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Autore: Elgul1    27/01/2018    1 recensioni
Questa storia è un What if di cosa sarebbe potuto accadere, secondo me, se invece di Shouyou, Gintoki avesse avuto come maestro Utsuro diventando il più temibile assassino a disposizione dei Naraku.
Gintoki ha sempre vissuto per servire e aiutare il suo maestro Utsuro che lo ha cresciuto come un figlio. Da anni commette crimini di ogni genere uccide coloro che infangano il buon nome dei Narakue chi rappresenta una minaccia per l'ordine imposto. La sua strada però, durante la sua missione più pericolosa, sarà costellata di numerosi incontri che riusciranno a portarlo verso la dritta via che sembra irragiungibile?
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Un fulmine squarciò il cielo sopra la città di Edo illuminando la notte buia. La pioggia scendeva lenta e inesorabile e un forte vento scuoteva le cime degli alberi. Gintoki scrutava la strada di fronte a sè completamente deserta sia per l'ora che per il tempo - Non sono superstizioso ma tutto questo è abbastanza ambiguo.- Pensò fra sè e sè mentre si avvicinava al punto del suo ultimo bersaglio: quella sera l'avrebbe fatta finita in un modo o nell'altro.
 
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Un tuono lo svegliò dal suo incubo facendolo sobbalzare. " Tutto bene Shinpachi?" Domandò Bansai che era rimasto sveglio per il turno di guardia.     
 " Si è che con questo tempo non riesco a dormire. Troppo rumore." Replicò il giovane mettendosi meglio a sedere con la voce impastata ancora per il sonno. Bansai annuì sorridendo pronto a dire qualcosa quando si sentì un tonfo.
" Finitooooooo ho finito finalmente!" Urlò Gengai uscendo euforico dal suo laboratorio.
" Sul serio?!" Esclamarono contenti i due di potersene finalmente andare. 
" Ehi ehi calma ho finito la maggior parte del lavoro, manca ancora una parte e non sarà affatt..." Prima che finisse di parlare un tonfo riscosse la saracinesca di ferro. 
I tre si voltarono di scatto piuttosto allarmati. " Gengai di che è fatta quella saracinesca?" Domandò Bansai estraendo la spada seguito da Shinpachi. 
" L'ho progettata io: è ferro rinforzato. Resisterebbe a una cannonata." Rispose lui fiero del suo lavoro. 
Un altro colpo e quella inizio a incrinarsi.
 " Shinpachi porta via Gengai dall'uscita nascosta del suo laboratorio, io li trattengo..." Ordinò Bansai. 
" No, non ti lasciò da solo." Replicò il giovane indispettito mentre un'altro colpo fece deflettere ancora di più la porta.
 " Shinpachi se muoriamo entrambi e poi crepa questo vecchio è tutto finito! Ti prego dammi ascolto!" Esclamò Bansai mentre la porta volò a terra mostrando il loro aggressore. 
 
 
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Non appena valicò la porta Gintoki si ritrovò in una sorta di vecchia officina ammuffita. Ci aveva messo un'bel po a localizzarla.
 Infondo alla stanza vide tre uomini: uno era il vecchio che teneva in mano una sorta di fagotto, un altro era un uomo alto all'incirca quanto lui e vestito con un gilet blu e il terzo sbarrò gli occhi, era Shinpachi. 
 
L uomo in blu lo attaccò subito distogliendolo dai suoi pensieri. Evito la spada spostandosi sulla sinistra e bloccò un secondo attacco estraendo la lama giusto prima che quello lo colpisse alla gola. - Non distrarti Gin.- Pensò fra sè e sè mettendosi in posizione. Bansai provò un'attacco dall'alto che Gintoki parò senza alcun problema e, sfruttando la vicinanza lo prese in pieno con un calcio allo stomaco distanziandolo e contrattaccando con una stoccata al costato del Joi che fu costretto così a mettersi sulla difensiva. 
" Ultimo desiderio?" Sussurrò Gintoki al suo orecchio destro pronto a trafiggerlo.
 " Lascialo stare!" Il bianco si voltò di scatto e parò la stoccata dall'alto di Shinpachi e si allontanò con una piroetta. 
" Ragazzino non ti hanno insegnato a non disturbare i grandi quando discutono?" Domandò Gintoki con voce fredda e distaccata.
 " Sta zitto!" Gridò ancora lui gettandosi addosso all'assassino del padre. Gintoki parava ed evitava ogni affondo del ragazzo senza apparente difficoltà. Notò solo in quel momento la scomparsa del vecchio. Un moto d'ira lo percorse per tutto il corpo, evitò un ennesimo fendente di Shinpachi e con facilità lo sbattè con forza contro il muro facendogli cadere la spada a terra.
 " Dove è andato?" Domandò Gintoki stringendo la presa al collo. 
" Non te lo dirò mai sporco assassino!" Ruggì il ragazzo con un coraggio che non credeva di avere. Dentro di se stava trattenendo le lacrime: tutte le cose che aveva fatto e si stava per fare uccidere.                                        
  " Rispondimi bene e forse potrò risparmiare sia te che il tuo compagno: dove è andato?!" Gridò Gintoki trattenendo la rabbia se qualcuno non lo stesse bloccando avrebbe già tranciato una mano al ragazzo, ma qualcosa glielo impediva.          
" Uccidimi coraggio come hai ucciso mio padre!" Gridò con quanto fiato aveva in gola piangendo infine tutto il suo rammarico. 
A quella vista l assassino iniziò a mollare la presa: cosa gli stava succedendo? " Dimmi dov'è, ultimo avviso..." Mormorò ancora lui con la voce meno sicura. Shinpachi non rispose ma stette in silenzio. Non glielo avrebbe mai detto preferiva, morire piuttosto. Gintoki alzò la spada anche se a malincuore e mormorò:" Come preferisci..." Stava per calare il colpo, quando, due voci, all'unisono dissero:" Lascia andare il ragazzo..." Lasciò cadere il corpo di Shinpachi a terra e si voltò di scatto.
 
 
https://www.youtube.com/watch?v=MYGUvJc2JTA 
 
All'ingresso che lui aveva spalancato riconobbe due figure ben distinte entrambe zuppe di pioggia: Takasugi e Hijikata erano li.
 
Gintoki stava fremendo: lì, davanti a se, aveva due avversari più che degni di combatterlo. Un eccitazione che non sentiva dal suo combattimento con quel pischello della Shinsengumi stava prendendo il soppravento su di lui ma, aveva una missione da compiere sapeva; che non aveva tempo: se non avesse ucciso il bersaglio, quella sera tutto sarebbe andato a puttane. Cosa doveva fare? 
" Sarei molto felice di giocare con voi... Ma ho una missione da compiere perciò levatevi di torno..." Mormorò Gintoki con un tono di voce glaciale. 
I due di tutta risposta si misero in posizione di difesa e Takasugi replicò:" Se vuoi passare dovrai per forza vedertela con noi." 
Gintoki rispose:" Siete proprio testardi..."
 
 Si lanciò all'attacco Hijikata: gli andò incontro per primo con un fendente che Gintoki deviò col piatto della spada. Provò a infiltrarsi nella guardia del moro con la lama ma Takasugi intervenne bloccando il colpo con la sua spada. Sfruttando l'occasione Toshi provo ad attaccare con un attacco dall'alto ma Gintoki retrocedette mettendosi in difesa. Il duo provò varie combinazioni dai fianchi ma il corvo, anche se un po a fatica, riusciva a destreggiarsi tra gli assalti dei due e provava a rispondere anche se loro coprivano gli angoli ciechi dell'altro vanificando i suoi colpi.
"  I miei complimenti, in due riuscite davvero a mettermi alle strette..." Disse Gintoki piuttosto sorpreso della cosa e riprendendo fiato: ancora non si era ripreso dalla ferita di due giorni fa e inoltre l'ansia e il nervoso non aiutavano affatto. Hijikata non rispose e attaccò provando con un fendente a entrare nella guardia di Gin che parò il colpo; in quel preciso istante arrivò anche Takasugi che, con la spada, colpì in pieno il fianco sinistro aprendo uno sguarcio lungo il petto dell assassino. Gintoki provò ad allontanarsi sputando sangue ma i due non gli davano il tempo di retrocedere e continuavano ad incalzarlo senza alcuna sosta. Questa volta era davvero in trappola. - Devo andarmene da qui, al diavolo tutto.- Pensò fra se e se sempre più frustrato. Non ne poteva più. Evitò l'ennesimo affondo di Hijikata a cui rispose con una stoccata dritta al suo polso destro che prese in pieno aprendo una ferita e facendogli perdere la spada. Prima che potesse reagire lo colpì con un pugno all'altezza della vecchia ferita che gli aveva procurato spedendolo al suolo. Takasugi sfrutto l'occasione per attaccarlo alle spalle. Gintoki, con una giravolta, evitò l'attacco si preparò a colpire pure il quercio ma prima che potesse attaccarlo vide una terza spada, quella di Shinpachi, farsi largo nel punto scoperto e  puntare al suo collo. Fece un passo all'indietro ma la maschera, a causa del colpo, cadde sonoramente a terra. 
 
Shinpachi impallidi: i capelli bianchi e quella pettinatura erano inconfodibili anche; gli occhi così spenti ma al tempo stesso così vivi e mormoro:" Gin-san..." Prima che il ragazzo potesse muoversi il bianco fuggì nella notte. Takasugi cercò di andargli dietro ma ormai Gintoki era sparito nel nulla. " Ehi ragazzino..." Shinpachi si voltò verso Hijikata ancora dolorante che, aiutato da Bansai, si stava rialzando. 
" Quel nome che hai detto... Tu sai chi è quel bastardo?" 
 
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" Merda Merda Merda!" Gridò con quanto fiato aveva in gola mentre la pioggia e il vento gli andavano addosso stava correndo a perdifiato, aveva fallito la missione e aveva permesso che il suo volto fosse mostrato: non aveva più niente ormai. Si appoggiò alla parete di una casa con ancora la ferita sul fianco dolorante e che perdeva ancora sangue. Doveva medicarsi e in fretta. - Sono abbastanza lontano ormai ma devo muovermi.- Riflettè mentre, con mille pensieri in testa, si avviava verso casa.
 
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-" Non ci posso credere..." Sussurrò Hijikata visibilmente sconvolto. 
" A cosa non puoi credere?" Domandò Takasugi tornato dal suo infruttuoso inseguimento ansimante.
" Quel figlio di puttana mi si era seduto accanto al pub e dava consigli a me dannato bastardo..." Disse furioso colpendo una parte del muro da cui si staccò dell'intonaco. 
" Arrabbiarsi è inutile, adesso che sappiamo chi è possiamo informare tutte le cellule joi lo troveremo." Disse Takasugi cercando di calmare l'agente che iniziò ad avviarsi verso la porta distrutta. 
" Dove cavolo te ne vai adesso?" Domandò il joi ancora. 
Hijikata si fermò sulla soglia della porta distrutta mentre la pioggia gli cadeva addosso  rispose:" Il nostro accordo finisce qui... Mi hai aiutato adesso che so la sua identita lo posso cercare anche da solo ma tranquillo non farò la spia e rispetterò la mia parte dell'accordo ma ti avverto, quando tornerai a Edo ti darò di nuovo la caccia sappilo Takasugi." E Con queste parole se ne ando. 
" Noi invece che facciamo?" Chiese Shinpachi che sperava con tutto il cuore di inseguire quell uomo. 
" Bansai prendi il tunnel di Gengai e intercettalo portalo al punto stabilito la nave sarà in arrivo tra qualche giorno." Ordinò Takasugi mentre Bansai annuì e corse dentro il buco. 
" Tu Shinpachi vai a casa ora come ora non sei di alcuna utilità ti chiamerò se avrò notizie o altro." Disse semplicemente Takasugi avviandosi fuori sotto la pioggia. 
" Come sarebbe a dire!?!" Esclamò il ragazzo stupito della cosa.
" Non ti sei reso conto di quello che è successo stasera?" Chiese il suo maestro serio. 
" Di cosa sta parlando?" Domandò di rimando il giovane. " Se non fossi intervenuto lei sarebbe morto." Aggiunse visibilmente arrabbiato. 
" Si mi hai salvato in quella frangente lo ammetto. Ma se non fossimo arrivati io e Hijikata tu saresti morto.... Non sei al suo livello perfino io ho dovuto chiedere aiuto a uno abile quasi quanto me per metterlo in difficoltà ti serve tempo non puoi affrontarlo ora, perciò tornatene a casa non appena avrò notizie te le darò..." Spiegò lui serio. Il giovane avrebbe voluto rispondere, urlare e gridare ma l'unica cosa che potè fare era ammettere la sua impotenza. Se non fossero intervenuti loro lui sarebbe morto senza alcun dubbio. Odiava questa sua debolezza la detestava ma per il momento doveva solo aspettare.
 
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Salì le scale a fatica, alcune gocce di sangue cadevano ancora dalla tunica ormai zuppa ma, grazie all'acqua caduta, era riuscito a nascondere le sue tracce dai possibili inseguitori. Rapidamente aprì la porta di casa e la richiuse di botto a doppia mandata si voltò di scatto e rimase allibito. Nel suo soggiorno notò la presenza di due membri di Naraku e una terza figura era seduta sulla sua poltrona dietro la scrivania. 
" Bentornato Corvo com'è andata?" Domandò Oboro con un largo sorriso sinistro sulle labbra.
 " Che ci fai qua? E comunque non dovrebbe interessarti come è andata..." Replicò schiettamente lui mettendosi dietro il piano cucina per nascondere la verità se si fosse dimostrato debole sarebbe stata la sua fine.
 " Sono qua per controllare dato che oggi era l'ultimo giorno di tempo che avevi per finire la missione... Mi sembri piuttosto pallido va tutto bene?" Domandò con finta apprensione il grigio. 
" Si va tutto benissimo grazie." Rispose lui cercando di arrestare l'emoraggia come poteva usando con forza le mani sul punto colpito. Sentiva il corpo che tremava a causa della perdita eccessiva di sangue. 
" Hai ucciso la vittima?" Insistette Oboro piuttosto stizzito stavolta. 
" Si l'ho ucciso..." Mentì lui doveva prendere tempo, doveva riposarsi.               
 " Davvero? Bhe da quanto mi risulta... c'e stato qualche piccolo intoppo." Mormorò Oboro serio. I due uomini ai suoi lati iniziarono ad avvicinarsi circospetti a lui. 
" E tu come fai a saperlo? Nemmeno eri li!" Esclamò Gintoki convinto della cosa.
 " Io forse no ma altri si." Lo ribeccò lui con un ghigno sul volto. Gintoki si incupì la pergamena, il fatto che avessero scoperto di Tsuky, il suo intervento al locale tutto.
 " Da quanto tempo mi tieni sotto sorveglienza?" Chiese Gintoki con un filo di voce mentre i due uomini si fermavano di fronte all'ingresso del cucinino.
" Finalmente ci sei arrivato... Se ti può interessare da circa un'annetto."
 " Perché lo hai fatto? Siamo compagni no? Ci siamo addestrati insieme, abbiamo vissuto sotto la guida di Utsuro perché?" Domandò ancora, non aveva mai reputato Oboro un uomo onesto e mai lo avrebbe fatto, ma aveva fiducia in lui come compagno della stessa organizzazione. 
Oboro si mise a ridere e replicò:" Compagni hai detto? Si forse un tempo lo eravamo ma ora non più... Gintoki voglio essere sincero con te non ti ho mai sopportato e tu non hai mai sopportato me, il nostro odio era reciproco. Tu però brillavi di fronte al maestro ti ha reputato così tanto importante da renderti il corvo e a me cosa è toccato? Le briciole e basta!" Si alzò dalla sedia. " E' giunto il momento che il corvo venga rimpiazzato... Hai fallito per la terza volta e per come la vedo hai perso pure la tua maschera sai benissimo cosa comporti aver fatto entrambe le cose..." Aggiunse mentre i due armigeri estraevano le loro lame corte al suo segnale. 
" Voi due non voglio farvi del male non dategli ascolto..." Mormorò Gintoki serio non voleva uno scontro non in quel momento non lì.
 " Attaccate..." Ordinò invece Oboro a debita distanza.
 
 I due si scagliarono su Gintoki urlando. Il primo cercò con un'affondo di colpirlo al petto lui lo evitò e estraendo un  un coltello da cucina dal ripiano gli tagliò la gola il secondo sfruttò l'attimo di distrazione e lo prese in pieno con una spallata spedendolo contro il frigo. Gintoki si trovava sotto la figura del Naraku che tentava di pugnalarlo contrastò l'avversario con quanta forza aveva ma si sentiva debole come non mai urlo, un urlo animalesco quasi bestiale dato dalla disperazione agguanto per la collottola il guerriero e lo sbattè con forza contro il tavolo che si rovesciò portandosi dietro il Naraku. 
 
Non appena fu in piedi Oboro si gettò su di lui con la spada sguainata. Gin parò il fendente col coltello anche se a fatica e lui, di rimando, lo prese in pieno al fianco con un pugno facendogli sputare sangue. " Arrenditi!" Mormorò Oboro con un sorriso maligno in volto. 
" Mai!" Ruggì l'altro con la poca forza che aveva tento con una stoccata di distanziare Oboro ma lui bloccò l'attacco con la spada e disarmo Gin con facilità data la stanchezza sempre più crescente. Il grigio tento un fendente dall'alto il bianco rotolo a destra evitando per un soffio l'attacco e scagliando una sedia verso l'avversario che la tagliò di netto. Sfruttando l'effetto sorpresa Gin placcò Oboro trascinandolo in soggiorno e iniziando a colpirlo al volto doveva finirla e alla svelta questo pensava mentre continava a colpirlo al volto con quanti pugni e quanta forza gli era rimasta in corpo.        " E' tutto inutile." Disse all'improvviso Oboro reagendo e colpendolo con un pugno al fianco sinistro ferito. Gintoki urlò di dolore e fu costretto a rotolare a terra. Oboro si alzò in piedi con aria di superiorita dal fodero dietro la schiena estrasse un lungo pugnale che si rigiro fra le mani finalmente lo avrebbe ucciso finalmente avrebbe posto fine alla vita del suo rivale. " Ultime parole prima di morire Gin?" Domandò chinandosi su di lui. Gin lo guardò con due occhi bestiali era furioso con se stesso, furioso con quello che era avvenuto quella notte e inoltre si sentiva tradito da coloro che reputava come compagni. " Solo una cosa..." Si rimise in piedi era disarmato e non aveva vie di fuga. " Ci vediamo all'inferno Oboro!" Con uno scatto placcò nuovamente il grigio che perforò comunque la sua spalla con la lama nonostante il dolore e la stanchezza si gettarono dalla grande vetrata che ando completamente in frantumi sentiva il corpo di Oboro attutire la caduta del suo corpo era vivo ma per quanto ancora? 
 
Rotolò su se stesso cercando di rimettersi in piedi ma non ci riusciva si sentiva distrutto l'ultima cosa che vide fu la luce accessa nel bar sotto casa sua e poi svenne. 
 



 
ANGOLO DELL AUTORE: Eccomi di ritorno con uno dei capitoli più lunghi e movimentati che ho fatto :) spero vi piaccia mi scuso per il ritardo ma sto pensando di completare anche le altre storie rimaste in solute sul sito quindi ci metterò un'po. Grazie a chi continua a leggere alla prossimaa.
   
 
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