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Autore: Morghana    13/12/2017    1 recensioni
A volte la vittoria non si ottiene con le armi, ma con l'astuzia... specie quando si sfruttano gli errori del nemico.
Un medaglione con strani geroglifici, una mappa vecchia di decenni, un codice misterioso contenuto in un libro... ed i Nostri si ritrovano a combattere non in divisa e nello spazio, ma in tonaca e tra le mura di un convento!
Anzi... di DUE conventi, uno di francescani ed uno di carmelitane, muro a muro e popolati di un'umanità che più varia non si può.
Tra disavventure, equivoci e botte da orbi - senza farsi mancare qualche parentesi comico-sentimentale - riusciranno i nostri eroi a recuperare il misterioso libro che li condurrà alla vittoria sull'Orrore Nero?
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
Capitoli:
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*** Sulla via di una vocazione... per niente monastica! ***
*


Trascorsero tre giorni, durante i quali l'equipaggio del Drago Spaziale trovò di che passare il tempo nello “studio” dello staff del dottor Daimonji, che pareva essersi trasformato in una sorta di società segreta dalle finalità alquanto ambigue: già il sentirli chiamare tra loro “fratello” dava parecchio da pensare... ma quando sentirono appellare Sanshiro come “sorella” poco ci mancò che nelle cucine – il luogo più defilato dell'astronave – si aprisse un vero e proprio punto scommesse.
A cosa era dovuto tale femmineo appellativo?
Inutile dire che la soluzione data per più probabile era il passaggio – prossimo o già consumato – del pilota del Gaiking sull'altra sponda.

*

Con l'arrivo di tonache e clergyman, debitamente messi a misura, terminò la fase cosiddetta preparatoria dei neo-novizi... ed iniziò la fase della vestizione per l'ingresso in convento.

Varrà la pena seguire i Nostri, variamente aggregati tra la cabina dell'uno e dell'altro, un po' per scambiarsi pareri sull'esito degli aggiusti sartoriali ed un po' per rifugiarsi nei reciproci conforti... purtroppo tutt'altro che religiosi, visto che dalle suddette cabine non si levavano voci oranti ma, bensì, voci imprecanti in ogni possibile tonalità e repertorio.

CABINA DI PETE (Pete e Sakon)

Sakon: “SARTO DELLA STRAMALORA !!! Ma tu guarda cosa mi doveva capitare!!! Ci ho messo 'na vita per tirar su la tartaruga sugli addominali... e quel maschio per sbaglio me la nasconde in una specie di sacco per la raccolta differenziata! Sembra pure che c'ho la cellulite, mi faccio schifo da solo!”
Pete: “Su su su... in fondo si tratterà di poco tempo... e poi a me 'sto vestito nero non dispiace mica! Mi snellisce... che te ne pare? E mi fa pure somigliare a padre Ralph di Uccelli di Rovo... mica male!”
Sakon: “Ma scherzi o fai sul serio? Ti snellisce, non ti dispiace, Uccelli di Rovo... ma ti fosse venuta la vocazione tutto d'un tratto?”
Pete: “A ME? Tu sei matto... a meno che non parli di vocazione al confortare il sesso femminile... hai visto mai ci fosse qualche suora appetibile?”
Sakon: “FRATELLO... a parte che nello sceneggiato la protagonista femminile non era una suora, ti ricordo che il nostro scopo non è scop... EHM non è il confortare le suore ma il trovare quel dannato libro!”
Pete: “Eddaiii... vedi di piantarla E NON TI DIMENTICARE GLI OCCHIALI, sennò rimaniamo senza micro-radio e senza telecamera!”
Sakon: “NON MI PARLARE DEGLI OCCHIALI... solo quelli ci mancavano, io che ho dodici decimi mi devo ritrovare a fare l'intellettualoide occhialuto! Ah, se mi vedesse mammà...”
Pete: “UUUH SakonOPS fratello Sakon, come sei pesante! Scrollati un po' di dosso l'intelligenza e l'ingegneria e dai aria alla testa!”
Sakon: “Sì, alla testa di...”
Pete: “SAKON ! Come sei diventato volgare...”

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CABINA DI SANSHIRO (Sanshiro, Fan Lee, Yamatake e Bunta)

Bunta: “Beh, io sono a posto... però, comoda questa tonaca, niente da dire. Voi a che punto siete?”
Fan Lee: “E non ci vedi? Siamo pronti anche io e Yamatake... ma Sanshiro dove s'è infilato?”

Una voce da oltretomba, degna del miglior film di Dario Argento, gli rispose da sotto le coperte del letto: “Io non mi muovo da qui... quella tonaca se la metta qualcun altro!”
Bunta: “Ma come, Midori ha bisogno di una guardia del corpo e tu ti tiri indietro?”
Sanshiro: “Appunto, di una guardia del corpo... non di una consorella dall'aspetto dubbio e dalla voce ancora più dubbia!”
Fan Lee: “Forza, Sanshiro, tirati fuori di lì... e poi, che importanza ha l'aspetto che avrai? Ci sono monache assolutamente inguardabili in ogni convento, figurati se fanno caso a te!”

Con grugniti inframmezzati da termini irriferibili, il povero pilota del Gaiking riemerse dal marasma delle coperte, non riuscendo ad evitare di avvoltolarcisi dentro ancor più di prima e di piombare in terra dal lato “posteriore”... cosa che scatenò un inevitabile supplemento di turpiloquio.

La cosa avrebbe sortito poco o nessun effetto suoi suoi compagni, già forniti per conto loro del miglior dizionario che uno scaricatore di porto potesse desiderare, se in quel momento non fosse entrata Midori: l'espressione allibita della graziosa giovinetta ebbe l'immediato effetto di trasformare l'espressione imbufalita di Sanshiro in un'espressione a metà tra quella di una triglia adorante e quella di un gatto in vena di strusciamenti vari (per tacere dell'immediato “alzabandiera”, come doveroso omaggio alla beltà testé presentatasi in cabina... alzabandiera fortunatamente celato dall'involto di coperte che ancora avvolgeva il giovane).

Midori: “MA... SANSHIRO! Cosa sono questi termini? Una suora non parla così!”
Sanshiro: “Eh, chi? Cosa? No, dico... veramente...”
Midori: “Sorella, per favore, alzati e vestiti, senza perdere altro tempo... ed abbassa la temperatura dei tuoi bollenti spiriti!”

“Abbassare? - pensò Sanshiro, guardando verso il basso - 'Na parola...”

Fortunatamente la leggiadra pulzella – forse perché già imbufalita di suo all'idea di infilarsi in una tonaca – non si rese conto dell'imbarazzo nel quale si trovavano tanto il povero pilota quanto il suo “inseparabile compagno” alloggiato nella biancheria intima.

Fu però la stessa suddetta pulzella a toglierlo dal suddetto imbarazzo, notificandogli testualmente: “Sanshiro, appena ti sarai fatto la barba, dovrai cercare di rendere quanto più possibile femminili i tuoi lineamenti... ti ho portato la mia trousse, ma TI PREGO... cerca di non esagerare! Devi sembrare una suora, non... ecco, non una...”
“Passeggiatrice?” suggerirono in coro Fan Lee, Bunta e Yamatake.
“RAGAZZI !!!” strillò Midori, scandalizzata... e Sanshiro non fu da meno, sbraitando: “COSAAA? Dovrei truccarmi? Ma siamo matti? Un campione sportivo come me, con tanto di fama di rubacuori ed articoli a valanga sulle mie conquiste femminili...”
“Ehm, Sanshiro... ti faccio notare che ultimamente i trans vanno molto di moda... senza contare che oggigiorno se non hai una vena – diciamo – dell'altra sponda NON SEI NESSUNO!” obiettò Fan Lee tra il freddo ed il divertito.
“COSAAA? DELL'ALTRA SPONDAAA? IO VI AMMAZZOOO!!!” fu l'urlo proveniente dal fagotto di coperte, tuttora sul pavimento.

In quel momento fece il suo ingresso il dottor Daimonji, decisamente ingrugnato per il ritardo con il quale i suoi piloti si stavano preparando... il suo sguardo, che pareva voler dire a Sanshiro “Se non ti alzi e ti vesti, ti prendo a pedate!” fece il resto ed il povero pilota definitivamente sconfitto, si risolse a sgrovigliarsi dal marasma di lenzuolo, coperta e piumone per rimettersi in posizione eretta.
Fortunatamente, all'arrivo del dottore, la medesima posizione era stata rapidamente abbandonata dall'abitante del sotto-cintura... purtroppo non abbastanza rapidamente perché Midori non intuisse quale specie di guardia del corpo le fosse stata assegnata (e soprattutto a quale specie di guardia fosse interessata), dandosi rapidamente alla fuga e lasciando la sua trousse nelle mani di Yamatake.

Sanshiro, tra il perplesso ed il furibondo, reclamò energicamente presso il dottore, rifiutandosi testualmente “di impiastrarsi la faccia come un culatt...EHM un maschio con qualche dubbio”, ma lo scienziato fu assolutamente d'accordo con la sua figlioccia: i lineamenti del giovane, per quanto regolari, erano assolutamente maschili ed andavano – per così dire – corretti e resi “delicati e femminili”.

Sconfitto l'ennesimo attacco di nausea con un GLOM da tubatura otturata e guardatosi per qualche secondo allo specchio, a Sanshiro non rimase che prendere atto della situazione: non c'era via d'uscita.
Doveva truccarsi da donna.

"To', questa è la trousse di Midori...” ridacchiò Yamatake.

Lui trattenne a stento una bordata di turpiloquio all'indirizzo dei suoi compagni, che già sghignazzavano, mentre Yamatake gli porgeva tonaca e velo, trattenendo a stento le risa.
"Ma andate a prenderlo..." mugugnò, troncando a mezzo il cortese invito per evitare di perdere altro tempo.
"A mettere il velo mi aiutate voi, eh! Già non ho idea di come si mette..." bofonchiò prima di andare in bagno e mettere mano al restyling facciale, mentre tutti gli altri sorvegliavano la porta della cabina per evitare visite inopportune di altri membri dell'equipaggio.

Ne uscì dopo dieci minuti in tonaca da suora e con la faccia truccata alla meno peggio, grazie allo specchietto "ad ingrandimento" della trousse, ingrugnato e torvo, mentre le risate si facevano sempre meno trattenute... almeno finché non passò dinanzi allo specchio a tutta lunghezza che costituiva una delle ante del suo armadio.
Yamatake gli porse il velo, preparandosi ad aiutarlo nell'indossarlo, ma si fermò al vedere l'espressione con la quale il collega si stava guardando allo specchio.

Senza riflettere, la povera neo-suora, si lasciò sfuggire un involontario auto-apprezzamento: "Però... non sarei nemmeno male..."

AAARGH... il micidiale effetto Platinette aveva colpito anche lui!

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Fatto il loro ingresso nei rispettivi conventi, dopo una rapida accoglienza da parte di priore e superiora, gli sventurati membri dell'equipaggio del Drago dovettero sottomettersi al penoso rito delle presentazioni ai confratelli e, nel caso di Midori e Sanshiro, alle consorelle... per non parlare della presentazione ufficiale di padre Richardson ad entrambe le confraternite, in veste di loro nuovo “padre spirituale”.

Dopo una rapida e sagace ricognizione visiva del soggetto in clergyman che aveva di fronte, il priore francescano – che non era nato con la tonaca indosso ed il lato “materiale” della vita lo aveva conosciuto più che bene – si rese conto che nel capitano c'era ben poco di “spirituale”... mentre viceversa c'era tutto l'occorrente perché le suore si dimenticassero di qualsiasi voto – elettorale incluso – e si adoperassero per farlo diventare “padre” molto celermente.

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“Capitano, non credo sia necessario ricordarle che tra i voti ecclesiastici c'è anche quello di castità... e vale anche per le suore, anzi SOPRATTUTTO per le suore! Quindi sia così gentile da scoraggiare qualsiasi atteggiamento eccessivamente confidenziale da parte delle sorelle carmelitane... e da applicare una vigorosa auto-censura, ove mai fosse lei ad essere preda della tentazione!!!”
“Ehm, reverendo, stia pure tranquillo... mi rifugerò nel confessionale, che è ben chiuso e con la grata che impedisce di vedere le fattezze di chi c'è dall'altra parte. Si può sentire soltanto la voce... e quella non fa testo.”
“Lo spero, capitano... anzi, PADRE, cominci ad abituarsi all'essere chiamato così. Ora venga con me, la presento alle due confraternite...”

Nell'avviarsi, il priore ripensò all'ultima frase detta da Pete e, per buona misura di prudenza, volle aggiungere una raccomandazione.
“Ehm, capit...PADRE Richardson, considerando che la sua voce è molto, per così dire, giovanile e gradevole, evitiamo anche quest'ultimo rischio... cerchi di parlare con un tono il più possibile cupo e da uomo maturo, siamo d'accordo?”
Un grugnito che aveva poco di umano e molto di suino fu la sola risposta che il priore ottenne... e si augurò che fosse affermativa, visto che l'aggettivo “gradevole” era stato un garbato eufemismo per non dire che la voce del giovane era di per sé un'istigazione al peccato di lussuria.

Ambedue raggiunsero la sala capitolare, che era uno degli ambienti comuni ai due conventi, ove da un lato erano radunati tanto i frati quanto le suore... e dall'altro lo staff dei piloti del Drago, insieme a Midori e Sakon, tutti abbigliati come il loro ruolo “sotto copertura” richiedeva e con delle facce tra il depresso e l'incazzato che erano tutto un programma.

Furono accolti da un silenzio di tomba e da sguardi classificabili in tre categorie ben distinte: rassegnati quelli dei membri dell'equipaggio, invidiosi quelli dei frati e quantomeno equivoci quelli delle suore.

L'urlo della madre superiora richiamò le sorelle all'ordine.
"Sorelle! Quello sguardo lubrìco non mi pare il modo migliore di accogliere il nostro nuovo padre spirituale... appena terminate le presentazioni riprenderete le vostre devozioni, in attesa di confessarvi!"

Inutile dire quale fu la meraviglia della donna nel vedere l'unanime ed entusiastico annuire delle sue consorelle... meraviglia che si trasformò in scandalizzato terrore quando, dopo un attimo di riflessione, fece mente locale al fatto che il confessore sarebbe stato proprio l'aitante ecclesiastico che aveva appena fatto il suo ingresso.

Bastarono pochi secondi perché la pia donna formulasse la stessa previsione fatta, pochi giorni prima, dall'equipaggio del Drago Spaziale: il periodo che si preannunciava era assolutamente TERRIFICANTE !!!

  
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