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Autore: esserre93    06/01/2018    1 recensioni
Amelia Shepherd decide di trasferirsi a Seattle e iniziare una nuova vita con la sua nuova famiglia
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Amelia Shepherd, Arizona Robbins, Callie Torres, Owen Hunt, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Amelia aprì gli occhi e un sorriso spontaneo comparve sul suo viso; voltò la testa verso Arizona e rimase a contemplarla. Era bellissima ed era sua moglie. La mora alzò la mano sinistra e vide la fede in oro bianco e il cuore iniziò a martellarle nel petto: era quella la felicità?
- Buongiorno Amore – la voce assonnata di Arizona le provocò dei brividi in tutto il corpo: si, era davvero quella la felicità
- Buongiorno anche a te – Amelia si avvicinò alla bionda e le diede un profondo bacio – dormito bene?
- Benissimo e tu?
- Anche, sono felice
- Non sai quanto mi faccia piacere sentirtelo dire. Anche io lo sono – Arizona, come aveva fatto poco prima la mora, alzò la mano sinistra per ammirare la sua fede. Amelia, allora, alzò anche la sua e le loro dita si intrecciarono a mezz’aria
- Siamo sposate, lo siamo davvero, potrebbe scoppiarmi il cuore
- Non mi sentivo così bene da troppo tempo
- Avevo paura di affrettare le cose, che non apprezzassi la mia sorpresa
- Ma scherzi? Abbiamo lottato per arrivare qui, io sono pazza di te
- Ed io di te, cosa vogliamo fare oggi?
- Vorrei prima chiamare Callie, se non ti dispiace
- Certo, fai pure, io intanto sveglio Sofia, magari ha qualche idea
Amelia diede un ultimo bacio a sua moglie prima di alzarsi e andare dalla bambina.
Capiva il motivo per cui Arizona sentiva il bisogno di chiamare Callie. Il giorno prima era stata catapultata in una situazione scomoda e dover assistere al matrimonio della donna che ancora amava non era stato sicuramente semplice.
Amelia aprì la porta della stanza di Sofia e la vide dormire serenamente. Era felice quando era lì. La mora si avvicinò al latto e con delicatezza iniziò a svegliarla. Dopo vari tentativi, finalmente Sofia riuscì ad aprire gli occhi
- Buongiorno Piccola
- Buongiorno zia, devo andare a scuola?
- No, è domenica; io, te e la mamma potremo fare qualsiasi cosa tu voglia
- Mmm non so, posso fare colazione prima?
- Certo, cosa vorresti?
- Pancakes!
- Perfetto! Riposa ancora un po’, non appena sono pronti vengo a chiamarti
Sofia, seguì il consiglio di Amelia e si rimise sotto le coperte, mentre la donna si diresse in cucina, dove trovò Arizona ai fornelli. Amelia le si avvicinò e da dietro le cinse la vita
- Tutto bene?
- Diciamo di si
- Che ti ha detto Callie?
- Non si aspettava una cosa del genere
- Mi dispiace, è stata colpa mia, avrei dovuto dirle tutto
- Smettila di incolparti, non lo hai fatto con cattiveria; spero solo che le passi presto - Arizona si voltò e catturò le labbra di Amelia in un bacio profondo – che ti ha detto Sofia?
- Dopo la colazione ci dirà cosa le andrà di fare
- Perfetto, finisci tu qui? Vado a fare una doccia
Amelia vide uscire Arizona dalla stanza e si immersa nella preparazione dei Pancakes.
Non appena fu tutto pronto, le tre si ritrovarono a tavola.
- Allora piccola, hai pensato a cosa vorresti fare?
- Mi piacerebbe andare all’acquario
- Va benissimo, allora finiamo di mangiare e possiamo partire
 
Circa un’ora dopo, Amelia, Arizona e Sofia erano in auto in direzione del Seattle Aquarium.
A metà tragitto, quando Amelia si voltò verso la bambina, la vide immersa nei suoi pensieri. Aveva solo cinque anni ed Amelia avrebbe pagato oro pur di sapere cosa le passasse per la mente.
- Tutto bene piccola?
- Si zia
- Sei felice di andare all’acquario?
- Molto
Amelia posò lo sguardo su Arizona, che stava guidando e anche lei aveva la stessa espressione che aveva visto poco prima in Sofia
- E’ impressionante come vi somigliate
- Perché?
- Avete la stessa espressione quando siete sovrappensiero
- Scusami
- A cosa pensi?
- Che sto bene qui con voi due
- C’è qualcos’altro
- Stamattina Callie sembrava davvero ferita
- Mi dispiace, anche se dici che non lo è, ma so che è colpa mia, magari domani la cerco per chiederle scusa. Purtroppo in quel momento non ho pensato a ciò che avrebbe potuto pensare
- Lo so che non lo hai fatto con cattiveria e non voglio rovinare in alcun modo il momento più bello della nostra vita, quindi basta brutti pensieri, dobbiamo divertirci oggi
Arizona parcheggiò l’auto e tutte e tre si diressero verso la biglietteria. Una volta entrate, si ritrovarono in un piccolo tunnel che le portò sotto un’enorme cupola sommersa. Sofia rimase a bocca aperta e le due donne la seguirono a ruota. Erano circondate da acqua e da una moltitudine di specie marine
-Wow mamma! È bellissimo! – Sofia corse verso le vetrate per ammirare da vicino tutto ciò che la circondava. Intanto Amelia e Arizona rimasero a guardare l’espressione meravigliata che si dipingeva sul volto della bambina ogni volta che appariva un pesce.
- Abbiamo fatto bene a portarla qui
- E’ vero, è stupendo qui e aveva bisogno di distrarsi – Arizona intrecciò le dita a quelle di Amelia, che ricambiò la stretta più che potette -  sono qui, non vado via e non sono arrabbiata con te, lo so che lo pensi
- Perché so che nonostante tutto a Callie ancora tieni molto e sono stata una stupida a non pensare ad una cosa del genere
- Vedrai che accetterà le tue scuse, lo sa che non volevi e non pensiamoci più, ti prego
Arizona incatenò i suoi occhi a quelli di Amelia, che lesse immediatamente la sincerità della sua donna.
-Va bene, non pensiamoci più
Arizona, Amelia e Sofia, trascorsero il resto della mattinata ad ammirare la bellezza di quel posto. Vedere Sofia così felice, ad Amelia, fece scaldare il cuore. Voleva un bene inestimabile a quella bambina e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di vedere ogni giorno quel sorriso dipinto sulle sue labbra.
 
Le tre, rincasarono a pomeriggio inoltrato. Sofia era crollata durante il viaggio di ritorno, così Amelia la portò direttamente nella sua cameretta. Una volta tornata in salotto, la mora trovò Arizona ad aspettarla sul divano
- Cosa guardi?
- Nulla, ti stavo aspettando
Amelia prese posto accanto a sua moglie, che immediatamente le catturò le labbra in un bacio
- Wow,  a cosa devo questo?
- Hai una moglie che ti ama e che ti desidera
- Ah si? E cosa vorresti fare?
Arizona iniziò a sbottonare la camicia ad Amelia, che pochi secondi dopo si ritrovò in reggiseno. Il suo cuore iniziò a martellarle nel petto, mentre le sue mani cercarono, vogliose, ogni contatto con la pelle della bionda
-Ti va?
- E me lo chiedi? – Amelia si alzò dal divano e, dopo aver preso tra le braccia Arizona, la portò nella loro camera e la adagiò sul letto
- Ti amo Amy
- Anche io ti amo – le due donne iniziarono a togliersi a vicenda i vestiti che impedivano ai loro corpi di venire a contatto e si amarono con tutte le loro forze; si amarono come solo due persone legate da un sentimento profondo e puro come il loro, sono capaci di fare.
 
Qualche ora dopo, quando Amelia si svegliò, era notte fonda. Dopo aver fatto l’amore, entrambe erano cadute in un sonno profondo. La mora guardò verso sua moglie, che ancora dormiva serenamente e decise di andare a controllare la bambina. Una volta arrivata sul ciglio della porta, Amelia rimase a guardare Sofia per un tempo quasi infinito
-Ehi, cosa fai? -  Amelia, presa alla sprovvista, si spaventò nel sentire la voce di Arizona provenire alle sue spalle – scusa, ti ho  spaventata
- Non è colpa tua, ero sovrappensiero
- A cosa pensavi?
- Nulla di che
- Dai, so che c’è qualcosa di  importante
- Beh, ecco, so che avevamo deciso di non avere figli, ma credo di averci ripensato; mi piacerebbe dare un fratellino o una sorellina a Sofia
- Dici sul serio?
- Si, avere Sofia mi ha fatto capire che vorrei avere un bambino con te
- Sono sorpresa
- Sorpresa o delusa?
- Non potrei mai essere delusa per una cosa così bella, amore, ma avevo accantonato questo desiderio
- Quindi non lo vuoi?
- Penso di volerlo anche io, Amy, ma ho paura
- Anche io ne ho, tanta. Le nostre precedenti gravidanze non sono andate bene, ma se facciamo degli accertamenti potremo capire se potremmo farcela, che ne dici?
- Ci sto
- Davvero?
- Davvero
- Proveremo ad avere un altro bambino?
- Si amore, ci proveremo, te lo prometto
   
 
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