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Autore: Ksyl    15/12/2017    4 recensioni
Lily Castle ha tre anni ed è Natale, the most wonderful time of the year
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Se la trovò davanti all'improvviso, nonostante la stesse aspettando da qualche minuto, cercandola ansioso nei passanti che lo superavano distratti.
Si era fermato poco distante dall'ingresso della scuola di Lily, dove Kate gli aveva dato appuntamento con uno scarno messaggio sul cellulare, quando era stata certa dell'orario in cui sarebbe riuscita a liberarsi. Anche lui aveva avuto da fare, era stata una mattina impegnativa, soprattutto perché lontana dal distretto: l'incontro con il suo editore programmato da tempo, un pranzo di lavoro che si era protratto più del previsto e qualche noiosa commissione da sbrigare. Si erano sentiti poco, rispetto a quelle che erano le loro normali abitudini, quando erano costretti a rimanere separati loro malgrado. Kate doveva aver avuto una giornata piena di incombenze e anche lui non se l'era passata al meglio, ma ormai era acqua passata.
Dinanzi a lui si stagliavano ore preziose che aveva ogni intenzione di godersi fino in fondo, insieme a moglie, figlia e un promettente strato di neve in rapida espansione. Non riusciva a pensare a nessuno scenario più soddisfacente, a parte forse la serata casalinga che sarebbe seguita all'intenso pomeriggio familiare, una volta messa a letto Lily, dopo l'elaborato rituale della buonanotte.

Era naturale che avrebbe iniziato a nevicare. Lui lo sapeva. La città si era arresa alla sua volontà e alle sue arti magiche, scomparendo via via sotto un manto bianco che ne prendeva lentamente possesso, cancellandone i soliti lineamenti. Faceva molto freddo, lo si notava dalle schiene ingobbite e il collo incassato nelle spalle dei passanti che avevano fretta di rintanarsi in luoghi più confortevoli. Lui stava alla grande. L'eccitazione gli faceva scorrere il sangue veloce, generando un calore che gli permetteva di sconfiggere ogni avversità climatica.

Si era erroneamente aspettato di vederla indossare i vestiti dentro i quali l'aveva ammirata solo qualche ora prima, e fu per quel preciso motivo che la sorpresa lo colse ammutolendolo. Primo perché aveva avuto una chiara immagine di come sarebbe stata sua figlia da adulta, e poi perché gli sembrò una visione quasi celestiale, in quella nuova versione invernale, vaporosa e splendente. Balbettò nel salutarla, generando automaticamente sul viso di lei un sorriso sarcastico.
"Ti hanno mangiato la lingua, Castle?", si informò con vivo interesse fintamente modulato.
"Quando... ? Ti sei cambiata?", osservò ottusamente, sentendosi un perfetto idiota.
"Ottimo spirito di osservazione. Non hai mai pensato alla carriera di detective? O consulente della polizia?", lo rimbeccò impietosamente, senza nascondere il divertimento.
"No, ma adesso che mi ci fai pensare, potrei portare il mio curriculum in qualche distretto. Conosci qualche capitano interessato al sottoscritto? ", le sorrise di rimando, riprendendosi in tempo per partecipare allo scambio serrato con il suo solito estro.

Decise di non sprecare altro tempo in sole chiacchiere, anche se si godeva immensamente le loro scaramucce. Con una mossa determinata la prese tra le braccia, infischiandone degli sconosciuti costretti a oltrepassarli e che li beneficiarono unicamente di qualche occhiata distratta. La strinse sopra gli strati dei morbidi indumenti da neve imbottiti, e affondò il viso tra i capelli punteggiati da qualche fiocco di neve che si rifiutava di sciogliersi. Le guance calde nonostante la temperatura e il profumo tanto familiare lo resero un po' troppo audace, spingendolo avventatamente a fare forza sui fianchi di lei e accennare a un piccolo volteggio.

"Castle!". Non poteva essere più sconcertata. "Mi farai girare la testa! Se impazzito? Non siamo sul set di un musical!".
"Vorrei sperarlo. Di farti girare la testa, non di essere su un set di un musical. Anche se saremmo magnifici anche in quello. Vuoi che proviamo a canticchiare qualcosa?".
Lo costrinse a staccarsi da lei con un grugnito esasperato, allontanandosi guardinga.
"Dimentico sempre che il periodo natalizio ha uno strano effetto di te", lo rimproverò tenendosi a debita distanza.
"Tu mi fa sempre uno strano effetto", puntualizzò lui con puntiglio, per il solo gusto di irritarla. Ma gli era preso qualcosa che non sapeva definire e non gli importava di indagare. Forse era uno spiritello natalizio impossessatosi di lui che lo faceva comportare in modo temerario.

Kate si limitò a scrollare la testa, intrufolando una mano guantata sotto al suo braccio per costringerlo a proseguire, archiviando apparentemente la discussione, quando invece– con suo sommo stupore – avvicinò le labbra al suo orecchio e mormorò qualcosa di irripetibile che lui doveva certamente aver frainteso. Non era da lei, non in mezzo a una strada trafficata, non in procinto di incontrare la loro bambina innocente. Era un integerrimo capitano di polizia, si ricordò. Doveva aver decisamente capito male. Anzi, era lui da biasimare, perché aveva proiettato con ogni evidenza le proprie segrete fantasie su di lei. Strano, di solito le seppelliva con impegno nei suoi romanzi, non erano soggette a rimozione e quindi costrette a farsi vive nei momenti meno opportuni.

Le sue incrollabili certezze, già messe a dura prova, si incrinarono ulteriormente quando Kate – moglie, madre, pubblico ufficiale, protettrice dei cittadini indifesi eccetera - con una mossa che era ben lontano da aver previsto, lo prese per il bavero del cappotto e lo baciò con forza per tutto il tempo che ritenne necessario, che non fu breve, del tutto incurante di essere in un luogo pubblico piuttosto affollato.
"Anche tu mi fai sempre effetto, Castle", dichiarò senza mezzi termini, sfidandolo a controbattere. Non ne aveva nessuna intenzione. Doveva ancora riprendersi. Forse allora prima non aveva capito male. Difficile dirlo, quando non si era in possesso delle proprie facoltà mentali.
"Quello l'ho sempre fatto, Beckett", fu pronto a risponderle grazie ad anni di duro allenamento, anche se quello che avrebbe voluto domandarle si sarebbe limitato a un fievole: "Sei sicura di stare bene?".
"Non ricominciamo con questa discussione. È stato ampiamente già dibattuto e corrisponde ad assoluta verità il fatto che all'inizio non ti sopportavo. E ne avevo motivo". Non poteva essere più determinata ad avere l'ultima parola.
"Sul fatto che corrisponda ad assoluta verità ho ancora qualche dubbio", le fece il verso con grande spasso. Non aveva mai capito perché tenesse tanto a convincerlo di essere stata impermeabile al suo fascino. "Ma era evidente che hai sempre avuto fantasie inconfessabili nei mie confronti", la punzecchiò. Beh, qualcuna gliel'aveva confessata, a onor del vero.
Come poteva resistere a provocarla? Era in splendida forma e talmente bendisposta a scherzare con lui che avrebbe quasi desiderato chiederle di nuovo di sposarlo. Ah, no, quello lo faceva già quasi quotidianamente. E quel giorno era la seconda volta. Doveva darsi un contegno.

"Se qualcuno ha fantasticato, Castle quello eri tu, come sanno tutti i tuoi lettori. Adesso smettila di farneticare o arriveremo da Lily in ritardo". Nonostante il tono autoritario che si sforzò di assumere per tagliar corto – lo faceva sempre quando si arrivava al nodo irrisolto dell'istante preciso in cui aveva perso la testa per lui – era sicuro di averla vista mordicchiarsi il labbro e distogliere lo sguardo. Sì, era davvero un ottimo detective. La polizia doveva essere fiera delle sue doti di grande osservatore. E di qualcosa d'altro. Ma quello era rimandato a più tardi, come le fece sapere sussurrando, prima metterle un braccio intorno alle spalle e affrettarsi verso l'ingresso della scuola.

   
 
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