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Autore: halsey1696parrish    01/01/2018    1 recensioni
[La Quinta Onda]
Sono arrivati senza preavviso portandosi via ogni cosa.
La nostra vita, la nostra famiglia, le nostre città, la nostra umanità.
Chi rimane combatte per ciò che ha perso, per sconfiggere gli intrusi.
Gli Alti hanno preso anche i nostri volti, ora sono come noi.
Ma loro non avranno mai l'umanità che ci hanno portato via.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il sole sorgeva lentamente, cullando il mondo come in un caldo abbraccio. 
Alcune cose non cambiavano mai, neanche dopo un'invasione aliena. E molto probabilmente erano quelle cose a farti andare avanti e a non farti perdere del tutto la speranza. 
La consapevolezza che una volta che tutto sarà finito si potrà riacquistare quella normalità che si aveva prima. Anche se io ho un paio di dubbi su questa cosa. 
-Davvero ti porti dietro l'annuario del liceo?- la risata di Andy mi scaldò il cuore ancora una volta. Eravamo svegli già da un po',o per lo meno Andy, in quanto io stranamente non ero riuscita a chiudere occhio.
Il ritrovo di Andy aveva scaturito in me una sorta di paura che era riuscita ad attanagliare il mio cuore e anche a togliermi quel poco di sicurezza che avevo riacquistato in vari mesi. Era strano, in quanto doveva essere il contrario. Il ritrovamento di una persona famigliare, soprattutto di una persona a cui tenevi molto, doveva darti sicurezza e speranza. Con me era stato diverso. Avevo la folle paura che Andrew si trasformasse davanti ai miei occhi da un momento all'altro e mi soffocasse. Che mi tradisse.

-Si...volevo ricordarmi tutti quelli che conoscevo. Avevo paura di dimenticare i loro volti.- dissi con tutta sincerità, stringendomi nel mio misero cappotto umidiccio. 
Andy affilò lo sguardo e lo abbassò subito dopo, facendo guizzare le piume che aveva tatuate sul collo. 
Andrew, per essere un giocatore di football e anche il più popolare della scuola, sembrava più il classico ragazzo da cui stare alla larga: molti tatuaggi sparsi per il corpo, due piercing, guardaroba completamente nero e appassionato di metal. Beh, era diverso. Ma dovevo ammettere che sapeva il fatto suo. Una media impeccabile e il suo cuore grande gli regalavano dei punti in più che lo facevano volare direttamente in cima alla classifica. 
Iniziò a sfogliare le pagine, una ad una, con tanta accuratezza, come se le pagine si potessero disintegrare da un istante all'altro. Si fermò proprio su tutti gli alunni del nostro anno. Lui era fra i primi. 
-Cavolo, questa foto è uscita proprio male.- disse indicando se stesso nella piccola foto stampata su quella pagina. Mi lasciai scappare una leggera risatina. -Dai, non è poi così male. Guarda la mia allora.- sfogliai la pagina subito dopo, trovando la mia foto sotto la lettera "M". Evangeline Miller. 
Sembravo un'altra persona in quella foto. Era come riguardare la storia di un'altra vita. O ancora peggio, sfogliare un album di una vita non più tua. 
Mi ricordo ancora il giorno in cui vennero scattate le foto dell'annuario, uno dei pochi che ricordo. 
-Dai perché? Eri carina in questa foto.- si complimentò Andy con me, guardandomi dritto negli occhi. Sprofondai nel suo blu immenso, come ai vecchi tempi. 
Avevo sempre amato i suoi occhi, soprattutto il loro colore. Una sfumatura particolare di blu mare, tendente molto all'azzurro. Sarei stata ore a guardare i suoi occhi senza mai stancarmi. Se gli occhi erano lo specchio dell'anima allora l'anima di Andy doveva essere proprio pura. Ma se questo detto dica la verità o meno, tutti i sopravvissuti oggi avrebbero gli occhi spenti o come buchi neri dove perdersi. Si, perché le nostre anime erano segnate da tutto quello che era successo, da tutti i gesti violenti compiuti e senza più umanità.  
-Oh...Nate...- Andy sosprirò profondamente, spostando il suo indice qualche fila sopra di me, sulla foto di Nate tutto sorridente. I capelli rossi perfettamente pettinati, ricordo ancora che cosa indossava quel giorno, la sua camicia preferita in flanella. Per non parlare della sua acqua di colonia, ne ricordo ancora la puzza. Sotto la foto recitavano le parole "Nathaniel "Nate" Marshall, squadra di football. 
-Sai per caso qualcosa di lui?- mi chiese Andy stringendo leggermente gli angoli dell'annuario, come se quella domanda gli fosse costata. 
Ma anche a me era costata, tanto. 
Nate rimaneva uno dei miei tanti tasti dolenti insieme alla mia famiglia. 
-Ho smesso di cercarlo due mesi fa, quando la Quarta Onda era ormai padrona del mondo.- chiusi gli occhi a quel ricordo. Era come se, ogni volta che la mia mente si focalizzava su certi ricordi, qualcuno mi buttasse un macigno sul cuore in grado di mozzarmi il respiro. E faceva molto male. 
-Cercarlo? Cosa gli è successo?- chiese Andy più preoccupato che mai. Lui era amico di Nate, non solo compagno di squadra. 
-Scomparso. Non so se sia morto, ma ho perso le speranze. L'hanno portato via dal campo in cui ci eravamo rifugiati, insieme a mio fratello e molti dei ragazzi che c'erano lì. Erano dei soldati, Altri ovviamente. Non so dove erano diretti ma è successo tutto nel cuore della notte.- dissi farfugliando. Appallottai un po' di neve, creando una sfera fredda e compatta, come il nostro mondo. Era diventato un campo aperto di guerre e battaglie, spargimenti di sangue e omicidi, una terra fredda e non più accogliente.
La strinsi sempre più forte finché non si disintegrò nella mia mano in una poltiglia quasi trasparente e gelata. 
-E tu? Perché non ti hanno presa con loro?- Andy chiuse l'annuario riponendolo al suo fianco. 
-Ricordo che mi ero nascosta, non ricordo bene dove ma non mi trovarono. Il punto è che sono passati due mesi e forse ora tutte quelle persone saranno morte.- dissi alzandomi in piedi e pulendomi i pantaloni dalla neve. 
-Sarebbe meglio spostarci e magari trovare qualcosa da mettere sotto i denti, ora che è mattina.- lo dissi con tono autotitario ma Andy non disse nulla a riguardo. Non parlavo con una persona reale da mesi, scrivevo e basta. 
Io ero cambiata, lui sembrava sempre lo stesso. Aveva tanta forza di volontà. 
Raccogliemmo la poca roba che avevamo e, caricandoci gli zaini in spalla, camminammo per tanto. Il sole ormai si trovava quasi alto nel cielo, segno che era quasi mezzogiorno. 
Avevamo attraversato buona parte del bosco quando Andy parlò. 
-Sai, pensavo a quello che mi hai raccontato. Non sono nessuno per giudicare, ma volevo dirti, perché ti sei arresa? Insomma io avrei continuato a combattere per la mia famiglia se ancora ne avessi una. Ma tu, tu ti sei arresa. Io penso che Nate e tuo fratello si trovino ancora da qualche parte altrimenti quegli alienj avrebbero sterminato l'intero campo in quella notte, senza fare tutto quel teatrino.- era piacevole sentirlo parlare, il suo ragionamento non faceva una piega. Ma dovetti ribattere per una cosa. 
-Andy, io ormai ho perso la speranza. Non so cosa ti sia accaduto, non oso immaginarlo. Ognuno di noi ha la propria storia e la mia è che dopo svariati mesi non riesco più a trovare la luce. E anche se morirò domani saprò di aver fatto degli sforzi e di aver combattuto.-

Passarono un paio di minuti prima che la risposta di Andy arrivasse. E le sue parole fecero accendere qualcosa in me. 
-Non sarebbe meglio combattere fino alla fine? Come quei cavalieri che davano la vita per il loro scopo. Loro morivano ma credevano in quello che facevano e ciò lì rendeva eroi, c'era qualcuno a ricordarli. E anche se domani non ci sarà più nessuno sulla faccia della terra in grado di ricordarci, io voglio combattere. Fino alla fine.- prese un lungo respiro e fermandosi all'ombra di un pino, mi guardò dritta negli occhi ancora una volta facendomi tremare. -Eva, tuo fratello e Nate non sono abbastanza importanti per te? Qualcuno per cui morire?-

   
 
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