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Autore: Lady Windermere    10/12/2017    3 recensioni
Giulia Pisani ha diciassette anni, una passione sfrenata per le serie Tv, una madre fervente cattolica e tanti altri problemi.
A questi si aggiunge il recente trasferimento in uno dei licei più prestigiosi di New York, dove, tra reginette frustrate, una fastidiosa gossip man, professori appena usciti dall'ultimo numero di Cosmopolitan, un nerd addominalato e i due ragazzi più ambiti da ogni individuo di sesso femminile nelle vicine cinquecento miglia, dovrà imparare la lezione più importante di tutte: per fare i popcorn non serve l'olio di palma.
Riuscirà la nostra protagonista a sopravvivere?
STORIA INTERROTTA
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Prese di posizione alla Elsa di Frozen e bonsai magici

 

"All that was good, all that was fair, all that was me is gone."
Sing me a song of a lad that is gone, R.L. Stevenson


 

 

Mi fermai per riprendere fiato. Mi ero svegliata alle sei quella mattina per andare a correre. Non era una cosa che facevo abitualmente, ma i sensi di colpa e gli eccessi del Lunapark mi perseguitavano.

Alzai il volume dell'Ipod. Run the world di Beyoncé mi fece tornare la carica.

Ripresi a correre, decisa a dimenticare l'intera situazione letteralmente in un bagno di sudore.

Detto così suona disgustoso.

Cominciai a correre a ritmo di musica. Per fortuna non c'era nessuno in giro, sennò mi avrebbero internata. E forse, non avrebbero avuto tutti i torti.

Chissà quante calorie sto perdendo. Mi sento già più magra in effetti.

Rischiai di inciampare in un sasso.

«Qui qualcuno vuole dirmi qualcosa. Del tipo è meglio se ti suicidi adesso...»

Perfetto adesso parlo anche da sola. Tipico. Devo aver letto in qualche rivista che parlare da soli è un segno di genialità. In effetti quasi tutti i geni erano un po'schizzati. Giulia, sei sulla strada giusta.

«E il premio Nobel va a Giulia Pisani! Grazie, grazie, siete un pubblico fantastico.»

Vidi un gatto passeggiare tranquillamente in lontananza.

«Qui micio, micio, micio» lo chiamai, cercando di avvicinarmi di soppiatto.

Il gatto mi fissò per qualche istante per poi decidere che non valevo il suo tempo.

«Brutto stronzo! Ci sono migliaia di gatti più belli di te! Posso accarezzare chi voglio!» gridai, mentre si infilava nel giardino di una casa.

Anche i gatti mi rifiutano. Così pure il mio piano B va in fumo. Che vita di merda.

Accelerai il ritmo della corsa. Non volevo altro che sentire il vento sulla faccia.

Chiusi gli occhi e inspirai l'aria pura del mattino.

Anche se avessi voluto analizzare i miei sentimenti, cosa che non volevo assolutamente, comunque non sarei arrivata ad una risposta.

Cosa volevo io davvero? Chi volevo nel profondo del cuore? Chris? Harry? Dylan?

Non avevo nessuna risposta. Mi ero limitata ad assistere agli eventi, come se fossi solamente una spettatrice.

Ma era la mia vita quella che stavano recitando. Avrei dovuto essere sul palco, non in platea.

Strinsi i pugni e corsi più veloce. Il mio respiro si faceva sempre più corto, il mio ansimare sempre più frequente.

Non so per quanto altro tempo ancora avrei avuto fiato.

Ma non potevo continuare così. Non potevo continuare a prendere in giro gli altri e me stessa.

Avrei sistemato tutto. Per una volta sarei stata io l'eroina della mia storia.

Non avevo più voglia di essere la principessa in pericolo in attesa del principe azzurro. O Giulietta, perennemente in attesa del suo Romeo.

Mi sarei arrampicata io sulla balconata e mi sarei scelta io il mio fottuttissimo Romeo.

Elsa levate che qua entro in gioco io.

Continuai a correre fino a casa, per poi crollare semisvenuta sul divano.

Puzzavo peggio di una carcassa in decomposizione e dovevo farmi immediatamente una doccia prima di correre a scuola.

Ma prima c'era una cosa più importante.

«Cosa? Solo cento grammi? Ho corso per quasi un'ora e ho perso solo cento dannatissimi grammi? Ma cosa c'è che non va in me?» sospirai, guardando con aria afflitta la bilancia «Non c'è giustizia al mondo.»

 

Esausta com'ero non ebbi alcun problema ad accasciarmi nel primo posto libero che trovai nell'autobus e là rimanere, più morta che viva, fino alla Trinity.

Mi sentivo come se tutti gli sguardi fossero posati su di me. Un paio di volte finii perfino col girarmi verso invisibili accusatori con l'indice puntato.

Ad ogni modo, esclusi questi disdicevoli episodi che mi ricordavano quanto fossi colpevole, sembrava andare tutto bene.

«In un laboratorio viene per errore liberato un batterio, che minaccia di distruggere tutte le piante di bonsai in esso contenute. Una pianticella riesce a sopravvivere, ma le condizioni in cui si trova non permettono la riproduzione al piccolo bonsai. In che modo e perché sarebbe possibile salvare le preziose informazioni che contiene?»

«Lui? Parla del bonsai come se fosse suo figlio...» borbottò la ragazza seduta davanti a me alla sua vicina.

L'altra ridacchiò «Probabilmente è così.»

«Hai parlato con Chris?» sussurrò Dylan finendo di copiare il problema.

Scossi la testa. Non che non avessi avuto tempo, ovviamente. Solo che non riuscivo a trovare il coraggio di farlo.

Se mi avesse lasciato non avrei potuto sopportarlo.

«Ma dimmi» mordicchiai l'estremità della penna «Per caso abbiamo sbagliato classe? Fino a ieri si parlava di fotosintesi e piselli odorosi.»

Dylan sospirò «Se tu fossi stata attenta ora sapresti che questa è un'esercitazione su un argomento più avanti del nostro. Alla fine della prossima ora verrà sorteggiata la coppia che dovrà esporre la soluzione alla lavagna.»

Impallidii «Ma è legale?»

«Ne dubito» si fece pensieroso e, come ogni volta che ciò accadeva, si sistemò gli occhiali «Credo che lo stia facendo per Halloween.»

In quel momento mi resi conto per la prima volta di quanto poco mancasse a quella festa. Contai rapidamente i giorni.

«è questo venerdì.»

Accidenti, il tempo passava veramente in fretta. Di quel passo mi sarei ritrovata a Natale, no, al ballo di fine anno, senza neppure accorgermene.

«Questo è il problema. Risolvetelo» concluse il professore, annoiato. Stava per sedersi, quando qualcuno bussò alla porta.

Al cortese avanti questa si spalancò, lasciando passare il professor Claflin.

La componente femminile sospirò in coro.

La sua sola vista mi ricordò qualcosa che non avrei dovuto dimenticare: per quel giorno avrei dovuto consegnare una ricerca su Molto rumore per nulla, ma ovviamente non l'avevo fatta.

Forse sarei riuscita a fingermi malata e uscire prima della sua ora.

I due professori confabularono a bassa voce. Dylan mi scoccò un'occhiata risentita.

«Ti aspetti che lo faccia da solo?»

«Ehi, ti ricordo che faccio schifo in biologia» sbottai, a voce più alta di quanto intendessi.

«Questo è interessante da sentire, Pisani, ma faresti meglio a concentrarti sul problema» mi rimproverò l'insegnante, scatenando l'ilarità generale.

Il professor Claflin sogghignò «Pisani, se non sbaglio oggi devi deliziarci con l'analisi di Molto rumore per nulla.»

Deglutii a fatica «C-certo» balbettai.

«Non vedo l'ora di sentire la tua brillante esposizione» riprese uscendo, fomentando volontariamente le risate della classe.

«E così il piano sfuma...» pensai ad alta voce.

«Andiamo, vuoi dirmi che una come te non ha neppure un asso nella manica?» Dylan ridacchiò scarabocchiando degli schemi.

«Mi stai forse dando dell'imbrogliona, Lerman?» ribattei divertita.

«Non sopravvalutarti, Pisani.»

«Ho clonato il bonsai» disse trionfante, mostrandomi le considerazioni e l'intero procedimento.

«Sei un genio.»




 

Per mia fortuna avevo letto Molto rumore per nulla qualche mese prima e così riuscii a cavarmela discretamente con una B.

Tra mantenermi la borsa di studio e tentare di ottenere quella per Yale non potevo permettermi un'altra giornata come quella.

Sospirai; avrei dovuto studiare come se non ci fosse stato un domani.

Mi guardai attorno.

Harry era assente e non potei fare a meno di chiedermi se non fosse stato per colpa mia.

Era sparito non appena aveva compreso che le cose stavano precipitando e così neppure lui era venuto a conoscenza della mia relazione con Chris.

Pensare a lui mi fece male.

Era stato gentile con me fin dal mio primo giorno alla Trinity, quando ancora non mi conosceva, ed era stato tra le prime persone che avevo conosciuto nella scuola.

Già che ci pensavo, l'avevo incontrato correndo nei corridoi come una completa demente, mandandolo lungo disteso.

Quasi un segno del destino.

«Giulia?» Dylan mi sventolò una mano davanti al viso per riscuotermi «Giulia? Sei viva?»

Annuii piano, sbattendo le palpebre.

«Sono felice che tu abbia deciso di accompagnarmi al negozio di costumi.»

Mi riscossi «Scherzi? Perdersi l'occasione di vedere Dylan Lerman provarsi costumi?» ammiccai.

«Però è strano vederti in ansia per una festa. Di solito non ci vai mai.»

«è di una festa di Matthew Chismockens che stiamo parlando; non me la perderei per nulla al mondo. Siamo arrivati.»

Il negozio di costumi era come un'oasi in mezzo al deserto, con la sola differenza che probabilmente avrei preferito morire nel deserto che farmi vedere là dentro.

Le vetrine erano traboccanti costumi, pellicce finte, maschere e qualsiasi altra follia che la mente umana avesse mai concepito in oltre cinque millenni di esistenza.

L'aria al suo interno sapeva di chiuso e nei primi minuti quasi mi sembrò di poter soffocare da un istante all'altro.

L'atmosfera era allegra e luminosa e alla fine dovetti ammettere che quel posto era più grande di quanto mi aspettassi.

Sembrava non finire mai e se la vetrina era già piena di bizzarrie, l'interno lo era anche di più.

Quasi mi aspettavo che da uno dei camerini di prova uscisse un faraone pronto a sfidarmi a scala quaranta.

Il tema della festa era, come ogni anno, personaggi o coppie famose di film o libri, come mi informò gentilmente Dylan, ragion per cui i costumi possibilmente adatti erano praticamente infiniti.

Dylan volle provare ogni singolo abito che lo ispirasse, vale a dire tutti, e per ognuno ci mise un tempo che mi parve immemorabile.

La playlist di Ed Sheeran stava per finire quando, forse per la prima da quando lo conoscevo, Dylan mi fece restare senza fiato.

Era così bello che stentai a riconoscerlo.

«è perfetto» dissi «Sei perfetto» e lo pensavo davvero.

«Dici? Sono indeciso» fece una giravolta.

«Ti giuro su chi vuoi, Dylan, stai una favola.»

Esaltato pagò alla cassa e, usciti, insistette per comprarmi un pumpkin spice latte.

«A proposito, tu verrai alla festa, vero?»

«Non lo so» risposi sinceramente «Se solo non mi fossi cacciata nei casini con il mondo» scrollai le spalle «Forse è meglio così. Tanto mia madre me l'avrebbe sicuramente proibito.»

«Andiamo» incalzò Dylan «Non puoi mancare ad una festa di Matthew.»

Il suo entusiasmo fece sorgere in me un grande interrogativo.

«Non te la sei presa per l'articolo?»

Arrossì, ma cercò di non darlo a vedere «Sapessi quanti articoli su di me sono stati fatti. La vita del secchione non è facile, sai?» provò a sorridere.

«E poi Matthew è la cosa più simile ad un amico che io abbia mai avuto al liceo. Un po' come Grace per te.»

Si accorse immediatamente della svista «Cioè, con questo non intendo che tu non abbia amici o sia impopolare.»

Davanti al suo imbarazzo scoppiai a ridere «Tranquillo. Forse io e Grace eravamo amiche prima, ma adesso ne dubito fortemente» sospirai «Almeno questo è l'ultimo anno.»

«Ti mancano mai? Le persone che conoscevi nell'altra scuola, intendo.»

«Non molto. Sai, non ero molto popolare neppure là» confessai «Avevo qualche amica, ma non del tipo che ti rimane nel cuore.»

Feci una pausa «Abbiamo seguito strade diverse.»

Era vero: nell'ultimo periodo non avevo parlato quasi con nessuno della mia vecchia scuola, se non per brevi messaggini di saluti reciproci.

Non mi ero mai resa conto di non mancare a nessuno e questo mi fece un po'male.

«Tutto bene?» chiese preoccupato Dylan «Ho detto qualcosa di sbagliato?»

Peggio per loro, decisi. Neanche a me mancavano.

Sorrisi a Dylan, certa che con lui sarebbe stato diverso; lui non mi avrebbe mai dimenticato «Sai che ti dico? Mi hai convinta.»
 

 

 

N.d.A: Buonsalve. Sfortunatamente per voi non sono morta :)

Da me sta nevicando per cui ne ho approfittato per aggiornare...

E così Giulia ha deciso di andare alla festa. Sarà l'errore più grande della sua vita? Chris scoprirà tutto e finirà in una rissa? Probabilmente sì, ma non è mai detta l'ultima parola!

E adesso, con l'entusiasmo di un televenditore di materassi, ringrazio tutti gli affezionati che leggono la storia e lasciano recensioni! <3

Come al solito, vi lascio al figo del giorno che, visto l'avvicinarsi del Natale, sarà in edizione speciale natalizia.

Come al solito, vi ringrazio tutte per tutto e vi lascio al figo del giorno che, visto l'avvicinarsi del Natale, sarà in edizione speciale natalizia

Inevitabilmente finiamo sempre su di lui. Il classico. L'intramontabile. Ryan Gosling. Ce n'è proprio per tutti i gusti.

Lo possiamo vedere infatti in versione facepalm

Lo possiamo vedere in versione facepalm

Versione Enzo Miccio

Versione Enzo Miccio

Versione ammiccante

Versione sopraccigliosa

Versione sopraccigliosa

Versione sopraccigliosa

Versione nerd

Versione cancro ai polmoni

Versione cancro ai polmoni

Versione cancro ai polmoni

Versione pucciosa

Versione pucciosa

Versione bad boy

Versione buongustaio

Versione buongustaio

Versione barba style

Versione barba style

Versione barba style

Versione umiltà

Versione ridarella

E, infine, la mia preferita: versione al "naturel"

 

Come si può ben capire mi piace poco Ryan Gosling, ma solo poco eh.

Baci nevosi a tutti!

LadyWindermere<3

 

  
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