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Autore: blueluxen    17/12/2017    1 recensioni
Maddison Fawley sapeva di essere speciale. Il suo sangue nobile ne era la conferma.
Cresciuta in una famiglia ossessionata con la purezza di sangue, aveva sempre creduto che nati babbani e mezzosangue non fossero degni di possedere una bacchetta. Non esistevano altre alternative.
Tuttavia, il suo primo anno ad Hogwarts non andò come previsto. Troppe persone cercavano di smascherarla, troppi occhi cercavano di giudicarla, troppi pettegolezzi cercavano di distruggerla. E gli unici maghi su cui poteva fare affidamento erano proprio i suoi peggiori nemici: traditori del loro sangue e sporchi mezzosangue. Feccia che mai e poi mai avrebbe dovuto frequentare.
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Bletchley era rimasto in infermeria per due giorni. Maddison era andata a trovarlo dopo la fine delle lezioni ed avevano parlato a lungo. Si era rivelato un ottimo interlocutore: sapeva quando fare le domande e sapeva quando rimanere in silenzio ad ascoltare. Ma nemmeno lui aveva idea di ciò che fosse successo sul campo. Ne avevano discusso, avevano cercato di ripercorrere la sua giornata, ma nulla, non avevano concluso nulla. La frustrazione di Maddison crebbe a dismisura. Burke era bravo a coprire le sue tracce ed era anche insospettabile, grazie alla sua reputazione. La punizione era terminata da sedici giorni e non lo vedeva dall’ultimo giorno di pulizia degli spogliatoi, ma le sue parole non l’avevano più abbandonata da quella sera.

“Quello che è successo a Bletchley era solo un avvertimento. Ma quello che potrebbe accadere a te… Guardati le spalle, Fawley, o non arriverai a vedere il tuo futuro”

Il suo futuro… Che cosa voleva dire? Che cosa voleva farle? Maddison non capiva. Aveva bisogno di parlare con qualcuno, aveva bisogno di risposte. Ma nessuno voleva parlare con lei. Non parlava con i suoi amici, né con i suoi nemici da due settimane. Draco faceva ancora finta che non esistesse. Dopo il provino per entrare nella squadra di Quidditch aveva pensato che le cose sarebbero tornate come prima. Eppure era ancora tutto un disastro. Avrebbe voluto confidarsi con le sue amiche, raccontare loro del suo incontro notturno con Burke, delle sue paure. Voleva che qualcuno le credesse. Aveva bisogno di riavere i suoi amici indietro.

Aprì il libro di Pozioni e lo appoggiò a terra davanti a sé. Non aveva voglia di andare in biblioteca perché sapeva che vi avrebbe incontrato il Prefetto Burke. A quell’ora del sabato pomeriggio era improbabile che si trovasse altrove. Così Maddison aveva deciso di studiare in un corridoio poco conosciuto del quinto piano, dove nessuno avrebbe potuto disturbarla. Si stava portando avanti con il programma all’insaputa di tutti. Il professor Piton aveva un occhio di riguardo per lei e le assegnava compiti extra e più avanzati per metterla alla prova. Adorava Pozioni, era la sua materia preferita. Si esercitava appena poteva e non faceva altro che leggere e fare ricerche su ogni Pozionista famoso, come Alexandra Rowle, la sua preferita. Aveva inventato il Distillato dell’Inganno, una pozione in grado di creare allucinazioni e di intrappolare la vittima in una realtà alternativa. Non era mai stato inventato un antidoto. Rowle aveva dichiarato che era impossibile invertire l’effetto della sua pozione, eppure alcune voci sostenevano il contrario. E quella di Maddison era una di quelle voci.

Prese appunti sul suo diario riguardo al Distillato dell’Inganno e abbozzò un calderone. Voleva provare a prepararne uno, ma sapeva già che il professor Piton le avrebbe detto di no, dato che si trattava di una pozione proibita. Per i primi vent’anni dopo la sua invenzione, il Distillato dell’Inganno era stato considerato pericoloso, ma molti maghi ne facevano uso ugualmente. Solo dopo numerose proteste e la Prima Guerra Magica venne considerato come Pozione Oscura, e quindi proibito. L’uso o anche solo la preparazione potevano assicurare vent’anni di prigionia ad Azkaban.

Maddison sbuffò, frustrata. Il libro diceva che Alexandra Rowle venne accusata di praticare Magia Oscura e fu privata dell’Ordine di Merlino e di tutta la gloria. Il Wizengamot l’accusó di cospirazione, di essere una Mangiamorte e di essere stata il braccio destro di Grindelwald. Costretta a fuggire, Alexandra Rowle coprì le sue tracce e non si avevano più sue notizie da oltre un decennio. Un vero peccato, pensò la ragazzina. Sosteneva che Rowle fosse una strega geniale e avrebbe voluto incontrarla per farle domande sul suo Distillato e sulle sue scoperte nel campo delle Pozioni. Ma per colpa del Ministero della Magia, Rowle non poteva più mettere piede in Gran Bretagna.

Chiuse il libro che aveva davanti con un colpo secco. Che fosse o non fosse una strega oscura non le importava. Ciò che contava era la sua genialità. Un Distillato del genere poteva cambiare il mondo. Se preparato alla perfezione, il mago o la strega poteva decidere in quale realtà intrappolare la vittima, creando le allucinazioni e la realtà parallela. Bisognava essere un Pozionista estremamente potente per riuscirci. Chissà se il professor Piton…

I pensieri di Maddison vennero bruscamente interrotti quando il suo libro scomparve all’improvviso.

« Cosa abbiamo qui? Mhh… interessante. “Storia delle Pozioni, volumi I, II e III”. Aspiri alla cattedra di Piton, Bambolina? »

Gli occhi castani della ragazzina incrociarono quelli azzurri di Fred Weasley. « Il Professor Piton » lo corresse Maddison, alzandosi da terra. « Ti consiglio di restituirmi il mio libro, Weasley, non farmelo ripetere un’altra volta »

« Altrimenti? »

« Non vuoi saperlo, fidati »

« Oh, che paura! » la provocò il ragazzo, facendole una boccaccia. « Sto tremando, Fawley, vedi? »

Maddison roteò gli occhi al cielo e sbuffò, irritata. Estrasse la bacchetta e la puntò verso Fred. « Non costringermi ad arrivare alle maniere forti, stupido troll, non sono dell’umore adatto »

« I tuoi amichetti non ti parlano più, Bambolina? »

La ragazzina lo fulminò con lo sguardo. « Non sono affari tuoi »

« Hai ragione. Ma farti arrabbiare è il mio passatempo preferito »

« Trovatene un altro »

Fred fece finta di pensarci su, poi disse: « Ma farti arrabbiare mi diverte parecchio, Fawley, non credo di poter smettere »

« Per Merlino, sei proprio uno Zuccone! » esclamò Maddison, esasperata. « E ridammi il mio libro, sto perdendo la pazienza »

« È quello che volevo sentirti dire » rispose il ragazzo con un ghigno divertito. « Vorrà dire che lo terrò in ostaggio »

A quel punto, la giovane Serpeverde perse le staffe. « L’hai voluto tu » disse irritata. « Petrificus Totalus! »

Fred non ebbe il tempo per estrarre la sua bacchetta che si ritrovò pietrificato nel mezzo del corridoio. Non poteva muoversi, né parlare. Poteva solo guardare impotente Maddison mentre si riprendeva il libro e gli voltava le spalle, lasciandolo da solo con il suo solito ghigno divertito ancora stampato sulle labbra. Non se lo aspettava. Non pensava che Fawley fosse in grado di fare una cosa del genere. Evidentemente l’aveva sottovalutata. Forse… Fred avrebbe voluto ridere. Gli era appena venuto in mente uno scherzo coi fiocchi da fare alla giovane Serpeverde. Uno di quegli scherzi che gli avrebbe procurato sicuramente una punizione, ma vedere Maddison su tutte le furie ne valeva la pena.

E guerra sia, Maddison Fawley.



 

Dopo lo spiacevole incontro con Weasley, Maddison decise di andare a leggere nella Sala Comune. Si sedette sulla sua poltrona preferita e riaprì il libro. Ma, evidentemente, non era il giorno adatto alla lettura.

« Fawley » disse Flint, interrompendola per la seconda volta nel giro di un’ora.

Maddison finse un sorriso, eppure l’irritazione sul suo volto era palese. « Flint »

« Ti va di fare due passi? »

La ragazzina sospirò, chiudendo il libro con malavoglia. Si alzò in piedi ed annuì.

« Come sai la stagione del Quidditch è già iniziata » incominciò, mentre uscivano dalla Sala Comune. « E il tuo provino è andato alla grande. Non pensavo che fossi così brava. Francamente, ti avevo chiesto di venire ad un allenamento solo perché il Prefetto Burke me l’aveva imposto »

« Aspetta, cosa? »

« Sembra proprio che Burke ti adori, Fawley. Nessuno studente del primo anno ha mai partecipato ad un allenamento della squadra titolare e lui è sempre stato il primo a schierarsi dalla parte della regola. A quanto pare, ha deciso che tu valevi la pena di infrangerla. E meno male! La squadra ha bisogno di una giocatrice versatile come te »

Maddison aveva lo sguardo fisso sulle sue scarpe. « Quindi il Prefetto Burke ti ha chiesto di fare un’eccezione per me? »

« Già. Non avrebbe accettato un no come risposta »

« Ti ha detto il perché? »

Flint ci pensò su. « Ha detto che non ce ne saremmo pentiti. Probabilmente ti ha vista volare da qualche parte »

Ma Ely Burke non l’aveva mai vista su una scopa. Tantomeno l’aveva mai vista giocare a Quidditch. Faceva anche questo parte del suo piano?

« Quello che volevo dirti, Fawley, è che ne ho parlato sia con il resto della squadra, sia con il professor Piton e sono giunto ad una conclusione: » fece una pausa, « sei nella squadra. Sarei uno stupido se ti escludessi. E poi ho sentito dire che Potter fa parte della squadra del Grifondoro, per cui non saresti l’unica giocatrice del primo anno »

« Potter? Ma che sorpresa » ribatté Maddison, sarcastica. « Scommetto che il Grifondoro vincerà la Coppa delle Case solo grazie allo Sfregiato. Merlino, che fastidio »

Flint annuì. « Pensa a questo: sarà infinitamente più soddisfacente stracciare quei perdenti a Quidditch. Immagina le facce di Potter e dei Weasley. Vincere è tutto ciò che conta » disse il ragazzo, svoltando a destra e prendendo le scale. « Hai bisogno di allenamento per diventare ancora più forte. Sei un talento naturale. Hai il Quidditch che ti scorre nelle vene. Ma ti manca la tecnica. E fidati che entro il terzo anno sarai la giocatrice più forte che Hogwarts abbia mai visto »

« Darò il massimo per non deludere le tue aspettative, Capitano. Per quanto riguarda al mio manico di scopa? »

« Non ti preoccupare, abbiamo già avvisato la tua famiglia. La tua Nimbus 2000 arriverà tra qualche giorno » rispose Flint con un sorriso storto.

« Perfetto. Non sopporto le scope della scuola »

« Vuoi sapere una cosa divertente? »

La ragazzina annuì, mentre si fermarono ad una finestra del secondo piano.

« Le scope della scuola sono nettamente superiori a quelle dei Weasley. Merlino, le loro Scopalinda 5 sono praticamente dei rottami volanti! Non possono nemmeno permettersi delle vere scope. Divertente, vero? » Entrambi scoppiarono a ridere, cattivi. « E il capitano del Grifondoro è un perdente di prima categoria. Il portiere più scarso delle quattro squadre. Non vedo l’ora di distruggerli sul campo » aggiunse Flint, appoggiandosi con la schiena contro ad una colonna.

« Francamente non credo che esista soddisfazione più grande per un Serpeverde che sconfiggere un Grifondoro »

« Hai ragione, Fawley. Vedo che ti trovi bene nella nostra Casa »

« Non mi sarei trovata bene in nessun’altra Casa che non fosse Serpeverde. Sono nata Serpeverde e morirò Serpeverde. Certe cose non cambiano mai. Certe cose ci accompagnano per tutta la vita »

« Anche i tuoi genitori vennero smistati a Serpeverde? »

« Tutta la mia famiglia è appartenuta a questa Casa, nessuno escluso. Ce l’abbiamo nel sangue. Era destino che venissi smistata anch’io qui, a Serpeverde » rispose Maddison, portandosi al fianco di Flint. « Avrei deluso tutti se fossi stata smistata in un’altra Casa »

Flint la guardò per un istante, poi spostò lo sguardo davanti a sé. « Capisco. Hai fratelli o sorelle? »

Maddison scosse il capo. « No, figlia unica. Ma mi sarebbe piaciuto avere un po’ di compagnia »

« Anche a me. Però non avere fratelli ha i suoi vantaggi »

« Già » disse la ragazzina. « Hai mai sentito parlare del Distillato dell’Inganno? »

Flint si voltò a guardarla, perplesso. « Cosa? »

« Il Distillato dell’Inganno, una delle pozioni più pericolose al mondo »

« No, Fawley, non sono particolarmente interessato a Pozioni. Potresti chiedere a Burke, credo che voglia diventare un Pozionista »

Il sangue le si gelò nelle vene. Un Pozionista? Perché non un Auror o un Alchimista? Tra tutte le carriere che un mago poteva scegliere, Ely Burke voleva diventare un Pozionista, proprio come lei. La cosa non le piaceva per niente. Non voleva avere nulla in comune con lui, specialmente non la futura professione. « Un Pozionista? » ripeté Maddison, cercando di non far trapelare nessuna emozione.

« È sempre stato portato per Pozioni, è da lui che tutti copiano i compiti »

Un patetico « Ah » fu tutto ciò che uscì dalla bocca di Maddison. Non sapeva cosa dire. Burke era ovunque. Prima il Quidditch, poi i suoi amici… ma non sarebbe riuscito a toglierle anche la sua passione per le Pozioni, non glielo avrebbe permesso.

« Senti, Fawley, l’unica cosa che m’interessa è il Quidditch. Parlare di Pozioni non rientra nella mia idea di divertimento » disse Flint, staccandosi dalla colonna. « Ed è quasi l’ora di cena. Ti sei già organizzata con le tue amiche o sei libera di cenare con il resto della squadra? »

« Veramente no, non ho organizzato nulla con le mie amiche » rispose lei. « Mi farebbe piacere passare del tempo con il resto della squadra »

« Allora seguimi, Fawley, probabilmente ci staranno già aspettando » Flint le rivolse un sorriso sghembo, poi si avviarono insieme verso la Sala Grande, parlando di Quidditch e di manici di scopa.



 

« Finalmente siete arrivati » disse Pucey con un ghigno, mentre Flint e Maddison prendevano posto uno accanto all’altra.

« Taci, Pucey » lo ammonì la ragazzina, guardandolo di traverso.

« Sei proprio un raggio di sole, Fawley. Il tuo buonumore ed il tuo sorriso sono così contagiosi che riescono a far sorridere addirittura Mirtilla Malcontenta »

« Mirtilla chi? »

Pucey la guardò sconcertato. « Non hai mai sentito parlare di Mirtilla Malcontenta? Si vede che sei una novellina » Si sedette alla destra di Maddison, ignorando le sue proteste e le sue minacce di morte. « A pensarci bene, potrebbe essere tua sorella. Entrambe fastidiose e senza speranze. Sicura di non conoscerla? »

Le guance della ragazzina si tinsero di un rosso acceso. Stava per ribattere a tono quando Flint decise di mettersi in mezzo. « Okay, Adrian, basta così » disse autoritario, lanciandogli uno sguardo eloquente.

Pucey si ammutolì, ma Maddison sapeva che quel silenzio non sarebbe durato a lungo. Era come tutti gli altri maschi. Stupido, fastidioso ed incredibilmente loquace. Avrebbe ripreso a prenderla in giro prima del secondo, ne era certa.

« Fawley, passiamo alle presentazioni » annunciò Flint, riportandola alla realtà. « Già conosci Miles Bletchley, il nostro Portiere » Il ragazzo seduto di fronte al Capitano la salutò con un sorriso gentile, un sorriso a cui la ragazzina rispose con una rapida smorfia - che doveva essere un sorriso. « Alla sua sinistra siede Terrence Higgs, Cercatore » I due si salutarono con un cenno del capo. Higgs non la ispirava particolarmente ed era certa che il sentimento fosse reciproco. « Ed infine abbiamo i nostri due Battitori, Connor Anderson » Connor la salutò con un gesto della mano, « e Charles Warrington » Si scambiarono uno sguardo veloce, poi Flint riprese a parlare. « Conosci già Adrian Pucey, Cacciatore—

« Sfortunatamente » commentò Maddison, interrompendo il Capitano.

Flint fece finta di niente. « Abbiamo bisogno di un altro Cacciatore. Ed è qui che entri in gioco tu, Fawley »

La ragazzina finì di masticare, gli occhi dei ragazzi fissi su di sé. « Non c’è problema. L’attacco è il mio punto forte »

« Cerca di non farti uccidere dai Battitori avversari, piccoletta » la schernì Pucey, addentando un pezzo di pane. « Sarebbe un vero peccato se accadesse »

« Si può sapere qual è il tuo problema? » sbottò Maddison, lasciando cadere la forchetta sul tavolo e gelando con lo sguardo il ragazzo.

« Nessuno »

« Certo, come no. So di non essere la persona più gradevole del mondo, ma potresti almeno fingere visto che da oggi siamo compagni di squadra »

Pucey rimase in silenzio, mentre Flint e Anderson sghignazzavano divertiti.

« La ragazzina ha ragione » disse Higgs, guardando Pucey con disappunto. « Siamo una squadra. Dobbiamo andare d’accordo per vincere »

« Non necessariamente » bofonchiò Pucey, lo sguardo fisso sul piatto che aveva davanti.

« Adrian » lo ammonì Flint. « Che ti piaccia o no, Fawley fa parte della squadra e devi trovare un modo per andarci d’accordo »

Maddison ritornò a mangiare con un ghigno vittorioso stampato sulle labbra. Qualcuno che, finalmente, le dava ascolto. Era così bello essere dalla parte della ragione. Ma l’euforia durò poco: tre tavoli più avanti, un paio di occhi azzurri la fissavano maligni. Maddison sospirò, frustrata. Quello sguardo non le piaceva per niente e il suo istinto le disse che non prometteva nulla di buono. Fred Weasley non era poi così diverso da Ely Burke.

« Ehi, Maddison »

La ragazza si voltò di scatto non appena udì quella voce chiamarla. Il cuore prese a batterle all’impazzata per la gioia e un sorriso genuino le comparve sul viso. « Si? »

« Mi manchi » disse il suo migliore amico, le guance rosee e gli occhi che la guardavano imploranti.

« Anche tu, Draco » La sua risposta fu immediata. Non ebbe nemmeno bisogno di pensarci su o di far finta di niente. Non poteva stare senza il suo migliore amico. « Anche tu mi manchi »

I due si scambiarono un sorriso. Flint e gli altri li osservavano divertiti, ma nessuno si azzardò a commentare.

Maddison si alzò in piedi e gettò le braccia al collo di Draco, stringendolo a sé con tutta la forza che aveva in corpo. Rimasero abbracciati a lungo, poi il ragazzino si staccò senza però distogliere gli occhi da quelli dell’amica. « Ti va di passare del tempo insieme dopo cena? » le chiese lui.

Lei annuì. « Abbiamo un sacco di compiti di Incantesimi da fare, possiamo portarci avanti così–

« No, Maddie, niente compiti » la interruppe. « E poi dopo quello che hai fatto a Weasley oggi non credo che tu abbia bisogno di studiare Incantesimi »

Arrossì. « Quindi lo sai? »

« Tutta la scuola lo sa. Il Prefetto Burke l’ha trovato pietrificato nel mezzo del corridoio del quinto piano poco dopo che tu te ne sei andata e la voce si è sparsa tra tutte le Case »

Maddison rabbrividì non appena sentì nominare Burke. Non aveva dubbi: la stava tenendo d’occhio. Sapeva che la seguiva per il castello, quello che era accaduto quel giorno ne era una prova. « Perfetto, così nessuno si azzarderà più a disturbarmi » commentò soddisfatta, nascondendo i suoi veri sentimenti.

Draco ghignò. « Proprio così. Va bene, vado a finire di cenare. Ci vediamo tra poco »

« A dopo » lo salutò Maddison, felice. Le era mancato.

Fece per sedersi, quando i suoi occhi incontrarono quelli di Burke. Sedeva poco più in là rispetto a lei, insieme ai suoi amici che ridevano e scherzavano senza di lui. Il Prefetto la salutò con la mano, poi le rivolse un sorriso ambiguo. Maddison distolse lo sguardo e prese posto in mezzo a Flint e a Pucey, ma sapeva che il Prefetto aveva gli occhi ancora fissi su di lei.

Eppure, per quella sera, la ragazzina decise di non pensarci. Era la sua giornata felice. Cacciatrice e di nuovo al fianco del suo migliore amico. Niente e nessuno avrebbe potuto portarle via la sua felicità, nemmeno gli sguardi maligni di Burke e Weasley.

  
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