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Autore: Morghana    11/11/2017    1 recensioni
A volte la vittoria non si ottiene con le armi, ma con l'astuzia... specie quando si sfruttano gli errori del nemico.
Un medaglione con strani geroglifici, una mappa vecchia di decenni, un codice misterioso contenuto in un libro... ed i Nostri si ritrovano a combattere non in divisa e nello spazio, ma in tonaca e tra le mura di un convento!
Anzi... di DUE conventi, uno di francescani ed uno di carmelitane, muro a muro e popolati di un'umanità che più varia non si può.
Tra disavventure, equivoci e botte da orbi - senza farsi mancare qualche parentesi comico-sentimentale - riusciranno i nostri eroi a recuperare il misterioso libro che li condurrà alla vittoria sull'Orrore Nero?
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
Capitoli:
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*

***L'abito fa il monaco... eccome!***

*

Non ci mancava altro che questo: dopo essere riusciti a fuggire da quella stramaledetta piramide, dove soltanto grazie al suo quoziente intellettivo - e ad un paio di consistenti botte di culo - l'ingegnere Sakon Gen aveva evitato le conseguenze del lavaggio del cervello ed il Drago non era rimasto nelle grinfie zelane, era saltato fuori che sulla Terra esisteva un misterioso codice in forma di libro... nascosto chissà dove e chissà da chi, ma un codice in grado di svelare tutti i punti deboli delle armate dell'Orrore Nero.

Era stato grazie al medaglione che era appartenuto al padre di Sakon, sul quale erano incisi alcuni degli stessi geroglifici presenti sulle pareti della piramide, che l'esistenza del misterioso libro era saltata fuori... il problema stava tutto nel capire dove quel dannatissimo libro si trovasse.

Dopo due ore di controlli allo scanner tridimensionale ed altrettante ore di esplorazione di ogni possibile orizzonte del turpiloquio, tanto l'ingegnere quanto il resto della compagnia si erano dovuti arrendere... almeno finché il suddetto ingegnere, frustrato come un riccio che avesse fatto per errore delle avances ad una spazzola per capelli, non scaraventò il medaglione contro il muro e ne provocò l'apertura!

Ebbene sì, quel medaglione nascondeva un piccolo sportello invisibile, che conteneva un foglietto ingiallito con il disegno di una mappa in miniatura e la scritta "Saint Martin et Sancta Bernarda".

Prima ed indispensabile tappa: scannerizzare e trasferire sul computer l'immagine disegnata su quel foglio... appena in tempo, visto che dopo pochi minuti il vetusto reperto si polverizzò sotto i loro occhi (suscitando altre "amorevoli definizioni" da parte di Sakon).

Pensa che ti ripenso, cerca che ti ricerco - per la serie "Sakon sarà pure intelligente, ma Google Maps non lo batte nessuno" - tra lui ed il dottor Daimonji riuscirono a venire a capo dell'ubicazione della località tracciata sulla mappa e, soprattutto, di chi o cosa fosse quel "Saint Martin et Sancta Bernarda".

Tra la curiosità generale... trattavasi di convento francescano, strutturato in due palazzine contigue ed edificato in quel di Shizuoka.

Commento di Pete: "Sbaglio o con Street View si può vedere anche l'immagine reale?"
Osservazione di Yamatake: "Ma come mai due strutture ed un doppio nome? Forse sono due conventi in uno?"
Chiosa di Sanshiro: "Se uno dei due è un convento di suore... una perlustratina la farei volentieri!"

Quest'ultima perla di saggezza (se di "saggezza" si poteva parlare) diede da riflettere non poco a tutti i presenti.
Purtroppo quel "non poco" durò ben poco, visto che la fisiologia maschile prevedeva notoriamente il funzionamento di un solo cervello alla volta... e la menzione delle suore, in quanto solitamente appartenenti al sesso femminile, mise di lì a pochi microsecondi in funzione "l'altro cervello" di cui il sesso maschile è provvisto.

(NdA SE ne è provvisto...)

Dalla curiosità generale si passò alla costernazione generale quando il dottor Daimonji, dopo alcune telefonate ed una veloce riflessione, rese note le sue decisioni.

"Ragazzi, c'è poco da fare: occorre infiltrarsi in ambedue i conventi ed, in un modo o nell'altro, riuscire a trovare quel dannato libro. Contatterò il cardinale arcivescovo della zona affinché si provveda a farvi accedere sotto le spoglie di novizi. Quanto al convento vicino, Sanshiro aveva ragione, il convento di fianco a quello di Saint Martin ospita delle suore carmelitane... per cui Midori dovrà vestire i panni della suora. Naturalmente, per la sua sicurezza, dovrà essere accompagnata da uno di voi... Sanshiro, provvederai tu. Ovviamente dovrai adattarti ad indossare anche tu gli abiti ecclesiastici... porta pazienza."

Imbambolato prima ed inorridito poi, solo dopo parecchi secondi il pilota del Gaiking riuscì ad articolare parola ed a chiedere lumi al dottore.

"Abiti ecclesiastici? Ma dottore... da quando in qua i monasteri sono ad ambiente misto maschile e femminile?"
"Nessun ambiente misto, Sanshiro... per abiti ecclesiastici intendo abiti da suora. Anzi, comincia già da ora a sceglierti un nome adeguato..."

Da qui al farsi paonazzo il giovane ci mise esattamente un millisecondo, esattamente quanto ci misero gli altri a farsi bluastri alla sola idea di ritrovarsi addosso un saio da francescano... anche se in ogni caso, dopo 1,5 secondi spaccati, il colore comune a tutti divenne il giallastro-verdognolo che preannunciava una consistente crisi di nausea.

Logica conseguenza: per mezz'ora la toilette degli uomini fece da cassa di risonanza alle più svariate emissioni sonore, da quelle delle liti per contendersi il water a quelle dei fragorosi sfoghi della suddetta nausea.

Commento schifato del dottor Daimonji: "Pure un team di piloti che sembra un battaglione di donne incinte mi doveva capitare..."

*

Il mattino successivo, dopo una nottata trascorsa insonne ad imprecare ed a rivoltarsi nei rispettivi letti, tutti i componenti dello staff di comando e dei piloti si recarono in plancia... le loro facce, pallide e sudate, insieme al loro strascicare i piedi, la dicevano lunga su quanto fosse loro gradito l'obbedire all'ultimo ordine del dottore: misurarsi le varie tonache portate loro dal sarto ecclesiastico, inviato sul Drago - dietro richiesta del dottor Daimonji - dal cardinale arcivescovo, Sua Eminenza Hiroshi Kijima.

La scelta della sala comando per tale faccenda, anziché di un più consono spogliatoio, fu determinata dalla saggia precauzione del dottore di tenere il suo staff già pronto in loco, nell'eventualità di un attacco zelano... a scanso di offrire a tutto il resto del personale il desolante spettacolo della “corsa in tonaca” dei piloti e del suo assistente, per raggiungere i rispettivi posti di combattimento.

Onde evitare fughe precipitose degli sventurati, designati loro malgrado per il ruolo di improvvisati novizi conventuali, il dottore aveva vietato l'accesso in sala comando a tutto il resto dell'equipaggio e si era preparato, previdente come sempre, a contenere eventuali ribellioni... e ne aveva ben d'onde, il pover'uomo, a giudicare dall'espressione facciale dei suoi “ragazzi”, oscillante tra il depresso in crisi esistenziale e l'aspirante emulo di Jack lo Squartatore.

La povera Midori non faceva eccezione, salvo l'aver portato con sé un corpo contundente (chiave inglese sgraffignata da una delle cassette degli attrezzi di Sakon), a scanso di improvvise “crisi ormonali” dei ragazzi al vedere le sue grazie svestite della divisa di servizio.

Per fortuna non vi fu necessità, per lei, di servirsene... sia perché non avrebbe dovuto togliersi la divisa e sia perché, di lì a poco, gli aitanti giovanotti avrebbero avuto ben altro a cui far attenzione!

Ebbene sì... il rispettabilissimo sarto, pur godendo della fiducia incondizionata del cardinal Kijima, il suo difettuccio lo aveva e come: in soldoni, tra le grazie della giovane e bella figliola e le “grazie” dei suddetti aitanti giovanotti, preferiva categoricamente le seconde alle prime !!!

Esaurito il dovere “social” delle presentazioni, cominciò la penosa misurazione del religioso abbigliamento... e lì lo scienziato si rese conto di quanto arduo sarebbe stato l'uniformare il comportamento dei ragazzi all'abito che avrebbero indossato.

Se ne rese conto sì... fin troppo!

Il prescelto per l'inaugurazione della sfilza di tonache, appese a grucce agganciate alla bell'e meglio sulle leve di comando del Drago (per la gioia del capitano Richardson), fu lo sventurato ingegner Gen... che, ahimè, aveva irrimediabilmente calamitato gli “amorosi sensi” dell'ineffabile sarto, conquistato dal fisico tra lo snello ed il muscoloso ma, soprattutto, dal rimarchevole lato B.

“Ma... ingegnere, stia un po' fermo! Devo pur vedere se l'abito le cade bene, no? Guardi qui... non mi sbagliavo, le sta largo di fianchi!” commentò il sarto, al quale non parve vero di potersi giustificatamente avvicinare a quel ben di Dio.

Diede di piglio a metro e spilli, mentre il povero Sakon – ormai sull'orlo del torcicollo – lo seguiva dappertutto con la coda dell'occhio... tenendo energicamente strette quelle che il “profano volgo” avrebbe senza esitazione definito “chiappe”.

Fortunatamente non ci volle molto per le imbastiture del caso e Sakon, ormai con i crampi nel fondoschiena, poté finalmente mettersi a distanza di sicurezza dal sarto... lasciando il posto, nell'ordine, a Fan Lee, Yamatake e Bunta, i quali – per loro fortuna – non incontravano i gusti dell'inviato di Sua Eminenza.

Fu quindi il turno del capitano.

“Oooh, lei è il celebre pilota del Drago... è un onore, un vero onooore...” cinguettò lo stilista ecclesiastico, prendendo in considerazione il giovane ufficiale quale alternativa all'ingegnere, visto che quest'ultimo si era rivelato “riluttante” alle sue attenzioni.

Purtroppo per lui, Pete era un esperto e scafatissimo militare ed aveva tratto parecchi insegnamenti dal suo servizio nell'USAF... e tra questi c'era l'individuare a colpo sicuro gli elementi di tendenze “dubbie”.

Non gli fu pertanto difficile far capire al soggetto in questione che era meglio per lui tenere le mani ed il resto – soprattutto il resto – al loro posto... anche se questo gli costò molto caro: il sarto, stizzito da cotanta “insensibilità” alle sue attenzioni, dichiarò che non c'erano tonache adatte alla svettante statura del capitano e che, pertanto, avrebbe potuto fornire soltanto un clergyman.

Risultato: per non perdere tempo prezioso nella ricerca del libro con il codice segreto, il dottor Daimonji chiamò il cardinale Kijima e, dopo un breve conciliabolo, cambiò drasticamente il ruolo del capitano Richardson... non più frate francescano, ma direttamente SACERDOTE !!!

Fu il primo caso, a memoria del sarto, di sacerdote dedito al culto dei sacramenti... nel senso di sacramentare tutto il sacramentabile all'indirizzo dell'umanità intera e, segnatamente, del dottore che – saggiamente – tacque per evitare che Pete, oltre ai “sacramenti”, gli impartisse anche una solenne “benedizione”.

Dal canto suo Sanshiro - ormai rassegnato al portare il rispettabile abito delle suore carmelitane - aveva rinunciato a resistere alle insistenze di Midori: la ragazza si era prudentemente sostituita al sarto nel prendergli le misure precise, in modo da fornirgli un abito monastico che non sembrasse una via di mezzo tra un abito da sera longuette ed una tonaca ristretta a causa di un lavaggio mal fatto... ma soprattutto per evitare che il pilota del Gaiking, esperto non solo di baseball ma anche di arti marziali varie, rispedisse il decisamente “frufrù” lì da dove era venuto, dopo avergli tranciato via un po' di roba a caso.

Intanto gli altri, ormai al di là di ogni limite di pazienza umana, si stavano scervellando per capire come si annodasse il cordone dell'abito francescano... mentre Sakon e Pete si stavano consultando su quale fosse il modo migliore per scorticare velocemente il dottor Daimonji ed il sarto, così da usare le loro pelli come scendiletto.

Il tutto si concluse quando la misurazione delle tonache ebbe termine: mentre lo specialista in ago e filo se la batteva in religioso (è il caso di dire) silenzio, lo scienziato si voltò e fissò eloquentemente tutti i presenti.

Disse solo poche parole... che risuonarono come un rintocco funebre.

“Non appena gli abiti saranno pronti, vi trasferirete ciascuno nel convento di destinazione... cominciate ad abituarvi al chiamarvi l'un l'altro fratello – o sorella, nel caso di Midori e Sanshiro – e non dimenticate che soltanto il priore e la superiora sanno della vostra vera identità, quindi cercate di non farvi scoprire! Un'ultima cosa: anche per i novizi sono previste l'obbedienza e la castità, quindi tenete a freno i vostri caratteracci e soprattutto i vostri EHM vabbè, ci siamo capiti!”

Sì, si erano capiti eccome... l'antifona era stata chiarissima per tutti: quello che si preannunciava era un periodo difficile, assurdo, paradossale e soprattutto assolutamente... TERRIFICANTE !

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