Cap.16
La leggenda della luna rossa
Bardack
si
sedette sul davanzale della finestra e vide Reghina ridacchiare e
rotolare sul
letto.
"Oggi
è
arrivata la vostra balia. Siete felice?" chiese.
La
luce dei
due soli filtrava dalla finestra, illuminando di riflessi vermigli
l'ambiente.
Reghina
si
mise a gattoni sul letto, sorrise ampiamente.
"È
una
cosa stupenda! Così smetterete di controllarmi e
sarà più facile
divertirmi" disse.
Ondeggiava
la lunga coda blu alle proprie spalle, saltellando a gattoni.
Bardack
schioccò la lingua sul palato.
"Vi
controllerà lei" ribatté.
Si
grattò la
guancia e si deterse le labbra con la lingua.
"Volete
raccontata la storia anche oggi, principessa?" domandò.
Reghina
ridacchiò, rotolò sul letto e raggiunse i
cuscini. Vi si stese, lo guardò ed
annuì.
"Certo
che la voglio!".
Bardack
si
massaggiò il mento.
"Stanotte
una delle due lune diventerà invisibile e l'altra si
tingerà del rosso del
sangue.
È
una notte
in cui è vietato uscire a noi saiyan, persino alle prime
classi in grado di
controllare l'Oozaru" spiegò.
Reghina
raggiunse i piedi del letto e si sporse verso la finestra, muovendo il
capo a
destra e sinistra.
"Quindi
questa notte c'è la luna rossa e nessuno in giro?
È uno spreco!".
"Perché
ci trasformerebbe in mostri. Né uomini, né Oozaru.
Incroci
maledetti dagli dei" rispose Bardack.
Reghina
sporse le labbra gonfiando le labbra.
"Io
mi
trasformerei in qualcosa?" chiese.
Bardack
si
grattò il sopracciglio.
"Non
so
bene in cosa, ma sì. C'è solo un posto da cui si
può assistere alla luna rossa
senza effetto, se si arriva prima del suo evento" rispose. Le sue iridi
nere si scurirono.
Reghina
si
sedette a gambe incrociate, lo guardò battendo gli occhi.
"E dove?".
"Nel
tempio del primo re: Vargas" rispose Bardack con tono teatrale.
Reghina
tornò all'altezza dei cuscini, ne prese uno e lo strinse al
petto, si mise al
centro del letto e prese a dondolare.
"Esiste
davvero? Dov'è?" chiese, gli occhi scuri le brillavano di
riflessi blu
notte.
Bardack
saltò giù, rimettendosi in piedi.
"Credo
in cima alla montagna, ma non ci sono mai stato.
Quel
luogo è
proibito.
Ora
devo
andare a fare la ronda" rispose.
Reghina
sgranò gli occhi, lasciò il cuscino e
saltò giù dal letto.
"Ma non è una favola! Mi hai
solo detto
che diventate creature strane!" si lamentò.
Bardack
mosse l'indice avanti e indietro, indicandola.
"Il
sangue delle vittime della nostra razza si è condensato nel
cuore della luna.
Rendendola una dea altera e gelida.
Il
suo
mutare il proprio manto di rosso è il suo modo di maledire
questi figli
ingrati" rispose.
Reghina
sbuffò, incrociò le braccia al petto oscillando
la coda.
"Secondo
me diventa rossa perché si arrabbia che nessuno esce quando
c'è lei"
borbottò.
"Non
ci
provare, è rischioso" rispose Bardack, uscendo dalla camera.
Si chiuse la
porta alle spalle.