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Autore: Alison92    18/01/2018    0 recensioni
La Grande Crisi ha condotto gli Stati Uniti in un disperato vortice di guerra e povertà, dove regna l'anarchia e la paura. In questo clima disperato, sorge il Comando, istituzione governativa che impone le Leggi Giuste, tentando di ridare al paese gloria e stabilità economica. Le dure imposizioni privano però di libertà di pensiero e di scelta i cittadini, a cui é proibita ogni forma di arte, fra cui la musica.
Angelica Wilson ha solo diciannove anni e la sua misera vita la trascina lontana dai suoi sogni e dalle sue passioni. Note, tasti di un pianoforte e melodie proibite la inseguono, in una realtà dove anche ascoltare la musica è reato. Quando Angelica crede infine che non possa esistere un futuro migliore, incontra Hendrick, giovane ribelle che la conduce nel suo mondo, fatto di musica e di sentimenti, dove il Comando non può arrivare.
Fra lotte per il potere e spartiti musicali, si consuma il destino di Angelica e del mondo intero.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le luci sopra il soffitto sfarfallano. Il sole non è ancora sorto sulla nostra immensa città, ma io sono già sveglia e pronta per iniziare un'altra dozzinale giornata di lavoro. Sarò sincera, non vedevo l'ora di cominciare a lavorare, ho atteso a lungo il giorno del mio diciannovesimo compleanno, augurandomi che ogni cosa sarebbe cambiata. Spengo la luce ed esco dal bagno, è ora di scendere in cucina e trangugiare qualcosa prima di andare via. Afferro un pezzo di pane e spalmo sopra un generoso strato di marmellata alle fragole, uno dei pochi lussi che ci possiamo ancora permettere. Da quando sono state annunciate nuove imposte sull'affitto delle case, abbiamo cominciato a essere parsimoniosi. Il Comando ha ristretto le nostre disponibilità economiche e le nostre speranze di acquistare una casa e avere infine qualcosa di nostro. Regole, leggi, tasse, la nostra vita è basata su semplici regole restrittive e crudeli. Scuoto la testa, liberandomi da pensieri inopportuni e afferro la giacca di mia sorella Anastasia prima di uscire di casa. La stagione autunnale ha già condotto il freddo nella nostra città, le foglie formano tappeti variopinti sui trascurati giardini della zona e il cielo è divenuto plumbeo. Il sole comincia pigramente a innalzarsi e la volta celeste notturna si colora, lasciando spazio all'alba. Un altro giorno, altre speranze che svaniscono e la realtà spietata che non lascia spazio ai nostri sogni. Ogni giorno è come i precedenti, la vita scorre con le sue monotonie e i rimpianti di ciò che poteva essere, le abitudini non mi bastano più e i miei desideri decadono lenti. Siamo sprofondati in un incubo, dove tutti siamo nessuno, sconosciuti e anonimi numeri della società. Silenzio, c'è silenzio mentre mi dirigo nella zona industriale della città, dove svolgo un lavoro che odio. C'è silenzio mentre nella mia testa rileggo il proclama delle Leggi Giuste, mentre torno a quando ero solo una bambina e mentre alzo lo sguardo al cielo. Adesso c'è solo silenzio.
La Grande Crisi colpì gli Stati Uniti e in breve tempo contagiò tutti i Paesi, portando mesi di sconforto e prosciugando le finanze di tutti. Ogni città statunitense fu ridotta in ginocchio, continue guerre civili avevano portato al collasso di molte comunità e anche le famiglie più agiate furono colpite dal clima di sgomento e miseria. Caddero le istituzioni politiche e nacque il Comando, con a capo un presidente e venti ministri pronti a qualsiasi cosa pur di riportare la pace e la prosperità nel nostro paese. Siamo risorti dalle ceneri grazie a un sistema che permetteva a chiunque avere un alloggio e viveri assicurati, al solo obbligo di svolgere un lavoro affidato dallo stato. Il Comando instaurò dure leggi, conosciute come le Leggi Giuste, che hanno permesso, in un primo momento, la stabilità economica degli Stati Uniti. Le Leggi Giuste possono essere riassunte in poche parole chiavi: obblighi, imposizioni, uguaglianza e potere accentrato. Tutti i cittadini hanno uguali stipendi e uguali possedimenti, stesse case e stesse vite, ognuno ha un lavoro che deve compiere dai diciotto anni fino ai settant'anni, senza possibili esenzioni. Spesso mi chiedo se sia stata la soluzione migliore, se il Comando non abbia represso senza scopo le nostre vite, le nostre passioni. Il mio mondo si è sgretolato anni fa, quando ero una bambina che viveva in un paese che aveva conosciuto tempi oscuri, ma che sperava senza riserbo nel futuro.
Ciò che amavo della mia vita era l'imprevedibilità, ogni giorno mi svegliavo senza sapere che cosa sarebbe successo. Adesso, quando ogni mattina mi alzo prim'ancora che il sole sia sorto, so bene come si svolgerà la mia giornata. Sopravvivo per portare alla mia famiglia il mio stipendio, sopravvivo per mia sorella e per la sua infinita gioia, ma non vivo più per me stessa e per il mio avvenire. Senza neanche rendermene conto, giungo difronte alla fabbrica, che è divenuta da oltre un anno la mia prigione. Occhi invisibili seguono ogni mio movimento, sento su di me sguardi inopportuni e pronti a denunciare ogni mio passo falso. Le telecamere sono ovunque, ci inseguono nei nostri posti di lavoro e per le strade trafficate, sempre attente a innestare il timore dentro di noi. A causa delle Grandi Leggi, ogni forma di arte è stata bandita, in quanto possibile veicolo di odio e crudeltà. Scrittura, pittura, danza, musica, recitazione. Ogni arte conosciuta agli umani è stata bandita dalla nostra società.
Suonavo, tanti anni prima suonavo il pianoforte. Ero piccola e il mio animo era già avido di note, emozioni e voglia di esprimere me stessa. Quando il Comando mi ha privata di tutto ciò, sapevo dentro di me che la mia vita non sarebbe mai più stata la stessa. Hanno tolto alla mia anima l'ossigeno, la speranza e l'ardore. Adesso sono solo un'umana, uguale a tutti gli altri che mi circondano, un numero privo di valore e significato. Muovo un passo tremante verso l'entrata, il mio turno mi attende.
-Avanti Angie, sorridi un po'!
Immagino che mia sorella abbia ragione. Schiena dritta, sfoggia il tuo migliore sorriso e testa alta. Devi sorridere di più. Per Anastasia è semplice, lei si crogiola fra i banchi di scuola e sogna il migliore dei futuri. Segretaria, insegnate, ricercatrice, ministro. Con la sua preparazione eccellente e il suo carisma, può puntare alla migliore delle occupazioni che lo stato le può affibbiare.
-Oggi è stata una vera fatica, però avresti dovuto vedere il volto paonazzo del signor Sandle. Se non fosse per i turni sfiancanti e la ripetitività dei movimenti, potrebbe essere persino divertente lavorare alla fabbrica.
Anastasia lega i suoi lunghi capelli biondi e concentra la sua attenzione al piatto fumante. Come ogni sera, mia madre ci ha servito del brodo vegetale con qualche rimasuglio di carne del pranzo di oggi. La carne è un lusso che non sempre possiamo permetterci, durante gli ultimi mesi i prezzi sono stati rincarati e gli stipendi bloccati. In compenso, è più facile reperire spezie e frutta di stagione.
-Puoi considerarti fortunata Angelica, proprio oggi discutevo con tuo padre dei lavoratori nelle miniere cittadine. In ospedale arrivano tanti di loro con serie ingiurie e problemi di malnutrizione.
-Se solo il Comando potesse...
Mia madre si affretta a zittirmi, costantemente intimorita dal nominare il Comando.
-Avanti mamma, Angie non voleva dire nulla di male.
No, non potrei osare. Il Comando cerca d'insidiarsi nelle nostre menti, plasmando i bambini fin dall'infanzia a mostrare gratitudine nei confronti del presidente e dei ministri. La definiamo ancora una repubblica, vero?
-Credo sia meglio che io vada, domani mattina doppio turno, come ogni mercoledì.
Così rieccomi nella mia stanza buia e spoglia. Mi appoggio al davanzale della finestra e faccio scorrere i miei occhi fra le strade di Sentil e la gente che si ritira nelle loro case. L'inquinamento luminoso ha privato il cielo della sua luce e adesso anche le stelle mi appaiono affievolite. Intravedo il mio riflesso pallido nello specchio sulla parete dietro di me. I miei capelli castani scendono in ciocche ricce e disordinate, mentre sono in mostra le occhiaie scure sotto i miei occhi grigi. Il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi è rivolto al cielo, di cui non posso scorgere le stelle. Magari, da qualche parte nello sconfinato universo, c'è una stella capace di mutare il corso della mia tediosa vita. 
  
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