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Autore: LoliRoxDanceMoon    17/01/2018    1 recensioni
Tutti lo credevano morto. Sepolto nel bel mezzo del Tartaro.
Ma è tornato, insieme a Queen Chrysalis, che in contempo credevano non sarebbe più tornata, dopo la sua sconfitta da parte dell'allieva di Princess Twilight Sparkle: Starlight Glimmer.
Ma si sono alleati, Sombra è adagiato dal nuovo Alveare della Mutante e la Mutante si sente indistruttibile con i schiavi ipnotizzati dal Tiranno.
Quest'ultimo poi, ha rapito i personaggi più influenti del Regno, come Twilight e i suoi amici, una certa Ivana Breaksweet e le Principesse Alicorne, le quali sono state torturate in malo modo.
Equestria ormai appartiene a loro.
Ma Re Sombra ha fatto un grande sbaglio prima di salire salire al potere, che potrebbe segnare la sua Dittatura.
Volete sapere quale? Leggete e scoprirete tutto sul Tiranno più amato di sempre.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Passarono le ore notturne, e nel cuore della parte del Giorno più oscura cominciò a piovigginare, per poi peggiorare mano a mano, fino a diventare una grande tempesta.

Ma ciò sembrava non turbare la piccola Princess Stella, che dormiva tranquillamente in una culla di legno, nella stanza di Princess Luna, che invece non riusciva a dormire perché il rumore forte delle gocce che cadevano al suolo le dava fastidio.

Infatti si trovava vicino la culla, mentre fissava la sua adorata Principessa respirare lentamente.

Voleva tanto prenderla in braccio e riempirla di baci, ma non voleva disturbare la sua quiete.
La amava così tanto, eppure l'aveva conosciuta solo da poche ore.
E pensare che quando era nel suo grembo non significava niente per lei. La odiava.
Ma quando ha sentito quel pianto, non ha potuto fare altro che consolarla al suo petto.

Con una finezza unica, la madre accarezzò la guancia della figlioletta, che si voltò dall'altro lato.

"Amore mio...sei l'unica cosa che mi importa adesso, in questo Mondo così pieno di cattiveria, tu sei l'unica luce. Tuo padre dovrà uccidermi se vorrà averti con lui. Ma non succederà, tu sei come me, come tua zia, come la purezza di tutti i villaggi di Equestria. Salverai Canterlot quando crescerai, ne sono sicura." Affermò con pura dolcezza la Principessa della Notte, per poi cacciare fuori un ciondolo a forma di luna, che era appesa da una catenina.

Con modi delicati, riuscì a mettere il gioiello al collo della figlia, senza svegliarla.

"Questo me lo regalò mia madre quando ero piccola come te. Sembra un gingillo come tanti, ma dentro c'è tutto il potere della Notte, tutta la sua lucentezza. Semmai io e te dovessimo separarci, nel tuo piccolo saprai sempre che non ti lascerò mai. Perché ti amo figlia mia, ti amo. E nessuna Dittatura potrà reprimerlo." Dopo aver detto l'ultima frase, Luna fece scendere due lacrime, che furono asciugate immediatamente.

Non voleva che gliela strappassero senza pietà, sarebbe stato terribile, sia per lei, che per Stella.
E non poteva farlo succedere.
Avrebbe venduto l'Anima ai Demoni, bastava che fosse sempre con sua figlia.

Dopo qualche attimo di riflessione, Luna si alzò dalla sedia, dando un piccolo bacio alla puledrina e corricandosi nel letto.

Dopo essersi calmata, poteva dormire in pace. 

Mancavano pochi secondi e la Pricipessa della Notte stava per addormentarsi sul serio.

E poi...l'urlo di Zecora.

"ZECORA!" Sombalzò l'Alicorna, scattando vicino alla culla e prendendo sua figlia "No...non possono essere qui..."

"Va bene brutta Zebra puzzolente, è ora di sputare il rospo e di dirci dov'è Princess Luna e sua figlia." Disse con rabbia un Changeling con la chitina grigia e gli occhi rossi, prendendo per la criniera Zecora, che gemette dal dolore.

Davanti a lei, c'era Queen Chrysalis che la fissava con indifferenza, affiancata da due Guardie con indosso un'armatura nera, ma con la stessa chitina del Changeling che teneva bloccata la sensitiva.

"Per quale motivo dovrei tenerle in casa? Non sono pazza!" Rispose la zebra, che guardò con odio il predatore.

"Madre, dobbiamo cercare?" Domandò un Changeling alla Regina.

Quest'ultima rispose con un freddo "Si."

Le Guardie oltrepassarono il varco e cominciarono a perquisire.

"NO!" Gridò spaventata Zecora, per poi pensare "Che il Destino le aiuti a scappare da questo terrore inflitto."

Però poi, alla povera zebra cominciò a battere il cuore acora più veloce quando vide che un Changeling stava per aprire la porta che conduceva alla camera di Luna e Stella.

Ma quando l'aprì, si ritrovò a terra, colpito da un raggio viola che lo stordì, facendo passare Celestia e Luna, la seconda aveva al petto la neonata che era coperta da delle lenzuola.

Le due sorelle corsero così velocemente, che non diedero il tempo nemmeno all'altro Changeling di attaccare, e Chrysalis fu colpita da un incantesimo proprio vicino allo stomaco, e le Principesse poterono uscire dalla casa.

Cadde a terra, gemendo dal dolore e tenendosi il grembo.

"MADRE!" Gridarono i due Changeling, soccorrendo immediatamente la loro Regina, che si tenne con uno zoccolo "Madre che avete?"

"Sto bene. Al puledro non è successo nulla. Voi lanciate l'allarme ai vostri fratelli e ditegli che quelle due sgualdrine stanno scappando con la neonata. Ditegli di bloccare ogni via di uscita della Everfree Forest." Ordinò Chrysalis, per poi fare dei sospiri lenti calmando il dolore allo stomaco.

"Agli ordini!"

Zecora fece scendere qualche lacrima, sperando che le due Principesse riuscissero a cavarsela.

Intanto, Celestia e Luna correvano il più veloce che potevano, non sapendo nemmeno dove andassero a finire, con l'affanno che le stancava.

"Coraggio Luna, riusciremo ad uscire da questo posto!" Incitò Celestia, anche se era la prima che non ci credeva per nulla al Mondo.

La pioggia bagnava i loro volti e Luna cercava di tenere al caldo la sua puledrina, che cominciò a fare dei lamenti.

All'improvviso però, un gruppo di Changeling si mise davanti a loro, bloccandole la corsa.

"VIENI QUI!" Gridò allora Celestia, cambiando scorciatoia.

Ma anche questa fu chiusa da un altro gruppo.

Allora si girarono e ne cercarono un'altra.

Bloccata anche quella.

Non potevano nemmeno volare, c'era troppa pioggia.

"LASCIATECI STARE!" Urlò con rabbia la Principessa del Sole.

"Dateci la piccolina e non vi succederà niente." Affermò con sadismo un Changeling, che cominciò ad avvicinarsi alle due sorelle.

"Non avrete mia figlia..." Mormorò Luna, stringendosi di più la puledrina.

Però poi, arrivò Chrysalis, che catturò l'attenzione delle due Principesse Alicorne.

"Chrysalis..." Pronunciò con disprezzo Celestia, mentre i suoi occhi viola la guardavano con odio "e così, ti sei sposata con Re Sombra. Che coppia, tuttavia solo l'uno poteva scegliere l'altro."

La Changeling non rispose, era troppo occupata a fissare Stella.

Luna se ne accorse e per puro istinto si mise dietro Celestia, seppur con sguardo d'odio.

Chrysalis abbassò lo sguardo a terra e mormorò "Figli. Voglio quella neonata. ADESSO!" Alzò la testa di scatto, mentre i suoi occhi divennero rossi.

I Changeling ruggirono, per poi piombare sulle Principesse come cani affamati.

Celestia con un incantesimo li gettò in aria e colpì quelli di dietro.

Ebbero l'opportunità di scappare ancora più lontano, ma alcuni Changeling si rialzarono e cominciarono ad inseguirle.

"NON LI SEMINEREMO MAI!" Gridò esausta Luna.

Celestia rifletteva come fare.

Poi si fermò.

Anche la sorella minore si fermò, prendendo fiato.

"Hai un piano?" Chiese poi.

"Si. Scappa." Disse con tono secco ma sicuro di sè.

"Sei pazza? No. Io non ti lascio da sola con quei mostri!" Esclamò Luna, guardando dritto negli occhi Celestia.

"Devi farlo per Stella. La prenderanno se tu mi stai dietro."

"Ma...se prendessero te..."

"Saprò come cavarmela. Sorellina, adesso devi pensare alla tua puledra. Stammi a sentire e scappa."

Le due sorelle sentirono il rumore degli zoccoli dei Changeling che galoppavano diventare sempre più forte e ciò costrinse Luna a prendere la terribile e unica scelta.

"Se ti faranno qualcosa, li sterminerò." Disse poi con la voce interdetta e con le lacrime agli occhi.

"Andrà tutto bene." Sorrise la Principessa del Sole, abbracciando quella della Notte assieme alla sua nipotina.

Sentirono il ruggito dei Changeling, che mise ansia e coraggio ad entrambe.

"Vai!" Esclamò Celestia, mentre Luna cominciò a correre il più veloce che poteva.

Celestia si voltò verso l'onda dei nemici che stava arrivando.

Le gocce di pioggia le bagnavano totalmente il volto e la criniera.
Aveva freddo, sonno e fame.
Ma la paura non sapeva cosa fosse.
Per Luna avrebbe fatto questo e altro.

Illuminò il suo corno e la sua espressione divenne minacciosa.

Era pronta a tutto.

"Se volete mia nipote, dovrete prima distruggermi." Mormorò con rabbia.

Intanto Luna correva con tutte le sue forze, che però erano sempre più scarse.
Sentiva i punti che Zecora le aveva cucito staccarsi dalla pelle, causandole un dolore micidiale.
In più, la puledrina stava cominciando a piangere dalla fame.

"No amore, aspetta, ora non è il momento!" Esclamò la madre, poggiando il mento sulla testa della puledrina.

L'Alicorna correva senza sosta, con i lampi e i tuoni che regnavano nel cielo notturno, illuminandolo e squarciandolo.

Ma poi, accadde l'inevitabile.

Luna inciampò, forse su un grosso sasso, che la fece cadere in un fosso rotolando.
La cosa peggiore era che c'erano dei pezzi appuntiti di ramo sparsi per il suolo e la Principessa per proteggere il capo di sua figlia da quei colpi, le mise uno zoccolo.

Quei pezzi la ferirono quasi per tutto il corpo e alcuni di essi si infilzarono proprio nella carne.

Una volta finita quella discesa infinita, Luna rimase a terra, stringendo ancora di più la sua puledra, che cominciò a strillare.

"Stella...figlia mia, ti sei fatta male?" Domandò con voce stremata la madre, con gli zoccoli che tremavano saguinanti e sfilavano le lenzuola in cui era avvolta la puledra, che si muoveva agitata.

Si accorse che la neonata non si era ferita e ciò la fece sospirare dal sollievo.

Lei però, stava perdendo davvero tanto sangue, soprattutto dalla parte dei punti.
Ciò la indeboliva.
La febbre stava salendo, lo sentiva.

"Non puoi mollare Luna...devi farlo per tua figlia..." Si disse a sè stessa, rialzandosi di nuovo e cercando di correre il più lontano possibile.

Ma non ce la faceva più, era senza forze e i dolori dei punti diventavano sempre più forti.

Cadde a terra, coprendo di nuovo il capo di Stella con lo zoccolo, mentre la neonata piangeva sempre di più "Celestia...dove sei?"

L'emorragia stava prendendo il sopravvento, presto avrebbe avuto un collasso.
La vista si annebbiò.
Ma l'Alicorna combatteva, non poteva dormire. Se avessero preso la puledra mentre lei era incosciente non se lo sarebbe mai perdonato.

Da lontano poi, vide una figura molto alta avvicinarsi a lei.

Luna cercò di metterla a fuoco e dopo qualche sforzo ci riuscì.
Chrysalis era davanti a lei con due Guardie vicino, la fissava con odio e ribrezzo.

La Principessa della Notte ringhiò, poggiando la schiena su un cespuglio e stringendo la creatura al petto.

"Arrenditi, Nightmare Moon. Tua figlia è mia." Disse con tono freddo la Changeling.

"Io non sono Nightmare Moon, e mia figlia è solo mia." Rispose con rabbia l'Alicorna dal manto blu.

Chrysalis ridacchiò "Hai ragione, se lo fossi veramente non staresti in queste condizioni. Saresti a Canterlot a governare la Notte Eterna. Ma è meglio così, se mio marito fosse riuscito a stringere un'alleanza con te non avrebbe sposato me. Spero tanto che tu non apra più la tua natura a lui, maledetta puttana." La insultò con disprezzo.

"E' stato tuo marito ad ipnotizzarmi. Non sceglierei lui neanche se fosse l'unico stallone sulla Terra."

"Violenza o meno, te lo sei portato a letto. E ne pagherai le conseguenze."

Le due Guardie aprirono la bocca e cacciarono la lingua con sadismo, avvicinandosi a Luna.

"Toccatemi Stella e sarà l'ultima cosa che proverete a fare." Mormorò Luna spaventata, rannicchiandosi.

"Le hai dato anche un nome? E per quale motivo? Tanto tra poco la perderai."

Un Mutante le saltò addosso, cercando di rubarle il fagottino.

Stella ricominciò a piangere ancora più spaventata.

"NO! LASCIALA! NON TOCCARLA!" Strillò a squarcia gola la povera madre, cercando di porre resistenza al nemico, che al contrario era molto forte e stava per staccargliela.

Luna cominciò a piangere, mentre sentiva il mondo caderle addosso all'improvviso.

Ma addirittura sentì il cuore spezzarsi in due quando l'altro Changeling aiutò il fratello a staccarle la piccola.

E fu solo in quel momento, che la madre vide la sua amata figlia lontana da lei.

"NOOO!" Strillò disperata la Principessa della Notte, cercando di alzarsi da terra ma ricadendo subito, mentre i Mutanti portavano via la neonata piangente "RIDATEMELA! INFAMI! STELLA!"

L'aveva persa, e non aveva fatto niente per impedirglielo.
Il pianto rimbombava in tutta la foresta, assieme ai lampi e i tuoni.

A Chrysalis le faceva un po' pena, fu per questo che si avvicinò a lei.

"Non le accadrà nulla. Crescerà al Castello, sarà una serva come tante, sarà all'oscuro dei suoi poteri. Non potrei ucciderla, presto sarò madre anche io." Le assicurò la Changeling, sedendosi a terra.

Luna alzò lo sguardo verso la Regina, carico di odio e ribrezzo "Sei una puttana."

"Non avresti mai dovuto farlo con mio marito. Probabilmente tutto questo non sarebbe succe-" Non finì la frase, perché l'Alicorna la sputò in piena faccia, facendola voltare dall'altro.

"FORSE TU NON CAPISCI QUANTO CAZZO ODIO TE E QUEL BASTARDO DI TUO MARITO! MI FATE SCHIFO! SE SOLO FARETE SOFFRIRE MIA FIGLIA GIURO CHE IN QUALSIASI MODO VI RENDERO' LA VITA UN INFERNO! E SPERO TANTO CHE TU PERDA QUELLA CREATURA IN GREMBO, TE LA STRAPPEREI DAL VENTRE ADESSO SE AVESSI LE FORZE E LA STESSA CATTIVERIA CHE HAI AVUTO TU ADESSO NEL STRAPPARMI STELLA! TI AUGURO LA MIA STESSA SOFFERENZA! LE MIE STESSE FERITE! E LA MIA STESSA SORTE! SCHIFOSA, LURIDA E VISCIDA CAGNA!" Luna cacciò fuori tutta la sua rabbia, con le vene che pulsavano in tutto il corpo e le lacrime a non finire.

Chrysalis la guardò disgustata, pulendosi con un zoccolo lo sputo, poi replicò "Volevo solo avere una minima pietà, perché puoi farmi solo pena, insieme a quella sguattera di tua sorella. Ma tanto, tu e lei andrete lontano da qui."

Detto ciò, la Mutante si alzò e diede un forte calcio nello stomaco dell'Alicorna, che ebbe un mancamento dell'aria, sputando anche sangue dalla bocca.

La Principessa della Notte pianse sempre di più, gridando il nome della sua puledrina, mentre guardava Chrysalis allontanarsi sempre di più.

Nemmeno il dolore del parto era più forte del dolore che adesso il suo cuore provava.
Si sentiva incompleta, impaurita, sola.
Non poteva stare senza sua figlia.
Poteva anche morire in quel momento.

Infatti si lasciò andare.
La vista tornò ad annebbiarsi. Gli occhi si chiusero in un sonno pesante.

E intanto, la pioggia scendeva senza sosta sulla Foresta più amata e temuta di sempre, dove gli alberi sembravano sagome nere e le creature demoni animalizzati.

Le nuvole coprivano la Luna, come se quest'ultima sapesse cosa fosse successo alla sua amata Sovrana.
Le stelle si nascondevano, non volendo far vedere la loro splendida luce.
Tutto era oscuro, solo i lampi e i fulmini sembravano decorare quel quadro di tristezza e amarezza, dove una madre fu costretta a dare sua figlia.

In quella Notte, la Notte era assente.

E pioveva sempre di più, ogni goccia pareva malvagia.

Questa tortura visiva finì solo all'alba, quando le nuvole nere scapparono, lasciando spazio ad una sottile nebbia.

La tempesta aveva spento le fiamme che si erano create a Canterlot, che era completamente a pezzi in tutti i sensi.

Le case erano mezze bruciate, il sangue scorreva ancora, armi a terra, neonati abbandonati nei cassonetti della spazzatura.

Molte infermiere, infermieri e medici curavano i sopravvissuti.

Pony con zoccoli rotti, giumente con ferite profonde, puledrini con coltellini infilzati al fianco, fortunatamente senza aver colpito organi vitali.
Si potevano udire le urla di dolore di tutti, mentre venivano medicati e fasciati.

Alcuni saliva la febbre a 40, tremando impauriti.

Alcune giumente avevano perso i loro figli durante la Notte, e disperate non riuscivano a ritrovarli, pensando al peggio. Ma delle pony ebbero fortuna, quando sentivano i loro piccoli che le chiamavano.

E mentre c'era questa situazione, arrivarono delle Guardie di Sombra, con il manto bianco latte, gli occhi azzurri e l'armatura nera, con delle lance al petto destro.

I coccitadini si spaventarono nel vederle arrivare: li avevano torturati per tato tempo. Cosa volevano fargli ora?

"Rilassatevi con voi abbiamo finito!" Disse un legionario con rabbia, facedo sospirare tutti di sollievo.

Da lontano, stava arrivando Queen Chrysalis con il suo gruppetto di figli. Uno di loro aveva la piccola Stella.

Camminavano lentamente, stanchi e assonnati, mentre molti pony li guardavno impauriti.

Giunti dinanzi alle Guardie, che si inchinarono alla Regina, il Changeling diede la neonata addormentata alla madre, che ringraziò con un cenno del capo.

"Vostra Maestà, il Re vi sta aspettando nella Sala del Trono." Affermò ossequiosamente una Guardia.

"Bene."

Nel frattempo, Re Sombra guardava il panorma da uno dei tanti balconi della sala, notando che sua moglie era arrivata a destinazione con un fagottino tutto bagnato.
Gonfiò il petto, al solo pensiero che quel fagotto era sua figlia.

Non sapeva se l'avrebbe amata o odiata. Ma di certo sapeva che, per amore di Chrysalis, non poteva far salire al trono lei.

Tuttavia era figlia bastarda.
E per lui i figli bastardi non avevano onore. Eppure i primi che dovrebbero avere il disonore erano i genitori.

Ma lui aveva già odiato troppo sè stesso per essere anche disonorato.

Dopo circa qualche minuto, una Guardia fece voltare il Re delle Ombre "Mio Re, la Regina è qui."

Chrysalis entrò affiancata sempre da due Changeling, che una volta arrivati davanti al Trono di Sombra, si inchinarono.

"E' stata una notte troppo faticosa per una giumenta incinta, amore mio. E' meglio se vai a riposare." Disse con un mezzo sorriso lo stallone, accarezzando il muso della Mutante.

"Io non sono una giumenta." Rispose quest'ultima, per poi sentire la neonata gemere.

Sombra posò lo sguardo suhh di lei, allontanandosi di qualche passo: non sapeva nemmeno se poteva toccarla.

"Questa è tua figlia." Pronunciò poi la povera Changeling, scoprendo il volto della puledra, che gridò felice.

Il Tiranno rimase sconvolto, non tanto dalla risata che aveva fatto, ma per la bellezza che possedeva.
E le somigliava tantissimo.
Ma gli occhi rossi erano identici.

"Prendila anche se vuoi."

Sombra con molta delicatezza, prese la neonata con la magia del suo corno. Poi si girò lentamente e salì le scale del Trono.

La puledrina ridacchiava fragorosamente, mentre giocava con la barba di Sombra.

Il suo cuore di ghiaccio cominciava come a dissolversi, lo sentiva battere dopo tantissimi secoli.
E la sensazione, era magnifica.
Non si era mai sentito così libero, così caldo, così forte.

"Sei bellissima..." Le mormorò instintivamente ad un orecchio, mentre la neonata lo guardò incuriosita.

"E' bella vero?" Chiese Chrysalis con voce interdetta "Avresti dovuto vedere come la teneva gelosamente quella puttana di Luna. Era sua figlia, avrebbe fatto di tutto pur di non farla finire nei tuoi zoccoli. E io te l'ho portata, perché io ti amo, e tutta la rabbia, tutto l'odio per quello che mi hai fatto, voglio sfogarlo su di lei. Tutto. E tu non dovrai mai permetterti di dirle la verità, su chi è veramente. Perché semmai lo facessi, io ti scuoglierei vivo. Avrei già dovuto farlo ieri sera." Ricominciò a piangere.

Sombra sospirò, rialzandosi e ritornando vicino all'amante, che alzò lo sguardo lacrimante verso di lui.

"Non devi piangere, te l'ho detto già ieri." Rispose il Tiranno, per poi baciarle le labbra.

La Regina dei Changeling sniffò, per poi pronunciare "Giurami che non salirà mai al Trono."

Il Re delle Ombre guardò la puledra, che stava ridendo e applaudendo con gli zoccoli.

Poi ritornò a fissare la moglie e senza pensarci due volte rispose "Te lo giuro."

Chrysalis sorrise e lo abbracciò "Grazie. Il nostro Regno durerà per generazioni, nostro figlio o nostra figlia non ci deluderà."

Sombra sorrise dolcemente, per poi ribaciare di nuovo le labbra carnose della Mutante.

L'assedio alle città durò settimane, poichè i pony ebbero resistenza più di quanto si credeva.
Ma alla fine i buoni cedettero e poco a poco Equestria cadeva sempre di più nelle brame di Sombra. Chiunque provava a ribellarsi veniva ucciso senza pietà.

Per quanto riguarda Celestia e Luna, tutti le credevano morte, perché di loro non si vide più nemmeno l'ombra.
Ma alcuni speravano in un ritorno, che stavano aspettando solo il momento giusto per attaccare.
La speranza ormai in quel Regno era l'unica cosa che aiutasse a sopravvivere.

Nacque una femmina tra l'amore del Dittatore e della sua Regina, una bellissima puledra dalla criniera nera lunga, gli occhi verdi e con la stessa chitina della madre. 
La neonata fu chiamata Termus, che era un nome molto significativo per Chrysalis.

La piccola venne amata subito, perché era sempre sorridente e sembrava avere il cuore buono, proprio come sua sorella Stella.

Le due instaurarono una grande amicizia segreta, dato che Chrysalis non voleva che la figlia frequentasse la servitù.

Le due si volevano tanto bene e si davano nomignoli come "Amichetta" o "Sorellina", senza nemmeno sapere di avere in comune un genitore.

Dopo due anni, poi, Sombra e Chrysalis ebbero una seconda puledra: Acquarium.

Questa aveva gli occhi rossi, abbinati ad una criniera verde scura lunga, con la stessa chitina della madre e della sorella maggiore.

Di carattere però, la puledra sembrava molto vanitosa e arrogante e non andava molto d'accordo con Termus, che non riusciva a capire perché non la sopportasse così tanto.

E così, passarono altre tre anni, e le piccole crescevano benissimo.
Stella fu affidata alla servitù e già a soli cinque anni doveva pulire il Castello con i suoi zoccoli.

Ma durante una notte, successe una cosa davvero dispiacevole...

Termus non voleva proprio saperne di dormire, si girava e rigirava nel letto, cercando di conciliare il sonno, ma più lo cercava, peggio sembrava.

Si alzò e vide sua sorella immersa nelle coperte, che quasi russava dal sonno profondo.

Termus sospirò, per poi scivolare dal letto e dirigersi verso l'uscita della stanza, cercando di essere più delicata possibile per non svegliare Acquarium.

Una volta fuori, la puledra corse per i lunghi e oscuri corridoi del Castello.
Scese delle scale, che portavano all'appartamento della servitù.

Ovviamente non era molto grande, l'andito era piccolo e presentava solo sette porte. Le serve, che erano quasi venti, cercavano di stare più strette possibili.

Termus non vedeva niente, così con il suo piccolo corno illuminò la stanza, per poi camminare verso il fondo del corridoio.

Con una lentezza molto fine, l'ibrida piegò la maniglia della porta, aprendo quest'ultima.

Dentro c'erano cinque puledrini che dormivano profondamente, probabilmente erano i figli delle serve, che aiutavano le loro madri con le faccende domestiche.

La Principessina sorrise, correndo verso una di questi con gioia.

Si mise sopra la pancia e cominciò a muoverla per svegliarla "Lacey...Lacey svegliati."

"Mhhh..." Mormorò infastidita una puledra dal manto blu avio, la criniera disordinata blu e grigia, con al collo un ciondolo a forma di luna.

"Dai, voglio vedere qualche tuo incantesimo!" Esclamò con un sorriso supplicante Termus, poggiandosi sulla schiena dell'amica, che grugnì.

"Non puoi dormire come qualsiasi altro puledro normale?" 

"Ma non ho sonno! Le ore notturne sembrano non passare mai, voglio giocare con qualcuno. Andiamo Lacey soltanto qualche piccolo trucchetto."

L'Unicorna sbuffò, scrollandosi di dosso l'amica appiccicosa, che cadde a terra con un tonfo.

Termus alzò gli occhi al cielo annoiata, per poi fare il broncio.

Ma poi, ebbe un'idea fantastica...

Passaro dieci minuti, e  dormiva beatamente sul letto senza interruzioni, in un sonno profondissimo e calmo, ma le sue narici cominciarono ad avvertire un certo odorino invitante.

"Uhm..." Aprì gli occhi rossi, mentre l'odore diventava sempre più forte e piacevole "Ma questo...è l'odore dei biscotti a marmellata." Mormorò quasi sbavando.

Scese dal letto e cominciò a seguire il suo olfatto, con la speranza di trovare i suoi biscotti preferiti.

Uscì dalla porta di camera sua, salì le scale del corridoio e si diresse nella cucina.

Lì c'erano tante cose da mangiare, le cuoche avevano l'abitudine di lasciare la frutta al fresco sui mobili bianchi, così che non marcisse.
Il pianocottura era lucidato alla perfezione e i lavandini non erano di meno.

Il tavolo era enorme e marroncino, con sopra delle pentole e dei piatti, ma fu uno di questi ad attirare l'attenzione di Lacey.

Sopra ad un raffinato piatto bianco c'erano dei biscotti beije, che sembravano sfornati da poco.

La puledra sgranò gli occhi e il suo stomaco cominciò a brontolare.
Con la magia del suo corno, prese una sedia e ci salì sopra, cercando di arrivare al suo amato tesoro.

Ma appena uno zoccolo stava per poggiarsi su uno dei dolci, il piatto fu spostato via da Termus, che si mise al suo posto "Catturata!" Esclamò.

"Termus! Ma...uff, dovevo saperlo che c'entravi tu in tutto questo!" Affermò arrabbiata l'Unicorna.

La Principessina ibrida ridacchiò divertita, mettendo i biscotti in un piccolo sacchetto.

"Li hai appena fatti?"

"Oh! Yep, con la magia è tutto più veloce."

"E' un peccato buttarli via." Disse seccata Lacey: per lei i biscotti alla marmellata erano sacri.

"Non voglio buttarli. Tu fammi vedere qualche tuo incantesimo e te li darò."

"Non sono un cane."

"Ma lo diventeresti per questi."

"Non puoi costringermi!"

"Oh, allora li mangerò tutti io." Rispose provocatoria Termus, aprendo il sacco ed estrando fuori un biscotto, che strappò l'anima alla povera Lacey.

Quest'ultima abbassò le orecchie a disagio, mentre il suo pancino faceva ancora i capricci.

Termus si accorse che l'amica stava svenendo dalla fame e allora disse "Ti dò un'ultima possibilità: fammi vedere la tua magia e io ti darò i biscotti!"

Lacey sbuffò: doveva sacrificarsi per i suoi dolci preferiti "D'accordo ma lo faccio solo per loro."

"YAHOOOO! CORAGGIO, ANDIAMO NELLA SALA DEL TRONO!" Gridò eccitatissima la puledrina, scendendo dal tavolo e prendendo per la coda l'amica, che cercò di zittire la sua superiore.

"Non far svegliare nessuno! Se tua madre lo scopre mi massacra e lo sai!"

Le due piccole corsero verso la Sala del Trono del padre di Termus, che era buia, ma era illuminata dalla magnifica Notte piena di stelle con una luna piena bianca e pura.

"Fammi vedere, su Lacey." Saltellò allegra l'ibrida, mentre l'Unicorna sorrideva dolcemente, facendo illuminare il suo piccolo corno.

Lacey si alzò su due zoccoli e tese gli altri due, mentre da questi appariva una strana luce bianca, che si sbriciolava in mille piccole stelle.

A Termus le si illuminarono gli occhi, non solo per la forte luce che emanava quell'incantesimo, ma anche perché non aveva mai visto niente di simile.

"Questa è polvere di stelle. E' molto rara." Spiegò la piccola serva, per poi prendere un piccolo sacchetto e mettere dentro la sostanza.

"E come fai a crearla? I più grandi Stregoni ci hanno provato e ci sono riusciti solo dopo anni e anni di studio. Tu non sai leggere e non conosci nemmeno gli incantesimi. Come fai?"

"Credimi quando ti dico che non lo so. Mi viene spontaneo, come se questo mi appartenesse."

"Davvero non sai niente della tua famiglia?"

Lacey guardò Termus, che abbassò le orecchie per la domanda stupida che aveva fatto "Perdonami...so che a te non piace parlare di questo..."

"Figurati, non saprei nemmeno risponderti. So solo che mia madre era una prostituta e mi ha lasciato alla porta d'ingresso della servitù di questo Castello, questo solo mi hanno raccontato le serve."

"Se fosse falso?"

"Perché dovrebbe esserlo?"

"Forse perché qualcuno conosce le tue grandi doti e non vuole che tu diventi qualcuno."

Lacey ridacchiò divertita: la sua amica era brava nel saper inventare le storie "Sei proprio brava ad inventare storie, vero?" Disse con ironia.

"E' vero, forse avrò tanta fantasia. Ma stavolta mi baso sulla realtà...Lacey, dentro di te hai tanta di quella Magia che potrebbe spaventare una Divinità. Anzi, tu forse sei una Divintà."

Lacey chinò il capo pensierosa: anche lei ci aveva pensato a questo qualche volta, ma alla fine era solo una serva.

"Se dicessi a mio padre quello che sai fare sono sicura che..."

"Frena!" Esclamò spaventata l'Unicorna dal manto blu, tappando con uno zoccolo la bocca dell'amica "I tuoi genitori sono i primi a non doverlo sapere."

"Se mia madre lo scoprisse magari ti tratterebbe con più rispetto però."

"Termus, io non voglio avere guai. I tuoi genitori sono tiranni e tua madre mi odia. Preferisco usare questi poteri solo per svago."

"Mh..." Mormorò triste la Principessina, per poi sospirare "non è giusto che un'unicorna così dotata debba limitarsi ad essere solo una squallida domestica."

"E' il mio destino, Termy. Tuttavia tu non dovresti essere mia amica, sei una principessa raffinata, la figlia di un tiranno. E un giorno salirai al Trono di Equestria insieme a tua sorella."

"Non mi interessa." Affermò gonfiando il petto Termus, facendo rimanere sorpresa Lacey "Tu sei la migliore amica, e nessuna Nobile potrà mai prendere questo ruolo nella mia vita."

La piccola serva sorrise emozionata, mentre due lacrime scendevano dai suoi occhi e i suoi zoccoli si aprivano alla principessa ibrida, unendosi in un dolce e forte abbraccio.

"Ti ringrazio...ma devi darmi i biscotti alla marmellata!" Protestò l'Unicorna, mentre Termus rise con gusto.

"Ma mi hai fatto vedere solo un incantesimo!"

Nel frattempo, dall'altra parte del castello...

Nella camera da letto di Chrysalis e Sombra, i due erano coperti da delle lenzuola viola, abbinati a dei cuscini con la federa bianca con al centro una corona fatta di cristalli neri.

Sombra vide che sua moglie era girata dal suo lato opposto a pancia in giù, fu per questo che si mise sopra di lei, cominciando a baciarle dolcemente l'orecchio.

Lei ridacchiò "Vuoi lasciarmi dormire?"

"Perché? Sei stata tu a voler iniziare e adesso vuoi dormire?" Rispose maliziosamente il Re delle Ombre.

"Si, mi annoiate Vostra Maestà, evidentemente l'età sta facendo il suo percorso." Lo sfotté divertita Chrysalis, girandosi davanti al coniuge, che lo baciò.

"Ah si? Ti annoio? Allora vediamo se questo ti piace." L'Unicorno affondò la testa nel collo della Changeling, che rise per il solletico, ma poi chiuse gli occhi quando il marito cominciò a spingere il bacino contro il suo.

"Hey...calmo leone, stavo scherzando." Disse Chrysalis, buttandosi sopra al Re delle Ombre, che gonfiò il petto riprendendo aria.

I due si sorrisero maliziosamente, per poi avvicinare i loro musi e unire le loro labbra e le lingue.

"Ti amo, Chrysalis."

"Anche io ti amo."

La Regina si stese accanto a lui, poggiando la testa sul petto del marito, mentre questi le baciava la criniera.

"Ti immaginavi tutto questo?" Gli chiese poi la Mutante "Equestria nostra, le Principesse scomparse, stiamo governando da cinque anni senza che nessuno si ribellasse, hanno paura di noi, delle nostre figlie."

Sombra sorrise "Ti aspetti ti risponda di no. Ma invece l'ho sempre saputo che un giorno questo continente sarebbe stato nostro e il nostro Regno "avrebbe avuto la meglio. Abbiamo due figlie, che daranno vita a future generazioni."

"Ne sono sicura. Mi dispiace solo di non averti dato un maschio."

"A me non interessa il sesso del mio erede. Basta solo che sia forte. E tu mi hai dato due puledre dall'animo tenace. E grazie per questo."

Chrysalis alzò lo sguardo verso il tiranno, mettendogli la fronte sulla sua "Grazie a te che mi hai messa incinta di loro."

Sombra sorrise di nuovo e le baciò la guancia, rimettendosi sù di lei, che gonfiò il petto sentendosi dominata.

Con fare molto dolce, il re iniziò a baciare il mento della regina, che chiuse lentamente gli occhi.

Sombra scese poi più giù verso le parti basse, mentre Chrysalis mordeva il labbro per non gemere.

Il tiranno dopo aver fatto il piccolo lavoretto, ritornò a fissare la moglie, che gli accarezzò la nuca piena della sua criniera nera.

Le labbra si cercarono di nuovo, ma non si staccarono subito.

Il bacino di lei fece inarcare la schiena mentre quello di lui premeva contro il suo.

Dopodiché, il Re delle Ombre scese di nuovo sul collo della moglie, facendola sospirare dal piacere.

Chrysalis lo amava da impazzire, perché sapeva cosa piaceva a lei e non sbagliava mai.

Stava godendo e lo si leggeva in faccia.
E Sombra non si fermava col dondolio, ma era sempre più veloce.

Finché poi, la Regina non ebbe un'orribile visione:

FLASHBACK!

Chrysalis era ancora una bellissima Vampony tredicenne, che aveva il manto grigio, la criniera lunga nera e gli occhi celeste ghiaccio.

Viveva nella Everfree Forest, con i suoi genitori e il fratello, che era un Vampony di diciassette anni, con lo stesso colore del manto e della criniera, che era corta e scompigliata, abbinata a due occhi gialli.

Quella sera, i genitori erano usciti fuori a fare una passeggiata, e avevano affidato la loro piccola Chrysalis al fratello.

La dolce Vampony si trovava nel suo letto.
Dormiva tranquillamente nella sua stanza, con le mura blu ornate da tantissimi disegni che erano opere d'arti fatte da lei.

La scrivania, piene di bambole, fu gettata a terra da Valyrian, facendo sombalzare dalla paura Chrysalis.

"Valyrian! Che stai facendo?" Domandò con voce infantile la tredicenne, che ricevette un forte schiaffo dalla guancia.

"STAI ZITTA PUTTANELLA!" Gridò furioso il Vampony, per poi prenderla per la criniera e buttarla a terra con una forza incredibile "ANCORA CON QUESTE BAMBOLE E QUESTI STUPIDI DISEGNI? HAI TREDICI ANNI, DEVI CRESCERE!"

"NO! LASCIAMI! LEVATI! VALYRIAN TI SCONGIURO LASCIAMI! AIUTO!" Gridò spaventata la puledra, mentre il fratello maggiore la imbavagliava e la riempiva di pugni.

FINE FLASHBACK!

Chrysalis ritornò alla realtà, con delle lacrime che le rigavano il viso, mentre Sombra le baciava e succhiava la carne del collo.

"Sombra?" Mormorò tremando la Changeling "Staccati ti prego."

Il Re delle Ombre alzò lo sguardo verso la moglie e si staccò in un batti baleno "Amore..."

La Regina dei Mutanti si alzò e cominciò a piangere sempre di più, portando un zoccolo alla bocca.

Sombra era sconvolto, impietrito e timoroso, ma ebbe il coraggio di chiederle "Ti ho fatto male?"

Chrysalis scosse la testa: no, lui era l'unico che non le facesse mai del male.

"Hai pensato di nuovo a tuo fratello?" Domandò poi il Tiranno, mentre la moglie strizzò gli occhi e cominciò a singhiozzare.

L'Unicorno gonfiò il petto dispiaciuto: non era la prima volta che Chrysalis aveva questi attacchi di panico.

Il marito si avvicinò a lei e la strinse in un forte abbraccio, mentre lei appoggiava il muso sul petto "Mi dispiace..."

"Ho tanta paura Sombra."

"Non devi. Lui è morto, l'hai ucciso. Non potrà più farti del male."

"Ma se non fosse così? Se lui tornasse? Se facesse del male a Termus o ad Acquarium? Io non riuscirei mai a portarmi questo senso di colpa."

"Semmai quel bastardo si facesse vivo, non riuscirebbe mai a toccarle, perché io lo distruggerei."

"Non voglio che loro conoscano quell'esperienza...è orribile."

"Lo so amore. Ma ti giuro che non permetterò a nessuno di toccare le nostre due figlie. Venderei la mia stessa anima ai Demoni pur di non farlo succedere. Devi fidarti di me, sono tuo marito, e ti amo tanto."

Chrysalis sospirò, sentendosi un po' meglio.

"Asciuga queste lacrime, quante volte devo ripetere che tu non puoi essere triste?" Disse sarcasticamente il Tiranno, asciugando con uno zoccolo le lacrime della coniuge, che sorrise.

"Ti amo."

"Anche io."

E il re e la regina, si diedero un bacio passionale.

Ma all'improvviso, i due sentirono un forte trambusto di Guardie Reali che urlavano.

"Uhm, ma che sta succedendo là fuori?" Domandò scettico Sombra, che si alzò dal letto, mettendosi il mantello rosso e la corona nera.

Chrysalis si limitò ad indossare un raffinato accappatoio da notte viola caldo.

Le Guardie si erano allertate perché alcune di loro avevano sentito il rumore di una finestra che si rompeva nella Sala del Trono.

"Ah!" Gemettero dal dolore Termus e Lacey, mentre venivano ferite da alcuni pezzi di vetro.

"Robert, che ci fai vicino alla finestra? Togliti immediatamente!" Esclamò Lacey, che si teneva lo zoccolo anteriore da cui usciva tantissimo sangue.

Accanto alla finestra distrutta c'era un puledro dal manto marroncino, con una criniera viola e due occhi grigi. Era Robert, anche lui un amico di Termus, che accortosi dell'assenza di Lacey era andato a cercarla, per paura che Queen Chrysalis potesse farle una strigliata di capo.

"COSA STA SUCCEDENDO QUI?" Gridò spavaldo una Guardia Reale, entrando con una lancia puntata verso i tre puledri.

Robert rimase immobile dalla paura.

"PRINCESS TERMUS! SIETE FERITA?" Gridarono altri due Legionari entrando nella stanza e soccorrendo la piccola Nobile.

Quest'ultima stava perdendo sangue sia dalle spalle che dagli zoccoli anteriori: i vetri erano entrati nella pelle tagliandola.

"COSA STA SUCCEDENDO?"

Una voce maschile forte e imponente fece girare le guardie, che si inchinarono dinanzi alla fonte, Re Sombra.

"Termus!" Esclamò Chrysalis, correndo dalla figlia e piegandosi sù di lei "Che cos'hai?"

"Mi gira la testa mamma." Affermò con voce debole l'ibrida, che fece sconvolgere la madre dalla paura.

"Termus..." Mormorò tremando Lacey, tenendosi sempre lo zoccolo sanguinante.

"Termus, amore non fare questo, resisti! CHIAMATE UN MEDICO! STA AVENDO UN'EMORRAGGIA!" Strillò a squarcia gola la regina, che aveva il volto bagnato di lacrime.

Furono chiamati immediatamente il medico di corte e il medico della servitù.

Il primo riuscì a salvare la Principessa seppur con fatica; i pezzi non avevano danneggiato organi vitali come il cuore o la colonna vertebrale.

Per Chrysalis fu un sollievo non indifferente: aveva avuto paura, paura di perdere la sua amata piccola. Se le fosse accaduto qualcosa non avrebbe saputo cosa fare. Il Regno poteva anche essere distrutto, bastava che sua figlia stesse bene.

Era seduta accanto al letto della figlia insieme a suo marito.

La guardavano dormire beatamente, seppur fasciata agli zoccoli e dietro le spalle.

"Mamma...come sta?" Domandò una voce infantile accanto agli zoccoli di Chrysalis.

Quest'ultima abbassò lo sguardo e vide la sua Acquarium, che fu sollevata con la magia della madre "Sta meglio amore, non preoccuparti, si riprenderà presto."

Sombra sospirò, mettendo uno zoccolo su quello di Termus, mentre guardava il petto di quest'ultima alzarsi e riabbassarsi a ritmo normale.

"Mio Re?" Disse dolcemente una Guardia Reale, facendo girare il Tiranno "Qui fuori c'è il capo della servitù."

Il Re delle Ombre porse di nuovo lo sguardo sulla figlia.

"Vai, resto io vicino a lei." Affermò dolcemente Chrysalis.

Sombra sospirò, alzandosi dalla sedia e camminando verso l'uscita della stanza.

Nel lungo corridoio, si trovava un Unicorno un po' anziano dal manto e la criniera blu, con gli occhi verdi e un CutieMark a forma di scopa sul fianco.

Egli stava fissando alcune vetrate del castello, che mostravano la salita al potere di Sombra, con lui e sua moglie seduti al trono e davanti loro c'erano i sudditi incatenati a loro, con le Guardie e i Changeling che li tenevano in ostaggio.

"Ebbene, Lorys?"

L'anziano si voltò verso Re Sombra, che lo fissava con sguardo indifferente.

"V-V-Vostra Maestà..." Disse balbettando lo stallone, inchinandosi "m-m-mi dispiace disturbarvi m-m-ma..."

"Sono stato io a farti chiamare. Tu sei il capo della servitù, di quest'ultima poco mi interessa, ma alla luce dell'incidente della finestra che ha quasi ucciso mia figlia, voglio sapere il referto del medico riguardo quei due mocciosi: Lacey e Robert." Disse freddamente il Tiranno.

"Capisco mio Re. Dunque, l'unica a ferirsi è stata Lacey, ma per fortuna soltanto lo zoccolo e adesso sta molto meglio." Affermò l'anziano.

"Quindi Robert non si è tagliato?"

"No. Ha detto che si trovava accanto alla finestra, ma quando si è rotta i pezzi non l'hanno sfiorato."

"Mh." Mormorò pensieroso Sombra, per poi dire "Capisco. Domani mattina lo voglio nella sala del trono insieme a sua madre, alle nove in punto."

"Oh, d'accordo Vostra Maestà."

"Puoi andare adesso." Affermò il Re delle Ombre, per poi girarsi di spalle.

"Si. Buona nottata!" E l'unicorno anziano corse via, sparendo nel fitto buio del corridoio.

Sombra si voltò di nuovo e abbassando il capo chiuse gli occhi e sussurrò "Piccolo bastardo. Te la farò pagare per aver tentato di uccidere Termus."

Il mattino seguente, si erano riuniti alcuni compaesani nella sala del trono, furono chiamati proprio da Re Sombra, ma nessuno sapeva il perché.

"Shhh silenzio!" Esclamava una Guardia Reale, facendo zittire tutti quelli che parlavano tra di loro.

Il re era seduto al trono, con al suo fianco la regina e le sue due figlie. Termus era riuscita ad alzarsi.

"Puoi cominciare, caro." Disse ad un orecchio Chrysalis, facendo sorridere il marito.

"Fate entrare la serva Elyce con suo figlio Robert."

Le porte si aprirono e vi entrarono una Pony di Terra dal manto marrone e la criniera grigia, con al suo fianco il figlio.

I due camminarono fino ad arrivare davanti al Tiranno, che si alzò.

Termus gemette un po' preoccupata: che cosa gli avrebbe fatto?

"Cari sudditi, questa notte è successo uno spiacevole imprevisto: la mia cara figlia maggiore Princess Termus Hagres è stata ferita da alcuni frammenti di vetro di una delle finestre di questa stanza. Tuttavia erano presenti due puledri appartenenti alla servitù: Lacey e Robert." Cominciò il discorso Sombra, scendendo le scale.

"Si, è proprio così Maestà. Siamo molto dispiaciutiper ciò che è successo." Disse dolcemente Elyce, per poi dare con sguardo severo una spinta al figlio, che sombalzò.

"Ehm, è proprio così Vostra Maestà. Sono desolato."

"Desolato per cosa? Hai rotto tu la finestra?" Domandò Sombra.

"Ehm...n-n-no."

"Certo che no. E' stato un tuo incantesimo a farlo." Affermò con odio il Tiranno.

"COSA?" Esclamarono Elyce e Termus, che fece due passi avanti.

"Padre questo non ha senso! Robert non mi farebbe mai del male!"

"E tu che cosa puoi saperne? Non conosci la servitù, no?" Si intromise Chrysalis, mentre sua figlia abbassò le orecchie guardando negli occhi la madre.

Qiest'ultima rimase sconvolta, per poi affermare severamente "Mi hai disubbidita..."

"I-i-io..."

"Ne parleremo dopo. Figlia ingrata!"

"Vostra Maestà, io non so cosa sia successo alla finestra ma mio figlio non voleva uccidere  la Principessa Termus, non sarebbe stato nemmeno in grado di farlo. E' solo un puledro di sette anni!" Cercò di giustificare il figlio Elyce, piegandosi al cospetto del Re.

"Voi Plebei siete così poveri e invidiosi dei vostri superiori che uccidereste anche una neonata. Ma a me non importa quanti anni hai, pagherai con la vita per questo tuo affronto!" Esclamò il Tiranno, facendo sconvolgere metà della sala, che emise un coro sconvolto.

Termus gemette dalla paura, portandosi uno zoccolo alla bocca e trattenendo le lacrime.

"NO! Mio Re, vi prego non fategli questo!" Disse spaventata la madre del puledro, con gli occhi pieni di lacrime.

"Osi forse non accettare la mia decisione? Ti farò frustare nelle celle del castello per un intero giorno. Vedremo se domani avrai ancora le forze di ribellarti. Guardie, tenete ferma questa giumenta. Dopo che avrà visto suo figlio morire portatela nelle celle!"

La Pony di Terra fu presa da due legionari, che però ebbero difficoltà a tenerla bloccata "No...NO! LASCIATEMI, ROBERT!"

"Madre..." Mormorò tremante il piccolo, per poi correre verso la genitrice, ma ricevette un pugno che lo scaraventò di nuovo davanti al trono, mentre Sombra lo fissava con odio.

Robert si alzò sui due zoccoli anteriori e guardò negli occhi il Tiranno, con il naso sanguinante.

Si alzò sugli altri due zoccoli e gonfiò il petto "Non sono stato io..."

"Spaccategli ancor di più il naso."

Una Guardia colpì il piccolo Unicorno con una mazza, facendolo accasciare di nuovo a terra con un dente rotto e più sangue a terra.

"Padre, per favore, cerca di ascoltarmi...lui non ha colpe..." Tentò di convincere con voce dolce suo padre la povera Termus, con la voce interdetta.

"Io ascolto solo il mio ego, figlia. E' stato l'unico a non ferirsi ed era accanto alla finestra."

"Ma...non puoi..."

"Invece posso, e non prendo di certo ordini da una mocciosa che non rispetta gli ordini della madre!"

Termus sbarrò gli occhi, ferita nel suo orgoglio "...non posso rimanere a guardare."

"Tu invece guarderai! Sarai la futura Regina e devi iniziare a capire come funzionano le cose!" Affermò arrabbiato il Tiranno.

"E chi dice che voglio essere come te?"

"Nel mio Regno non hai scelta."

"Rinuncerei alla Corona per non diventare come voi!"

Detto questo, la Principessa scappò via piangendo.

Il Re delle Ombre cercò di trattenere la rabbia, per poi continuare il processo.

Robert intanto veniva pestato in malo modo da due guardie.

"Avanti Guardie, mettiamo fine alla sua sofferenza." Affermò con sadismo il Tiranno.

I Legionari alzarono il puledro come fosse un peso morto, pieno di lividi e graffi in tutto il corpo, con un occhio nero gonfio.

Sombra sorrise malignamente, prendendo una bellissima spada con il manico a forma di drago rosso. 

"NO! IL MIO PULEDRINO! ROBERT!" Strillò a squarcia gola Elyce, mentre si accasciava a terra dal dolore che stava arrivando a tormentarla.

La folla era scioccata, e in silenzio, rimase immobile a guardare.

Il puledro alzò lo sguardo verso l'arma e vide che la sua fine era vicina.

Si lasciò andare, chiuse gli occhi e svenne, mentre il suo sangue scorreva da tutte le parti ferite.

Sombra si mise in posizione, pronto ad infilzare la spada nel petto del piccolo Unicorno.

"Nessuna pietà, nessuna pietà..." Pensava.

Chiuse gli occhi, sospirando.

Dopo circa due secondi, il Tiranno gridò, trafiggendo Robert al cuore, che cacciò sangue dalla bocca.
Tutti urlarono, Sombra era anche riuscito a far uscire la lama dalle spalle.

Elyce strillò disperata, con le lacrime che scendevano senza sosta accompagnate da un pianto irrefrenabile.

Acquarium rimase pietrificata dalla scena, e infatti ci pensò sua madre a consolarla.

Come se non bastasse, il Re delle Ombre strappò via il cuore dal corpo ormai morto del puledro.

Con la magia del suo corno, lo prese e lo fece fluttuare, mostrandolo a tutti i presenti.

"Che vi serva di lezione!" Disse esclamanado "Questo! Questo succede a chi osa toccare la famiglia Reale, a chi prova a ribellarsi a me. Non importa se hai quattro, cinque, ottant'anni, LA PUNIZIONE E' QUESTA! Rammentatelo, rammentatelo ai vostri cari, ai vostri amici, alle vostre famiglie! Così che tutti conoscano la mia ira. La mia ferocia! Voglio che mi temiate! Che il vostro non sia odio, ma paura! Le vostre care Principesse sono morte, non c'è più nessuno che vi salverà! E semmai qualcuno vorrà prendere il mio posto, avrò il piacere IMMENSO di strappargli il cuore e ogni altra parte del corpo a morsi!"

Tutti i presenti avevano uno sguardo incredulo, alcune giumente si strinsero ai loro mariti, mentre altri indietreggiarono di qualche passo.

"Il processo è terminato. Potete andare. Fuori!" Disse poi lo stallone, sedendosi sul trono.

Intanto, Lacey era in camera sua a pettinare una piccola bambola di pezza, cercando di non pensare a quello che sarebbe potuto succedere al suo amico Robert.

Era molto preoccupata: andare al cospetto di Re Sombra non portava sicuramente nulla di buono.

Ma poi, entrò Lorys, che aveva uno sguardo triste e abbattuto.

"Sei tornato!" Esclamò la piccola Unicorna, correndo ad abbracciare il capo della servitù, che fece un sorriso forzato.

L'anziano voleva tanto bene alla piccola Lacey, l'aveva praticamente cresciuta lui.
Fu lui a chiamarla così: era sempre sorridente e piangeva pochissimo.

Lacey infatti, significa "Allegro".

"Hehehe, il tuo viso da creatura genuina riesce sempre a tirarmi sù di morale." Affermò con un sorriso Lorys, accarezzando una ciocca della criniera della piccola serva.

"Oh bhè, se mi hai dato un nome così aperto e melodico un motivo ci sarà." Rispose sarcasticamente, per poi cambiare argomento e diventare un po' più solenne "Oh...ma...Robert? Com'è andata? Sua Maestà lo ha assolto?"

Il capo della servitù sbarrò gli occhi: e ora come glie lo avrebbe detto?

Lo stallone sospirò triste, mettendo uno zoccolo sulla spalla della puledra "Devo dirti una cosa...ma voglio che ti sieda sul letto."

"Uhm, va bene."

Dopo essersi sistemati, Lorys prese uno zoccolo di Lacey e lo strinse fortemente.

"Non mi stringevi così lo zoccolo da quando avevo preso il vaiolo." Affermò la puledra.

"Oh, non ricordarmi di quel brutto periodo..."

"Scusa. Coraggio, cosa vuoi dirmi?"

Il capo della servitù sospirò, per poi cominciare a fare un piccolo discorso "Come ben sai, noi viviamo in un Regno magico, dove gli incantesimi non hanno fine e ogni cosa che tutti credono impossibile qui diventa reale."

"Lo so."

"Questo magico regno è governato da un Re e una Regina. E lo sai, che non sono come i re e le regine nelle favole che spesso leggi."

"Loro sono...Tiranni."

"Purtroppo si, non amano il popolo, pensano solo al potere e al successo. E non hanno pietà per nessuno."

"Sono cattivi."

"Si piccola. E sfortunatamente, non hanno un briciolo di altruismo se non per i loro familiari."

"Ma...non capisco, perché mi stai spiegando queste cose?"

"Perché voglio prepararti ad un qualcosa che potrebbe segnare per sempre la tua vita. Ma devi capire che sarà sempre così."

"Non fare questi giri di parole, Lorys. Che cos'è successo a Robert?"

Lo stallone gonfiò il petto, stringendo ancora di più lo zoccolo di Lacey "...lui non è stato assolto."

"Cos...lo butteranno in prigione?"

Lorys abbassò le orecchie dispiaciuto, chiudendo gli occhi: non aveva mai parlato di queste cose ad una puledrina così piccola.

Ma doveva farlo per il suo bene.

"...lo hanno giustiziato..."

Lacey spalancò la bocca sconvolta, mentre il suo cuore perse un battito: Robert era stato ucciso.

"...è uno scherzo, vero?"

"Lacey, potrei mai scherzare su una cosa del genere?"

"E TU NON HAI FATTO NIENTE PER IMPEDIRLO?" Strillò la puledrina, mentre sentì una rabbia cominciare a scorrere per tutto il corpo, con le vene che si alzavano sul collo.

Lorys sbarrò gli occhi incredulo: non aveva mai visto la sua piccolina perdere le staffe in quel modo.

"SEI RIMASTO A GUARDARE MENTRE UCCIDEVA UN PULEDRO CHE TU STESSO HAI CRESCIUTO?" Domandò furiosa l'Unicorna dal manto blu avio, scendendo dal letto e guardando con odio  il capo della servitù, che rimase spiazzato.

"I-i-i-io n-n-non p-p-potevo..."

"NO! TU POTEVI FARE QUALCOSA! MA HAI AVUTO PAURA!"

"Lacey, Re Sombra è malvagio e spietato...nessuno avrebbe il coraggio di mettersi contro di lui."

"BEH, IO ODIO RE SOMBRA, LO ODIO CON TUTTO IL MIO CUORE! E SPERO CHE UN GIORNO ARRIVI QUALCUNO PIU' FORTE DI LUI CHE LO DISTRUGGA!"

Lorys cercò di tapparela bocca alla piccola, con la paura che qualcuno potesse sentirla "Shhh, ti prego, non urlare."

Lacey si buttò sul suo letto, cominciando a piangere a dirotto.

Il capo della servitù sospirò, poggiando uno zoccolo sulla spalla della puledrina "Mi dispiace..." le mormorò.

"Non aveva rotto lui il vetro della finestra, sono stata io. Termus questa notte voleva giocare a fare gli incantesimi. Lui stava dormendo, non so perché si è alzato..." Spiegò singhiozzando la serva.

"Purtroppo è andata così tesoro..."

"Se non mi fossi ferita sarei andata a costituirmi. Il colpevole deve pagare...Robert mi avrà odiata."

"No, lui non ti ha mai odiato e mai lo farà anche nell'altro mondo. Prima del processo, mi disse che semmai gli fosse successo qualcosa, avrei dovuto dire a te una cosa molto importante."

Lacey sniffò, alzando il capo dal cuscino e guardando Lorys "Che cosa?"

Lo stallone sorrise, sussurrandole all'orecchio "Che sei una grandissima stregona."

La puledra assunse un'espressione sorpresa, per poi sorridere con le lacrime agli occhi "E lui non ha mai mentito su niente..."

"Mai, piccola mia..."

L'Unicorna blu avio si asciugò le guance, per poi sospirare"Perdonami se prima ho gridato e ti ho dato la colpa."

"E' acqua passata. Vieni qui." Lorys aprì gli zoccoli anteriori, che abbracciarono Lacey, che sorrise spensierata.

"Ti voglio bene."

"Anche io."

Queste due frasi riuscivano a portare tutto alla normalità, il calore che si davano era immenso.

L'amore riusciva sempre a trionfare, anche in un regno fatto di odio ed egoismo.

I due, presi dal momento di pace, non si accorsero che una figura li stava spiando fuori la porta e una volta finita la conversazione scappò via.

Nel frattempo, nella camera di Termus e Acquarium...

La sorella maggiore stava sotto le coperte, cercando di dormire, mentre quella minore pettinava la sua criniera davanti ad uno specchio luminoso, ornato da una cornice verde acqua brillante.

Dopo qualche secondo però, arrivò Chrysalis, che aprì dolcemente la porta.

"Ciao mamma..." Mormorò Acquarium, posando la spazzola sulla scrivania.

La Changeling sorrise, avvicinandosi alla secondogenita e baciandole la fronte, poi le disse "Sei stata bravissima al processo. Sei stata molto coraggiosa. Sarai una grande Regina un giorno."

La puledrina sorrise "Grazie."

"Tua sorella dov'è?"

"Sotto le coperte."

La Regina fissò il rialzo evidente sul letto di Termus, alzando gli occhi al cielo "Puoi lasciarci da sole? Dobbiamo parlare."

"Va bene." E la piccola Acquarium corse via, chiudendo la porta della camera.

Chrysalis sospirò "Dobbiamo ritornare alla base dell'educazione, Termus Hagres?"

La figlia maggiore sbuffò, uscendo dalle lenzuola e mettendosi a sedere sul materasso, con la criniera scompigliata.

"Molto meglio. Tuttavia tua sorella dovrà mostrarti come usare il pettine, una vera Principessa è sempre preparata e sistemata."

"Nomina Acquarium allora come erede al trono."

"Nomineremo tutte e due. Quindi è meglio se cominci ad entrare nel tuo posto e ad imparare."

"E cosa dovrei imparare? Devo indossare vestiti di tessuto costoso? Devo essere fredda e vanitosa? Devo saper utilizzare i vari tipi di posate? O peggio, devo guardar morire un mio amico?"

"Lui non era tuo amico."

"Invece si, lo era. Più di quelle Nobili pompose che mi hai presentato."

"Non apprezzi quello che faccio per te?"

"Sai che non intendo questo. Ma se potessi scegliere nel desiderare un'amica falsa e ricca e un amico vero e povero sceglierei il secondo." Detto questo, Termus si rimise sotto le coperte.

Chrysalis sospirò triste, sedendosi sul materasso della figlia, che stava cominciando a singhiozzare "Quel puledro ha tentato di ucciderti."

"Ma non è vero! Non ha rotto lui il vetro!"

"E chi è stato?"

"Non lo so, ma...anche se lo avesse rotto lui, le sue intenzioni non erano cattive."

"Ormai è morto, non pensarci più."

"Ormai è morto? Ma hai idea di quello che dici? Come fai a sputare così tanto veleno da quella bocca?" 

Quella frase fece avere un vuoto nello stomaco alla Changeling, che spalancò gli occhi: si sentiva male. Sapeva di non essere la più buona dell'Universo, ma detto così da sua figlia le sembrava un insulto.
Sapeva che Termus fosse sempre stata contraria all'esecuzioni, ma non fino al punto di credere che sua madre fosse cattiva.

"...tu non conosci la vera cattiveria di un familiare." Mormorò lentamente la madre "Volevo solo proteggerti..."

"Proteggermi dal niente..."

"No...dalla violenza."

Termus aprì gli occhi rossi lacrimanti e si girò guardando il genitore, che aveva il capo abbassato con lo sguardo a terra "Quella non era violenza."

"Per me chiunque ti ferisce è violenza, anche quella psicologica..."

La puledrina si mise a fianco della mamma, guardandola con i sensi di colpa "Stai piangendo?"

"Cosa stai combinando, Chrysalis? Stai mostrando il tuo lato emotivo ad una delle tue figlie? Quando tu dovresti essere un esempio di forza e di educazione..." Pensò con il volto rigato di lacrime lucenti la Regina.

Termus rimase sconvolta: aveva fatto piangere sua madre. Non l'aveva mai vista così abbattuta.

Fu per questo, che la piccola abbassò le orecchie e rimase silenziosa, ma riuscì a mormorare una frase "Ti chiedo perdono, madre."

"Non sto piangendo per quello che hai detto..." Affermò la Mutante, alzando il volto e asciugandosi le lacrime.

"Uhm...allora per cosa?"

"Per una cosa...che tu non potrai mai capire." Rispose balbettante la Regina dei Changeling.

"Posso invece..."

"No, e credimi, è giusto così."

"Ti prego...dimmelo...non voglio vederti così triste." Disse la figlia, poggiando uno zoccolo sui gli altri due della madre, che fissò la puledra.

Entrambe si guardarono negli occhi, mentre i due di Termus cercavano di penetrare nella barriera che Chrysalis aveva appena creato.

I Mutanti si nutrono di amore e di altri sentimenti anche tra di loro, riescono a scrutare le emozioni e i pensieri degli altri, ma quando qualcuno non vuole mostrare ciò che provava, alza una specie di muro mentale, chiamata anche Barriera Protettiva.

Termus era metà Unicorna e metà Changeling e aveva forze sufficienti per abbatterlo. E Chrysalis lo sapeva "Leva quella barriera, sai che sono più forte."

La Regina sospirò, cominciando poi a raccontare con voce malinconica "Io avevo un fratello da piccola: si chiamava Valyrian, era molto arrogante e presuntuoso, odiava essere contraddito. Queste possono essere caratteristiche che vanno in secondo piano per una sorella. Ma lui era anche cattivo, meschino e ingannatore. Quando i nostri genitori non c'erano, lui mi picchiava e...mi faceva male."

Termus rimase a bocca aperta.

Chrysalis cercò di non demordere e di continuare il discorso "Era molto sadico e si divertiva a vedermi soffrire...finché quando crebbi, mi ribellai. Mi feci mordere da un particolare insetto che mi ha trasformata in Changeling. Quando mi mutai, sentivo i miei poteri crescere sempre di più. Era una bellissima sensazione, unita alla mia voglia di vendetta era qualcosa di magnifico. Così, una sera fui io a riempirlo di botte, fino a farlo cadere a terra senza forze. Ero così felice...eppure era mio fratello."

La figlia era sconvolta: non aveva mai conosciuto la storia di un suo zio "E...poi?"

"Poi ho abbandonato la casa, lasciando soli anche i miei genitori. Ma non potevo lottare in una, avevo bisogno di tanti combattenti. E mi sono autoriprodotta, dando vita al mio primo Alveare. Il resto...beh, credo lo sai."

"Mh..." Mormorò la Changeling "Immagino hai pensato a questo...mio zio perché hai detto che non conoscevo la cattiveria di un parente."

"No, non la conosci. E credimi, farò di tutto per non farlo accadere: tu sei la mia piccola, insieme ad Acquarium. Chiunque osi toccarvi, dovrà pagarla cara, dovrà pagare con la vita." Affermò con le lacrime agli occhi la madre.

Termus abbassò le orecchie dispiaciuta, per poi dare un grande abbraccio al genitore "Non ci accadrà nulla..."

"Lo spero."

"Sta tranquilla, andrà tutto bene." Sussurrò con voce dolce la figlia maggiore.

Ma il suo pensiero rimase lo stesso: Robert non aveva tentato di ucciderla.

Arrivò subito il pomeriggio ad Equestria, che terminò con un bellissimo crepuscolo, dove il sole si nascondeva dietro il castello di Canterlot, dando al cielo un colore forte arancio, che rilassava tutti con il pensiero che la giornata stava finendo.

Dentro a questi, le stanze dedicate alla servitù erano tranquille, le serve e i loro figli stavano pulendo senza problemi.

In una parte del castello c'erano due domestiche che lavavano le vetrate con gli stracci, mentre Lacey lavava il pavimento con una spugna.

"Mi raccomando ragazze rendete lucido questo posto. L'altro giorno la Regina si è lamentata di alcuni mobili che avevano un po' di polvere." Affermò Lorys.

"Quei mobili erano perfetti. Ma ha visto che li avevo puliti io e quindi doveva rompere." Pensò infastidita Lacey, immergendo la spugna nel secchio pieno d'acqua.

Ma poi, arrivò un giovane pony, alto e snello, con il manto tra il colore beije e giallo, con gli occhi viola, la criniera riccia marroncina e una bocca avente denti storti.

Lacey alzò lo sguardo e lo fissò incuriosita, mentre l'arrivato parlava con Lorys.

"Devi andare di nuovo da tua madre?" Chiese sconvolto il capo della servitù "Ma cos'ha che non va, Rhydian?"

"Un brutto male, devo restarle accanto finchè non si rimette in sesto." Rispose il Pony di Terra, grattandosi lo zoccolo sinistro con quello destro.

Lorys sospirò "Va bene, ma mi raccomando non fare notte fonda, ho bisogno di te questa sera a lavare i piatti."

"Sarò qui dopo l'orario di cena della famiglia Reale. Adesso scusami, ma devo scappare, è già tardi."

"Bene. A stasera."

"A stasera."

Rhydian cominciò a correre, uscendo dal corridoio, seguito dagli occhi rossi di Lacey: quel tipo le sembrava davvero strano.

Il giovane Pony di Terra uscì per il grande portone del castello, che fu aperto da una delle Guardie nere di Sombra.
Percorse tutta la zona ricca della città, uscendo da questa e varcando la soglia della Everfree Forest.

All'interno di questa, che era come sempre fitta e tenebrosa, c'era una figura incappucciata da un mantello blu stellato, seduta accanto al tronco di una quercia abbattuta.

Alzò lo sguardo, mostrando un muso blu.

Vide arrivare Rhydian, che cadde a terra per via dei rami che c'erano al suolo.

"AH!" Esclamò dolorante il Pony di Terra, che si ferì un po' lo zoccolo "Perché devo sempre avere questi stupidi graffi?"

"Io porto cicatrici addosso, e sono diventata immune al dolore." Disse saggiamente la figura, abbassando il cappuccio e mostrando un lungo corno blu, con degli occhi cerulei enigmatici e una criniera blu fluttuante.

"Oh, perdonatemi Luna."

"Di nulla. Adesso siediti e raccontami ciò che voglio sapere."

"La piccola Stella sta bene, continua serve a lavare e a dare uno zoccolo alla servitù. Ma...è successa una cosa molto dispiacevole."

Luna ebbe un tuffo al cuore: anche se qualcosa non aveva toccato la sua piccolina, la distruggeva il fatto che un evento potesse farla stare male "Non farmi stare sulla spine, racconta, ti prego."

"Questa notte si è messa a giocare con Termus nella sala del trono...ma...qualcuno, non si sa chi, ha rotto il vetro della finestra e accanto a questa c'era un amico di Stella. Lei e Termus si sono ferite e la seconda ha quasi rischiato di morire mentre Robert non è stato nemmeno sfiorato. Così hanno creduto che lui volesse ucciderla e questa mattina lo hanno giustiziato davanti a molti pony." Spiegò con voce triste Rhydian.

Luna si portò uno zoccolo alla bocca sconvolta: poteva solo immaginare come stesse sua figlia, dai racconti del giovane Pony di Terra, Stella era legata a Robert "E' assurdo." Mormorò "Robert era un puledrino. Per quale motivo doveva mettersi nei guai così?"

"Non lo so."

"Povera figlia mia, starà soffrendo." Mormorò la madre, sentendo l'odio per Sombra aumentare, poi disse "Questa sera farò illuminare il suo ciondolo con il carillon, così riuscirà a calmarsi."

"Fate bene, si sente meglio quando illuminate quel gioiello al petto." Affermò con un sorriso Rhydian.

"Voglio solo che sia protetta e felice."

"Ma perché voi e vostra sorella non ritornate al castello e vi prendete tutto ciò che avete perso?" Domandò il pony "La vita non è più la stessa senza di voi. Dormire di notte e svegliarsi in un incubo non ha senso."

"Te l'ho già spiegato: io e mia sorella non siamo ancora pronte per attaccare. Starswill per salvarci la vita ha usato un incantesimo molto forte che ha indebolito i nostri poteri. Vuole riaddestrarci così che ritorniamo più fortri di prima."

"Capisco..."

Luna sospirò, allungando uno zoccolo e posandolo sul Pony di Terra "Abbi solo un po' di pazienza Rhydian. Un giorno il regno delle due sorelle tornerà."

"Me lo auguro."

Ci fu un attimo di silenzio, che venne spezzato da un rumore di cespugli molto forte.

"Cos'è stato?" Chiese impaurito Rhydian, scappando dietro la schiena della Principessa della Notte "E' una creatura mostruosa?"

Un orecchio di Luna si mosse nel risentire di nuovo il rumore.

L'Alicorna dal manto blu si alzò e cacciò un piccolo coltello affilato, camminando lentamente verso un cespuglio "Vieni fuori, non ho paura di sfidarti!"

Dopo circa qualche secondo di tensione, la pianta si mosse di nuovo e da lì uscì una polvere colorata, che andò a finire in faccia a Luna, che cadde a terra con un gemito.

"HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!" Rise di gusto un Unicorno quindicenne dal manto celeste, uscendo dal cespuglio e cadendo al suolo piegato "AVRESTI DOVUTO VEDERE LA TUA FACCIA! BELLISSIMA! HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!"

"Molto divertente, Fobya." Pronunciò arrabbiata e annoiata la povera Luna, pulendosi la faccia con un incantesimo.

"Fobya?" Disse Rhydian, quasi confuso.

Quando il nuovo arrivato smise di ridere, si notavano due occhi verdi e una criniera a rasta nera, molto hippie.

"Hey bello. Come ti butta? Sei un nuovo membro della gang?" Chiese tutto gasato l'adolescente, dando una gomitata al Pony di Terra, che era sconcertato.

"No. Lui è Rhydian, ogni sera viene qui e mi parla di Stella." Spiegò Luna.

"Quindi tu vivi al castello di Canterlot?"

"Ehm, si, aiuto Lorys, il capo della servitù a sbrigare faccende importanti." Aggiunse Rhydian.

"Ah capisco. Beh, allora vi lascio continuare. Scusate, ma avevo voglia di vedere se questo incantesimo della polvere che mi ha insegnato Starswill funzionava."

"Funziona eccome, ma non devi usarlo come divertimento."

"Che palleeeeeeeeeee! Comunque, vi lascio soli. A DOPO!" E l'Unicono sparì con un incantesimo.

"Oh..." Mormorò disagiato Rhydian.

"Perdonalo, è sempre molto scherzoso."  Disse con un sorriso Luna, per poi cambiare argomento "Comunque, questa sera farò illuminare il medaglione. Tu mi hai detto tutto?"

"S-si. State tranquilla."

"Va bene. Puoi ritirarti allora."

"Quanto vorrei che questa frase me la diceste a Canterlot dopo che vi ho aiutato in qualcosa."

Luna ridacchiò, poggiando uno zoccolo sulla spalla di Rhydian "Vedrai che un giorno accadrà. Fidati."

"Lo so. Buonanotte."

"Buonanotte."

Continua...

Angolo Roxy:
RIECCOMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIH!
Perdonate se ci ho messo tempo a pubblicare, ma la scuola è infame con compiti, verifiche ed interrogazioni. Più ci si mette la danza torno la sera distrutta!
Comunque, ecco il secondo capitolo, spero vi piaccia! ;)
Alla prossima!
LoliRoxDanceMoon.
"Fu un periodo davvero terribile. Sapevo così poco, volevo così tanto. Non riuscivo in niente."
   
 
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