Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    27/12/2017    2 recensioni
Quando tutto sembra scorrere di nuovo sui binari della normalità la vita di Ben viene nuovamente sconvolta e di conseguenza anche quella del suo socio Semir. Una verità rimasta nascosta per troppo tempo, complotti, fughe, tradimenti sono alcuni ‘ingredienti’ di questa nuova avventura che vedrà i nostri ispettori indagare lontani dalla loro città.
Soli…o quasi.
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Consigliata, ma non indispensabile, la lettura delle storie precedenti.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Complici

Verso le otto di mattina Ben, Semir e Mathias Wust scesero dall’auto parcheggiata a pochi metri dalla casa di Sabine Kupfer.
Avevano rintracciato la donna con l’aiuto di Susanne che durante la notte, invece di smontare dal servizio, aveva collaborato con i due ispettori per restringere la lista di tutte le persone con quel nome presenti sul suolo tedesco.
La casa di Sabine Kupfer era una graziosa villetta circondata da un piccolo giardino delimitato da una staccionata in legno.
Semir si avvicinò al cancello una rapida occhiata attorno poi suonò il campanello.
“Chi è?” domandò una voce femminile dopo pochi secondi.
“Gerkhan, polizia autostradale, cerco la signora Sabine Kupfer”
“Sono io” confermò la voce.
“Devo farle alcune domande” ribatté Semir.
“A che proposito?” chiese con voce sospettosa la donna.
“Per favore signora apra, è nel suo interesse” replicò Semir.
Uno scatto e il cancelletto della villetta si aprì, così pure la porta d’entrata.
Sulla soglia apparve una donna molto bella, alta e longilinea, aveva le mani sui fianchi e la fronte decisamente corrugata.
Il suo sguardo si posò subito su Mathias Wust.
“E voi sareste la polizia???” domandò allarmata la donna, rientrando frettolosamente in casa per prendere un cellulare.
Mathias Wust a differenza dei due ispettori non si fece prendere alla sprovvista e prima che la donna potesse chiudersi la porta alle spalle e prendere il telefono la bloccò.
“Mi lasci” urlò la donna al suo indirizzo “Lei è un assassino! Aiuto polizia!”
“Signora Kupfer” esordì Semir “Non è come crede”
Ma la donna, come era logico aspettarsi, non dava segno di voler ascoltare, tanto meno collaborare.
“Per favore signora Kupfer” supplicò Wust non mollando la presa “Lei sa … sa che non sono stato io … non si renda complice di …” ma fu interrotto dalla donna.
“Per favore Wust … sappiamo tutti come è andata. Lei ha ucciso sua moglie, le prove, il processo, lei ha avuto ciò che meritava” quasi urlò la donna “Cosa ha detto a questi due poliziotti? Non possono credere che lei sia innocente”
Fu allora che Ben si sentì in dovere di prendere la parola.
“Abbiamo trovato una mail, se è minacciata da qualcuno per aver testimoniato al processo…”
“Nessuno mi ha minacciato” confutò rabbiosa la donna interrompendo Ben puntandogli addosso gli occhi.
“Le ripeto che abbiamo una prova…” il giovane poliziotto tentò di risponderle con calma.
“Non ci credo!” sbottò ancora la donna “E poi da dove proviene questa prova? Come ne siete venuti a conoscenza?”
“Questo non ha importanza” replicò secco Ben “Ma vede il fatto che lei mi abbia appena risposto così significa che lei sa di cosa stiamo parlando”
“Se anche fosse, le ricordo che in un processo prove raccolte così non possono essere utilizzate” ribadì sicura la donna.
“Ascolti signora Kupfer” supplicò nuovamente Wust “Se Junker o il suo avvocato Porfidier la stanno in qualche modo minacciando o ricattando… se il caso venisse riaperto, se volesse ritrattare la sua deposizione, posso assicurarle che i due ispettori qui presenti la proteggeranno, Sophia avrà giustizia e…”
“Prima della sua evasione Sophia aveva avuto giustizia” sbottò nuovamente la donna e con uno strattone si liberò della presa di Wust.
“È inutile continuare” Semir prese la sua decisione “Se la signora non vuol collaborare…”
“Adesso chiamo la polizia” urlò di nuovo la donna, poi additando Wust “Il suo posto è in cella”
“Andiamo, troveremo un’altra soluzione” Ben si avviò verso l’uscita, seguito da Semir.
Dietro di lui Wust.
“Resterò colpevole a vita pur non essendolo” Mathias rivolse queste ultime parole alla donna prima di uscire.
Sabine Kupfer incrociò le braccia stizzita, nel suo volto comparve un’espressione accusatoria.

I tre stavano uscendo dalla porta principale quando davanti a loro a una decina di metri videro due uomini col passamontagna.
“Tutti dentro!” urlò Ben spingendo Semir e Wust all’interno della casa.
Appena in tempo per chiudere la porta, poi un attimo dopo si scatenò l’inferno.
La porta fu letteralmente crivellata da decina di colpi.
“Ci stanno sparando!” urlò Semir.
“Sai che novità” replicò Ben “Socio, cerchiamo di rispondere al fuoco…”
“Direi anche nel limite del possibile di prenderli vivi, secondo me quelli sono sicari di Junker” replicò tra gli spari Semir.
“Voleva le prove dell’innocenza di Wust?” urlò Ben all’indirizzo della donna che urlava dalla paura dopo che ebbe trovato riparo sotto ad una finestra “Secondo lei questi signori cosa vogliono?”
“Non lo so” urlò tra gli spari la donna.
“Secondo me queste brave persone vogliono lei morta che dice???”
“Ben” ribatté Semir rispondendo al fuoco “Non mi sembra il momento”
“Forse questo è il momento ideale per parlare” urlò Mathias all’indirizzo di Sabine Kupfer.
Semir e Ben si sporsero dalle finestre continuando a rispondendo al fuoco, altrettanto fecero i due sicari riparandosi dietro l’auto con cui erano arrivati.
“Ne ho colpito uno” quasi esultò Semir “Che dici se tentiamo di uscire?”
“Okay socio ti copro” confermò Ben,
I due malviventi vedendoli uscire risalirono velocemente nella loro auto sgommando via a tutta velocità.
“Wust lei si chiuda dentro, non apra a nessuno, leghi la Kupfer se serve a non farla scappare, è l’unica che la può scagionare” consigliò Semir.
“Ma voi che farete?” chiese Wust.
“Li inseguiamo, sperando di prenderli vivi, se ci dicono chi è il loro mandante possiamo considerare la faccenda chiusa…o quasi”
Ben e Semir salirono quindi nella loro auto lanciandosi al loro inseguimento, mentre Mathias Wust chiuse la porta d’ingresso.
“Adesso che vuole fare” chiese con voce terrorizzata la donna guardando dritto negli occhi Wust.
“Non le farò nulla, voglio solo la verità e adesso lei mi dirà come sono realmente andate le cose”
Wust aveva appena chiuso la porta quando da una stanza della casa sbucò un uomo armato.
“Direi che siamo arrivati tutti al capolinea” Sabine Kupfer e Mathias Wust si voltarono, davanti a loro un uomo, in mano brandiva una pistola provvista di silenziatore.

“Ma…ma…lei è…” balbettò Wust alla vista dell’uomo.
“Vedo che mi conosce” rispose l’uomo sulla soglia del salotto “Molto bene e ora che i suoi guardaspalle se ne sono andati, direi che è giunto il momento di chiudere i conti con il passato, una volta per tutte, porrò fine io stesso a tutta questa storia”
Josef Junker fece qualche passo all’interno della stanza, aveva approfittato del trambusto creatosi durante la sparatoria per intrufolarsi nella casa della donna e ora tenendo ben salda la pistola davanti a sé teneva sotto tiro sia Wust che Sabine Kupfer.
“Sabine che gli hai detto?” domandò Junker rivolgendosi alla donna, la sua voce però non sembrava minacciosa e questo insospettì Wust.
“Niente” ribadì secca la donna avvicinandosi all’uomo, ma la voce della donna aveva un timbro piuttosto inviperito “C’è mancato poco che i tuoi uomini mi uccidessero” continuò Sabine puntandogli un dito contro “Che ti è saltato in mente, eh? Non potevano aspettare che gli sbirri e lui uscissero?”
“Junker, maledetto bastardo, adesso ne sono sicuro, dietro a tutto questo ci sei tu” esordì Wust interrompendo la conversazione tra l’uomo e Sabine Kupfer.
“Già, purtroppo la tua mogliettina ha ficcato il naso dove non doveva, così pure il suo amico” rispose ironico Junker.
“Quindi li hai uccisi tu?” chiese conferma Wust.
“Beh non proprio io” replicò l’uomo guardandolo con un sorriso beffardo “All’epoca non avevo voglia di sporcarmi le mani e quindi assoldai un killer, ma tu avrai l’onore di essere eliminato da me, purtroppo i miei uomini sono tutti impegnati, ma posso assicurarti che come te anche quei due sbirri a cui hai chiesto aiuto non torneranno a casa loro con le proprie gambe”
“Brutto bastardo maledetto, hai fatto uccidere Sophia!” Wust avrebbe voluto saltargli al collo e ucciderlo con le sue stesse mani, ma Junker esplose un colpo che si piantò a pochi centimetri dai suoi piedi.
“Adesso verrai con me, ho una bella cascata di cemento che ti aspetta, sai sto costruendo un nuovo centro commerciale fuori città, in un certo senso tu ne diventerai una colonna portante”
“Maledetto” replicò quasi con le lacrime agli occhi Wust “Cosa aveva scoperto Sophia? Mi devi almeno la verità, per colpa tua ho passato quindici anni in prigione”
“Sophia era una delle mie migliori segretarie, ligia al dovere, mai e poi mai avrebbe infranto le regole e le leggi troppo rigide di questo paese” cominciò il racconto Junker “Un giorno casualmente assistette ad una mia conversazione con un mio collaboratore. Volevo comprare il terreno dove tra l’altro sorgeva la sua abitazione, avrei avuto a disposizione svariati ettari. Ovviamente lei si oppose, cercai di farla ragionare proporle un avanzamento di carriera, una nuova casa”
“Sophia amava quel luogo, mai e poi mai avrebbe acconsentito che al posto del verde di quel piccolo paradiso ci fosse il grigio dei suoi interessi…” incalzò Wust.
“Già era una donna molto cocciuta” continuò Junker “Cominciò a raccogliere materiale per portare avanti la sua causa ambientalista, povera illusa. Portò dei campioni del terreno in un laboratorio fuori città”
“Forse voleva qualcuno che non le sembrasse…compromesso” ribatté pronto Wust.
“Sicuramente, i miei tecnici avrebbero confermato che il terreno era…in ottima salute, e quindi voi da quel posto non ve ne sareste mai andati. Sophia voleva far capire all’intera cittadinanza che quello era più di un verde quartiere di periferia, era uno dei pochi polmoni verdi della città. Purtroppo i risultati delle analisi le confermarono che il terreno e le falde acquifere sottostanti alle case erano contaminate da sostanze tossiche. Sophia prese a cuore ancora di più l’intera faccenda, aveva paura delle conseguenze, timore di quello che sarebbe potuto accadere a lei o agli abitanti del quartiere, aveva paura per sua figlia. Se anche se ne fosse andata da quel posto…avrebbe voluto che il terreno fosse bonificato. E sapeva che non lontano dalla zona sorgeva una mia azienda farmaceutica”
“E Sophia ipotizzò che lei avrebbe messo davanti a tutto e a tutti i suoi interessi” Wust aveva le lacrime agli occhi.
“Anche lei non si fermò davanti a nulla” continuò Wust “Ormai aveva avviato, se vogliamo dirla in maniera teatrale, la sua macchina distruttiva. Contattò alcuni tecnici di Norimberga che trovarono anche l’aria contaminata. Lei mi disse che ero ancora in tempo per rimediare, ma avrei dovuto subito avviare una bonifica, in caso contrario mi avrebbe denunciato alle autorità competenti”
“Quindi l’ha uccisa e con lei tutti quelli che potevano sapere” constatò Wust “Anche il suo avvocato ha fatto uccidere, molto probabilmente aveva paura che potesse parlare con i poliziotti di Colonia. E il collega di Sophia trovato morto in casa nostra…immagino che fosse al corrente di tutto, aiutava Sophia e questo lo ha portato alla tomba”
“Lo sa anche lei che i costi di una bonifica sarebbero stati un salasso per le mie finanze, meno costoso corrompere funzionari e tecnici di laboratorio” replicò Junker.
“Ma sono pronto a scommettere che Sophia non si lasciò intimorire, forse anche per questo mi tenne all’oscuro di tutto, sapeva che avrei potuto dissuaderla da…” Wust non riuscì a finire la frase, un groppo alla gola gli impedì di continuare a parlare”
“Sì una lotta contro i mulini a vento” rise ironico Junker.
“Fece un fatale errore cercò l’aiuto di una persona che teneva più a me che a lei” Junker strizzò maliziosamente l’occhio a Sabine Kupfer.
Mathias ebbe una folgorazione. “Maledetta … tu non eri solo una sua collega, eri sua amica … tu l’hai tradita … lei si era confidata con te”

Nel frattempo Ben e Semir per le strade di Cottbus stava inseguendo i due killer che avevano cercato di ucciderli a casa di Sabine Kupfer.
“Questa volta non ci scapperanno” incalzò Semir inserendo la marcia “Anche se abbiamo questa carretta. Cavoli cosa darei per avere la mia auto, mi accontenterei anche del tuo ammasso di ferraglia”
“Ehi” sbottò Ben “Come ti permetti…dai accelera che li perdiamo”
“Ci provo, ma quelli corrono, hanno sotto il sedere un discreto mezzo e noi non siamo sull’Enterprise, socio” sbottò Semir schivando per un pelo un uomo in bicicletta.
“Tutte scuse, hai sempre detto che guidi meglio di molti piloti di Formula Uno, dai socio, fammi vedere il Vettel Turco che è in te!”
“Spiritoso” replicò Semir “Tu intanto cerca di sparare alle gomme, fermiamoli in qualche modo, quei due ci servono vivi potremmo convincerli a collaborare in cambio di uno sconto di pena”
“Tu speri in una confessione contro Junker…hai sentito cosa ha detto Wust, o no? Sai comincio a credere anche io che qui sono tutti corrotti”
“Via troveremo una mosca bianca, tutte le città le hanno…non puoi credere che qui tutti siano così in questa città ci sarà pure del buono…la città che ha visto nascere Livyana”
“Molto poetico!” rimbeccò Ben “Ma la verità mi sembra un’altra”
“Senti chiamiamo Susanne, chiediamo l’ausilio dei colleghi di Cottbus. Se la polizia locale ci vede sfrecciare per la loro città rischiamo che arrestino noi e ci scappino i veri cattivi”

Intanto a casa di Sabine Kupfer Junker teneva ancora sotto scacco Mathias Wust.
La donna si avvicinò a Junker abbracciandolo “Josef mi pagò molto profumatamente per questa mia informazione e tra noi come vede c’è più di una semplice collaborazione in ambito professionale” e i due si baciarono appassionatamente sotto lo sguardo allibito e al contempo disgustato di Wust.
“Sophia era una sentimentale da pochi mesi aveva appena dato alla luce una bambina, diceva che non voleva che vivesse in una città ‘sporca’ dove tutto e tutti sono corrotti, Sophia amava questa città…e in questa città è morta” replicò maligna.
Wust avrebbe voluto saltare al collo anche a lei.
“E il suo collega? Perché uccidere anche lui? Non poteva corromperlo…” incalzò Wust.
“Dovevamo eliminare tutti i testimoni, anche lei Wust, solo che non sapevamo come quindi escogitammo un piano” incalzò ancora Junker.
“Sapevo che il suo collega sarebbe andata da lei, Sophia gli avrebbe consegnato dei documenti da portare in procura a Norimberga. Lei non poteva muoversi da casa per via della bambina” proseguì Sabine Kupfer “Io ovviamente avvisai Josef, mi disse che avrebbe risolto tutto lui e così fu”
“Certo la polizia ha scoperto il cadavere del collega di Sophia al piano superiore, disteso sul letto matrimoniale. In questo modo si sarebbe subito pensato ad un marito geloso che uccide la moglie e il suo amante in un raptus di follia. Poi mi ha affibbiato un avvocato corrotto…e il resto lo posso immaginare” Wust non riuscì più a trattenere le lacrime.
“Adesso basta chiacchiere” e senza preavviso Junker sparò un colpo di pistola.

Angolino musicale: meglio tardi che mai…
Grazie come sempre alla mia Beta Maty!!!
Buon 2018!!!
A presto.
CBJ.
Demons (Demoni) Imagine dragons
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=mWRsgZuwf_8
Quando i giorni sono freddi E le carte sono piegate E i santi che vediamo Sono tutti fatti d'oro...Quando tutti i tuoi sogni falliscono e le persone che salutiamo sono le peggiori fra tutti e scorre vecchio sangue…Voglio nascondere la verità Voglio proteggerti…Dicono sia ciò che fai Io dico che dipende dal destino È intrecciato con la mia anima Non posso fuggire da tutto questo ora…
  
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