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Autore: Euterpe098    04/01/2018    2 recensioni
Yoongi è un serpente. Yoongi è un assassino. Yoongi ha una missione: uccidere l'erede al trono che vive nascosto in mezzo al deserto.
E' un compito semplice, per uno come lui. Eppure, perchè sembra sempre più difficile portarlo a termine?
Forse perchè quel bambino con gli occhi blu e la frangia storta è diverso dagli altri.
Forse perchè Yoongi è stufo di fare la parte del serpente...
°
***
°
TheLittlePrince!AU Yoonmin
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il piccolo principe e il serpente

 

-Mi disegni una pecora?-

Yoongi abbassa lo sguardo di parecchio, quasi a terra, per arrivare ad incrociare gli occhi di quel bambino. Sono nascosti dietro una frangia bionda tutta storta, eppure un’intensità del genere Yoongi non l’ha mai sperimentata nemmeno sul campo di battaglia. Non c’è terrore ad allargare quello sguardo, né disperazione. Solo disarmante curiosità. Un’ingenuità che sembra intiepidire l’aria fredda della notte.

Dopotutto è ancora un bambino.

-Mi disegni una pecora?- ripete quello stesso bambino, afferrando con la manina un lembo della sua giacca.

Il vento notturno solleva la sabbia dalle dune, rimodellando la faccia del deserto. Non sarà mai uguale a se stesso una volta di più. Un po’ come lui.

Il bambino gli tira delicatamente la giacca e Yoongi torna a guardare lui anziché l’arido paesaggio che si scorge dalla finestra.

-Non importa se non sei bravo…- sussurra il bambino.

Jimin. Deve iniziare a ricordarselo se vuole diventare suo amico. Se vuole avvicinarsi abbastanza da avvelenare la sua esistenza. Se vuole farlo scomparire tra le sue spire.

Perché lui è un serpente. E’ solo la sua natura che gli chiede di fare questo. Nient’altro che il suo essere animale e morte insieme. Non si può vincere contro la propria natura. Cosa mai potrebbe esserci di più forte, di più inscindibile, se non ciò che ci rende noi stessi?

Yoongi sospira, si inginocchia davanti al bambino che stringe il block-notes in una mano e la sua giacca dall’altra e gli tende la mano per farsi dare i fogli e la matita.

Jimin gli passa fiducioso una matita bianca. Yoongi la guarda senza capire.

-E’ bianca- gli fa notare annoiato. Seriamente, cos’ha nella testa quella specie di nanetto. Come potrebbe mai disegnargli qualcosa se la matita è bianca e il foglio pure?

Il bambino annuisce guardandolo curioso da sotto la frangia storta.

Non è mai stato un tipo particolarmente paziente, lui. Durante la guerra un istante di indecisione poteva essergli fatale. Semplicemente non è abituato ad aspettare, a fermarsi a riflettere. Un’altra cosa che lo rende ciò che è e che è impossibile da cambiare. I serpenti non aspettano. I serpenti si volgono di scatto e attaccano. Che si tratti di un’animale o di un uomo che potrebbe facilmente schiacciarli, loro attaccano senza lasciare scampo. Fanno quello che va fatto.

Senza guardare negli occhi nessuno.

Eppure lui ora è costretto a guardare dritto negli occhi quel bambino. Non più fare altrimenti, se vuole avere successo.

-E’ bianca- gli ripete. Anche il ripetere è fastidioso per quelli come lui, abituati al comando. Ad avere sotto di sé qualcuno che esegue senza fare domande.

Jimin piega la testa da un lato, segno che ancora sembra non aver afferrato quale sia il problema.

Calmo. Deve restare calmo prima che la sua vera natura esca allo scoperto e…

-Preferiresti una pecora nera?- chiede incerto il bambino torturandosi la camicia da notte troppo lunga.

Yoongi impreca internamente tutta la sua frustrazione. Non vuole una dannatissima pecora nera, vuole solo sapere perché gli ha dato una cazzo di matita bianca per disegnare su un foglio bianco su cui non si vedrà assolutamente nulla. A che serve che lui disegni se poi nessuno dei due potrà vedere un bel niente?

-No- si limita invece a rispondere senza una particolare intonazione. Perché un’altra cosa che i serpenti fanno è mentire e ingannare. E sono bravi a farlo. Molto bravi.

Jimin sembra rasserenarsi. Smette di girare le dita nel tessuto della camicia da notte e annuisce come a premiare Yoongi della sua risposta.

-Per fortuna. Se avessi voluto disegnarmi una pecora nera non avrei potuto che accettare… ma pensa poi a come avrebbe sofferto il caldo, poverina- conclude stringendo gli occhi preoccupato e scuotendo la testa.

-…il caldo?-

-Oh, sì. Qui nel deserto fa davvero molto caldo. E c’è sempre il sole. Con tutta la lana scura avrebbe sofferto il caldo ancora di più- spiega Jimin -Sarebbe stato davvero molto difficile per lei- conclude, una luce triste negli occhi, e quasi Yoongi teme di essersi già tradito, che quel piccolo esserino abbia già scoperto il suo essere infido e spregevole e che ne soffra infinitamente.

Ma no, lui a mentire è bravo. Il migliore di tutti.

-Avresti potuto tenerla all’ombra, nel palazzo- suggerisce Yoongi tentando di trovare il filo che ricolleghi tutti quei pensieri.

Jimin lo guarda e l’espressione si fa più malinconica.

-Ma sarebbe stata infelice senza poter vivere nel giardino. E io sarei stato infelice a mia volta perché avrei dovuto costringerla a stare dove non avrebbe voluto stare. E’ una cosa terribilmente crudele da fare… intrappolare qualcuno, intendo-

-Ma l’avresti protetta. Non è forse una cosa buona proteggere?- ribatte Yoongi testardo. Quanti problemi per una stupida pecora nera.

Jimin stringe gli occhi e pare pensarci per un lungo istante.

-Pensi che si possa essere felici anche se non si è liberi?- chiede, alzando la testa per incontrare lo sguardo di Yoongi.

E Yoongi trattiene il fiato perché la frangia storta si è spostata e gli occhi sono di un azzurro talmente intenso da farlo tremare e il suo intero essere per un attimo si sbilancia.

No, non si può essere felici se non si è liberi. Lui lo sa bene.

 

* * *

 

-Potrei farti una pecora senza lana, così non soffrirà affatto il caldo- propone Yoongi, certo di aver trovato una soluzione ai suoi dilemmi.

Si è seduto per terra, sul pavimento di pietra delle stanze di Jimin, ancora incerto sul perché stia sprecando così tanto tempo a discutere con quel bambino su qualcosa di così banale come un disegno.

Jimin allarga gli occhi e arriccia un poco la bocca. La luce della luna che illumina appena i tratti delicati del viso.

-Poi non sarebbe più una pecora- gli fa notare senza traccia di rimprovero nella voce -Anche lei sarebbe triste, perché non potrebbe essere ciò che è nata per essere. Una pecora è fatta per avere la lana a ricoprirla. E’ una cosa che la rende orgogliosa di essere come è.-

E per la seconda volta Yoongi non sa come rispondere.

-Perciò vorresti una pecora bianca. Con la lana. E che sia felice- elenca Yoongi, non senza una certa ironia. Che aspetto hanno esattamente le pecore felici?

-Oh, non felice.- lo corregge Jimin fissando intensamente il foglio bianco e strizzando gli occhi in due mezzelune -Solo che possa esserlo. Nessuno dovrebbe essere sempre felice, sarebbe triste esserlo costantemente.-

Yoongi alza gli occhi al cielo, la sua coda che invisibile si scuote a destra e sinistra per il nervosismo.

-Come potrebbe essere triste il fatto di essere eternamente felici?- lo provoca in un moto di stizza.

Jimin sembra non fare caso al suo tono e riprende a giocherellare incerto con la camicia da notte.

-Credo perché non potresti più apprezzare il fatto di esserlo. Se una cosa è sempre uguale diventa scontata e si guarda con meno meraviglia. Un po’ come il sole nel deserto.-

-Che ha il sole che non va?- borbotta Yoongi. A lui il sole piace, è necessario per muoversi. Fosse per lui dovrebbe esserci sempre il sole. Detesta la pioggia, perché è costretto a rimanere fermo sotto la sabbia, impotente. Ha paura, quando piove, perché non può fare nient’altro che aspettare che smetta.

-Nulla. Ma qui nel deserto tutti danno per scontato che ci sia il sole. Iniziano a vederne solo gli aspetti negativi. Non si incantano più a guardare come le dune brillino sotto di esso, o come i raggi si riflettano nelle oasi. Sono solo preoccupati del calore cocente e di come i raccolti muoiano. Quando arriva la piaggia, invece, tutti la guardano meravigliati e grati. Eppure, se piovesse ogni giorno così come ogni giorno c’è il sole, non trovi che inizierebbero ad odiare anche la pioggia?-

Yoongi non più fare a meno di annuire, nonostante tutto. Perché non c’è sole più caldo e piacevole di quello che asciuga la sabbia dopo un acquazzone.

-Allo stesso modo la felicità. Essere sempre felici è come non esserlo se nessuno è in grado di apprezzarlo. I momenti tristi servono anche a ricordarci quanto è bello essere felici.- conclude Jimin sorridendo.

Ha perso un incisivo, ma qual sorriso sdentato sembra comunque la cosa più calda e luminosa che Yoongi abbia mai visto. Forse anche più del sole.

Ma lui ha una missione. E ha intenzione di portarla a termine a costo di vivere il resto della sua vita sotto la pioggia.

-E’ tardi- sussurra a Jimin nella quieta tenebra della stanza mettendo fine a quel discorso troppo insensato e sincero.

-Disegnerò la tua pecora domani- lo rassicura.

Jimin annuisce sereno e lascia che Yoongi lo prenda in braccio e che lo adagi tra le coperte.

Yoongi guarda il bambino addormentarsi in silenzio ed esce strisciando senza fare alcun rumore.

Domani.

Domani porterà a termine la sua missione.

 

* ° * ° *

 

-E’ vero che sei venuto dal cielo?- gli chiede Jimin il giorno seguente. Ha appeso il disegno della pecora ad uno degli alberi del giardino e ora lo guarda sorridente mentre dondola i piedi, seduto su una panca di pietra.

La pecora è bianca, infatti non si vede nemmeno, ma a Jimin va bene così perché “basta che noi sappiamo che lei c’è”. E’ più stilizzata di quanto Yoongi avrebbe voluto in realtà. Non che volesse stupire il bambino con chissà quali abilità artistiche, però…

Il mezzodì è passato da un po’, l’ora più calda che si avvicina con la sua cappa soffocante, ma né a lui né a Jimin sembra dare troppo fastidio.

Yoongi abbandona un attimo il suo prendere il sole, sdraiato sull’erba ai piedi della panchina, e apre pigramente un occhio.

-Sono arrivato su un areoplano- mormora atono.

Jimin lo guarda dall’alto con quei suoi occhi troppo grandi  e troppo curiosi e Yoongi già se l’aspetta la domanda seguente.

-Cos’è un aeroplano?- chiede infatti il bambino -Puoi disegnarmelo?-

Yoongi sbuffa e grugnisce, perché se gli c’è voluta una giornata per disegnare una pecora soddisfacente non osa immaginare quanto impiegherebbe a fare un aereo.

-No- risponde quindi.

-Oh, d’accordo- mormora Jimin. E già Yoongi si pente di non aver preso carta e penna e avergli disegnato uno stupido aeroplano.

-E’ una macchina molto grande che serve per volare.- inizia a spiegare controvoglia -Ha due ali e un motore che…-

-Come un uccello!- lo interrompe Jimin eccitato -E puoi volare dove vuoi con quello?-

-Tecnicamente sì-

-Fantastico!- ride Jimin con il viso rivolto al cielo. Il sole pomeridiano gli bagna i capelli biondi facendoli brillare più dell’oro che a Yoongi è stato promesso per stringere quella piccola vita innocente tra le sue spire e spegnerla definitivamente.

-Devi aver visto un sacco di posti stupendi!- mormora Jimin accovacciandosi accanto a lui come un gatto.

Yoongi freme, il corpo teso cercando di non scattare come il suo istinto gli suggerisce.

Non qui, non ora, qualcuno potrebbe vederlo.

Non è ancora il momento.

Domani. Quando il sole sarà meno luminoso e il cielo meno azzurro.

Domani.

-Si, un sacco…- mormora al cielo senza nuvole.

Tutti distrutti dalla guerra, bruciati dalle bombe e dal fuoco di uomini troppo avidi per accorgersi di quanta bellezza sprecata.

Questo però non lo dirà a Jimin. Lo lascerà crogiolare nell’illusione che siano ancora tutti là ad aspettare di essere visti.

 

* ° * ° *

 

-Se avessi un aeroplano volerei dritto dritto su una stella- mormora Jimin una mattina lanciando il suo personalissimo aeroplanino di carta che Yoongi è stato costretto a costruirgli.

Il foglio di carta piegata plana leggero e si incastra in un cespuglio e subito Jimin corre a recuperarlo e con cura lo estrae dai rami.

Yoongi sbuffa ma apre un occhio per controllare il bambino che, scalzo, scorrazza ridendo per il giardino.

-Gli aeroplani non sono fatti per andare sulle stelle- borbotta Yoongi scuotendo le spire, assonnato.

-Ma se lo fossero ci andrei subito- continua Jimin imperterrito -Me ne basterebbe una piccola piccola, non troppo lontana e con qualche vulcano-

Yoongi davvero non vuole chiedere, ma la sua lingua biforcuta è più veloce di lui.

-Perché dei vulcani?-

-Per scaldarmi. Fa freddissimo nello spazio, e a me piace il caldo. Ci sono abituato ormai.- spiega assorto il bambino osservando una foglia galleggiare nell’acqua della fontana.

-Avresti potuto sceglierti una stella con il riscaldamento- brontola Yoongi.

Jimin ride deliziato e Yoongi con un grugnito torna a coprirsi gli occhi con un braccio.

Quella notte, per la prima volta dopo tanto tempo, non sogna i fuochi di polvere da sparo e il rumore delle bombe.

Solo un bambino che corre su una stella.

 

* ° * ° *

 

-Vieni, ti presento la mia rosa- lo riscuote Jimin un giorno di primavera quando il sole inizia a calare e l’aria bollente si fa un po’ più respirabile.

Yoongi lo segue di malavoglia.

-Cosa avrebbe di tanto speciale la tua rosa che non abbiano tutte le altre rose di questo giardino- chiede sbuffando, ma lasciandosi guidare docilmente dalla mano di Jimin stretta intorno alla sua.

Jimin si ferma e lo guarda negli occhi, una cosa a cui Yoongi non si abituerà mai. Nessuno guarda i serpenti negli occhi. Sono tutti troppo occupati a guardare i denti pieni di veleno per farlo.

-E’ perché è la mia rosa. Me ne prendo cura da quando è nata, perciò è speciale per me- gli confida Jimin a bassa voce, quasi tema che gli altri fiori possano offendersi.

-Mi sembra una gran perdita di tempo- ribatte allora Yoongi -prendersi cura di qualcosa che è destinato a crescere da sé- indicando i cespugli rigogliosi di rose che circondano le mura del giardino.

Jimin abbassa il capo vergognoso.

 

* * *

 

Come previsto la rosa in questione non ha nulla di speciale. Non è né più bella né più brutta delle altre rose, eppure mentre Jimin le si affaccenda intorno con cura Yoongi non può che acconsentire al fatto che quella sia la sua rosa.

Il bambino la bagna piano, piccole gocce alla volta, in modo da non piegarne lo stelo sottile, l’accarezza, la riempie di attenzioni e la vezzeggia proprio come farebbe con una persona speciale.

E la rosa, che per Yoongi è fin troppo vanitosa e piena di sé, si nutre di quelle attenzioni e di quell’amore che il bambino sembra dimostrarle così incondizionatamente e se ne bea, e cresce e si fa più bella e rigogliosa di tutte le altre rose del giardino. E Yoongi si rende conto che quella rosa è di Jimin perché è’ il tempo che ha perduto per lei  che ha reso quella rosa così importante. E’ sua per il semplice fatto che hanno bisogno l’una dell’altro per poter crescere.

Jimin termina il suo rituale mentre il sole ha quasi raggiunto l’orizzonte. E’ stanco, Yoongi  se ne accorge da come fa ciondolare la testa e da come gli occhi si chiudono, ma non ha smesso un attimo di sorridere.

-Andiamo a vedere il tramonto- propone allegro mentre saluta con affetto la rosa che sta iniziando a richiudere i petali.

-Non mi piacciono i tramonti- mormora Yoongi.

-Quando si è molto tristi si amano i tramonti. Me lo ha detto Seokjin. Quindi è un bene che a te non piacciano, significa che non sei triste- conclude Jimin gonfiando le guance in modo delizioso.

-Chi è Seokjin?- chiede Yoongi. Perché altrimenti direbbe a Jimin che gli sono state dette delle frottole piuttosto grosse, perché lui è triste, ma i tramonti non gli piacciono perché non fanno che renderlo più triste ancora.

-La mia rosa- risponde Jimin.

-Hai dato un nome alla tua rosa?-

-Se avessi continuato a chiamarla rosa non avrei potuto distinguerla dalle altre- conclude Jimin stringendosi nelle piccole spalle.

E Yoongi, senza alcun motivo, si trova ad invidiare quello stupido fiore.

 

* ° * ° *

 

E’ passato un anno da quando è arrivato alla reggia. Yoongi se ne è reso conto solo perché l’incisivo di Jimin ormai è cresciuto e il piccoletto si è alzato di qualche centimetro. Ancora troppo pochi, secondo lui, per rientrare nell’altezza media.

Ora Jimin di anni ne ha otto, ma stranamente non è cambiato di un soffio. Ha sempre i capelli biondi, la frangia storta, le guance paffute e quel sorriso che brilla più del sole del deserto.

Ha ricevuto diverse lettere in quell’anno, Yoongi. Lettere che gli ordinano di sbrigarsi, di fare in fretta, di portare a termine la sua missione o il denaro se lo può anche scordare. Yoongi non ha risposto nemmeno ad una.

Preferisce aspettare ancora.

Quando il sole sarà meno brillante e il cielo meno azzurro.

Quando Jimin smetterà di stupirlo con ogni su gesto, ogni sua parola, allora lì, in quel momento, lui finirà ciò che ha iniziato.

Ma il deserto continua ad essere brillante, nel cielo non passa mai una nuvola e Jimin non smette di stupirlo un solo istante. E così Yoongi continua ad aspettare.

D’altronde, anche se i serpenti non hanno pazienza, lui ha imparato.

 

* ° * ° *

 

-Tu cosa faresti con un aeroplano che può andare nello spazio?- chiede Jimin sinceramente curioso riprendendo improvvisamente quel vecchio discorso che a Yoongi pareva concluso.

La brezza lieve porta nella stanza il profumo dei fiori e la sabbia sottile. Ormai è maggio inoltrato.

Yoongi solleva gli occhi dallo scrittoio e incrocia quelli impossibilmente azzurri del bambino. Qualche giorno fa è riuscito a convincerlo a farsi tagliare un po’ i capelli e ora la frangia è più corta, anche se sempre storta.

-Prenderei tante bandiere e ne pianterei una in ogni stella che incontro-

-Che cosa buffa da fare… perché mai piantare delle bandiere?- chiede curioso Jimin scendendo dal letto e andandosi a sedere ai piedi di Yoongi.

Yoongi fa guizzare la coda, nervoso, ma Jimin non sembra intimorito dal nero delle squame.

-Così potrei possederle tutte- mormora Yoongi.

Jimin piega la testa di lato come un cucciolo, i capelli spettinati che danzano con lui.

-A che ti serve possedere le stelle?-

-Mi serve per essere ricco-

-E a che serve essere ricchi?-

-Ad essere felici- soffia Yoongi, lo sguardo rivolto al cielo stellato.

I soldi fanno girare il mondo. E’ per soldi che ha deciso di arrivare fin lì, nel mezzo del deserto. Eppure ora, circondato dal silenzio della notte e dal profumo del gelsomino, Yoongi si chiede se sia davvero quello il segreto della felicità.

 -Che sciocchino- ride Jimin -Non serve possedere le stelle per essere felice. Ti basta fare quello che più ti piace.-

Yoongi scuote la testa perché dopo tanti anni a seminare morte nemmeno si ricorda più cosa gli piace.

Forse non sarà mai più in grado di ricordarselo.

 

* ° * ° *

 

Dopo mesi la pioggia sta finalmente arrivando. Ed ecco che il deserto non brilla più ed il cielo non è più limpido.

Oggi, si ripete Yoongi. Oggi farà quello per cui deve essere pagato.

All’ombra delle prime nubi la pelle di Jimin appare pallida, i capelli biondi che al sole sembravano grano maturo solo grigie sterpi. Yoongi rabbrividisce.

Ha deciso.

Farà quello che deve fare di notte, quando le tenebre coprono i colori e nascondono ogni cosa.

Lo farà di notte così da nascondere a sé stesso i colori di Jimin che si spengono piano.

 

* * *

 

E’ buio. La luna è nera e ad illuminare la stanza ci sono solo le candele. Piove a dirotto ora, il rombo dei tuoni a rompere il silenzio.

Jimin è già a letto.

Trema e piange, la fronte bollente per una febbre improvvisa.

E Yoongi si ripete che va bene, che è meglio così. Che non si accorgerà di nulla e sarà più facile per lui nascondere le sue tracce.

Jimin piange ancora, singhiozza in silenzio, grosse lacrime calde che gli rigano il viso. Gli occhi azzurri sono umidi e arrossati e non riescono a rimanere aperti.

Yoongi invece, stupidamente, vorrebbe solo fare quello che deve fare guardando Jimin sorridergli fino alla fine, come ad assolverlo in anticipo per il peccato imperdonabile che sta per commettere.

Le sue lunghe spire strisciano lente sul materasso e si stringono al corpicino tremante del bambino.

Basta solo un’istante. Solo un morso è potrà lasciarsi alle spalle tutto questo.

Essere finalmente felice.

Non serve possedere le stelle per essere felice. Ti basta fare quello che più ti piace.

Correre nel deserto.

Guardare la luna.

Dormire sull’erba.

Fare stupidi aeroplanini di carta.

Disegnare pecore bianche su fogli bianchi.

E’ così semplice, adesso, ricordarsi tutte le cose che gli piacciono mentre sta per abbandonarle per sempre…

Jimin chiude gli occhi ignaro. Ha smesso di piangere. Sospira piano nel silenzio di una tempesta ormai lontana e chiama il suo nome nel sonno.

Una, due, tre volte.

E Yoongi semplicemente si rende conto che non può farlo, non può farcela.

Per la prima volta capisce che non è in grado di portare a termine la sua missione.

Non più.

-Non avere paura- sussurra Jimin nel buio della stanza.

Con le piccole dita accarezza le squame di Yoongi come se fossero soffice pelliccia e Yoongi trema e ride, perché non è lui che dovrebbe avere paura. Perché il tocco di Jimin è tiepido e rassicurante e lo scalda più del sole e per una volta vorrebbe solo abbandonarvisi senza pensare a nient’altro.

-Non avere paura- ripete Jimin soffice stringendogli la mano pallida con una carezza -Passerà presto… la pioggia. Passerà presto-

Yoongi annuisce nel buio della camera anche se Jimin non può vederlo.

Passerà presto.

E il sole che verrà sarà il più bello e caldo di tutti.

 

* ° * ° *

 

-Mi piacerebbe vedere  il mare- sussurra una sera Jimin mentre osservano le stelle al riparo nel piccolo giardino.

Anche Seokjin è rimasto sveglio per l’occasione, ma non smette un attimo di blaterare sul fatto che lui sia molto meglio di un cumolo di astri intermittenti.

Yoongi gli sibila di chiudere la bocca, mentre Jimin ride spensierato e rabbonisce la rosa con una carezza.

-Il mare?- ripete Yoongi. Lui ha sorvolato tanti mari diversi, e gli sono sembrati tutti uguali, tutti noiosi.

Jimin annuisce frenetico, le mani che accarezzano l’erba sotto di loro.

-Dicono che sia come il diserto, ma blu. Un’enorme deserto blu. Ed è salato!- ride estasiato.

-E bagnato- aggiunge Yoongi, atono.

-E bagnato- ripete Jimin ridendo più forte.

Yoongi si lascia sfuggire un piccolo sorriso mentre Jimin gli si fa più vicino e si stringe a lui, l’aria pungente della sera che si intrufola sotto la loro coperta.

Guarda quel bambinetto troppo piccolo e troppo gentile e improvvisamente prova il fortissimo istinto di stringerlo tra le sue spire e non lasciarlo andare più.

Non è come al solito. Non è per soffocare che vorrebbe farlo. Solo per averlo più vicino a sé.

Solo un po’ di più.

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Questa credo sia una delle cose più folli che abbia fatto nella mia vita. 12 ore no stop di scrittura. Ma cercate di capirmi, avevo un bisogno viscerale di scrivere questa storia. Io e il mio cervello abbiamo per lo meno imparato il significato di "compromesso". Lui scrive e io evito di fare storie a capitoli perchè poi so che non le porto mai a compimento. Meglio una oneshot divisa in due parti. Inizio - casino completo -conclusione. Fine. Punto.

Semplice no?

No. Perchè a metà mi sono resa conto che stava diventando meno poetica e più romantica, ma mi piaceva lo stesso. E a tre quarti mi sono resa conto che morivo dalla voglia di un po' di smut (che non so scrivere per nulla) e sentivo da una parte il mio cervello che annuiva tutto partecipe e dall'altra lo spirito di Saint-Exupery che mi urlava alla blasfemia... I risultato lo scoprirete poi (ovvero: non guardate il rating, non ho ancora deciso XD) e verso la fine... FOLLIA! Improvvisamente scegliere tra un finale happy e uno super sad è diventato improvvisamente super difficile (e ve lo dice una che mai nella vita patteggia per il finale tragico) perchè da un lato volevo cimentarmi in qualcosa di inedito per me e dall'altro ma anche no grazie, vogliamo bene alle nostre ship per piacere, che già sono sfigate di loro. Idem come sopra, ho due versioni e ancora non ho ben deciso (ma la me fangirl patteggia alla grande per l'happy ending).

Per i personaggi...bha, pensateli come se esistessero su due piani, uno fisco e l'altro metafisico... Si , sono seria.

E nulla. E' tutto un casino, quindi... ENJOY!

Ps Dovrei postare la seconda parte al più presto, ma conoscendomi anche no. Sorry not sorry, io e la procrastinazione viviamo in simbiosi.

(errori ce ne saranno una valanga, commentate pure eventuali orrori grammaticali con l'intento di distruggermi, ne ho bisogno XD)

Kiss ;-*

#Ho tanto bisogno di Yoonmin in questi giorni >=< E di ore di sonno. E di studiare.... esattamente in quest ordine.


   
 
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