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Autore: Emmastory    06/01/2018    4 recensioni
La vita di Rain e del suo gruppo continua, ma purtroppo senza uno dei compagni di viaggio. Sono passati ben quattro anni da quando la povera Samira è morta da eroina sul campo di battaglia, tentando assieme agli amici di eliminare una minaccia ormai conosciuta, ovvero i Ladri. Ora come ora, con la calma che regna sovrana ad Ascantha, nessuno sa cosa sia successo davvero, se la guerra sia finita, o sei ai nostri eroi sia stata concessa una tregua. Sempre uniti e fiduciosi, sono decisi a combattere le loro battaglie, e sperare, con tutte le loro forze, in un nuovo e sereno domani. Come andrà a finire? Scopritelo unendovi di nuovo a loro, nell'ultimo capitolo della saga di Aveiron.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-VII-mod
 
 
Capitolo XLIX
 
La vipera e la sua tana
 
Un nuovo giorno stava avendo il suo magnifico e lento inizio, e Lady Fatima sfogliava uno dei tanti libri che parlavano di Aveiron. Leggende, storia, geografia... qualunque cosa la riguardasse, in qualunque forma, lei la conosceva. Quella volta, però, allungata sul suo sofà accanto al letto, non riusciva a concentrarsi nella lettura. Sapeva che di lì a poco la sua piccola gattina sarebbe arrivata a farle compagnia, ma ci stava mettendo un'eternità, e pensosa, si chiese cosa stesse facendo. Camminando silenziosa, Rachel non sentiva altro che il suono dei suoi passi, lenti ma decisi. Conosceva quel corridoio a memoria, e non vedeva l'ora di attraversarlo e vedere la sua amata. Fatti pochi passi, però, le sembrò di vedere qualcosa, o meglio, qualcuno. Un'altra ragazza, che proprio come lei serviva la Lady. Quasi ignorandola, non disse nulla, ma improvvisamente, una strana sensazione si fece largo dentro di lei. Rimanendo ferma e inerme, aspettò che la serva sparisse dalla sua vista, e poi, con una vena di riluttanza nei movimenti, bussò alla porta. "Milady! Sono io! Rachel! Posso entrare?" chiese, educata. "Finalmente!" Pensò la donna nel chiudere il libro con uno scatto della mano, per poi posarlo appena dietro la sua schiena e incastrandolo nell'angolo del sofa. Poi, mettendo più calma nella voce, parlò. "Entra, Rachel." Disse soltanto, dandole il benvenuto. "Per te è sempre aperto, mia piccola gattina." Avrebbe voluto aggiungere, limitandosi a pensarlo e non dicendolo ad alta voce. Così, rimase in silenzio, a leccarsi le labbra come una gatta mentre vedeva quell'esile figura entrare nella stanza. "Va... va tutto bene, Signora? Sapete, ho visto un'altra ragazza uscire da questa stanza, e..." azzardò la ragazza, spaventata e titubante. Ascoltandola, Lady Fatima aggrottò le sopracciglia in un espressione perplessa, specialmente a quelle parole. Parlava sicuramente di Natalia, ma c'era qualcosa nel tono di voce della ragazza che stonava con il sorriso che le rivolgeva, ma cosa? Non lo sapeva, ma continuò a pensarci mentre le rispondeva con voce tranquilla, quasi menefreghista. "Sì, stai parlando di Natalia." Rispose infatti, non appena riuscì a riordinare le idee. Senza dire altro, mosse la mano vicino al viso come se stesse scacciando una mosca e scosse la testa in una negazione. "È venuta qui a portarmi alcuni libri che mi servivano. Perchè me lo chiedi?" Aggiunse poi, assottigliando lo sguardo. "Sì." si disse, c'era davvero qualcosa che non andava nella sua gattina. Gli occhi sembravano come attraversati da una nube in tempesta. Che cosa la turbava tanto? "L-libri?" Balbettò Rachel, confusa. Sempre in silenzio, la donna tirò fuori da dietro la schiena il libro che stava leggendo poco prima. "Sì, libri, Rachel." Rispose soltanto, sventolandolo leggermente e tenendolo con una mano mentre metteva in bella vista il titolo. "Per l'esattezza le mappe geografiche di Aveiron che cambiano con il corso dei secoli... ma, Rachel, cos'hai? Sei strana." Spiegò, azzardando quella considerazione e osservandola mentre assottigliava lo sguardo. "No, non è niente, milady, davvero." Rispose lei, fallendo nel tentativo di mantenere la calma e  iniziando inconsciamente a tremare. Assumendo uno sguardo preoccupato, la Leader si alzò dal sofà, buttandoci malamente il libro sopra. Poi, a passi sicuri, la raggiunse e le mise le mani sulle spalle. La guardava negli occhi. Sentiva che qualcosa le stava sfuggendo di mano. "Rachel, calmati. Calmati e guardami. Cosa ti succede?" Chiese, pregandola di parlarle. "Milady, Voi non lo sapete, ma... Natalia è innamorata di Voi, e... e una sera giuro di averla sentita..." La ragazza continuava a balbettare, con il corpo tremante e le corde vocali in tumulto come il suo cuore. Che Natalia avesse un debole per lei lo aveva capito da un pezzo, ma la Lady non le aveva mai dato modo di credere che ricambiasse quel sentimento a senso unico. Fastidiosa e irriverente, Natalia era brava soltanto quando le affidava degli incarichi per tenerla occupata quanto più poteva. Inarcò un sopracciglio, attendendo il seguito che non arrivò, così dovette forzarla lei, ma la rabbia che le salì in corpo al solo pensiero di quella sgualdrina  che si era messa a dire in giro falsità sul suo conto le fece risultare la voce più baritonale e minacciosa del dovuto. "Sentito cosa, Rachel?" La incalzò, desiderosa di conoscere il resto di quella frase. "Gemere... il Vostro nome, Signora." Confessò lei, con lo sguardo basso in segno di vergogna. "E un'altra volta mi ha parlato, vantandosi di come Voi e lei... " tentò di continuare, ma si fermò di nuovo, incapace di andare avanti. A quelle parole, Lady Fatima divenne una statua di granito, la faccia inespressiva. Fu costretta a togliere le mani dalle spalle di Rachel per non farle male, la rabbia la stava facendo ribollire dentro come un vulcano. Ad ogni modo, non diede a vedere nulla, fuori soltanto il gelo, anche nella voce con cui le parlò. Ora capiva perché Rachel era così sconvolta quando era entrata! Come biasimarla? Povera gattina. "È la verità?" Azzardò a quel punto, incredula. "Nient'altro, Signora." Rispose prontamente Rachel, che intanto tremava. A quella risposta, la donna inspirò violentemente, a denti stretti. Sapeva che la sua gattina non le mentiva mai, e le aveva sempre creduto, quindi non esitò nemmeno un istante quando, aprendo la porta con uno scatto, cercò con gli occhi Natalia lungo i corridoi deserti. Con i suoi infuocati dall'ira, vide un movimento di stoffa verso la sua sinistra, che stava appena girando l'angolo, e, con tutta la freddezza di cui era capace e di cui era famosa, la fermò. "Ferma dove sei, Natalia." Sibilò nel vederla, glaciale. "Sì, Signora?" Disse quella piccola serpe, voltandosi e attendendo in silenzio. Irosa, la Leader la guardò sorridere melliflua. Quella piccola vipera! Sapeva che Natalia era una ragazza intelligente, e sicuramente aveva già capito cosa stava succedendo tra lei e Rachel, quindi non fece neanche finta di nascondere la realtà delle cose, e con un singolo movimento del dito indice, le ordinò di entrare nella sua stanza. Obbedendo ciecamente, la ragazza non se lo fece ripetere due volte, e in un attimo la seguì, soddisfacendo quella richiesta. Non aprendo bocca, la Leader richiuse la porta alle loro spalle,girando accuratamente la chiave. Qualunque cosa fosse successa in quella stanza, non sarebbe dovuta uscirne fuori. "Rachel, potresti ripetere a Natalia quello che hai detto a me?" Pregò, rimanendo mostruosamente calma nonostante fissasse Natalia con occhi di ghiaccio. Mai era stata così fredda con una delle sue serve, mai. "L'ho sentita gemere il Vostro nome, e vantarsi di come eravate insieme!" Ripetè Rachel, urlando in faccia a quella schifosa arpia tutto il suo odio. Per nulla sorpresa, Lady Fatima incrociò le braccia sotto il seno e piegò leggermente la testa di lato, soppesando le espressioni di Natalia. Tutto ciò che lesse era solo una grande e malata soddisfazione. Iniziò a provare ribrezzo. Con lo sguardo e il cuore di pietra, iniziò a camminare lentamente intorno alla ragazza, i tacchi delle sue scarpe risuonavano minacciosi quasi quanto il suo sguardo. "Ora, Natalia, potresti gentilmente dirmi quando questa tua astratta fantasia è avvenuta?" Chiese, ben sapendo di odiarla e desiderando solo vederla sparire dalla circolazione. "Perchè provo solo rabbia, ecco perchè. Dite sempre di non fare favoritismi, eppure state con Rachel. Rachel, Rachel, sempre Rachel. Non avete sempre detto che siamo tutte uguali di fronte a Voi, che nessuna è migliore o peggiore? E inoltre, che cos'ha lei che noi non abbiamo?" Rispose la ragazza, tanto arrabbiata quanto a sua volta gelosa del rapporto fra la Leader e la sua bella gattina, che intanto, immobile come una statua, non aveva parole. Lasciandola parlare senza interrompere, la donna dovette in parte darle ragione. Non era stata attenta, ma aveva comunque trattato tutte le altre con il rispetto e la gentilezza che meritavano. Sapeva che non era facile trattare con lei e ne apprezzava il lavoro, specie quello ben fatto. "Questo non ti da il diritto di far circolare menzogne e buttare fango addosso agli altri." Le disse poco dopo, sempre più arrabbiata. "Specialmente se quel fango è stato gettato sulla mia gattina." Pensò, pur tenendosi quel pensiero per sè. In quel momento, non sapeva cosa fare, se dire o meno la verità su Rachel e sè stessa rischiando che venisse a saperlo tutto il palazzo, oppure negare tutto e ferire i sentimenti della ragazza, Indecisa, girò il viso verso Rachel, chiedendosi cosa avrebbe fatto in quella situazione. L'incertezza era sul suo volto. Le fece un cenno d'assenso con la testa, impercettibile, così che capisse e si preparasse. Annuendo a sua volta, Rachel sorrise debolmente, sperando con tutto il cuore che quell'arpia non lo notasse. Dì lì a poco, il silenzio la rese sorda, e ormai pronta, la Leader decise di parlare. "No." Disse, parlando con sè stessa. Non avrebbe ferito i sentimenti di Rachel, non l'avrebbe mai presa in giro in quel modo e non avrebbe mai rinnegato i suoi sentimenti. La voce era calma quando le rispose, così come il suo sguardo. L'ira che aveva provato poco prima non c'era più. La sola presenza di Rachel riusciva a lenirla e a spazzarla via. Ecco un'altra cosa che amava di lei. "Noi ci amiamo." Eccola lì, in tre parole, la verità nuda e semplice come entrambe sapevano che fosse."Cosa? Voi... Voi amate lei ? Ma... ma è al Vostro servizio da meno di tutte noi, e... e io, allora? Non pensate a me? Anch'io Vi amo!" Rispose Natalia, sconvolta e incapace di credere a quanto avesse appena sentito. A quelle parole, Lady Fatima rimase in silenzio, disgustata. Sapeva che quella ragazza era solo una poco di buono, irosa e gelosa, pronta a tutto pur di entrare nelle sue grazie sin dal primo giorno. Non le credeva affatto. Seccata e amareggiata, la donna non seppe cosa dire, ma sapeva che non avrebbe capito. Quello che provava Natalia nei suoi confronti era un'altra cosa, non di certo l'amore che c'era tra lei e Rachel. "Non capisci vero, Natalia? O non vuoi capire... La tua è ossessione, una mera illusione di qualcosa che non accadrà mai tra noi." Osservò, sputandole di nuovo in faccia un misto di verità e veleno. Nel farlo, lanciò uno sguardo alla sua Rachel, che per tutta la durata di quel dibattito era rimasta pallida e tremante dietro di lei. "Natalia, ti faccio una domanda ora, e tu mi risponderai con sincerità. Continuerai a intestardirti così? Oppure la smetterai di comportarti a sciocca egoista?" Sibilò nel guardarla, con le mani che le prudevano per la rabbia. "Egoista? Io? E Voi, allora? Contravvenire così alle regole di un regno intero?" Rispose la ragazza, facendo spavalda un passo in avanti e attendendo una risposta. Oltraggiata da quel comportamento inadeguato, Lady Fatima non ci pensò un singolo istante e la sua mano si mosse prima di riuscire a capire cosa aveva fatto. Il rumore del sonoro ceffone che le aveva rifilato in pieno volto si propagò per tutta la stanza, raggelando le presenti. Quando parlò, la sua voce fu più tagliente del ghiaccio. "Io non devo rendere conto a nessuno di ciò che faccio o ciò che dico. Adesso ti ordino di lasciare immediatamente il rifugio . Sei esiliata dai miei confini con effetto immediato. Se ti troverò qui intorno nelle prossime ventiquattr'ore, farò in modo di mandarti i miei cacciatori alle calcagna. Sparisci, e questo è un'ordine, Natalia." Questo fu il suo discorso, lungo ma deciso, pieno della rabbia che provava verso di lei da anni. Ancora stordita da quel colpo in pieno viso, Natalia si massaggiò la guancia offesa, e indietreggiando, diede le spalle a quella che era e che non sarebbe più stata la sua Signora. Camminando, guadagnò la porta della stanza, poi quella lignea e massiccia del castello, decidendo, solo in quell'istante, di fare ciò che le era stato chiesto. Non appena fu lontana, Lady Fatima guardò Rachel negli occhi, abbracciandola e calmando i suoi tremori. Era finita. Quella serpe di Natalia non l'avrebbe più neanche toccata, e nessuno si sarebbe mai messo fra di loro. "Milady, io non ho parole, avete appena..." balbettò Rachel, sconvolta da quello spettacolo. Aveva visto la sua amata riprendere le altre serve più di una volta, certo, ma mai l'aveva vista spingersi a un tale livello. Con il cuore in tumulto, le prese le mani, e in silenzio, attese una sua mossa. "Sì Rachel, ho appena allontanato una vipera dal nostro covo, rispedendola nella sua schifosa tana." Le rispose, guardando fuori dalla finestra mentre stringeva quelle piccole mani. Nel farlo, vide Natalia correre a cavallo verso il confine con quelle terre, come se fosse inseguita dal diavolo in persona. Con un ghigno malefico, la donna si disse che quella poteva benissimo essere la realtà, sperando che anche da fuori, quella mela marcia non arrecato danni ad altri nè di nuovo a loro. Poco dopo, tornò a guardare la sua Rachel, e senza dirle nulla, premette dolcemente le labbra sulle sue, in un bacio che nulla aveva a vedere con la delicatezza. Felice, Rachel non si staccò da lei, e animata da una forza che non credeva di possedere, strinse forte a sè la sua bella amata, ricambiando poi quel bacio con altri mille e assaporando quelle labbra come il più dolce dei frutti. Per qualche strana ragione, sapere che erano di nuovo libere la rendeva felice, e quasi in estasi, sussurrò qualcosa all'orecchio della sua Lady. "Grazie. Grazie davvero, Milady, grazie." Disse soltanto, per poi riprendere da dove si era interrotta e osservare le reazioni del suo stesso corpo, che intanto sembrava impazzire d'amore e piacere. "Non permetterò a nessuno di mettere altri dubbi sciocchi nella tua testa, gattina. Se dovesse servire, esilierò ogni singolo abitante di questo castello pur di farti capire che per me ci sei solo tu. Rachel." Sussurrò la donna al suo orecchio, facendole una promessa solenne che mai in vita sua avrebbe spezzato. Loro non lo sapevano, e non ne avevano idea, ma in tutto quel tempo ero rimasta chiusa nella mia stanza, avevo sentito e ascoltato tutto, e ora piangevo. Le mie erano lacrime di gioia, gioia che avrei tanto voluto condividere con entrambe, ma che per ora avrebbe dovuto aspettare. Rachel era mia amica, Lady Fatima una mia grande confidente, e dopo tutto il tempo che avevamo trascorso insieme, superando gli alti e bassi delle nostre tre diverse vite, potevo tirare un sospiro di sollievo e dirmi orgogliosa di aver stretto con loro una solida amicizia, ma anche di appoggiare il loro rapporto, che ora finalmente poteva essere privo di uno di tanti ostacoli, ovvero un'orribile vipera rispedita a viva forza nella sua buia tana.


Salve a tutti! In questo ultimo weekend di festa, ho praticamente passato tutto il pomeriggio a scrivere e produrre questo importante capitolo, che sinceramente spero vi sia piaciuto. Prima di andare, ricordo bene che oggi è il 6 Gennaio, giorno dell'Epifania, quindi porgo a tutti voi i miei migliori auguri di quella che, scherzando, chiamo sempre Happyfania :) Grazie come sempre di tutto il vostro supporto, e al prossimo capitolo,

Emmastory :)          
   
 
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