Albero 730
Non pareva esserci nient’altro, oltre l’altare che aveva incontrato più di duecento alberi prima, ed il paesaggio si succedeva monotono, come al solito.
La cosa che odiava di più era il silenzio. Non potendo concentrarsi sui suoni circostanti, che erano quasi inesistenti, era costretto a pensare… e non era qualcosa che gli piacesse fare. Tutte le volte che cominciava a pensare, e la sua mente vagava libera, era costretto ad affrontare tutti i suoi problemi, che pure ora sembravano lontanissimi, ma lasciavano sempre segni indelebili nella sua testa.
Calcolò che arrivato a questo punto avrebbe dovuto avere fame, sete, o quanto meno sentirsi le gambe pesanti, ma non riusciva a sentire niente a parte il rumore dei suoi pensieri e la sensazione di formicolio allo stomaco, dove si era spezzato. Immaginò nuovamente che fosse ovvio, era morto in fondo, ma non sapeva se si sarebbe mai abituato a quella situazione. Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma aveva capito subito che non avrebbe mai assistito ad una nottata all’interno di quella foresta maledetta.
Il silenzio spettrale cominciava a farsi strada nella sua testa, scavando nella sua lucidità, e ben presto cominciò a sentire di star impazzendo. Se si fermava, il silenzio era tanto pressante da fargli sentire il battito del suo cuore.. e non era sicuro che il suo cuore battesse davvero. provò ad appoggiare una mano sul suo torace, ma si accorse presto con orrore che non c’era battito, nonostante respirasse ancora. Forse anche il respiro era più un'azione automatica che un bisogno, ma non poteva pensarci, non ora.