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Autore: rose07    25/06/2009    5 recensioni
Sora, Matt, Mimi e Tai; quattro ragazzi, due storie d'amore.
Sora e Matt si frequentano da qualche mese, ma non tutto fila liscio. Mimi torna dall'America e rincontra Tai, il ragazzo per il quale aveva preso una sbandata, tempo prima. Il castano combinerà un guaio: come andrà a finire? E Matt... parlerà chiaramente dei suoi sentimenti a Sora?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mimi Tachikawa, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Stay together in the end ( ? )'
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 "Ehi, Sora! Sarò in città domani pomeriggio! Non sei contenta? Finalmente torno in Giappone, non ci posso credere che rincontrerò tutti voi! Gli Stati Uniti sono meravigliosi, eterni, fantastici, ma a Tokyo ho i miei amici! Cioè voi, sciocchini!!! A proposito, mi mancate un casino! Vi raccomando, fatevi trovare alle 19.00 puntuali in aeroporto! 
Un bacio, Mimi."
 
 
 
Sora si svegliò di soprassalto.
Che sbadata, al posto della sveglia aveva premuto il ricevitore dei messaggi vocali!
Sbadigliò insonnolita, e si voltò a guardare Matt che dormiva alla sua sinistra. Non potette fare a meno di sorridere, vedendolo dormire come un angioletto, a torso nudo, con le coperte tirate su di lui e le sue mani in cerca di lei.
Avevano fatto l’amore la sera prima e, quanto, quanto le piaceva Matt?
Quanto, quanto lo amava?
Sora, sedendosi sul bordo del letto, si perse nei ricordi.
Adesso frequentava il quarto anno di liceo, ma era iniziato tutto in quinta elementare, quando lei e i suoi amici erano stati catapultati in un’ isola strana, misteriosa, popolata da mostri virtuali, i Digimon.
Da quanto tempo non vedeva la sua Biyomon?
Ah, se solo sarebbe potuta ritornare una sola volta lì, in quel luogo così sconosciuto! Ci sarebbe tornata sola da Biyomon, anzi non sola, con Matt.
Lo sentì rigirarsi nel letto.
Sospirò innamorata, pensando a com’era stato bello aver fatto l’amore con lui, averlo sentito dentro di sé ed essersi scoperta una nuova donna il giorno dopo.
Decise di preparargli la colazione.
Indossando la biancheria intima con sopra una vestaglia, entrò in bagno sciacquandosi accuratamente il viso e i denti.
Dopo entrò in cucina e preparò velocemente del caffè con due brioches al cioccolato, maledicendo mentalmente Tai che ogni volta le rubava quelle al cocco.
Quando finì, posò tutto su un vassoio e, in punta di piedi, arrivò nella stanza dove Matt dormiva.
Aprì le tende, e si stiracchiò, osservando il paesaggio di fronte.
Nel frattempo, forse perché degli uccellini avevano preso a canticchiare, Matt aprì gli occhi.
Guardandosi in torno, mise a fuoco una stanza allegra, piena di colori.
No, quella non era decisamente camera sua.
Vedendo Sora che si stiracchiava le braccia, tossicchiò spontaneamente per richiamare l’attenzione su di sé.
«Matt, ti sei svegliato!» sorrise la ragazza, afferrando il vassoio e poggiandolo sul letto.
«Ti ho portato la colazione. Non volevo farti alzare. Lo so quant’è brutto svegliarsi e poi faticare tanto per arrivare in cucina»
Matt guardava confusamente la scena di una Sora che gli versava il caffè in una tazza e gliela porgeva accuratamente.
Ricordò velocemente i fatti.
Lui e Sora avevano passato la notte insieme.
Si sentì morire per alcuni secondi.
«Matt, ti senti bene?» chiese preoccupata la ragazza, vedendolo prendere aria.
Il biondo annuì.
Sora lo guardò tristemente.
Non poteva essere che adesso lui si comportasse in quel modo.
Non poteva tollerare che Matt se ne fregasse di lei, la mattina dopo.
 «Matt, se hai qualcosa, ti prego, dimmelo»
«No... io... Che ore sono?» chiese velocemente.
«Le dieci, se proprio lo vuoi sapere»
A Sora le si strinse il cuore.
«Cosa fai, Matt?» disse poi, osservandolo mentre si vestiva.
«Ehm... Perdonami, Sora, ma devo scappare»
«Così non te ne frega niente di me!» urlò la ragazza, mentre le lacrime le solcavano il viso.
Matt si fermò.
Questa era una bugia.
Però...
«Sora, io non-»
«Lo so. Lo so, vuoi dirmi che è stata solo... solo un’avventura, è così? Sta' tranquillo, non c’è ne bisogno, ti ho preceduto. Adesso vattene via, ti prego!»
«Sora, hai capito male, io-» tentò di spiegare il biondo.
«Vattene!» Sora si alzò e, aprendogli la porta, lo incitò ad uscire.
«Ti prego, vattene»
Matt, incapace di fare nulla, uscì silenziosamente.
La ragazza sbatté la porta alle sue spalle.
Matt rimase da solo a pensare. Stava fuggendo da lei ancora una volta. Si era promesso di non farlo, di starle accanto, ma lo aveva fatto di nuovo.
L’aveva abbandonata.
Dopo aver fatto l’amore con lei.
Strinse i pugni, e s’incamminò verso casa.
 


Nel frattempo, Sora, con il volto rigato di lacrime, lanciò il vassoio sul tavolo e si rifugiò nel suo letto. Tastò il cuscino dove aveva appoggiato la testa il ragazzo la notte prima, e si coricò dal suo lato. Era troppo innamorata per disprezzarlo.
Ma cercò di farsi forza almeno di rispondere al telefono che squillava accanto a lei.
Asciugandosi le lacrime, disse:
«Pronto?»
«Sooora!»
«Mimi?!»
«Sora!»
«Mimi?»
«Sor...sì, insomma, amica mia, sono io!»
«Mimi! Quanto tempo? Tre anni, dall’ultima volta che sei venuta a trovarci!»
«Oh, si, amica mia, mi dispiace, ma il Giappone non è a due passi da New York!»
«Questo lo so. Ma qual buon vento, cosa ti è successo?»
Sora si sedette sul letto, asciugandosi le lacrime.
«Mmh, mi sono lasciata con Michael»
«Michael? Quale Michael?» domandò Sora, stupita.
«Michael! Non dirmi che non sapevi chi fosse!» alzò il sopracciglio scettica Mimi.
«Per niente!»
«Oh, beh, poi anche con quegli altri: Carl, Henry, Max...»
«Alla faccia! Ma erano tutti tuoi?»
«Sì, non condivido niente e nessuno qui a New York!»
In quel momento, Sora dovette allontanare il telefono dall’orecchio, visto che si era creato un baccano terribile.
«Mimi? Mimi, ci sei?» la chiamò.
Forse le chiamate internazionali non prendevano bene.
«Ehi, Mimi?»
Quando fu sul punto di mettere giù, la voce squillante della sua amica tornò in azione.
«Sora, scusa, ma sto per imbarcarmi in aereo. Ho trovato un volo fighissimo, arrivo in meno ore del solito. Ho pagato duemila dollari, ma- »
«Aereo?» chiese stupita, la ragazza.
Mimi si stava imbarcando in aereo?!
«Sì, in aereo, con cosa credevi che venissi?» si lamentò l’amica.
«Ma non sei a New York, Mimi?» domandò, Sora, che non ci stava capendo niente.
«Macchè, non ti è arrivato il mio messaggio?»
Sora fece mente locale.
«Quale messaggio? No, non mi è arrivato niente»
«Eppure sono sicura di avertelo mandato! Ricordo anche le parole: Ciao, sarò in città, domani pomeriggio...»
«Aspetta, aspetta!» alla ragazza venne un flash
«Ora ricordo! Ma se non sbaglio dicevi che saresti tornata in città domani pomeriggio, non oggi»
«E proprio qui che ti sbagli, perché facendo due più due, il messaggio te l’ ho mandato ieri notte e con il fuso orario ti è arrivato il pomeriggio alle 17.00 circa. Volevo farti una sorpresa, ma poi sembravo troppo idiota» le spiegò Mimi.
«Oh» era con Matt il giorno prima, alle 17.00, ricordò Sora. Erano al parco, che passeggiavano dopo essere usciti da scuola. L’ ultimo giorno di scuola. E poi vacanze, aveva pensato.
No, poi buio.
«Allora? Guarda che pago, eh?» la richiamò, l’amica.
«Sono-» Sora cercò di respingere una lacrima
«Sono contentissima che verrai, Mimi»
«Dal tuo tono avrei dubbi. Cosa ti è successo?» domandò preoccupata l’amica.
«Mims, non ti voglio angosciare con i miei piagnistei. Non preoccuparti per me. Tanto adesso mi passa, ne parlo un po’ con Tai e andrà tutto bene»
Mimi era poco convinta.
«Non credo proprio» sussurrò
«A proposito... Come sta?»
«Chi?»
«Tai» Mimi parlò con voce flebile.
«Ah, Tai» Sora si ricordò della piccola relazione che c’era stata tra di loro tre anni prima
«Sta’ bene»
«Sono contenta. Adesso devo spegnere tutto, Sory. Mi raccomando fatevi trovare all’aeroporto. Ciao amica mia, ci vediamo tra poco»
«Ciao, Mims. Fa’ buon viaggio»
Le due ragazze attaccarono contemporaneamente.
Da un lato, c’era una Sora che si disperava perdutamente per Matt.
Dall’altro, una Mimi che dopo tre anni pensava nuovamente a Tai.
 

Entrambe con un grido d’amore nel cuore.





 
   
 
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