Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: Calowphie    24/12/2017    1 recensioni
Dal testo: " [....] Senza esitare, la donna si alzò dal letto incitando la figlia a sdraiarsi sotto le coperte e prendere una posizione comoda: dopo avergliele rimboccate e averle dato un tenero bacio sulla fronte, si avvicinò al piccolo scaffale pieno di libri colorati posto accanto alla porta d’entrata della stanza e ne scelse uno dalla copertina rigida e rossastra: “ basta una storia” disse agitando il libro in aria, per poi sedersi nuovamente vicino alla figlia che, con un grande sorriso, annuiva energicamente sentendosi già più protetta: “ sei pronta?” le domandò la madre ricevendo un acuto e sonoro “si” come risposta: “bene! allora…” [...] "
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
In un a piccola e buia stanzetta di una grande casa, una bambina, già pronta per dormire sotto le calde coperte del suo lettino, osservava il buio della camera sperando che dall’armadio di fronte a lei non uscisse uno strano mostro pronto a farla spaventare: “Hae-wa sei ancora sveglia?” le domandò una voce a lei familiare che, in poco tempo, non fece altro che rasserenarla e farle girare il capo verso la porta: “ mamma” sussurrò la bambina, allungando le braccia verso l’adulto che aveva appena schiacciato l’interruttore della luce, illuminando la stanza: un tripudio di azzurro pastello colorò il luogo, iniziando a calmare la bambina che, dopo essersi guardata attorno e essersi assicurata di non avere alcun mostro accanto a lei, osservò sua mamma con gli occhi lucidi e pieni di affetto.

In pochi passi la madre si sedette sul bordo del materasso avvicinando la bambina a lei abbracciandola: “Hae-wa che succede?” proseguì, accarezzandole dolcemente i capelli lisci sentendo come, l’abbraccio di lei, diventasse sempre più stretto: “ avevo paura mamma” ammise semplicemente la bambina strusciando il viso sul maglione color panna, del pigiama morbido della madre: “ di cosa tesoro?” continuò con un tenero sorriso sulle labbra, felice di poterla aiutare: “ dei mostri mamma, nel buio ne vedevo tanti e non riuscivo a dormire” ammise la piccola, allontanandosi dalla donna ma tenendole sempre strette le mani: “ sai come possiamo allontanarli?” sorrise la madre furbescamente avendo ormai già in mente un’idea su cosa fare: “ no mamma, aiutami tu” affermò Hae-wa sorridendo a sua volta, sollevata da avere quel grande aiuto al suo fianco.

Senza esitare, la donna si alzò dal letto incitando la figlia a sdraiarsi sotto le coperte e prendere una posizione comoda: dopo avergliele rimboccate e averle dato un tenero bacio sulla fronte, si avvicinò al piccolo scaffale pieno di libri colorati  posto accanto alla porta d’entrata della stanza e ne scelse uno dalla copertina rigida e rossastra: “ basta una storia” disse agitando il libro in aria, per poi sedersi nuovamente vicino alla figlia che, con un grande sorriso, annuiva energicamente sentendosi già più protetta: “ sei pronta?” le domandò la madre ricevendo un acuto e sonoro “si” come risposta: “bene! allora…”
 
 
 
“C’era una volta
 
 


In un paese lontano oltre le montagne, una principessa di nome Eun-mi  che viveva nel grande palazzo reale dal quale non era mai uscita, se non quelle poche volte in carrozza accompagnata dalla sua famiglia e dalle guardie reali. Ogni giorno era sempre la solita routine e ormai non ne poteva proprio più: si svegliava quando la sua dama di compagnia spalancava le grandi e pensanti tende che coprivano la luce abbagliante del sole e che, in pochi secondi, non faceva altro che illuminarle il volto che, con un cuscino, cercava di venir coperto in modo da poter riposare qualche minuto di più;  successivamente,  iniziavano le mille e infinite pettinate dei capelli scuri, la scelta del vestito, la colazione e le barbose e lunghissime sedute di studio con il suo insegnante personale.

Le poche volte che era riuscita ad uscire, vide tutta la città da una piccola finestrella della carrozza in cui stava comodamente seduta: notò i piccoli banchetti ricolmi di frutta, pane e qualche dolce, notò quelle piene di vestiti, stoffe e gioielli, colorati e luccicanti e ne rimase incantata  non vedendo l’ora di poter scappare fuori da quelle alte mura.

Fu da quel giorno che il suo unico pensiero era quello di poter osservare e scovare ogni minimo segreto del piccolo paese che stava ai piedi del suo castello: ogni notte iniziava a pensare a un piano per scappare senza che le guardie, a cura delle porte del castello, potessero prenderla e riportarla in camera sua; l’unica che sapeva di questa sua folle idea  era Iseul unica amica che Eun-mi aveva all’interno della reggia e unica serva su cui poteva contare.

Si conoscevano da quando erano piccole e anche lei era cresciuta tra le mura di quella grande casa ma, al contrario di Eun-mi, non aveva potuto sperimentare tutto quel grande lusso che la travolgeva ogni volta che attraversava la porta usurata in legno delle stanze riservate alla servitù. Iseul aveva subito fatto amicizia con la principessa dato che, la regina, era molto legata a sua madre e lasciava che spesso le due bambine potessero giocare assieme e correre spensierate per i corridoi del castello, senza dimenticare i mille e più scherzi che riuscivano a combinare alle guardie.

Eun-mi aveva preparato tutto: aveva chiesto dei vestiti a Iseul in modo che nessuno la potesse riconoscere, aveva studiato gli orari dei cambi delle guardie e sapeva perfettamente quando poteva sgattaiolare fuori indisturbata, sapeva che quel mercoledì sua madre e suo padre avevano l’incontro con un re del regno accanto quindi avrebbe avuto via libera per attuare il  piano: “ Iseul, Iseul,  se ne sono andati?” bisbigliò la principessa nascosta dietro a una colonna in marmo bianco all’amica che, facendo da “palo”, osservava la regina e il re Seokjin uscire dal palazzo, mentre faceva finta di spazzare il pavimento: “ sono usciti” affermò osservandola di sbieco, sorridendole: “ bene” esclamò Eun-mi saltellando fuori dal suo nascondiglio, ponendosi sul capo il cappuccio marrone del mantello datagli dall’amica: “ora basta aspettare l’arrivo di Namjoon che farà cambio con la guardia di adesso, così posso andare” affermò nuovamente facendole l’occhiolino, avviandosi poi verso l’uscita a testa china: “ Eun, stai attenta” si raccomandò Iseul ricevendo un ampio e luminoso sorriso dall’amica.

Namjoon era la guardia reale che aveva protetto la principessa ogni qualvolta dovevano compiere un viaggio fuori dal regno: ormai entrambi si conoscevano bene, ma lui era un po’ troppo rigido con le regole e non le avrebbe mai permesso di uscire senza il consenso dei suoi genitori; ma Eun-mi sapeva bene che il ragazzo dal berretto blu, non avrebbe dimenticato nessun dettaglio del rito del cambio della guardia e non avrebbe badato a chi poteva fuggire via dalla porta principale: quello era il momento perfetto.
 

Appena vide la divisa blu e rossa della nuova guardia pronta pe r il suo turno di lavoro avvicinarsi, sgattaiolò fuori velocemente prima che le porte del cancello si chiudessero dietro di lei: “ finalmente” sospirò con un gran sorriso, alzando il volto ed osservando la grande baraonda di gente che, già appena fuori dall’edificio, si affrettava a compiere le mille consegne giornaliere: con passo svelto e sostenuto si incamminò verso il centro dove si stava svolgendo il mercato settimanale.

Era ammaliata da ogni bancarella che le si parava davanti facendosi trasportare da mille profumi, colori e sensazioni che quel piccolo e povero luogo le trasmettevano: malgrado fosse abituata a vedere tanto sfarzo attorno a lei, quello le sembrò un posto meraviglioso; ma una bancarella in particolare la colpì: quelle grandi stoffe colorate che erano stese sulle bancarelle e che pendevano da dei pali di legno, la attirarono e l’ammaliarono non facendola esitare e incamminarsi verso di loro.

Si avvicinò ai tessuti e iniziò a tastarli beandosi di quelle mille trame e ricami che rendevano ogni stoffa particolare e diversa l’una dall’altra: molta gente si trovava lì e tra urla e baratti, la ragazza non si accorse di due occhi color nocciola che dietro le lunghe tende colorate, la osservavano incuriositi e divertiti dalla sua strana reazione a quelle semplici stoffe non pregiate: “ posso aiutarti?” le chiese di punto in bianco il ragazzo a cui appartenevano quelle iridi, sbucando da dietro un lenzuolo azzurro che lei stava osservando con gioia: un piccolo balzo caratterizzò il suo spavento che per poco non le fece cadere il cappuccio dalla testa: “ no, no grazie stavo solo guardando” ammise lei sorridendo imbarazzata, sfregandosi le mani: “ ho notato che sei molto interessata a queste povere stoffe” continuò il ragazzo, spostandosi davanti a lei facendole notare la sua larga camicia a maniche lunghe grigia un po’ sgualcita infilata in dei pantaloni neri tenuti su da una cintura dello stesso colore: “ si, non le ho mai viste, sono bellissime” ammise bisbigliando continuando ad osservare, con lo sguardo allegro, dei pezzi di panno posti accanto a lei sulla bancarella di legno.
“ io sono Jungkook un umile mercante di stoffe”  proseguì il giovane allungando una mano verso di lei: “ ciao io sono Eu… Eun-bi” disse titubante cercando di non guardarlo troppo negli occhi: “ staremo qua per tutto il mese, se vuoi tornare a trovarci…” proseguì il moro sorridendole, mostrandole un candido sorriso che la fece leggermente arrossire….”
 
 
*
 
 

“Hae-wa? Stai dormendo?” chiese la madre della bambina abbassando il libro sulle gambe, scrutando il volto sereno e allegro della più piccola: “ direi proprio di si” affermò tra lei sorridendo candidamente, spostandole i pochi capelli che le erano rimasti sul volto: “ vorrà dire che terrò il segno e la finiremo domani” concluse la donna, baciandole la fronte ed alzandosi dal materasso incamminandosi verso lo scaffale in modo da riporre il libro con una piccola orecchia nel punto in cui la storia si era fermata: “ Buona notte scricciolo” affermò uscendo dalla porta spegnendo la luce, senza prima dimenticarsii di inserire una piccola luce da notte nella presa della corrente accanto al lettino. 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: Calowphie