Idealtipi di Professori
[raccolta di One-shots]
Nel
Pantheon scolastico dell'Agorà c'era una ferrea, rispettata
gerarchia: primo era il Sommo (Preside), poi il vice-Sommo
(Vicepreside), i Troni (i Segretari, chiamati in tal modo
per il loro attaccamento alla sedia) ed infine il Secondo
Sommo (ovvero l'omino che riforniva le macchinette e
dispensava chiavette a gratis).
Al
di sotto, un poco al di sotto del Custode della Palestra,
superato il Parcheggio Oscuro -ed intasato- ed attraversato un
portone dalla simpatica incisione “Per me si va ne la scuola
dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la
perduta gente [...]”, ecco: lì si trovavano i Professori.
Più
in basso, solo la nera casta dei bidelli.
Tuttavia,
anche i Professori avevano una propria gerarchia, o comunque si
differenziano per molteplici fattori, tra i
quali: Terrore, Rispettabilità, Simpatia, Pazienza e
Disponibilità. In base a queste variabili, si formavano
caratteri ben diversi l'uno dall'altro.
La
Provvidenza:
Terrore:
Nullo.
Rispettabilità:
*colpo di tosse*.
Simpatia:
Alta.
Pazienza:
Alta.
Disponibilità:
Alta.
Il
professore disponibile, che sapeva ascoltare i propri studenti e dava
anche validi consigli per il futuro, risultando a volte essere quasi un vero
e proprio indovino; inoltre, in tutta la sua lunga carriera, non
aveva mai segnato un'insufficienza, oppure in caso di gravi,
terribili errori, preferiva sempre porgere l'altra guancia per
salvare l'educando con un'ultima, estrema interrogazione.
Calcante
ne era un illuminato, antico, vetusto esempio, stimato dai propri
alunni, tanto che nelle sue ore la classe riusciva a mantenere un
assoluto silenzio. Una quiete bruscamente interrotta al suono della
campana, quando il branco di adolescenti tornava dal pellegrinaggio
alle macchinette, prendendo posto per la lezione successiva.
Un
simile modello, infatti, poteva esistere solo in Religione. E
Religione, citando le parole del saggio Achille, “è il breve
fancazzeggio tra un'ora di merda e un'altra ancor più di merda. Ma
chi ha messo due verifiche nello stesso giorno? Che teste di cazzo,
proprio.”
Super-Ego:
Terrore:
Altissimo.
Rispettabilità:
Alta.
Simpatia:
Bassa.
Pazienza:
Medio-bassa.
Disponibilità:
solo se sei meritevole.
La
pura razionalità: non vedeva studenti, ma sacchi ambulanti di
valutazioni. Però, seppur piuccheperfetto nell'attribuire
giudizi, non concedeva neppure la più vana speranza di salvezza.
Non
esisteva l'ansia da prestazione: o si rispondeva in modo corretto,
oppure si veniva liquidati con un due e condoglianze alla famiglia
(nei casi migliori) o con una risata sadica e una pacca sulla
spalla (in quelli peggiori, anche perché era l'unico genere di
professore che trovava appagante esplorare gli oscuri meandri al di
sotto del due).
Non
esisteva neppure la psiche o la persona, esisteva solo un rapporto
terribilmente formale e distaccato, in cui alla fin fine era
importante solo il risultato.
Il
chiaro esempio di questa tipologia era incarnato in Atena,
professoressa di Letteratura, Latino (ahi-ahi) e talvolta
Greco Antico (se rimanete in silenzio, potrete ancora sentire il
cristallino suono dei gemiti addolorati di studenti schiacciati da
terribili versioni d'autore): donna decisa, rigorosa, capace di
correggere persino il puntino mancato sulla “i”, non
ammetteva alcun guizzo di fantasia, alcuna licenza poetica, alcun
“Eh, dai, il significato è quello prof...”.
Inoltre,
seppur tanto fiscale, aveva un modo estremamente sadico per le
interrogazioni, dopo le quali gli studenti brancolavano verso un
bravo psichiatra, traumatizzati a vita.
Ade, altro esponente della categoria, in occasione delle
interrogazioni di Dicembre, aveva ideato la Roulette della Morte
in combinazione con il gioco d'azzardo dei dadi, in cui o si
usciva semplicemente come interrogati, o, se sorteggiati con un
numero prestabilito (tipo il dodici), si aveva la possibilità
essere graziati e di condannare un altro compagno all'interrogazione
a propria libera scelta.
Femme
Fatale:
Terrore:
Medio-basso.
Rispettabilità:
Media.
Simpatia:
Alta.
Pazienza:
Medio-basso.
Disponibilità:
Assoluta.
Partendo
dal mito che i Professori potevano accoppiarsi solamente con altri
Professori, la Femme Fatale era la figura che più mieteva
vittime tra i colleghi, ammaliandoli con i propri modi libertini, le
proprie generose scollature o le proprie vaghe allusioni. E, a volte,
superava addirittura se stessa con relazioni non propriamente
convenzionali.
O
non propriamente legali.
In
ogni modo, la rappresentante più indicata a questa categoria era la
bella, allettante, capricciosa Afrodite, professoressa di
Francese, lingua dell'Amore e della Seduzione, oltre che delle
incomprensibili pubblicità di Eau de Toilette.
Il
suo dolce profumo serpeggiava per i corridoi al suo passaggio, i
morbidi boccoli biondi fluttuavano sulla sua bella testolina a ritmo
della sua camminata aggressiva e del suo morbido ondeggiare dei
fianchi, mentre i suoi grandi occhioni erano in grado di ammaliare
anche l'uomo più riservato e ritroso.
Era
famosa in tutti i licei e i motivi della sua notorietà non erano
di
certo per l'insegnamento: infatti, aveva alle spalle e sulle spalle
diverse dicerie e drastiche realtà riguardanti scottanti
relazioni. Seppur da anni sposata, circolavano voci sul Preside,
sul
Vicepreside, sul segretario, sul professore di Educazione Fisica, su
quello di Filosofia, su quella di Scienze Naturali, su quello di
Matematica... insomma, tutta gente colpita ed affondata dalla sua
bellezza ed assoluta disponibilità.
Il
Dandy:
Terrore:
Nah, non è il mio stile.
Rispettabilità:
Dovrei seguire gli schemi imposti dalla società?
Simpatia:
Non saprei, dimmelo tu.
Pazienza:
Beh... è il tempo che si ferma per aspettarmi, non il contrario.
Disponibilità:
Se proprio devo.
Narcisista,
anticonformista, critico col mondo e ancor più con la popolazione
che viveva accanto a lui e, soprattutto, anche iperabbronzato in
ogni periodo dell'anno.
Ma
aveva anche dei difetti.
Non
seguiva le mode, era lui stesso la moda e guardava sprezzante la
gentaglia che lo giudicava al primo sguardo. “Non capisci,
tesoro? Sei tu in difetto, non io.”, era la risposta sempre
valida a tutte le critiche che gli venivano mosse.
Lui
era decisamente il Sole attorno cui tutto ruotava (motivo
per cui, secondo certi suoi colleghi, era doveroso tornare alla
teoria Geocentrica).
E
come si può, a questo punto, non citare il magnifico professor
Apollo di
Discipline Pittoriche? Uomo capace di mortificare con la sola
occhiata aurea, con il solo sorriso beffardo, con il solo sospiro
acido, il cuore di qualsiasi studente in ogni occasione:
dall'interrogazione fino al semplice incontro per i corridoi. Il suo
occhio critico verso ogni opera presentata dai poveri artisti,
tremanti e speranzosi, era divenuto quasi leggendario.
Non
importava, infatti, quanto potesse essere originale un disegno: se
non era conforme ai suoi canoni mentali veniva inevitabilmente
scartato; e chi osava opporsi al suo regime del “buon gusto”,
rischiava di fare la stessa fine di Marsia.
E
Marsia, alla scuola Agorà, era un nome dimenticato. Un Tabù.
Apollo
era inoltre l'unico uomo in grado di criticare aspramente Ade
per “quella pelle morticcia e quello sguardo da gatta morta”,
senza subire le peggiori ire del professore appena citato.
A
volte, effettivamente, era comodo essere il figlio del
Preside.
Il
Bohémien:
Terrore:
Un bicchiere per domarli.
Rispettabilità:
Un bicchiere per ghermirli.
Simpatia:
E nel Carpe Diem educarli.
Pazienza:
Ma sì, con calma.
Disponibilità:
Dopo la pausa caffè, sempre.
Da
non confonderlo con il Dandy, il Bohémien aveva uno
stile di vita decisamente più vicino alle esigenze dello studente,
infervorando le masse e lottando per i loro diritti addirittura
davanti al Preside, che lo accoglieva sempre con pura rassegnazione.
Inoltre,
non era soltanto il suo spirito filantropico ciò che caratterizzava
il Bohémien, bensì anche la sua libertà che trasudava
addirittura dal suo metodo d'insegnamento: le sue lezioni, infatti,
non erano mai schematiche, ma seguivano un libero flusso di
coscienza, tramutandosi addirittura ora in accesi dibattiti su
argomenti sempre attuali, ora in lunghi discorsi stimolanti con
centinaia di collegamenti presi da mille discipline diverse.
Dioniso
era un rappresentante di tale categoria e, seppur insegnasse la
complicata Filosofia, era decisamente amato dai suoi studenti, che lo
osannavano come il “Migliore in Assoluto”; era anche amato
dagli altri colleghi, con cui riusciva ad instaurare sempre un buon
rapporto di amicizia a suon di “Tarallucci e Vino. Ed altro vino
ancora per mandar giù quell'agglomerato di pasta bloccato in gola”.
Inoltre,
ascoltava attentamente i problemi di tutti, seguendo l'antico
proverbio latino che dettava “In vino veritas”: con una
buona dose di alcol, infatti, anche il più schivo degli insegnanti
si apriva.
Sul
come si apriva, era del tutto indifferente.
Il
Piccione Viaggiatore:
Terrore:
???
Rispettabilità:
???
Simpatia:
Moltissima.
Pazienza:
???
Disponibilità:
Altissima.
Come
il suo più stretto parente che infesta piazze ed antichi monumenti,
anche questo genere di professore era sempre in viaggio: ora per uno
scambio culturale con qualche altra scuola, ora per una gita di
cinque giorni, ora per accompagnare fuori una classe a mangiare un
gelato o a bere una cioccolata calda.
L'importante,
per lui, era non trovarsi mai in sede.
Si
offriva sempre per qualsiasi attività Aldilà delle quattro
mura scolastiche e i professori più sedentari accettavano di buon
grado la sua estrema disponibilità, affidandogli ogni genere di
attività che non volevano ritrovarsi tra i piedi.
Ermes
ne era un valente esempio: sulla carta insegnava Matematica -o
altresì detto mille modi per fottere il prossimo-, tuttavia
nessuno era ben certo riguardo cosa, esattamente, riuscisse a spiegare in
quei pochi giorni di permanenza nell'istituto; tutti i
colleghi però, di tutti gli indirizzi, avevano avuto un'esperienza
di viaggio d'istruzione con lui e, in fondo, erano tutti contenti e
lo lodavano come una persona estremamente simpatica.
L'incazzato:
Terrore:
Altissimo.
Rispettabilità:
Altissima.
Simpatia:
*tosse acuta*
Pazienza:
Che cos'è?
Disponibilità:
Senti, non mi rompere i coglioni.
Evoluzione
dello Studente Incazzato, il Professore Incazzato era la
tipologia più comune in ogni scuola, tanto che a volte potevano
radunarsi anche in un fitto branco, nel quale ogni capoccia aveva un
motivo diverso per odiare il mondo.
Tutto
poteva essere causa di profondo, viscerale risentimento secondo
questo genere di docente: da grandi argomenti come la politica, la
religione, il surriscaldamento globale o l'aumento dei costi dei
parcheggi, a problemi più specifici come il Coglione con la
Smart, la Testa di Cazzo alle poste o il Genitore di
merda. A volte, questi tre individui potevano essere concentrati
in una singola persona ed allora il Professore Incazzato esplodeva
come una pentola a pressione, gridando le peggio ingiurie per tutto
l'istituto.
Ares
era l'indiscusso, supremo esempio dell'Incazzatura quotidiana: gli
bastava entrare la mattina ed incrociare lo sguardo con il docente di
Tecnica e Metallurgia, Efesto, per inabissare il proprio umore verso
un odio atavico contro il mondo intero.
Per
sfogare tutto quel malumore, si avviava con passo marziale in
palestra, suo territorio di caccia, pronto a mietere vittime, una
dopo l'altra; era quasi soddisfacente vedere la sofferenza sui volti
dei ragazzi che, stremati, morivano al suolo grondanti di sudore.
Quando
non si trovava in palestra, era in sala insegnanti a gustarsi un
espresso rigorosamente amaro, con la castana testolina di Alettrione
in dormiveglia contro la spalla. Era l'unico momento a scuola -o
nella vita- in cui era veramente in pace con se stesso.
Queste
erano le tipologie più note di professori contro cui intere
generazioni di studenti si erano dovute scontrare, adottando astuzie
e tattiche di guerra degne del miglior stratega.
Ma
questa è un'altra storia ancora.
Fine Oneshot.
Troni:
nella tradizione biblica, gerarchia di angeli che hanno il compito di
mettere in atto la giustizia divina.
Piuccheperfetto:
forma verbale.
Un
bicchiere per domarli […]: piccola storpiatura de "Il Signore
degli Anelli".
Si
offriva sempre per qualsiasi attività Aldilà […]:
sì, insomma, Hermes ha anche il ruolo di psicopompo, quindi ho
voluto mettere un piccolo riferimento.
Angolo dell'autrice:
Le
vacanze di Natale dovrebbero durare tre settimane, non due: i primi
giorni li ho persi con le feste e cene in famiglia, poi a Capodanno
sono andata a dormire quando ormai era già mattina e... beh, ho
avuto appena il tempo per aprire il libro di matematica che già è arrivato
l'8 Gennaio.
Seriamente,
mi sarebbe servita quella settimana in più: almeno avrei tardato la
mia ansia per gli esami di fine anno e non sarei tornata a scuola con
quelle occhiaie degne di un panda.
Ansia
a parte, ora parliamo invece della fanfiction. Anzi, forse è meglio di
no: certi professori sadici potrebbero rintracciare questa storia ed
interrogarmi.
Vabbeh,
sì, diciamo che il modello di interrogazione di Ade è stato preso e
modificato da un'esperienza di vita vissuta e, davvero, è orribile
dover scegliere un altro per l'interrogazione (ma ehi:
tanto ci sono anche quelle simpatiche persone capaci di mettere la
classe nei casini saltando -senza avvertire nessuno- il proprio turno
nelle interrogazioni programmate. Quindi va tutto bene).
E
che altro dire? Beh, si parla anche di Ares sulla fine: si vede che
sono passata da ascoltare “End of All Hope”
dei Nightwish a
“Something Just Like This”
dei The Chainsmokers & Coldplay?
La
bellezza della riproduzione casuale.
Prima
di scomparire per un altro paio di settimane (sigh...
iniziano davvero le interrogazioni? Rivoglio i miei giorni avvolta
nel piumone fino alle 11:00), ci
tengo davvero tanto a ringraziare di cuore tutti quelli che hanno aggiunto
questa storia alle preferite/ricordate/seguite e anche chi si prende
la briga di recensire.
O
anche chi solo si mette a leggere questo delirio fino in
fondo, tanto da arrivare a queste piccole note.
Davvero,
grazie a tutti.
Un
bacio da _Lakshmi_!