Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.10
Un supersaiyan in pannolino
Lo
stomaco di Goku gorgogliava, mentre Son svuotava un piatto dopo
l’altro.
Vegeta, seduto accanto a lui, mangiava con la medesima
voracità.
Vetrunks
ridacchiava, guardandoli.
“Ti
aiuto io a lavare i piatti” si propose Trunks.
“E
tu Bra?” chiese Chichi.
Bra
stava litigandosi un cosciotto di pollo con Goten, ed entrambi si
voltarono, continuando a stringerlo vicendevolmente, il viso sporco di
olio.
“Certo
Chichi”. “Certo mamma”. Dissero con toni
ugualmente poco convinti.
“Io
voglio andare al lago a prendere il sole, dopo” disse
Vetrunks e annuì.
Vide che a May stava cadendo un pezzettino di sushi, lo
afferrò al volo con la
supervelocità e glielo porse. La bambina gli sorrise e se lo
mise in bocca con
le mani.
“Sembrate
un branco di selvaggi” gemette Chichi.
“Su,
Chichina, rilassati” disse Goku. Afferrò un pesce
arrostito e se lo
mise tutto in bocca.
“Pan
oggi sarebbe voluta volentieri venire, ma in palestra si stanno
allenando per le prossime selezioni nazionali. Io, invece, mi sono
preso una
giornata libera dall’ufficio
“A
me fa bene un po’ di riposo. Goshin non fa altro che
attaccarsi al seno.
Tsk, mi tocca mangiare per
tre”
borbottò Bra, incrociando le braccia.
Goten
ridacchiò isterico e si grattò la testa.
“Amore,
forse non dovresti parlare del seno a tavola”
mugolò.
Bra
gli tirò un pugno sulla spalla, facendolo gemere di dolore.
“È
un discorso assolutamente naturale” borbottò.
“Pecché non si dice?”
chiese May.
Vegeta
le coprì le orecchie con le mani e si voltò,
rimproverandoli: “È
troppo innocente per questi discorsi. Crescerà
male!”.
“Che
diamine è un seno?” chiese Goku, grattandosi la
testa.
Chichi
lo raggiunse con un colpo di mestolo, l’eroe della Terra
piagnucolò
massaggiandosi un bernoccolo sul capo. Il resto della comitiva
scoppiò a
ridere.
*********
Goshin
sbadigliò, si strofinò un occhio con il pugno
chiuso, dimenò i piedi
facendo cadere la copertina azzurra che lo copriva.
Gorgogliò, spalancò gli
occhi dalle iridi more e si guardò intorno,
scalciò con le gambette paffutelle,
indossava solo un pannolino e dimenava la coda pelosa.
Sgranò
gli occhi vedendo che dalla finestra era entrata una farfalla,
cercò
di afferrarla, ma il coleottero evitò le sue dita
cicciottelle, gli si appoggiò
sul naso e volò nuovamente. Goshin la vide attraversare la
finestra, scoppiò a
piangere. La sua energia aumentò esponenzialmente, strillava
e si dimenava, la
sua aura s’incrementò e si tinse del colore
dell’oro.
Goku
si voltò di scatto sentendola e mise giù May,
seduta sulle sue gambe.
Vegeta si alzò in piedi, percependola a sua volta, Trunks e
Vetrunks si
voltarono insieme a lui.
Bra
corse nella stanza di suo figlio, raggiungendo la culla.
Goten
impallidì, guardò le iridi verde-acqua del
neonato e i suoi capelli
ritti, del medesimo colore dell’oro.
“Non
può essere già un teppista così
piccolo!” strillò Chichi.
“Urca,
un supersaiyan in pannolino” disse Goku, grattandosi la
testa, spettinandosi
le larghe ciocche more.
Vegeta
rabbrividì e corrugò la fronte spaziosa.
“Se
fosse un presagio?” si chiese, bisbigliando.
Il
piccolo supersaiyan cercò di spiccare il volo, Bra prese il
figlio tra
le braccia, cullandolo, cercando di farlo smettere di piangere.