Kageyama
riaprì pigramente gli occhi. Cassandra, seduta sul divano affianco a lui
continuava a carezzarlo teneramente. Vedendo il suo ragazzo in estrema
difficoltà, l’italiana l’aveva portato a casa sua, permettendogli di sfogarsi e
rimanendogli sempre vicino. Lentamente Reiji si era calmato, cullato dalle
attenzioni della fidanzata, ed era crollato in un sonno leggero.
Svegliandosi
però l’ansia era tornata, anche se differente da quella di prima. Il ragazzo si
mise dritto, tenendosi la testa.
-Devo
mettermi a studiare…
Subito
anche Cassandra si mise a sedere composta.
-Ma Reiji…
Sei sicuro? Si sta facendo tardi e tu
hai avuto una giornata intensa…
Il
ragazzo si lasciò scappare un singhiozzo, il suo volto era una maschera di
preoccupazione.
-Se non
mi posiziono decentemente ai prossimi esami mi bocciano! Non voglio passare un
altro anno in quel buco infernale…
La
castana si chinò sul suo fidanzato, carezzandogli la schiena per rassicurarlo.
-Andrà
tutto bene Reiji, se ti impegnerai riuscirai di sicuro a ottenere un buon
risultato.
Cassandra
sapeva che la cosa era difficile: Kageyama aveva da recuperare un sacco di
lezioni su tutte le materie e lei stessa avrebbe voluto iniziare ad aiutarlo da
quel pomeriggio, ma dopo ciò che era successo a scuola non era stato possibile.
Un’idea
balenò in testa alla ragazza che iniziò a sorridere dolcemente, facendo alzare
il volto al suo fidanzato.
-Che ne
dici di dormire qui con me stasera? Così non dovremo preoccuparci di fare
troppo tardi!
Reiji la
guardò con occhi languidi. Non desiderava altro che rimanere con lei al sicuro
in quella casa piccola e accogliente, tanto diversa dalla sua, fredda e vuota.
-Sì, mi
piacerebbe! Però le mie cose…
Il
ragazzo non voleva tornare al suo appartamento per recuperare il necessario per
la notte, non voleva affatto tornare a casa in realtà. Aveva paura di trovare
Daisuke ad aspettarlo.
Non era
strano, l’allenatore l’aveva raggiunto spesso a casa per parlargli e un nuovo
confronto con lui era l’ultima cosa che Kageyama voleva.
Cassandra
gli carezzò una guancia, continuando a sorridere.
-Non ti
preoccupare, passo io a recuperare tutto! Tu rimani qui e inizia pure a
studiare. Non ti vergogni se metto mani tra le tue cose, no?
Con il
tono scherzoso dell’ultima affermazione la ragazza riuscì a strappare un
sorriso al fidanzato.
-No,
certo che no… Vai pure Cass, e grazie…
Dopo aver
istruito Reiji su cosa studiare e da dove iniziare, Cassandra uscì.
Rimasto
solo, Kageyama aprì un libro e iniziò a far scorrere pigramente gli occhi sulle
parole stampate, ancora troppo stanco per concentrarsi appieno nello studio.
La sua
mente si faceva rapire facilmente dalla fantasia, immaginandosi una vita
insieme a Cassandra, lontani da quella città e da tutto il dolore che gli era
stato inflitto lì.
Il ragazzo
indugiò a lungo sul pensiero di quando la ragazza sarebbe tornata, di quanto
sarebbe stato bello accoglierla con calore e da quanto tempo era passato dall’ultima
volta che aveva detto “bentornato” a qualcuno.
Quando
sentì la serratura della porta scattare, il cuore di Reiji saltò un battito.
Vedendo
la sua ragazza tornare, con le guance arrossate per la corsa appena fatta e i
capelli scompigliati a causa del vento, Kageyama non poté fare a meno di
sorridere. Probabilmente se non fosse rimasto intrappolato in quella serie di
eventi sfortunati non avrebbe mai avuto occasione di rivolgere la parola a
Cassandra, non avrebbe scoperto quanto quella ragazza poteva essere gentile,
divertente e rassicurante. Era davvero felice di averla incontrata, anche se
quello significava accettare tutto quello che gli era successo. Il pensiero di
essere legato all’italiana rendeva il tutto più sopportabile.
-Cass…
Bentornata.
Sentendosi
rivolgere la parola, Cassandra si girò subito verso il fidanzato, sorprendendosi
nel vederlo sorridere. Nonostante questo ricambiò con un sorriso pieno di
calore.
-Scusa se
ti ho fatto aspettare, sono a casa!
I due passarono
la serata a studiare, con Cassandra vicino Kageyama riusciva a essere più
concentrato e l’italiana lo metteva in condizioni di non pensare ad altro,
cucinando per lui e sistemandogli una stanza per la notte.
La
mattina dopo i due si avviarono a scuola tenendosi per mano e Reiji non mollò
la presa sulla ragazza neanche quando furono raggiunti dalle amiche di lei.
Il castano
era troppo stanco per provare imbarazzo, non aveva il tempo né la voglia di
preoccuparsi per cose così futili. Le amiche di Cassandra poi non creavano
grossi problemi.
-Dove
siete finiti ieri? Abbiamo provato ad aspettarvi ma siete completamente
scomparsi.
Disse Emi,
scrutando i due con aria pensierosa.
-Scusatemi,
volevo venire a salutarvi, ma Kageyama si è sentito male e l’ho accompagnato a
casa…
Reiji
sapeva che era tutta una scusa, ma il tono di Cassandra era così gentile e
dispiaciuto che per un attimo il ragazzo pensò che fosse esattamente come
diceva lei.
-Non ti
sei ancora rimesso del tutto, Kageyama?
Con la sua
bassa statura e i suoi occhi grandi, Aina sembrava ancora una bambina delle elementari,
ma la timida preoccupazione con cui si rivolgeva al ragazzo le conferiva un
senso di maturità, come una sorella maggiore che si preoccupa per i suoi
fratelli.
-Sì, mi
capita ancora di stare male… Ma non posso permettermi di stare a casa, ho già
troppe lezioni da recuperare.
Una sonora
pacca raggiunse la schiena del ragazzo, facendolo quasi cadere.
-Beh, se
hai bisogno di una mano e Cass non si trova non farti problemi a chiedere a
noi. Sei il fidanzato della nostra amica, dopotutto!
Vedendo
Reiji a un passo dal capitombolo per la pacca di Emi, l’italiana fulminò l’amica
con lo sguardo, cercando poi a gesti di allontanarla dal ragazzo per evitare
che facesse altri danni.
Un’atmosfera
così cordiale sembrava strana a Reiji: abituato a essere un solitario anche
prima di chiudersi in casa, essere circondato dalle risate di altri ragazzi,
essere vittima di scherzi innocenti e oggetto delle premure di qualcun altro erano
esperienze nuove, che non gli dispiacevano così tanto. Non riusciva però a
farsi trasportare da quell’atmosfera rilassata, la paura di incontrare Daisuke
e l’angoscia degli esami imminenti lo inchiodavano alla realtà.
Neanche
una volta raggiunta la Raimon Reiji volle lasciare la mano della fidanzata. L’accompagnò
fino alla sua classe, riluttante all’idea di separarsi da lei per la giornata
scolastica. Mentre ascoltava sovrappensiero le chiacchiere delle tre ragazze,
Kageyama vide con la coda dell’occhio una figura familiare che gli fece gelare
il sangue nelle vene.
-Ah,
Kageyama! Finalmente ti sei degnato di tornare!
Hibiki
Seigou, il capitano della squadra di calcio della scuola, faceva lezione proprio
nell’aula affianco a quella di Cassandra e vedendo il suo ex compagno non si
era fatto problemi a rivolgergli la parola.
Di tutti
i ragazzi della squadra, Hibiki era forse la persona con cui Reiji aveva il
rapporto migliore. Nonostante questo il castano non aveva voglia di parlarci,
voleva tagliare i ponti con tutto ciò che gli ricordava Daisuke. Non rimanendo
molto sorpreso dal silenzio dell’altro, Seigou continuò a parlare.
-È vera
la storia che lasci il club di calcio?
Kageyama
deglutì a fatica, evitando di guardare l’altro negli occhi.
-Sì…
Hibiki
alzò le spalle.
-Comprensibile,
in fondo sei stato assente un sacco di tempo. Avrai da studiare un sacco, non
ti saresti concentrato sugli allenamenti… Va beh, il problema sarà farlo capire
al coach. Non sai che testa ci ha fatto stamattina chiedendoci di te, se
sapevamo cosa ti fosse successo… Ha detto che ieri gli hai urlato contro e
quando è andato a casa tua per parlarti una ragazza gli ha tirato un libro in
testa quando gli ha chiesto di te. Secondo me ha bisogno di una vacanza…
I quattro
ragazzi rimasero in silenzio, guardando Hibiki esterrefatti. A interrompere
quel momento ci pensò il suono della campana che annunciava l’inizio delle
lezioni.
-Beh,
meglio andare. Ci parlo io con l’allenatore, gli dico di lasciarti stare almeno
fino agli esami. Ci vediamo in giro, Kageyama.
Anche dopo
che Hibiki si fu congedato i quattro ragazzi rimasero in silenzio, sconvolti da
quello che avevano appena sentito.
Kageyama
sapeva che più o meno tutto quello che gli era stato riferito era vero, ma la
parte sulla ragazza era nuova anche per lui. Reiji si girò verso la sua
fidanzata, che era diventata rossa come un peperone. Era lei la ragazza di cui
Hibiki stava parlando? Per Emi era così, infatti la corvina scoppiò in una sonora
risata proprio in faccia dell’amica.
-Hai tirato
un libro al coach Endou?!
Cassandra
cercò disperatamente di tappare la bocca all’altra, ancora più rossa di prima.
-Zitta!
Guai a te se lo racconti in giro.
Guardando
il comico bisticcio tra le due ragazze, Kageyama sorrise appena. Cassandra era
davvero pronta a fare di tutto per lui.
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Angolino rotondo
Ahahahahah, e anche questo capodanno capitolo! Non ho avuto tempo di
betarlo, sarà pieno di errori ecce cc ma sono di fretta. Se quest’anno non
aggiorno più spesso avete il diritto di fustigarmi. Ora vado che sono (come al
solito) in ritardo. Buon anno a tutti!
Ci sentiamo presto,
-Lau ° 3 °