Videogiochi > Mario Bros
Segui la storia  |       
Autore: Debby_Gatta_The_Best    14/01/2018    2 recensioni
Ad ogni fandom equivale una AU scolastica uguale e contraria, e come poteva il famigerato universo di Mario esentarsi da questa legge della fisica? Aprendo questa storia, vi ritroverete di fronte al solito brodo riscaldato di bulli, fighetti, protagonisti stereotipati... o forse no?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Consilia/Farfalà, Daisy, Luigi, Peach, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitoli di efp

 

[Peach, 3^ persona]

Halloween, sera.



La festa di Halloween nascondeva sempre qualcosa di misterioso. Non c’era stato un anno, nella Heaven University, che non fosse successo qualcosa di stravagante, inquietante o veramente spaventoso.

Peach ricordava divertita e un po’ stranita il primo anno, quando aveva partecipato alla festa in maschera. Tra i partecipanti, tre toad ed una tipa si erano creati dei costumi straordinari, perfette imitazioni degli Shroob, i temibili mostri spaziali di cui bambini e adolescenti “nerd” si cibavano continuamente, protagonisti malvagi di fumetti, serie e film.

Questi quattro figuri, capeggiati appunto da questa sconosciuta che si autoproclamava “Principessa degli Shroob”, avevano vinto spiazzando ogni avversario con la realisticità dei costumi, gli atteggiamenti realistici e gli effetti delle finte pistole laser. Dei maestri!

Lì per lì, Peach ci era solo rimasta un po’ male per non aver vinto uno dei tre premi per la sfilata di costumi, ma non aveva notato niente di particolarmente strano… fino a che, il mattino dopo, il gossip di una nuova stravaganza di Halloween aveva iniziato a serpeggiare nel campus saltando di bocca in bocca fino a giungere al suo orecchio: i quattro vincitori del contest erano come spariti nel nulla, nessuno li aveva visti il giorno seguente e né sapeva di chi si trattasse, ma qualcuno aveva giurato di aver visto una navicella prendere il volo, quella notte stessa…



Ogni anno, tutti gli studenti si aspettavano qualcosa di nuovo, bizzarro o terrificante, e quell’anno, come tutti gli altri, la sorpresa sarebbe arrivata quando meno se la sarebbero aspettata.

Nel frattempo, Peach sedeva su una panchina scura sotto un cedro.

Le foglie cadute ai piedi dell’albero formavano un tappeto variopinto, una fragile opera d’arte che andava via via disfacendosi ad ogni colpo di vento. Solo lei si era fermata a guardarlo, come incantata da quei colori accesi e caldi che presto avrebbero lasciato posto solo al grigiume e al nero opaco dell’inverno, e poi al bianco appena fosse nevicato. Attorno a lei, scie di maschere sfilavano per il ciottolato del campus, balzando da un banchetto allestito all’altro, con l’intendo di arraffare qualche dolcetto da gustarsi.

Peach dette un’occhiata di sfuggita al telefono, notando come nessuno le avesse messaggiato in quell’ultima ora - cosa assai rara. Nell’attivissimo gruppo che comprendeva la sua cerchia di amici più estesa l’ultimo messaggio risaliva addirittura a due ore e mezzo prima. E gli ultimi messaggi in questione parlavano di come i vari componenti si sarebbero vestiti.

La ragazza dette un buffetto alla coda sintetica attaccata al propio costume, un’adorabile ciuffo di pelo color confetto che dava un tocco più felino al suo costume da gatta rosa. Non si era sprecata nel pensare a qualcosa di più originale - o di più a tema con Halloween - anche perché non aveva intenzione di partecipare nuovamente alla sfilata.

Non se a presentarla c’è Pauline…” mugugnava tra sé e sé.

Pauline! Il faccino truccato della bella ragazza le sfrecciò davanti, quasi a volerle ricordare come lei fosse misera al suo confronto.

Pauline, la prima amica di Mario… come no, brutta oca.”

Per un attimo, venne colta da un brivido di rabbia; ma si ricompose in fretta e si impose di non abbassarsi a certi livelli.

Lei e Mario sono solo vecchi amici. Niente di più, niente di meno. E poi non ho nulla da invidiare a quella… oca.”

L’orologio del cellulare segnò le ventidue. In lontananza, qualcuno accese uno stereo e una musica dal carattere spooky iniziò a diffondersi tra gli alberi. Peach lo trovava un buon tocco di classe, mentre altri presenti si infilarono gli auricolari, quasi disprezzanti.

Chissà dov’è finito Mario…” si era data appuntamento con il ragazzo nella crocevia per i dormitori maschili e femminili, verso le dieci, ma i minuti continuavano a scorrere inesorabili senza traccia di Mario in giro.

Non passò molto prima che il telefono nella tasca nascosta cinguettasse l’arrivo di un messaggio.



[Mario]: Faccio un po’ tardi, scusa



L’estrema aridità del messaggio la sconsolò. Già sentiva gravare la noia di un’indefinita attesa quando con la coda dell’occhio scorse una figura familiare passarle accanto.

«Hey Farfalà!» salutò alzandosi. La ragazza dai capelli oro bianco si voltò e la salutò di rimando, con la solita timidezza.

«Che costume carino!» aggiunse poi.

Peach ringraziò, e le rigirò la domanda.

«Il tuo costume, invece?» domandò infatti, gettano un’occhiata sulla lunga veste candida della ragazza, e domandandosi che cosa dovesse rappresentare.

L’altra abbassò il capo, accarezzandosi la lunga gonna per togliere qualche grinza.

«Oh, questo è solo un vecchio vestito di mia madre. Non è un vero e proprio costume… - arrossì per un attimo - anche se so di somigliare ad una contadina, mi mancherebbe giusto il cestello con i fiori dentro...»

«No, ma cosa dici! E’ un amore di vestito!»

Riponendo il cellulare, la ragazza in rosa si offrì di accompagnare Farfalà per un po’, se questa non avesse avuto impegni.

«Vorrei farti conoscere qualche pilastro di questa scuola, per aiutarti a mettere radici, se ti va.»

«Oh, emm… perché no? Fammi strada.»

Le due ragazze imboccarono un vialetto e proseguirono in direzione della Hall.

Di fianco a loro sgusciavano abiti, maschere e costumi di ogni sorta, colore e qualità. Per un attimo la giovane credette di aver avvistato la figura di Bowser travestito da drago, e accelerò il passo.

«Quindi mi stavi dicendo che non ti sei mascherata.»

«Be’, no. Halloween non è una festa che mi appassiona più di tanto… infatti avevo programmato di rimanere a casa a studiare...»

«A studiare? Seriamente? Sacrilegio studiare ad Halloween!» una terza voce irruppe nella loro conversazione, seguita da un sonoro “Yaaaar!” urlato ai quattro venti.

Una zoppicante Daisy, agghindata con una giacca nera dalle rifiniture d’oro ed un lungo e lacero mantello rosso, il tutto coronato da un cappello tricorno e ad una benda sull’occhio sinistro.

«Capitan Gambadigesso al vostro servizio, donzelle!»

«Suvvia Daisy, un po’ di civiltà!» la riprese scherzosamente la cugina.

Dietro alla ragazza armata di stampella si affacciò un timido Luigi coperto di stracci, con tanto di bandana in testa e scopettone imbracciato.

«Se non si fosse capito… io sono il mozzo.»

Farfalà ridacchiò nel vederlo, ma poi commentò che entrambi i costumi le sembravano molto realistici.

«Certo, realistici dal punto di vista iconografico… con tutta probabilità i veri pirati non si vestivano così...»

Commentò poco dopo a bassa voce. Peach chiese a Luigi che fine avesse fatto Mario, e questo gli rispose che aveva avuto un po’ di problemi col costume.

«Sembra che non sia stato l’unico a raccattare qualcosa all’ultimo secondo» ridacchiò con una punta di malizia.

«Be’, allora… se li vediamo in giro per i sette mari gli faremo un fischio e te lo manderemo con le buone o con le cattive! - annunciò Daisy sguainando la fintissima sciabola di plastica - ed ora, mie pulzelle, debbo issare l’ancora e salpare alla ricerca di qualche donouts a tema spettrale. AARRRivederci!»

E con un brusco gesto della mano riprese a zoppicare seguita a ruota dal ragazzo in verde.

«Luigi è un amore di ragazzo - osservò Peach - ma suo fratello...» ma non concluse la frase, colta per un attimo da un leggero brivido al pensiero di Mario. Farfalà si limitò a sorriderle, prima di riprendere la passeggiata.

«Halloween è molto sentito in questo campus, come avrai notato… - iniziò dopo un po’ - è un po’ una tradizione fare una festa grande con tanto di banchetti ripieni di dolci gratuiti… oh, al prezzo di un “dolcetto o scherzetto?”, ovviamente. E le maschere… alcuni ci lavorano per mesi, maschere che probabilmente useranno solo un anno e che poi finiranno appese alle pareti… ma in fondo, la vita è un continuo “cogli l’attimo”, no?»

«Mhh, non saprei se concordare o meno… mi sembra un po’ uno spreco...»

Peach annuì appena, ma non rispose.

«Devi sapere una cosa riguardo a questa festa...» borbottò grave dopo qualche altro metro. L’altra la guardò con curiosità.

«Ogni anno… il 31 ottobre succede qualcosa di… inquietante.»

La bionda allargò un inquietante sorriso sul volto, come per spaventare la nuova amica. Questa sembrava più stranita che spaventata, però.

«Sembra assurdo, ma, puntualmente, ogni Halloween accade qualcosa, qualcosa che nessuno si aspetterebbe, nel momento meno opportuno...»

Farfalà sembrò interessata.

«Fammi degli esempi, allora.»

Peach ridacchiò fingendo un’aria malvagia - si sentiva così per l’aria tetra che stava calando sul campus, o forse per un qualche condizionamento di Daisy?

«Be’, ad esempio l’anno passat-»

Qualcuno la urtò, e per poco non cadette a terra.

«Hey ma…!»

Una mano le afferrò il braccio e con grazia cavalleresca l’aiutò a rialzarsi. Si ritrovò di faccia a faccia con un cavaliere in armatura scintillante, con il volto coperto da un elmo intero.

«Mia graziosa Peach… si è forse fatta del male?»

«No, non è niente… Fagiolino?»

Il Fagiolo alzò la visiera argentea mostrando lo sguardo fiero di un principe.

«Oggi sono Sir Fagiolino - il giovane dai capelli dorati si inchinò con teatralità - al vostro servizio, mie damigelle.»

Farfalà si fece timidamente avanti, squadrando con circospezione il tipo.

«Lui è Fagiolino, è un mio amico.»

«Io e la qui presente Peach condividiamo un destino simile - sorrise con orgoglio lui - entrambi un giorno dovremo governare e mantenere la pace in un vasto regno. E lei chi sarebbe, dolce angelo?»

Peach vide divertita le guance dell’amica tingersi di un rosso intenso.

«A-angelo? No, ti giuro, sono più un orso che un angelo...»

«Devo chiamarla… mia Lady Orsa?»

«Ahaha, non farci caso cara - intervenne Peach posando una zampa morbida sulla spalla di una sempre più imbarazzata Farfalà - ora sta solo recitando, di solito non è così… eccessivamente cavalleresco.»

«Sarà - il principe fece spallucce, richiudendo l’elmo - io ho adesso il compito di combattere un grosso e brutto drago sputafuoco che sta cercando di impossessarsi delle caramelle di innocenti fanciulli! Il dovere mi chiama!» e le superò.

Farfalà ridacchiò con un leggero nervosismo, ma Peach cercò di tranquillizzarla.

«Non far caso al suo atteggiamento, a volte è un po’... esuberante. Ma ha un cuore puro e coraggioso… anche troppo, a volte. - camminarono per un altro po’ - vedi, da Fagiolandia arriva una discreta somma per contribuire ad alcuni indirizzi della scuola… avrai notato quanti fagiolini studino qui, nonostante ci troviamo nel Regno dei Funghi. Fagiolino è una sorta di importante rappresentante per l’Università in questo momento… ed è per questo che è considerato uno dei “pezzi grossi” tra i ragazzi, qui. Ma non devi temere, non abusa del suo potere… lo sgarro più grande che potrebbe farti sarebbe cercare di pagarti un debito in monete fagiolo!»

Farfalà rispose ridacchiando.

«Che non valgono una cicca qui!»

«Esattamente!»

Ridendo, si erano finalmente ritrovate alle porte della Hall. Entrando, si ritrovarono davanti ad uno spettacolo molto fiabesco. Le luci principali erano spente, e la zona era illuminata da candele e zucche intagliate poste tutte attorno a dei lunghi tavoli allestiti per l’occasione dentro l’edificio. Diversi ragazzi stavano ancora cenando, serviti da Koopa travestiti da Tartosso… e forse da qualche Tartosso vero.

«Avete un tavolo prenotato?» chiese un giovane Paratroopa svolazzando loro di fronte. Anche lui si era dipinto addosso delle ossa fosforescenti e brillava al buio di una luce malata e inquietante.

«No, Parakarry*, stiamo solo andando in piazza.»

«Oh, se volete vedere la sfilata costumi, mhh - controllò l’orologio - dovrete sbrigarvi, eh sì! Inizia tra due minuti!»

Peach salutò l’amico con un sorriso e si avviò verso l’uscita posteriore della Hall. Quando si ritrovò fuori, seguita dalla giovane pallida, si stupì nel vedere come gli alberi e il giardino era stato agghindato per l’occasione. Ragnatele finte, pipistrelli, pupazzi fatti di zucche intagliate, una dozzina di diversi tipi di tombe poggiate sull’erba ad adornare il tutto… e soprattutto, un nutrito numero di banchetti e tavoli completamente pieni di deliziosi dolcetti decorati con teschi e topolini di zucchero…

«Sì, le cose le fate in grande qui!» osservò l’amica.

«Te l’avevo detto! Ora…» Peach adocchiò il palcoscenico allestito poco più a sud est dall’edificio principale - quella sorta di piccolo castello che torreggiava sulle altre strutture scolastiche, e che faceva da sede ai due rettori e alle materie di indirizzo più classiche.

«Ora andiamo a sederci un attimo qui, mi iniziano a fare male i piedi dentro questo costume da gatto!»

«Va bene.»

Si sedettero su una panchina, decorata con della cartai genica da qualche organizzatore rimasto a corto d’idee. Di fronte a loro, una marea di ragazzi della loro età ridevano e mangiavano dolci sfoggiando i propri costumi al vicino.

«Hai visto dentro la Hall?»

«Sì… hanno allestito un vero e proprio ristorante!»

«Eh già! E sai perché lo hanno allestito proprio nella Hall?»

Farfalà scosse il capo. Peach cercò di riprendere il suo sorriso malizioso.

«E’ uno dei misteri di cui ti parlavo. Io non ero presente, ma… si dice che fino a due anni fa, il ristorante di beneficenza di Halloween si svolgesse qui in piazza. Ecco, quell’anno… quando a tavola erano sedute più persone, dal cielo iniziarono a piovere dei fiammetti… minuscoli fiammetti dai volti raccapriccianti - Peach mimò la cascata di fuoco gesticolando con le dita, ma con le zampe di gatto l’effetto non risultò troppo realistico - e presto, le tovaglie iniziarono a prendere fuoco! Un Fiammorco, poi, balzò dalla torre più alta dell’Edificio Centrale - ed indicò la torre in alto del palazzo di fronte alla piazza - e iniziò a seminare il panico… divorandosi ogni pietanza!»

«Cielo! Qualcuno si è fatto male?»

Peach fece spallucce, ignara.

«Ma questo è solo uno dei tantissimi Halloween… mhhh, ad esempio, qualche anno fa, quando andavo ancora alle superiori, sentii parlare di qualcosa di davvero inquietante successo in questo campus! Infatti, sembrava che dal cimitero fuori città si fosse alzata un’orda di fantasmi e si fosse riversata tutta dentro l’Università, mettendo in fuga docenti e studenti…! Una vera e propria legione di Boo arrabbiati… che avevano poi finito per papparsi tutti i dolci.»

Farfalà si lasciò sfuggire uno sbuffo sorpreso.

«Ma dai… anche loro? Non credevo neanche che i fantasmi potessero… mangiare.»

«Sembra di sì, invece! Ed evidentemente sono anche dei ghiotti senza limiti!»

Peach ridacchiò, facendo muovere dolcemente le orecchie da gatta sulla testa.

«Cosa successe l’anno scorso?» domandò sempre più incuriosita l’altra.

«Be’, l’anno scorso non ci fu niente di eclatante. Sembra che degli alieni si fossero infiltrati all’annuale sfilata di costumi… vincendola. E so che potrà sembrarti strano, ma io li vidi, ed effettivamente sembravano proprio dei veri alieni...»

Ma prima che potesse proseguire nel suo racconto, Peach sentì vibrare una tasca nascosta. Prese un attimo il telefono scusandosi con Farfalà, per rispondere ad un messaggio di Mario.



[Mario]: Scusami per il ritardo. Sono in piazza.



Guarda te che ritardatario…” ma nonostante cercasse di arrabbiarsi con lui, non ci riusciva.

«Era Mario… è tutta la sera che lo aspetto, finalmente si è degnato!» esclamò con falso sdegno di fronte a Farfalà, che ridacchiò.

«...so che non è una domanda molto… be’, molto leggera forse, ma… c’è per caso qualcosa tra te e...»

Questa volta fu Peach che sentì la propria faccia bollire per diventare rossa come un peperone.

«No, no! Davvero, niente di ché! Cioè, ogni tanto usciamo insieme ma davvero niente, niente!»

Ma in cuor suo sapeva bene che quel che provava per Mario andava ben oltre quello che cercava di far credere. L’altra, però, non indagò oltre.

«Mi sembra un bravo ragazzo… - commentò, pensosa, come a cercare di ricordarsi le poche volte con cui ci aveva parlato - un po’ silenzioso...»

Peach ripose il telefono e si alzò, imbarazzata. Cercò di distrarsi pensando che finalmente avrebbe incontrato il ragazzo, quella sera.

«Allora, io mi avvio laggiù, tu vieni?»

«Certo, devi ancora illustrarmi i vari… “pilastri”, giusto?»

E con un timido sorriso in volto anche Farfalà si alzò.

----------------------------
Commento d'autore

Questo è il primo di un capitolo su Halloween suddiviso in tre parti. Purtroppo non ho potuto postarlo per Halloween per ovvie ragioni XD
Ho notato che questa storia sta piacendo molto più di quanto mi aspettassi! Ne sono molto felice. Ricordate di lasciare una recensione se vi è piaciuto il capitolo!


  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mario Bros / Vai alla pagina dell'autore: Debby_Gatta_The_Best