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Autore: Heismybestfriend    29/01/2018    3 recensioni
Sam Smith ha sedici anni quando viene preso in adozione dalla famiglia Winchester.
Il suo passato continuerà a tormentarlo ed inseguirlo anche quando lascerà l'orfanotrofio per vivere con la sua nuova famiglia.
Ma cosa accadrebbe se Sam si innamorasse perdutamente di suo fratello maggiore acquisito? Dean si lascerà amare anche se solo provare questo sentimento è un reato?
Genere: Angst, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Famiglia Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Quando arrivarono a casa Winchester, Dean si rinchiuse nella sua stanza con una scusa qualunque. Sam capì immediatamente di non piacere a quel ragazzo tanto strano quanto seccante.


Infatti a Sam il comportamento di quel tipo non andava molto a genio e più tempo passava, più iniziava a non sopportare lui stesso, o almeno, stava costringendo il suo subconscio a pensarla in quel modo, aiutandosi anche con lo strano comportamento di Dean. Infatti il giovane Winchester sembrava quasi volerlo evitare a tutti i costi. Decise di ignorare quegli strani tremori e vampate di calore ogni volta che lo sentiva parlare o quando gli si avvicinava troppo e decise anche di ignorarlo così come stava facendo lui.


Sam resisté qualche ora assieme ai suoi genitori surrogati, poi chiese timidamente se poteva andare anche lui in camera, se ne aveva una. Mary gli sorrise intenerita e lo accompagnò verso quella che in futuro sarebbe diventata la sua stanza da letto.


“Col tempo potrai decorarla con tutto quello che più ti piace” gli aveva detto dandogli un piccolo bacio della buonanotte sulla testa.


A Sam ricordò tanto quello che la mamma gli dava ogni volta che usciva per andare a lavoro.
Rabbrividì al ricordo.


Appena si liberò dalla donna dai boccoli biondi, buttò le mani nella sua sacca personale e afferrò un pacchetto di sigarette rubato qualche giorno prima ad uno dei superiori all’orfanotrofio.


Proprio mentre stava per prenderne una, la porta si aprì lasciando campo libero a John. Era venuto a vedere se il nuovo arrivato era tranquillo prima di ritirarsi per la notte.
“Sono sigarette quelle?” gli chiese velando il tremore della mani. Sam volle quasi rispondergli sarcasticamente. Certo che erano sigarette, idiota…decise intelligentemente di annuire e fingere uno sguardo sorpreso.


“Le ho trovate qui, erano sul comodino” rispose porgendogliele subito. Anche se fu attento a nasconderlo, quel gesto gli costò caro. Ci erano voluti giorni per racimolarne uno.


“Devono essere di un mio amico, Bobby. Si è fermato da noi un paio di giorni fa”
Quella volta Sam era stato fin troppo fortunato. L’aveva scampata grossa ma era ancora furioso per aver perso così facilmente il suo pacchetto. Le sigarette erano di vitale importanza per lui e quasi maledì la sorte per averlo fatto adottare da una famiglia visibilmente non amante del fumo.


Quando John gli diede la buonanotte e lasciò la stanza, Sam si lasciò sprofondare sul letto sopraffatto dalla stanchezza. Fece scorrere lo sguardo sulla sacca dove aveva nascosto qualche piccolo risparmio (rubato anch’esso) fino alla finestra. Per un attimo gli balenò l’idea di scavalcare per andare a comprarne uno. Dopotutto non era così tardi e i negozi dovevano essere ancora aperti.


Non riuscì a decidere alla fine. Si addormentò sopraffatto dalla dura giornata a cui era stato posto.


Qualche ora più tardi, Dean si alzò per andare a bere in cucina. La sua stanza era accanto a quella del nuovo ragazzo adottato, quindi quando gli passò accanto, aiutato dal silenzio della notte, udì dei strani mugolii provenienti dalla sua stanza.


Per un momento pensò di lasciar perdere e fregarsene di lui. Dopotutto ai suoi occhi era solo un moccioso che si intrometteva prepotentemente nella sua famiglia e poi secondo lui quel Sam gli nascondeva qualcosa. Era apparentemente calmo di fronte ai suoi genitori e al direttore. Non poteva credere che un orfano potesse essere così tranquillo messo di fronte ad una nuova famiglia.


Fosse stato nei suoi panni, non avrebbe accettato facilmente l’idea di chiamare...mamma e papà persone che non lo erano. Anche se Sam non aveva ancora fatto quel passo, era convinto che nascondesse qualcosa.


Però Dean allo stesso tempo era anche attratto da quel ragazzo. Non attratto in quel senso...ma voleva conoscerlo, sapere la sua storia, insomma, diventargli amico e se glielo avrebbe permesso, fargli da fratello maggiore.


Dean era combattuto, da un lato temeva gli nascondesse qualcosa e non voleva fidarsi, da l’altro invece era vinto da un innato senso di protezione e voleva sapere tutto sul suo conto.


Decise di aprire lentamente la porta della camera per capire cosa stesse succedendo al misterioso ragazzo. Si fermò qualche secondo ad osservarlo mentre dormiva. Sam stava visibilmente avendo un incubo. E continuava ad agitarsi nelle coperte stringendo la coperta e scalciandole di tanto in tanto.


In un primo momento Dean rimase fermo vicino la porta, poi si fece coraggio e gli si avvicinò cauto. Sam continuava ad agitarsi imperterrito e allora Dean gli posò una mano sui capelli per tentare di consolarlo in qualche modo ricordandosi di quando suo madre lo faceva con lui.


Sam smise di agitarsi e cominciò a respirare tranquillamente ma non si svegliò. Dean rimase finché non fu certo di averlo tranquillizzato prima di andarsene vinto dal timore di essere scoperto mentre gli teneva una mano sui capelli e sorrideva intenerito mentre lo osservava dormire.




Il mattino dopo Sam trovò solo Dean seduto a tavola per la colazione. Dean finse di bere dalla sua tazza del latte per poterlo osservare senza problemi mentre si sedeva proprio di fronte a lui.


Gli avvenimenti della scorsa notte avevano fatto pensare a lungo il diciottenne. Aveva capito che, se anche Sam nascondesse qualche segreto o non dava a vedere che effettivamente quella situazione non gli piaceva, aveva bisogno di qualcuno vicino e in grado di aiutarlo. Aveva capito di aver iniziato col piede sbagliato decidendo di ignorarlo e voleva rimediare ma fu piacevolmente contento di notare che il giovane orfano non si era accorto della sua piccola irruzione in camera sua nella notte precedente.


“Buongiorno” gli disse posando la tazza sul tavolo.
Sam si guardò attorno con fare teatrale prima di indicarsi il petto con un dito “parli con me?” gli chiese alludendo al fatto che per tutta la giornata di ieri Dean non gli aveva mai rivolto la parola. “E a quanto pare il gatto non ti ha mangiato la lingua” lo rispose il giovane Winchester a tono. Per quanto ne sapeva, era da ieri che Sam non spiccicava una parola, si limitava a piccole risposte o qualche accenno di consenso.


Poco dopo però gli indicò il cartone del latte e si alzò per prendergli una tazza. Gli lanciò un’occhiata prima di iniziare a parlare nuovamente “mamma e papà sono andati a iscriverti a scuola, o forse preferisci che io li chiami John e Mary”


“chiamali come ti pare” borbottò Sam allungando la mano verso la busta dei cereali per versarsene alcuni. In quel frangente sfiorò la mano del biondo che si era appena mossa verso la stessa direzione. Rabbrividì sperando di non arrossire proprio in quel momento.


“Non riesco a capire se sei contento o no di essere stato adottato sai? Ieri sembravi abbastanza tranquillo”


Sam fece spallucce cercando di non far intravedere il suo odio verso quella parola.
- Adottato -
- Adottato -
- Adottato -
Ci mancava solo che ai suoi incubi si aggiungesse anche quella dannata parola.
Certo che Sam era felice di aver trovato una famiglia, anche perché odiava quell’orfanotrofio. Allo stesso tempo però non sopportava l’idea di aver bisogno di una nuova famiglia visto che la sua era effettivamente morta, spezzata, devastata, sparita nel nulla.
Strinse le mani attorno alla tazza che aveva appena afferrato senza accorgersene.


“Ho detto qualcosa di sbagliato?” gli chiese Dean notando il suo cambio di umore. Sam fece nuovamente spallucce fingendo indifferenza, anzi afferrò la palla al balzo per cambiare discorso.


“Dovresti farmi un piacere”
“quale?”
“dirmi dove posso trovare il bar più vicino, devo comprare un pacco di sigarette”

Per poco Dean non si strozzò con il suo stesso latte.
“Fumi?”
“e allora?”
“è solo che a papà non piace affatto il fumo. Sente l’odore a kilometri di distanza, te lo dico per esperienza, lascia perdere” Dean gli rispose con l’amaro in bocca non volendo ricordare un episodio sconveniente accaduto appena tre mesi addietro.
“per me è un discorso completamente diverso, non è mio padre” gli rispose Sam alzandosi per andare a posare la sua tazza nel lavandino. Dean fece lo stesso.
“anzi, per me John non significa nulla, potrebbe essere un idiota qualsiasi” rispose guadagnandosi la collera di Dean che lo afferrò per la maglietta e lo sbatté con violenza contro l’anta di una credenza.
“Non parlare così di mio padre, dell’uomo che ti ha tirato fuori da quel dannato orfanotrofio, altrimenti ti ci sbatterò io a calci” sussurrò stringendo la presa e avvicinandosi se possibile ancora di più al viso del più piccolo. Sam abbassò lo sguardo vinto dalla pericolosa vicinanza. Le parole di Dean non gli facevano né caldo né freddo, era solito a questi dialoghi all’orfanotrofio, ma la sua bocca così vicina alla propria, caspita se lo faceva impazzire. E non gliene fregava niente se non aveva provato nulla di simile per qualche ragazzo prima di allora, in quel momento avrebbe solo voluto zittirlo a suon di baci.

Dean invece si allontanò quasi subito. Avere Sam così vicino a lui, anche solo per qualche secondo, gli aveva fatto provare brividi indescrivibili. Pensò fossero causati dalla foga del momento.


“Cercatele da solo le sigarette mio caro Sammy perchè non sarò tuo complice in questo” gli disse freddo lasciandolo solo nella cucina.

Sam si riprese solo qualche secondo dopo, quando ormai il silenzio fungeva da sovrano sull’intera casa. Rimase ancora poggiato alla credenza borbottando un: “Non chiamarmi Sammy”.





Iniziamo ad immergerci nella storia vera e propria e credo che con questo capitolo ho cambiato un po' le opinioni che vi eravate fatti sui personaggi principali, specialmente su Sam.
Che dire, spero davvero di non aver scemato le vostre curiosità e soprattutto la voglia di continuare a leggere la storia!
Prima di scappare volevo ringraziare tutte le persone che sono solo entrate a dare un’occhiata ma soprattutto chi ha aggiunto la storia tra le seguite e TeamFreeWill e Lilyy per aver recensito. GRAZIE DAVVERO.
Alla prossima xxx
   
 
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