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Autore: Vanessa1995    24/12/2017    1 recensioni
Ned Stark, dopo la fine della ribellione, torna a casa con una bambina e sua madre.
Anni dopo Theon e Robb chiedono ad Emily di scegliere uno dei due, ma questa non vuole scegliere tra di loro e passa una notte con entrambi.
Poco dopo il corteo reale arriva a Grande Inverno ed Emily deve partire con loro, ma otto mesi dopo la ragazza dà alla luce una bambina, la cui nascita rischia di far crollare il regno nel caos.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Robb Stark, Sansa Stark, Theon Greyjoy
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Sansa era seduta al tavolo presente nella Sala dei Banchetti. C’era posto per una ventina di persone, però quella sera a cena in sua compagnia c’era solamente la sua vecchia amica. Si voltò verso di lei e le strinse la mano che teneva sul tavolo.
« Tutto bene? » Non aveva toccato cibo e le sembrava alquanto triste.
« Semplicemente mi manca mio marito. » confessò. « Sono felice di essere qui con te e i miei figli, tuttavia vorrei che ci fosse qui pure Tyrion. » continuò affranta e si portò una mano alla bocca, iniziando a singhiozzare.
« Ti capisco, Jon mi manca terribilmente. » osservò comprensiva, accarezzandole la mano. « Dovresti mangiare. Pensa al bambino. » aggiunse, sperando di convincerla. L’altra tirò un sospiro e incominciò a nutrirsi.
« I cuochi di Roccia del drago sono più bravi rispetto a quelli di Approdo del Re. » aveva recuperato un po’ del suo buonumore e l’altra ridacchiò divertita.
« Sono contenta che ti piaccia. Il castello non è male, sebbene quello della capitale sia decisamente più… luminoso. » notò. In quel posto aveva vissuto davvero un brutto periodo della sua vita durato qualche anno, tuttavia doveva ammettere che fosse un bel posto alla fine e in assenza di Joffrey immaginava che fosse notevolmente migliorato.
« Hai ragione. » confermò e finirono di mangiare senza smettere di parlare del più e del meno. Riuscirono persino a divertirsi e trovare qualche argomento divertente da trattare, sbellicandosi dalle risate.
Dopo aver augurato la buonanotte alla lady, si diresse verso la sua camera da letto al primo piano. Per la precisione dormiva nell'ala del palazzo destinata alla signora del castello, nelle stanze vicine a quelle della Stark, siccome dormiva in quelle dove un tempo risiedeva Stannis Baratheon.
Entrata nella sua camera da letto, si guardò attorno e come la prima volta non riusciva a fare a meno di sentirsi a disagio: tutti quei mobili erano stati sistemati in quella stanza dalla moglie di Stannis. Mosse le mani.
« Fatti coraggio. » disse piano a se stessa. « In fondo non è la prima volta che dormi qua. » aveva temuto di vedere il fantasma della nonna apparire da un momento all'altro, ma fortunatamente non era accaduto. Si sedette alla toilette e incominciò a pettinarsi i lunghi capelli, dopo aver levato i vari accessori con cui li aveva adornati in precedenza quel giorno.
Aveva appena finito di pettinarsi i capelli quando udì bussare alla porta. Si girò verso di essa, drizzandosi in piedi per accogliere come si doveva il suo probabile ospite, e si sistemò la gonna dell’abito che indossava.
« Avanti. » disse e l'anta si aprì mostrandole Brienne. La fissò sorpresa, in quanto proprio non si aspettava una sua visita. Conoscendola si era stupita che fosse lì e non a Grande Inverno, però immaginava che stesse proteggendo Sansa.
« Buonasera. » la salutò. Si era sempre domandata quanto fosse effettivamente alta, tuttavia non aveva mai avuto il coraggio di chiederle delucidazioni in merito, e forse neanche lei lo sapeva.
« Buonasera. » ricambiò il saluto. « Posso fare qualcosa per te? » aggiunse immediatamente.
« No, volevo solo essere sicura che stavate bene. » rispose, agitando le mani, e poi il suo sguardo cadde sul suo stomaco ormai difficile da nascondere sotto le vesti. « Quanto manca ancora? » domandò curiosa, guardandola dritta negli occhi.
« Circa cinque mesi. » rispose. « Dimmi, non ti sei mai pentita di una scelta che hai fatto? » comandò curiosa. Alzò e abbassò le spalle in risposta.
« Ci sono delle volte in cui vorrei sposarmi e avere una famiglia, ma poi rifletto e mi rendo conto che quello che desidero veramente è combattere ed essere trattata e rispettata quanto un uomo. » spiegò.
« Capisco. Hai paura che in tal caso tuo marito ti ostacolerebbe? E pure avere dei figli? » notò con tono calmo. La bionda annuì con aria rassegnata.
« Purtroppo, per come sono le cose al momento, non posso avere tutto. Un giorno magari noi donne saremo più libere, ma per adesso no. La maggior parte delle donne che conosco lavorano con il marito, se ha una bottega o è un contadino. Le mogli dei soldati restano a casa e badano ai figli. » commentò tristemente.
« Mi dispiace tanto. » affermò sinceramente, prendendole le mani e stringendogliele piano.
« Non dovete scusarvi, in fondo non potete fare nulla in merito. » rispose con aria rassegnata. « Buonanotte. Desideravo solo assicurarmi che voi stesse bene e vedo che è così. Inoltre noto con piacere che vi siete sistemata bene. » osservò e se ne andò con un sorriso forzato dipinto sul viso. 
Chiuse la porta e si cambiò per la notte, indossando una camicia di colore bianco. Poi si stese sul letto, sotto le coperte. Le venne in mente Arya e il suo sogno di imparare ad usare una spada. Suo padre era stato l’unico ad insegnarle, mentre sua madre pretendeva che si comportasse come una perfetta lady senza tener conto delle aspirazioni e dei suoi sogni. Brienne era stata fortunata a trovare persone lungimiranti, sebbene fosse sicura che anche lei aveva trovato delle difficoltà lungo il suo percorso.
Si addormentò qualche ora dopo. Quei pensieri l’avevano tenuta sveglia parecchio, tuttavia alla fine, presa dalla stanchezza, si era addormentata. Sognò un esercito composto da sole donne che combattevano con forza e coraggio, determinate a difendere la loro terra, la gente e le loro famiglie.

Il giorno dopo

Emily consumava la sua colazione in compagnia dei suoi figli e sorrise divertita quando la bambina si sporcò la gonna del suo bel vestitino con la frutta che era intenta a mangiare. Prese il tovagliolo e la pulì.
« Joanna, fai più attenzione. » non intendeva rimproverarla sul serio e stava sorridendo divertita.
« Mamma, quando arriverà il fratellino o la sorellina? » chiese Robert. Crescendo si dimostrava sempre più curioso. Era un bambino perennemente allegro e la sua felicità era piuttosto contagiosa.
« Mancano ancora diversi mesi. » rispose, finendo di pulire la figlia, e le diede un bacio sulla fronte. « Fai più attenzione la prossima volta, mi raccomando. » le consigliò. Sentì bussare alla porta e non distolse lo sguardo dalla figlia e dalla frutta ancora sul suo vestito. « Avanti. » disse e Brienne entrò nella stanza con aria perplessa.
« Mi avete fatto chiamare, principessa? » chiese sorpresa quanto lei quando la sera prima l’aveva vista davanti alla sua camera da letto.
« Sì, Brienne. Desideravo parlarti di un’importante decisione che ho preso e che spero migliorerà la vita di tutti quanti. » affermò eccitata, alzandosi in piedi e battendo le mani.
« Quale sarebbe? » domandò confusa. Il sorriso non svanì dal viso della rossa.
« Ho intenzione di migliorare la condizione delle donne nel nostro regno, magari procedendo poco alla volta per non stravolgere i Sette Regni. » spiegò e gli occhi della bionda si spalancarono a quelle parole.
« State parlando seriamente? » ancora non si era ripresa dallo stupore e non sembrava ancora particolarmente convinta dalla veridicità di quello che aveva detto.
« Assolutamente. Appena la faccenda dei Non-Morti verrà risolta, parlerò con la regina Daenerys. » rispose, decisa a portare a termine il suo progetto.
« Le donne vi saranno grate per questo. » disse fiera di lei e felice all'idea.
« Mi auguro che prendano bene la notizia. » l’ostacolo più grande non era Daenerys, ma i futuri membri del suo Concilio Ristretto. Dany era cresciuta al di là del Mar Stretto ed era diventata una donna importante che aveva imparato a farsi rispettare e ad essere forte e combattiva; senza contare che era una buona monarca, nonostante il fatto che la nipote e Varys temevano che fosse fuori di testa, ma mai pericolosa quanto suo padre, grazie agli Dei. Tyrion non avrebbe creato problemi, però gli altri sarebbero stati sicuramente uomini e potevano non essere d’accordo con le sue idee rivoluzionarie.
« Avete paura che qualcuno possa ostacolarvi? » chiese, dovendo aver intuito le sue preoccupazioni.
« Dubito che molti uomini saranno d'accordo nel concedere maggior libertà alle donne. » commentò tristemente. « Tanti ci considerano solo delle fattrici, stupide, incapaci di ragionare e dire la loro. » aggiunse. La bionda le poggiò una mano sulla spalla con aria incoraggiante.
« Se Daenerys sarà dalla vostra parte non avrete problemi. » contava sull'appoggio della zia. Senza contare che a Dorne diverse donne nel corso degli anni avevano governato, facendo uno splendido lavoro.
« Sono positiva per quanto riguarda Daenerys. » esclamò, sistemandosi una ciocca dietro all'orecchio.
« Vi lascio alla vostra colazione. » senza aggiungere altro se ne andò. L'altra chiuse la porta e si sedette di nuovo a tavola con i figli. 

Un mese dopo

La futura regina dei Sette Regni era intenta a scrivere alcune lettere in camera sua, quando un bussare alla porta la distolse dal suo lavoro. Senza scostare lo sguardo dai documenti, parlò.
« Avanti. » disse, senza smettere di scrivere. Missandei varcò la soglia della porta e le si avvicinò.
« Khaleesis, è arrivata una lettera da Grande Inverno. » le comunicò e le porse un pezzo di carta. La bionda lo prese e lo poggiò accanto alla pila di fogli sul tavolo. « Non la leggete subito? Ne è arrivata una pure per la principessa Alicia. » la informò. Curiosa la giovane l’aprì e ne lesse il contenuto. Il suo volto si rabbuio all'istante.
« Assicurati che la copia di questa lettera non arrivi nelle mani di Alicia. » disse drizzandosi in piedi, tenendo le mani sul tavolo mentre si muoveva. « Non voglio che il suo contenuto la turbi rischiando di danneggiare lei o, ancora peggio, il bambino. » continuò con un tono che non ammetteva repliche. Missandei tirò fuori da una tasca del suo abito un altro pezzo di carta.
« State serena. Ho provveduto a prenderla per sicurezza. » rispose. Dany prese la copia e buttò entrambe le lettere nel fuoco del camino acceso poco distante. Guardò indifferente le missive che si accartocciavano l'una sopra l'altra.

Nel frattempo

La principessa Myrcella Baratheon, anzi Myrcella Waters, come ormai la chiamavano tutti. La verità delle sue origini bastarde era saltata fuori e a causa di questo la bionda aveva visto sfumare le sue prospettive di matrimonio. La cosa peggiore era che ormai si era innamorata del figlio di Doran Martell. Quest’ultimo e suo fratello continuavano a trattarla gentilmente e grazie a lei erano riusciti a mettere da parte, sebbene non del tutto, il loro astio per i Lannister. Tuttavia, come Oberyn non poteva sposare la sua amante in quanto bastarda, Myrcella non poteva sposare Trystane e questo le faceva male.
Quella sera l’ex principessa era seduta alla sua toeletta nella sua camera da letto, intenta a pettinarsi i lunghi capelli biondi. Presa com'era da loro che non si accorse del bussare alla porta. Quest’ultima si aprì, seppure lei non avesse consentito l’ingresso. Trystane entrò e il rumore della porta che veniva chiusa fece voltare la fanciulla, che posò la spazzola sul tavolino e lo guardò sorpresa, drizzandosi in piedi.
« Cosa ci fai qui? Non dovresti esserci. » protestò.
« Desideravo solo scoprire come stavi. Mi dispiace immensamente per quanto capitato e, per quello che vale, io ti sposerei persino se fossi una Bruta. » la giovane sorrise timidamente.
« Grazie, tuttavia questo non cambia la situazione. » Le si avvicinò e posò le mani sulle sue spalle, accarezzando delicatamente la parte superiore di esse.
« Non sei costretta ad andartene. Puoi restare qua e, vista la situazione attuale dei Sette Regni, per te sarebbe più sicuro. » notò, sistemandole dietro all'orecchio un ciuffo di capelli che l’era scivolato davanti all'occhio sinistro. A quel contatto la bionda rabbrividì e arrossì.
« Ti amo. » le parole uscirono dalle sue labbra prima che potesse fermarle e divenne rossa come il vestito che indossava. Lentamente avvicinò il volto al suo e le loro labbra si sfiorarono leggermente.
« Anch'io ti amo e non hai idea di quanto vorrei sposarti. » disse.
« Non importa, godiamoci il tempo che ci resta insieme. » questa volta il bacio fu più passionale del primo e aveva un sapore salato, siccome una lacrima solitaria era scivolata giù da uno dei suoi occhi color verde smeraldo. « Resta con me questa notte, e anche quelle che verranno. » lo invitò, prendendolo per mano e conducendolo fino al letto.
   
 
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