Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Roxa    17/01/2018    0 recensioni
Dove si fonde sentimento e azione, dove i pregiudizi lottano per distruggere quel poco di normalità che esiste, un uomo e una donna si riconoscono...
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaise Zabini, Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era una giornata luminosa a Londra, strano a dirsi, aveva iniziato la giornata nel migliore dei modi, con un gufo picchiettante fuori la finestra, uno strambo gufo dal brillante colore sabbia e per brillante, intendeva dire che brillava, faceva male agli occhi, a chi poteva mai appartenere un gufo che ti fa imprecare tanto che merlino si vergognerebbe della propria discendenza magica, maledetto salazar quel gufo era più assillante del padrone, maledetto Blaise e il suo gufo brillantino!
Dopo aver preso i permessi che docilmente, sotto il suo sguardo infuriato, il brillantinato gli aveva portato, si era preso il suo caffè, nero come più nero non si poteva, e senza zucchero, ne aveva bisogno, assolutamente, quello si che era un risveglio, mentre sorseggiava la sua bella tazza controllava i permessi, tutto apposto, Blaise era sempre il migliore su questo.

Aveva scelto di indossare un abbigliamento più casual, jeans scuro e maglioncino grigio di cashmere, con uno dei suoi adorati cappotti a doppio petto nero, tutto rigorosamente babbano, lavorando in quell’ambiente ti adatti, e di certo lui non se ne lamentava, i babbani avevano un ottimo gusto a proposito di abiti, ma non l’avrebbe mai detto ad alta voce, già Blaise l’aveva umiliato abbastanza per questa sua tendenza, per non parlare del grande capo, aveva sorriso beffardo, quell’infame quando l’aveva visto la prima volta, lui, Draco Malfoy, sì che aveva il diritto a poter parlare del suo abbigliamento, se mai ci fosse stato un po’ di gusto in quello lì, i tempi passano ma non cambia mai, eppure lo aveva scoperto che aveva abbastanza denaro da poter comprare un boutique, ma no, lui no, si doveva vestire peggio di un barbone, di quelli che trovi in quelle stradine un po’ dimenticate da merlino, almeno loro erano giustificati! Comunque poteva esserci solo uno che può eccellere, e quello sono io!

Tornado alla missione con i permessi alla mano mi ero smaterializzato sul retro della caserma, e avevo cominciato a studiare la zona lì intorno, era una semplice caserma, di quelle con il parcheggio sul retro, un fabbricato fatto tutto con mattoncini rossi, medio-grande, nulla che potesse attirare un “mago oscuro” all’apparenza, c’era qualche poliziotto che correva avanti e indietro, che aveva ricevuto l’ordine di pattugliare, forse, qualche isolato quartiere londinese, praticamente c’era da divertirsi lì, pensai sarcasticamente.

Entrai all’interno, volevo muovermi in fretta, tutto quello mi sembrava una gran perdita di tempo.

“Buongiorno sono della investigazioni, qui i miei permessi, sono qui per visitare l’archivio in cui, stando a quanto segnalato, sono stati trafugati, alcuni fascicoli” disse rivolgendosi alla ragazza in divisa, dietro allo sportello blindato, lei alzando gli occhi svogliatamente, si ferma e gli sorride “Prego, da questa parte, i nostri stanno indagando” continua alzandosi e avanzando davanti a lui “ma ancora non abbiamo avuto risvolti, attendiamo l’esito degli esami dal laboratorio” disse infine facendolo entrare al centro di un enorme stanzone pieno di scaffali e qualche sporadica applique che infondeva un po' di luce.

“Capisco, la pregherei di lasciarmi solo qualche minuto, per poter rendermi conto della situazione qui” le richiede sorridendo, e certo mica poteva utilizzare la bacchetta davanti a qualche insulsa babbana!

“Ma certo! Per qualsiasi cosa sono a sua disposizione.” Gli rispose dandogli un’ultima occhiata d’apprezzamento, ma chiudendosi la porta dell’inventario alle spalle.
La stanza a differenza dell’entrata, era molto meno luminosa, gli ricordava tanto la luce soffusa della sala comune delle serpi, ma non aveva la stessa eleganza, sia mai!, quegli scaffali non sapevano che voleva dire, un po' di pulizia, magari da secoli, eppure la struttura era abbastanza recente, probabilmente, lì c’era altro oltre i vari documenti delle operazioni di polizia giornaliere, infatti teletrasportando alcune vecchie scatole piene di scartoffie, sopra una scrivania grigia e dall’aspetto rovinato, notò che molti dei documenti riportavano date che superavano la centinai di anni, doveva essere qualche “discarica” di documenti, anche se fascicolo dopo fascicolo, capiva che la maggior parte di quei documenti non riportava testimonianze, o verbali di operazioni delle squadre di polizia, ma semplici descrizioni di oggetti, manufatti risalenti anche a centocinquanta anni prima, bene aveva la descrizione degli oggetti, il luogo in cui erano custoditi e non gli serviva a nulla, che ne poteva sapere erano archivi sparsi per l’intera Inghilterra, ecco un'altra strada a senso unico, probabilmente i fascicoli con il/ i manufatto/i che cercavano già erano in mano di qualche squilibrato, un passo alla volta doveva tornare un po' indietro con i pensieri.

“Signorina!” chiamo ad alta voce, probabilmente non sarebbe servito urlare, probabilmente quella ragazza, stava appostata dietro la porta ad aspettarlo.
E infatti nemmeno un secondo dopo, la porta si aprì, che sorpresa…

“Si, ditemi signore.”

“Avrei bisogno di alcune informazioni su questo archivio, e sul ragazzo che ha rubato all’interno di questa stanza.”

“Certo signore! Ero di turno, proprio quella sera, posso descrivervi quello che è accaduto”

“Si, ma prima vorrei chiederle come viene archiviata la documentazione in questa stanza”

“Non badiamo molto all’archiviazione qui arriva documentazione da tutta Inghilterra, per lo più però sono l’inventario degli oggetti confiscati nelle vecchie terre dell’Albione in Scozia, probabilmente tutto è stato sistemato nelle cashè”

“Cashè?” chiesi non avendo mai udito questo termine.

“Si, signore chiamiamo così quelle vecchie abitazioni confiscate ad alcune persone, ma parliamo di anni fa, per darle un’idea, periodo delle streghe” prese fiato ridendo della sua battuta “comunque, non è per dire, ma se prendete ad esempio l’ultimo scaffale in fondo, potreste farvi due risate, ci sono verbali di un paio di secoli fa in cui, denunciavano ora uno specchio, ora un armadio, perfino una capra.”

“Vedo che si è fatta una cultura di queste scartoffie qui”

Imbarazzata e centrato il punto “signore, ogni tanto vengo qui a dare un’occhiata e in effetti non entra più nessuno in questa stanza, se non fosse per quello che è avvenuto qualche giorno fa”

“In effetti… mi racconti quello che ricorda di quella giornata…”

“Ecco, i miei colleghi quel giorno, avevano fermato quel ragazzo, era un bel ragazzo ma completamente fuori di senno...”

“In che senso?”

“Parlava di rivincite, di persone che dovevano pagarla cara, che la clemenza era inutile con certi individui e che una guerra non termina se non si uccidono tutti dalla radice. Cose senza senso come le ho detto, guerre, uccisioni, secondo me quello era proprio fuori di zucca, comunque è arrivato qui e ha rubato dei fascicoli in particolare, ma secondo il mio parere inutili, probabilmente chissà cosa pensava di aver preso…”

“Lei sa cosa ha preso? O almeno l’argomento?”

“Come ha potuto notare passo molto tempo qui, non sono un tipo da azione, appena fuggì il ragazzo, non si sa ancora come, stanno indagando, venni subito qui dentro e notai che mancava un vecchio scatolone, per dirle qui abbiamo l’indirizzo di oro e gioielli confiscati eppure lui nulla, ha preso quello e se ben ricordo li dentro c’erano riportati un paio di immobili, un vecchio trofeo di bronzo, una stalla che immagino oramai non esista più, e infine mi sembra qualche collana ma nulla di effettivo valore”

“Riesce a farmi avere i vecchi indirizzi di questi oggetti, ogni pista e plausibile, il ragazzo invece com’era?”

“Ci proverò, il ragazzo mi chiede…era moro, occhi verdi e con una strana cicatrice sul viso…che solcava l’occhi destro, nulla di più sexy…ops mi scusi, comunque era mediamente alto, non troppo muscoloso, portava con sé un bastoncino di legno, quando i miei colleghi hanno provato a prendere gli oggetti personali ha fatto il pazzo e non l’hanno toccato, comunque sembrava che non si cambiasse da giorni…non saprei dirle nulla più”

“La ringrazio, penso che per il momento farò rapporto al mio ufficio su quello che ho saputo, attendo gli indirizzi da parte sua, passerò tra qualche giorno, buona giornata” disse avviandosi presso l’uscita sotto lo sguardo della ragazza.

Finalmente dietro la caserma si smaterializzo al suo ufficio, non sopportava più quei babbani, sperava in un po’ più di azione da tutta quella faccenda, ed invece si era ritrovato in una vecchia stanza piena di vecchi e sporchi fascicoli, aveva bisogno di una doccia, ma prima doveva fare rapporto.
Prima passo per il proprio ufficio, e appoggio sulla propria scrivania tutte le scartoffie che aveva preso nell’archivio e aveva prontamente messo nella propria tasca, li avrebbe guardati dopo.

Con passo altezzoso, si avvicino all’ultima porta del lungo corridoio, il “grande capo” come gli piaceva prenderlo in giro, aveva appeso una nuova targhetta volante fuori la propria porta, sicuramente molto convincente, era una battaglia persa…

[Ufficio del Comandante! Malfoy qui comando sempre io, RICORDATELO]

Sempre simpatico, come un calcio negli zebedei…senza bussare…entrò.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Roxa