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Autore: Oxis    27/01/2018    1 recensioni
Merlino e Artù e la Camelot di sempre.
E poi una nuova arrivata, Kendra.
Una strega molto diversa da Merlino. Maldestra, poco socievole, un cuore strano che si innamora di uno dei due, lasciando l'altro deluso e minando la loro amicizia.
La sua freddezza deriva da quella magia che la possiede e di cui vuole disfarsi, che però inizia a servirle quando a Camelot spunta una nuova minaccia. Assassini assoggettati vogliono uccidere il principe.
Merlino avrà parecchio da fare per evitare che il suo protetto si faccia uccidere...
- Oxis
(editor della pagina ufficiale di Merlin Italia su FB, Merlin * •Italian Page•*)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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22. Doccia gelida

 

Ciaooo!

Sono in un ritardo spaventoso ma purtroppo sembra che gli impegni continuino ad aumentare.

Spero tanto che vi piaccia questo capitolo, molto molto melodrammatico. Nonostante sia molto semplice e sia tutto un Kendra POV, spero di aver reso bene i sentimenti dei personaggi.

paige95: tesoraaaaa, dimmi che ne pensi, sono curiosissima di sentire il tuo parere!

Grazie grazie grazie a tutti voi.

Fate un giro sulla pagina ufficiale di Merlin Italia di cui sono editor: Merlin * •Italian Page•*, l’unica ufficiale di Merlin Italia. :)

 

Love <3 <3 <3

Oxis

 

 

KENDRA P.O.V.

 

Era quasi ora di cena quando Kendra si presentò nella camera del principe con una pila di vestiti puliti e piegati e solo una sfumatura d frustrazione in corpo.

Artù era sdraiato sul letto e quando si alzò di scatto, come se fosse stato colto in flagrante a fare qualcosa di sconveniente.

– Kendra.

– Sire.

Appoggiò gli abiti del principe sulla sedia accanto al paravento e rimase in piedi a guardarlo con aria truce.

– Ce l’hai ancora con me per ieri mattina?

Lei non rispose.

– È perché non ti ho permesso di venire alla battuta di caccia? - sorrise Artù

– Sì. – rispose semplicemente lei, arrossendo perché dopotutto non aveva nessun diritto di pretendere che il principe di Camelot le permettesse di accompagnarlo nei boschi. Distolse lo sguardo proprio mentre il sorriso sul viso del giovane Pendragon si spense.

– Mi dispiace. Sono stato un po' eccessivo.

Kendra alzò gli occhi su di lui alzando le sopracciglia.

Artù non avrebbe mai dovuto dare spiegazioni a una serva sulle sue decisioni, né tantomeno chiederle scusa, ma Kendra sapeva che lui stesso si in dovere di farlo e doveva ammettere che le dava uno strano piacere.

– Allora, mi perdoni?

Artù le si era avvicinato e sorrideva in attesa, con il volto un po' abbassato e lo sguardo sfrontato.

Kendra non riuscì a evitare a un sorriso di salirle alle labbra.

– Vedremo.

– Lo so che le mie scuse ti hanno lasciata senza parole - la punzecchiò lui, avvicinandosi e scegliendo una camicia bianca dalla pila di vestiti puliti.

– Non mi stupisco così facilmente – ribatté lei, arrossendo di nuovo – Scegliete questa – aggiunse poi pescando dalla pila una camicia azzurra e porgendogliela.

Artù si tolse la casacca che indossava, guardando ostentatamente la sua serva, che cercava di non far scendere lo sguardo oltre il collo del giovane, ma con scarsi risultati.

– Perché l’azzurro? - chiese.

– I vostri occhi sono azzurri. - rispose sentendosi incredibilmente stupida.

– Ah, interessante. – replicò Artù, cercando di allacciare un bottone senza grandi risultati.

Kendra sbuffò, reprimendo il nervosismo e lo aiutò.

– Vi divertite? – mormorò risentita - Io non sono come quelle che abbindolate di solito, sapete?

Lo sguardo di Artù era insostenibile, il suo sorriso si spense e la sua voce si fece più seria.

– E come saresti, invece?

Kendra sentì le guance in fiamme. Cercò di non toccare la pelle di Artù, mentre abbottonava la camicia che lei stessa aveva scelto.

Il principe non sembrava più in vena di scherzare. La guardò mentre finiva di vestirlo e non si mosse neanche quando lei prese la giacca e gliela fece indossare.

– Devo dirti qualcosa a proposito di stasera – esordì.

Kendra avvertì una strana sensazione nelle sue parole. C'era qualcosa di importante che stava per dirle?

– Ci saranno quattro città a rendere omaggio al principe erede al trono. -– mormorò.

– Che onore.

Avvertì la difficoltà di Artù di proseguire il discorso.

– Puoi indossare un abito da cerimonia – continuò il principe.

Era ovvio che non era quello che avrebbe voluto dirle.

Kendra rimase in attesa senza mettergli fretta.

Artù si avvicinò a lei e all'improvviso si rese conto che erano molto più vicini del normale. Lei riusciva a vedere ogni sfumatura degli occhi del principe. Azzurri, con sfumature grigie. Penetranti.

– Non possiedo abiti da cerimonia – rispose lei.

– Chiederò a qualcuno di fartene portare uno.

– Sarà uguale a quello dell'ultima volta. Che penseranno le dame di corte? – disse Kendra sforzandosi di stemperare la tensione.

– Non credo lo noteranno.

– Grazie mille – ribatté lei fingendosi offesa.

Artù sollevò le sopracciglia e goffamente le prese una mano, poi sembrò ripensarsi all'ultimo secondo e sfiorò per un attimo il polso della ragazza, prima di allontanarsi e voltarsi dall'altra parte.

– Non volevo dire… Io…

Non sembrava in sé.

– Artù, calmatevi. Stavo scherzando. E poi sono abituata alle vostre frecciate sarcastiche – commentò Kendra con una risata.

Il principe non rispose.

– Sentite, forse potete dirmi qualunque cosa volete dirmi stasera, con un po' di vino in corpo – propose lei vedendolo chiaramente sconvolto – Tanto presumo che sarò io quella che dovrà versarvelo, come sempre. Io ora devo scappare, sire. Ho parecchie faccende da sbrigare prima della festa.

Artù si voltò verso di lei. Era sul punto di dire qualcosa, ma non riusciva a pronunciare una sola parola.

Kendra aprì la porta e sorrise ad Artù, poi uscì. Percependo le emozioni delle persone con così tanta chiarezza le pareva di voler mettere a proprio agio tutti, nonostante quello strano comportamento del principe la preoccupasse.

 

Kendra uscì dalla sua camera solo un'ora più tardi, con una strana emozione in corpo e percorse in fretta il corridoio. Aveva trovato il vestito sul letto. Nero, semplice ed elegante. Sembrava ancora una serva, ma le sembrava di essere in qualche modo più attraente e questo le provocò uno strano piacere che non ricordava di avere mai provato. Forse l'assenza di magia non solo le aveva donato un nuovo contatto con gli altri esseri umani, ma aveva anche migliorato il rapporto che aveva con sé stessa.

Si era sorpresa con un sorriso a pettinarsi i capelli rossi intrecciandoli con cura. Era abbastanza soddisfatta del suo aspetto.

Quando arrivò alla scalinata, Artù era davanti all'ingresso, nella sua camicia azzurra sotto la casacca scura, che discorreva con suo padre e un signore distinto che sembrava apprezzare ciò che diceva il principe.

L'atmosfera era festosa e curiosamente diversa dalle solite feste.

Erano arrivati altri cavalieri e dame da altri regni e Kendra notò un paio di persone che avevano tutta l'aria di essere reali.

Per la prima volta, si chiese che cosa fosse quella serata e cercò di fermare una serva, prima che quella le sfrecciasse accanto senza degnarla di un'occhiata.

Un desiderio pungente e vanesio le toccò il cuore: avrebbe voluto che Artù si voltasse verso di lei e la vedesse.

Rimase delusa e sorrise di sé stessa, mentre scendeva i gradini della scalinata con lo sguardo fisso sul principe, che però le dava le spalle.

Girò su sé stessa in cerca di Merlino. Non aveva voglia di passare la serata in compagnia delle altre serve, non c'era nessuna che le andasse a genio.

Kendra seguì un paio di serve che entrava nella sala del trono, chiedendosi distrattamente perché gli invitati non stessero andando nella sala da pranzo. Era ora di cena.

Serpeggiava una strana frenesia fra le persone. Nella sala calò il silenzio presto e tutti presero posto, perfino i servitori erano ammassati contro il muro.

Artù e Uther percorsero la navata, seguiti dal signore che, solo ora Kendra se ne rese conto, portava una corona, e un paio di dame dietro di loro vestite con abiti di lusso, probabilmente la moglie e la figlia e si voltarono verso la platea.

Uther aveva un sorriso fremente stampato sul volto, Kendra non l'aveva mai visto così fuori di sé.

– Credo che sia arrivato il momento – esordì.

Kendra notò Artù lanciarle un'occhiata spaventata. Qualcosa non andava, lo capì immediatamente.

– Da padre e da re, sono orgoglioso di fare questo annuncio. – disse Uther – È con mia grande gioia che annuncio il fidanzamento ufficiale di mio figlio Artù con la figlia del re Thomas di Felton, Lady Oylenn.

Le parole di Uther ebbero un effetto del tutto inaspettato su Kendra. Fu come se una spada le si fosse conficcata nello stomaco all'improvviso.

Lo scroscio di applausi e di grida entusiaste contrastava con la sensazione di stordimento che provava lei. Per un attimo credette di non aver capito. Fidanzamento ufficiale? Chi era Lady Oleynn?

La sua domanda disperata ebbe una risposta quasi subito. Una ragazza, con uno splendido abito dorato, saliva i gradini e porgeva la mano ad Artù.

Si voltò verso il pubblico con un sorriso radioso. Kendra si sentì spezzare d'invidia e dolore in un modo tanto brusco che faticava a respirare.

Lady Oleynn era bellissima. Aveva i capelli di un rosso chiaro, più biondo rispetto al rosso cupo di Kendra e la pelle luminosa di una futura regina. Kendra abbassò lo sguardo ma si costrinse a rialzarlo.

Addirittura i capelli rossi come lei. Aveva voluto proprio divertirsi nel cercare il buon partito.

Artù sorrideva, mano nella mano con la sconosciuta.

Come aveva potuto non dirglielo?

Kendra sentì gli occhi riempirsi di lacrime, contro la sua volontà. Era il principe.

E di colpo, tutte le sue certezze, le sue illusioni, i suoi teneri sogni si frantumarono uno dopo l'altro.

Scosse la testa, cercando di scacciare la nebbia che aveva offuscato la sua capacità di pensare, mentre un torrente di delusione la travolse.

L'aveva sempre presa in giro. Tutti quei momenti… come aveva potuto pensare anche solo per un attimo che il principe di Camelot avesse provato qualcosa di più della semplice simpatia per lei?

La sua serva.

Gli occhi del principe cercarono per un istante quelli di Kendra. Erano senza espressione.

L'ultimo colpo al cuore.

Come se fosse in un sogno, Kendra indietreggiò, incapace di restare in quella stanza un secondo di più e scappò via.

   
 
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