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Autore: LaVampy    15/12/2017    2 recensioni
cosa minaccerà la tranquilla vita quotidiana dei Viktuuri??
Genere: Angst, Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti, Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Viktor osservava il giardino dalla finestra della cucina, sorseggiando lentamente un bicchiere di Vodka. Amava quel liquore in grado di riscaldargli l'anima, e quello del nonno di Yuri era sempre il migliore. Era assorto nei suoi pensieri che quasi non sentì arrivare il biondo alle sue spalle. Silenziosamente si versò un po di liquido nel bicchierino e lo buttò giù in fretta. All'inizio era solo uno, poi due e alla fine, Viktor si vide costretto ad intervenire, togliendogli il bicchiere. 

-Credo che tu abbia bevuto abbastanza-disse il più grande, guardandolo neglio occhi. 

-E io credo che tu debba farti i cazzi tuoi- ringhiò Yuri, prendendo un altro bicchiere dalla credenza. 

-Hai intenzione di continuare così per molto? Non hai da pensare alle gare?-. 

-Non voglio pensare a nulla, perché tu e la tua dolce metà non lo capite. La mia vita non è argomento di discussione-. 

-Come non lo era la mia, quando mi ubriacavo ogni notte, cercando di dimenticare tutto. Anche come mi chiamavo. O quando mi facevo Chris. Eppure tu hai sempre cercato di tirarmi fuori dal tunnel- rispose semplicemente Viktor. 

-E' diverso- mormorò Yuri, sedendosi e appoggiando il bicchiere sul tavolo. Restarono così in silenzio: Yuri che fissava il bicchiere e Viktor in attesa che l'altro parlasse. Conosceva abbastanza Yuri, per sapere che aveva i suoi tempi per metabolizzare le cose. 

-Come sono finito così?-chiese l'altro, quasi più a se stesso che all'amico li vicino. 

-Così come?- chiese Viktor, stupito. 

-Un cazzo di fallimento, di nuovo solo. Come quando tu sei andato in Giappone, Vik. Sono di nuovo da solo, a lottare contro i mulini a vento, con la sola differenza che se solo guardo i pattini mi avvolge l'ansia. Io sapevo fare solo quello, Viktor. Ed ora?-. 

-Ora potresti venire con noi in Spagna, come ha suggerito Yuuri. Prenderti un po' di tempo per te stesso, e capire cosa vuoi fare. Ma prima di poterlo fare, devi chiudere con il passato, o il tutto si limiterà ad una semplice fuga. E fidati di me, starai ancora peggio-. 

-Da quando sei così saggio?- domando il biondo, con gli occhi lucidi. 

-Ehi, io sono sempre saggio. E poi ora sono un papà-. 

-Ah proposito di questa storia, tu non sapevi nulla di Danika?-chiese Yuri. 

-No, e sinceramente non so nemmeno come gli sia venuta l'idea di darmi un bambino. A me, che l'unica cosa che ho cresciuto era Makkachin- rise amaro. 

-E qui che ti sbagli Viktor. Anche io e Yuuri siamo cre4sciuti grazie a te, credo anche lo stesso Yakov, anche se non lo ammetterebbe mai. Sono certo che Danika ha fatto la scelta migliore, se non per quello, per il fatto che Yuuri è in grado, finalmente, di urlarti contro. Con la coda tra le gambe e le orecchie basse, ma è in grado di alzare la voce- rise Yuri, alzandosi e barcollando appena. 

-E io sono certo che tu ora, sia leggermente brillo- lo sorresse Viktor, accompagnandolo verso il divano. Attese che l'amico di sdraiasse e lo coprì con una coperta, lasciandolo dormire.  

Stava per tornare in cucina, quando sentì Sasha piangere. Si diresse verso la camera trovandovi già Yuuri, con i capelli scompigliati e il viso assonnato. -Ha avuto un incubo-disse il moro, cullandola. 

-Faccio io, tesoro. Tu riposati-disse Viktor, prendendo tra le braccia la figlia e cullandola dolcemente. 

-Grazie-mormorò Yuuri, baciando la mano della bambina. 

-Ho parlato con Yuri- disse piano Viktor. 

-E... ?- chiese assonnato Yuuri. 

-Dobbiamo risolvere questa storia-. 

-Slo so, ma non ora. Ora ho... sonno-mormorò sbadigliando. 

Viktor si sentì l'uomo più fortunato del mondo. Tra le braccia aveva la sua bambina e nel letto dormiva il suo compagno e pensare che fino a poco tempo fa l'idea di avere un bambino lo terrorizzava. Ora non poteva far a meno di annusare il dolce profumo di talco della neonata. -Come cambiano le cose-mormorò mettendo la bambina nel piccolo lettino, raggiungendo poi il compagno nel letto. Anche Yuuri profumava di talco, ed era dolcissimo, cercando di non svegliarlo gli passò un braccio sotto la testa e lo strinse a sé. 

 

Un bussare incessante alla porta fece sobbalzare il biondo. Si guardò un attimo spaesato, mettendosi seduto pregando il suo stomaco di non rivoltarsi. -Ma che diavolo...-mormorò scostando appena la tenda. 

-Vattene-urlò da dietro la porta chiusa. 

-Yuri, ti prego-. 

-No vattene, possibilmente a fanculo e restaci-urlò tirando un calcio alla porta. 

-Non me ne vado finhè non parliamo civilmente a costo di rimanere qui fuori al gelo. Tutta la notte se serve-urlò l'altro, disperato. 

-Cazzi tuoi, per me non entri- rispose Yuri, scostando appena la tenda per vedere se il suo ex compagno era realmente seduto lì fuori. E con sua grande sorpresa, c'era. Otabek sedeva con le gambe incrociate sulla panchina fuori casa. -Maledettissimo idiota- mormorò Yuri, appoggiando la testa contro il muro. 

-Sai che si ammalerà perché resterà lì fuori, fino a che non gli parli? -disse Viktor, scendendo le scale. 

-Non gli ho forse detto di andare a casa? - ringhiò il biondo, scostandosi dal muro. 

-Perché continui ad essere così testardo? Cosa ti costa ascoltarlo? -chiese Viktor, senza capire il comportamento dell'amico. 

-Perché è l'unico modo per odiarlo- rispose piano Yuri. 

-Tu non lo odi, Yura. Stai solo cercando di convincerti, e stai facendo del male ad entrambi- disse pacato Viktor. 

-Mi ha tradito- urlò Yuri, avvicinandosi minaccioso. 

-No. Si è solo ritrovato a tradimento nello stesso ristorante della sua ex. Che lo ha baciato, visto che è stata profumatamente pagata per farlo, da Sergjo- spiego il russo. 

-Segjo non avrebbe mai fatto nulla di tutto questo e lo sai-. 

-Come se fosse la prima volta che cerca di dividervi- disse Viktor. -Sai io non mi intendo di amore, coppie anzi. Ma questi... -disse prendendo una cartellina con dei fogli e delle foto, -...Questi non mentono-. 

-Cosa sono?- chiese l'altro fissando la cartellina. 

-Sono i rapporti di due investigatori privati. E credo che quello che troverai lì ti possa aiutare. Anche se in realtà non volevo darti nulla. Perché credevo fossi intelligente abbastanza da capire da solo che Altin non ti tradirebbe mai-. 

Yuri osservò la cartellina, indeciso se aprila e leggerla oppure gettarla nel camino acceso, quando nella stanza piombò Yuuri in agitazione, con le lacrime agli occhi. 

-Yuuri che succede? -chiese Viktor, allarmato. 

-Mari... Mamma... ospedale-disse solo Yuuri, con ancora il telefono in mano. 

-Forse è il caso che ti calmi e mi spieghi-  capendo in parte la gravità della situazione, mentre dal piano di sopra, giunse il pianto di Sasha. 

-Parla con lui, a tua figlia penso io-disse Yuri, passandogli di fianco. 

-Ha chiamato Mari, mamma è in ospedale perché ha avuto un malore, credono sia un infarto. Devo... devo...  tornare a casa- spiegò tirando su con il naso. Viktor sapeva quanto Yuuri fosse legato a sua mamma, ogni giorno passavano per telefono almeno mezz'ora.  

-Oh amore, mi dispiace. Mi dispiace tanto, ma sono certo che sta bene-disse Viktor abbracciandolo. -Cerchiamo un volo e partiamo subito-. 

-Non puoi venire- mormorò Yuuri contro il suo collo. 

-Perché? -chiese l'altro scostandosi. 

-Perché Sasha non ha ancora i documenti e comunque non è il caso che viaggi tante ore in un aereo- spiegò il compagno. 

-Non posso lasciarti andare da solo- disse Viktor, assimilando la notizia. 

-So che Phichit è a Londra, posso chiamare lui, e verrà con me-rispose debolmente tra le lacrime il moro. 

-Cazzo- disse solo Viktor. 

-Non imprecare. Non vorrai che Sasha impari le parolacce- rise Yuuri, scostandosi e guardando il compagno. 

-Non lo faccio, ma tu smettila di piangere- disse accarezzandogli la fronte con un bacio. 

-Tu te la caverai con Sasha?-chiese il moro, alzandosi. 

-Certo ci siamo io e Yura. Cosa potrebbe andare storto? -chiese Viktor. 

-Oltre al fatto che ne io ne te sappiamo bulla di bambini? -chiese una voce alle sue spalle. 

-Hai ragione, ci serve la mano, qualcuno che come Yuuri si intenda di bambini. Qualcuno che è cresciuto i8n una famiglia numerosa-disse Viktor, lentamente avvicinandosi alla porta. 

-Non osare... -urlò Yuri, ma ormai il russo aveva già spalancato la porta. 

-Otabek, abbiamo bisogno di te-disse semplicemente, facendogli segno di entrare. Yuuri stupito osservava la scena, se uno sguardo fosse stato in grado di uccidere, era certo che in quel momento sarebbe diventato vedovo. Yuri con lo sguardo ferito, osservava la scena, mentre Otabek chiudeva la porta dietro di sé, appoggiando la sacca per terra, vicino al tavolo d'ingresso. 

-Lo faccio per la bambina, ma sia chiaro- urlò Yuri. -Deve stare a sei metri da me-. Poi voltandosi andò al piano di sopra, senza mai voltarsi indietro. 

-Bene, e questa è risolta- disse Viktor, dopo alcuni attimi imbarazzanti di silenzio. -Ora devi prenotare un volo e chiamare Phichit-disse rivolto al marito. -E poi, io e te-disse guardando Otabek,- parleremo un po'-. 

   
 
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