Nell' esatto
istante in cui Kagome varcò la soglia della biblioteca, le risate
allegre e i rumori del corridoio furono smorzati dalla quiete. Con i
libri da restituire sottobraccio e i nervi a fior di pelle, si
concesse una breve occhiata in giro. Kagome amava quel senso di pace e
di tranquilità. Il silenzio, il bisbiglio appena accennato di alcuni
lettori, il soffitto altissimo, gli interi scaffali di libri di ogni
genere, autore e provenienza e le luci basse che sembravano nascere
dagli occhi chini sulle scrivanie in noce scura. Il più delle volte
quel luogo riusciva a rilassarla..a distrarla dai suoi problemi..dalle
sue domande. Come farne a meno?
Avanzando
lentamente, l'odore inebriante di una tazza di caffè fumante attirò
la sua attenzione. Voltando il capo alla sua destra, accanto alla
prima fila di scaffali, la vide. La signora Yamamoto invece sembrava
non essersi accorta della sua presenza. Kagome sospirò, ormai
rassegnata a ricevere i meritati rimproveri. Avrebbe dovuto
consegnare i libri il giorno prima, quando Sango le aveva suggerito
di restituirli. Ma non le aveva dato retta, quindi, serrando
nervosamente la stretta sui libri che teneva sottobraccio, l'
avvicinò. La donna sedeva in una poltrona di cuoio e sorseggiava
tranquillamente il suo caffè. Gli occhi scuri, coperti da una paio di
occhiali fin troppo spessi per la forma del suo viso, era puntati
sullo schermo piatto di un computer piuttosto nuovo.
- Buongiorno.-
la salutò cordialmente Kagome, accennando un sorriso gentile.
La
breve pausa per la ricreazione sarebbe terminata da lì a poco e non
aveva altro tempo da perdere. Presto sarebbe suonata la campanella e
sarebbe dovuta tornare in classe, in vista del compito di matematica.
Meglio non pensarci, pensò, concentrando la sua attenzione sul viso
della donna che, salutandola a sua volta, alzò il viso su di lei. Lo
sguardo stanco, contornato da un paio di occhiaie scure non era di
buon presagio. E le rughe piuttosto marcate sulla fronte lo erano
ancor meno.
- Sono
qui per consegnarle i libri che ho preso in prestito.- fece una pausa
per studiare la sua espressione vagamente assente.- In realtà avrei
dovuto riportarglieli giorni fa.- ammise con aria colpevole. Si morse un labbro, distogliendo lo
sguardo da quelli improvvisamente indagatori della signora Yamamoto e attese di
sentire la sua voce.
- Signorina.-
fece la la donna, catturando algidamente il suo sguardo con un
sorriso tirato agli angoli della bocca.- Qualcuno le ha mai detto
che le scadenze hanno un loro perchè?- le domandò con iroia,
raddrizzando la schiena sulla sua poltrona. Rise pacatamente delle
sue stesse parole, scrutandola attentamente. Kagome s'irriggidì e
non potè far a meno di distogliere nuovamente lo sguardo. Non
voleva fronteggiarla, nè tanto meno permettersi di rivolgerle uno
sguardo insolente. Calma, si disse tra sé.
- Mi
dispiace. La cosa non si ripeterà. Le garantisco che d'ora in poi
non avrà motivo di lamentarsi di me.- rispose, con un tono di voce
ben moderato.
-
Oh, lo spero bene.-
Il discorso fortunatamente lo chiuse lì. Chinò lo sguardo
stanco sulla scrivania e afferrò mano a mano ciascun libro,
digitando qualcosa al computer, tra un brontolio e l'altro. Kagome glieli porse uno ad uno,
sollevata, ma nello sporgersi oltre la scrivania urtò la tazza di
caffè. La donna si alzò di scatto in piedi, salvando per un pelo i
libri e il suo tailleur dal liquido fumante che gocciolava sul
pavimento e si espandeva sulla scrivania. Kagome portò di colpo
una mano di fronte alla bocca. - M-mi dispiace. Non l'ho fatto
apposta.- si scusò, cercando disperatamente nel suo zaino un pacco
di fazzolettini. - Ha qualcosa per asciugare? L'aiuto io!-
La donna le lanciò un'occhiataccia vagamente inferocita.- In
borsa.- rispose in un ringhio, oltrepassando la scrivania.- Resta qui e
non muoverti fino al mio ritorno.- le intimò con sguardo truce.
Chiudendo la porta alle sue spalle, si riversò nei corridoi.
Kagome
si prese la testa tra le mani, battendo violentemente una mano sulla
scrivania.
- Ma che cavolo! - imprecò, ma
il suono di una risata carezzevole, la distrasse dal suo tentativo di
cercare qualcosa per rimediare al danno che aveva combinato. Si voltò
di scatto, sobbalzando per la sorpresa.
- Ciao, Kagome! -
Lo sò! =( Sono in ritardo come al solito, ma non riuscivo ad andare avanti. Avevo buttato giù un capitolo diverso, ma non mi convinceva molto. Stamane fortunatamente l'ho riscritto tutto da capo e ora sono qui ad aggiornare. Oggi sono stata folgorata xD da 1 idea per il capitolo 8 *___* e quindi sono già all'opera con il 7. Grazie ancora a tutti coloro che seguono la mia storia e soprattutto a chi commenta. =)
KisSoni.