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Autore: Vicarious10    16/12/2017    2 recensioni
Nell'anno 3234, il pianeta Mobius fu distrutto dall'impatto di un meteorite. I mobiani che riuscirono a salvarsi cominciarono una nuova vita sulla Terra, trovandosi però in un modo pieno di lotte per il potere. Sonic the Hedgehog, a causa dei poteri acquisiti dagli Smeraldi del Chaos, decide di rimanere per sempre nella sua forma "super" e viene visto sia dai mobiani che dagli umani come una divinità.
Dopo 100 anni, il mondo è sull'orlo di una catastrofe a causa del pesante razzismo verso i mobiani e della criminalità organizzata. Il governo continua a nascondere al popolo la verità con ogni mezzo necessario e senza alcuno scrupolo.
Un solo essere può fermare tutto questo, un mobiano creduto morto da più di un secolo.
Il suo nome è Shadow the Hedgehog.
[Questa fic è una versione aggiornata e riscritta di "Black Hedgehog"]
Genere: Avventura, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Stava per finire. Finalmente Shadow lo aveva capito.
Tutto quel dolore, tutte quelle morti, tutti i cadaveri e quel sangue versato inutilmente non avrebbero avuto alcun seguito. Stava per finire lì, in quel maledetto giorno. La mente del riccio nero era in fiamme, mentre il suo corpo rigido percorreva i corridoi della scuola elementare. Alla fine era successo: quel mostro aveva messo in pericolo la vita dei bambini. Shadow immaginò quel bastardo mentre irrompeva nella scuola, uccidendo in massa tutti quelli che si trovava di fronte. Lasciò in vita solo gli studenti, per avere un’esca bella grossa da sventolare sotto il naso del riccio nero. Ogni volta che riusciva ad evadere, combinava stragi sempre più orribili. Non era come gli altri criminali, soprattutto Eggman, questo Shadow lo aveva capito da tempo. Non c’era nessuno su Mobius capace di usare il sangue delle sue vittime per disegnare delle frecce sui muri, proprio come aveva fatto “lui” quel giorno, in quella maledettissima scuola elementare. Quando vide la porta indicata da tre grosse frecce rosse, Shadow non esitò ulteriormente, sfondando la porta con un solo calcio.
<< Non c’è niente di sbagliato in te, ora l’ho capito>> pensò Shadow << Niente che io non posso sistemare con le mie mani >>
L’aula in cui quel mostro si era rifugiato era vuota. I banchi erano stati scaraventati dapertutto, mentre la cattedra ricopriva il cadavere di un insegnante. Shadow non se ne curò, consapevole che per quela vittima non c’era più niente da fare. Posò direttamente gli occhi sul suo mortale nemico, seduto su un banco con le braccia incrociate.
- Sapevo che non mi avresti fatto aspettare - disse con quella sua maledetta voce.
Sorrideva ancora mentre si metteva in piedi.
- Dove sono? Dove hai nascosto i bambini?-
- Locale caldaie - rispose.
Scourge the Hedgehog. Oggi sarebbe finito tutto.
- Tranquillo, non li ho torto nemmeno un capello. Avevo solo voglia di vederti- aggiunse il riccio verde.
Si sistemava la giacca di pelle nera, sorridendo come se tutto il mondo fosse una stupida barzelletta. Shadow odiò quel gesto con tutto il cuore.
In un attimo, il riccio nero gli fu addosso. Lo afferrò per la gola e si schiantarono contro il muro alle loro spalle, distruggendolo. Si ritrovarono nel corridoio adiacente, con le mani di Shadow ancora strette sulla gola di Scourge.
- È finita - ringhiò la Forma di Vita Definitiva.
La risposta fu una ginocchiata in pieno petto che fece barcollare all’indietro Shadow. Il riccio verde gli rise in faccia
- Allora ti conviene dare il meglio, Shadz! Questo è il nostro ultimo round- tuonò Scourge.
Anche lui l’aveva capito, forse era proprio quello che voleva. Le mani di Shadow furono ricoperte da una luce verde incandescente, mentre il mostro continuava a schernirlo con lo sguardo.
<< Questa è la fine, vecchio mio >> pensò Shadow, ormai preda di una rabbia cieca.
<< È la fine per tutti e due >>
 
 
 
The Black Hedgehog
Revolution
 
6.
La danza del guerriero
 
 
Quella era una razza stupida.
Nel pensarlo, Shadow the Hedgehog non si riferiva né ai mobiani e nemmeno agli umani. In quel porto, nel cuore della notte, c’erano solo criminali. Nessuno escluso. Quelli con le armi furono difficili da abbattere, poiché dovette saltare da una parte all’altra per non essere preso dai proiettili. Solo i codardi usano i fucili, secondo lui. Non risparmiava la forza nei colpi, riuscendo ad essere preciso e letale. Si accasciavano tutti, nessuno escluso. Qualcuno con le ossa rotte, altri con una commozione cerebrale. Qualcuno non sarebbe più riuscito a camminare, ma a Shadow non importava. Avvolto in quel mantello nero malandato, sfrecciava agilmente da un bersaglio all’altro. Nessuno aveva capito cosa stava succedendo perché sarebbero dovuti essere soli quella notte. Solo loro e la droga che il Comico aveva spedito sulla nave. Chi non si buttava nella mischia rimaneva fermo a guardare la scena senza riuscire a capire nulla. Vedevano solo una figura nera che stava massacrando i loro compagni, con un’agilità da atleta olimpionico. Quelli che erano entrati dentro la nave per scaricare il carico si gettarono immediatamente, ma l’esito fu sempre quello. Shadow li stava massacrando e, cosa ben peggiore, li stava facendo conoscere un nuovo tipo di paura che non avevano mai provato. Più andava avanti e più saliva l’adrenalina. In pochi minuti aveva lasciato decine di corpi agonizzanti ai suoi piedi.
Quanti erano? Non è importante per lui. Quelli che ancora dovevano buttarsi nella mischia, una manciata di umani, scapparano da bravi codardi quali erano.
- Quello non è un polizziotto! - urlò uno di loro mentre correvano via dal porto.
Quel piccolo gruppo che era rimasto nel vano tentativo di farlo secco fu anninetato dalla sua furia. Non riusciva più ad avere il controllo della sua mente, eppure non gli importava. Quando i rumori degli spari finirono e le urla di dolore riecheggiavano lungo tutto il porto, Shadow si fermò ad assaporare l’aria della notte.
Da quanto tempo non si sentiva così bene?
Osservò i sacchi di toxin sparsi per terra, per poi concentrarsi su tre figure vicino alla nave. Il primo, un coccodrillo, scattò contro di lui ringhiando. Quando fu abbastanza vicino, il riccio nero lo bloccò afferrandogli un braccio. Il modo in cui lo rigirò fu orrendo. Il rumore dell’osso che si spezzava fu sovrastato dall’urlo del coccodrillo. In un ultimo tentativo, il criminale colpì con il braccio libero il volto di Shadow, scoprendo il suo volto dal cappuccio del mantello improvvisato. Vide i suoi occhi scarlatti, impassibili. Poi vide il suo sorriso.
La testa del riccio scattò contro il muso del coccodrillo per poi liberarlo dalla presa. Rimanevano solo due in piedi, un camaleonte e un pipistrello. In un secondo fu accanto ai loro corpi rigidi per la paura. Stava per annientarli, quando sentì il camaleonte urlare una frase che non riuscì a capire. Si bloccò, incuriosito.
- Sono un amico di Francis! -
Francis? Shadow non capiva.
 
Il gatto.
 
Lasciò la presa e guardò i due mobiani.
- Levatevi dai piedi - disse il riccio nero mentre tirò fuori qualcosa di metallico dal suo mantello. Quando lo fece risplendere alla luce della luna, Munk prese Fieldy per un braccio e lo trascinò via da lì. Finalmente Shadow era solo.
La notte, quando usciva fuori dalla sua dimora, non andava solo alla ricerca di qualche tossico su cui sfogarsi. Gli piaceva anche “sequestrare” le armi che trovava in giro per la città. La granata che aveva appena lanciato dentro la nave era una di quelle. L’esplosione la distrusse insieme alla droga, mentre quella sul molo sarebbe stata trovata dai polizziotti che tra poco avrebbero raggiunto il posto richiamati dall’esplosione. Purtroppo fu tutto fin troppo facile. Il riccio osservò impassibile le fiamme, inebriandosi per quella notte fredda come piaceva a lui.
Nessun pensiero, nessun rimorso. Era solo stato attento a non uccidere nessuno, l’unica regola rimasta. Non era come ai vecchi tempi, prima che la sua vita fosse distrutta. Stava per decidere di andarse quando un suono metallico alle sue spalle richiamò la sua attenzione. Fece appena in tempo a fare un balzo verso destra, riuscendo ad evitare un grosso sportello metallico che gli avevano scaraventato addosso. Chinatosi a terra, volse lo sguardo verso i container e lo vide.
Non poteva essere umano. Mai visto un umano alto due metri e così ben piazzato. Il fisico era perfetto, dannatamente perfetto. Una montagna di muscoli silenziosa che si avvicinava a lui con passo pesante. Quando fu abbastanza vicino, Shadow capì che si trattava di un lupo. Il pelo era grigio scuro, coperto da una giacca di pelle nera smanicata e da un paio di jeans blu scuri. Un congegno metallico copriva il muso, rendendo il suo ruggito ovattato. Shadow non poteva saperlo, ma quello era un diretto “dipendente” del Comico, mandato lì per sorvegliare la situazione. Non si era fatto vivo prima perché forse pensava che i criminali fossero abbastanza pronti per ucciderlo. Shadow lo aveva evidentemente convinto del contrario.
Sarebbe dovuto andarse il prima possibile, prima che la zona fosse invasa dai polizziotti. Questione di minuti avrebbe sentito le sirene delle loro macchine. Gli occhi scarlatti del riccio continuavano a fissare il fisico perfettamente atletico del lupo.
 
No, tu non ti tiri indietro proprio adesso. Finisci il lavoro.
Fagli vedere chi è che comanda.
 
Shadow sorrise. Scattò verso di lui. Quando gli fu accanto, il lupo cercò di colpirlo. Evitato il colpo, Shadow scivolò ale sue spalle e lo colpi ai polpacci, senza ottenere nulla. Il lupo si girò, cercando di chiuderlo in un stretta. Ancora una volta, Shadow balzò in aria, sferrando un altro calcio quando fu all’altezza della testa dell’avversario. Il colpo fu abbastanza potente da farlo indietreggiare, permettando a Shadow di rincarare la dose con una serie di pugni. Il gomito del lupo arrivò come un treno, lanciandolo a qualche metro di distanza. Shadow sentì il suo sangue in bocca, il colpo l’aveva preso proprio alla gola.
 
Alzati.
 
Fu di nuovo in piedi, ma il lupo gli era già addosso. Cercava di prenderlo a pugni. Shadow riuscì a scivolare e ad allontanarsi. Mise tutta la forza che aveva, colpendo il lupo con un gancio dritto al volto. Impassibile, il lupo riuscì ad stringerlo tra le sue braccia. Per quanto fossero dure le suo ossa, Shadow capì che quella stretta l’avrebbe spezzato nel giro di un minuto. Da quanto tempo era che non affrontava una cosa del genere?
Mentre veniva stritolato, riusci ad udire le sirene della polizia in lontananza. Questione di minuti, doveva fare presto. Cominciò a prendere a testate il lupo, sbattendo la testa proprio sul congegno metallico. Il lupo sembrò preoccuparsi per il danno, liberando il riccio dalla presa. Shadow cadde a terra, accorgendosi solo in quel momento che si era slogato un braccio. Dalla sua bocca usciva il sangue, l’adrenalina stava lasciando spazio al dolore. Nonostante tutto, Shadow si lanciò di nuovo contro il lupo, colpendo con un montante dritto sul mento. In passato ne avrebbe avuto di armi per vincere quello scontro. Ora poteva solo contare sul suo corpo privo di supervelocità e Chaos Control. Era così stupido da non riuscire a capire che non avrebbe potuto vincere quello scontro con la forza bruta.
Un nuovo pugno arrivò su Shadow, scagliandolo violentemente a terra. Entrambi udirono le sirene vicinissime. Bastava un solo colpo per mettere la parola fine a quello scontro.
 
Sarebbe una bella morte.
 
Ormai fuori combattimento, Shadow alzò la testa. Osservò il lupo scappare, lasciando una scia di sangue dietro di sé. Shadow rise di gusto, nonostante il suo corpo fosse messo male.
 
Ma non bella abbastanza.
 
Senza volerlo, gli occhi del riccio nero si chiusero. Prima di perdere conoscenza, riuscì a sentire dei passi avvicinarsi a lui. Una voce familiare lo stava richiamando.
Un gatto grigio lo caricò sulle sue spalle, nel disperato tentativo di portarlo via dal porto.



Non ho avuto il tempo per correggere eventuali errori, sorry.
Vic10
  
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