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Autore: mmi    02/01/2018    2 recensioni
Il suono di delle scarpe che corrono sui lisci pavimenti di pietra della scuola.
L’odore del respiro sotto il Mantello, un sussurro controllato, lieve, per sfuggire al custode.
Mani che non annodano cravatte scarlatte e oro. Mappe magiche con i nomi dei protagonisti di questa storia impressi nell’inchiostro.
Il colore degli occhi e delle anime che si mescolano, indissolubili.
Le labbra che si distendono in sorrisi.
Un’unica regola: non averne nessuna, di regola.
Le loro vite intrecciate si scontrano con una terribile minaccia.
La storia mai raccontata di dei ragazzi colmi di voglia di vivere che hanno potuto portare luce in un mondo soffocato dal buio del dolore.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Mangiamorte, Mary MacDonald, Severus Piton, Wilkes | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Keep passing the open windows

 
This is the only life for me
Surround myself around my own fantasy
You just gotta be strong and believe in yourself
Forget all the sadness because love
is all you need
Love is all you need
 
Remus non stava bene.
I sintomi della luna piena imminente -nausea, senso di svenimento, irritabilità, emicrania- si stavano già presentando più forti che mai.
Per quel motivo aveva accettato l’aiuto di Sirius di accompagnarlo a lezione nel caso si sentisse troppo male e dovesse fiondarsi in Infermeria. Si sentiva un verme a trascurare James, ma era di primaria importanza che nessuno lo vedesse sofferente il giorno della luna piena: erano già sospette molte sue assenze dopo questa. La sintomatologia per un lupo mannaro era accessibile ad ogni persona, era scritta sul loro libro di Difesa Contro le Arti Oscure.
Fu quando i due amici entrarono in classe che Remus vide Sirius sbiancare fissando le pareti dell’aula.
La borsa del lupo cadde con un tonfo sordo.
La classe era tappezzata di stampe della luna piena affiancate da pagine e pagine di descrizione sul metodo di riconoscimento di un licantropo, con immagini e disegni.
Il biondo tremava.
Il pavimento sotto i suoi piedi sembrava essersi aperto, il colletto della sua camicia era diventato improvvisamente troppo stretto e stava per svenire da un momento all’altro.
Sirius, che fino a quel momento era stato zitto, parlò.
“Chi cazzo è stato il bastardo?” sibilò.
Sulla porta apparvero i Serpeverde, smaglianti nei loro abiti scuri. Piton sfoggiava un ghigno singolare.
Felpato sentì l’amico prendere le proprie cose ed uscire, senza neanche alzare lo sguardo sulle le serpi, mentre la sua ragazza lo chiamava.
“Oggi non si sentiva bene, lascialo riposare” le fece con voce calma Sirius. Mary non ne era del tutto sicura, ma rinunciò ad uscire dall’aula per inseguire il fidanzato a causa della tensione che si era creata tra il gruppo e il Grifondoro.
“Direi che possiamo parlarne qua fuori” ringhiò quest’ultimo.
“Perché avere una folla intera quando possiamo discuterne da uomo a uomo” mormorò Piton, facendosi avanti.
“Ma sì, lasciamolo fare” gli rispose Avery.
“Almeno Black non scappa come il suo amichetto, no?” ridacchiò Mulciber.
Sirius non lo attaccò solo perché non era sua intenzione iniziare un duello contro tre serpi: lui puntava a colpire solo e unicamente quella merda di Mocciosus.
I due si diressero fuori, seguiti dagli sguardi di tutti, compresi quelli di James e Peter, che in quel momento entravano nell’aula.
“Allora, Piton” fece il Grifondoro “si può sapere quando dimostrerai un po’ di intelligenza? Inizio sul serio a credere che la tua testa sia piena di sterco.”
“Simpatico come al solito, Black. La verità è che vi ho battuti. La fuga di Lupin dimostra a tutti la sua natura di licantropo.”
“A me pare non pare che gli altri la pensino come te, Mocciosus. Sei solo un inutile verme che ha come unica gioia nella propria vita affossare gli altri per mano tua.”
“Un giorno troverò le prove.” ringhiò Piton.
“Allora ammetti di non aver convinto nessuno con la tua farsa…” disse Sirius con un ghigno.
In quel momento Lily e Alice si avvicinavano all’aula. La prima squadrò i due, chiedendo
“Black, che succede qua?”
“Vattene, Sanguesporco” le rispose Severus.
Alice seguì con lo sguardo gli occhi di Lily farsi cupi e il pugno di Sirius scattare diretto allo zigomo di Piton.
Il ragazzo, finito a terra per la potenza dell’urto, si tenne la guancia su cui spiccava un taglio da cui usciva sangue.
“SIRIUS!” scattò Lily, mentre Alice la trascinava dentro l’aula a forza.
“Sai Piton?” disse Black, accucciandosi vicino alla Serpe, parlandole all’orecchio.
“Stasera, prendi il cunicolo sotto il Platano Picchiatore. Tocca con il tuo lunghissimo naso il nodo centrale, l’albero si fermerà. Se riuscirai ad arrivare alla fine del tunnel, avrai le prove che tanto agogni” concluse con un sorriso inquietante, prima di essere fermato dal professor Lumacorno, che lo spedì immediatamente dalla McGrannit.
James guardava la scena con indifferenza, ma in lui si faceva strada un bruttissimo presentimento.
Lily si girò in quell’istante verso di lui, i loro occhi si incatenarono e, per la prima volta dopo tanto tempo, James non provò nulla. Erano gli occhi freddi del ragazzo che ferivano quelli preoccupati di lei.
“Potter, dov’è Remus?” gli chiese.

Do you know what it’s like to be alone in this world
When you’re down and out on your luck
and you’re a failure?
Wake up screaming in the middle of the night
You think it’s all been a waste of time
It’s been a bad year
You start believing everything’s gonna be alright
Next minute you’re down, and you’re flat on your back
A brand new day is beginning
Get that sunny feeling and you’re on your way
 
Ramoso si riscosse, lasciò a Peter la borsa e si fiondò di corsa verso i bagni dei maschi. Entrò spalancando velocemente la porta, con il fiatone.
Eppure, gli ansiti che sentiva non erano i suoi. Da un bagno chiuso si sentiva una voce angosciosa emettere gemiti nel tentativo di calmarsi, inutilmente.
“Remus” lo chiamò debolmente James.
I suoni continuavano, più intensi di prima.
Il ragazzo aprì la morta con un incantesimo non verbale e vide l’amico accasciato sulla tavoletta del water, il volto rosso, rigato dalle lacrime, contratto in una smorfia contratta, che cercava di contenere quel flusso di emozioni che traboccavano dal ragazzo.
Prima che un conato lo scuotesse, James se lo riuscì ad issare a fatica su una spalla e lo portò fuori, vicino ai lavandini. Spalancò la finestra appena il licantropo sembrò in grado di reggersi in piedi.
“Non qua… qualcuno potrebbe vedermi” riuscì a dire a Ramoso tra un gemito e l’altro, con i denti che sfregavano tra loro tanto era lo sforzo di sputare quelle poche parole.
L’altro si limitò a sigillare la porta, e cercò di sciacquare la faccia dell’amico con dell’acqua fredda. Remus opponeva resistenza, scosso da tremiti. Dopo diversi tentativi James scoppiò.
“ORA BASTA!” gli urlò contro, rosso in viso. Gli occhi pieni di lacrime di Remus si alzarono su di lui, colpevoli.
James lo prese per le spalle, costringendolo a stare dritto e non curvo come era.
“Ora tu ti calmi. Ci sciacquiamo la faccia e sto qui con te finché non ti sarai calmato. Devi aiutarmi però.”
“J-James, lo s-sanno tut-ti” riuscì solo a dire, riprendendo a piangere.
“Lunastorta, non l’ha fatto per loro, nessuno ha capito” disse, paziente, guardandolo con tenerezza “l’ha fatto perché voleva che tu avessi questa reazione e che ti rivelassi da solo.”
“Più fai così più fai il suo gioco, amico” aggiunse il moro alla fine.
Remus parve calmarsi un pochino.
Con l’aiuto di James si sciacquò il volto e riuscì a tornare a respirare normalmente. James rise ai loro riflessi, e Remus sorrise debolmente.
Pochi secondi dopo era però nuovamente piegato in due sulla tavoletta, intento a vomitare.
“Amico” fece schifato James “da dove hai preso la cioccolata?”. Questa fantastica puntualizzazione di Ramoso era causata dal colore del vomito dell’amico.
L’altro, in risposta, ebbe un altro conato.
“Okay, ti porto in Infermeria. Tu oggi te ne stai lì tranquillo, non voglio sentire ragioni.”
Trasfigurò una saponetta in un secchio per l’altro e gli passò un braccio attorno alle spalle e uno intorno alla vita per portarlo da madama Chips.
“La prossima volta che mi dici che non hai un quadratino di cioccolata per me quando non è vero me la paghi. Oh, tu non sai quanto” puntualizzò James.

Just believe, just keep passing the open windows
Do you know how it feels when you don’t have a friend
Without a job and no money to spend?
You’re a stranger
All you think about is suicide
One of these days you’re gonna lose the fight
You’d better keep out of danger, yeah!
That same old feeling
just keeps burning deep inside
Keep telling yourself it’s gonna be the end
Oh get yourself together
Things are looking better everyday
 
Sirius afferrò al volo il mantello di James, tiratogli da Codaliscia.
Insieme si diressero in Infermeria, presero con loro Lunastorta e si diressero verso la Stamberga Strillante. Quella sarebbe stata una notte che nessuno avrebbe dimenticato. Una notte in cui lui avrebbe dimostrato che anche chi è buono sa farsi giustizia da solo.
 
Ramoso aveva avvertito fino dal primo istante che qualcosa non andava. Da dietro le tende tirate del suo baldacchino, aveva deciso che, diamine, non poteva lasciarli soli con Remus ridotto in quelle condizioni. Sirius non l’avrebbe mai e poi mai legato con le catene, Peter era ancora inesperto e il suo animagus non era certamente in grado di contenere la furia di un licantropo.
Aspettò che i due compagni di camera uscissero per fiondarsi fuori dal letto.
Mappa alla mano, bacchetta in pugno e un incantesimo che lo rendeva invisibile bastavano per controllare i suoi amici.
Scese velocemente le scale del dormitorio e corse verso le serre.
 
Stesso suono facevano le scarpe di Sirius e Peter, unito a quello privo di ritmo dei piedi di Remus.
Uscirono dalla serra e si incamminarono verso il Platano. Sirius si voltò giusto in tempo per vedere una figura avvolta in un mantello nero uscire dalle porte del castello. Ghignò. Mocciosus avrebbe davvero ottenuto quello che tanto bramava, quella notte.
 
Ramoso aveva capito che c’era qualcosa che non andava appena aveva visto Piton uscire dalla porta principale. Non era possibile… Sirius non poteva sul serio…
“Cazzo” mormorò tra sé e sé. Doveva assolutamente vedere che quello stupido di Mocciosus non fosse davvero così idiota da andare a vedere Remus trasformarsi in licantropo.
Quel ragazzo doveva odiarli molto per rischiare la sua stessa vita al fine di screditarli.
 
Se qualcuno avesse potuto sentire il cuore di Severus, avrebbe udito dei battiti veloci e intensi, ansiosi, allo stesso ritmo dei passi di James e di Sirius. La macchina fotografica magica che aveva al collo sembrava pesare quanto un’intera borsa di libri di Pozioni. Sapeva quanto rischiava, ma aveva la consapevolezza che con la sua conoscenza delle Arti Magiche sarebbe riuscito a contrastare un licantropo senza problemi. Ciò nonostante il suo inconscio continuava a fargli capire l’imminenza del pericolo con un cuore che non voleva rilassarsi.
Tum-tum tum-tum tum-tum
Lo sentiva come un tamburo sordo, nelle orecchie.
Aveva paura, lo sapeva. Ma non aveva niente da perdere ora che Lily non gli parlava più.
Per screditare i Malandrini era necessario colpirli nel loro anello più forte: Remus. Era stato a causa sua che i ragazzi erano diventati un gruppo, e lui era l’unico che ne limitava spesso gli eccessi, che avrebbero portato alla loro autodistruzione.
Da bastardi che erano venivano resi simpatici agli occhi di tutti grazie alla moderazione di Lupin. Se i Malandrini si fossero distrutti, lui avrebbe avuto una possibilità per riconquistare valore agli occhi di Lily. Li avevano odiati, insieme. La caduta di Potter e Black sarebbe stata motivo di gioia per la sua vecchia amica.
 
James era sempre più preoccupato.
La luna stava per sorgere e Piton stava toccando il nodo in mezzo al Platano Picchiatore, per fermarlo ed entrare nel tunnel. Quel canide pulcioso aveva creato un disastro.
Quella sera Ramoso avrebbe dovuto salvare la vita al ragazzo che in assoluto detestava di più e sapeva che nessuno l’avrebbe ringraziato.


Just believe, just keep passing the open windows
Just believe, just keep passing the open windows
 
This is the only life for me
Surround myself around my own fantasy
You just gotta be strong and believe in yourself
Forget all the sadness because love
is all you need
Love is all you need
 
Sirius adagiò Remus per terra, la schiena contro la parete.
“Sirius” mormorò Lunastorta “devi incatenarmi, subito, la luna sta per sorgere”
“No Rem, non se ne parla” gli rispose il moro, guardando le catene.
“Farò del male a te e a Codaliscia se non lo fai…”
“R-Remus, ma così ti fai male tu” balbettò Peter.
“Non importa ragazzi, preferisco passare qualche giorno in Infermeria rispetto a sapere che vi ho ridotto male o addirittura morsi… Non potrei tollerarl… AAAAAH” urlò, contorcendosi dal dolore.
“SIRIUS!” squittì Peter “si sta trasformando, incatenalo!”
Felpato, dopo averci pensato sopra qualche secondo, decise che era la cosa migliore da fare.
Piton si sarebbe spaventato anche avendo un licantropo legato davanti a sé, non era necessario farlo inseguire per tutta Hogsmeade…
Eppure l’idea che quella grande merda che era Mocciosus potesse ferire Remus, incatenato alla parete, lo fece esitare troppo.
Le mani insicure non riuscirono a stringere le catene prima che Lunastorta diventasse completamente lupo e lo scagliasse lontano, contro la parete.
Peter squittì trasformandosi, cercando di distogliere l’attenzione del Lupo dall’amico, ancora umano.
Sirius, battuta forte la testa, riuscì a malapena ad afferrare la bacchetta e a trasformarsi in cane prima di accasciarsi al suolo.
Il Lupo annusò l’animale e distolse lo sguardo, alla ricerca della preda che gli era appena sfuggita.
 
Severus si affacciò lentamente alla porta del locale e, facendo attenzione, silenziò i suoi passi con un incantesimo non verbale.
Prese la macchina fotografica, inquadrò il lupo con addosso la camicia da letto di Remus Lupin che stava di spalle, ad annusare il cane steso sul pavimento, che alla vista di Piton mugolò debolmente.
La macchina fotografica scattò la foto, emettendo un click nel silenzio più totale.
Il licantropo si girò di scatto, vedendo finalmente una preda da gustare, e iniziò ad avanzare verso il Serpeverde. 
   
 
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