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Autore: NotEvenChip    13/12/2017    1 recensioni
Mr. Gold possiede la maggior parte di Storybrooke, oscuro, tenebroso, con un passato turbolento, quasi tutta la città lo teme, tranne il figlio Neal.
Belle French è giovane, spensierata, determinata, ambiziosa ed in cerca di pace e tranquillità, grazie anche al suo nuovo lavoro.
Praticamente Rumbelle AU :)
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Belle, Jefferson/Cappellaio Matto, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Ruby/Cappuccetto Rosso, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Le dico che mio figlio è bersagliato da quei tre prepotenti, non sarei qui se fosse un normale litigio tra ragazzini, ho di meglio da fare durante il giorno.” Concluse scorbutico Gold. Era da quindici minuti che si trovava nell’ufficio della preside, ma lo stava trattando con sufficienza, non prendendo seriamente i fatti accaduti al figlio. Inutile dire che questo comportamento troppo tollerante, faceva infuriare Gold ancora di più.
“Signor Gold, veda di calmarsi, ho capito appieno le sue teorie, cercherò di occuparmene, farò osservare i vari comportamenti dei ragazzi che mi ha appena nominato e..”
“LEI NON STA CAPENDO! NON DEVE OSSERVARE! DEVE METTERE IN PUNIZIONE IMMEDIATAMENTE! DEVE FERMARE QUESTI COMPORTAMENTI!”
La preside squadrò Gold dalla testa ai piedi, sapeva che non ci voleva poi tanto a far perdere la pazienza all’uomo.
Gold aveva il fiatone, odiava non essere capito, odiava non aver tutto sotto controllo, odiava ancora di più l’espressione della preside su di lui.
“Si è calmato adesso?”
Gold fece cenno di sì con il capo e deglutì.
“Quello… Quello che cerco di dirle da un po’, è che so per certo che accadono fatti di bullismo in questa scuola, vorrei che solamente che prendesse delle decisioni in merito. Se non sbaglio, sono ancora il genitore più influente sui bilanci della scuola nelle serate di beneficenza…” aggiunse con il suo ghigno preferito.
“Mi sta minacciando, Gold?” Chiese la preside, a denti stretti.
“Oh, non mi permetterei mai… Volevo solo rinfrescarle la memoria. Buona giornata Preside De Vil.”
Con queste ultime parole, lasciò un bigliettino sulla scrivania della preside ed uscì dall’ufficio, sbattendo la porta.

 

La preside prese in mano il bigliettino e vi lesse tre nomi: Killian Jones, Peter Malcolm e August Wood.

 

Uscì dalla scuola, inspirando profondamente, portandosi una mano alle tempie doloranti, non poteva permettersi di perdere il controllo come aveva fatto poco tempo fa. Il pensiero di passare da Belle con due tazze di caffè lo scaldò e lo tranquillizzò all'istante e si avviò verso Granny's.

 

Dalla finestra della sua classe, Neal, che proprio quella mattina era stato spostato di banco vicino alla finestra, vide il padre uscire dal cancello della scuola. Cos’era venuto a fare qui?
Emma notò immediatamente lo sguardo dell’amico diretto al padre.
“Scusa, me lo sono fatta sfuggire.”
Neal spalancò gli occhi. “Cosa ti sei fatta sfuggire Emma?”
“I… I nomi dei ragazzi che ti prendono sempre in giro… Tuo padre…”
“E’ stato lui vero? Ti ha obbligata lui a dirglielo vero?”
“GOLD! NOLAN! Prestate attenzione per cortesia!” Li richiamò la maestra, Neal ed Emma abbassarono immediatamente la testa.
I tre ragazzini in fondo alla classe si sorrisero tra loro.

 

 

 

 

“Belle? Sei qui?” Gold entrò nella biblioteca con due caffè presi da Granny sulla strada di ritorno dalla scuola.
Belle comparve da uno degli scaffali con qualche libro in mano e appena lo notò, gli sorrise.
“Sei la mia salvezza. Sono solo le dieci e vorrei già chiudere tutto, credimi.”
Gold le sorrise e le porse il caffè, Belle lo prese, si avvicinò e si alzò sulle punte per salutare come si deve il suo fidanzato.
“Buongiorno” Gli sussurrò sulle labbra prima di baciarlo intensamente.
“Ah, potrei portarti del caffè tutte le mattine se prometti che verrò sempre accolto così!” Le sorrise, una volta terminato il bacio.
“Non è mia la colpa. Ho un fidanzato dannatamente affascinante. Fa sembrare settimane interminabili, una sola notte in sua assenza.”
Gold alzò un sopracciglio in maniera ironica. Aveva capito bene?
“M-mi sei mancato… Volevo dire questo…” Arrossì mordendosi il labbro inferiore.
“Mi sei mancata anche tu. Vieni qui” appoggiò il suo caffè sul bancone e allargò le braccia per invitarla.  Belle sorseggiò il suo caffè, lo appoggiò sul bancone, di fianco a quello di Robert e ricambiò l’abbraccio.
Rimasero così per qualche minuto, poi l’uomo le mise un dito sotto al mento per poterla guardare negli occhi.
“Tutto bene sweetheart?”
Belle annuì, mordendosi di nuovo le labbra. “Si… Tutto bene. Anzi, scusami. Solo che… Beh… Non sai ancora niente di quella parte della mia vita e mi è sembrato improvvisamente tutto strano che… Ho reagito male, tutto qua.”
Gold annuì, la ascoltava accarezzandole il viso. “Sono tornato a casa con un nodo allo stomaco. Non ho avuto esattamente una bella impressione.”
Belle rise ed affondò la testa sul suo petto, inspirandone il profumo di pulito, misto  a quel qualcosa di irresistibile che ormai associava solamente a lui. Si aggrappò nervosamente alla sua camicia.
“Gary… Gary non è proprio un cattivo ragazzo ma…”
Gold lo percepì di nuovo, quello stesso nervosismo del giorno prima, quel leggero tremolio nella sua voce, il modo in cui evitava di guardarlo negli occhi mentre gli parlava.
“Belle. Guardarmi.” Quando la ragazza alzò lo sguardo verso di lui, continuò: “ Puoi dirmi tutto, lo sai. Riesco a percepirlo... Riesco a sentire che sei nervosa, distante e scostante. Cos’è successo veramente tra di voi?”
Belle sospirò. Le prime lacrime cominciarono a formarsi agli angoli degli occhi.
“Siamo stati assieme per qualche anno. Gary si era sempre dimostrato gentile e premuroso, ma dopo un po’ ha iniziato a parlare di convivenza, matrimonio, figli. Semplicemente non eravamo sulla stessa pagina. Ci sta, è quello che attraversano molte coppie… Fino a che…” Si fermò per deglutire e riprendere fiato. Spostò le mani dalla schiena di Robert al petto, percependo il battito del suo cuore leggermente accelerato rispetto a prima. Non parlava, si limitava ad accarezzarle dolcemente la schiena, un gesto appena percepibile, ma che aveva la capacità di consolarla.
“Fino a che mi ha chiesto di sposarlo. Era ubriaco, aveva l’anello da mesi, ma aveva percepito che stessimo per lasciarci o che qualcosa non andava, stava reagendo molto male. Era entrato nel mio appartamento senza permesso, e quando ha letto la risposta nei miei occhi, non mi ha lasciata spiegare, ha iniziato ad alzare la voce e…ed ha alzato le mani”.
Belle affondò la testa sul suo petto ed iniziò a singhiozzare, sempre di più. Gold non poteva credere alle proprie orecchie. Non parlò nemmeno ora, la strinse  contro il suo petto e con una mano le carezzava la schiena, con l’altra i capelli.
“Ti sto… Ti sto rovinando la camicia” Singhiozzò Belle, cercando di scostarsi.
L’uomo la riavvicinò al petto e continuò ad accarezzarla. “Al diavolo la mia camicia, Belle.”
“Non… Non l’avevo mai detto a nessuno. Papà crede lo abbia lasciato per paura del matrimonio, Ruby immagina sia successo qualcosa di grave, ma non sa bene cosa. Non ho mai avuto il coraggio di parlarne con nessuno. Non... Non mi ha picchiata molto. Solo uno strattone ed un ceffone.”
Gold strinse i denti e chiuse gli occhi. Nessuna donna dovrebbe ricevere un comportamento simile. Belle lo sentì irrigidirsi ed aggiunse:" Gary non è così. Lo so. Non mi aveva mai dato il motivo di pensare che fosse violento prima di quella sera. Era poco lucido..."
Gold sospirò. “Mi dispiace Belle, mi dispiace davvero tanto. Nessuno al mondo merita di essere trattato così per avere preso una decisione, un uomo non si dovrebbe mai comportare così… Io… Mi spiace che tu abbia dovuto vivere questo.”
Belle annuì contro al suo petto, cercando di calmarsi. Robert si stava dimostrando ancora una volta la sua ancora, un uomo di cui potersi fidare, con cui potersi confidare, senza ricevere nulla in cambio se non ascolto ed una spalla su cui piangere.
Belle cercò di riprendersi, si spostò dal petto di Robert e cercò di guardarlo negli occhi con un debole sorriso, lui, di tutta risposta, le asciugò le lacrime delicatamente con i pollici, per poi porgerle il fazzoletto dal suo taschino. Dapprima Belle obiettò, ma Robert le rispose con un gesto della mano, dicendole che poteva tenerselo pure per sempre, per quanto gli riguardava.
“Grazie Robert. Ti sto trattenendo dal tuo negozio anche troppo a lungo, eri passato per un caffè veloce…”
“Non ti preoccupare, Belle. Sono qui, non mi va di lasciarti sola in queste condizioni. Appena mi vorrai cacciare però, lo capirò.” Le fece l’occhiolino e lei finalmente sorrise. Quel maledetto. Non merita di stare a due passi da Belle! Se lo ritrovo ancora a meno di un metro da lei….
“Robert? Ora non farai niente di stupido in proposito, vero?”
“Oh… No. Non farò nulla. A meno che tu non voglia…”
“No.” Rispose decisa Belle scuotendo la testa.
“Ok.”
“Come… Come mai sei passato da Granny prima di aprire il negozio?”
“Oh… Sono stato a scuola a parlare con la preside.”
Belle gli rispose con uno sguardo interrogativo.
Gold sospirò e finì di sorseggiare il suo caffè. “Neal è preso di mira da dei bulletti, per ora niente di grave, ma questi comportamenti vanno fermati al più presto.”
Belle annuì incerta. Le dispiaceva tantissimo per Neal, un bambino così dolce e sensibile non si meritava di certo di essere preso di mira da qualche brutto individuo, ma quello che la sorprese, fu quello che Robert disse pochi istanti dopo.
“… E così mi son fatto dire i nomi da Emma, perché Neal non lo avrebbe mai fatto. Potrei anche aumentare l’affitto a quei genitori ingrati e maleducati.”
Belle alzò una mano per fermare il suo discorso. “Vuoi dirmi che non te lo ha confidato Neal?”
Gold la guardò incerto. “Beh lui mi ha detto che ci sono de ragazzini che lo prendono in giro, ma i nomi me li ha detti Emma… Ho dovuto insistere, tende ad essere molto fedele a Neal…”
“Oh Robert!”
“Cosa?”
“Ci sarà un motivo se Neal non ti voleva rivelare i nomi dei bulli, forse voleva arrangiarsi, forse voleva farsi coraggio una volta per tutte, difendere Emma… Ora le cose si complicheranno e basta…”
Gold cominciò ad innervosirsi, si allentò la cravatta e cominciò a fare su e giù per la stanza.
“In che senso si complicheranno? Io… Io voglio solo che quei bambini la smettano di importunare Neal… Io stesso sono stato vittima di…” Scosse la testa, cercando di rimuovere i brutti pensieri.
“Se Neal lo verrà a scoprire… Il che è molto probabile… Si arrabbierà con te.” Constatò Belle.
Gold smise di camminare, chiuse gli occhi. “Mio figlio mi odierà? Volevo solo difenderlo, aiutarlo.”
Belle gli si avvicinò e prese il fidanzato tra le braccia. “Sei un disastro emotivo Robert Gold.”
Gold si rilassò tra le braccia di Belle. La guardò intensamente negli occhi. “Lo sai che tutto quello che faccio, è perché penso di fare la cosa giusta? Per te e per Neal…”
Belle gli sorrise teneramente, ma non fece in tempo a rispondergli che sentirono qualcuno entrare in biblioteca. Era Ruby, con una pila di libri ancora da restituire.
“Belle? Pensavo a quello che…Oh!” Disse non appena si voltò, notando Belle ancora abbracciata a Gold.
“Devo… passare in un altro momento?”
“Oh, no Miss Lucas, me ne stavo comunque andando.” Poi si voltò verso Belle e le sorrise, trovandola già pronta a baciarlo, protesa verso di lui, con le labbra che aspettavano solo le sue. Gold rise e si chinò per appoggiare le labbra alle sue in un tenero bacio. “Chiamami più tardi.” le sussurrò, prima di uscire velocemente, facendo un cenno a Ruby.
“Dovresti chiudere a chiave o mettere un calzino sulla maniglia della porta o, che ne so, avvisare che sei impegnata a fare cose con il tuo fidanzato…!?”
Belle le sorrise e scosse la testa.
“A proposito Belle, avanzo una storiella… no?”
“Gli ho detto quello che ha fatto Gaston.” Disse Belle tutto d’un fiato. “Quello che ha fatto… realmente…”
“Oh”
“E non l’avevo detto a nessuno, ma credo sia arrivato il momento visto che… si è rifatto vivo.”
“Belle ma stavi piangendo?”
Belle annuì e cominciò a raccontare la storia anche all’amica… Ruby era praticamente sotto shock e prese l’amica tra le braccia.
“Belle! Mi dispiace tantissimo, è una cosa terribile! Hai fatto benissimo a tornare qui! E soprattutto a mollare quello stupido. Ora riesco a capire tutto! Perché non hai voluto dircelo prima?”
“Non lo so Ruby, pensavo di potercela fare da sola…Molte volte ero sul punto di dirtelo, ma poi è iniziato tutto con Robert, ci ha messo così tanto per chiedermi di uscire, che pensavo di perdere la testa. Mi ha fatto subito pensare che lui… Che lui non mi avrebbe mai fatto nulla di simile e in effetti il mio rapporto con lui, non si può nemmeno mettere a confronto…”
Ruby annuì, accarezzandole distrattamente un braccio. “Anche… Nelle sfera sessuale non puoi mettere a confronto le due storie…?”
“RUBY!”
“Cosa c’è! Oh andiamo, sono così tanti anni di fantasie, merito un po’ di gossip!”
Belle arrossì immediatamente, fissando il pavimento, cercando di trovare le parole per ammutolire l'amica.
“Oh Cielo! Così bello, eh?” Stuzzicò Ruby. Belle esplose in una risata nervosa.
“Meglio di come immaginavo, aldilà dell’imbarazzo iniziale… Robert Gold dovrebbe essere un’amante illegale, te lo dico.”
“Belle French! Sfacciata!!” Fece finta di scandalizzarsi Ruby.
“Sto dicendo la verità, molti uomini potrebbero solo imparare… Mi chiedo come la moglie abbia potuto lasciarsi scappare un uomo del genere! Ora che l’ho conosciuto, non lo farò mai più uscire dal mio letto!”
Ruby scoppiò a ridere, dopo la notizia appena appresa, era felice che avesse già voltato pagina e che Gold, nonostante le apparenze, fosse un uomo dalle mille sorprese e soprattutto stava dimostrando di amarla, amarla veramente. Belle continuò a ridere, affermando all’amica di dire la verità.
“Bene. Sono felice per te Belle. Ma credo che farlo sapere a tuo papà, gli farà apprezzare Gold più in fretta…”
Belle annuì… “Ci devo pensare… Grazie Ruby e… la prossima volta, riporta i libri in tempo!”

 

 

 

 

 

 



“Papà!! Papà??” Urlò Neal entrando nel negozio del padre.
“Sono nel retro! Perché urli?” Rispose il padre. Neal buttò a terra lo zaino e si diresse verso il padre.
“Sei stato a scuola? Cos’hai detto alla preside? Cos’hai detto?” Gli urlò il figlio a due centimetri dalla faccia. Gold mise in avanti le mani, cercando di calmarlo. Era successo come diceva Belle, Neal si era arrabbiato.
“Figliolo calmati…”
“Non mi calmo! Sei andato dalla preside! Hai fatto dei nomi! Hai costretto Emma a dirteli! Ora quei bulli si accaniranno ancora di più! Perché non potevi stare zitto come ti avevo chiesto? Perché io devo fare tutto quello che dici, mentre tu non mi ascolti mai?”
Gold si sentì ferito a quelle parole. Aveva ragione. Ancora una volta un bambino di dieci anni gli stava facendo la morale. Ma lui stava solo cercando di proteggerlo. Perché nessuno era mai in grado di vedere le sue buone intenzioni?
“Neal. Non fare così, io volevo solo proteggerti…”
“Non ho bisogno do te e della tua protezione, papà!” Detto questo, uscì come un fulmine dal retro, afferrò lo zaino e si diresse fuori dalla porta. Gold si avvicinò alle finestre per vedere dove andava, notò che entrò in biblioteca e decise di lasciarlo stare. Probabilmente Belle avrebbe saputo gestirlo meglio. Chiuse gli occhi ed inspirò, non permettendo alle lacrime di scendere, si aggiustò la cravatta e tornò nel retro a finire il suo lavoro, avrebbe dato tutto lo spazio possibile al figlio.

 




 

“Neal? Cos’è successo? Brutta giornata a scuola?” Chiese una preoccupata Belle, vedendo arrivare il piccolo Gold di corsa, con il viso ancora arrossato e le lacrime che gli scendevano dagli occhi.
“Si! Ed è tutta colpa di mio papà! Quando tutto va bene, lui deve fare qualcosa per rovinare tutto!”. Il piccolo era proprio fuori di se’. Belle si chiese come avesse preso la litigata Robert, ma decise di accantonare il pensiero del fidanzato in favore di Neal che era ancora abbastanza scosso.
“Oh Neal… Lo sai che tuo padre…”
“Mio padre dovrebbe stare zitto! Dovrebbe fare quello che gli dico! Ora ha peggiorato tutto e non so davvero come fare!”
Belle non resistette oltre e strinse Neal in un abbraccio. “Lo sai, tuo padre lo ha fatto solamente perché era preoccupato con te. Solo perché gli altri non capiscono la tua relazione con Emma, non vuol dire che non la capisca nemmeno tuo padre, anzi. Ti sei mai chiesto se tuo padre ha vissuto qualcosa del genere quando era piccolo?”
Neal alzò lo sguardo verso Belle, gli occhi gonfi di lacrime. “Gli avevo chiesto di non fare niente. Gli avevo chiesto di fidarsi di me.”
Belle annuì e lo strinse più forte, accarezzandogli i capelli, soffici come quelli del padre.
“Ti va di fare i compiti qui con me oggi? Chiamo solo tuo padre per avvisarlo…”
Neal annuì ed iniziò a tirare fuori i libri dallo zaino, sedendosi sul primo tavolo disponibile, ancora visibilmente scosso.
Belle gli sorrise e prese il telefono, cercando il numero di Robert nella rubrica. Rispose al primo squillo.
“Belle?”
“Neal è qui con me…”
“Sì… L’ho visto dalla finestra. Come sta?”
“Deluso, ma niente che non si possa recuperare. Tu come stai?”
Gold sospirò. “Bene. Passerà. Ci vediamo più tardi?”
“Certo! Ti aspetto.”
Gold riagganciò. Aaah gli uomini Gold! Così passionali!
Belle sorrise, prima di offrire del the e dei biscotti a Neal, aiutandolo con i compiti e facendosi aiutare a catalogare i libri e con qualche cliente.
Verso sera, Gold entrò in biblioteca a passo incerto, rimase immobile sullo stipite per qualche secondo.
Neal si voltò a guardare il padre e lo salutò con un cenno del volto, Belle fece finta di aver bisogno di un libro in uno scaffale e scomparve in fretta.
“Ehi.”
Neal si mordicchiò il labbro nervoso e cominciò a giocare con i lembi della propria maglietta. Sembrò indeciso sul da farsi, quando improvvisamente, lacrime cominciarono a bagnargli il viso e corse verso il padre. Gold, vedendolo arrivare, si abbassò e lo prese prontamente tra le braccia, lasciandolo piangere contro il suo petto.
“Ehi Neal, va tutto bene. Scusami, scusami tanto. Non volevo. Cerca di capire, sei tutta la mia vita, come posso stare zitto e fermo sapendo che ti fanno del male?”
Neal continuò a piangere stringendosi al padre, il quale, continuava a massaggiargli la schiena, nel tentativo di tranquillizzarlo.
“Sono qui figliolo, lo sono sempre, lo sai. Mi dispiace, dovevo fidarmi di te, scusami.”
Belle comparve silenziosamente dallo scaffale giusto in tempo per vedere la scena, provando commozione nel vedere padre e figlio che si abbracciavano disperatamente.
Neal sciolse l’abbraccio per primo e si asciugò la lacrime con il dorso della mano, Gold prontamente gli passò una mano sul viso, asciugandogli le lacrime con il pollice, sorridendogli debolmente.
“Ho finito i compiti con Belle” Annunciò il piccolo.
L’uomo gli sorrise e si rialzò in piedi, facendo cenno al figlio di riordinare le proprie cose, poi si avvicinò a Belle, notano che anche lei aveva gli occhi leggermente lucidi, le accarezzò il viso e le sorrise.
“Mi spiace se Neal ti ha disturbata, era così arrabbiato…Ho pensato che tu… Che tu lo avresti saputo gestire meglio…”
“Figurati, ce la siamo cavata benissimo.” Rispose la donna con un cenno della mano, voltandosi e sorridendo verso Neal.
Gold le afferrò una mano e la portò alle labbra, sfiorandola dolcemente.
“Grazie sweetheart. Ora io e Neal andiamo, si è fatto tardi, quando vuoi, sai dove trovarci. Ti chiamo dopo cena, ok?” Si chinò verso di lei e le posò un tenero bacio sulle labbra, socchiudendo gli occhi, trattenendosi dall’approfondirlo, trattenendosi dal desiderio di portarla a casa con se’ e Neal, preparare la cena assieme, bere qualcosa accoccolati sul divano, augurare la buonanotte a Neal e coricarsi a letto, perdersi a memorizzare di nuovo tutto di lei, svegliarsi al mattino con il suo corpo contro il suo, cominciare la giornata assieme…
Le sorrise sognante e Belle sembrò provare lo stesso, dal modo in cui lo fissava e gli sorrideva.
Neal le passò vicino e le allacciò le braccia attorno alla vita. “Grazie Belle.” Fu tutto quello che le disse. Belle ricambiò l’abbraccio e gli carezzò i capelli.
“Sarò qui ogni volta che mi vorrai!”


Poco dopo i Gold erano fuori dalla biblioteca, lasciandola sola. Era incredibile come potessero già mancarle, ed erano appena usciti dalla porta.
Si immerse nuovamente nel lavoro, quando sentì la porta aprirsi e richiudersi qualche istante dopo.
“Ehi, avete dimenticato qualcosa?” Corse verso l’entrata, aspettandosi di vedere Neal o Robert. Il sorriso le cadde dal volto quando vide che all’entrata c’era Gary.
“Ciao… Se cercavi il tuo nuovo fidanzato, è uscito poco fa, con suo figlio.” Disse il ragazzo, indicando la porta.
Belle annuì distrattamente. Si sentiva strana nuovamente, con Gary qui, nel suo posto di lavoro.
“C’è qualcosa di cui hai bisogno Gary? Non sapevo fossi un lettore…”
“Oh ma non sono venuto qui per cercare un libro..” Disse inclinando la testa, sorridendole lascivo.
“Oh…Beh questo è quello che faccio qui… Sai… Una biblioteca è piena zeppa di libri…”
Gary rise e le si avvicinò di qualche passo. “Ti sembrerà strano, ma lo so. No, sono venuto qui perché solitamente, una biblioteca, ha un bibliotecario. Sono venuto qui per fare due chiacchiere e beh… Ero curioso di vedere come avessi realizzato il tuo sogno” Disse allargando le braccia, guardandosi in giro.
“Beh, sono ancora all’inizio e me la sto cavando piuttosto bene. Questo posto è stato chiuso per moltissimo tempo, ci vorrà un po’ per riabituare i cittadini, ma sono fiduciosa.” Sentendosi a disagio, fece qualche passo indietro, ma Gary non demorse, le si avvicinò ulteriormente, guardandola intensamente negli occhi.
“Sei felice?”
Questa semplice domanda scombussolò Belle. Sorrise quando al pensiero di felicità, oltre alla sua biblioteca, si immaginò Neal e Robert al suo fianco.
“Si. Sono felice!”
Gary le sorrise soddisfatto. “Mi chiedevo… Mi chiedevo se ti andava di bere qualcosa un giorno di questi… Per parlare un po’…”
“Gary…” cominciò nervosa, strofinandosi le dita:” Non credo sia opportuno… Quello che avevamo, è terminato tempo fa, ho preso una decisione e…”
Gary alzò le mani in segno di resa. “Lo so, lo so. Volevo solamente trovare un attimo di tranquillità per parlare con te… So che stai con… Quello lì… Non ne parlano bene in città, eh?”
Belle sentì una rabbia improvvisa invaderle il corpo. “Gary. Non puoi saperlo. Non lo conosci. Non si può conoscere un libro dalla copertina..”
“Allora ti prego di non farlo nemmeno con me. I miei sentimenti per te sono ancora molto forti, scusami, cercavo di essere protettivo. Sono…cambiato, sai?”
Belle si limitava ad ascoltarlo, sentendosi sempre meno minacciata dalla presenza del ragazzo. Non sembrava lo stesso ragazzo che non voleva ascoltare ragioni, come qualche mese fa. Sembrava più calmo e riflessivo, gli occhi sinceri. Forse del tempo da solo, gli aveva fatto bene. Belle iniziò a provare tenerezza per quel ragazzo che finora era stata la sua unica grande storia d’amore.
“Mi dispiace terribilmente per quello che è successo tra noi, non ero in me, non vedevo le cose in maniera lucida, hai fatto bene a scappare da me, ci tenevo solo a fartelo sapere. Sarò qui ancora per qualche giorno, se mi vorrai vedere, alloggio da Granny. Ci spero molto. Scusami ancora, avevo bisogno di fartelo sapere.”
Belle annuì e gli sorrise nervosa. “Grazie, ci penserò.”
Gary le fece un sorriso ed un cenno con il viso, si voltò ed uscì dalla biblioteca.
Belle sorrise. Forse avrebbe accettato, così magari se ne sarebbe andato contento, di nuovo per la sua strada. Magari era solamente qualcosa di cui lui aveva bisogno, come le stava dicendo.

 



 

Quella sera al telefono con Gold, decise di non menzionare la visita di Gary, lo avrebbe fatto preoccupare per nulla, soprattutto avendo visto la reazione di due giorni prima. Parlarono del più e del meno e dopo qualche risata, si augurarono la buonanotte. Tutto nella vita di Belle sembrava andasse per il verso giusto, si buttò pesantemente a letto, con un sorriso enorme stampato sul volto.

 



 

 

 

 

“Sì, signora Mills. Sembra avermi creduto, le ho dato possibilità di scegliere, conoscendola, mi darà la possibilità di parlarle.”

“Bravo ragazzo, ti avevo sottovalutato, non sei solamente un ammasso di muscoli. Allontana la ragazza da Gold più che puoi, falla tornare tra le tue braccia. Sembrano così felici, quando lei non è sicuramente la donna che fa per lui, lui merita ben altro…”

Cora chiuse la telefonata con disprezzo. Le cose sembravano cominciare a girare finalmente per il verso giusto. 

“Robert Gold, ti pentirai amaramente per come mi hai trattata, ma sono pronta a perdonarti” Spense la sigaretta sul posacenere, sorridendo compiaciuta.

 
   
 
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