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Autore: cdm05    21/01/2018    3 recensioni
Derek e Stiles non sono mai andati d'accordo, ma grazie ad una strana richiesta da parte del ragazzo il loro rapporto si evolverà in qualcosa di estremamente delicato e particolare. L'ironia di Stiles non mancherà e a volte metterà in difficoltà la pazienza di Derek altre volte lo farà semplicemente ridere.
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Spero che vi piaccia anche questa storia,
Buona lettura.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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I giorni passavano, Stiles si era ripreso da un po’ ma non vedeva Derek da parecchio tempo e ne sentiva l’incessante bisogno. Aveva necessità delle mani del maggiore ad accarezzarlo, dello sguardo del più grande posato sul suo corpo, aveva bisogno di quelle dannate labbra che occupavano il volto di Derek a contatto con le proprie, esigeva le braccia del licantropo ad avvolgerlo.
La semplice verità era che gli mancava, tanto, troppo, in più il potere del legame non semplificava per niente le cose, le peggiorava soltanto, faceva si che Stiles sentisse un vuoto nel petto che, sapeva, avrebbe potuto colmare solo Derek. Il figlio dello sceriffo credeva che in realtà fosse tutto colpa del legame ma poi, ragionando, aveva compreso che la sua volontà e il potere del legame erano la stessa cosa perché un compagno non viene scelto solamente dalla parte di lupo ma la decisione si basa anche sull’emozioni della parte umana.
Stiles, stanco dei pensieri che gli occupavano la mente, si alzò dal letto sul quale era steso e scese in cucina per fare colazione. Era solo a casa, aveva pensato di allenarsi  e poi cercare di andare a parlare con Derek, quella situazione non poteva andare avanti erano passati solo pochi giorni ma era già distrutto dalla mancanza del compagno nella sua vita.
Derek si sentiva esattamente come Stiles ma sapeva che non avrebbe potuto fare nulla per convincerlo a tornare, la decisione spettava al figlio dello sceriffo e Derek non avrebbe fatto pressioni. Avrebbe tanto voluto arrendersi, andare dal minore e dirgli che avevano sbagliato tutto, che avrebbero potuto ricominciare, ma non lo fece, rimase in attesa sperando solo che Stiles facesse in fretta la sua mossa.
***
Stiles finì di allenarsi e andò a farsi una doccia. Goccia a goccia le forze iniziarono ad abbandonarlo, non sapeva come mai ma si sentì improvvisamente morire, chiuse per un attimo gli occhi e poi li riaprì, velocemente si risciacquò e poi uscì dalla doccia. Rapidamente si vestì e poi si mise in macchina per partire verso il loft di Derek: qualunque cosa gli stessa accadendo sapeva che centrava qualcosa con il legame.
Quando arrivò non ebbe neanche il tempo di bussare alla porta che venne spinto nel loft da Derek.
-Lo senti anche tu?- chiese il più piccolo.
-Si.- rispose Derek senza incrociare lo sguardo di Stiles.
-Come facevi a sapere che ero qui fuori?-
-Ho sentito il tuo odore.-
-Che facciamo?-
-La smetti di farmi domande?-
-Non rispondermi così male, sono io quello che dovrebbe essere incazzato con te.-
-Sul serio?! Davvero vuoi parlare di quello?! Ho capito di aver fatto in errore non c’è bisogno di rinfacciarmelo!-
-Si, ho bisogno di rinfacciartelo perché non hai fatto solo un errore ne hai fatti due perché non hai avuto neanche il coraggio di rimanere e cercare di risolvere la cosa!-
-Come pensi che mi sia sentito io Stiles? Pensi che sia stato felice? Mi sono sentito morire dentro mentre scrivevo quelle parole.-
-E io cosa dovrei dire? Sono stato malissimo mentre leggevo quella cazzo di lettera, mi è crollato il mondo addosso io..-
Stiles non riuscì a concludere quello che stava dicendo perché Derek si fiondò a baciarlo, fece coincidere le loro labbra, era un bacio aggressivo e passionale. Le mani di Derek strinsero il corpo di Stiles per poi infilarsi sotto la maglietta e iniziare ad accarezzarlo. Il minore a sua volta cercava di togliere la maglia a Derek gemendo ogni tanto perché le carezze dell’altro non gli erano per niente indifferenti. Il più grande alla fine assecondò il figlio dello sceriffo e si tolse la maglia facendola volare da qualche parte nella stanza poi la tolse anche a Stiles e lo prese in braccio facendogli incrociare le gambe dietro la schiena, Derek si precipitò verso le scale senza però staccare le labbra da quelle del più piccolo. La posizione in cui erano non fece che peggiorare la situazione perché ad ogni scalino che Derek saliva le loro erezioni entravano in contatto e ad ogni contatto entrambi non riuscivano a trattenere i gemiti.
Finalmente arrivarono alla camera da letto e Derek non perse tempo, spinse Stiles sul letto matrimoniale con tutt’altro che delicatezza, poi gli si avvicinò piano senza staccare il contatto visivo.
-In fretta Derek.- sussurrò il figlio dello sceriffo incitando il licantropo a fare più rapidamente.
Derek non attese altro tempo e si precipitò su Stiles, iniziò a baciargli il collo per poi scivolare fino al torace. Il più piccolo nel frattempo sentendo le labbra del maggiore baciargli tutto il corpo non poteva far altro che gemere per il piacere. Poi le posizioni si ribaltarono: ora era Derek sotto di lui e Stiles aveva il potere. Il figlio dello sceriffo imitò i gesti del maggiore per poi togliergli i jeans. Le posizioni si invertirono di nuovo, anche Derek tolse i pantaloni al minore e poi gli salì a cavalcioni facendo sfregare di nuovo le loro erezioni. Entrambi gemettero non riuscendo a trattenersi poi il maggiore iniziò a muoversi più velocemente sul membro del minore provocando piacere ad entrambi.
-Der..derek.- gemette Stiles.
Derek non resistette più, sfilò con violenza i boxer a Stiles e poi si tolse anche i suoi per poi ritornare a cavalcioni del minore continuando a muoversi sull’erezione ormai molto evidente del più piccolo. Man mano aumentò la velocità dei suoi movimenti e Stiles non riuscì più a trattenersi, venne copiosamente e subito dopo lo seguì a ruota anche Derek.
Il maggiore si stese accanto a Stiles per qualche minuto poi si alzò.
-Vado a fare una doccia poi vai tu okay?-
-Si, certo.-
Derek come suo solito si rifugiò in bagno, aprì il getto della doccia e ci si posizionò sotto. Non poteva credere di averlo fatto, era stato così stupido, aveva peggiorato solamente la situazione, sapeva che dopo quello che era accaduto pochi minuti fa avrebbero litigato di nuovo, non riuscivano a mettersi d’accordo su nulla. Derek avrebbe dovuto fingere che quello che era successo, per lui, non valesse nulla e così facendo avrebbe ferito nuovamente Stiles ma solo e unicamente per il suo bene. Allontanandolo, Stiles avrebbe potuto vivere una vita felice con qualcuno che non aveva i molteplici problemi di Derek, lo avrebbe ferito un ultima volta in modo da assicurarsi che in futuro il figlio dello sceriffo avrebbe avuto la possibilità di vivere tranquillamente lontano da tutto quello che lo avrebbe potuto mettere in pericolo. Si, il maggiore aveva deciso, avrebbe allontanato Stiles per lasciargli vivere la sua vita.
Il maggiore uscì dalla doccia con i capelli ancora bagnati e solo un’asciugamano in vita, andò in camera da letto e trovò Stiles ancora steso sul letto.
 -Ho finito, vai a fare la doccia.- disse il maggiore mantenendo un tono atono.
-È successo qualcosa?-
 -Niente, non è successo niente Stiles, vai a farti la doccia.-
 -Okay, scusa.- rispose il figlio dello sceriffo alzando le mani in segno di resa per poi andare verso il bagno e lavarsi velocemente. Quando finì girò un po’ per la casa cercando Derek, lo trovò steso sul divano con una foto in mano. Il maggiore, appena si accorse della presenza dell’altro, mise da parte quello che aveva in mano e si alzò dal divano.
 -Derek..io-
 -Tu nulla Stiles, va via.-
 -Ma..-
 -Ti prego non farmi urlare.-
 -No, non me ne vado.-
-Stiles ho bisogno di stare solo, non è giornata.-
 -Appunto.-
 -Ti prego va via. Oggi, oggi è successo qualcosa che non ti riguarda, quindi vai a casa.-
 -Derek non voglio sapere quello che ti è accaduto, voglio solo starti accanto in un momento difficile.-
 -Non ho bisogno di te, non ho bisogno di uno stupido ragazzino iperattivo che pensa di essere un eroe pronto a salvare chiunque.-
Derek non avrebbe mai voluto dire quelle cose ma cercò di convincersi che lo stava facendo solo per Stiles.
 Il figlio delle sceriffo, invece, si sentiva distrutto da quelle parole ma non voleva mollare, doveva dimostrare a Derek che lui non era come lo aveva descritto pochi secondi fa, Stile voleva dimostrare al maggiore che era una persona su cui si poteva contare, un adulto con la capacità di affrontare le situazioni più scomode e difficili. Così, con quel obbiettivo, si voltò verso Derek.
 -Non me ne frega un emerito cazzo, non voglio che tu rimanga solo, potrai anche pensare tutto quello che hai detto ma a me non frega nulla, non ti lascio solo in questa situazione, ce lo eravamo promessi e io le promesse le mantengo. Non sono un codardo come te, io ci sono, dovresti sapere che puoi contare su di me per qualunque cosa eppure fai di tutto per farti odiare da me. Non ti capisco più, sei lunatico, stronzo, presuntuoso e anche un po’ eccentrico ma nonostante questo io sono qui per te perché so che, in fondo, il vero Derek non è quello che mostri agli altri e pure se lo fossi io rimarrei comunque al tuo fianco. Ormai ci sono legato a te, questa è la verità.-
Derek si arrese, non sarebbe mai riuscito ad allontanare Stiles e, tra l’altro, non ne aveva più la forza ne la voglia, si avvicinò al minore e si lasciò stringere da quelle esili braccia che gli diedero il conforto di cui aveva bisogno, poi parlò, lasciò uscire poche parole che, però, descrissero al meglio quello che sentiva.
 -Ti amo.-
 Stiles alzò lo sguardo verso Derek e sorrise mentre delle lacrime calde gli accarezzavano il viso.
 -Ti amo.- disse il minore.
 Derek asciugò le lacrime del figlio dello sceriffo e poi appoggiò la fronte su quella di Stiles, si guardarono intensamente, nessuno osò spezzare quel contatto visivo, semplicemente si guardarono per un tempo indefinito poi si sedettero sul divano, accoccolati l’uno all’altro, dimenticandosi per un momento del mondo che li circondava.  Passarono le ore e nessuno dei due sembrava intenzionato a spostarsi o a fare altro se non rimanere abbracciati fino a che potevano, saltarono persino il pranzo senza neanche accorgersene.
 Lo squillo del telefono di Stiles li riportò, purtroppo, alla realtà dove orami era tardo poeriggio.
 Era un messaggio da Scott che chiedeva come stava.
 -Lupacchiotto posso chiedere a Scott e Isaac di venire qui? Volevano sapere come andavano le cose quindi ho pensato che gli avrebbe fatto piacere incontrarci direttamente.-
 -Si certo.-
 -Grazie.-
 -Ah, Stiles?-
 -Si?-
 -Ti amo.-
 -Anche io.-
-Comunque oggi è l’anniversario della morte della mia famiglia Stiles.-
 -Oh, mi dispiace non lo sapevo.-
 -Non preoccuparti, è tutto okay.-
 -Sicuro? Se preferisci dico ai ragazzi di incontrarci domani così ce ne stiamo sul divano solo noi due con un bel film e la pizza.- propose Stiles.
 -Per quanto due invitante la tua proposta è meglio che i ragazzi vengano qui così ci distraiamo un po’ e forse troviamo il modo di distruggere l’Ani-coso del cavolo.-
Stiles rise alle parole del maggiore è Derek lo guardò male facendosi contagiare, poi, dalla risata del figlio dello sceriffo.

Spazio me:
Scusate il ritardo ma sto lavorando ad un'altra storia e avendo finito già di scrivere questa mi distraggo e non aggiorno.
Scusatemi ancora .
-blue

 
   
 
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