva farlo, ma se l’era presa con la persona sbagliata. Come se poi ci fosse una persona giusta. Si alzò e si ricompose come meglio poté. È vero, Jungkook avrebbe sofferto sulle prime, ma Taehyung era stanco di mentire a sé stesso. Sapeva che in fondo ciò che stava per succedere sarebbe solo stato un bene per il giovane ed anzi, forse era ancora meglio che fosse avvenuto prima che il ragazzo facesse lo sforzo di dichiararsi apertamente. In ogni caso, poi, ci sarebbe stato lui a cercare di attutire la caduta. Uscì dalla sua stanza e andò in cucina. La trovò però vuota e così tornò indietro e si mise davanti alla porta chiusa della camera di Jimin. Bussò piano ed entrò senza attendere una risposta. Trovò Jimin seduto alla sua scrivania, viso basso nascosto tra le braccia appoggiate al tavolo, scosso da singhiozzi attutiti. Da quanto tempo piangi Jiminie? Sollevò il viso rosso e bagnato e spalancò gli occhi.

– Taehyungie... mi dispiace così tanto…

Taehyung gli corse incontro e lo abbracciò forte, cadendo piano poi ai suoi piedi e trascinandolo con sé. La sua voce uscì più roca del solito, graffiata dalle lacrime versate poco prima e dall’emozione:

– No, è a me che dispiace. Scusa, scusa, scusa! Ho esagerato, non avrei dovuto parlarti così. Non le penso davvero tutte quelle cose. Ti voglio bene Jiminie, sono contento che ora tu sia felice e… – non riuscì a trattenere un piccolo singhiozzo – mi dispiace anche che ti sia sentito tanto solo! Non sono stato un bravo amico. Puoi dirmi tutto ora, puoi dirmi tutto, prometto che ascolterò con calma, ma ti prego apriti con me, è importante!

Fu così che i due ragazzi riuscirono a chiarirsi. Dopo essersi entrambi calmati tornarono in cucina, e lì Jimin, finalmente tranquillo, riuscì a raccontare per bene come si era svolto tutto, partendo da quel fatidico pomeriggio di dicembre. Taehyung ascoltò senza interromperlo, incoraggiandolo dove aveva bisogno e annuendo nei punti giusti. Alla fine lo abbracciò di nuovo, rassicurandolo un’altra volta che non era più arrabbiato e deprecando dentro di sé la propria incapacità di intervenire meglio.

– Ascoltami Jiminie, questo devo dirtelo. Kookie è davvero innamorato di te – era la prima volta che affrontava con l’amico questo argomento –  lo hai capito, no? Credo che presto ti si sarebbe anche dichiarato, ma non possiamo permettere che questo succeda. È davvero importante che tu ci parli subito perché non so che decisione abbia deciso di prendere. L’ultima volta che ci ho parlato, ovvero questa mattina, mi ha confessato di aver notato qualcosa tra te e Yoongi-hyung e di essersi ingelosito. Non era contento di sentirsi così e al contrario continuava a cercare di convincersi che non c’era nulla di cui preoccuparsi, ma non so nemmeno se ci credesse davvero.

  Tu cosa gli hai detto? Ancora non sapevi…

  Con certezza no, ma avevo intuito qualcosa. Tutti noi avevamo intuito che qualcosa non andava tra te e Yoongi-hyung e poi confrontandoci abbiamo cercato di risalirne alle cause. Ci eravamo abbastanza avvicinati direi –  vide Jimin spalancare gli occhi e rise – Jiminie, siamo vostri amici, a un certo punto era normale che cercassimo di indagare meglio l’atmosfera strana che si era creata nell’ultimo periodo. Di questo però ti parlerò con calma dopo. Adesso è Jungkook il punto. Avendo sentore di quello che sarebbe potuto succedere tra te e Yoongi-hyung gli ho spiegato che in ogni caso la vostra amicizia non si sarebbe fermata anche qualora lui si fosse messo con te e dunque doveva chiedersi se poteva accettarlo. Insomma, ho cercato di preparare un po’ il terreno, cercare di avvicinarlo all’eventualità che forse tu non avresti potuto dargli esattamente ciò di cui lui ha bisogno.

Jimin arrossì a queste parole. Si sentiva una persona terribile. Taehyung aveva ragione, lui non avrebbe mai potuto dare a Jungkook quello che il ragazzo desiderava e si chiese come potesse essere stato così sciocco da pensare di poterlo fare. Taehyung continuò:

– Il punto è che la mia idea era di mettergli un freno, ma nulla vieta che lo abbia potuto al contrario indurre ad accelerare le cose, a tentare il tutto per tutto. Insomma, agire prima che lo faccia Yoongi-hyung. Non voglio che affronti un rifiuto. Sarebbe sconvolto e non ti ascolterebbe, non capirebbe esattamente che cosa ti ha spinto a restargli vicino. Jiminie – strinse forte il braccio dell’amico – tu devi farlo sedere e devi spiegargli tutto con calma, cercando il più possibile di fargli capire come il tuo scopo non fosse prenderlo in giro o giocare con lui, devi fargli comprendere che eri in buona fede, che non hai mai voluto ferirlo e ti dispiace per come siano andate le cose. È essenziale che tu lo faccia Jiminie, dico sul serio. Jungkook non è una persona astiosa, non porterebbe mai rancore, a te poi meno di tutti. Lo so che ti perdonerà, lo so perché… lo so. Probabilmente ti perdonerebbe anche se tu gli dicessi esattamente tutta la verità, ma poi ne sarebbe troppo scosso. Si infrangerebbe di nuovo chiudendosi in sé stesso e questo non deve accadere. Ecco perché è importante che tu stia attento a come gli parlerai e faccia del tuo meglio per fargli capire che tutto quello che è accaduto non era tua intenzione. Ma devi davvero accertartene Jiminie. Kookie mette sempre su un sorriso e finge di star bene, ma tu devi leggere al di là, guardarlo per davvero. Devi promettermi che quando ci parlerai non lascerai il suo fianco fino a che non sarai assolutamente sicuro che lui abbia capito e ti creda. Al resto penserò io. Posso fidarmi che lo farai?

– Va-va bene. Te lo prometto. Te lo prometto davvero, Taehyungie. Ma cosa c’è che non so su di lui? A cosa alludevi prima?

– Non so se sia il caso di parlartene nel dettaglio. Forse c’è un motivo per cui non ti ha detto niente, non lo so. A questo punto credo di essere l’unica persona a saperlo… Facciamo così, ti dirò solo quello che è importante tu sappia per organizzare il tuo discorso quando ci parlerai. Jungkookie è una persona insicura, Jiminie, in modo diverso da te, ma forse con la stessa intensità. Ci sono tante cose che tiene per sé e cerca sempre di farsi accettare dalle persone dando loro ciò che crede vogliano e mettendo poche volte sé stesso al primo posto. Ci sono state esperienze nella sua vita che lo hanno spinto a questo atteggiamento e l’unica volta che si è lasciato andare un po’ di più è stato tradito. Ecco perché è importante che tu gli faccia capire che ti sei avvicinato a lui perché credevi davvero in voi due. In qualche modo ti si è aperto e tu non puoi assolutamente dargli motivo di credere che questa sua fiducia sia stata mal riposta… di nuovo.

Jimin assimilò tutte le informazioni, sentendosi ancora peggio per la superficialità con cui aveva accettato le chiare avance di Jungkook. Rimase un po’ in silenzio prima di chiedere:

– Quando pensi dovrei dirglielo? Anche secondo Yoongi-hyung è davvero importante parlargli.

Taehyung sollevò le sopracciglia e fece una smorfia colpita:

  Wow, qualcosa su cui concordiamo. Dunque può accadere, una volta ogni ventimila anni.

  Taehyungie, dai! – rise Jimin dandogli una piccola botta sulla spalla – Non dire così! Yoongi ha il suo modo di fare, ma lo sa quanto sei importante per me e ti vuole bene. E io ne voglio tantissimo a lui quindi cercherete di andare più d’accordo, per favore?

– Ma io ci vado d’accordo, è poi Yoongi-hyung che spesso mi ringhia contro. Ok, ok, scusa, scherzavo. Si, prometto che da oggi le asce di guerra sono abbassate. Che poi Jiminie, se davvero lo avessi odiato avrei fatto di tutto per tenerlo lontano da te e invece, pensa un po’, mi sono ingegnato insieme agli altri per trovare un modo per farvi riappacificare!

– Ma insomma mi vuoi dire infatti che cosa è successo tra te e gli altri? Quanti concili avete tenuto con me e Yoongi-hyung come ordine del giorno?!

Quando Taehyung finì di spiegargli tutto quello che si era mosso alle loro spalle e il ruolo che gli amici avevano giocato nell’aiutarli Jimin era incredulo.

– Pensa tu, non mi sono accorto di nulla! Quando Jin-hyung mi ha mandato a prendere quel riso non mi sono insospettito per niente, ricordo solo di aver pensato nel fondaco quanto fosse scomodo tenere proprio il riso in un posto così poco pratico. Forse Yoongi ha ragione, prendermi in giro è fin troppo facile.

Taehyung fece spallucce:

– Anche a lui era sfuggito tutto, quindi…

– Vero. Però abbiamo creato davvero tanto disagio a tutti quanti, non credevo che la situazione tra noi fosse diventata così pesante anche dall’esterno. Mi dispiace, sul serio. E vi ringrazio. Io e Yoongi credevamo di dover parlare con Hoseokie-hyung e Jungkookie, ma a questo punto dobbiamo delle scuse e dei ringraziamenti a tutti. Sai, avevo già pensato di annunciare a tutti voi separatamente la notizia di me e Yoongi, per evitare di dirlo ad una cena con davanti anche Jungkookie. Ma adesso che so che abbiamo creato tensione anche per Jin-hyung e Namjoon-hyung è fondamentale che oltre ai nostri ringraziamenti porgiamo anche a loro le nostre scuse spiegandogli ciò che è successo e dunque davvero devo parlare a tutti in occasioni differenti. Ci sono troppe cose che Jungkookie non deve sapere. Credi dunque che debba parlarci presto?

– Io credo di sì. E sono d’accordo con l’affrontare tutti in separata sede. L’ultima cosa di cui Kookie ha bisogno è che questa storia gli venga continuata a sbattere in faccia.

– Questa settimana sono davvero troppo impegnato con l’accademia, quindi credo che parlerò con Jin e Namjoon hyung direttamente venerdì. Posso andare un po’ prima rispetto alla nostra cena per essere sicuro che Jungkookie non sia ancora lì. Domani invece vedrò Hoseok-hyung in accademia, spero di trovare un buco per spiegargli perché l’ho trattato così male. Ti ha aiutato così tanto, e io sono stato davvero uno stronzo.

 

24 gennaio 2107

 

Seconda notte senza incubi. Jimin si sentiva fresco come una rosa quel mattino e la sua produttività in accademia fu ancora migliore del giorno prima. Adesso che aveva parlato con Taehyung e che sapeva che presto si sarebbe chiarito anche con Hoseok si sentiva infinitamente più leggero. L’idea di spiegarsi con Jungkook lo spaventava, ma sapeva che sarebbe andato tutto bene, come Taehyung gli aveva detto e come Yoongi stesso gli aveva ripetuto la sera prima, quando avevano parlato per due ore al telefono prima di andare entrambi a dormire. Vedeva insomma la fine di tutta quella vicenda e non poteva sentirsi più felice. Aveva finalmente fiducia di nuovo nel fatto che tutto si sarebbe aggiustato per il meglio e che alla fine tutto tra loro sarebbe tornato come prima. Anche Jungkook era sicuro se la sarebbe cavata, perché non sarebbe stato da solo. Tutti loro avrebbero fatto in modo di rendergli la situazione più leggera ovviamente, ma, soprattutto, Jimin ormai sapeva che il più piccolo avrebbe potuto contare su tutto l’appoggio possibile da parte di una persona in particolare. Si chiese a quante altre cose fosse rimasto cieco nell’ultimo periodo. Quanti dettagli gli fossero sfuggiti, quanti sentimenti avesse scavalcato. Le parole di Taehyung, sebbene dette in un momento di ira, non erano poi così sbagliate. È vero che non aveva saputo fare i conti con ciò che provava, negando fino all’ultimo di aprire gli occhi su quanto sentiva per Yoongi e finendo così a coinvolgere Jungkook. E c’erano anche tantissime altre cose a cui non aveva fatto caso perché troppo preso da sé stesso, se ne rendeva conto ora. Come, ad esempio, quello che Taehyung provava per Jungkook. Quanto aveva fatto soffrire il suo migliore amico agendo come aveva agito? Non solo gli stava sottraendo il ragazzo che lui amava, ma lo stava anche facendo per i motivi sbagliati. Aveva ferito la persona a cui Taehyung teneva più di tutti e nemmeno un secondo si era fermato a rifletterci su prima. Ora però aveva capito. Aveva davvero capito e avrebbe risolto. E Yoongi aveva avuto ragione. Sarebbero potuti essere davvero felici solo una volta aver sistemato il disastro che avevano causato attorno a loro.

L’occasione per parlare con Hoseok si presentò nel pomeriggio intorno alle cinque, quando entrambi stavano tornando a casa insieme. Hoseok aveva finito le lezioni prima di Jimin, ma lo aveva aspettato poiché all’ora di pranzo il più piccolo lo aveva cercato e gli aveva chiesto se poteva attenderlo all’uscita perché doveva discutere con lui di una cosa importante. Curioso come sempre, Hoseok ovviamente non ci aveva pensato due volte ad accettare. Adesso stavano camminando lentamente verso la fermata del bus. Jimin teneva la testa bassa, perso nei propri pensieri e Hoseok fu costretto a richiamarlo sulla terra.

– Si! Scusa! Scusa hyung, ero sovrappensiero.

– Ho notato – rispose Hoseok sorridendogli dolcemente – Di che cosa dovevi parlarmi? È tutto il giorno che muoio di curiosità.

– Si, certo. Dunque, di cosa volevo parlarti… allora… io… i-io volevo chiederti scusa per come mi sono comportato con te in quest’ultimo periodo. Non so se te ne eri accorto, ma credo di essere stato un po’ più freddo e distante. E mi dispiace. È solo che… c’erano delle cose che non avevo capito, altre che avevo capito male e… beh, tu non ne avevi nessuna colpa ma me la sono comunque presa con te perché c’entravi solo in un certo senso, senza che in effetti lo sapessi… Non sono molto chiaro, vero?

Hoseok ridacchiò:

– No, ma sono sicuro che troverai le parole. Sono io Jiminie, con me puoi parlare tranquillo – gli mise un braccio attorno alle spalle e lo fermò, portandolo poi più vicino al muro per togliersi dal mezzo del marciapiede – allora, che cos’è che ti ho fatto senza saperlo?

Jimin non lesse nulla di negativo nell’espressione di Hoseok. I suoi occhi erano sereni e dolci come sempre e lo rilassarono incredibilmente. Trasse un profondo sospiro e smise di girarci attorno:

– Hoseok-hyung, io credevo che tu stessi insieme a Yoongi-hyung.

Hoseok allontanò il braccio da Jimin e il suo viso si fece confuso:

– Come? Co-cosa intendi? Che vuol dire insieme?

– Insieme, hyung, insieme, come una coppia. Credevo Yoongi-hyung fosse il tuo fidanzato.

Più ci pensava più Jimin adesso si sentiva così cretino ad aver concepito un’idea tanto assurda. Ma cosa avrebbe dovuto pensare dopo ciò che aveva sentito? Gli occhi di Hoseok, dapprima interdetti, si accesero di una luce di comprensione e poi la sua espressione meravigliata si trasformò in una di disgusto:

– Me e Yoongiiiii?!! – urlò – Come?! Jiminie cosa stai dicendooo?! Mi viene la nausea a pensarci!!!

– Si lo so, è un’idea che ti fa venire il voltastomaco, anche Yoongi ha detto la stessa cosa – rispose Jimin alzando gli occhi al cielo.

– Ma certo che ti ha detto lo stesso! – scoppiò a ridere – Cioè, davvero hai creduto… hai potuto credere… io e Yoongi!

– Ok, ho capito, sono stato un idiota, la smetti di ridere ora? Yoongi ci ha già riso sopra a sufficienza.

– Ma come faccio a non ridere?! Aspetta… Yoongi? Yoongi?? Jiminie, aspetta!! Vuoi vedere che… Perché? Perché eri arrabbiato con me credendo che stessi con Yoongiah?! Non mi dire… non mi dire…!! Sei tutto rosso, mi stai dicendo!! Woaaaaahhh!! Tu e… Tu e Yoongi!! Aspetta, aspetta un attimo! Ma quindi avete fatto pace davvero? Non solo, qualcosa di più deve essere successo! Guarda come sei rossooooo!!

– Hoseok-hyung, per favore, smet-

– Ma noi credevamo fosse il contrario! Che Yoongi fosse geloso della tua relazione con Jungkookie! Però… mi viene il dubbio ora, avevi davvero una relazione con Jungkook? Era questa l’ipotesi di Jin-hyung, ma forse abbiamo sbagliato! Ah, ma ti devo spiegare cosa c’entra Jin-hyung!

– Hyung, lo so, ho parlato con Ta-

– E Yoongi!! Quel bastardo, non mi ha ancora detto nulla! Una notizia del genere!!

– Jung Hoseok hyung, mi devi stare a sentire!! – esclamò Jimin con gli occhi ormai colmi di divertimento – ti giuro che sono felicissimo che tu la stia prendendo così, ma devi davvero ascoltarmi, ho una risposta a tutto! Comunque si, hai indovinato, io e Yoongi-hyung, stiamo… stiamo insieme.

Altro urlo di Hoseok, altra ondata di imbarazzo sul viso di Jimin.

– Ok, adesso ti ascolto, mi sono sfogato. Cioè non ho finito, ma va bene così per il momento. Innanzitutto, cosa diamine ti ha fatto pensare che potessi avere una relazione con Yoongiah?

Jimin ripeté tutto anche a Hoseok, usando ormai quasi le stesse parole che aveva già usato con l’amico la sera prima e aggiungendo poi il racconto in breve di ciò che era accaduto con Taehyung. Il ragazzo fu relativamente tranquillo, ridusse al minimo i suoi urletti e le sue esclamazioni e Jimin riuscì a concludere il suo discorso. A quel punto Hoseok, per la prima volta da quando la loro conversazione era iniziata, si fece del tutto serio.

– Beh, innanzitutto Jiminie, voglio dirti che mi dispiace. Mi dispiace tantissimo che tu abbia passato tutto questo. Sei stato uno sciocchino. Lo so che avevi paura di rovinare la relazione sia con me che con Yoongiah, ma se fossi venuto a parlarmi ti avrei potuto tranquillizzare subito – sospirò – mi sento un po’ in colpa, perché sono io che ho chiesto quel favore a Yoongi quel pomeriggio, mentre se fossi stato un po’ più autonomo tutto questo disastro non sarebbe mai accaduto.

– Hyung, come puoi sentirti in colpa? Io devo solo ringraziarti, per la pazienza che hai avuto sia con me che con Yoongi. E poi ci sono tante cose che ognuno di noi avrebbe potuto fare per non arrivare a questo punto, ma ormai non ha più senso starci a pensare. Anche io avrei potuto evitare di presentarmi da Yoongi-hyung all’improvviso senza nemmeno aspettare la sua risposta. Insomma, non hai davvero nessuna colpa, è stato il caso a giocare un brutto scherzo e poi io e Yoongi abbiamo reso tutto più complicato non risolvendo i nostri problemi tra noi e trascinando involontariamente giù anche voi. Con te sono stato tanto ingiusto, ma chi mi dispiace maggiormente che sia finito in mezzo a me e Yoongi è Jungkookie. Taehyung era preoccupato per lui.

Hoseok annuì:

– Si e anche Jin-hyung in realtà. Hai deciso quando parlarci?

– Taehyungie crede sia meglio farlo prima possibile.

– Sono d’accordo. Lo hai sentito per niente oggi?

– Mi ha mandato un messaggio che ho letto a pranzo dove mi chiedeva come stesse andando la mia giornata e io gli ho risposto, ma poi è finita lì. Credo abbia un po’da fare.

  Si, ma stasera è a casa, lo so perché mi ha detto che mi avrebbe preparato qualcosa di buono. Secondo me dovresti tornare con me, poi io me ne posso andare in camera e lasciare tutto il resto della casa a voi. Sarò invisibile, promesso.

Jimin ci pensò su. In effetti poteva essere la soluzione migliore, considerando che negli altri giorni non avrebbe avuto tempo di prendersi un pomeriggio. Oltre al fatto che non era detto che Jungkook sarebbe stato disponibile quando lo era lui ed era invece indispensabile che ci parlasse prima di venerdì.

– Va bene, vengo con te. Spero solo che non sia un errore… nel senso, non mi sono preparato molto su ciò che devo dirgli.

– Jiminie, cosa ti ha detto Taehyungie? Di fargli capire che non hai fatto nulla con cattiveria. E questo è vero, no? Ok, probabilmente dovrai edulcorargli la verità un pochino, ma sul punto essenziale non devi mentire. Parlagli con il cuore, Jungkookie capirà.

– Si, dite tutti così, ma…

– Sei tu che devi parlarci, lo so. Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto solo dicendo che tutto andrà bene. Jungkookie è davvero una persona dolce, te ne accorgi a poco a poco, ma alla fine diventa chiaro. Quando ti dico che si sistemerà tutto è perché ci credo seriamente Jiminie. E adesso andiamo a prendere il bus sennò a casa non ci arriviamo mai. Coraggiooo!! – esclamò alla fine scrollando Jimin per le spalle e riprendendo a camminare – E così tu e il mio Yoongi, eh? Aah, non so perché ma non ci avevo mai pensato molto, sai? Che razza di amico… E ha detto anche lui che si vuole scusare con me? – ridacchiò – non lo ha ancora fatto ovviamente, lo chiamerò io e lo obbligherò. Gli darà così fastidio, provo piacere al solo pensiero.

– Fammi poi sapere come è andata! – gli disse Jimin ridendo e facendogli l’occhiolino – Ah, Hoseok-hyung, posso farti una domanda? Non voglio assolutamente farti sentire in colpa, è solamente che me lo sto chiedendo da un po’. Per quale motivo non hai detto a nessuno che avevi chiesto a Yoongi-hyung il suo aiuto? Jungkookie vi vedeva insieme la mattina, ma non aveva idea di cosa steste facendo, e così tutti gli altri…e poi Yoongi stesso mi ha detto che non volevi che nessuno lo sapesse. C’è un motivo in particolare? Lo trovo un po’… curioso. Cosa c’era di male a dirlo?

Hoseok rimase assorto per un po’ e dette un calcio ad un sassolino.

– Non c’era nulla di male, lo so. E non mi imbarazza l’aver chiesto a Yoongi. Quello che mi imbarazzava era il dover chiedere a Yoongi. Insomma, mi vergognavo a confessare di aver bisogno di aiuto per una cosa del genere.

– Ma perché? In fondo era un tipo di parte che non avevi mai avuto, no? Cosa c’era di strano a-

– C’era di strano Jiminie che io ero totalmente incapace quando di solito sono un bravo attore. E per mesi non sono riuscito a migliorare. C’era di strano che una stupida, semplice, banale commedia romantica piena di cliché mi creasse così tanta difficoltà quando mi sono esibito egregiamente in parti di ben maggior spessore. C’era di strano… c’era di strano il motivo per cui avevo così bisogno di auto e il mio terrore era proprio che me lo chiedessero. Io… non riuscivo davvero a muovermi in una parte del genere perché… – arrossì di colpo – perché non ho ma avuto esperienze di quel tipo. E non intendo semplicemente che non sono mai stato in una relazione vera con qualcuno, intendo che in quel campo, ovvero quello delle più-che-amicizie, il mio punteggio è una tabula rasa, Jiminie. Non so nemmeno io il perché onestamente. Mi conosci, lo sai come sono e ti assicuro che ero uguale anche da bambino, eppure il mio essere così espansivo e aperto non mi ha mai comunque portato a cercare le persone in un modo che andasse oltre i confini segnati da un legame amichevole. Ho avuto sparsi qua e là ogni tanto qualche dichiarazione o invito ad uscire, ma li ho sempre declinati tutti. Jiminie, il punto è che non solo non sono mai stato capace di avvicinarmi a qualcuno in modo più intimo, ma non ne ho nemmeno mai sentito davvero il bisogno, capisci che intendo? Non lo so il perché, ho smesso di rifletterci su già da un po’, è semplicemente così. Non c’è stato nessuno che io abbia incontrato e mi abbia fatto venire voglia di, che ne so, passarci tutta la serata insieme baciandoci o camminare per le strade mano nella mano. Non ho problemi con il contatto fisico, e tu lo sai, ma con quel tipo di fisicità… beh, non mi trovo molto a mio agio. Non la voglio nemmeno per il momento. Se mai arriverà qualcuno a farmi cambiare idea benissimo, altrimenti va bene così. Però capisci ora come l’idea di mettermi a recitare determinate scene mi avesse buttato nel panico assoluto? Non sapevo proprio da cosa attingere per migliorare – si fermò e trasse un profondo sospiro e Jimin si sentì in dovere di dire qualcosa per calmarlo perché la voce aveva iniziato leggermente a tremargli. Lo prese sottobraccio e lo guardò con occhi dolci:

– Hobi-hyung, va tutto bene. Non ti sei mai innamorato e non avevi voglia di avvicinarti a nessuno che non occupasse un posto speciale nel tuo cuore, continuo a non vedere nulla di male in tutto questo. Non è indispensabile nella vita sentire il bisogno di volersi richiudere in uno sgabuzzino con qualcuno, non c’è nulla di cui vergognarsi. Non volevi proprio dirlo nemmeno a Jin-hyung e Namjoonie-hyung? Perché lo hai detto a me?

– Credo sia perché mi sento ancora un po’ in colpa per quello che è successo. Se avessi fatto le cose alla luce del sole non saremmo arrivati a questo punto. Nemmeno Yoongi sa esattamente, sai? Nel senso, non gli ho mai spiegato questa cosa nel dettaglio come ho fatto con te. Magari, ecco, se potessi evitare di-

– Sarò una tomba hyung. Ti prometto che Yoongi non saprà nulla da me.

– Grazie – Hoseok tirò su con il naso ricacciando indietro anche le piccole goccioline che gli si erano formate ai margini degli occhi – io credo che lui abbia capito che il mio disagio fosse in parte dovuto anche a questo, ma non mi ha mai fatto domande esplicite. Probabilmente si è reso conto da solo della situazione, è una vita che mi conosce.

Jimin strizzò il braccio dell’amico continuando a tenerlo stretto:

– Grazie della fiducia. Non me la merito nemmeno dopo il modo in cui ti ho trattato.

– No, Jiminie, di cosa parli. Non hai fatto nulla che non possa comprendere, non dire che non meriti la mia fiducia. E poi ora che ti sei legato a Yoongiah sei diventato ufficialmente anche tu come un fratello per me.

Jimin sentì il cuore scoppiargli di felicità e si chiese come avesse fatto a pensare in questi anni che Hoseok potesse rappresentare un ostacolo tra lui e Yoongi.

****

Non ti sto dicendo che sarà facile, ti sto solo dicendo che tutto andrà bene”. Non sarà facile, ma andrà bene. Non sarà facile, ma andrà bene. Non sarà facile, ma andrà bene. Jimin era spaventato, da morire. Spaventato da ciò che avrebbe potuto dire, dalla possibile reazione di Jungkook. Spaventato da ciò che lui stesso aveva combinato. Ma le parole dei suoi amici lo rincuoravano e cercò di aggrapparcisi il più stretto possibile. Il rumore delle chiavi di Hoseok nella toppa lo fece sussultare. Il momento era sempre più vicino e lui iniziava a sentirsi sudato. Forse dopotutto non era stata una buona idea venire qui, forse era meglio andarsene subito e rimandare…

– Kookieeeee!

L’urlo di Hoseok gli perforò i timpani e gli fece come da sveglia. Basta tentennamenti, era il momento di svegliarsi e affrontare di petto la cosa.

– Kookie, guarda chi ti ho portato! Dove sei?

– In cucina! Sto lavorando.

Hoseok andò dritto verso la voce del ragazzo e Jimin lo seguì timidamente come un’ombra. Jungkook era seduto al tavolo, gambe incrociate sopra la sedia, computer aperto, quaderno di appunti alla destra e tazza di the alla sinistra. Si sorprese nel vedere Jimin.

– Ma ancora studi? – gli disse Hoseok con voce preoccupata – Non hai avuto lezione fino a questo pomeriggio oggi?

– Si, ma c’è davvero una cosa che non riesco proprio a fare – rispose Jungkook fissando però Jimin – e mi dà fastidio per cui avevo deciso di mettermici finché non ci fossi riuscito. Ma se Jiminie è qui non fa nulla, non è nulla di urgente.

– Si-sicuro? Jungkookie, se devi lavorare-

– Se ti ha detto che non è urgente si vede che non lo è, non trovi Jiminie? – Hoseok era intervenuto guardando Jimin in modo eloquente. Nessuna scusa. Doveva parlare con Jungkook – Beh, io me ne vado in camera a fare un pisolino, sono esausto. Kookie, mi chiami tu per cena?

Jungkook rispose di sì e Hoseok così se ne andò, lasciando i due ragazzi soli nel silenzio della cucina.

– Come stai? – chiese Jungkook sorridendo mentre chiudeva il computer e accatastava le sue cose a un lato del tavolo. Non era un sorriso convinto, Jimin lo percepì. Che avesse sentore...? – Non ti ho sentito quasi per niente questi due giorni. Siediti però, che fai lì fermo?

– Ah sì, certo! Mi metto qui, ok? – si mise a sedere sul divano, Jungkook ancora sulla sedia. – Lo so, mi dispiace, sono stato effettivamente un po’ indaffarato. Mi pare anche tu, no?

– Si, si, anche io. Ieri soprattutto è stata una giornata un po’ frenetica visto l’inconveniente della neve di domenica, e poi oggi sono stato ugualmente impegnato, quindi sono riuscito a mandarti solo quel messaggio striminzito visto che non mi avevi ancora scritto tu. Mi spiace.

Jimin si chiese se ci fosse un’accusa in quelle parole, o ironia nel “mi spiace”, o se effettivamente Jungkook fosse dispiaciuto di non aver cercato Jimin di più nonostante lui non gli avesse parlato per due giorni interi, totalmente preso da altro. Da qualcun altro, per meglio dire.

– Potevi avvisarmi comunque che venivi! Mi sarei organizzato meglio, anche per la cena-

– No, Jungkookie, io… sono venuto qui per parlare. Non volevo piombarti in casa a sorpresa, ma c’è qualcosa di molto importante che devo dirti e che sento non possa aspettare.

L’espressione di Jungkook era indecifrabile, sembrava quasi tranquilla. Dopo un attimo di pausa gli disse:

– Andiamo in camera mia, così non disturbiamo hyung che dorme.

In camera, Jungkook spostò la sedia imbottita che era davanti la sua scrivania per metterla di fronte al letto. Fece cenno a Jimin di accomodarcisi mentre lui si mise a sedere vicino al proprio cuscino.

– Che succede?

Nel porre questa domanda, Jungkook sentì un groppo salirgli in gola. Adesso che l’interrogativo era stato posto, non poteva più scappare da qualsiasi risposta Jimin gli avrebbe dato. Una piccolissima parte di lui sperava ancora che il più grande fosse venuto per dirgli che ricambiava i suoi sentimenti, ma c’era qualcosa nei suoi occhi che gli dettero un’altra impressione. Erano seri, quasi preoccupati e… tristi? Non averlo sentito il giorno prima aveva accresciuto le sue ansie e nell’ombra della propria camera Jungkook aveva avuto tempo, troppo, per nutrirle ancora di più. Continuava a rivedere il sorriso di Jimin mentre scherzava con Yoongi, il modo in cui gli si era messo vicino sul divano, la domesticità con cui si muovevano l’uno attorno all’altro e l’idea di quel pomeriggio trascorso da soli lo inquietava. E Jimin non si era fatto sentire per due giorni interi. Lunedì se ne era accorto presto, ma aveva aspettato a scrivergli per primo, per vedere cosa sarebbe successo. Ciò che era successo era stato il totale silenzio. La sera poi aveva avuto la tentazione di chiamarlo per risentire la sua voce, ma aveva poi pensato che forse gli avrebbe dato fastidio essere chiamato proprio prima di andare a dormire. Alla fine non facendocela più mentre era in facoltà quella mattina gli aveva scritto e adesso se lo era ritrovato all’improvviso di fronte, bello come sempre, ma con un’espressione strana che Jungkook non gli aveva mai visto rivolgergli. Anche adesso, mentre aspettava che iniziasse a parlare, poteva vedere sul suo viso un rossore imbarazzato, come se si vergognasse di qualcosa.

– Non so bene da dove iniziare. Ci ho pensato un bel po’, se partire dall’inizio o dalla fine. Ho deciso di non fare né l’una né l’altra cosa e partire semplicemente da me. Dalla persona che sono. Una persona spesso così ossessionata dall’evitare di fare ciò che crede sia sbagliato o fastidioso che finisce proprio per farlo. Creando così ancora più danni. E temo sia ciò che ho appena fatto, e mi chiedo se abbia il diritto di chiedere il tuo perdono. C’è stato un momento, lo scorso mese, in cui mi sono sentito perso e tanto solo. Non è la prima volta che succede nella mia vita, ma di solito c’è sempre stato Taehyungie al mio fianco. Questa volta invece non è bastato. Mi sono richiuso in me stesso e non gli ho dato la possibilità di aiutarmi. Tu… tu sei stato così buono. Ci tenevi a me e io… Jungkookie io avevo bisogno di te. Tanto. Non so nemmeno come esprimere quanto ti sia grato per il modo in cui mi sei stato vicino, per come mi hai sorretto e protetto. Non stavo bene, so che questo lo hai notato, ma quando ero con te mi sentivo davvero meglio. Mi hai trattato con delle attenzioni e un riguardo che nessuno aveva mai avuto con me. Mi hai fatto sentire in ogni momento e con ogni tuo gesto che ero importante ed io ti giuro, ti giuro su ciò che è a me più caro, che darei volentieri entrambe le mie gambe per poter cambiare lo stato delle cose. Per poter essere qualcosa di più per te, più di un amico. Vorrei poterti donare completamente il mio cuore, così come ho provato a fare tutto questo tempo, ma… a un certo punto… ho capito che non ci sarei riuscito. Nel corso delle nostre giornate insieme tante volte ho pensato di… avvicinarmi di più. C’era però qualcosa di piccolo piccolo, che poi è diventato più grande, che mi bloccava e mi impediva di compiere quel passo. Mi diceva che non ero adeguato per ciò che tu avresti voluto, ma non gli ho dato ascolto perché volevo davvero rimanere con te. Ho provato, te lo giuro. Tu sei stato così… così fondamentale per me, non puoi nemmeno immaginare quanto. Non mi basterà un’intera vita per dimostrartelo. Però, anche se vorrei, non posso impormi sui miei stessi sentimenti. Se con te ero bloccato… era perché la parte più intima di me mi trascinava in un’altra direzione. Non lo sapevo quando ho iniziato ad uscire con te, ma il mio cuore era già occupato. E io come un imbecille non me ne sono reso conto fino all’ultimo. E mi dispiace così tanto di questo.

– ...Yoongi-hyung, vero? Sei innamorato di lui.

Non era una domanda quella di Jungkook. Sapeva che era così, e anche se Jimin non avesse risposto lo avrebbe saputo lo stesso.

– Io… – rispose Jimin con voce sommessa guardando a terra – Si.

– Quando lo hai capito?

Lo sguardo di supplica negli occhi di Jungkook convinse Jimin a mentire. Non avrebbe potuto fare altrimenti.

– Quando è tornato. Domenica pomeriggio mi è stato ancora più evidente e ho-ho scoperto che anche per lui era così.

Jungkook non ebbe la forza di chiedere come. Non ebbe la forza di chiedere nulla, perché una grande tristezza lo aveva inondato come un’onda che si abbatte su una piccola scialuppa. Le parole di Jimin erano state belle, a loro modo. Poteva percepire il sincero dispiacere dell’amico ed era sicuro che Jimin non lo avrebbe mai ferito se avesse potuto evitarlo. D’altronde, che Yoongi-hyung facesse parte in modo stabile della sua vita già da molto tempo prima che lui lo conoscesse era un fatto che gli era noto, ma aveva comunque deciso di tentare senza nemmeno assicurarsi del posto che effettivamente aveva nel cuore di Jimin. In fondo quindi era anche un po’ colpa sua, per essersi buttato in questo gioco senza leggerne prima bene le regole. Non sapeva come rispondere a Jimin, ma dal silenzio dell’amico era chiaro che stesse aspettando una sua reazione. Dischiuse le labbra, ma non uscì nulla e solo al terzo tentativo finalmente la sua voce prese corpo:

– Va bene – cos’altro poteva dire? Cos’altro c’era da dire? Se Jimin non lo amava non avrebbe potuto costringerlo, quindi accettare tutto era l’unica soluzione per almeno non perderlo del tutto. Perché Jungkook davvero non voleva perderlo – Va bene, se così stanno le cose non credo di poterle cambiare. Sono felice almeno di averti aiutato a star meglio – nel dire queste parole in qualche modo si sentì tirare un po’ su, perché si rese conto che erano vere –  volevo che tu ti affidassi a me e così è stato, mi hai dato modo di passare il tempo con te e di crearmi dei bellissimi ricordi. Non posso dirti di cambiare ciò che provi. Sapevo che tu e Yoongi-hyung eravate vicini, solo che ho sempre minimizzato la cosa, non ho mai indagato meglio. Forse avrei anche dovuto parlarne prima con Tae. Gli ho detto ciò che provavo per te solo di recente e forse è stato un errore. Lui ti conosce così bene, avrebbe sicuramente saputo aiutarmi ad aprire gli occhi.

– Ju-jungkookie, nemmeno io ero sicuro di-

– Gli amici capiscono sempre prima di noi, Jiminie – gli disse Jungkook con un sorriso triste – tu non te ne eri accorto, ma Tae forse sì. Lui… Taehyungie… mi sorprende sempre. Sembra sempre arrivare prima di tutti noi, là dove noi crediamo invece che la sua mente si sia persa nell’aria. Vola e vaga è vero, ma sempre avanti. Non so nemmeno come io abbia potuto pensare di escluderlo da tutto questo. Ho fatto da solo e così è finita.

– Mi dispiace Jungkookie… Io anche avrei dovuto confidarmi prima con lui, ma almeno adesso lo sappiamo.

– Già, lo sappiamo.

Ci fu un attimo di silenzio imbarazzato.

– Kookie… scusami ancora. Io non volevo che tutto questo accadesse.

– E io ti credo. Ti credo davvero. Lo so, non c’è nemmeno bisogno che tu me lo dica.

– Però sei sicuro? Sul serio, per me è importante che tu sappia-

– Hyung, sei il migliore amico di Taehyungie, un motivo deve pur esserci, no? Se fossi stato capace di architettare raggiri sentimentali non credo sarebbe rimasto al tuo fianco per tutta la vita. L’ho sempre visto, sai? – continuò guardando Jimin con affetto e inclinando la testa di lato – Il perché proprio tu. Taehyungie fa amicizia con tutti, ma tu sei al primo posto della lista, da tutta la sua vita. Non credo sia solo per via del fatto che siete cresciuti insieme. Riesco a vedere chiaramente dove le vostre anime si toccano. Sei una persona speciale, esattamente come lo è Taehyungie. E mi hai subito ispirato fiducia e sicurezza perché mi sembrava di aver trovato in te un pezzetto di lui.

Jungkook aveva detto quest’ultima frase tranquillo, come se fosse un dato di fatto e Jimin si chiese se invece si stesse rendendo conto del peso che aveva. Avrebbe voluto domandargli perché non fosse andato direttamente da Taehyung, per averlo così intero, non solo un pezzetto, ma non era il momento quello. Un giorno però sarebbe arrivato, Jimin ne era convinto adesso più che mai. Jungkook sospirò profondamente e riprese a parlare.

– Sii felice, è l’unica cosa che ti chiedo. Lo sai quanto io ami perdere, almeno che sia stato per un valido motivo.

– Te lo prometto – rispose Jimin con le lacrime agli occhi – e grazie Kookie. Ti voglio bene.

Jungkook annuì e si alzò in piedi e Jimin lo imitò. Si guardarono negli occhi per qualche secondo, incerti su cosa dirsi e cosa fare. Fu Jungkook a spezzare quel momento di imbarazzo indicandogli la direzione della porta con una mano e Jimin così si scosse e vi si avviò. Proprio mentre era quasi fuori dalla camera sentì Jungkook dietro di lui chiamarlo:

– Jimin!

Sentì il più piccolo afferrargli il braccio e girarlo verso di sé, avvolgendolo poi in un forte abbraccio.

– Dammi… un attimo solo – lo sentì dirgli piano.

Jimin reagì dolcemente. Abbracciò a sua volta il ragazzo e gli accarezzò la schiena. Jungkook si era sempre trattenuto dall’avvicinarsi troppo a lui senza il suo permesso, ma vedendolo uscire per l’ultima volta dalla sua camera aveva avvertito il bisogno di sentirselo vicino e stringerlo un’ultima volta.

– Mi spiace… – mormorò Jimin.

Jungkook scosse vigorosamente la testa.

– Va tutto bene. Devi stare tranquillo. Ho capito, va tutto bene – Lo lasciò andare con esitazione, faticando ad allontanare le proprie mani dal corpo caldo del ragazzo, e si avviò nel corridoio fino alla porta di ingresso, dove riprese il cappotto di Jimin dall’appendiabiti e glielo passò – Va tutto bene – gli ripeté di nuovo mentre il ragazzo se lo infilava e i due si guardarono negli occhi scambiandosi piccoli e tristi sorrisi. Aprì la porta e Jimin uscì, voltandosi poi verso di lui.

– Posso dirti solo un’ultima cosa Kookie?

– Si certo, cosa?

– Non fare i miei stessi errori. Se c’è una vocina… dalle retta.

Jungkook annuì con la testa, non sicurissimo però sul di cosa Jimin stesse parlando:

– Sarà fatto, Jimin-hyung.

Jimin lo guardò sorpreso:

– Jiminie.

Jungkook ci pensò su un attimo e sorrise:

– Jiminie-hyung.

Jimin gli sorrise a sua volta con dolcezza e annuì in accordo, per poi voltarsi e andarsene piano lungo il corridoio, inghiottito infine dall’ascensore. Fu solo a questo punto che Jungkook chiuse la porta.

 

 

 

Note dell’autrice: Aaah ed ecco i ruoli che si sono rovesciati. Prima c’è stato Yoongi a dire a Jimin di essere felice, ora è il turno di Kookie. È stato molto triste scrivere questa parte del capitolo, ma spero che gli indizi buttati qua e là siano sufficienti a sollevare gli animi e a far sperare in un futuro più roseo per il nostro piccolino. Sia questo che il prossimo capitolo hanno questo obiettivo. Sono i conclusivi per cui trovo che per forza debbano contenere i vari chiarimenti, spero solo che la cosa non risulti noiosa. Però, sia qui che nel prossimo capitolo, credo che ci siano dialoghi importanti per capire un pochino anche noi come sentirci in tutta questa situazione. La “questione Kookie” lascia un po’ tutti con l’amaro in bocca infatti e il prossimo capitolo anche si occuperà di questo. Ci saranno dei dialoghi e delle scene che aiuteranno Jimin (e noi) a rendersi conto di come gestire questi suoi sentimenti contrastanti. Per il nostro Chim infatti non sarà facile affrontare il momento post conversazione con Kookie. Avrà pure agito male in passato, ma se ne è reso conto e a Jungkook vuole davvero bene per cui… beh vedremo quali sensazioni proverà a riguardo e cosa gli verrà detto dalle persone intorno a lui. In particolare ci sarà un confronto tra due personaggi molto, molto importante.

Il prossimo capitolo è in teoria l’ultimo, però per un motivo che poi dirò credo che separerò l’ultimissima parte di chiusura dal resto. Quindi il capitolo XVII uscirà mercoledì, per l’epilogo vero e proprio non so ancora cosa fare, se pubblicarlo nello stesso momento o lo stesso giorno ma più tardi, o il giorno dopo, ci devo pensare ahah Comunque le informazioni in proposito saranno fornite nelle prossime note.  

Come sempre vi ringrazio per aver letto fino a qui, attendete qualche giorno per l’ultimo(-ish) capitolo ~

Baci, Elle ♥

   
 
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