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Autore: KiarettaScrittrice92    03/01/2018    1 recensioni
Questa è Rainbow city, una delle più belle metropoli francesi, musicale e alla moda. Tutti coloro che vivono qui amano la danza e i vestiti. Tutti qui si stanno dando da fare per realizzare i propri sogni.
E' arrivata un'altra ragazza amante della musica, chissà di che colore sarà il sogno che troverà questa ragazza.
Bene mettiamoci comodi e diamo un'occhiata alla storia di Marinette.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'autrice:
Ed eccoci qui. Siamo arrivati al secondo esame e come avevo detto qualche capitolo fa, quando ci sono questo genere di capitoli faccio sempre l'angolo dell'autrice per spiegarvi un po' le dinamiche.
Voglio ricordarvi che questa Alternative Universe è ispirata al videogioco "Kira Kira Pop Princess" per questo motivo ho usato le canzoni del gioco. Ho deciso perciò di registrarle per permettervi di sentirle. Le trovate sulla mia pagina Facebook, LadyNoir World 
(visto che purtroppo non posso caricarle direttamente qui su EFP)

A questo punto vi posso lasciare alla lettura.


Électron
 

Il video dello spettacolo di Adrien e Marinette era ormai da qualche settimana sul web. 
Marinette, grazie alle sue capacità di taglio e cucito aveva creato delle bellissime mise, apposta per l’occasione: ad Adrien aveva fatto uno smanicato nero, che poteva chiudere con la cerniera e che sopra il cappuccio aveva due simpatiche orecchiette da gatto; per lei invece aveva fatto un un crop top rosso a pois neri.
«Bounjour abitanti di Rainbow city!»
«Noi siamo Ladybug...»
«...e Chat Noir!»
«E vogliamo invitarvi al nostro spettacolo...»
«Si terrà proprio qui all’Électron di Pêache Zone!»
«Tuffatevi insieme a noi in un viaggio che percorrerà le quattro stagioni.»
«Vi aspettiamo!»

 

La loro speranza era che quel video avesse portato tanti spettatori, perché era anche da quello che dipendeva il loro voto all’esame e purtroppo non avevano la possibilità di guardare al di fuori dei camerini, fino a che non avessero cominciato ad esibirsi.
Il luogo dello spettacolo all’Électron era completamente differente dall’elegante teatro che li aveva ospitati a Rue Vert. Si trattava invece di una specie di studio televisivo, con tanto di telecamere, riflettori ed ovviamente il pubblico.
Marinette fece un lungo respiro.
«Pronta per il secondo passo verso il nostro sogno?» le chiese Adrien con quel suo solito sorriso smagliante, che ancora la faceva arrossire, anche se ormai sembrava anche rassicurarla. Rispose solamente con un cenno di testa.
Le luci dello studio si spensero e si accese un solo faro ovale al centro dello spiazzo in cui avrebbero dovuto ballare; per terra, illuminati dal faro c’erano due joystick per videogame. Solo a quel punto Marinette afferrò la mano di Adrien e lo trascinò dentro il set, urlando, in modo da farsi sentire.
«Dai vieni!»
Entrarono entrambi sotto la luce del riflettore, lasciandosi la mano e togliendosi le sciarpe che avevano al collo. Proprio in quel momento, mentre si sedevano a terra e prendevano i due joystick la musica partì.
Come tutte quelle che ci sarebbero state dopo era una musica elettronica, composta da loro con l’iRid. Sembrava effettivamente la musica di sottofondo di un videogioco. Rimasero in quella posizione, facendo finta di giocare, solo per le prime otto battute, muovendosi in simultanea come se si stessero spostando coi loro personaggi.
Non appena iniziarono i suoi acuti, poggiarono velocemente i joystick a terra e alzandosi in piedi, li calciarono indietro, lontano da loro. A quel punto si misero in posizione, come se stessero per combattere e dopo un paio di saltelli, continuando ad andare a ritmo s’iniziarono a tirare calci e pugni, mentre l’altro li evitava abbassandosi di colpo o facendo delle capriole. 
Quando la canzone cambiò di nuovo ritmo, si misero l’uno di schiena all’altro sollevando le mani come se avessero in mano una pistola finta, per poi iniziare ad osservare guardinghi attorno a loro e fare finta di sparare a nemici invisibili. Dopo ancora si rimisero a terra, stendendo le mani davanti a loro e simulando di guidare.
Alle ultime due battute qualcuno rilanciò da entrambi i lati i joystick che loro afferrarono al volo e, mentre Marinette alzava il braccio vittoriosa Adrien si metteva una mano in testa, poggiando il gomito sul ginocchio con fare disperato.
L’applauso che ne seguì fu sicuramente caloroso e per niente composto come quello del loro primo esame, anzi a Marinette sembrò anche sentire qualcuno fischiare.
Senza perdere la concentrazione, i due uscirono da due lati opposti dell’allestimento del set e lasciando a due assistenti i joystick presero altri due oggetti in mano, mettendoseli addosso.
Non appena la musica ripartì rientrarono quasi saltellando al suono delle campanelle elettroniche, indossavano entrambi una mantella rossa con il pellicciotto bianco e due cappelli da Babbo Natale in pendant. Arrivarono al centro del set proprio quando la musica cambiò ritmo, mettendosi uno davanti all’altra, in modo che si vedesse solo Adrien, ma poi a ritmo di musica si aprirono a forbice, guardandosi. Prima da un latro poi dall’altro. Subito dopo aprirono le braccia verso l’esterno alla prima battuta Adrien verso il basso e Marinette verso l’alto, alla seconda viceversa. Di nuovo si aprirono a forbici e poi con due passi laterali, dai due lati opposti si separarono. 
Per poi ricongiungersi e giocare con le mani, battendole prima tra di loro con un solo applauso e poi contro quelle dell’altro. Lo fecero solo una volta, poi si portarono le mani alle guance e subito dopo le allargarono, formando un grosso cerchio di fronte a loro. Ripeterono il giochetto con le mani e si scambiarono di posto, con altri passi laterali.
Quando la musica cambio ritmo eseguirono una specie di tarantella, tenendo le mani dietro la schiena, ovviamente sempre andando a ritmo. Ad ogni accento della canzone si voltavano nuovamente l’uno di fronte all’altro, chinandosi, quasi naso contro naso. 
La canzone cambiò di nuovo ritmo e i due si presero a braccetto per poi saltellare, non appena la battuta cambiò cambiarono direzione. Quando cambiò di nuovo fu un pezzo più lungo e si presero entrambe le mani facendo una specie di girotondo di quelli piedi stretti. Poi di nuovo, a braccetto a sinistra, a braccetto a destra e giro. 
Alla fine si posizionarono nuovamente l’uno di fronte all’altra e nuovamente allargarono due volte le braccia per formare quella specie di stella, come avevano fatto all’inizio, solo che poi, alla battuta finale Adrien si chinò poggiando il ginocchio destro per terra e allargando le braccia verso l’esterno, mentre Marinette si poggiava coi gomiti alla sua testa bionda, sorridendo.
L’applauso questa volta fu più deciso, come se quella coreografia fosse piaciuta molto di più di quella precedente. Le luci si spensero e ci fu qualche minuto di buio e silenzio, in cui i due ragazzi scapparono nuovamente dietro le quinte, da due lati opposti, per cambiarsi d’abito. Si tolsero le mantelle e i cappelli di natale, per indossare abiti completamente diversi, a quella che doveva essere la velocità della luce, aiutati anche da altre persone.
La musica poco dopo ripartì, proprio mentre le luci si accendevano e mostravano nello studio un prato fiorito, costellato da fiori giganti.
Non appena suonarono le prime note, i due ragazzi entrarono saltellando, come due bambini che si divertono a giocare, ma non erano vestiti da bambini, bensì dai due personaggi che si erano creati per la presentazione: anche quegli abiti li aveva fatti Marinette nel tempo libero. Lei indossava un bellissimo vestito rosso a pois neri e una maschera perfettamente in tono sul viso, la stessa che aveva usato all’Accademia per la precisione, mentre Adrien indossava un completo di pantaloni e gilet neri su una camicia bianca e poi un cerchietto con delle orecchie feline che risaltavano sui capelli biondi, infine anche lui indossava una maschera nera sul viso.
Dopo la sequenza di accenti, quando iniziò il ritmo più acuto della musica i due ragazzi fecero una sequenza molto difficile di passi che avevano imparato assieme al professor Aza, mettendosi uno di fronte all’altro e andando perfettamente in simmetria, quasi da sembrare due manichini in mezzo alla natura. 
La musica cambiò ritmo e i due allungarono le mani per poi sfiorarsi, non appena accadde entrambi fecero dei movimenti convulsi, come se avessero ricevuto la scossa e improvvisamente iniziarono a muoversi sciolti, ridendo e prendendosi per mano. Adrien allora afferrò Marinette in vita e cominciò a farla danzare, come se fossero due ballerini di valzer, ma tutto ciò durò solo poche battute, perché poi la canzone riprese il ritmo iniziale e i due si separarono, giocando quasi a nascondino tra gli enormi fiori. Andavano a ritmo, sbucando da un lato e dall’altro degli steli, avvicinandosi tra di loro e poi allontanandosi nuovamente. Alle ultime battute però, Adrien allungò di nuovo la mano verso Marinette e la face avvicinare a lei e sugli ultimi suoni gravi, tenendola sempre per mano, le fece fare due piroette, per poi farla crollare tra le sue braccia con un casqué.
Di nuovo lo studio si riempì di applausi entusiasti, caricando i due per l’ultima coreografia. Questa volta le luci nemmeno si spensero, semplicemente furono spostati velocemente i fiori, muovendo i carrelli a ruote su cui erano posizionati, mentre Adrien e Marinette, rimasero esattamente nella stessa posizione in cui avevano concluso la coreografia precedente. Nonostante la ragazza fosse diventata un po’ rossa in volto per la vicinanza col biondo.
La quarta ed ultima musica cominciò con un ritmo che appariva particolarmente caraibico, i ragazzi si strapparono letteralmente i vestiti di dosso, a cui ovviamente Marinette aveva aggiunto del velcro in modo che si togliessero facilmente, e le maschere, buttandoli verso le quinte e rimando così in costume da bagno, entrambi continuavano a riprendere lo stile degli abiti precedenti. 
Si misero a ballare una specie di hula, fino a che la canzone non cambiò ritmo. Allora cominciarono a fare quelli che sembravano passi di alcuni balli di gruppo. Portarono in alto prima il braccio destro poi quello sinistro, per poi fare la stessa cosa poggiando le mani sul bacino, ma incrociando le braccia. Poi portarono prima il gomito destro verso l’esterno e poi quello sinistro per poi con gli indici formare un cuore invisibile di fronte a loro. Ripeterono questi due passi un’altra volta, dopodiché si avvicinarono l’uno all’altra.
Lei gli mise le mani sulle spalle intrecciandogliele dietro al collo, mentre lui gliele poggiò delicatamente sul bacino. Dopodiché iniziarono a ballare muovendo i fianchi, ovviamente sempre a ritmo di musica.
Quando arrivò la brevissima pausa con quelle che potevano sembrare solo percussioni, Adrien si stacco mettendosi dietro di lei e non appena la musica riprese un’altro ritmo lui le coprì gli occhi con le mani e all’ultimo accento della battuta, lei gli afferrò i polsi spostando le mani. Ripresero per l’ultimo pezzo a fare la hula, per poi agli ultimi due accenti mettersi in posa, con le mani aperte e ben tese, rivolgendosi al pubblico, che applaudì contento.
Non appena le luci si spensero, Marinette tirò un sospiro di sollievo posizionandosi ad un angolo dello studio. Adesso sarebbe toccato ad Alya e Jules esibirsi. Loro avevano preparato una coreografia sui super eroi: lei era vestita come una specie di Wonder Woman, mentre lui aveva un abito molto simile a quello di Superman ma con una “J” stampata sul petto.
«Accidenti sono proprio bravi!» esclamò Adrien osservandoli.
«E pensare che in tutti questi due mesi non ho visto Alya provare nemmeno una volta. Tu?» domandò la corvina, dopo aver fatto quella constatazione.
«No, nemmeno io… Solitamente se ne sta sempre attaccata al cellulare…» commentò lui, continuando ad osservare i dettagli coreografici dei due professionisti.
«Dici… Dici che ce la faremo?» domandò titubante lei.
«Ah puoi starne certa vedrai che andrà tutto bene.» le sorrise lui, facendola come al solito diventare rossa.

 

Poco dopo anche la coreografia degli altri due si concluse, lasciando il posto alla presentatrice dello show. 
«Bene signori e signore, ora spetterà alla giuria e a voi sui social, votare se i nostri Ladybug e Chat Noir, ossia Marinette e Adrien sono riusciti nella loro impresa di ottenere il diploma dell’Électron e quindi di Pêache Zone! Perciò, votate!»
Quei dieci minuti, a Marinette, parvero i più lunghi della sua vita: non faceva altro che fare avanti indietro, borbottando parole senza senso e nonostante tutti e tre i suoi amici tentavano di tranquillizzarla lei sembrava soltanto agitarsi di più.
Poi all’improvviso chiamarono nuovamente tutti e quattro in mezzo al set per l’annuncio; la presentatrice aveva in mano una busta rossa.
«Bene è il momento della verità…» disse aprendo la busta tirandone fuori il contenuto, la tensione era palpabile nell’intero studio e, come i grandi sow, la presentatrice fece una lunga pausa prima di dare il responso.
«Siete passati!» urlò contenta.
A quelle due semplici parole Marinette saltò dalla gioia, buttandosi nuovamente tra le braccia di Adrien, proprio come l’ultima volta alla loro promozione a Rue Vert. 
Questa volta però Adrien non si fece sfuggire l’occasione e quando lei stava per staccarsi, imbarazzata, lui la tenne stretta e la baciò. Tutt’a un tratto alla corvina sembrò di volare dalla gioia e precipitare dalla vergogna allo stesso tempo. Adrien, Adrien Agreste, il modello, la stava baciando, stava baciando lei, sulle labbra.
Gli applausi e le urla compiaciute, soprattutto quelle di Alya, le sentiva a malapena, talmente presa da lui e dalle sue labbra che si stavano stampando a fuoco sulla sua bocca.
Si staccarono e incrociò quegli occhi smeraldini senza più riuscire a dire una parola.

  
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