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Autore: Justice Gundam    07/01/2018    3 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
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Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 53 - Assalto al Monte Tanzanite

 

Quel giorno, doveva essere un giorno come tutti gli altri... e nei cieli sopra una regione ancora per gran parte incontaminata del tormentato continente di Reborn, un gruppetto di Swanna stava volando in una elegante formazione a V, seguendo le correnti e il loro istinto mentre si dirigevano verso la loro destinazione. Una dozzina di maestosi Pokemon cigno dalle immacolate piume bianche, ben lontani dalle preoccupazioni e dalla lotta per la sopravvivenza che molti dei Pokemon di Reborn erano costretti a sostenere quasi ogni giorno per sfuggire all'ambiente inquinato e ai predatori che li perseguitavano. Vedere quel gruppo di Swanna volare così silenziosamente e maestosamente sui cieli di Reborn era uno spettacolo capace di dare speranza e gioia.

Erano così assorti e concentrati sul loro volo, che si accorsero della catastrofe che si stava abbattendo su di loro quando ormai era troppo tardi.

Un'ombra minacciosa si stagliò improvvisamente su di loro, talmente repentina che dal loro punto di vista era apparsa praticamente dal nulla... e i Pokemon cigno ebbero appena il tempo di sgranare gli occhi in un'espressione di allarme, prima che su di essi si abbattesse una terrificante sagoma nera con tre feroci teste di rettile, i cui occhi rossi scintillavano di odio e furia, e le cui ali membranose erano spalancate, in modo da farlo sembrare ancora più grande di quanto in realtà non fosse! Uno degli Swanna che si trovavano sul retro della formazione a V venne raggiunto, e tre fauci spalancate si chiusero ferocemente su di esso, mentre gli altri Swanna si disperdevano con delle alte urla di orrore! Lo Swanna catturato si agitò in preda al panico e cercò di liberarsi, ma il suo assalitore era troppo più forte di lui, e l'ultima cosa che il Pokemon cigno vide in vita sua furono le tre fauci del terrificante drago che si chiudevano sul suo collo.

Si sentì un lamento strozzato, le piume bianche del malcapitato Swanna si sparpagliarono in aria... e pochi istanti dopo, Hydreigon si sentì sazio, e si leccò le tre paia di labbra che aveva con gioia feroce.

La donna che cavalcava il terrificante drago a tre teste ghignò soddisfatta. Nulla le era più gradevole di quell'atroce spettacolo di crudeltà.

"Hai finito di mangiare, Hydreigon?" chiese Lin con un sottile sorriso sulle labbra. Con un gesto noncurante della mano, si tolse alcune piume bianche dal mantello nero che indossava. "Bene. Allora vediamo di non tardare oltre. Sono curiosa di vedere se quei buoni a nulla dei miei schiavi sono riusciti a portare a termine il loro compito. Forse questa è la volta buona... riuscirò ad impadronirmi dell'energia che per secoli è rimasta sigillata sotto Reborn City, e tutto sarà in mio potere!"

"Drrrrreigon!" ringhiò Hydreigon, la testa principale contorta in un sorriso diabolico, prima di riprendere il volo e dirigersi dove la sua padrona gli aveva detto. Tra sè, sperava che quei miserabili vermi della resistenza avrebbero avuto la faccia tosta di tentare di ostacolarli... era passato fin troppo tempo dall'ultima volta in cui aveva fatto una lotta degna di questo nome, e gli sarebbe piaciuto sgranchirsi un po' le ossa e muovere un po' i muscoli.

"Sei eccitato, Hydreigon?" chiese Lin. Appoggiò una mano sulla testa principale di Hydreigon, in quello che sarebbe potuto sembrare un gesto affettuoso... ma se qualcuno avesse potuto vederla da vicino, si sarebbe accorto che Lin stava leggermente stringendo le dita sulla testa del suo Pokemon Buio/Drago. Un gesto inteso a far capire al feroce drago a tre teste chi era che comandava. "Sai, in fondo lo spero anch'io. Non mi dispiacerebbe che quei patetici sciocchi opponessero un po' di resistenza, prima di essere spazzati via."

Con un deciso battito d'ali, Hydreigon si allontanò, diretto al Monte Tanzanite...

 

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Nelle viscere del Monte Tanzanite, in una base segreta del Team Meteora, i preparativi stavano fervendo... e Simone era in piedi accanto ad un macchinario, la schiena appoggiata al freddo metallo e il viso congelato in un'espressione di orrore e shock. I suoi occhi sembravano guardare lontano, e allo stesso tempo non vedevano nulla, e in essi non si leggeva nulla che non fosse una sensazione di assoluto smarrimento. Una delle più importanti fondamenta della sua nuova vita nel Team Meteora era stata letteralmente strappata via sotto i suoi piedi.

La squadra che aveva attaccato il rifugio delle sorelle Belrose era finalmente tornata alla base, portando con sè quei due gemelli, Anna e Noel, come ostaggi... e anche se, a quanto gli era dato di capire, Sirius si era trovato in serie difficoltà contro quella ragazzina di Hoenn - cosa piuttosto inaudita che rara, chi poteva immaginare che esistesse qualcuno, all'infuori di Lord Solaris e Blake, in grado di mettere in minoranza il temuto Sirius? - le cose stavano volgendo a loro favore. Anche se probabilmente potevano aspettarsi che la resistenza li attaccasse da un momento all'altro, e sicuramente ci sarebbero state Vera e Saphira a fare da arieti di sfondamento...

Ma in quel momento, a Simone non poteva importare di meno di tutto questo.

L'unico pensiero che occupava la sua mente era quello della sua compagna, che gli era stata strappava via in maniera così brutale ed improvvisa... un attimo c'era, e l'attimo dopo... stava sprofondando nei gelidi abissi del Lago Tanzanite. Non avrebbe mai visto il mondo purificato che il Team Meteora avrebbe creato... non avrebbe assistito mai alla realizzazione del loro sogno...

Aveva ancora senso, tutto questo? Combattere per un nebuloso "futuro migliore" sapendo che le persone a cui tieni non saranno lì per dividerlo con te? Poteva dire, in buona fede, di essere davvero convinto di quello che stava facendo?

Si sentiva così perso che non riusciva nemmeno ad odiare Saphira come doveva per aver provocato la morte di Tara. Certo, sentiva di volerla uccidere... sentiva che doveva in qualche modo vendicare Tara... ma al tempo stesso, gli sembrava così insensato... e in fondo, una voce proveniente dalla sua coscienza ancora funzionante gli diceva che avevano avuto la possibilità di evitarsi quella fine, e non l'avevano presa. Avevano attaccato loro per primi, in fondo... Per quanto lo stesse facendo senza mezzi termini, Saphira stava difendendo la sua famiglia. Poteva davvero lamentarsi di quello che era successo? Poteva dare la colpa alla resistenza per essersi difesi da un attacco non provocato?

No! No! No, no, no! Non poteva permettersi di pensare questo! Lui era un soldato del Team Meteora! Saphira gli aveva sottratto la possibilità di vivere un futuro migliore, gli aveva tolto una persona che lui amava... doveva vendicarsi! Doveva! Doveva!

...

E dopo, cosa avrebbe fatto? Per cosa avrebbe combattuto?

Sentendosi svuotato, privo di ogni motivazione per andare avanti con il suo dovere di recluta, Simone si lasciò scivolare a terra, la schiena ancora appoggiata al freddo macchinario a cui faceva la guardia.

"Mi dispiace, Tara... avrei dovuto fare di più per te..." mormorò, stringendo i denti. "No... non posso accettare tutto questo! Saphira deve pagare... deve pagare! Devo trovare un modo... devo trovarlo... DEVO trovarlo..."

 

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"Hmph... e così, dobbiamo separarci e cercare di introdurci nel covo del Team Meteora da due ingressi diversi, in modo da dividere le loro forze? Non mi sembra una trovata molto originale, se posso dire la mia." affermò Fern, scostando i rami di un salice che ostacolava il loro cammino verso i tunnel del Monte Tanzanite. "E come sappiamo dove trovare i due marmocchi, eh?"

"Quei due... marmocchi come li chiami tu, signorino, sono due dei prigionieri a cui il nostro amico psichiatra psicopatico dà maggiore importanza." rispose prontamente Charlotte con un sorriso impertinente stampato sul suo viso coperto di lentiggini. "Il Dr. Connal e Sirius sembrano avere dei progetti per Noel ed Anna... e se devo essere sincera, non sono per niente ansiosa di scoprire di cosa si tratta. Quindi, il piano è questo. Noi ci intrufoliamo nella base segreta, colpiamo rapidamente e con decisione, e liberiamo Noel ed Anna. Se vuoi la mia opinione, questo è il piano migliore a cui la mia sorellona potesse pensare."

"In quanto a fantasia, non posso dire che le manchi." affermò sarcastico Pietro con un'alzata di spalle. Il gruppetto di Charlotte si stava dirigendo verso una caverna che sorgeva un po' più in alto rispetto alla strada battuta sulla quale si erano incamminati, circondata da fiori e piante selvatiche. "Okay, dovemmo esserci. Cavolo, certo che ne hanno di nascondigli nel bel mezzo del nulla, quei fetenti del Team Meteora."

"Abbiamo battuto gran parte di Reborn in cerca dei loro nascondigli, e siamo anche riusciti a trovarne molti e a distruggerli." affermò Saphira mentre guidava il resto del gruppo verso l'ingresso della grotta. Oltre a Pietro, Fern e Charlotte, anche Ritchie, Sparky, Florinia e Cain si era unita a Saphira, mentre Laura, Julia e i ragazzi di Hoenn (con Flabèbè al seguito, nonostante Vera avesse obiettato che non era il caso di mandare un Pokemon così piccolo ed indifeso in una missione così pericolosa) stavano prendendo l'altra via. "Ma quel branco di avvoltoi ha più vite di un Meowth. Per quanto li danneggiamo, sono sempre riusciti a rendere vani tutti i nostri tentativi. E' solo adesso che Vera, Ritchie e i loro compagni si sono uniti a noi, che abbiamo cominciato ad ottenere dei risultati concreti. Ma adesso, concentriamoci sulla missione... forse, con un po' di fortuna, avremo la possibilità di ottenere dei risultati ancora più concreti!"

"Pikachu..." mormorò Sparky. Non aveva nessuna voglia di vedere cosa avrebbero voluto dire questi "risultati concreti" per le malcapitate reclute del Team Meteora che si fossero trovate sulla strada della leader della resistenza. Ritchie fece un cenno con la testa, e si voltò verso Cain, che sorrise con l'espressione di qualcuno che stava dicendo "e cosa ci vuoi fare?".

"Tranquillo, Ritchie, tesoro... adesso andiamo là, diamo una bella messa in riga al Team Meteora, e sistemiamo tutto." affermò il ragazzo dai capelli viola. Facendo il giocoliere, si passò una Pokeball da una mano all'altra, e la lanciò in aria, per poi afferrarla al volo. Ora, però, la sua espressione sbarazzina era sparita, e dal suo sguardo trasparivano rabbia e determinazione. "Nessuno fa del male a dei bambini davanti al sottoscritto Cain LaRue, e la passa liscia! I miei Pokemon Veleno gli faranno vedere i Rattata verdi!"

Fern alzò gli occhi al cielo. Ecco che ancora una volta era costretto a seguire questi sciocchi...

 

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Vera e i suoi compagni si trovavano in una posizione che non avrebbero esattamente definito invidiabile. Dopo aver seguito Laura lungo una strada che passava attorno al Lago Tanzanite, erano arrivati ad un'ingresso seminascosto tra il fogliame, e si erano introdotti in un tunnel scavato nella roccia del Monte Tanzanite, seguendolo fino ad arrivare ad una grande spelonca semibuia, illuminata in maniera quasi tetra da alcune lampade alogene appese al soffitto. Impalcature in ferro già intaccate dalla ruggine tenevano in piedi parte della volta, confermando il fatto che le viscere della montagna erano state adibite già da tempo alle attività umane.

Laura, alla testa del gruppo, si mise un dito davanti al viso per dire ai ragazzi - in particolare a Julia - si restare in silenzio. "Okay, ci siamo. Dovremmo essere quasi arrivati all'ingresso del covo del Team Meteora." sussurrò la giovane maestra di Pokemon Erba. "Sì... sono sicura che è qui che conducono i loro esperimenti sui Pokemon. Seguitemi... ma restate in assoluto silenzio. Dobbiamo aspettarci un attacco in qualsiasi momento... e non ci andranno piano."

"Chi di loro possiamo aspettarci, a parte Sirius, il dottore e quello strano tipo di nome Zel?" chiese Max a bassa voce. Il suo Gardevoir stava accanto a lui, con la chiara intenzione di proteggere il suo allenatore da qualunque pericolo potesse arrivargli addosso.

"Sicuramente non ci saranno molti dei loro comandanti. Stanno portando avanti diversi progetti nello stesso momento, e non possono permettersi di concentrare tutta la leadership in un unico posto." spiegò Laura. Il gruppo continuava a muoversi usando il massimo della cautela, salendo un lieve pendio fino a raggiungere un tunnel sigillato da una grande saracinesca in acciaio davanti alla quale si fermarono. "Hmm... temo che da qui non si passi. C'è un cancello, e dobbiamo trovare il modo di aprirlo, se vogliamo raggiungere la loro base."

"Certamente ci sarà un interruttore, o qualcosa del genere, da queste parti." disse Vera, cominciando a cercare sul muro alla destra del cancello automatico. "Il Team Meteora deve per forza avere un modo per passare di qui."

"Va bene... ma qui non vedo niente." rispose Hitomi, iniziando a cercare sul muro di sinistra, e usando le dita delle mani per esplorare ogni singolo avvallamento che potesse nascondere un interruttore o un passaggio segreto. Max ed Ortilla si guardarono in segno di intesa, e cominciarono a cercare a loro volta, tenendo d'occhio il pavimento. Il Gardevoir di Max chiuse gli occhi e si concentrò, usando i suoi poteri psichici per cercare di "vedere" qualche particolarità sulla saracinesca. I suoi sensi soprannaturali vennero attirati da un gruppetto di rocce disposte in maniera apparentemente casuale ad un angolo della galleria... e il Pokemon Psico/Folletto lo fece immediatamente presente al suo allenatore e ai suoi compagni, indicando le pietre con un gesto del braccio.

"Max! Guarda lì! Credo che... si trovi qualcosa là in mezzo!" affermò telepaticamente Gardevoir.

Il ragazzino con gli occhiali colse la chiamata telepatica del suo amico Pokemon - lo stesso che aveva conosciuto tanti anni fa quando era ancora un piccolo ed indifeso Ralts - e seguì la sua indicazione. Anche Ortilla ed Alty, che in quel momento erano i più vicini a Max, si accorsero dei ciò che stava facendo il Pokemon.

"Hm? Che succede, Max? Avete trovato qualcosa?" chiese la giovanissima coordinatrice. Alty spiegò le ali e si abbassò fino a posarsi sul terreno roccioso, guardando con curiosità il punto in cui Gardevoir aveva trovato qualcosa. Sembrava che non ci fosse niente di strano, a prima vista, ma guardando un po' meglio, il Pokemon Volante/Drago ebbe l'impressione che ci fosse un sasso di forma strana.

"L'ha trovato Gardevoir, per l'esattezza." disse Max, mentre rivolgeva un sorriso e uno sguardo di gratitudine al suo amico. Gardevoir chinò la testa appena un po', e Max scostò alcune pietre, trovando effettivamente qualcosa di particolare - tra di esse, si trovava un sasso la cui forma era un po' troppo geometrica e regolare perchè si potesse credere che fosse qualcosa di naturale. Sospettando di aver trovato la chiave per entrare nel covo del Team Meteora, Max esaminò il sasso per qualche istante e poi lo prese tra le mani, per controllare se fosse possibile spostarlo. Come aveva sospettato, anche se era una pietra di piccole dimensioni, sembrava attaccata al terreno... e il ragazzino fece un po' di pressione, con il risultato che il sasso sprofondò nel terreno per un breve tratto! Si sentì un cigolio di acciaio che fece fare un salto per la sorpresa a Laura... e la saracinesca cominciò a sollevarsi, rientrando in una larga fessura sul soffitto della galleria. Pochi secondi dopo, l'ingresso alla base del Team Meteora era aperto, e oltre lo sbarramento, apparve un lungo corridoio dai muri in pietra quasi completamente liscia, con delle lampade appese al soffitto che davano l'idea di trovarsi all'interno di una miniera... e in lontananza, si vedeva arrivare una luce artificiale.

"Okay, questo problema è superato." disse Drew, cominciando ad incamminarsi lungo il corridoio, ma fermandosi prima di staccarsi troppo dal resto del gruppo. "Da qui... ho come l'impressione che si arrivi direttamente nella base segreta del Team Meteora. E se li conosco bene come credo... ci avranno già preparato un bel comitato di benvenuto."

"Sì, è poco ma sicuro..." affermò telepaticamente Gardevoir nella mente di Max. "Dobbiamo stare molto attenti da questo momento in poi, Max... sento la presenza di numerose menti. Sicuramente sono tutti gli uomini del Team Meteora che si trovano da queste parti... e mischiate tra questi ci sono anche quelle di Noel ed Anna. Ma da qui, non riesco esattamente a rilevare la loro posizione. Sento solo la loro presenza."

"Va tutto bene, Gardevoir. Se non altro, sappiamo cosa aspettarci." affermò Max. "Ragazzi... sorellina... credo che da qui in poi dovremmo muoverci con estrema cautela."

"Un passo falso, e ci ritroviamo addosso un esercito di scagnozzi del Team Meteora." affermò Laura. "Spero solo che gli altri siano riusciti ad infiltrarsi nella base senza tanti problemi. Okay, seguitemi. Cercheremo di dare un'occhiata a cosa c'è davanti a noi, e ci regoleremo di conseguenza."

Il Flabèbè di Vera, che fino a quel momento si era limitato a seguire il gruppetto in obbediente silenzio, senza proferire parola, si fece avanti e guardò i suoi compagni di viaggio, appena un po' di nervosismo visibile sul suo minuscolo volto. "Flabe... flabèbè!" esclamò con una vocetta acuta come il frinire di un grillo, attirando l'attenzione della ragazzina castana e di Drew. "Fla, flabebè!"

"Flabèbè, ne sei sicuro?" chiese Vera, evidentemente preoccupata. "Sì... posso capire che tu sia piccolo, e quindi hai migliori possibilità di nasconderti, ma... potrebbe essere molto pericoloso, e tu lo sai!"

Laura non potè fare a meno di sorridere nel sentire le raccomandazioni di Vera, a cui il piccolo Pokemon Folletto rispondeva cercando di tranquillizzarla e di assicurarle che sarebbe andato tutto bene. Le dava l'impressione che la ragazzina di Hoenn sarebbe stata una mamma molto premurosa e attenta, e non aveva idea di quanto corretta fosse questa sua impressione...

"Flabèbè!" esclamò il piccolo Flabebè con convinzione, per poi fluttuare vicino al soffitto e fare cenno alla sua nuova allenatrice che tutto sarebbe andato bene. Il Pokemon fiorellino, lasciandosi trasportare da un vento fatato che lui stesso aveva creato, fluttuò fino all'uscita del corridoio e diede un'occhiata all'esterno. Per il momento, non vedeva nulla... molto semplicemente, il corridoio raggiungeva una spelonca di grandi dimensioni nella quale erano stati riposti alcuni barili, e il cui terreno era coperto di uno strano muschio il cui colore verde smeraldino era ben visibile alla luce delle lampade appese al soffitto. L'odore che aleggiava nella stanza era pungente e sgradevole, un misto di acido e alghe marcite, e Max ipotizzò che fosse dovuto alle sostanze chimiche rimaste in quei barili. Certo, l'odore venne sentito ancora più chiaramente dai Pokemon che avanzavano nel corridoio, ed Alty agitò un'ala davanti a sè per cercare di mandare via la puzza repellente, mentre Flabèbè si avvicinava nuovamente a Vera mettendosi una mano davanti alla bocca. Per il momento, tuttavia, non c'era nessuna minaccia in vista a parte l'odore sgradevole, e Flabèbè fece cenno al gruppo che potevano avvicinarsi senza rischi.

"Per adesso, sembra che non ci siano problemi... grazie, Flabèbè, ma stai attento, non vorrei mai che tu incontrassi qualcuno di quei malfattori." si raccomandò Vera, prima di storcere il naso davanti alla puzza. Uno alla volta, i ragazzi entrarono nella stanza, e Laura si guardò nervosamente attorno. La bambina castana notò che la loro "guida" sembrava per qualche motivo concentrata sui barili che erano stati disposti là attorno.

"Uno. Due. Tre, quattro, cinque... sei... ugh, sette... Perchè dovevano essere proprio sette?" sussurrò Laura con un brivido di paura che non sfuggì agli altri membri del gruppetto.

"Che succede, Laura? C'è qualche problema... con questi barili?" chiese Hitomi, sbattendo gli occhi incuriosita. "Ci è sembrato che li stessi contando."

"Sì... sì, effettivamente è così..." ammise Laura. La seconda delle sorelle Belrose fece un sorriso, in modo da non dare l'impressione di essere troppo impaurita, ma allo stesso tempo non vedeva perchè nascondere questa sua stranezza. "Io... ho sempre odiato il numero sette. So che può sembrarvi strano, e mi dispiace."

"Perchè dovrebbe essere strano, scusa?" chiese Julia, facendosi aria con una mano. "Ugh... accidenti, certo che qui potrebbero anche cambiare un po' l'aria... Ognuno ha le sue idee, no? Ma... come mai tutta questa avversione per il sette? Non dirmi che non ti piaceva prenderlo quando andavi a scuola!"

"Julia..." mormorò Hitomi, non trovando per nulla divertente la battuta.

La cheerleader dai capelli verdi alzò le mani con fare da innocentina. "Beh? Che c'è? Ho solo fatto una domanda, no? Non c'è bisogno di esplodere... heheheeee..."

Laura fece una breve risatina con una mano davanti alla bocca, apprezzando i tentativi di Julia di rendere un po' più distesa quella difficile situazione. "No, no, non è questo... vediamo un po'... come ve lo posso spiegare?" continuò. "Ecco... per qualche motivo, mi inquieta quando non c'è un numero pari di qualsiasi cosa."

"Avevamo notato, in effetti, che tutti i cespugli del vostro giardino hanno un numero pari di fiori... le piante sono state sempre piantate in numero pari in ogni punto..." rispose Ortilla.

"Alt altaria?" chiese Alty incuriosito. Anche lui sembrava interessato a capire il motivo dello strano comportamento di Laura.

"Non so esattamente come spiegarlo, ma per me è sempre stato così... in particolare, sono sempre stata in qualche modo affezionata al numero otto." continuò l'esperta di Pokemon Erba mentre continuava a guidare il gruppo attraverso i cunicoli della base segreta. Non si vedevano guardie, finora... ma il gruppetto era sempre all'erta per ogni evenienza. "Ho sempre trovato rilassante vedere qualcosa ordinato in otto parti. Per me, è una sorta di simmetria perfetta... e sì, Charlotte non perde occasione per prendermi in giro su questa mia stranezza... Invece, il numero sette lo odio proprio... sai, quando io e le mie sorelle eravamo più giovani, all'orfanotrofio del Dr. Connal, c'era una bambina con noi. Era la più piccola del nostro gruppo... e si chiamava Lin."

Gardevoir corrugò la fronte, mentre Julia si fermò per pensare per un istante a questo nome... ma non le venne in mente nulla.

"No... no, non mi sembra di conoscere nessuno con questo nome." disse l'allenatrice di Pokemon Elettro.

"Nemmeno io..." disse telepaticamente Gardevoir a Max. "Ma allora, perchè mi è venuto improvvisamente un brivido?"

"Non... non ne ho idea, Gardevoir..." disse Max, cominciando a preoccuparsi. "Sei... sicuro di stare bene?" Ne fu sollevato quando vide l'elegante Pokemon Psico/Folletto fare un cenno con la testa per dire di sì.

"Se questa Lin ti è rimasta così impressa... immagino che ci sia un motivo molto serio." disse Vera. Anche lei, per qualche motivo, aveva la sensazione che il tutto stesse prendendo una brutta piega.

Laura disse di sì, e abbassò la testa. "E' stato... circa due anni fa. Lin era davvero piccola... avrà avuto la stessa età che adesso ha Anna, forse anche meno..." continuò. "Ma era una bambina spaventosa... un mostro di crudeltà. Le piaceva scoprire i segreti degli altri orfani e sfruttare questi segreti per minacciarli. Anche se era così piccola, cercava sempre di manipolare tutti... ed era spaventosamente brava a farlo. Per quanto riguardava me, ogni volta che avevo otto cose... otto matite, otto fiori, otto bottoni... lei si divertiva a rubarmene o rompermene una, e poi se ne andava ridendo."

Per qualche istante, il resto del gruppo rimase in silenzio, impressionati dalla storia che Laura stava raccontando. Certo, nessuno di loro avrebbe mai pensato che un bambino potesse essere malvagio, ma quel racconto stava facendo cambiare loro idea. "Sì, capisco. Immagino che in un posto come quell'orfanotrofio, e con uno come il Dr. Connal a farvi da secondino, non sia tanto semplice avere le proprie cose." commentò Drew. Il ragazzo dai capelli verdi era rimasto apparentemente freddo, ma doveva riconoscere anche lui che era una storia inquietante.

"Ma non faceva qualcosa per fermarla, quel dottore da strapazzo?" esclamò Max con evidente indignazione. "Insomma, non penserà mica che il suo unico scopo fosse quello di darvi la scossa?"

"Ecco... sì, in effetti è rimasto indifferente, all'inizio... ma poi, quando Lin ha fatto qualcosa a lui, si è arrabbiato parecchio..." continuò Laura. "Quella notte ci ha rinchiusi tutti nelle nostre celle, poi ha portato Lin nella sua sala, al piano più alto dell'orfanotrofio... e da allora, non l'abbiamo più vista. Alcuni dei ragazzi dicevano che era fuggita... altri che il dottore aveva finito per ucciderla a forza di elettroshock... non lo so, davvero... so soltanto che da quando Lin è scomparsa, la vita all'orfanotrofio è diventata... un po' meno orribile."

"Che storia terrificante..." mormorò Ortilla, tenendosi stretta ad Alty. La sua maestosa Pokemon piumata avvolse le ali attorno a lei, per dirle che andava tutto bene. "Io... sono nata e cresciuta in un ambiente protetto, lì ad Hoenn... e non avevo la più palluda idea che in altri posti accadessero queste cose orribili. Davvero... per me è veramente scioccante scoprire tutto questo."
Julia tirò un sospiro e appoggiò una mano sulla spalla della bambina dai capelli turchesi. "Lo so, è stato lo stesso anche per Vera e i suoi amici, credo." disse.

"Beh... diciamo che noi abbiamo vissuto le nostre traversie, anche lì ad Hoenn." disse Vera, ripensando alla frenetica avventure che avevano vissuto con il Team Vicious soltanto pochi mesi prima. "Abbiamo dovuto anche noi lottare contro organizzazioni criminali e pericoli di vario genere... ma non avevamo mai visto prima un posto come Reborn City."

"Immagino che questa città ne avrà di storie orribili da raccontare..." disse Hitomi con un sospiro. "Ma... forse è meglio se ci concentriamo sul presente. Ho come l'impressione che ci siamo persi. Guardate un po'."

"Huh? Di cosa stai...?" cominciò a chiedere Julia... un attimo prima di guardarsi attorno a rendersi conto di quello che voleva dire la bambina dall'espressione distaccata. Avevano seguito il corridoio per un tratto abbastanza lungo... e avevano finito per sbucare in una nuova caverna che di naturale aveva ben poco: era ampia e vuota, al punto che ci sarebbe potuto passare tranquillamente un treno proiettile, e le pareti erano lisce e levigate, come se qualcuno ci avesse passato un gigantesco foglio di carta vetrata in modo da eliminare tutte le irregolarità della roccia. Ma la cosa più inquietante era che non c'erano fonti di luce artificiali: la caverna era quasi completamente buia, il che voleva dire che non veniva utilizzata dal Team Meteora, nè da nessun altro essere umano.

"In effetti... questa grotta mi sembra piuttosto strana. Non ho la minima idea di dove conduca..." affermò dubbiosa Laura, mentre si arrischiava a fare un passo nel tunnel. Quando poggiò un piede a terra, si rese conto che il pavimento era smosso e ricoperto di pietre frantumate... "E se devo essere sincera... non mi piace... non mi piace per niente..."

Come se la caverna stessa avesse sentito quello che Laura aveva sussurrato, un rombo di tuono cominciò a riecheggiare in lontananza, e i ragazzi sentirono il terreno muoversi sotto le suole delle loro scarpe, mentre un tintinnio metallico riecheggiava nella caverna vuota! Vera sgranò gli occhi e si appoggiò per istinto ad un muro vicino a lei, ma quando vide Drew che stava perdendo l'equilibrio, lasciò perdere e scattò in avanti per sostenere il giovanotto dai capelli verdi.

"Attenti, ragazzi... una scossa di terremoto!" esclamò telepaticamente Gardevoir. Alcuni sassi si staccarono dal soffitto, e il Pokemon Psico/Folletto creò una barriera di energia attorno al gruppo in modo che i pericolosi detriti non colpissero nessuno. Max ed Hitomi si avvicinarono il più possibile a Gardevoir, nel tentativo di proteggersi come potevano. Per fortuna, la scossa tellurica cessò dopo pochi istanti, e la caverna ripiombò nel silenzio di tomba di prima. "Strano... non ho idea di cosa possa aver causato quel terremoto. Di certo... non era qualcosa di normale. E' cominciato all'improvviso, senza nessuna scossa iniziale... ed è finito altrettanto rapidamente."

"Capisco cosa vuoi dire, Gardevoir. Qualcuno ha provocato questo terremoto, ed è stato quasi sicuramente un Pokemon che vive da queste parti." affermò Max. Gardevoir abbassò lo scudo e permise al gruppo di dare un'occhiata alla galleria. "Ma... spero che questo non voglia dire... che questa galleria l'ha scavata lui!"

"Stai... stai scherzando, vero, Max?" affermò Julia con una risatina nervosa. "Hai... hai visto le dimensioni di questo tunnel, vero? Non può esistere un Pokemon così grande... almeno spero."

"Julia ha ragione... vorrei sperare che non sia così!" continuò Vera. La bambina castana raggiunse il centro del tunnel e si guardò attorno, in modo da fare una stima delle dimensioni di una creatura che potesse aver aperto con le sue sole forze quella galleria nel Monte Tanzanite. "Se... se esistesse davvero, vorrebbe dire che sarebbe persino più grande di un Wailord! Potrebbe addirittura raggiungere le dimensioni di una balenottera azzurra..."

Alty svolazzò verso il soffitto e diede un'occhiata che sembrò dare ancora più credito alle loro paure. La graziosa Altaria vide che il soffitto della galleria sembrava anch'esso troppo liscio perchè fosse un evento naturale, e a giudicare dal modo in cui la roccia era stata spostata... non era il modo di scavare di qualcuno che volesse utilizzare quel tunnel come struttura permanente.

"Al... taria?" mormorò, mentre delle comiche righe blu di paura apparvero sul suo viso. Scese di quota e raggiunse la sua allenatrice, che ascoltò con attenzione quello che la sua Pokemon aveva da dire. "Altaria, altar! Altaria!"

"Che cosa? Sì, Alty, capisco... è meglio andarcene il prima possibile di qui!" affermò. "Ragazzi, temo che Alty voglia dire... che è molto probabile che questa galleria sia proprio stata scavata da un Pokemon gigantesco! Dobbiamo andarcene da qui, prima che torni!"

Si sentì di nuovo il rombo delle rocce che si sgretolavano sotto una forza immensa, e il terreno si mosse di nuovo sotto i piedi dei ragazzi per qualche istante prima di fermarsi. Era meglio andarsene di lì, e cercare un altro modo per intrufolarsi la base del Team Meteora.

"Ragazzi... meglio che rimandiamo a dopo tutte le domande." disse Hitomi, mantenendo la calma ma dando comunque l'impressione di essere tesa. "Andiamocene di qui, prima che il proprietario della galleria venga a farci visita."

"Su questo sono perfettamente d'accordo." affermò Drew. "Sinceramente, non ci tengo molto a fare conoscenza di un Pokemon così grosso..."

"Flabèbè..." replicò il Flabèbè di Vera con una risatina, prima di infilare il corridoio da cui erano arrivati alla ricerca di un'altra strada...

 

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La situazione, all'interno della tana del Team Meteora, non era molto meno concitata. Sirius, in particolare, aveva l'impressiione che si stessero sovrapponendo più cose allo stesso tempo. Il dottore e Zel stavano ancora cercando di far funzionare il PULSE-Abra qualche stanza più in là, quelle irritanti e preoccupanti scosse telluriche continuavano a verificarsi... e lui non stava riuscendo ad ottenere nulla dai suoi piccoli prigionieri: Noel ed Anna, che in quel momento si trovavano a pochi passi da lui, separati da lui soltanto dalle sbarre in acciaio della loro piccola cella.

A dargli ulteriormente fastidio c'era il fatto che c'era una seria penuria di personale. Molte delle reclute che avevano portato con sè nello sfortunato assalto al rifugio Belrose non erano più tornate indietro. Molte erano rimaste in fondo al Lago Tanzanite, e altre non erano state in grado di ricongiungersi alla squadra - a quel punto, sarebbero dovute tornare a piedi con il rischio di essere arrestate da un'agente Jenny o cadere nelle mani della resistenza. Ma i dettagli erano secondari. Il risultato era comunque lo stesso: la loro base segreta era gravemente a corto di personale, e non avevano ancora la più pallida idea di come fare a tenere buono il PULSE-Abra e convincerlo ad obbedire. E dovevano fare presto, prima che la loro comandante suprema arrivasse a fare loro visita... non aveva nessuna voglia di scoprire cosa li aspettava se l'avessero delusa.

E sfortunatamente, i due mocciosi davanti a lui non avevano la benchè minima intenzione di collaborare. Noel restava fermo dov'era, fissando il comandante del Team Meteora con dignità, mentre Anna era seduta sul pavimento della cella, e giocava con il suo Cleffa di peluche come niente fosse.

"Allora? Vi decidete a parlare o no, dannati marmocchi? La mia pazienza sta arrivando al limite!" esclamò Sirius con fredda malizia. "Dov'è che i vostri compagni tengono le Chiavi? Ne abbiamo assoluto bisogno, e voi dovete collaborare! Altrimenti, le conseguenze saranno terribili, e non solo per voi!"

Anna alzò per qualche istante lo sguardo dalla bambola Cleffa con cui stava giocando, e rispose per le rime all'uomo dall'occhio bionico. "Nostra dice che tu sei un uomo molto cattivo." affermò. "E mi dice che è meglio non dirti nulla. Comunque lei non sa dove si trovino le Chiavi."

"E anche se lo sapessimo... non te lo diremmo!" continuò Noel.

Sirius strinse i denti rabbiosamente, e si avvicinò minaccioso alle sbarre, con una tale decisione che Noel perse per un attimo la calma e fece un passo indietro... proprio un attimo prima che Sirius estendesse un braccio tra le sbarre e afferrasse la spalla di Anna, costringendola ad alzarsi! Anna emise un breve grido di paura e si mise in piedi di scatto... e un istante dopo, qualcosa scivolò giù dal suo vestito, e cadde a terra con un tintinnio metallico, finendo proprio vicino alle scarpe di un Sirius alquanto sopreso.

"Ah! No, non adesso!" esclamò Anna.

"Hm? E quello... quello che cos'è?" si chiese Sirius, attirato da quell'oggetto, e soprattutto dalla reazione di Anna. Quando guardò verso il pavimento, il comandante del Team Meteora si accorse che si trattava di un gioiello dall'aspetto particolare: sembrava una coroncina da portare sulla fronte, finemente intagliata in argento brillante e con una piccola gemma viola di forma ovale incastonata nella parte centrale. La sorpresa di Sirius si trasformò rapidamente in un'espressione di gioia malingna mentre afferrava il gioiello e lo osservava attentamente, ignorando i tentativi di Anna e Noel di riprenderselo. "Ah! Ma guarda un po'! Siamo qui che cerchiamo le Quattro Chiavi con tutte le nostre forze... e non ci accorgiamo che ne abbiamo una proprio sotto i nostri occhi! Che deliziosa ironia della sorte... questa è proprio la Tiarametista!"

"Quella... quella è la mia coroncina! Per favore, signor Sirius, me la restituisca!" esclamò Anna raggiungendo le sbarre. "E' l'unico ricordo che ho del mio papà!"

L'occhio bionico di Sirius si illuminò leggermente. "Ma davvero? E così... sarebbe stato tuo padre a darti questo gioiellino? Hehehehee... chissà perchè, non ne sono tanto sorpreso! Tuo padre è sempre stato un'idiota sentimentale."

"C-cosa?" esclamò Noel, la cui espressione si ravvivò per qualche istante. "Tu... tu conosci nostro padre? Com'è possibile? E chi sarebbe, poi?"

Sirius sghignazzò cupamente. Finalmente toccava a lui sbandierare un po' la sua superiorità davanti a quei marmocchi irritanti e ai loro odiosi peluche. "Hehehee... ti piacerebbe saperlo, vero? Ma... purtroppo per voi, non credo che vi servirà a niente. Questo simpatico gioiellino lo teniamo noi, giusto in caso l'esperimento con il PULSE-Abra non avesse successo... e voi, potete restarvene lì, visto che per adesso non mi servite più. Se non altro, finalmente c'è qualche buona notizia, in questo macello."

"A-aspetti!" esclamò Anna, nel tentativo di richiamare Sirius mentre questo cominciava ad allontanarsi. "Che cosa... che cosa volete fare con la mia coroncina?"

"Non hai la minima idea del potere che si nasconde in questi gioiellini, mocciosa." rispose Sirius senza neanche voltarsi. "Il Team Meteora ha atteso troppo a lungo il momento in cui avrebbero finalmente potuto impadronirsi di questo potere... e una volta che avremo ottenuto tutte e quattro le Chiavi, diventeremo il nuovo ordine mondiale! Nulla sarà in grado di ostacolarci! Quindi... non abbiamo nessuna intenzione di assecondare i tuoi capricci soltanto perchè questo gingillo ha qualche valore sentimentale per voi. Per adesso... restate lì buoni, e aspettate che sistemiamo i vostri amichetti. Sicuramente verranno qui a cercare di salvarvi, e questa volta non avranno la stessa fortuna di prima! Insolenti... non hanno la minima idea di per cosa o contro cosa stanno combattendo."

"Non andrà a finire così, signor Sirius!" continuò Anna con voce stridula, che esprimeva bene la sua rabbia impotente e la sua angoscia, mentre quell'uomo malvagio si allontanava con la sua Tiarametista. "Lei non conosce ancora Vera e i nostri amici! Vedo che la loro luce già si avvicina, e voi non riuscirete a fermarli!"

Sirius corrugò la fronte mentre si allontanava dal blocco celle e tornava nella sezione principale della loro base segreta. Effettivamente, doveva ammettere che Vera e i suoi amichetti di Hoenn erano diventati molto più forti in un lasso di tempo davvero breve. Ma l'idea che potessero essere in grado di competere con lui venne rapidamente accantonata: la sua precedente sconfitta era senza dubbio dovuto al fatto che Saphira li aveva indeboliti, e che i loro avversari erano in un posto che li favoriva e che loro conoscevano bene. Ma adesso le cose erano diverse. Il Team Meteora aveva tutte le carte in mano, questa volta. Non c'era possibilità che un branco di allenatori venuti da qualche posticino sperduto di Hoenn rovinasse così i loro piani!

Tuttavia, sempre meglio premunirsi... giusto in caso ci fosse qualche imprevisto.

Sirius tirò fuori una rice-trasmittente da un risvolto della sua nera divisa, e contattò i due scagnozzi più abili che fossero ancora lì in quel nascondiglio. "Astro, Eclisse. Qui parla Sirius. Attendiamo un attacco da parte della resistenza entro breve. E' richiesta la vostra presenza nel settore B-24." affermò. "Fate presto."

"S-sì. Ricevuto, comandante Sirius. Saremo da lei nel giro di due minuti al massimo." rispose la voce di Eclisse... che poi si rivolse al suo collega. "Hey, Astro! Astro, alza quel tuo fondoschiena da lì! Il comandante Sirius ha chiamato, e dobbiamo raggiungerlo il prima possibile!"

"Ugh... arrivo, Eclisse, arrivo! Cavolo, avevo ancora il boccone in gola..." si sentì appena la voce del collega di Eclisse. Compiaciuto, Sirus interruppe la chiamata e mise via la trasmittente, convinto che questa volta sarebbero riusciti a sistemare le cose...

Un'altra breve scossa fece muovere i mobili della sala, e Sirius storse il naso, ripromettendosi che avrebbe dato un'occhiata anche a questa seccatura una volta che Vera fosse stata tolta di mezzo...

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"Dragonite. Usa Schianto." esclamò Saphira, dando l'impressione di non essere quasi per niente interessata allo scontro che si stava svolgendo davanti a lei. Non che le si potesse dare torto. Il suo Dragonite era troppo forte per gli scagnozzi del Team Meteora che avevano cercato di fermarla, e i loro Pokemon giacevano privi di sensi qua e là per la grotta. Non era stato nemmeno necessario che Ritchie e il resto del gruppo si disturbassero... la leader della resistenza aveva fatto tutto da sola, e il suo Dragonite completò l'opera mettendo ko un Golbat nemico con un potente colpo di coda.

"Ugh... maledizione, dovevo aspettarmelo..." affermò una delle reclute, richiamando il suo Golbat svenuto. "Presto, amici, dobbiamo andarcene e rafforzare le difese nella zona più interna! Anche se temo che non servirà a molto..."

"Andiamo, Simone!" esclamò una recluta femminile, rivolta ad un suo compagno che restava con la schiena appoggiata al muro di roccia frastagliata della galleria. "Che stai combinando? Sbrigati a mandare in campo i tuoi Pokemon! Abbiamo bisogno di ogni possibile vantaggio!"

"Come no... come se io potessi fare la differenza. Sapete anche voi quanto è forte Saphira..." commentò la recluta di nome Simone.

"Beh... a quanto pare non c'era bisogno che noi intervenissimo." disse Fern con espressione sarcastica, mentre osservava i nemici che se la davano a gambe. "Meglio così. I miei Pokemon saranno più freschi per dopo."

"Ce n'è ancora uno, però." fece notare Cain. In effetti, una delle reclute era rimasta al suo posto... anzi, non aveva nemmeno preso parte allo scontro, ed era rimasta ferma dov'era, con le mani in tasca, senza far uscire i suoi Pokemon. A giudicare da come si portava, Cain ebbe l'impressione che la recluta fosse persa nei suoi pensieri, e non dovevano essere dei pensieri molto allegri. "Beh? Che c'è, ragazzo? Non dai una mano ai tuoi compagni? Non hai nemmeno fatto lo sforzo di prendere una Pokeball."

"Tsk... non sei tu a dirmi quello che devo o non devo fare. Ma... molto semplicemente, non ne ho voglia." affermò la recluta. "Del resto... che senso avrebbe, a questo punto? Mi ucciderai lo stesso, non è vero... Saphira Belrose?"

"Dragonite?" grugnì il Pokemon Drago/Volante, spiazzato davanti a quelle parole piene di rancore.

La sua allenatrice serrò leggermente gli occhi, e fissò la recluta del Team Meteora che restava ferma al suo posto, senza fare alcun tentativo di difendersi. Simone sapeva bene che a Saphira sarebbe bastato un ordine, e Dragonite lo avrebbe sbriciolato come una cresta di pane secco... e doveva ammettere che la cosa non gli avrebbe dato più di tanto fastidio. A quel punto, tutto quello che stava succedendo attorno a lui gli sembrava così vuoto ed insensato...

"Io non ti ucciderò, se non me ne darai motivo. Non sono una che uccide senza un valido motivo. Ma ti avverto, non cercare di ostacolarmi. Io sono qui per salvare i miei compagni e i miei due piccoli amici, Noel ed Anna, che voi avete rapito. Non mi fermerò davanti a nulla pur di riuscirci." affermò la donna. Il resto del gruppo restava fermo dietro di lei, attendendo gli eventi...

Un sorriso sarcastico apparve lentamente sul volto di Simone. "Andrai fino a questo punto per proteggere la tua famiglia, eh? Beh, sì... immagino che la cosa non debba sorprendermi. Ho visto bene fino a che punto sei disposta a spingerti." rispose. "Quest'intera base è ormai perduta. Il personale che la gestiva è stato ridotto ad un pugno di uomini. Appena sufficiente per farla funzionare. E di questo... dobbiamo ringraziare te."

"Pika..." affermò Sparky, tenendo le orecchie drizzate. Ritchie accarezzò il suo Pikachu sulla testa, per esortarlo a mantenere la calma.

"Sì... capisco cosa vuoi dire." rispose Saphira. Anche se manteneva un tono severo e sicuro di sè, Ritchie aveva come l'impressione che si fosse addolcita un minimo. "Il personale di questa base segreta... erano quelli che io e Dragonite abbiamo attaccato mentre cercavate di attraversare il Lago Tanzanite per raggiungere il rifugio mio e delle mie sorelle."

"Lo so... hai deciso che sarebbe stato divertente aggredirci mentre eravamo là e non potevano difenderci, vero? E così hai cominciato ad affondare le nostre imbarcazioni!" esclamò Simone, la rabbia che montava ad ogni istante. Per un attimo, Charlotte ebbe l'impressione che la recluta fosse sul punto di aggredire fisicamente la sorella maggiore, e si preparò ad intervenire nel caso fosse accaduto. "Tara è morta per colpa tua. Lei, e altri sei dei nostri uomini. Persone che io conoscevo, e che consideravo come fratelli! Spero che tu sia orgogliosa di quello che hai fatto, maledetta strega!"

"Hey! Adesso stai cercando di rivoltare la frittata?" esclamò indignata Charlotte. "Se non ricordo male, siete stati voi ad attaccare per primi! E avevate tutta l'intenzione di uccidere qualcuno di noi! O magari tutti quelli che non vi servivano per i vostri piani, vero?"

Saphira alzò una mano e fece cenno alla sorella più piccola di non darsi troppa pena, poi rispose a tono alle accuse di Simone. "Sì, è vero. Sono stata io. E lo farei di nuovo, per proteggere la mia famiglia. Ecco, lo ammetto. Se non altro, non puoi accusarmi di non essere sincera." affermò. "Vuoi vendicarti su di me? Io non scappo e non mi nascondo. Sono qui, davanti a te. Se vuoi prenderti la mia vita, ora ne hai l'opportunità. Non te la lascerò senza combattere, ma non fuggirò dalle conseguenze delle mie azioni."

La forza, la convinzione che trasudava dalle parole di Saphira colpì Simone con ancora più forza della consapevolezza che lui non poteva in alcun modo competere con la leader della resistenza. Davanti allo sguardo furioso del Dragonite, e soprattutto, a quello sicuro ed impietoso di Saphira, ogni volontà di vendetta stava lasciando posto alla consapevolezza di quanto lui fosse insignificante in quella situazione. Lui... era soltanto una recluta del Team Meteora. Un allenatore qualsiasi, che certo non avrebbe mai partecipato ad un torneo di una Lega, e che non avrebbe mai potuto diventare un leader...

"Allora? Non vuoi uccidermi?" continuò Saphira.

Simone strinse una mano a pugno, e gli occhi gli si riempirono di lacrime, causate da un misto di rabbia, disperazione e frustrazione per la sua impotenza. "Sì... sì che vorrei ucciderti... ma è inutile negare l'evidenza, tu e i tuoi compagni siete troppo forti, e io sono troppo debole. I miei Pokemon non possono competere con i vostri. Che senso avrebbe cercare di vendicare Tara? Getterei via la mia vita senza alcun risultato. Ora come ora... voglio soltanto stare da solo. Come ero solo prima di entrare nel Team Meteora. E questa è già la seconda volta che... maledizione! MALEDIZIONE!"

Simone terminò il suo furioso discorso sferrando un pugno sulle pareti di roccia, con abbastanza forza che, per un paio di secondi, non sentì più la mano... e il silenzio cadde sulla galleria, in un'atmosfera cupa e malinconica che fece tirare un sospiro di desolazione a Ritchie. Per quanto non condividesse del tutto le parole di quel soldato del Team Meteora, almeno poteva capire il suo dolore...

"Okay, dobbiamo restare qui ancora a lungo?" chiese infine Fern alzando gli occhi al cielo. "Andiamo a prendere quei due marmocchi, e tagliamo la corda. Non mi va di restare ancora a lungo in questa topaia."

"Questa unità suggerisce di agire con rapidità." continuò Florinia. "Composizione delle forze del Team Meteora in zona sconosciuta. Possibile presenza di Zel, Sirius o Dr. Connal in zona."

Pietro strizzò un occhio. Certo, non era esattamente così che avrebbe esortato i suoi compagni ad andare avanti, non quando erano di fronte ad una recluta del Team Meteora che stava avendo un esaurimento emotivo. Era un difetto di famiglia, quello di non avere empatia?

"Pikachu..." affermò Sparky... un attimo prima che qualcosa raggiungesse le sue orecchie acute, e il Pikachu con il ciuffetto si drizzò in piedi allarmato! "Pika? Pika pikachu, pika!"

"Ah! Sparky? Sparky, che succede?" chiese Ritchie. Il topolino elettrico gesticolò indicando il terreno... e un attimo dopo, prima che i ragazzi potessero dire la loro, una scossa tellurica improvvisa cominciò a scuotere la caverna, facendosi sempre più violenta man mano che passavano i secondi! Nel giro di pochi istanti, la galleria era in preda ad un violento terremoto che costrinse i ragazzi della resistenza e Simone ad afferrarsi ai muri per non cadere!

"Un terremoto?" esclamò Cain. "Accidenti, proprio adesso!"

"Drrrr... Dragonite!" ruggì Dragonite. Il possente drago si appoggiò ad una parete e spinse con tutte le sue forze per cercare di non farla crollare, mentre Simone si staccava dal muro e si guardava attorno in preda al panico!

"Questo... non è un terremoto normale." affermò Saphira, allarmata. "C'è qualcosa... o qualcuno... che sta provocando tutto questo!"

"E... di cosa si tratta, sorellona?" chiese Charlotte, la cui sicurezza stava venendo messa a dura prova da quell'evento inaspettato. La scossa si stava intensificando, e ormai stava diventando difficile restare in piedi... sui muri stavano cominciando ad apparire delle crepe, e i tubi che attraversavano le pareti della grotta si stavano spezzando come se fossero stati di legno secco. "Anzi, no... lasciamo perdere! Anche se lo sai, non credo di volerlo sapere!"

"Un'altra macchina PULSE?" chiese Pietro.

Saphira scosse la testa. "Non lo so... forse il nostro amico qui, ne sa qualcosa." affermò, fissando freddamente Simone, che a quel punto era talmente spaventato che non faceva neanche lo sforzo di cercare di scappare! "Che succede qui? Avete creato qualcuno di quei diabolici marchingegni affinchè provocasse dei terremoti?"

"No... non... non mi risulta affatto!" esclamò Simone. Si interruppe con un'esclamazione spaventata quando un grosso pezzo di roccia si staccò dal soffitto e lo mancò di pochissimo, schiantandosi a terra. "AAAAAH! Lo... lo giuro! Non so cosa sia! Non ne so niente!"

"Va bene, va bene!" rispose Saphira. Prese Simone per una spalla e lo scosse un po', in modo che il giovane soldato del Team Meteora non si facesse prendere dal terrore. "Non è il momento di stare qui a discutere! Venite con me, presto! Se questa galleria crolla, restiamo sepolti per sempre! Anche tu, Simone... o come diavolo ti chiami!"

Simone era troppo sconvolto per protestare, e si lasciò trascinare da Saphira verso un'apertura nella roccia, tramite la quale il gruppo riuscì a fuggire in una spelonca più grande... mentre il rombo del terremoto diventava sempre più assordante, e il terreno sembrava sul punto di sgretolarsi sotto i loro piedi! Un grosso pezzo di roccia atterrò nel punto in cui Pietro si trovava un attimo prima... e il Dragonite di Saphira scattò verso un altro masso che stava cadendo su di lui, sbriciolandolo con un poderoso attacco Dragartigli!

"Draaaaagon!" ruggì Dragonite, e indicò un grosso burrone che si apriva ad appena una decina di metri da loro, poco lontano dall'uscita improvvisata che avevano infilato! Il gruppo, Simone compreso, era riuscito a fuggire dal tunnel che stava franando, e si erano ritrovati in piedi su un robusto costone di roccia, in una spelonca molto più ampia con il soffitto che si ergeva ad almeno una trentina di metri di altezza sopra di loro, decorata da terrificanti formazioni rocciose che davano a quel luogo un aspetto selvaggio, quasi primordiale. Le scosse di terremoto non erano cessate, ma se non altro, stavano poggiando i piedi su qualcosa di solido.

"Scossa tellurica intensificata. Stimata del settimo grado della scala Mercalli." affermò Florinia.

"Ugh... a parte il fatto che la Mercalli non si usa più... sarei più interessato a scoprire chi è che provoca questo terremoto!" fu il commento di Pietro.

Quando si dice che bisogna stare attento a quello che si desidera, è perchè potrebbe avverarsi. E la curiosità di Pietro venne soddisfatta un istante dopo - si sentì un terrificante stridio di metallo che grattava contro la roccia... e la piattaforma naturale sulla quale Saphira e i loro compagni si trovavano cominciò a sua volta a creparsi, mentre qualcosa di immenso e terrificante si innalzava dall'abisso oscuro sotto di loro, facendoli quasi scomparire con le sue immani dimensioni! Persino un Wailord sarebbe sembrato piccolo in confronto...

"STEEEEEEEEL!" Un ruggito terrificante fece tremare la spelonca, e la creatura apparve dall'oscurità digrignando i denti, un colosso tale da far restare chiunque senza fiato.

Era lo Steelix più grande e spaventoso che ognuno di loro avesse mai visto, al punto che persino Florinia, considerata priva di emozioni, sgranò gli occhi in un'espressione di terrore puro! Un serpente d'acciaio talmente enorme che avrebbe potuto inghiottire tre o quattro di loro con un unico morso vorace, la testa grande come un camion, e un corpo serpentino duro come il diamante che si estendeva per almeno venti metri! Soltanto spostandosi, avrebbe potuto stritolare i ragazzi come tanti insetti, e i suoi occhi neri e brillanti di furia fissavano con indignazione Ritchie, Saphira e i loro compagni! Scioccati, i ragazzi non poterono fare altro che indietreggiare mentre il torreggiante Steelix si arrampicava sul costone di roccia con facilità agghiacciante e si ergeva su di loro, pronto ad attaccare! Il terremoto calò di intensità nel momento in cui la mastodontica creatura d'acciaio si abbassò, con tutta l'intenzione di prendere la mira per attaccarli.

"Un... un... un... uno Steelix gigantesco!" balbettò Ritchie. "Ma... ma... da dove... da dove è saltato fuori? Com'è possibile che..."

"Deve... deve per forza essere vissuto qui da un po'... e le attività più recenti del Team Meteora devo averlo risvegliato dal suo letargo!" rispose Charlotte. "Ma come abbia fatto a diventare così enorme... non chiederlo a me, perchè non ne ho la più pallida idea!"

"STEEEEEEEEL!" tuonò il colossale serpente d'acciaio. Il suo ruggito riverberò nella grotta, facendo crollare alcuni pezzi di roccia... e il Dragonite di Saphira, dopo un momento di paura, grugnì con determinazione e si piazzò davanti al gruppo, deciso a proteggerli fino allo stremo delle forze. Lo Steelix gigante ondeggiò lentamente, e le sue giunture emisero un penetrante stridio metallico, mentre si preparava alla lotta.

Vedendo che il resto del gruppo era talmente spaventato da non sapere cosa fare, Saphira fece un passo in avanti ed estese un braccio. "Voi. Andatevene di qui, e cercate un modo di arrivare a Sirius e al dottore." affermò. "E portatevi dietro anche il nostro amico del Team Meteora. Potrebbe esservi utile."

"Va... va bene, sorellona." esclamò Charlotte.

"Miss Saphira, e lei...? Lei cosa farà? Vuole affrontare questo mostro... da sola?" esclamò Ritchie.

"Pi pika!" squittì Sparky. Dragonite e lo Steelix gigante si stavano squadrando in cagnesco, e nonostante sembrasse piccolo in confronto a quell'enormità, Dragonite non sembrava meno forte e deciso!

"Non morirò qui. Ho ancora troppe cose da fare." affermò Saphira. "Ma voi andate! Non restate qui, o mi sarete solo d'intralcio!"

"Andiamocene! Mia sorella sa quello che fa!" esclamò Charlotte, guidando il resto del grupp verso l'uscita e alla ricerca di un'altra strada per arrivare alla base del Team Meteora. "Va bene... buona fortuna, Saphira! Per il dottore e i suoi scagnozzi... basteremo noi!"

"Dai fuoco al fondo dei suoi pantaloni anche per me." disse Saphira con un piccolo ghigno. Charlotte sorrise e fece il segno dell'okay, prima di guidare un riluttante Ritchie e il suo Pikachu Sparky verso la via di fuga. Soddisfatta che lei e Dragonite potevano ora combattere senza remore, la giovane donna guardò verso Steelix e gli parlò con fermezza. "Sei infuriato. Vorresti distruggere ciò che ti fa arrabbiare. Ti posso capire. E posso aiutarti. Ma devi imparare a sfogare la tua rabbia sui bersagli giusti. Dragonite... adesso ci pensiamo noi, vero? Mi raccomando, non esagerare... dobbiamo cercare di indurre Steelix alla ragione, okay?"

Il drago alato fece un cenno con la testa, e mentre il colossale serpente d'acciaio si ergeva per colpire, mirò all'interno delle sue fauci...

 

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CONTINUA...

Note dell'autore: L'assalto alla base del Team Meteora sul Monte Tanzanite è iniziato! Questa è senz'altro una delle scene più caotiche e concitate del gioco... grazie anche a quel colossale Steelix che darà non pochi problemi a coloro che affrontano questa parte! Sembra che Sirius si misurerà di nuovo con Vera e i suoi compagni... e questa volta, si fa accompagnare da Astro ed Eclisse! Sarà la volta buona che Vera dà una lezione come si deve al crudele comandante del Team Meteora?

Lin sta arrivando...

Okay, questo è quanto, per adesso. Spero che questa mia storia vi aiuterà a ritornare alla routine di ogni giorno... e vi auguro buon proseguimento!

  
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