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Autore: AllisonHermioneEverdeen    23/01/2018    1 recensioni
Fin da piccola, Liv Winchester ha sempre saputo che il buio è qualcosa di cui avere paura.
Non è mai stata davvero bambina, inghiottita dall'oscurità del mondo quando era ancora troppo piccola per capire quello che succedeva intorno a lei.
Non ha mai avuto molte sicurezze nella sua vita, seguendo il padre nella sua folle caccia.
Ma ha sempre avuto un motivo per andare avanti, per rialzarsi dopo la morte del padre, per trovare la forza di ridere e scherzare di nuovo...
Quel motivo ha due nomi: Sam e Dean Winchester. La sua famiglia.
Quando Dean è morto, reclamato dagli inferi, ha creduto di morire.
Ma adesso è tornato, e Liv dovrà tirare fuori tutta la forza e il coraggio che possiede per affrontare l'ennesimo colpo che la vita non si stanca di sferrare contro la sua famiglia...
Perché non puoi chiamarti Winchester e aspettarti di avere una vita tranquilla!
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Third Winchester'
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Capitolo quindici



- Sicuro di andartene da solo? -
- Si -
- E cosa diremo a tua sorella? -
- Che tornerò una volta finito il lavoro -
- Lo sai che si arrabbierà da morire, vero? -
- Pensate a tenerla al sicuro, al resto penso io -
- Di cosa dovremmo preoccuparci? Hai lasciato il tuo amichetto inquietante a vegliare su di lei -
- Si... beh, cercate solo di non perderla di vista: è capace di scappare per venirmi a cercare -
- Ora sì che ci sentiamo rassicurati... -
- Oliver, apprezzo davvero tutto quello che avete fatto per noi, ma adesso devo pensare a questa cosa, e devo farlo da solo. Mia sorella... - un sospiro. - Tenetela d'occhio e basta, va bene? Sarò di ritorno prima che ve ne accorgiate -
.
Sentiva delle voci in lontanza, ma non riusciva a capire bene cosa dicessero. Una era particolarmente familiare... Ma prima che potesse identificarla, l'oblio la riattirò a sè.
Quando riprese i sensi, intorno a lei c'era solo il silenzio. Socchiuse gli occhi, mentre la testa le pulsava dolorosamente. Nella sua testa vorticavano informazioni senza alcuna logica apparente... Le ci volle qualche minuto per riordinare le idee, ma appena si ricordò cosa era successo, balzò a sedere, guardandosi spasmodicamente intorno: era stesa sul divano di casa Campbell, nella sala immersa nella penombra. Poteva intravedere le luci della cucina accese, da dove provenivano delle voci. Accanto al divano c'era un'ombra in piedi, che la fissava. Liv balzò in piedi e afferrò la prima cosa che trovò: la lampada. Colpì l'ombra con tutta la forza che aveva... ma questa neanche si scompose. In compenso, il ferro della lampada si piegò.
- Tranquilla, sono io -. Quella voce monocorde non poteva che essere...
- Castiel? -
- Sì -. Liv riabbassò la lampada, sollevata.
- Cos'è successo? - chiese. - L'ultima cosa che ricordo sei tu che uccidi quel demone... -
- Sei svenuta subito dopo, ho guarito te e tuo fratello, ma tu ci hai messo un po' di più a riprenderti, poi sono arrivati i Campbell e vi hanno portato a casa loro -.
- Dov'è Dean? - chiese allora la ragazza. - Di là in cucina? -
- No -
- Allora dove? - insistè Liv.
- Se n'è andato circa un'ora fa -. A Liv ci volle qualche secondo per registrare la notizia.
- Andato? - ripetè. - Dove? -
- A recuperare la Colt per uccidere Azazel -
- DA SOLO?!?! - esclamò Liv. Non ci poteva credere: per l'ennesima volta Dean si assumeva il carico di tutto il lavoro da fare e la lasciava in un luogo che riteneva "sicuro". Liv non vedeva l'ora di strangolarlo: quante volte doveva ripetergli che lei era in grado di cacciare quanto lui?
- Dov'è andato? - chiese. - Lo raggiungo subito... -
- Ha esplicitamente detto di non seguirlo, in particolare che tu dovevi rimanere qui, - replicò Castiel.
- Me ne frego di quello che dice! - esclamò la ragazza. - Sono sua sorella, vado dove va lui, faccio saltare le cervella all'assassino dei miei genitori insieme a lui, e poi lo strangolo! -
- Perchè dovresti strangolarlo? - chiese Castiel, confuso. Liv lo guardò per un attimo, come per decidere se spiegargli cosa fosse il sarcasmo o no.
- Lascia perdere, - disse solo. - Adesso limitiamoci a raggiungerlo -
- No -. Liv fece un respiro profondo per non scoppiare.
- Perchè no? -
- Te l'ho già detto, - disse Castiel. - Ha esplicitamente... -
- Andiamo! - sbuffò la ragazza. - Sei un angelo e segui le regole di un umano? - scosse la testa.
- Io vado, tu fai un po' come ti pare... - e gli diede le spalle per dirigersi verso il corridoio. La mano di Castiel le afferrò il braccio in un lampo. Liv si voltò di scatto verso l'angelo.
- Toglimi le mani di dosso, - ordinò.
- Non posso permetterti di andartene, chi ingaggia demoni per ucciderti ti ha seguita in questo tempo, appena uscirai da questa casa sarai in pericolo -
- Sono una cacciatrice! - fece Liv alzando gli occhi al cielo. - Sono costantemente in pericolo! -
- Questa volta è diverso, lo sai bene -. Gli occhi verdi di Liv e quelli blu di Castiel si fissarono in una battaglia silenziosa; nessuno dei due aveva intenzione di retrocedere.
- Liv! -. Una voce li fece sobbalzare; Castiel lasciò andare il braccio di Liv e la ragazza si voltò a guardare chi era appena entrato: Mary. La ragazza entrò in sala e accese la luce.
- Finalmente ti sei svegliata! - sorrise. - Cominciavamo a preoccuparci -
- Ho preso una bella botta, - scrollò le spalle Liv. - Sai dov'è andato mio fratello? -
- No, mi dispiace -. Liv si lasciò cadere su divano con un sospiro: odiava queste situazioni, con lei bloccata senza notizie "al sicuro" e suo fratello nel "grande e cattivo mondo reale" a far fuori qualche demone.
Mary si sedette accanto a lei.
- Puoi lasciarci un attimo sole? - chiese a Castiel.
- Devo tenerla d'occhio, - ribattè l'angelo. Mary scambiò uno sguardo dubbioso con Liv, del tipo: "E' proprio strano questo vostro amico!"
- Tranquillo, la tengo d'occhio io, tu puoi aspettarci in cucina -. L'angelo le guardò dubbioso ancora per qualche istante, ma alla fine si allontanò di qualche passo, aprì la porta della cucina e sparì al di là di essa. Liv sospirò di sollievo: cominciava a sentirsi soffocare sotto il controllo di Castiel.
Per un attimo le due ragazze rimasero in silenzio, poi...
- So che fa schifo, - esordì Mary.
- Cosa? - replicò Liv. - Dovresti essere un po' più specifica -. Non voleva dare una rispostaccia, ma non era esattamente dell'umore giusto per le risate.
- Dean non è l'unico fratello kamikaze del mondo, - proseguì Mary: non sembrava essersela presa. - Oliver mi ha messa da parte un mucchio di volte, sempre con la stessa scusa... -
- Stare al sicuro, - completò per lei Liv.
- Esatto, - sorrise Mary. Liv strinse le ginocchio al petto, appoggiando la testa su di esse.
- Odio tutto questo, - sussurrò poi. Mary non disse niente: sembrava aver capito che la ragazza aveva bisogno di sfogarsi.
- Detesto svegliarmi ogni mattina in un motel sudicio, detesto vedere la mia famiglia rischiare la vita ogni giorno, detesto veder morire le persone a cui tengo di più, detesto il comportamento iper-protettivo di Dean... Ma lo capisco, - sospirò. - E' solo che vorrei non mi escludesse così: voglio proteggerlo tanto quanto lui con me -.
- Hai ma pensato di smettere? - chiese Mary, lo sguardo perso nel vuoto. - Di cambiare vita... -
- Non ci ho solo pensato, - replicò Liv. - Me ne sono andata: è stato bellissimo! -
- E come mai sei tornata? - chiese Mary.
- Non è finita bene, e la mia famiglia aveva bisogno di me quanto io di lei -. Mary rimase per qualche secondo a guardare quella ragazza rannicchiata nell'angolo del divano.
- Voglio smettere, - disse infine. Liv si voltò a guardarla.
- Voglio andarmene, sposare John, - e qui Mary sorrise. - Avere una famiglia... Sentirmi al sicuro -. La sua voce si spense per qualche attimo, poi riprese: - Sai qual è la cosa peggiore che non vorrei mai che accadesse? -. Liv scosse impercettibilmente la testa, il fiato sospeso... - Che i miei figli crescano tra queste cose come è successo a me, - la voce di Mary tremò appena, prima di riempirsi di determinazione. - Io non permetterò che accada -.
Liv sentì il rumore del suo cuore che si spezzava, lentamente, dolorosamente... Si spezzava, si divideva in tanti piccoli frammenti, sanguinando... E quei frammenti andarono a lacerare la sua anima già travagliata, lasciando dei segni indelebili. Non si accorse di stare piangendo finchè Mary non la guardò preoccupata.
- Stai bene? - le chiese. Liv si asciugò le guance in fretta, ma gli occhi -quei traditori!- continuarono a bagnarsi.
- Adesso mi passa, - balbettò la ragazza, inghiottendo i singhiozzi che minacciavano di scuoterla. - E' solo... - aggiunse poi, esitante. - E' solo che vorrei che mia madre avesse potuto proteggermi da questa vita -. La voce le si spezzò alla fine della frase e, nonostante tutti i suoi sforzi, Liv non riuscì a fermare la marea: troppe lacrime represse negli anni, troppi sogni infranti, troppi "Si, signore" al posto di un abbraccio, troppi notti insonni con i sensi all'erta, troppo dolore per tutto ciò che aveva perso. Tutto quello che aveva nascosto accuratamente in tutti gli anni della sua vita, rinchiudendolo così in fondo alla sua anima da sperare di dimenticarsene, riemerse per sopraffarla.
- Tranquilla, - sussurrò Mary. - Puoi piangere, - e si avvicinò per abbracciarla. Liv si strinse a sua madre come ad un'ancora di salvezza: non le importava che quella Mary non era consapevole di cosa fosse per lei, non le importava di essere in un altro tempo: in quel momento si strinse a sua madre, inspirando l'odore si sicurezza, e si sentì un po' meno sola, un po' meno disperata, un po' meno arrabbiata con il mondo.
E per la prima volta ci credette: sì, non era sola, e sarebbe andato tutto bene.

ANGOLO MALATA DI MENTE
E dopo secoli di assenza, eccomi tornata con il quindicesimo capitolo!
Mi dispiace averci messo tanto, ma lo studio mi ha tenuta lontana dal PC e da quella strana cosa chiamata "vita".
Spero davvero che il capitolo vi piaccia! Ho lasciato un po' di spazio per la fragilità di Liv, che si è solo intuita nei capitoli scorsi. A volte anche lei ha bisogno di piangere, e diciamocelo: lo scherzetto degli angeli con il viaggio nel tempo non ha migliorato la situazione!
Ma non temete: la Liv rompiscatole e impetuosa tornerà nel prossimo capitolo, che sarà più lungo e più denso di avvenimenti.
Intanto vorrei ringraziare tutti i lettori silenziosi: vedere ogni giorno il vostro numero che aumenta è la mia piccola gioia giornaliera!
Grazie anche a tutti coloro che seguono, preferiscono e ricordano, significa molto per me.
Last, but not Least , un grazir sincero a Biota, che non si è lasciata scoraggiare dalla mia lentezza nell'aggiornare ed ha speso parte del suo tempo a scrivere una recensione, cosa che ha riempito il mio cuore di gioia, oltre che essere utile per sapere cosa pensa della mia piccola follia;
Già, se Dean e Liv riuscissero ad uccidere Azazel, salverebbero un milione di vite, per non parlare di Mary, il sangue demoniaco di Sam e la loro vita!
Castiel è il loro angelo custode, ormai, dopo nove stagioni ne sono convinta! E in questo capitolo vediamo anche un piccolo scontro tra Liv e il nostro caro angioletto... (Era solo questione di tempo: Liv ha un carattere che si scontra inesorabilmente con quello di Castiel!).
Parlando di Dean: fisicamente è a posto, emotivamente... Beh, forse non così bene. Comunque ha voluto fare una mossa delle sue e lasciare Liv a casa Campbell... Al solito, insomma!
Comunque, continua a leggere e vedrai cosa succederà!

A presto,
AllisonHermioneEverdeen

   
 
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