Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: __roje    28/12/2017    1 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Aki Nomura è solo un ragazzo di 16 anni che ha sempre sognato di poter condurre una vita scolastica del tutto normale, fatta di amicizia e nuovi amori. Tuttavia la realtà in cui si trova non è affatto così; a causa di diversi eventi il suo carattere è diventato molto più rude e introverso e i primi due anni di scuola non sono stati esattamente ciò che credeva ed una delle ragione è la continua presenza nella sua vita di quello che una volta era il suo migliore amico: Hayato Maeda. Un ragazzo di straordinaria bellezza che viene definito da tutti "Principe" per i suoi tratti e i suoi modi, ma la realtà è ben altra infatti Aki scoprirà presto i nuovi gusti sessuali della persona che credeva di conoscere bene e da quel momento tutta una serie di strani eventi cominceranno a susseguirsi nella vita di questo giovane ragazzo.
IKIGAI: è l'equivalente giapponese di espressioni italiane quali "qualcosa per cui vivere" o "una ragione per esistere" o "il motivo per cui ti svegli ogni mattina".
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
Speciale Christmas!
- terza parte


Ascoltate questa cover mentre leggete il capitolo. In questi giorni io e mio fratello ci siamo incollati alla tv per Kingdom Hearts CLICK!

18:50
Ero riuscito a tornare a casa in tempo per cambiarmi. Prima di tornare avevo preso un caffè con Kuro, avevamo parlato un po’ in generale come vecchi amici. Lui lo sapeva bene che non potevo dargli di più e stranamente sembrava essersi rassegnato a tale idea.
Per l’occasione avevo indossato una semplice felpa grigia mettendoci su un giubbino sportivo nero che avevo preferito tenere aperto. Sistemai in bagno i capelli lasciandoli un po’ scombinati ma al tempo stesso sistemati sulla fronte e le orecchie. All’idea di uscire con Aki mi anticipai un po’ non potendo più aspettare e uscii di casa per andarlo a chiamare.
Prima di lasciare casa avevo anche portato con me il suo regalo, avevo fatto confezionare un grazioso pacchetto. Mi chiedevo se gli sarebbe piaciuto.
Bussai alla sua porta e ad aprire fu la madre. “Oh Hayato ciao!”
“Salve signora, c’è Aki?”
La donna parve pensierosa e guardò verso il basso, “Ehm è uscito qualche ora fa ma ancora non è tornato. Aveva un appuntamento con qualcuno perché è uscito per comprare una cosa.”
“Comprare una cosa?”
Ero confuso. Sapeva bene dell’orario del nostro appuntamento ed era uscito comunque, immaginai allora che la persona di cui parlava la madre fosse Yoshida e mi salì un po’ di rabbia a tal pensiero.
Salutai la madre e mi allontanai dalla sua casa cercando sul cellulare il numero di quel suo amico. Forse sapeva qualcosa, o forse erano insieme. Avrei ammazzato Aki questa volta!
- Pronto? –
“Yoshida sono Hayato.”
Sentii un casino assurdo dopo aver pronunciato il mio nome. – Principe?! Come fai ad avere il mio numero!” –
“Me l’ha dato Aki mesi fa.”
- Quel cretino... cosa vuoi?” –
“Dov’è Aki? La madre ha detto che doveva vedersi con qualcuno ma oggi aveva appuntamento solo con me.”
Ci fu un silenzio. – Guarda che io non l’ho sentito oggi, sicuro che non sia venuto da te? –
“Vengo da casa mia idiota!”
- Ehi calmati! –
Cominciai ad avvertire un po’ di preoccupazione così decisi di chiudere la chiamata senza aggiungere altro, senza neppure salutarlo e composi rapidamente il nome di Aki per vedere dove fosse finito ma quando cominciò a bussare subito dopo partì il messaggio di segreteria. Il suo numero era irraggiungibile, ma dove diavolo era finito?!
 
19:15
La batteria del mio cellulare era andata visto quanto lo avevo usato per cercare un posto dove comprare il regalo di Hayato. Non potevo nemmeno avvertirlo ed ero ancora in compagnia del bambino di nome Yousuke.
Lo accompagnai alla centrale di polizia più vicina denunciando il suo smarrimento, da quel momento se ne sarebbero occupati loro. Tuttavia il bambino non voleva restare da solo così restare con lui fin quando non sarebbe apparsa la madre.
Mi sentivo così male. Probabilmente Hayato era venuto a casa mia e non mi aveva trovato. La mamma non sapeva che dovevamo vederci, nè che ero uscito per prendere il regalo proprio a lui. Quella vigilia stava prendendo una strana piega e il tempo scorreva rapidamente. Con la testa ero altrove e immaginavo la cena che avremmo fatto insieme, e poi la nostra bella passeggiata.
“La mamma non verrà più?” chiese il piccolo un po’ sconfortato.
“Certo che sì, sta arrivando.”
In quel momento sentii un chiaro brontolio provenire dalla pancia del bambino, chissà da quanto girava da solo. Così chiesi all’agente se avesse qualcosa da mangiare ma rispose di no, e con me non avevo altri soldi visto che sarei dovuto tornare a casa ma non ci ero riuscito.
Guardai il piccolo pacchetto che avevo appoggiato su una sedia non lontano da noi e sebbene a malincuore dovetti farlo, aprii la confezione che tanto avevo faticato a cercare.
“Ti piacciono i panini dolci?” domandai.
Yousuke parve non capire all’inizio poi quando gliene offrii uno si illuminò e cominciò a divorarlo. Con serenità gliene offri altri due fin quando non si saziò e poco dopo si assopì poggiando la sua piccola testolina sulle mie gambe.
Passò altro tempo, ore che parvero interminabili e molto presto si fecero le dieci passate. Arrivai al punto di pensare che la madre di quel bambino non sarebbe mai arrivata poi dal nulla la porta della centrale di polizia si spalancò ed entrò una donna sudata, il trucco sbavato, i capelli in disordine, che guardò dritto nella mia direzione e quando vide il bambino addormentato su di me scoppiò a piangere.
“Yousuke!” gridò forte gettandosi su di lui svegliandolo, la donna poi si rivolse a me “Grazie, grazie, grazie!!”
Le sorrisi e mi lasciai riscaldare dall’amore di quella donna verso il suo bambino. Dal suo aspetto potevo affermare che non aveva mai smesso di cercarlo da quando lo aveva perso, ed ero felice di averla aiutata ma arrivato a quel punto era il momento di andare così lasciai presto il posto e iniziai di nuovo a correre verso la stazione sperando di poter ancora raggiungere Hayato.
Tutto era andato diversamente da come avevo pensato. Del regalo di Hayato mi restava un solo panino dolce e la confezione era tutta aperta. Ormai erano le dieci passate ed ero anche vestito male. Avevo combinato ancora una volta un disastro e ne ero consapevole, dovevo una spiegazione ad Hayato e chissà come avrebbe reagito.
Più correvo e più potevo notare intorno a me che tutti stavano festeggiando la vigilia. Le luci abbracciavano la città, e aveva persino cominciato a nevicare in maniera molto lieve. Molto presto sarebbe stato natale e io non ero insieme a lui, a tal pensiero il cuore mi faceva male, soprattutto sapere che era ignaro di dove fossi finito.
Arrivai finalmente alla stazione, in quel momento l’orologio segnò le undici. Che mi sbrigavo a fare, ormai era tardi per il nostro appuntamento. I progetti che Hayato aveva fatto erano sfumati ore fa e mi dispiacque così tanto.
Avevo sbagliato tutto fin dall’inizio, ero riuscito a fare ogni cosa persino ad aiutare un bambino ma non ero stato capace di stare insieme a lui quel giorno. “Mi dispiace Hayato...” dissi tra me stringendo contro il petto quello che ormai non era più un regalo.
“Quante volte sentirò ancora questo – mi dispiace Hayato – prima che tu smetta di fare disastri?”
Un sogno, un allucinazione? Era possibile o forse era semplicemente un miracolo di Natale perché quando alzai lo sguardo, davanti ai miei occhi c’era proprio lui con le gote arrossate dal freddo e con in mano un pacchetto giallo.
Era impossibile ma lui era proprio lì davanti ai miei occhi in carne ed ossa e non era arrabbiato ma mi sorrideva.
“H-hayato...” borbottai, “Hayato!” mi gettai letteralmente verso di lui lasciandomi catturare dalle sue ampie braccia. Mi strinse a se accarezzandomi la testa dolcemente.
“Per un momento ho pensato che te la fossi svignata per non passare il Natale con me.”
Mi strinsi a lui “Idiota. Sono successe tantissime cose e ho fatto tardi.”
“Ma dove sei finito? Mi sono preoccupato moltissimo.”
Mi separai da lui un momento. Ero indeciso se darglielo o meno, ma ormai il danno era fatto e trovando il giusto coraggio allungai la mano per offrirgli il mio pacchetto mezzo aperto. “D-doveva essere più bella la confezione ma sono successe delle cose ed ora è così, spero ti piaccia!”
Hayato perplesso del gesto improvviso afferrò il pacchetto non capendo di cosa si trattasse. Vi infilò la mano dentro per estrarne il contenuto e quando lo fece sgranò gli occhi come se avesse visto un fantasma.
“So che non è granché ma davvero non sapevo cosa prenderti, ma non ho trovato nulla. A noi non piacciono le stesse cose dopotutto ma poi mi sono ricordato di quella volta che da piccoli sono riuscito a farti piacere una cosa che piaceva anche a me” indicai il panino dolce con la mano “questa è l’unica cosa che piace ad entrambi.”
Hayato li per li non ebbe nessuna reazione, restava zitto e aveva nascosto il viso sotto la lunga frangia e teneva stretto nella mano quel misero panino. Mi ero sbagliato, la mamma aveva parlato di amore ma non era bastato.
“Hayato mi dispiace di aver rovinato tutto...”
Fu in quel momento che Hayato morse il panino e dopo aver ingoiato il primo boccone sollevò finalmente il viso a guardarmi, sfoderò un ampio sorriso a trentadue denti che fu più splendente di qualsiasi diamante esistente. La faccia gli si illuminò sorprendentemente e il cuore mi partì a raffica.
“Ma dove diavolo l’hai trovato visto che ormai sono fuori produzione!” esclamò ridendo.
Mi sciolsi come neve al sole nel vederlo così divertito della cosa, e lessi nella sua reazione così tanto stupore che mi ricordò all’improvviso un bambino piccolo. Ero felice che almeno un po’ avesse apprezzato la cosa.
“Storia lunga anche questa” cominciai a dire, “dovevano esserne di più all’inizio, mi dispiace che ne sia solo uno ma io-“
A quel punto Hayato mi catturò nuovamente nelle sue braccia stringendomi forte a se, petto contro petto e sentivo forte anche i battiti del suo cuore. I nostri occhi si incontrarono e per un momento fui capace di leggere i sentimenti di Hayato, che in quel momento erano molto simili ai miei. Finalmente erano allo stesso livello.
Il tempo sembrò fermo, e tutto il freddo che avevo sentito fino a quel momento era svanito lasciando posto solamente ad una calda sensazione di tepore che sembrava abbracciare entrambi.
Hayato si separò appena da me per guardarmi in faccia “Credo che ormai sia tardi per la nostra cena.”
“Avevi prenotato in qualche posto?”
“Sì ma ormai è tardi, ma forse non è troppo tardi per l’altro posto” e detto ciò mi catturò la mano costringendomi a seguirlo chissà dove.
Attraversammo mezza città mano nella mano, ma nessuno sembrò curarsi di noi. Erano tutti troppo impegnati a fare altro, e anch’io cominciai a lasciarmi andare godendomi tutto ciò. La sua mano era stranamente calda, quando di solito non lo era mai e mi teneva stretto quasi come se avesse paura che scappassi di nuovo.
Non mi resi conto di quanto camminammo, ma quando i piedi iniziarono a farmi male mi resi conto che stavamo girando da un po’ e finalmente dopo lungo vagabondare arrivammo alla famosa destinazione.
Hayato si fermò davanti a me e sorrise “Anch’io mi sono chiesto cos’è che ti sarebbe piaciuto fare, e conoscendoti avresti odiato qualsiasi luogo smielato da coppiette così ho pensato ad altro ed eccoci qua.”
Mi mostrò con la mano quale spettacolo guardare, si spostò per lasciarmi la visuale libera e non appena la sua figura sparì, davanti a me si aprì un incantevole viale alberato completamente illuminato da tante luci colorate di blu e bianco che rendevano il posto quasi fatato. Sollevai la testa e ovunque non c’erano che luci, quasi a voler simulare un cielo stellato. Intorno a noi non c’era nessuno, c’eravamo solo noi in quella distesa incantevole di luci e rami spogli. La neve continuava a cadere e non faceva altro che rendere quello spettacolo ancora più magico di quanto non fosse già.
Era da settimane che vedevo addobbi natalizi ovunque, e certamente quello non era il primo viale alberato che vedevo conciato in quel modo ma chissà perché, forse il fatto che fosse disabitato o che Hayato avesse pensato a quanto amassi simili scenari mi riempì il cuore di una gioia indescrivibile.
“E’ bellissimo” dissi senza rendermi conto di star sorridendo da un po’.
Inaspettatamente Hayato tirò fuori qualcosa dalla tasca e senza farmi capire di cosa si trattasse me lo piazzò in testa. Qualcosa di caldo mi avvolge il capo e riconobbi di cosa si trattava toccandolo e percependone la lana. Allora guardai Hayato in modo confuso senza capire.
“Buon Natale Aki” trovai davanti a me un Hayato felice, “questo è il tuo regalo.” Tirai via quel capellino e me lo rigirai tra le mani per guardarlo meglio e notai che non era affatto cucito bene, anzi c’erano diversi buchi qua e là e molte maglie erano larghe. Capii allora che non era affatto comprato ma era fatto a mano, sconvolto di quella rivelazione lo guardai ad occhi spalancati. Hayato capì che finalmente avevo colto la cosa, e me lo rimise in testa. “Non avresti accettato nulla di costoso quindi ho scelto di fare una cosa del genere.”
“Ma da quando sai fare cose del genere?”
“Diciamo che con la febbre ho avuto molto tempo per imparare.”
Con ciò cominciai a collegare diverse cose. Rammentai di alcune riviste curiose sul cucito. Ripensandoci lui stava preparando ciò da quasi molto prima che io iniziassi a cercare il suo regalo, ancora una volta questo dimostrava quanto i suoi sentimento fossero dieci, no, mille volte più forti dei miei. Aveva pensato che non avrei accettato nulla di comprato e aveva ragione così mi aveva fatto lui stesso qualcosa.
“Hayato grazie, davvero” sollevai il viso per guardarlo e istintivamente, quasi senza pensarci rilassai tutto il viso in un ampio sorriso in modo che potesse percepire quanto ero felice di quel dono. Sperai che lo capisse.
Hayato da parte sua sgranò gli occhi stranamente, forse avevo fatto qualche faccia strana e immediatamente me ne vergognai. Dovevo essere orribile in quel momento, ero conciato male e non mi ero nemmeno cambiato. Era proprio il mio stato peggiore quello, tuttavia però, Hayato se ne fregò di come potessi apparire e catturò il mio viso tra le mani tirandolo a se e baciandomi passionalmente. Immediatamente sentii il suo sapore, il suo tipico e buonissimo profumo così particolare. Mai in vita mia avrei scommesso che sarei finito a festeggiare la vigilia con lui, e non come coppia. All’inizio avevo negato a me stesso i miei sentimenti, avevo cercato di convincermi che non era amore e che non ero gay. Avevo pensato a tante cose stupide senza rendermi conto che quel sentimento che provavo andava oltre ciò che era l’apparenza e il razionale. Lui era stato speciale ancor prima che me rendessi conto davvero, mentre Hayato aveva colto tutto ciò molto prima di me e mi aveva insegnato la gioia dell’amore.
“Hayato grazie, non solo per questo spettacolo e il regalo ma per ogni cosa. Sei stato paziente e buono con me, mentre io spesso sono stato insopportabile.”
“Aki..”
Hayato mi fissò stupito che stessi dicendo certe cose ma era ciò che sentivo dentro e finalmente riuscivo a formularlo a parole.
“Sono felice di essere qui con te oggi.”
Non era un ti amo, nè una dichiarazione da manuale e pregai che fosse quanto meno abbastanza per fargli capire ciò che sentivo, e che non era l’unico a sentirsi così. Hayato in tutta risposta mi strinse la mano, e mi guardò dritto negli occhi mostrandomi un sorriso sereno. Intorno a lui c’erano migliaia di luci blu che non facevano che sposarsi e far brillare ancora di più il blu delle sue iridi. Era bello da morire, ma non solo. Era la mia persona speciale.
Improvvisamente Hayato si avvicinò al mio orecchio e in un sussurrò mi disse la solita frase, quella che spesso aveva ammesso con tanta facilità ma che era rigonfia di sentimenti che aveva tenuto segreti per anni.
Ti amo.”
A quel punto mi sciolsi completamente. Ero sul serio felice di essere lì con lui, che quell’anno si fosse dimostrato così speciale da regalarmi proprio Hayato. Dentro di me l’unico desiderio che avevo per l’anno nuovo era di restare ancora così, e che i nostri sentimenti potessero rafforzarsi ancora di più. Magari anch’io un giorno avrei trovato il coraggio di dichiarargli quanto lo amavo, anche se forse lui lo sapeva già.


Note autrice: Alla fine di ogni anno si fa un po' il resoconto di tutto quello che ci è successo, e io di solito lo faccio. Normalmente sono una persona abbastanza romantica, ma non in senso amoroso, bensì sono molto attaccata alle tradizioni, ai ricordi, ai gesti, e alle parole. Tengo a piccole cose che per molti sono banali o si danno per scontato, e quindi ogni anno porta via con se uno scrigno di quelli che sono stati momenti unici. Da questa piattaforma mi porto dietro sicuramente tanti complimenti, tante belle parole spese verso una passione che in adolescenza mi ha aiutato a superare un periodo brutto. Scrivere mi ha aiutato a crescere, ma anche a scappare dalla realtà quando ne avevo bisogno, e se ancora oggi sono seduta qui a riempire fogli bianchi non è solo per chi mi segue ma soprattutto per me stessa. Ovviamente ringrazio tutti, in particolare chi ha sempre commentato e ha voluto spendere due parole per me. Grazie davvero, e vi auguro un buon 2018, che possa essere sereno per tutti <3


Seguimi sulla Pagina Ufficiale

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: __roje