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Autore: Emmastory    02/02/2018    4 recensioni
La vita di Rain e del suo gruppo continua, ma purtroppo senza uno dei compagni di viaggio. Sono passati ben quattro anni da quando la povera Samira è morta da eroina sul campo di battaglia, tentando assieme agli amici di eliminare una minaccia ormai conosciuta, ovvero i Ladri. Ora come ora, con la calma che regna sovrana ad Ascantha, nessuno sa cosa sia successo davvero, se la guerra sia finita, o sei ai nostri eroi sia stata concessa una tregua. Sempre uniti e fiduciosi, sono decisi a combattere le loro battaglie, e sperare, con tutte le loro forze, in un nuovo e sereno domani. Come andrà a finire? Scopritelo unendovi di nuovo a loro, nell'ultimo capitolo della saga di Aveiron.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-VII-mod
 
 
Capitolo LVI
 
Alla luce del sole
 
Sveglia da pochissimo tempo in una matttina completamente nuova, leggevo alcune pagine di uno dei miei libri preferiti, precedentemente appartenuto a mia madre e passato poi nelle mie mani per suo semplice volere. Il regalo perfetto per i miei ventun'anni, che avevo ormai riletto più e più volte, ma del quale non mi stancavo mai. La giornata aveva appena avuto il suo lento inizio, e improvvisamente, ancora immersa nella lettura, sentii un peso enorme sulla coperta. Era Chance, che ancora convinto di essere un cucciolo, non ha abbandonato l'abitudine di svegliarmi saltando sul letto. Liberandomi da quella morbida trappola, sgusciai fuori dal letto nonostante il suo dolce peso, e aprendo la porta della mia stanza, inspirai la gentile aria che spirando nel corridoio mi lambiva i polmoni. Nell'aria c'era odore di caffè. Avrei voluto berne una tazza, ma dando uno sguardo alla piccola sveglia posta appena sopra il comodino, mi resi conto che era decisamente troppo presto. Guardandomi, Chance agitò la coda, e nel farlo, uggiolò debolmente. Erano appena le sette del mattino, e come ogni volta, aveva bisogno di uscire. Contrariamente ad Ascantha, Aveiron non era immersa nel verde, ma in qualche modo, il cane era riuscito a trovare lo spazio necessario a correre e scaricare la sua energia, che lentamente sembrava esaurirsi. Pensandoci, mi lasciavo avvolgere da un senso d'impotenza e rammarico. Che potevo farci? Era vecchio, e nessuno avrebbe potuto fermare o alterare il corso del tempo. Cedendo alle sue continue suppliche, lasciai che scorrazzasse libero per un pò, richiamandolo a me solo dopo pochi minuti. Proprio come me, conosceva il pericolo, e sapevo che non si sarebbe mai allontanato troppo. Silenziosa, lo guardavo divertirsi con Max e Myra, e non appena tornarono in casa, notai che la sala principale era vuota. Inizialmente, non capii il perchè, ma fermandomi a riflettere, risolsi subito l'enigma. Anche se da poco, il castello aveva un nuovo membro, che per qualche tempo avrebbe avuto bisogno di tutto l'amore e l'attenzione delle due onne che tanto l'avevano desiderato. A quel solo pensiero, sorrisi, e prendendo posto accanto alla finestra, iniziai a sentire degli strani rumori, come di passi ripetuti e leggeri. Lady Fatima camminava per la sua stanza in un andirivieni confuso e agitato. Decisamente troppo per il suo carattere freddo e distaccato, ma appropriato al terribile accadimento che andava oltre le sue previsioni. "Natalia, che tu sia maledetta." Borbottò a denti stretti, fermandosi poi davanti alla sua finestra, da cui poteva vedere la città di Ascantha oltre il sentiero. Le sue sentinelle, che vi si erano recate appena poche ore prima, le avevano riferito qualcosa che stava scuotendo l'indignazione di tutto il popolo. Sapeva che prima o poi sarebbe successo, ma non se lo aspettava così presto. "Che errore non uccidere subito quella piccola vipera..." Pensò, parlando con sè stessa e trovandosi costretta a mordersi la lingua per non imprecare. In tutto il suo castello non c'era che silenzio, così che Lady Fatima fosse libera di pensare e distendere i nervi, ma un suono improvviso la distrasse, facendola quasi sobbalzare. Come sempre, qualcuno bussava alla porta. Rachel. Alla sua vista, la donna fece un semplice gesto con la mano. "Vieni, Rachel, in fretta." La pregò, non riuscendo a nascondere la vena di preoccupazione che aveva nella voce. Doveva e voleva risolvere il problema, ma non senza aver prima chiesto il parere della ragazza, in quanto la faccenda riguardava entrambe. "Fatima, ma che succede?" le chiese lei, preoccupata a sua volta come mai prima. "Hai saputo cosa sta succedendo ad Ascantha?" Replicò la donna, voltandosi verso la ragazza. "No, io non..." Balbettò lei in risposta, confusa. Ancora nervosa, la Leader cercò di calmarsi, e respirando profondamente, sputò il nome della fonte del problema. "Natalia." Disse soltanto, già inviperita. "Aspetta, Natalia? No, non dirmi che..." Rachel riuscì a malapena a rispondere, con la voce e il corpo tremanti. "In questo momento sta sbandierando ai quattro venti la nostra relazione, e non sta usando parole gentili, credimi." Disse a quel punto la donna, riprendendo a camminare per la stanza con le mani strette a pugno nel vano tentativo di calmarsi. Ribolliva d'ira. "Ma che cosa... Quella carogna! Dio, tu non lo sai, ma a volte vorrei davvero che... che lei..." Rispose Rachel poco dopo, imponendosi di non esagerare con le parole e non trovandone di adatte per descrivere come si sentisse nè cosa volesse farle. Proprio come la sua amata, anche lei aveva i nervi a fior di pelle. "Non possiamo ignorarla, lo sai bene quanto me." Continuò Lady Fatima, con una strana calma nella voce mentre la fissava negli occhi e addolciva lo sguardo. "Rachel, gattina..." la chiamò, avvicinandosi e prendendole le mani, che tremavano leggermente. "C'è solo una cosa che possiamo fare, ma devo sapere se sei del mio stesso parere." Aggiunse poi, preoccupata per la proverbiale debolezza del suo carattere. In quel momento, non sopportando il silenzio della donna, Rachel riprese a parlare. "Fatima, ti prego. Sai che farei di tutto per te, e se c'è davvero un solo modo di salvare il nostro rapporto..." esitò per un attimo, le lacrime negli occhi. "Allora dimmelo." Concluse poi, dopo aver preso un profondo respiro, rovinato dal pianto che desiderava solo liberare. Silenziosa, la Leader chiuse gli occhi per un attimo. Quello che stava per dire non era facile, ma sperò che la ragazzza accettasse quella soluzione. "Dobbiamo dire la verità. Non nel modo barbaro e depravato in cui la sta raccontando Natalia, ma..." Dichiarò, per poi accarezzarle la guancia e guardarla con amore. "A modo nostro, tesoro. In fondo questa è la nostra verità." Finì di dire, trovandosi a sua volta sul punto di scoppiare in lacrime. A quelle parole, Rachel fu colta di sorpresa da un tuffo al cuore, ma facendo uno sforzo per dominarsi, accettò. Spiegarlo le veniva difficile, ma avendo imparato a ignorare l'altrui giudizio soltanto grazie a lei, non c'era davvero nulla che non avrebbe fatto per Fatima, la sua bella, bellissima Fatima. Felice e orgogliosa di lei, la donna strinse la presa sulle sue mani, senza però farle alcun male. "Solo se te la senti, sai che posso farla uccidere in qualunque momento." Precisò, volendo sincerarsi della decisione della ragazza. "Per quanto orribile e malvagio possa essere, nessuno merita davvero la morte, amor mio. E inoltre, le genti di Aveiron devono saperlo. Solo così potranno accettarci, e in caso contrario, non m'importa. Ti amerò per sempre, e questo non cambierà mai." Le rispose lei, sentendo la sua presa farsi ferrea e il battito del suo cuore ormai in tumulto. Per tutta risposta, la Leader annuì in silenzio. L'espressione grave mentre le dava un casto bacio sulla fronte. Sapeva che sarebbe stata sempre dalla sua parte, e non avrebbe mai smesso di ringraziarla per questo. "Allora è meglio andare, più aspettiamo è più la situazione peggiorerà." Disse soltanto, ripiombando poi nel silenzio. In completo accordo con lei, Rachel le rubò un veloce bacio, poi le strinse la mano. "Andiamo." Sussurrò, decisa. In fretta, Lady Fatima raggruppò un manipolo delle sue sentinelle e, insieme a Rachel, s'incamminò cauta per il sentiero di Ascantha. A breve avrebbero varcato le soglie della città. Silenziosa ma sicura, Rachel le camminò accanto, sempre attenta a non lasciar mai andare la sua mano. Sapeva di essersi innamorata di lei, e sapeva di amarla, ma non avrebbe mai neanche lontanamente potuto pensare che seguire il suo cuore avrebbe significato essere una fuorilegge. Trasgredire delle regole tanto insulse non le importava, e ora era lì per provarlo. Non appena le due entrarono in città, tutti gli occhi furono su loro. Muovendosi con passo quasi regale, la Leader non diede a vedere la sua agitazione e puntò dritta verso la piazza centrale. Da lì si potevano sentire le grida isteriche della sua ormai vecchia serva. "Non allontanarti da me per nessun motivo, Rachel. Questa gente, se aizzata, è capace di tutto." L'ammonì, seria. Mantenendo il silenzio, Rachel si limitò ad annuire, stringendo la mano dell'amata con forza ancora maggiore. Fra un passo e l'altro, non vedeva che cittadini arrabbiati, con il veleno in bocca e negli occhi. Aveva paura, ma lottava per non mostrarlo, ben sapendo di dover essere forte. "Natalia!" Chiamò Lady Fatima a gran voce per farsi sentire. Inizialmente, non ci fu risposta, ma la ressa di persone attornò a lei si allontanò, come se assieme a Rachel fosse stata lebbrosa o appestata, affetta da chissà quale contagiosa malattia. Sempre preoccupata, fece mettere la ragazza dietro di sè, proteggendola con il suo corpo mentre Natalia la fissava con odio e veleno negli occhi.In quel momento, un silenzio di tomba scese nella piazza, e sgomitando leggermente fra tutte quelle persone, lei si fece avanti. Volendo evitare di inciampare, guardò costantemente in basso, ma non appena alzò lo sguardo, il sangue le si gelò nelle vene. "Milady!" La chiamò, ricordando di averla servita e sapendo di doverle rispetto. "Hai messo su un bel teatrino, a quanto vedo, ti stai divertendo?" Chiese sarcasticamente la donna, ancora livida e incollerita. Parlò a denti stretti, trattenendo a stento la rabbia che voleva riversarle addosso. Le sue sentinelle e i suoi cavalieri si erano nel frattempo mescolati alla folla in silenzio, pronti a fermare chiunque avesse pessime intenzioni. "Io sì, e voi? Sempre attaccata alla vostra "ragazza" vedo. Già, perchè io non ero abbastanza anche dopo anni, giusto?" ruggì lei, offesa e arrabbiata. Un basso mormorio si levò da un gruppo di paesani e una pietra le venne scagliata sulla fronte. Il dolore fu atroce, ma Lady Fatima non si fece scappare neanche un lamento o una smorfia del viso. Rimase eretta e stoica, gli occhi di ghiaccio mentre un rivolo di sangue iniziò a serpeggiarle lungo la guancia e il mento. Colpita, Rachel provò a intervenire, ma venne fermata. A farlo fu proprio la sua ragazza, che senza una parola, le strinse il polso fin quasi a farle male. "Non muoverti." Sembrava voler dire, con una luce sinistra negli occhi. Poco dopo, lasciò la mano di Rachel, e lentamente fece un passo in avanti, proprio verso Natalia. "Hai ragione nel dire ciò che dici, sai?" Iniziò a dire, indicando la giovane con un gesto della mano. "Perchè è quello che è. La mia ragazza." Aggiunse, girando il volto verso di lei e guardandola dolcemente.Il pubblicò iniziò ad imprecare contro di loro, ma non mossero un muscolo, non ancora. Pur sentendosi chiamata in causa, Rachel stessa non disse nulla, ma ricambiando quello sguardo, mosse leggermente una mano, andando a toccare il viso della sua donna. Tutte le urla e le imprecazioni non la toccarono, e il cuore quasi le esplose nel petto. Il loro amore esisteva ed era reale, e ormai la legge di Aveiron non significava nulla. "Conosco bene le leggi, mie concittadini!" Urlò la Leader alla platea, ndicando il cerchio di persone intorno a loro senza più curarsi di Natalia. "Ma quando qualcuno prova amore verso un'altra persona, che importanza hanno?" Aggiunse, seria come mai era stata in vita sua. Per tutta risposta, la folla continuò ad imprecare, e mentre le urla la rendevano quasi sorda, Lady Fatima non perse la calma. La chiamavano per nome, la colpivano e la insultavano, ma lei restava lì, ferma e immobile. Con decisione, la donna alzò una mano verso l'alto per invocare il silenzio. Conosceva ognuno di quei volti, li proteggeva con i suoi cavalieri mettendoli sempre a disposizione, così come faceva con le guardie. Che diritti avevano ora su di loro? Su loro due? Ai suoi occhi valevano tutti meno di zero. Ormai sul punto di piangere, Rachel fece a sua volta un passo in avanti. "Basta! Ora basta! Non so cosa crediate che ci sia di sbagliato in noi, e se quel qualcosa esista davvero, ma è la verità. Io e Lady Fatima ci amiamo, e non importa quanto proviate a spaventarci o a farci cambiare idea, il nostro amore non cambierà mai! Pensateci, perchè dovremmo lasciare che siate voi a decidere cosa sia giusto o sbagliato, se in realtà abbiamo una volontà nostra? Credete per caso che attaccarci in questo modo ci farà cambiare? Smettere di amarci? Di fare... questo?" Il suo discorso fu un fiume di parole forti, e con la sua fine, lei si voltò verso l'amata, baciandola senza vergogna proprio lì, proprio in quel momento, e di fronte a tutti. Colta alla sprovvista dal bacio di Rachel, Fatima rimase per un secondo perplessa. Solo per un secondo, allo scadere del quale le circondò la vita con le braccia, stringendola a sè possessivamente e prendendo il controllo del bacio. Si sentì emozionata come la prima volta, il cuore le batté forte nel petto. "Al diavolo tutti quanti, eh, gattina mia?" le sussurrò sulle labbra, in un sorriso felice. "Già al diavolo, padrona del mio cuore." Rispose lei nel bacio, per poi chiudere gli occhi e goderselo fino alla fine e al contempo sperando che non l'avesse. Quando a malincuore si staccò e mise fine al bacio, Lady Fatima si girò verso Natalia e ghignò soddisfatta. "Non so cosa tu volessi fare con tutto questo dar spettacolo." Disse indicando tutto attorno a loro. "Ma come puoi vedere non ci tocca minimamente. Ritieniti fortunata invece di esserti tenuta la testa attaccata al collo anche questa volta, cara." Continuò, concludendo quella frase con una nota di puro odio nei suoi confronti e un sibilo pieno di minaccia. Poi, con uno schiocco di dita, ordinò in silenzio la ritirata verso il loro castello. "Vieni, gattina, andiamo a casa." Sussurrò all'indirizzo dell'amata, con dolcezza. "Come vuoi, amore mio." Rispose Rachel, voltandosi soltanto per un attimo verso Natalia e sputandole in faccia. Una volta fatto, tornò a concentrarsi sull'amata, e mentre la vipera guardava, la baciò ancora, soltanto per vedere il suo volto trasformarsi in una maschera d'invidia e gelosia. Lasciandola fare, Lady Fatima rise divertita mentre ricambiava il bacio con slancio, e, insieme, mano nella mano, lei e Rachel uscirono dalle porte di Ascantha con il cuore decisamente più leggero.Fra un passo e l'altro, Rachel non staccò gli occhi da lei neanche per un attimo. "Se solo Gabriel potesse vederci." Le disse, stringendola a sè con amore. "Ne sarebbe orgoglioso." Rispose la donna annuendo in silenzio, mentre le passava un braccio sul fianco e la stringeva a sè. Di lì a poco, un ennesimo bacio unì le loro labbra, e felici come mai prima, si sentirono finalmente liberi di essere ed esistere, rinunciando, da quel momento in poi, a guardare la folla giudice e ipocrita fuori dalla loro finestra. Non appena tornarono, la notizia mi fu riferito da uno dei servi della Leader, e aggiornando il mio diario, piansi lacrime di gioia, poichè finalmente Rachel e Lady Fatima avevano avuto il coraggio di mostrarsi a viso scoperto davanti all'intero regno, così da vivere il loro rapporto alla luce del sole.   
 
 
Un caloroso saluto a tutti i miei lettori. A soli quattro giorni dalla pubblicazione dell'ultimo capitolo, eccomi qui con uno nuovo e importante, nato come già vi avevo anticipato grazie all'aiuto della mia amica KaronMigarashi. Finalmente, anche lei è in pari con la storia come voi, e ringraziandola ancora, posso solo immaginare l'espressione sulla sua faccia quando leggerà queste note. Prima di andare, ringrazio sentitantemente anche il resto di voi per il supporto. Forse non lo dico abbastanza, ma significa molto per me, sappiatelo. In ultimo spero che il capitolo vi sia piaciuto, e ci rivedremo nel prossimo, a due o a quatttro mani. A presto, e grazie ancora,
 
Emmastory :) 
   
 
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