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Autore: Florafairy7    02/02/2018    2 recensioni
[ Sequel di "Profumo di un Fiore d'Inverno"]
Tante novità aspettano le Winx in questo nuovo anno! Dopo aver salvato per l'ennesima volta la Dimensione Magica dalla strega Yana, le sei fate possono concludere il loro percorso di studi ad Alfea. Ognuna di loro seguirà la sua strada tra dubbi e difficoltà entrando nel mondo adulto, ma resteranno divise per poco: una nuova minaccia incombe sulla Dimensione Magica e ci sarà bisogno di loro per combatterla.
{In collaborazione con Ariel99}
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brandon, Flora, Helia, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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LA FARFALLA PRIGIONIERA

Flora e Miele erano nella biblioteca del palazzo di Sakoma, insieme a Chatta, col naso nei libri. Fuori aveva cominciato a piovere e le gocce battevano insistentemente contro le grandi vetrate. Furono interrotte da qualcuno che bussò alla porta, Flora dunque diede il permesso di entrare.

"Lady Flora," Esordì la giovane donna che fece qualche passo dentro, Flora cercò di trattenere il suo viso dal mostrare irritazione di fronte a quel titolo che le era stato conferito ora che era la fidanzata del principe. "chiedo scusa per l'interruzione, ma ci sono delle persone per voi."

"Persone?"

"La principessa di Andros, il principe di Eraklyon, la principessa di Solaria, la principessa di Domino e altri. Non mi era stato detto che ci sarebbe stato un incontro politico questa mattina eil principe è fuori e non è stata preparata la sala..."

"... va bene." La interruppe Flora, alzandosi e rimettendo ordine sul tavolo. "Non preoccuparti, non c'è bisogno di alcuna sala." Miele e Chatta la seguirono mentre Flora si avviava all'uscita.

"Volete che mandi a chiamare il principe?"

"Non ce n'è alcun bisogno, e ti prego di non avvertire neanche la baronessa."

"Come desiderate." Annuì la giovane, fece per accompagnare Flora ma lei si rifiutò e così la servitrice ritornò al suo lavoro a passo spedito.

"Cosa ci fanno tutti qui?" Chiese Miele, mentre seguiva sua sorella giù per le scale.

"Non lo so." Rispose Flora, "ma dev'essere successo qualcosa."

Le due sorelle raggiunsero in fretta i loro amici che erano rimasti ad aspettarle di sotto, una volta accolti, Flora li guidò nella serra. Camminando, nessuno parlò: e perché sentivano di star facendo un qualcosa di segreto, o almeno era quella la sensazione che trasmetteva l'espressione di Flora, e perché effettivamente nessuno sapeva niente del perché Helia e Brandon li avevano chiamati con urgenza chiedendo loro di recarsi immediatamente su Sakoma. Solo Tecna borbottava con Sky a proposito dell'incontro delle Comunità scientifiche sul fatto che non si fidava affatto di Alexander e che lasciarlo lì forse era stata una cattiva idea e, in maniera del tutto inaspettata, Timmy lanciò delle frecciatine alla sua ragazza proprio a proposito del dottore. La fata era troppo sveglia per non coglierle ma non trovò le parole giuste per replicare.

"Wow, Flora, questo posto è fantastico!" Esclamò Bloom, ammirando la serra una volta che Flora li aveva fatti entrare, sebbene un po' di fretta.

"Grazie." Replicò Flora, dando un'occhiata svelta al proprio lavoro e accennando un sorriso. "Ma mi dite cosa ci fate tutti qui?" Chiese poi.

"Che accoglienza!" Disse Stella con sarcasmo, Flora sospirò, mantenendo la calma.

"Stella, non è che non abbia voglia di vedervi, ma qui le cose sono complicate..." Sospirò ancora, poi incrociò le braccia e chiese ancora:" Allora, che succede?" Nessuno rispose, nessuno sapeva. Flora guardò Brandon, e poi guardò Helia. Conosceva entrambi e capì che qualcosa li stava turbando, dunque guardò Brandon negli occhi, chiedendogli con lo sguardo di risponderle, e fu proprio quello che fece lo scudiero:

"È successa una cosa. Su Linphea." Flora si accigliò, Miele anche. "Le ombre l'hanno attaccata, sono arrivate e hanno ricoperto tutto, hanno oscurato il pianeta... quasi fino alle sue viscere."

"Come stai?" Chiese allora Flora con la stessa espressione seria e le braccia incrociate, non appena lui finì di parlare. Lui le rivolse prima uno sguardo sorpreso ma poi rispose:

"Sto bene, Vymarna si è difesa, è stato solo grazie a Lei che ci siamo liberati delle ombre."

"E grazie alla magia della Natura abbiamo potuto interrompere la soggiogazione delle ombre." Aggiunse Helia, dato che Brandon si era fermato.

"A chi è toccato stavolta?" Chiese Sky, abbattuto. Helia lo guardò, Brandon guardò Flora.

"A chi è toccato?" Domandò allora la keimerina, con lo sguardo di dolce serietà uguale a quello di sua madre.

"A vostro padre." Rispose Brandon.

"Che?!" Esclamarono le due sorelle all'unisono. "Adesso sta bene?!" Chiese Flora.

"Cosa gli hanno fatto?!" Chiese invece Miele.

"Sta bene." Le fermò Helia. "Vymarna l'ha liberato, ha perso i sensi e l'abbiamo lasciato che riposava, ma state tranquille, ormai è tutto passato."

Miele abbracciò Flora e si strinse a lei, Flora la tenne fra le sue braccia ma il suo sguardo esprimeva tutta la sua preoccupazione.

"Dobbiamo trovare un modo per fermare queste ombre." Disse Bloom, sedendo su uno sgabello accanto ai gerani. "Questa volta è stata Vymarna, un ennesimo colpo di fortuna, ma dobbiamo capire cosa fare, ragazzi." Flora gettò un'occhiata allo scudiero per fargli capire che quello era il momento per parlare, sapeva che lui avrebbe evitato volentieri di farlo.

"Ecco, a questo proposito..." Disse allora Brandon, prendendo un respiro. "... dobbiamo maneggiare la magia nera, e scordatevi che ve lo lasceremo fare, ragazze. Dunque ho creduto che forse... forse Logan potrebbe aiutarci." Si aspettava le espressioni e le reazioni dei suoi amici, tutti quei "con tutto il rispetto, ma..." e "siamo davvero sicuri che...", cercò sicurezza nello sguardo della keimerina, lei gli fece un cenno e poi disse:

"Ragazzi, è l'unica soluzione che abbiamo. Noi siamo delle fate, Faragonda stessa non ne sa nulla e usare la magia nera potrebbe metterci nei guai, non solo con il Consiglio Magico ma anche con noi stesse, insomma, quando si pratica la magia nera si cambia e non si torna più indietro, non possiamo davvero pagare questo prezzo."

"Quindi tu credi che sia una buona idea? Logan ha provato ad ucciderti." Le ricordò Bloom, incrociando le braccia.

"Sì, credo che sia una buona idea perché è l'unica soluzione che abbiamo." Rispose Flora, ignorando l'affermazione della sua amica. "E comunque non siamo neanche sicuri che il Consiglio lo approverà, Faragonda ha soltanto detto che ci avrebbe provato."

"Anche Faragonda è d'accordo?" Chiese Tecna, stupita.

"Sì, anche Faragonda è d'accordo. Comunque, io e Miele abbiamo passato una mattinata costruttiva e magari, se Logan potrebbe davvero aiutarci, possiamo davvero avere la meglio su queste ombre e persino su Zvonimir."

"Come?" Chiese Sky.

"Abbiamo trovato dei libri sull'illusione nella biblioteca del palazzo." Rispose Miele, animandosi. "Ci sono un sacco di informazioni e soprattutto ci sono anche degli incantesimi, e poi ci sono delle note, sono di Nikolai quindi possiamo fidarci."

"Come sapete che sono di Nikolai?" Domandò Helia.

"Nel suo diario è scritto che stava studiando questo tipo di magia, dice che voleva saperne di più, voleva capire, e poi riconosco la sua grafia."

"Oh..." Si lasciò scappare Stella, ma Flora aggiunse:

"Non era una fata, non è la stessa cosa. Era uno spirito primordiale della natura, la magia gli era sottomessa e non poteva sopraffarlo."

"Okay, almeno abbiamo fatto dei passi avanti." Disse Tecna. "Per il resto, rimane il fatto che dobbiamo contenere i danni. Noi veniamo dall'incontro con le comunità scientifiche e c'è il caos sui pianeti."

"E se vi dicessi che i problemi non sono finiti?" Chiese Helia con un sorriso forzato, tutti lasciarono andare un gemito di disperazione prima che il giovane potesse parlare. "Zvonimir ci ha rivelato il suo piano."

"In che senso?" Chiese Timmy, confuso.

"Sì, in un impeto di mania di grandezza, credo... comunque la sua ombra ci ha rivelato che ha intenzione di rubare le Gemme. Non vuole soltanto vendetta, vuole il controllo della Dimensione Magica."

"E Nebula si rifiuta ancora di aiutarci? Ma siamo seri?" Esclamò Musa, sconvolta.

"Non potrà rifiutarsi per molto, presto la situazione sfuggirà di mano anche a noi. Ragazzi, siamo noi contro un'armata di ombre e un tizio che sembra davvero potente. Cioè, è un terrestre e ha sviluppato da solo la sua magia, sta controllando quelle ombre da Obsidian..." Aggiunse Aisha. Ci fu silenzio, qualcuno gettò lo sguardo verso la finestra dove la pioggia batteva insistente.

"Sì, beh, quindi?" Chiese Musa, a braccia incrociate. Sky sospirò e rispose:

"Quindi bisogna proteggere le Gemme, allertare i pianeti, proteggere i Codex..."

"I Codex?" Fece eco Stella, confusa.

"Sì, non dimenticare che il Codex di Torrenuvola è stata la prima cosa che le ombre hanno cercato di rubare." Spiegò Flora. "Se Zvonimir ottenesse i Codex potrebbe accedere alla Dimensione Relix, il che non è un bene."

"E non è detto che cerchi questo, per quanto giustamente maniacale sembri." Aggiunse Brandon. "Il primo Codex che cercava era quello di Torrenuvola, sbaglio a pensare che contenga il potere dell'Oscurità tanto quanto gli altri contengono quello della Luce?"

"Purtroppo non sbagli affatto." Rispose Bloom, scuotendo la testa.

"Quindi in conclusione mandiamo nel panico l'intera Dimensione Magica?" Chiese Aisha.

"Più o meno il piano è quello." Rispose Sky. "Dobbiamo tenere tutti al sicuro, soprattutto ora che le cose cominciano ad andare male. Non so sui vostri pianeti ma su Eraklyon è il caos più totale: lo squarcio nel cielo sta causando dei problemi all'equilibrio del pianeta e per quanto mi addolori ammetterlo il mio regno non spicca per la sua unità. Questa confusione è pericolosa tanto nel cielo quanto nei nostri regni."

"Sappiamo qualcosa del Sigillo?" Chiese Flora, Miele nel frattempo era accanto a lei e non parlava ma osservava sua sorella, imitandola nelle posizioni che assumeva.

"Non ancora, Hagen ci sta lavorando, ci vuole un ciclo lunare e non possiamo velocizzare i tempi." Rispose Bloom.

"Non ci resta che aspettare." Concluse Flora.

"Odio aspettare." Commentò Brandon, la keimerina scosse la testa.

La mancanza di un'immediata soluzione costrinse i ragazzi a congedarsi: il tempo scorreva e il pericolo aumentava e loro non potevano sprecare un solo momento. Coloro che avevano potere sui propri pianeti si incaricarono di gestire la situazione di allerta, anche se l'avrebbero evitata volentieri dati i problemi che affliggevano i regni non considerando Zvonimir e la sua armata di ombre, tra cui la sete di potere della borghesia di Eraklyon, o i nobili di Solaria che chiedevano che la principessa scegliesse un pretendente, o ancora il popolo di Andros che veniva afflitto dalla bassa marea. Solo Domino sembrava vivere in una relativa pace, dato l'imminente matrimonio della principessa che rallegrava l'intero regno, ma Domino era un regno relativamente giovane e avrebbe avuto i suoi tempi.

"Helia, aspetta." Lo fermò Flora quando tutti stavano andando via, dopo aver salutato le sue amiche. Loro si guardarono e capirono che la loro amica aveva delle faccende importanti da sbrigare così con lo sguardo le comunicarono il loro appoggio. Flora guardò Miele e le intimò di lasciarla da sola per qualche minuto, quindi la ragazzina seguì lo scudiero accompagnandolo all'uscita e chiedendogli delle dinamiche dell'attacco su Linphea.

Ci fu ancora silenzio nella serra, Helia e Flora si guardarono. Fu Flora la prima a parlare.

"Non immagini quanto mi dispiaccia."

"Non immagini quanto dispiaccia a me." Replicò Helia. Lo specialista si guardò intorno, prestò attenzione a qualche pianta. Flora lo seguì con lo sguardo, stava per dire qualcosa ma Helia disse:

"Hai sistemato bene qui. Mi piace." Il cuore di Flora batteva forte. Sentiva il ronzio del sangue nelle orecchie e la bocca le divenne asciutta, tanto che faticò a pronunciare quelle parole:

"Helia, non avrei mai voluto che..."

"Mi ami?" Chiese Helia, interrompendola, in maniera estremamente calma.

"Che domande..."

"... faccio? Che domande faccio, intendi? Beh, domande legittime, non credi?" La domanda di Helia quasi non sembrava interessare lui personalmente, non era agitato, quasi sinceramente curioso.

"Non ho voluto io questo e lo sai. Helia, mi hanno ingannata." Ribadì la keimerina, seguendolo con lo sguardo mentre lui si dedicava a piante diverse guardandole, toccandole. Si voltò verso di lei e replicò:

"Lo so, Flora, certo che lo so. Ma io ti ho fatto un'altra domanda e tu ancora non mi hai risposto: tu mi ami, Flora?" Lei stava per rispondere ma lui con la mano la fermò e aggiunse:" E non intendo: mi sei grata, Flora? E nemmeno: mi vuoi bene, Flora? E sta' certa che non intendo: hai paura che io soffra a causa tua, Flora?"

Flora lo guardò. Deglutì. L'espressione di Helia era diversa da quella che ricordava. Erano entrambi così diversi da come lei ricordava. Aprì la bocca per rispondere ma non uscì alcun suono, le guance le si arrossarono mentre il respiro accelerò.

"Ciò che immaginavo." Disse Helia, stringendo le labbra.

"Helia, sono successe un sacco di cose. Questa nuova magia, questa situazione... ma non credere che..."

"... Flora, tu sei cambiata." La interruppe Helia. "E lo sono anch'io, ma... ma io non sono così tanto diverso mentre tu..." Helia sospirò. "Volevo conoscere la nuova Flora, ricordi? Te l'ho detto proprio in questo palazzo, ma... ma io non sono sicuro che questa nuova Flora a me piaccia davvero. Questa nuova Flora mi ha accolto con degli occhi così freddi quando sono tornato, non mi ha detto che eravamo io e lei contro il mondo intero, non mi ha detto che era disposta a tutto per cambiare le cose. Allora le cose possibili sono due: o questa nuova Flora è una persona incapace di amare, oppure questa nuova Flora semplicemente non ama me." Helia la guardò, Flora non replicò. "E io preferisco credere alla seconda piuttosto che pensare che la magia del freddo abbia gelato anche il tuo cuore. Dimmi, Flora, mi sbaglio?"

"Io non voglio perdere quello che io e te avevamo." Confessò la keimerina, con gli occhi pieni di lacrime che si sforzò a non lasciar cadere.

"Neanch'io." Ammise Helia, alzando le spalle e rivolgendole un lieve sorriso, Flora gli sorrise appena, anche lei scrollando le spalle, e asciugandosi gli occhi.

"Beh, allora non possiamo..." Provò lei ma Helia la fermò:

"... no, non credo." Flora si trattenne dal far cadere altre lacrime.

"Vorrei chiederti chi ami, ma non sono certo di voler sentire la risposta. Ad ogni modo, ormai questa è casa tua, e l'anello che porti al dito dice che presto sarai una donna sposata, potremmo dire che in fondo non siamo noi che l'abbiamo scelto."

"Non avrei mai voluto che finisse così." Disse Flora con la voce rotta scuotendo la testa, Helia si era voltato di spalle.

"Io non avrei mai voluto che finisse, ma abbiamo imboccato una strada di non ritorno io e te. Sai, a volte desideriamo così tanto qualcosa che ci convinciamo di essa anche davanti all'evidenza contraria. Era come se volessi impedirti di diventare farfalla, ma poi sono partito, e quando sono tornato ti ho trovata con le tue grandi ali, e allora non ho più potuto fingere di essere cieco." Helia si voltò verso di lei e si avvicinò, Flora non disse nulla ma il cuore le batteva tanto forte che tremava. Helia si avvicinò al suo viso e le disse:

"Buona vita, Flora." Le diede un dolce bacio sulle labbra e quando Flora chiuse gli occhi lo sentì. E sentì che quella chiarezza a cui si era aperta quella mattina ora era veramente limpida. Sentì come se il suo sogno un po' inverosimile era finalmente finito e lei si stava svegliando, e il mondo si stava appoggiando sulle sue spalle.

Rimase da sola nella serra per il successivo paio d'ore e, mentre di fuori continuava a piovere insistentemente, la fata chiamò a sé degli assenzi e delle adonide e si rifugiò tra loro, trovando tra quei fiori uno specchio della sua anima.

Caro diario,

mi sento derubata del mio cuore. Sento un dolore che brucia nel mio petto e una solitudine che mi consuma. L'ho lasciato andare, ho lasciato andare Helia perché se lo merita. È prezioso, è speciale, è una persona straordinaria, ma ha ragione lui. E tenerlo stretto a me perché ho paura di affrontare i miei giganti sarebbe stato così egoista. Ha ragione: non sono pronta a prendergli la mano e ad affrontare il mondo insieme a lui. DI certo non è perché ami il mio fidanzato, ma ora senza Helia mi sento così sola. Saperlo lì ad aspettare me, a sostenere me, mi faceva sentire al sicuro. Ora invece lui ha giustamente fatto ciò che io non avevo il coraggio di fare, e lo stimo e ammiro enormemente per questo. Mi ha posto delle belle domande, domande che spesso ho confuso con quella più importante. Lo ammiro, lo stimo, tengo a lui così tanto, gli sono così grata, è una persona che mi ispira, ma non lo amo.

Nikolai mi disse, qualche mese fa, che se avessi trovato l'amore non avrei dovuto farmelo scappare, ma avrei dovuto lottare per averlo e non perderlo mai. Io il coraggio di farlo però non l'ho avuto, ho scelto di non affrontare il mio gigante e rimanere nella mia zona sicura perché credevo che lì il dolore non avrebbe mai potuto entrare. Mi sbagliavo, ed ora ho perso la mia sicurezza mentre resto intrappolata nel dolore. Il mio gigante è sempre lì ed io continuo a non affrontarlo, perché ora c'è Jackson e io giustifico me stessa. Ma forse, se me lo chiedesse, io lo affronterei il mondo, nonostante muoia dalla paura. Eppure ho troppa paura per lasciarmelo chiedere.

È finita. Il mio sogno è finito e la realtà è iniziata. Non posso più nascondermi. C'è l'universo che si sta squarciando in due e tra le due battaglie quella che voglio combattere è proprio questa perché mi ricorda chi sono e quanto valgo.

Flora non parlò con Miele di ciò che si era detta con Helia, anzi, parlò molto poco dopo che Helia e il resto dei suoi amici furono andati via. Sua sorella le fece qualche domanda ma dato che lei rispose con qualche sì, sì, no, no, Miele lasciò cadere l'argomento.

Le due sorelle raggiunsero la famiglia reale per il pranzo, anche se la riunione aveva molto poco di familiare, almeno nel senso che le due sorelle davano al termine. Il re con la sua famiglia era seduto a tavola ma non si sentiva alcun rumore eccetto il tintinnio delle posate sui piatti di porcellana. Ci fu qualche intervento da parte di Elijah, che riportò alcune curiosità sulla corte di Gadot, dove era recentemente stato, e poi ci fu silenzio.

"Dunque, Miele, come ti sembra il nostro palazzo?" Chiese Isobel, fissando i suoi occhi di ghiaccio sulla ragazzina. Miele guardò prima Flora, che le fece cenno con la testa di rispondere, e allora disse:

"Mi piace. Non ero mai stata in un palazzo reale fino ad ora, soltanto una volta, in gita scolastica al palazzo di Linphea, ma era tutto un non toccare, non fare foto, non passare con i piedi sul tappeto, mentre qui è diverso."

Isobel ridacchiò mentre gli uomini non cambiarono espressione, dunque la baronessa aggiunse:

"Ne sono felice. E vi state divertendo? Cos'avete fatto di bello oggi?" Miele guardò ancora Flora e stavolta Isobel fece lo stesso. La keimerina si schiarì la voce e rispose per sua sorella:

"Niente di speciale, abbiamo soltanto passato un po' di tempo insieme."

"Ho saputo che siete state in biblioteca." Riprese Isobel. "Cercavate qualcosa di particolare? Miele, cara, ti interessa la lettura?" Fu ancora Flora che rispose:

"Soltanto qualcosa di piacevole da leggere in una giornata tanto uggiosa." Incontrò lo sguardo di Jackson che si era posato su di lei.

Seguì uno strano silenzio ma poi Isobel sospirò e dichiarò la sua contentezza per la piacevole permanenza di Miele. Dopo altri interminabili minuti di silenzio Flora si schiarì la voce e disse:

"Vostra maestà, credo che sia il caso di parlare di quello che sta succedendo nell'universo e sulle conseguenze che questo sta avendo nella Dimensione Magica. I pianeti che mantengono l'equilibrio sono in pericolo, e..."

"... non ce n'è bisogno che te ne occupi, keimerina." La fermò il re, fulminandola con lo sguardo. "E poi non mi sembra neanche la situazione adatta per parlare di certe cose. Distraiti con le tue occupazioni, il resto non è di tuo concernimento." Flora sgranò gli occhi dalla sorpresa, scosse leggermente la testa e replicò:

"Perdonatemi, vostra maestà, ma credo davvero che questa sia una delle mie maggiori preoccupazioni: sono una fata. E non vedo davvero altro momento per parlarne dato che ora siamo tutti qui."

Il re distolse lo sguardo come per prendersi il tempo per riflettere e trovare le giuste parole, allora disse:

"Keimerina, ogni giorno che passa ti riveli più difficile, e ciò mi stupisce. Innanzitutto, impara a comportarti come si deve, sei la futura sposa del principe e futura regina, dovresti sapere che a tavola non si parla ma si fa leggera conversazione. Punto secondo: non voglio che tu ti immischi in certi affari, vorresti per caso mostrarti più forte del principe?"

"Io..." Stava dicendo Flora, accigliata, mentre la sua rabbia cresceva e cresceva, ma sorprendentemente Jackson parlò sopra di lei fermandola:

"Padre, nonostante tutto Flora ha ragione. Ho parlato con lord Oassis e pare che questo squarcio nel cielo sia davvero qualcosa di pericoloso, pare che sugli altri pianeti stia sconvolgendo ogni cosa. Fortunatamente qui su Sakoma siamo ancora al sicuro, ma come possiamo sapere se non si riverserà anche qui?" Il re si voltò verso suo figlio e lo guardò negli occhi, sostenne il suo sguardo per alcuni secondi, dopodiché disse:

"Ne parleremo."

Il pranzo si concluse nell'assoluto silenzio, ma non appena lasciarono la sala da pranzo Jackson fermò la sua fidanzata.

"Io e te dobbiamo parlare." Flora cercò di investigare quegli occhi grigi per cercare di capirci di più, ma il tentativo fu vano. Si voltò verso Miele e le disse di cominciare ad andare, dunque si rivolse a Jackson. Il principe la invitò nelle sue stanze, dove arrivarono camminando nel più assoluto silenzio. Una volta entrati, Flora non avanzò di molto mentre Jackson andò alla finestra. La keimerina rimase in silenzio, sapeva che lui stava cercando le parole da usare. La stanza era scura a causa del brutto tempo e la pioggia si era fatta più insistente, quando Jackson si voltò verso di lei i suoi occhi erano dello stesso colore del cielo.

"Innanzitutto, è bene che tu sappia che io sono al corrente di tutto ciò che accade in questo palazzo." Esordì il principe, Flora sospirò e trattenne il respiro per un attimo. "Cosa ci facevano qui? E credevo di essere stato chiaro quando ti ho detto che non volevo che tu avessi a che fare con la magia nera."

"Infatti abbiamo lasciato perdere quell'idea, ma sappi che l'abbiamo fatto perché giusto per noi, non perché l'hai deciso tu." Replicò Flora, incrociando le braccia, un po' per fare la dura, un po' per nascondere le mani che tremavano.

"Cosa cercavi allora in biblioteca?" Chiese il principe, col viso duro.

"Qualcosa che potesse aiutarci, ma abbiamo chi potrebbe farlo al posto nostro."

"Chiederti di lasciar perdere sarebbe inutile, no?"

"Assolutamente."

"Già..." Sospirò Jackson, annuendo nervosamente. "E i tuoi amici invece? Ora anche incontri segreti? C'era anche quell'Helia, vero? Flora, se solo ti azzardi a..."

"Adesso basta!" Sbottò Flora, rossa in viso e tremante. "Se reagisci così a una visita dei miei amici devo per forza tenertela segreta! E sì, c'era anche Helia, ma non credere che arriverei a tradirti! Nel tuo palazzo, poi! Permettimi di dirti che sarei almeno più furba. Ma puoi stare tranquillo, non lo farei mai, ricordiamoci che altrimenti ci sarebbe una taglia sulla mia testa." Concluse sarcastica, cercando di sembrare rilassata ma ogni muscolo del suo corpo era contratto. Jackson si poggiò una mano sulla bocca, come per riflettere.

"Puoi andare." Concluse il principe, Flora stava per farlo ma poi si fermò e disse:

"Jackson, non sottovalutate la fessura nel cielo, né per Zvonimir né per quello che potrebbe causare su Sakoma."

"Me ne rendo conto." Annuì il principe. "Se sai qualcosa ti prego di tenermi aggiornato, ma evita di parlare davanti a mio padre." Lei annuì.

"A proposito, grazie per prima."

Jackson ridacchiò nervosamente e disse:

"Credimi se ti dico che non ho la più pallida idea di cosa provo per te."

"Ti credo." Confermò Flora, annuendo col viso serio.

"Non so se voglio innamorarmi di te, non so se posso fidarmi di te. "

"Non farlo." Lui la guardò sorpreso. "Non innamorarti di me, ma fidati." Jackson sorrise lievemente.

"Per favore, Flora, lasciami." Su quelle parole la keimerina lasciò la stanza, prima però si voltò verso di lui e vide che il principe si era appoggiato al davanzale e guardava fuori alla finestra.

Su Linphea, Solaria, Andros e Domino era quindi ormai dichiarato lo stato di allerta, i ragazzi però erano arrivati in ritardo: quando quel pomeriggio tornarono a casa, decisi sul da farsi, furono accolti da un'agghiacciante sorpresa. Lo squarcio nell'universo non era soltanto nell'universo, lontano e invisibile a occhio umano, ora era uno squarcio nel cielo. Su ogni pianeta della Dimensione Magica il cielo era basso, grigio, quasi rossastro, e la cosa agghiacciante era lo squarcio che fendeva le nuvole.

"Vedo che ve ne state occupando veramente bene." Disse Samara, accogliendo Sky non appena lui e Brandon misero piede a palazzo. Il principe gettò un'occhiata al suo migliore amico e lui capì, dunque si allontanò. Mentre andava in camera sua però una pixie gli tagliò la strada sorprendendolo enormemente.

"Madre, credimi, stiamo facendo il possibile." Si giustificò Sky con i suoi genitori nella sala del trono.

"Sky, non sappiamo cosa fare. L'incontro con le comunità scientifiche non ha portato da nessuna parte, nessuno ha delle soluzioni per noi." Disse suo padre.

"Lo so, c'è solo un modo per chiudere quello squarcio nel cielo e Hagen ci sta lavorando, non abbiamo altro padre. E per di più cerca le Gemme quindi tutto quello che possiamo fare è dichiarare l'emergenza." Re Eredor sospirò.

La situazione era la stessa sugli altri pianeti e presto le ragazze e i ragazzi ne furono a conoscenza.

Non appena poterono, Flora e Miele usarono la sfera di cristallo per chiamare i loro genitori per sapere come stessero. Rodols e Alyssa risposero insieme e le tranquillizzarono sul fatto che era stato tutto solo un brutto spavento, ma le allertarono sul fatto che dopo l'assalto delle ombre la pioggia non si era fermata e il cielo aveva assunto uno strano colore, troppo scuro, troppo cupo. E un enorme squarcio lo tagliava in due.

"Mamma, papà, state tranquilli, presto risolveremo tutto." Assicurò Flora.

"Non ne abbiamo alcun dubbio, tesoro." Sorrise Alyssa.

Quando le due sorelle furono sole poterono finalmente parlare.

"Mi dici cosa ti sei detta con Helia?" Chiese sua sorella minore, Flora sospirò e sedette sul letto mentre Chatta volò sulla sua spalla.

"Diciamo che ci siamo detti quello che sapevamo già: presto sposerò Jackson."

"Mi dispiace, Flo." Miele la abbracciò mentre Chatta volò davanti a lei e, ad una velocità indicibile, cominciò a dire:

"Flora, non può essere! Non puoi arrenderti così! Per il vero amore bisogna lottare, bisogna mettersi in gioco! Non puoi lasciar vincere quel principe da strapazzo!"

"Chatta, devo chiederti un favore." Disse Flora pazientemente, la pixie annuì, Flora scosse la testa ma la pixie non capì.

"Devi stare un po' zitta, Chatta!" Esclamò Miele, Chatta prima fu sorpresa ma poi le tre scoppiarono a ridere, anche se il sorriso di Flora si spense presto.

"Non posso venire ora su Linphea." Spiegò Brandon alla pixie.

"Il re e la regina ti richiedono immediatamente! Martha ti richiede immediatamente!" Insistette la pixie con i fiori tra i capelli.

"Senti..."

"Sono Daisy." Si presentò la pixie, in volo di fronte a lui.

"... Daisy, ho abbastanza da fare, e c'è già Vymarna che mi tiene al guinzaglio, posso risparmiarmi la nobiltà linpheiana, che ne dici?" Brandon la superò ma la pixie lo raggiunse e gli serrò di nuovo la strada.

"Non capisci, il cielo di Linphea si è squarciato, e Martha dice che tu... ha dovuto compiere un incantesimo per trovarti, sai quanta fatica ci è voluta?!"

"Ascolta, mi dispiace per la tua amica, e vorrei davvero aiutarvi, ma sono in ritardo e non oso immaginare cosa mi aspetta oggi. Sono certo che la tua Martha non avrà da dirmi cose che non so già, e se sa di me allora il re e la regina vogliono soltanto qualcosa per il loro tornaconto. Dunque, poiché io ho già abbastanza a che fare con certa gente tutti i giorni, e poiché oggi è stata una giornata da schifo che ancora non è neanche finita, ti pregherei di lasciarmi in pace." Detto ciò Brandon superò la pixie che fu costretta a scomparire in una nuvoletta di polvere di fata. Brandon non aveva torto, la sua assenza fu notata e nonostante tutto per niente giustificata. Si aspettava come sarebbe andata e la realtà combaciò perfettamente con le sue aspettative. La sera non ebbe neanche la forza di raggiungere Sky per chiedergli come aveva risolto la cosa. Ma il giorno dopo lo venne comunque a sapere dato che il maggiore comunicò al suo esercito che Eraklyon era entrata in uno stato di emergenza dovuta allo squarcio nel cielo, di cui tutti si domandavano l'origine, a quanto pareva Sky non aveva condiviso o aveva chiesto di non condividere i dettagli. Ma lo stato di emergenza su Eraklyon riguardava poco le ombre e più Eraklyon stessa: l'esercito si sparse sul pianeta per tenere tutto sottocontrollo, e a palazzo la presenza dei soldati si accentuò nei corridoi e nelle anticamere. In particolare, il delfino era costantemente controllato data una possibile minaccia alla sua vita. E Brandon era stato consapevole fin dal mattino che il maggiore non gli avrebbe permesso di affiancare Sky. Lo scudiero del principe fu infatti mandato a pattugliare la riva occidentale del fiume.

Erano anni che non andava lì. Sapeva esattamente perché il maggiore ce l'aveva mandato: per ricordargli da dove veniva. Ma non aveva bisogno di lui per ricordarselo, lo sapeva. Aveva lasciato quel posto a sedici anni, eppure ogni angolo gli sembrava incredibilmente familiare. Pensò a Logan. Non sapeva se suo fratello avrebbe potuto aiutarli, ma credeva di sì, o almeno una parte di lui voleva crederci.

Dall'altra parte del fiume, a palazzo, Tecna era in laboratorio con Judy, il dottore e le sue assistenti.

"Può smetterla di andare avanti e indietro?" Chiese Tecna al dottore, che camminava smaniosamente per la stanza, mentre era alla finestra e guardava di fuori.

"Tutto ciò non ha senso, com'è possibile che non possiamo fare niente?! Il cielo si è squarciato!" Esclamò Alexander, indicando di fuori.

"Tecnicamente era già squarciato, ora la fessura è soltanto visibile." Rettificò Tecna, Alexander alzò gli occhi al cielo e cominciò ad inveire contro la magia, contro Zvonimir, e contro la scienza stessa.

"Dottoressa, cosa crede di fare?" Chiese Judy a Tecna, la fata sospirò e rispose:

"Non lo so, Judy." Avrebbe voluto soltanto che Timmy fosse stato lì. Ci venivano sempre a capo, sempre, ma lo facevano insieme. Senza di lui si sentiva come un computer non attaccato alla spina: aveva tante idee, tanta conoscenza, ma non riusciva a tirarle fuori senza Timmy.

Timmy era su Zenith, nel suo appartamento, e avere Helia lì con lui quel giorno fu come prendere una boccata d'aria in quel posto tanto arido. I due amici avevano speso il pomeriggio a parlare, ed Helia gli aveva raccontato ciò che era successo con Flora.

"Non può essere vero. Non sta succedendo davvero, mi rifiuto di crederlo." Affermò Timmy, alla finestra. Helia, seduto sul divano, sospirò.

"Beh, credici. Io la amo, Timmy, e lo sai bene, ma lasciando perdere tutto, lasciando perdere quello che io vedo in lei, sarebbe comunque andata così: Flora ora è fidanzata col principe, Nikolai l'ha spudoratamente venduta, e lei non può farci nulla."

"E finisce così?" Chiese Timmy, incredulo, voltandosi verso di lui. Helia alzò le spalle.

"Timmy, perdonami se te lo dico, amico, ma non stai facendo altro che mettere il dito nella piaga."

"Oh, mi dispiace..." Timmy abbassò lo sguardo.

"Cosa pensate di fare? Voi scienziati, intendo." Disse poi Helia facendo un cenno verso il cielo.

"L'incontro si è concluso nel peggiore dei modi per degli scienziati..." Helia lo guardò, cercando spiegazioni. "Non abbiamo trovato una soluzione." Concluse Timmy.

"Sembra che stia andando tutto a rotoli, eh?" Disse Helia, sospirando e sprofondando nel divano.

"Già, non c'è cosa peggiore di non trov..." Non poté finire la frase: il suo cellulare squillò. Lo tirò fuori dalla tasca e sorrise.

"Che succede?" Chiese Helia.

"È Tecna." Rispose il suo amico, sorpreso.

Negli stessi momenti, su Solaria Stella non aveva avuto l'accoglienza che si aspettava: arrivata a palazzo era subito andata a cercare Antares per sapere cosa ne pensasse la divinatrice a proposito della crepa nel cielo quasi rossastro, ma la strada gli era stata tagliata da sua madre che con un "Tesorino, devi venire subito con me." l'aveva condotta nelle sue stanze.

"Mamma, ma che succede? Qui la faccenda è complicata, devo parlare con Antares." La informò Stella, obbligata da sua madre a sedere.

"E questo fa di te un'ottima reggente e una meravigliosa futura regina, stellina mia, ma ora devi ascoltarmi." Replicò sua madre, che camminava ansiosa per la stanza. Si voltò verso sua figlia e allora disse: "Quello che sta succedendo sta sconvolgendo tutti. Le cose sembrano esservi un po' sfuggite di mano e di certo non te ne faccio una colpa, amore mio, voi avete fatto e state facendo il possibile... ma ora il cielo di Solaria è coperto e squarciato in due, e questo non va bene. E sai cosa succede quando le cose non vanno bene? I nobili cominciano ad alzare la voce."

"Mamma, dove vuoi arrivare?" Chiese Stella, seguendo sua madre con lo sguardo, un po' impaurita.

"Vogliono che tu scelga un pretendente." Rispose Luna guardandola. Stella sgranò gli occhi un secondo prima di esplodere.

"CHE COSA?! COME OSANO?! EH?! IO SONO LA LORO FUTURA REGINA, SONO LA REGGENTE DI SOLARIA E SONO PERFETTA! COME OSANO INSINUARE CHE IO ABBIA BISOGNO DI QUALCUNO?!"

"Lo so, amore mio..."

"Solaria è una monarchia, lo sanno?! Questo vuol dire che è la regina che decide! E qui su Solaria una regina non dev'essere necessariamente sposata per regnare! Non siamo mica come Eraklyon, noi! Mamma, non puoi permettere una cosa del genere!"

"Lo so, tesoro, ma tu devi fare molta attenzione, ponderare le parole, essere autoritaria."

"Credi che non lo faccia già?! Santo cielo, ora ci voleva anche questa..." Sospirò la principessa coprendosi il volto con le mani. Luna si avvicinò a lei e la obbligò a guardarla.

"Stellina mia, andrà tutto bene. Nel frattempo tu lasciali fare, lasciagli credere che stanno vincendo loro, abbasseranno la guardia. Nel mentre non devi fare altro che sorridere a qualche principe che verrà a chiedere la tua mano e dirgli che ci penserai, nient'altro. So che puoi farlo."

"Sì, certo, certo..." Annuì Stella abbattuta, "... adoro essere adulata e quei principi non faranno altro, ma mi stanca l'idea, anzi, odio l'idea che vengano qui, senza conoscermi, pretendendo che accetti di sposarli. Mamma, se un giorno mi sposerò sarà soltanto per amore."

"Certamente, tesoro mio, e Solaria è abbastanza forte da permettertelo. Purtroppo tra i nobili una donna al potere dà un certo fastidio, e tu devi stare attenta." Disse sua madre, le prese il viso con la mano ammirando la sua bellezza e sorrise.

Quella sera, nessuno dei ragazzi fu tranquillo. Il cielo sopra le loro teste era squarciato in due e uno di loro avrebbe dovuto ricucirlo insieme al più presto mentre le ombre di Zvonimir di tanto in tanto disseminavano il panico, ed ora cercavano le Gemme, questo voleva dire che i pianeti naturali erano in pericolo.

La mattina dopo Miele e Flora decisero di spenderla ancora in biblioteca, ma le due sorelle non ebbero neanche il tempo di iniziare poiché furono interrotte.

"E tu chi saresti?" Chiese Flora, con un sorriso, alla pixie che era apparsa di fronte a lei e che, stancamente, si era seduta sulla pila di libri.

"Perdonatemi, ma sono un po' stanca. Tu sei Flora, vero? La guardiana."

"Ehm... sì, sono io." Sorrise Flora. La guardiana, le era mancato: era la keimerina da troppo tempo.

"Bene, ho bisogno di parlare con te, è per il bene di Linphea. Mi presento, io sono Daisy." Flora e Miele si guardarono e Chatta, sulla spalla di Flora, sgranò gli occhi.

Timmy ed Helia invece erano andati su Eraklyon quella mattina, ed insieme si dirigevano in laboratorio.

"Sicuro che non ti do fastidio?" Chiese Helia mentre attraversava il patio col suo amico e, di tanto in tanto, gettava un'occhiata al cielo rossastro.

"Ti dico di no! Helia, ti ho chiesto io di venire. Sei il mio migliore amico, ho bisogno di te, sai che per me è difficile, e tu hai bisogno di me. Sei uno che si lascia andare alle emozioni e hai bisogno di distrarti dopo quello che è successo." Replicò Timmy. I due amici raggiunsero il laboratorio in poco tempo e quando arrivarono furono accolti da Tecna e Judy; Alexander e le sue assistenti non erano ancora arrivati.

"Timmy!" Esclamò Judy appena lui entrò, Timmy le sorrise.

"Ciao Judy." Salutò, poi lasciò che Helia si presentasse e si rivolse a Tecna.

"Ehi."

"Grazie per essere venuto." Disse la fata con un nodo alla gola.

"Non dovevi fare altro che chiamare." Replicò Timmy con un sorriso, lei ne fu estremamente felice anche se non si notò troppo.

Arrivati Alexander e le sue assistenti, Tecna mise ben in chiaro le cose.

"Molto bene," Esordì Tecna, "La situazione è molto grave, come sicuramente vi siete resi conto, quindi dobbiamo lavorare sodo e insieme. Il punto è che il nostro nemico è più potente di quanto immaginavamo e cerca le Gemme."

"Come fai a saperlo?" Chiese Alexander, Tecna prese un respiro per mantenere la calma e rispose:

"Il genio ce l'ha detto. È un tipo di vecchio stampo, è un terrestre ed è potente: vuole vendetta e vuole la gloria. Quindi ora il punto è che Andros, Solaria, Linphea e Domino sono i pianeti su cui c'è la massima allerta e non sappiamo né come né quando le ombre hanno intenzione di attaccare. Quindi quello che dobbiamo fare è trovare un modo per localizzare la loro scia magica e arrivare dove sono nel loro stesso istante, non un minuto dopo. Qualche idea?" Lana alzò la mano, Tecna le fece un cenno e la giovane parlò:

"Potremmo tenere in conto la quantità di polvere magica sulla fessura per capire quanta ne rilascia effettivamente un'ombra, dopodiché potremmo geolocalizzarle centimetro per centimetro."

"Mi sembra un'ottima idea, Lana." Rifletté Tecna. "Beh, cosa stiamo aspettando? Tutti a lavoro!" Tecna batté le mani e tutti corsero al lavoro. Lei si rivolse a Timmy: "Non posso farcela senza di te. So che lo sai e dimentico di dirtelo, mi dispiace." Timmy le sorrise inarcando le labbra e le diede un bacio sulla guancia, Tecna arrossì e tornò a lavoro senza dire altro. Raggiunse dunque Helia:

"Sei dei nostri?"

"Per ora sì, dimmi cosa posso fare." Replicò Helia.

"Non sai che piacere avere una mente in più! Va' da Judy, le sarai molto utile." Lui annuì e raggiunse la ragazza dai capelli mogano, Tecna abbozzò un sorriso.

"È una mia impressione o c'è la possibilità che tu possa essere un tantinino gelosa di Judy?" Chiese Timmy alle sue spalle, Tecna saltò in piedi e si voltò verso di lui.

"Io?! Gelosa?! Soltanto perché le mandi immagini di gattini in chat?!" Timmy alzò un sopracciglio. "Ecco, appunto, non azzardarti mai più ad inviare una sola gif a qualcun altro." Concluse Tecna.

Su Domino, Bloom era con Roxy e Daphne ed insieme a loro discuteva sul da farsi mentre fuori non smetteva di piovere.

"Credo che il regno abbia bisogno di qualcosa per tirarsi su." Disse Daphne. "Hanno tutti paura, guarda il cielo. Hanno bisogno di sapere che va tutto bene."

"Daphne, il cielo si sta squarciando in due sotto i nostri occhi, non posso pensare a me stessa. Sai che amo Sky e se fosse per me celebrerei il matrimonio in pochi giorni, ma credo davvero che sia meglio rimandare a quando questa storia sarà finita."

"Chi ti dice che finirà bene?" Chiese Daphne, Bloom la guardò sconvolta.

"Daphne, non è da te parlare in questo modo."

"Lo so, ma non dimentichiamo che qualcuno dovrà usare il Sigillo, e credimi se ti dico che allora avrai voluto essere prima sposata." Bloom stava per replicare ma in quel momento furono interrotte da una guardia, Bloom allora lasciò che il suo ospite entrasse.

Nex non disse nulla fino a quando non si sedette di fronte alla sua amica, Bloom pregò Roxy e Daphne di lasciarli da soli per qualche minuto.

"Ti sei finalmente degnato di interessarti." Disse Bloom rompendo il silenzio.

"Non credevo che le cose potessero davvero mettersi così." Replicò lui facendo un cenno verso la finestra.

"Perché ti sei allontanato da noi?" Chiese allora la sua amica.

"Non è una cosa di cui voglio parlare, voglio solo che sappiate che se avete bisogno di una mano io ci sono."

"Perché sei venuto a dirlo a me?" Chiese ancora Bloom.

"Perché viviamo nello stesso palazzo." Rispose Nex, stranito dalla domanda.

"O forse perché hai paura di affrontare Aisha." A quelle parole Nex scattò in piedi e guardò Bloom dall'alto con espressione fredda.

"Non sono affari che ti riguardano. Fa' quello che vuoi, io il mio dovere l'ho fatto." Detto questo il paladino lasciò la stanza.

Il pomeriggio per Miele e Flora passò velocemente mentre Daisy raccontava loro tutta la faccenda. Una volta che la pixie ebbe terminato, Flora disse:

"Daisy, mi dispiace molto per quello che sta accadendo su Linphea e credimi se ti dico che se potessi sarei lì."

"Ti credo, Flora, sei la nostra guardiana. Ma il re e la regina sono preoccupati e hanno bisogno di lui, credi di poter far qualcosa?"

"Ma certo, sta' tranquilla, lo convincerò." Annuì Flora. La pixie sorrise e dopo un salto sparì in una nuvoletta di polvere di fata. Chatta prese il suo posto sulla pila di libri.

"Wow." Esclamò la pixie e sospirò, guardò Flora e Miele in attesa.

"E così ora Brandon è una specie di melissa. Beh, non capisco perché non abbia voluto seguire Daisy." Disse Miele alzando le spalle, si appoggiò alla sedia e guardò Flora. La keimerina scosse leggermente la testa.

"Ha soltanto paura, non va troppo d'accordo con la magia perché non la capisce bene, e ha paura di Vymarna. La Natura ha la sua essenza, è come se lo stringesse tra le mani, e questa cosa di Zvonimir si sta ripercuotendo su di lui anche se non lo dice."

Quella notte Flora ripensò alle parole della pixie: Linphea era in pericolo, il re e la regina erano preoccupati, e quando c'era stato un problema avevano mandato la loro pixie da lei: la fata guardiana. Sentirsi chiamare in quel modo fu importante per Flora, si ricordò di avere un ruolo, un ruolo che quella faccenda e che l'Inverno sembravano averle tolto. Le cose dovevano cambiare, non potevano continuare in quel modo, lei non poteva continuare a brancolare nel buio chiedendosi quale direzione prendere. Quei tempi dovevano finire, ed erano finiti. La mattina dopo Flora informò Miele e Chatta di cosa aveva intenzione di fare e, sebbene Chatta fosse un po' contrariata, entrambe accordarono che era la cosa giusta da fare. Nonostante questo Flora non mancò ai suoi impegni: in quanto futura sposa di Jackson doveva cominciare a farsi conoscere, entrare in società, e fu quello che fece quel giorno accompagnata da Miele. Le due sorelle si vestirono di tutto punto per incontrare le giovani figlie dei nobili di Sakoma. Furono tutte deliziate al vederla ed espressero quanto erano state impazienti fino a quel momento aspettando di incontrarla.

"Dev'essere così curioso per voi, in fondo siete di un'epoca diversa dalla nostra." Disse una mentre prendeva il tè.

"A questo proposito, vi ringrazio di persona per ciò che avete fatto per noi." Aggiunse di fretta un'altra.

"Anch'io!" Esclamò una, poi si ricompose. "Cioè, intendo ringraziarvi con tutto il cuore per averci liberato dal sortilegio."

"Sono felice di aver fatto qualcosa di tanto buono." Replicò Flora. "E sì, effettivamente sono di un'altra epoca e devo dire che faccio un po' di fatica a comprendere tutte le vostre usanze, anche se non sono passati troppi anni. Ma, sapete, l'amore non conosce barriere e il principe è per me una tale sicurezza e un tale sostegno che nessuna difficoltà diventa troppo grande."

"Sappiate che siete una delle coppie più belle che abbia mai visto."

"Grazie, Annabella... è Annabella, vero?"

"Sì, vostra altezza." Annuì la giovane con un sorriso.

"La vostra famiglia ora otterrà un titolo?" Chiese una ma la sua amica di fianco a lei le pestò un piede, Flora sorrise educatamente.

"No, la mia famiglia lo ha rifiutato. Il re ha offerto a mio padre il titolo di marchese e dunque mia madre e mia sorella sarebbero state marchesa e marchesina, ma abbiamo preferito rimanere come siamo. Ci basta."

"Avete già scelto i testimoni e le damigelle?" Chiese Annabella.

"Ancora no." Rispose Flora e notò le espressioni che si disegnarono sui loro volti.

Quel pomeriggio vide Jackson, erano rimasti d'accordo di incontrarsi almeno un paio di volte la settimana per discutere sull'andamento delle cose. La fata raggiunse le camere del principe che, anche se non le faceva piacere, le erano diventate familiari.

"Come stai?" Chiese Jackson, dopo che Flora si era accomodata sul divanetto.

"Non mi lamento. Tu?" Jackson, che era rivolto alla finestra, sospirò. Poi la raggiunse e sedette sulla poltrona accanto al divano.

"Abbastanza bene. Come sta andando?"

"Sto facendo amicizia." Rispose Flora, riluttante. "Ora le mie amiche sono Annabella, Isidora, Camilla e Rosamaria. E tutte sperano di poter diventare le mie damigelle, un ottimo lavoro, no?"

"Eccellente. Devo dirtelo, Flora, stai andando bene."

"Ho soltanto capito quale direzione prendere. Cosa puoi dirmi del pianeta? Io ci sono legata ma non sento nulla, non è il mio pianeta."

"La situazione rimane invariata per ora. Mio padre ha comunque intenzione di muovere l'esercito in caso di attacco."

"Non servirà a nulla a meno che le ombre non siano materializzate, e Tecna e Timmy non possono crearne tanti."

"Hai qualche consiglio allora?" Alzò lo sguardo verso di lei, che fino ad ora aveva tenuto abbassato verso il pavimento.

"No, mi dispiace." Rispose Flora dopo qualche attimo di silenzio. Rimasero entrambi in silenzio mentre fuori diluviava.

Flora lo salutò in un borbottio e lasciò la stanza. Non riusciva ad avercela ancora con Jackson. Ce l'aveva con il re, con quell'intero palazzo, ma non con Jackson. Quel ragazzo le sembrava la persona più sola che avesse mai incontrato, e un po' forse le ricordava Helen con quella sua smania di compiacere il padre. Questo pensiero la paralizzò, e stava per tornare sui suoi passi verso la camera del principe quando Miele la raggiunse.

"Allora, andiamo?" Chiese la sua sorellina, con Chatta seduta sulla sua spalla.

"Venite anche voi?" Chiese allora Flora, sorpresa. Miele le rivolse uno sguardo implorante e allora, dopo aver tentennato, Flora lo concesse.

Mentre le tre lasciavano il palazzo Flora era incerta, non aveva chiesto a Jackson se poteva uscire, ma non vedeva perché dovesse chiedere a Jackson di poter uscire. Non sapeva come comportarsi, anzi, sapeva come avrebbe dovuto comportarsi ma non le piaceva, ed era la prima volta in vita sua che non le piacevano le regole.

Quando arrivarono su Eraklyon non sapevano a chi rivolgersi, così chiesero più semplicemente ad una guardia, e per entrare a palazzo Flora giocò la carta dell'essere la futura regina di Sakoma, e aggiunse di essere un'intima amica del principe. Dopo una di quelle "oh, ma allora voi siete quella che..." e la citazione di una delle loro imprese, la lasciarono passare insieme a sua sorella e alla sua pixie. Le indicarono la strada da prendere, anche se era parecchio incerta.

Arrivata al piano di sotto e attraversato il lungo corridoio, arrivò a destinazione. E fu totalmente paralizzata quando Brandon arrivò dalla direzione opposta.

"Flora?" Chiese il soldato, stupito ma piuttosto incerto. Lei strinse le labbra, poi Chatta esclamò:

"E Chatta!"

"E Miele!" Aggiunse la ragazzina.

"S-sì, lo vedo... che ci fate qui?" Chiese confuso.

"Sono venuta a parlarti." Rispose Flora, seria. Lui la guardò, capendo che era qualcosa di importante, e poi gettò un'occhiata alle altre due, che sembravano una specie di duo comico. Sospirò e poi disse:

"Perché non andiamo a fare un giro nei giardini?"

Arrivarono ai giardini del palazzo accompagnati dal dolce suono della voce di Chatta che commentava ogni angolo del castello, lo comparava a quello di Sakoma, diceva ciò che le piaceva e cosa no, e cosa avrebbe addirittura modificato. "Ti prego, ora basta!" La implorò il soldato mentre camminavano fra le aiuole. Chatta zittì ma gli rivolse un'occhiataccia. "Allora, che succede?" Chiese poi a Flora, aspettandosi gia qualcosa di non troppo positivo.

"È venuta a trovarmi Daisy, la pixie della corte di Linphea." Rispose la keimerina, Brandon sospirò e distolse lo sguardo. "Brandon, non è una cosa brutta, anzi."

"Non vedo perché la divinatrice di corte non se ne possa occupare." Replicò lui.

"Non è la stessa cosa. La melissa interpreta Vymarna, tu... tu senti esattamente ciò che sente Lei. Sai da quanto non accadeva ciò che hai fatto tu?"

"Lo sai che la magia... sì, io..."

"Lo so, ma devi provarci. Va' lì almeno una volta e poi potrai rifiutarti dopo, ma almeno cerca di capire com'è la situazione, cosa vogliono che tu faccia. Magari puoi aiutarli e hanno davvero, davvero bisogno di te."

"Io..."

"... sai meglio di chiunque altro che Linphea è viva, e sebbene non lo sentano quanto te, i linpheiani dipendono da Vymarna." Flora si fermò e lui con lei, lei lo guardò. "Potresti salvare un intero pianeta." Brandon sospirò e gettò un'occhiata a Miele e Chatta, Flora allora si rivolse a sua sorella con lo sguardo e Miele colse cosa voleva dirle.

"Chatta, andiamo a vedere quelle bellissime rose!" Disse Miele.

"Ma io..."

"Vieni!" La costrinse la ragazzina prendendola per il vestitino, così le due si allontanarono. Flora allora si rivolse ancora al soldato e lui parlò: "Non voglio che questa cosa prenda un'altra parte di me. Io... è così reale, è così reale che non riesco a spiegartelo a parole ma... ma quello succede dentro. Andare su Linphea, comunicare direttamente con Vymarna sarebbe come dire 'prego, accomodati, prenditi anche il resto della mia vita se ti va!'" Flora distolse lo sguardo e lui si affrettò ad aggiungere, poggiandole le mani sulle spalle. "Ma questo non vuole assolutamente dire che non lo rifarei. Non ti incolpo di niente, lo sai, vero?"

"Sì..." Annuì lei, poi lo guardò e strinse le labbra. "... ma ora non stiamo parlando di me ma di te. Ricorda che non devi per forza sentire tutto." Brandon stava per replicare ma il cellulare della keimerina squillò. Lei si scusò e lo tirò fuori e fu davvero sorpresa quando vide chi la chiamava.

"Chi è?" Chiese Brandon, notando la sua espressione.

"La preside Faragonda." Rispose lei. Entrambi sapevano cosa voleva dire quella chiamata.

 

Coucou miei bellissimi germogli!! Tra un mesetto e mezzo è primavera, vi state preparando ad uscire dal terriccio e sbocciare? Lo so, lo so, è più di un mese che non pubblico e sono veramente terribile ma sono successe un sacco di cose e io ci tengo troppo a voi per scrivere male quindi è dovuto passare un po' più di tempo... chiedo scusa e spero che per questo capitolo sia valsa la pena l'attesa.

Dunque, partiamo da quella che credo sia la cosa più importante del capitolo: Helia. Mi dispiace, mi dispiace un sacco, e proprio perché mi dispiace un sacco vorrei spostare la vostra attenzione sulla Flora di quella parte di capitolo: ci ho tenuto a descrivere particolarmente le sue sensazioni fisiche perché a parer mio mostrano come si stava sentendo in quel momento. È finita, ma soltanto a livello amoroso, e sinceramente da autrice mi sento di dire che in questo momento per Flora è finita a livello amoroso con tutti. (da notare i motivi che l'hanno spinta ad andare su Eraklyon). L'universo è in pericolo e la nostra fata, così come le sue amiche deve e vuole soltanto concentrarsi su quello (eccezione fatta per Tecna e Timmy che dovevo riunirli mi mancava l'aria.). Jackson non riesce ad odiarlo, forse perché per quanto odioso io stessa lo renda proprio non riesco a farmelo stare antipatico nemmeno io.  Credo che soltanto il re stia antipatico davvero ma davvero a tutti! https://i0.wp.com/31.media.tumblr.com/2182b5960a418c1029faf05b1c024826/tumblr_n0ote4pTR61sf15uko1_250.gif

 Direi che è tutto, o almeno per me perché sappiate che aspetto con ansia di sapere cosa ne pensate voi! Credo che il capitolo sia stato forse un po' lento ma c'erano cose da chiarire prima di passare ad altre cose... cose terribili... grandi, sì, ma terribili!

Ancora vi ringrazio per come seguite questa storia nonostante io non sia il massimo, vi ringrazio per le vostre belle parole e per come semplicemente ad una notifica andate a leggere proprio la mia storia! Vi voglio bene, anzi,

vi strAmo,

xoxo Florafairy7

 

   
 
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