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Autore: SilverLight    03/02/2018    0 recensioni
Se ci pensi bene, ogni storia parla di furti.
Non tutte hanno degli imbroglioni e dei truffatori con un piano elaborato per sfondare una cassaforte blindata piena di soldi – ma ogni storia inizia perché qualcuno vuole qualcosa. E’ inutile negarlo. Ogni storia racconta di qualcuno che cerca di ottenere quello che vuole e della serie di azioni e cause ad effetto che si presentano nel tentativo di ottenerla.
Questa è la storia di una rapina. Una storia come tante altre.
E come molte storie, questa qui inizia con un piano.
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[AU!Ocean's Eleven - Autrice: gdgdbaby; Traduzione: SilverLight]
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Kris, Kris, Un po' tutti
Note: AU, Lime, Movieverse | Avvertimenti: Gender Bender, Triangolo
Capitoli:
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Situational Crime (and the effects of)






 
Minseok si trovava nella sala VIP, scommettendo una grossa somma di denaro ai tavoli di Balckjack, quando il direttore del piano arrivò con il Barracuda. Parlarono a bassa voce e Minseok riuscì solo a leggere sulle loro labbra le parole “Jin Xiumin” e “Commerciante d’armi” e “Suite Marigold” prima che Jiaheng s’incamminò verso di lui a passi misurati e lenti. Attese all’entrata mentre Minseok vinceva l’ultima mano e poi entrò per accoglierlo.

«Signor, Jin,» disse, allungando la mano per una stretta.

Minseok si alzò dal tavolo e ricambiò la stretta. «Signor, Lee. L’ho riconosciuta dai giornali. Sa una cosa, nove volte su dieci, i proprietari vengono da me nel bel mezzo di una partita e m’interrompono parlandomi. Ma voi – avete atteso.»
«Siete nostro ospite,» disse il Barracuda. «Lavoriamo per il vostro tempo.» fece una pausa e poi: «Il direttore del piano mi ha parlato e ha detto che volevate parlarmi di una particolare richiesta.»

«Ah, sì,» Minseok lo trascinò via dal tavolo. Finirono a parlare nell’angolo più lontano della sala e delle telecamere. «Mancano due weekend al Capodanno Cinese,»

«Certo,» disse Jiaheng. «Vuole che le riserviamo una prenotazione a suo nome in uno dei nostri ristoranti?»

«No, non credo alle prenotazioni,» replicò Minseok, «e preferisco starmene per conto mio. Quella sera, dovrà arrivare qui un pacco per me. Nulla di stravagante – solo una valigetta nera, di dimensioni comuni. Il suo contenuto è molto prezioso per me.»

«Sarò felice di metterla nella nostra cassaforte– »

Minseok lo persuase con uno sguardo di disapprovazione e Jiaheng sì bloccò. «Sappiamo entrambi che la cassaforte è per il Brandy e le perle della nonna. Cosa può offrirmi di più sicuro?»


 
. . .
 

Quella sera, qualcuno al pianoforte del ristorante Robuchon au Dôme stava suonando Clair de Lune. L’aria soffiava morbida e fluida accompagnata ad arpeggi sgargianti e a un flusso costante di accordi. Lu Han guardò l’orologio – Jiaheng doveva già essere qui insieme al futuro venditore. Circa una settimana e mezzo fa, nel suo ufficio, Jiaheng le aveva spiegato che prima dell’inizio del Capodanno Cinese, un imprenditore di nome Kim Joonmyun era interessato a voler vendere i suoi gioielli perché aveva saputo della sua predilezione per le belle gemme.

Mentre la canzone finiva, una mano si posò pesante sulla sua spalla facendole venire un brivido lungo la schiena e fece per voltarsi. «Siete in ritardo, Signore. Mi stavo preoccupando.»

Tranne che non si sedette sulla sedia accanto a lei il suo Capo, ma–

«Kris,» disse, le sue mani avevano stretto il tovagliolo che aveva sulle gambe. Il suo petto cedette per un momento, come se tutto quello che aveva dentro alla sua gabbia toracica le era stato appena strappato via. Posò gli occhi su di lui, accorgendosi dello smoking stropicciato, della barbetta ricresciuta sul mento, del mondo in cui i suoi capelli cadevano sul suo viso, adesso castano scuro e non più biondo e sì sentì un tantino trionfante constatando che lei stava meglio di lui. «Cosa stramaledettissimo diavolo ci fai qui?»

«È bello vederti,» disse lui, mentre lei lo studiava attentamente. La sua voce era quella di sempre. Resistette alla tentazione di portarsi indietro i capelli o di gingillarsi con gli orecchini. Lui sorrise. «È anche bello sapere che il tuo variopinto linguaggio è lo stesso di sempre.»

«Rispondi alla mia domanda.» disse seria.

«Sono uscito.» disse, come se con due parole fossero abbastanza per capirlo.

«Sei uscito?»

«Di prigione,» disse, sporgendosi in avanti serio. «Ti ricordi di quando il giornale aveva riportato che una gioielleria di Montreal era quasi stata derubata di un paio di diamanti?»

«O di quella volta che mi dicesti che dovevi partire per un viaggio d’affari e poi non sei più tornato.» aggiunse Lu Han. «Fantastico. Credevo che gli ex-condannati non avessero il permesso di lasciare il paese.» Kris non disse nulla. Luhan guardò di nuovo l’ora sull’orologio. «Non puoi restare.»

Kris fece un cenno con la mano al cameriere e Lu Han gli afferrò il braccio per mettergli giù la mano, ma era troppo tardi. «Whisky liscio.» il cameriere si avviò. «Non indossi più la fede,» gli fece notare Kris.

«L’ho venduta,» mentì Lu Han, accigliato. «Non ho più un marito, non hai avuto i documenti?»

«Il mio ultimo giorno dentro,» disse Kris. «anch’io non vedevo l’ora di uscire.»

«Mi dispiace deluderti,» disse lei. Ci fu un lungo silenzio. Kris continuò a fissarla. Doveva metterla a disagio, ma non lo era. «Devi andartene.»

«Ho visto il tuo lavoro alla mostra,» tentò Kris. «È piuttosto bello e davvero ammirevole.»

Lu Han prese un respiro profondo. «Sei qui per un colpo, non è vero? Non hai imparato nulla negli ultimi cinque anni– »

«Lu Han– »

«Basta,» disse battendo la mano sul tavolo. Una coppia di Signore, sedute due tavoli più in là, li fisso per un breve momento prima di concentrarsi sul cibo. Prese altri respiri profondi. «Sei un ladro e un fottuto bugiardo.»

«Ho mentito solo quando ho detto di non essere un ladro, » Alzò le spalle. «ma adesso non lo faccio più.»

«Rubare?»

«Mentire.»

Lu Han rise e il suono uscì quasi isterico dalla sua bocca. «È tutto un gioco per te, non è vero?»

Kris le lanciò uno sguardo indecifrabile. «In questi ultimi due anni non immagini nemmeno quante volte ho immaginato questa conversazione.»

«Andava a finire sempre così?»

«Sì,» rispose Kris.

«Bene,» disse Lu Han.

«Nulla è mai stato facile con te,» disse Kris.

«Sono passati cinque anni,» disse Lu Han, «Non mi conosci più.»

«So delle cose,» disse facendo girare l’anello sul dito e Lu Han dovette distogliere lo sguardo. Il pianista adesso stava suonando un pezzo di Chopin, triste e lento. Le faceva venire voglia di prendere a calci qualcosa.

Kris era qui per un colpo. Stava rubando di nuovo qualcosa, come aveva sempre fatto. E il fatto che non fosse lei, la faceva arrabbiare e deludere. Non né aveva più diritto. «Le persone a cui tu rubi» disse all’improvviso e Kris la guardo curioso. «possono rifarsi con l’assicurazione, posso recuperare tutto; I soldi, i diamanti o qualunque altra cazzo di c–» Fece una pausa e prese un lungo respiro. «Vengono risarciti per i loro casini. Ma io non ho ricevuto mai nulla. Chi me li ridà quei cinque anni, Kris? Mi sono dovuta trasferita e spostare dall’altra parte del mondo per allontanarmi da quello che era successo. E ora sei di nuovo qui. »

«Ora sono di nuovo qui,» ripeté Kris.

Lu Han strinse più forte il tovagliolo.

«Dopo me, sei stata con qualcun altro?» chiese improvvisamente Kris e Lu Han si poggiò allo schienale della sedia.

«Questi non sono affari tuoi.»

«Io credo di sì.»

Lu Han rise di nuovo. Questa volta, il suono della sua risata sembrava stanco. «Ha parlato un vero ex marito.» Controllò di nuovo l’ora sull’orologio – si erano quasi fatte le otto meno un quarto e Jiaheng non era ancora arrivato. Non era da lui. La innervosiva. Giocherellò con il bottone della sua blusa e indirizzò i suoi occhi su Kris. «Ti ricordi cosa ti ho detto al primo appuntamento?»

«Che dovevo sapere cosa stavo facendo.»

«E lo sai, adesso? Perché altrimenti dovresti alzarti e andartene subito.»

Kris la contemplò per un lungo momento. La sua mano raggiunse la sua, ma lei la respinse un secondo dopo. Lui sospirò. «So quello che faccio.»

«E che cosa fa?» disse una voce che arrivava dalle loro spalle e Lu Han girò la testa per vedere che finalmente il suo capo era proprio lì, a braccia conserte. L’uomo d’affari dietro lui, osservava con occhi bene attenti.

«Una rimpatriata,» disse Kris senza perdere un battito e Lu Han lo guardò con un sguardo che suggeriva di chiudere il becco.

«Le presento il mio ex-marito–  »

Kris, dato che era un idiota, allungò la mano per presentarsi. «Wu Yifan. Può chiamarmi Kris. Piacere di conoscerla.»

Jiaheng ricambiò la stretta. «Mi scuso per il ritardo, Signorina Lu. Un ospite richiedeva la mia presenza.»

«Non fa nulla.» disse Lu Han, arrossendo leggermente.

Poi si voltò verso Kris, osservandolo con calma. «Lei è appena uscito da quella prigione Canadese, dico bene?»

«Esatto.»

«Che effetto fa essere fuori?»

Kris alzò le spalle con non curanza. «Più o meno lo stesso.» Lanciò un’occhiata a Lu Han. «Tutto quello che si desidera è ancora fuori portata.» disse e lo stomaco di Lu Han si strinse un po’.

«Kris se né stava andando.» disse ad alta voce per coprire i sentimenti.

«Rimanga per un drink.» si offrì Jiaheng.

«Non può,» disse Lu Han nell’esatto momento che Kris disse, «Non posso.»

«Sarei di troppo in questa riunione d’affari,» continuò Kris, guardando l’uomo d’affari. Sì alzo dalla sedia.

«Beh,» disse Jiaheng sedendosi sulla sedia liberata. «Immagino che non ci rivedremo più molto presto. »

Kris fece di nuovo spallucce, con una mano in tasca. «Non si può mai sapere.»

Jiaheng sorrise, tranquillo e pericoloso. «Io so tutto quello che succede nel mio Casinò.»

«Mi sembra giusto.» disse spensierato, ridendoci su. Annuì a Lu Han. «E’ stato un piacere, Lu Han. »

«Addio, Kris.» disse lei, guardandolo andare via. Alla sua sinistra, si presento Kim Joonmyun.
 

 
. . .


Zitao stava ancora pedinando il Barracuda quando vide Kris emergere dal ristorante. Si nascose e lo guardò scendere le scale, accigliato. Prese il suo telefono e mandò in un confuso linguaggio coreano un messaggio veloce a Baekhyun: Kris @ ristorante con il barracuda, parte del piano??? La risposta che ottenne un minuto dopo, in Cinese (dove invece, diceva di cominciare a pedinare Kris) lo lasciò con più domande che risposte.

La replica della caveau era pronta e splendente quando seguì Kris in casa di Joonmyun. Non c’era una chip, una telecamere o un dollaro falso fuori posto e persino l’intricato logo del casinò era rosso e luminoso sul pavimento di cemento proprio come l’originale.

«Ecco come si svolgerà la sera della rapina,» richiamò l’attenzione Baekhyun. « La valigetta di Minseok arriverà alle 07:15 e Zitao ruberà i codici al Barracuda. Alle 7:30, Jongin e Sehun porteranno Kyungsoo davanti alla porta della caveau e viene chiuso. Da quel momento, abbiamo trenta minuti per far saltare la corrente o Kyungsoo soffocherà.» Chanyeol gli fece un pigro saluto da dove stava in piedi. Baekhyun ruotò la replica della cassa del carrello al centro della stanza della caveau e poi andò via.

Quando Kyungsoo aprì il coperchio della cassa, prese di nuovo aria nei polmoni.

«Va bene, sei dentro,» disse Baekhyun, unendosi agli altri fuori dalla cassaforte. «Ti hanno piazzato al centro della stanza. Devi arrivare da lì alla porta senza toccare il pavimento, che cosa fai?»

Kyungsoo si mise in equilibrio sul bordo del carrello e si piego sulle gambe per prepararsi a saltare.

«Diecimila won che non ci riesce,» disse Jongdae in un drammatico sussurro.

«Facciamo venti,» disse Sehun, Jongin e Chanyeol.

Piegandosi, Kyungsoo arrivo dalla cassa al tetto di metallo dell’armadio pieno di chip, con una distanza di cinque metri, riuscendo ad arrivare fino alla porta con un salto pulito. Diede a tutti uno sguardo maligno dal suo appiglio, con la speciale presenza del suo dito medio rivolto a Jongdae, che sorrise con paura mentre pagava la sua scommessa persa.

«Bene,» disse Baekhyun con un sorriso smagliante. «Facciamolo di nuovo, questa volta con le luci. Prova generale.»

Lo fecero altre due volte e Kyungsoo arrivo sempre sullo stesso punto. La telecamera di sicurezza riprese tutto, dalle esplosioni controllate fino ai sacchi dei soldi portati fuori dalla porta del caveau . Finirono un’ ora prima della mezzanotte, mettendosi a scherzare e offrendosi di aiutare Joonmyun a prendere i suoi vini pregiati.

Quando Kris fu superato da Zitao alla porta d’ingresso, Baekhyun fece un cenno con la testa a Kris alle sue spalle.

Kris allora si voltò subito, guardando sospettoso. Non c’era nessuno da seguire. Zitao ritornò al magazzino da solo, dove trovò Sehun e Jongin chiacchierare ad alta voce mentre davano gli ultimi ritocchi al furgone. Sehun lo vide per primo e gli disse qualcosa troppo velocemente da comprendere mentre posava il secchio della vernice per terra.

«Cosa?» chiese Zitao.

Kyungsoo apparve all’improvviso saltando fuori dalla cassa del carrello dei soldi, facendo spaventare tutti e tre. «Drag racing,» tradusse per Zitao. «Ha detto se vuoi andare con loro a fare Drag racing.»

«Scusa,» disse Sehun in cinese. «L’avevo dimenticato.»

«Vieni con noi,» ripeté Jongin.

«Non lo so– » balbetto insicuro Zitao e subito Jongin sogghigno verso di lui, come se volesse dirgli: Hai paura? Poi Zitao ripensò a quando glielo disse Baekhyun il primo giorno che si erano messi a pedinare insieme il Barracuda. Strinse il pugno. «Facciamolo.»

«Vengo anch’io, non c’è dubbio che avete bisogno della supervisione di un adulto,» mormorò Kyungsoo facendo muovere i piedi. Zitao aveva i suoi dubbi. Era da giorni che Kyungsoo stava diventando pazzo dentro a quella cassa cercando di arrivare a 30 minuti di apnea. Dovevano fare tutti una pausa.

Sgattaiolarono dentro al garage di Joonmyun e Jongin intrecciò i fili di una Chevrolet Chevelles, con un lucido numero rosso e due grosse strisce bianche che scendevano lungo il cofano anteriore. Zitao percepì i suoi livelli di cazzutaggine salire alle stelle appena si sedette sul sedile posteriore con Kyungsoo quando si lanciarono sull’autostrada.

«Il problema di Joonmyun-hyung,» disse Jongin sul sedile del guidatore, «è che lui non guida mai queste auto. Che senso ha possedere cose come queste se poi non le porti fuori per un giretto?»

Premette il pedale del gas e il motore rombò mentre sfrecciavarono avanti. Zitao dovette reggersi saldo sul suo sedile e per poco con dette di stomaco quando Jongin sorpassò una macchina lenta in movimento. Sorpassarono altri guidatori lungo la strada – una coppia di ragazze con un lucido BMW nero e un altro ragazzo con un Nissan. Le mani di Jongin volavano dallo sterzo al cambio e la testa di Zitao sfondò quasi il finestrino se non fosse stato per la mano che attutiva i colpi.

«Cazzo,» urlò Zitao e Sehun rise ad alta voce dal posto del passeggero.

Scesero dall’auto poggiando i piedi sopra l’erba. Kyungsoo barcollò. «Sento che potrei vomitare.» disse con voce tremante.

«Pensavo fossi uno Stuntman,» fece notare Jongin, sorridendo e Kyungsoo mormorò qualcosa tipo “al diavolo voi ragazzi fuori di testa e le vostre corse folli”. Zitao si sedette sull’erba, fissando il cielo notturno. Fecero la stessa cosa Sehun e Jongin stendendosi accanto a lui e mormorando tra di loro in coreano. Zitao si sentiva ancora con il cuore in gola e con la mano ancora pulsante per la presa stretta su cui si era tenuto saldo in auto.

Era come se si sentisse vivo e si sentiva bene. Era un po’ drammatico pensarlo e lo sapeva. Quanto tempo era passato da quando era partito? Undici, dodici giorni? Neanche due settimane, ma Zitao si sentiva diverso, come se il mondo si fosse aperto improvvisamente a lui con tutte le sue possibilità. Sehun mise un braccio intorno alle sue spalle. Kyungsoo fece una sorta di elaborato salto dal tetto dell’auto. Quando furono di nuovo al magazzino, i furgoni erano quasi pronti, il che significava che presto, potevano iniziare a spostare l’intera operazione a Macao: mancava l’ultimo sforzo.

Era una cosa che non faceva di solito. Questa volta stava rubando ai ricchi per dare ai poveri, come una sorta di Robin Hood e Catwoman dei giorni nostri – e gli piaceva molto.
 
 
. . .

 
Kyungsoo è quello che sentì le sirene della polizia per primo. Saltò giù da tetto dell’auto e pungolò Jongin, che lo guardò assonnato e confuso. «Stanno arrivando gli sbirri,» disse veloce e Jongin si guardò intorno. Sehun si alzò, trascinandolo in auto con lui Zitao. Jongin saltò sul posto di guida proprio quando Kyungsoo individuò le luci delle pattuglie arrivare in lontananza.

Nel tentativo di allungarsi per chiudere la portiera dell’auto, Kyungsoo cadde. Jongin mise subito il motore in moto e partì prima che Kyungsoo avesse chiuso lo sportello. Merda, pensò, un secondo prima che la portiera si chiudesse sulle nocche della sua mano destra.


 
. . .

 
«Siete dei fottuti idioti, » sbraitò Baekhyun quando tornarono. La mano di Kyungsoo era avvolta nella t-shirt di Zitao. Sanguinava così tanto che la maglia era tutta sporca. «Cosa ho detto a proposito delle distrazioni?»

Kyungsoo continuava a imprecare sottovoce, sopratutto quando Joonmyun tentò di rimettergli le ossa a posto e gli pulì la ferita. Talmente era forte il senso di colpa che i ragazzi non riuscivano ad alzare lo sguardo – e Baekhyun non capiva davvero com’era possibile che erano stati così colossalmente stupidi.

«Vi risparmio la predica. Visto che, per quanto mi faccia male ammetterlo, siete degli adulti grandi e vaccinati.» Baekhyun si grattò il naso. «Andate a dormire. Via. Ci inventeremo qualcosa domani mattina per risolvere questo casino.»


 
. . .

 
La mattina seguente, era anche peggio. Kyungsoo passo quasi l’intera giornata strafatto di anti dolorifici. Sehun e Jongin sembravano abbastanza mortificati mentre erano nei pressi del magazzino. Zitao si sentiva orribile per aver fatto alterare Baekhyun, facendolo preoccupare e deludere. Era come se qualcuno stesse stritolando le interiora di Zitao. Quando Kris uscì di casa, Zitao lo seguì come un cagnolino. La sentiva come una punizione.

Principalmente, Kris si appostò nei pressi della mostra della collezione delle gemme. (Anche se appostarsi non è proprio il verbo adatto. Kris era troppo ovvio per farlo.) Dopo che Lu Han passò – era così che Baekhyun l’aveva chiamata, Kris la seguì e Zitao lo guardò osservarla. Era ovvio che loro due avevano una storia. Solo un cieco non l’avrebbe notato. C’era qualcosa di profondamente unico nel modo in cui Kris la guardava – tanto che Zitao dovette guardare da un’altra parte, era come se si stesse intromettendo in qualcosa di molto doloroso e privato. Baekhyun continuava a scrivergli per essere aggiornato, eppure Zitao si sentiva in colpa a fare la spia.

Quella notte, tutti quelli che si trovavano ad Hong Kong presero il traghetto per Macao e si trasferirono silenziosamente nella lussuosa suite di Minseok. Zitao arrivò mezz’ora dopo che Kris salì e per lui fu un sollievo vedere che Kyungsoo stava abbastanza bene per mandare occhiatacce a tutti. Chanyeol arrivò per ultimo, sporco da far paura e Baekhyun lo spinse in bagno. «C’è una vasca idromassaggio, approfittane.» disse e Chanyeol si abbassò i pantaloni prima che chiudesse la porta.

Yixing adesso era quello che sembrava più preoccupato. Aveva passato tutto il giorno nella suite con Jongin a collegare l’apparecchiatura di monitoraggio lungo tutto il muro della parete del soggiorno e sembrava più stanco del solito. «Abbiamo un problema,» annunciò ad alta voce in tutta la stanza quando ci furono tutti e si rivolse a Kris «Hai una bandierina rossa.»

«Che significa?» chiese Kris e lo stomaco di Zitao si scombussolò un tantino.

«Significa,» si offrì di spiegare Jongin, «che appena metterai piede al Casinò Lisboa, loro ti terranno d’occhio. Persino la più insignificante sorveglianza verrà avvertita della tua presenza. »

«Questo,» disse Kris, leccandosi le labbra. «non va bene.»

«Non necessariamente,» disse Yixing scuotendo la testa.

Baekhyun alzò un sopracciglio. «Hai idea di com’è successo?»

Zitao inghiotti quel groppo che aveva in gola e si fece avanti prima che Kris potesse dire qualcosa. «Io lo so.» Kris gli lanciò uno sguardo inquisitorio. «Andava dietro alla donna che si occupa della collezione di Diamanti. Lavora a stretto contatto con il Barracuda e ha saputo che lui era un ladro di gioielli– » Si allontanò dalla profonda occhiataccia di Kris, scusandosi. «Ti stavo pedinando.»

«E chi te l'ha chiesto?» chiese duro Kris e Zitao avrebbe tanto voluto che in quel momento il pavimento si fosse aperto facendolo sprofondare.

«Glielo detto io.» rispose Baekhyun altrettanto duro. Girò la testa verso di lui. «Sapevo che non avresti lasciato in pace, Lu Han.»
Minseok stordito, si raddrizzò sul divano. «Lu Han? Lu Han è qui

«Chi è Lu Han?» chiese Sehun.

«Mia – moglie» si sforzo di dire Kris.

«Ex-moglie,» lo corresse volutamente Baekhyun. «Stammi a sentire, Kris – Mi dispiace. L’ho fatto per precauzione e ci avevo visto giusto.» Esalò lentamente. «Sei fuori.»

Joonmyun si agitò sul divano, battendo il piede sul tappeto. «Che diavolo significa che lui è fuori ? Non puoi buttare fuori Kris.»
«O facciamo così o non se ne fa più niente del colpo,» disse Baekhyun e poteva sentire persino gli ingranaggi nella testa di Joonmyun girare, calcolando quanto avesse già investito in questa cosa. Si era spinto troppo oltre per tornare indietro. «Era rischioso fin dall’inizio e il suo coinvolgimento emotivo ci ha messo ancora più a rischio.»

Nessuno tradusse per Zitao, ma Baekhyun si assicurò che potesse intuire il suo stato d’animo. «Andiamo, ragazzi,» disse in un enfatico coreano, tentando di riparare al danno. «possiamo farcela. Da chi sei andato quando avevi bisogno d’aiuto?»

Tutti dissero in coro: «Baekhyun,» Zitao sprofondò in uno sconfortevole silenzio. 

Kris si passò una mano sul viso. «Questo è il mio colpo,» disse.

Baekhyun scosse la testa. «Non più.»

Kris mise le mani in tasca e si affacciò sul balcone, da solo. Era bravo a giocare la carta del cucciolo ferito, pensò Baekhyun. Ma – c’erano cose più importati da discutere. Tipo:

«Non possiamo buttarlo fuori,» continuò a ripetere Joonmyun. «Chi prenderà il suo posto?»

Baekhyun si voltò verso Zitao, che stava fissando il tappeto. «Come te la cavi con il Cantonese?» gli chiese.


 
. . .

 
La settimana successiva passò in un battito di ciglia. Kyungsoo affermava che il suo Cantonese era buono – mentre Zitao diceva che da bambino aveva degli amici di strada che glielo avevano insegnato, in modo da usarlo per estorcere denaro dai passanti – ma era impersonare la parte, il problema. Per giorni Baekhyun provò a dargli qualche dritta di recitazione. «La tua faccia comunica troppo,» disse, «devi trattenerti,» e Zitao ci provò, ma non era abituato a nascondere le sue emozioni. I piccoli furti erano un lavoro arraffa e scappa. Non erano necessarie grandi doti di recitazione.

Kyungsoo di tanto in tanto sbucava dalla cassa del carrello dandogli qualche suggerimento inutile, perché il lavoro degli stunt non aveva nulla a che fare con questo. Kyungsoo aveva ancora le dita fasciate da strati di bende e ogni volta che Zitao lo vedeva, si sentiva salire un senso di colpa lungo la spina dorsale.

«Non ci pensare,» disse Baekhyun, per la terza volta. Si sporse in avanti e bussò con le nocche contro la mano di Zitao. «Guardati, ti si legge in faccia. Rilassati. Sei di pietra.»

Era talmente vicino che Zitao riusciva a sentire sui capelli di Baekhyun il costoso shampoo alla menta del Lisboa, così provò a dare un espressione di vuoto alla sua faccia.

«Così va meglio,» disse Baekhyun sorridendo e – oh, ecco che il suo battito ricominciava a battere nella sua gola. Era solo un sorriso, santo cielo. Che imbarazzo.


 
. . .

 
Due giorni prima del colpo, Yixing chiese a Sehun e Jongin di aiutarlo a collegare i loro interfoni wireless. Jongin accettò subito mentre Sehun invece oziò sul divano della suite, giocando con dei giochi sul telefono e discutendo di cose vaghe a Jongin.

Fuori, la torre dell’orologio suonò il rintocco delle sette di sera. «Dove pensate che sia adesso Kris-hyung?» chiese Jongin durante la pausa del test del raggio sonoro delle cimici.

«A casa di Joonmyun-hyung,» pensò Sehun dal divano. «a rimuginare.»

«Probabilmente a cercare di riprendersi la sua ragazza.» disse da dentro la cassa del carrello Kyungsoo.

Yixing sbuffò. «Ma figurati. Lu Han non è così facile.»

Sehun si era seduto, attirato dall’affermazione di Yixing. «Tu la conosci?»

«Diciamo di sì,» disse Yixing enigmatico, girando la cimice tra le mani. «Eravamo tutti amici.»

Jongin scatto di colpo. «Amico, non puoi lanciare una bomba del genere e non dirci i particolari

«Non immaginavo che foste dei tali ficcanaso,» disse Yixing imperturbato.

«Andavano d’accordo?» domandò Sehun. «Lei è carina?»

«Erano innamorati. Kris odiava mentirle ma l’ha fatto per proteggerla. Credo che lei sia rimasta più arrabbiata dall’idea che lui l’abbia dovuta proteggere che dalla rapina. Il pensiero che forse lui l’abbia usata – la faceva arrabbiare ancora di più. Lui rubava gioielli, ricordate? » Yixing fece spallucce. «Questo è tutto quello che so.»

Jongin strinse gli occhi. «Lei ha saputo anche di te?»

«Naturalmente,» disse Yixing.

«L’ha fatto?» disse di nuovo all’improvviso la voce di Kyungsoo. «Voglio dire, l’ha usata davvero per rubare i gioielli?»

«Ti sembra davvero il tipo di persona che fa una cosa del genere?» disse serio e non ci fu nessuna replica.

«Aspetta, ma è carina almeno?» ripeté di nuovo Sehun dopo una lunga pausa.

Jongin sbuffò forte. «Sai pensare solo a questo?»

«E se anche fosse, huh?» E naturalmente la conversazione venne deragliata – cominciando a parlare delle Porno Star o cose simili, e allora Yixing ritornò alle sue cimici.

Stavano bene insieme, pensò Yixing focalizzandosi sulla cimice successiva. In maniera disinvolta – la posizionò sul polso e testò il volume. Kris aveva smesso di giocare dopo che si erano sposati, la felicità coniugale gli aveva offuscato i sensi, ma alla fine era tornato, non poteva farci nulla. E Lu Han, più di ogni altra cosa, odiava che le si mentiva. Era la ricetta per un disastro perfetto. Yixing non aveva idea di come Kris aveva intenzione di riprendersela, ma sarà meglio per lui che non fallisca.

Yixing fece attenzione al più piccolo feedback dello schermo del suo computer. Era meglio per tutti che Kris non interferisse con il colpo, ma Yixing era più legato all’idea del lieto fine che alla riuscita del piano.


 
. . .

 
La vigilia di Capodanno Lu Han la trascorse in casa. Fuori si sentivano i suoni dei fuochi d’artificio. La musica che proveniva da fuori si sentiva perfino al decimo piano del suo appartamento. Guardò verso l’ingresso e vide i suoi tacchi a spillo e un vestito nel suo armadio che non indossava da anni che la chiamavano. Anche se voleva – non poteva uscire, doveva lavorare. Jiaheng aveva aumentato la sicurezza alla mostra dei diamanti, adesso dei muscolosi imbecilli senza nessun rispetto per la gemmologia si aggiravano nel suo territorio. E come se non bastasse il venditore di diamanti voleva completare l’affare domani sera.

Lu Han aveva visto la merce qualche giorno prima. Erano degli esemplari bellissimi: molto brillanti, senza macchie, colore di grado C, con una leggera fluorescenza sotto la luce UV. Voleva due milioni per pezzo ma Jiaheng lo convinse a far scendere la sua offerta per mezzo milione. Si legò i capelli in uno chinion lento e cominciò a preparare i contratti.


 
. . .

 
Mancava un ora al colpo e Zitao si sentiva teso come una corda di violino. Baekhyun gli ronzava attorno mentre lui stava di fronte allo specchio della camera da letto di Minseok. Gli sistemò il vestito e il nodo alla cravatta per fallo apparire impeccabile. «Proviamo di nuovo,» gli disse Baekhyun da dietro le sue spalle. «Dove metterai le mani?»

Zitao le portò avanti stringendole.

«No, sembri troppo nervoso.»

Le infilò dentro le tasche.

«No, troppo disinvolto.»

Zitao sentiva il colletto opprimerlo troppo, così provò ad allentare il nodo della cravatta, ma subito Baekhyun gli schiaffeggiò la mano in segno di disapprovazione.

«Non farlo. Si accorgeranno che sei nervoso.» Baekhyun gli girò intorno, fermandosi davanti allo specchio. «Guarda me.»

Zitao alzò la testa.

«Hai intenzione di presentarti così?»

Zitao cambiò postura. Baekhyun scosse la testa.

«Se ti faccio una domanda e pensi alla risposta, dove guardi?» Zitao abbassò di nuovo la testa. Baekhyun schioccò le dita. «Se guardi giù capiranno che stai mentendo.» Zitao allora guardò dritto negli occhi di Baekhyun. «Meglio.» disse a Malincuore. «Non usare sette parole quando ne bastano solo quattro. Non sposare il peso. Guarda sempre il bersaglio, ma non fissarlo. Sii credibile ma anonimo. Sii spiritoso ma non farlo ridere. Deve trovarti simpatico e poi dimenticarti non appena non ti ha più davanti.»

Senza accorgersene l’aveva detto in Coreano e allora, ci volle un minuto a Zitao per capire che Baekhyun era nervoso quanto lui. La sua eccessiva iperattività rischiava di farlo tremare e stravolgere il suo solito portamento equilibrato. Zitao provò a posate una mano sulla spalla di Baekhyun, e si leccò le labbra.

«Non fare neanche questo,» disse Baekhyun, sospirando lentamente. Un attimo dopo alzò un sopracciglio. «Stai di nuovo facendo quella cosa.»

«Quale cosa?» disse Zitao. Baekhyun riusciva a sentire il calore delle dita di Zitao attraverso la sua sottile camicia.

I bordi della sua bocca si curvarono all’insù. «Quella cosa che fai con la faccia,» disse, inclinando la testa di lato, improvvisamente rilassato. «Sembra che tu voglia baciarmi.»

Zitao avvertì il suo sangue gelarsi, poi diventare bollente e poi di nuovo gelarsi. Baekhyun continuava a fissarlo, con sguardo fermo e deciso.

«Vuoi farlo tu, o lo faccio?» chiese, allora Zitao si sporse in avanti e premette le sue labbra goffe contro quelle di Baekhyun, poi la sua mano scorse lungo la base del suo collo. Baekhyun sospirò su di lui, le sue mani erano piantate contro le clavicole sporgenti di lui mentre intrecciava con attenzione la lingua con quella dia Zitao nella sua bocca. Sorrise quando si staccò da lui. «Va meglio adesso?»

«Un po’,» disse Zitao schiarendosi la voce.

Yixing ne’ approfitto per apparire davanti alla porta. Baekhyun si allontanò, sorridendo. «Deve darmi gli orecchini, Signore. È quasi l’ora.»


 
. . .

 
Minseok si trovava all’entrata del Casinò, vestito di tutto punto. Attraverso il riflesso delle vetrate, vide il Barracuda andargli in contro e si calò nella parte.

«Signor Lee.»

«Signor Jin.» s’inchinò. «Sono molto impegnato questa sera. Siamo in orario?»

«I miei valletti dovrebbero arrivare da un momento all’altro.» Si spostarono sotto la tettoia.

La cimice dentro l’orecchio di Minseok scricchiolò. «Minseok e il Barracuda sono in posizione,» disse Jongin statico dalla cimice.

«Le sette in punto,» disse la voce di Yixing. «Ci siamo.»

Un furgone bianco si fermò sotto la tettoia. Jongin e Sehun sgusciarono via, con una valigetta ammanettata al polso di Jongin. «Un omaggio dal giudice, Signore,» disse a Minseok, porgendogliela. Minseok prese la valigetta. Sehun uscì una chiave dal taschino del blazer della sua uniforme e aprì la manetta di Jongin per poi richiuderla in quella di Minseok e affidandogli la chiave.

«Grazie, Shixun, Zhongren.»

Il Casinò scoppiava di vita in torno a loro, persone provenienti da tutto il mondo erano qui per procurarsi un po’ di fortuna per il nuovo anno. Furono a metà strada dalla porta del gabbiotto quando una voce acuta chiamò ad alta voce il nome di Minseok.

Nemmeno Xiumin, ma: «Kim Minseok!» gridò qualcuno e Minseok si voltò, con il dubbio stampato sulla faccia. Era una donna in un abito lungo e un boa piumato calante intorno alle sue spalle, con tanto di bracciali tintinnanti. «Lo sapevo che eri proprio tu,» disse avvicinandosi. Il suo alito puzzava di alcool. «Sono io, Liu Meichen. Eravamo a Qingdao!»

«Shixun, Zhongren,» disse secco. La presero dai gomiti e la trascinarono via.  L’ultima cosa che udì Minseok fu un lagnoso, «Ero certa che fosse lui!»

Jiaheng lo osservò con uno sguardo indecifrabile quando Minseok si voltò verso di lui. Minseok si stirò il davanti del suo vestito e sollevò la sua valigetta.

«La prego, Signor Lee,» disse riguardoso, «Non ho mai gradito la sensazione dell’acciaio sulla mia pelle.»

Jiaheng sembrava ancora sospettoso, ma proseguì lo stesso. Arrivati alla porta della cabina, Minseok si accorse di Kris seduto in una della slot machine.

Il Barracuda lo condusse in una delle stanze di conteggio del gabbiotto. Minseok inserì la combinazione sul lucchetto della valigetta e quando l’apri trovo i diamanti esplosivi che aveva fabbricato Chanyeol che li salutavano.

«Li sollevi, per favore.»

Minseok sollevò l’imbottitura di velluto e Jiaheng tastò l’interno della valigetta per accettarsi che non fosse una trappola, o ci fosse qualche scompartimento segreto. Soddisfatto di non sentire nulla, Jiaheng risistemò di nuovo l’imbottitura dentro la valigetta prima di richiuderla.

«La ringrazio, Signor Jin. » Disse guardando di nuovo l’orologio «Posso dichiarare che questa valigetta non contiene materiali pericolosi o illegali. Pertanto accetto di prendere in consegna la sua valigetta e di custodirla nel caveau di sicurezza per un periodo di 24h. Ora non posso farle posare personalmente la valigetta– »

Minseok rimase sorpreso. «Perché no? »

«Perché non mi fido di lei, » disse Barracuda senza giri di parole.

Si sentì bussare alla porta e il direttore del Casinò entrò. «Abbiamo messo due in Borghese dietro a Wu. È al Lotus Louge adesso.»

«Perché no?»

«Se si avvicina alla mostra dei diamanti, digli di portarlo da me.»

«Sì, signore. »

Jiaheng fece un gesto della mano per presentare il direttore. «Signor Jin, questo è il manager del mio Casinò, il Signor Dong. Se lei è d’accordo, si occuperà personalmente di far depositare la sua valigetta nel nostro caveau mentre lei potrà seguire l’operazione da un nostro monitor di sorveglianza, Sono le mie condizioni, accetta?»

Minseok lasciò sfuggire un sospiro pesante. «Beh, Signor Lee. Lei non mi lascia altra scelta. » Si levò la manetta dal polso e la collegò a quella del Direttore del Casinò. Jiaheng lo accompagnò fuori dalla porta, percorrendo il corridoio grigio verso la sala di sorveglianza.

«Questo è il nostro centro di sicurezza,»  spiegò il Signor Dong. «Qui controlliamo tutto quello che succede nel Casinò e nel Caveau 24 su 24 attraverso i nostri monitor di sorveglianza. Potrà seguire il percorso della sua valigetta da qui.»

«La ringrazio,» rispose Minseok. La sua mano raggiunse la tasca della sua giacca, uscendo una mentina e mettendola in bocca.

Jiaheng guardò di nuovo l’orologio.

«La prego, non voglio trattenerla qui se ha altri impegni,» disse Minseok. Jiaheng gli annuì e lasciò la stanza.

La cimice scricchiolò di nuovo. Yixing disse, «Zitao, preparati. »


 
. . .


 
Qualcuno bussò alla porta della suite di Minseok. Baekhyun aprì facendo entrare Jongin e Sehun, vestiti con un uniforme dei camerieri del ristorante Robuchon au Dôme. «Servizio in camera,» disse Jongin conciso, spingendo dentro un carrello col cibo. «Per chi è la bistecca?» Baekhyun alzò la mano e prese il piatto. Jongin tolse la tovaglia dal carrello e la fece volare in aria.

Kyungsoo finì di bendarsi la mano e poi entrò dentro la cassa del carrello.

Baekhyun gli sorrise. «Hai bisogno di niente? Vuoi una rivista? Qualche caramella?»

«Va a farti fottere,» disse senza scomporsi Kyungsoo e Baekhyun rise.


 
. . .

 
«Buona fortuna,» disse Yixing attraverso il microfono.

«Grazie,» mormorò Zitao. Qui non funziona nulla. Il Barracuda emerse dalla gabbiotto del caveau e un assistente gli porse una cartellina nera con i codici. Un minuto dopo, Zitao gli andò in contro, parlando in Cantonese. «Signor Lee?»

Jiaheng gli lanciò un’occhiata. «Sì?»

Zitao tirò fuori il suo cartellino identificati e glielo lampeggiò. «Mi chiamo Wang Bin. Sono l’ispettore della commissione gioco. Potrei avere un attimo della sua attenzione?»

Gli occhi di Jiaheng guizzarono. «Come posso aiutarla?»

Zitao emise un profondo respiro – un po’ per se stesso e un po’ per la recita. «Se vuole seguirmi ai tavoli di Craps– »


 
. . .

 
Kris guardò Zitao e Jiaheng avanzare al piano principale verso il tavolo di Jongdae. Dietro lui, Kris riusciva a vedere una coppia in borghese pedinare la sua ombra. Un minuto dopo, Lu Han apparve da un angolo, dirigendosi verso la sala della mostra e Kris si alzò per seguirla.
 
. . .

 
Cinque minuti prima delle 7:30 e dello scambio dei codici, Baekhyun ricaricò una bomboletta d’ossigeno e la consegno a Kyungsoo che la infilò tra le sue gambe. Poi si rivolse a Sehun e Jongin. «Quando fate il deposito?»

«Non prima del segnale,» disse Sehun, indossando l’uniforme. «Ci hai preso per due stupidi?»

Baekhyun gli lanciò un’occhiata piena di significato. Kyungsoo agitò la mano fasciata. «Giusto,» disse Jongin lamentandosi.

Baekhyun controllò di nuovo l’orologio. «Yixing, Zitao ha incontrato il Barracuda?»

Dovette ripeterlo due volte prima che Yixing si muovesse. «Si sono avvicinati adesso a Jongdae,» rispose, non staccando gli occhi dallo schermo.

«Va bene,» disse Baekhyun. Afferrò il coperchio e l’abbassò facendogli fare click. «I trenta minuti di aria respirabile iniziano, adesso.»
Jongin prese la tovaglia e la rimise sopra al carrello.


 
. . .

 
«C’è stato segnalato stamattina,» spiegò Zitao. «pare che la fedina penale di questo Jongdae sia persino più lunga del mio– » Jiaheng lo guardò torvo. «Beh, è bella lunga.»

«Se è la persona che dice lei.» Jiaheng fece segnale di avvicinarsi al direttore del piano. «Fai avvicinare qui Zhong Chen.»

Mentre aspettavano, Jiaheng aprì il registro nero e scannerizzò con lo sguardo i codici.



 
. . .

 
Baekhyun si poggiò alla spalla di Yixing. «Li hai presi?»

Yixing emise un sospirò di frustrazione. «Le sue spalle hanno coperto gli ultimi quattro numeri.» Attraverso il microfono disse: «Zitao, devi fargli alzare i numeri.»


 
. . .

 
Zitao annuì in risposta prima di notare troppo tardi dell’azione stupida che aveva fatto. Jiaheng gli lanciò un occhiata strana mentre guardava il registro. «Lavora per la commissione da molto tempo?»

«Da circa diciotto mesi.» disse disinvolto.

«Conoscevo qualcuno lì dentro, Yang Daopei. Ha mai lavorato con lui?»

La voce chiara di Baekhyun irruppe nel suo orecchio. «Quel tizio è morto, Zitao. Cancro ai polmoni, circa un anno fa.»

«Purtroppo no, visto che è morto l’anno scorso,» disse Zitao, mettendo un po’ di tristezza nella sua espressione.

Jiaheng annuì imperturbabile. Piegò il foglio dei codici mettendolo nella tasca interna della giacca e Zitao sospirò di nuovo. Il Direttore del piano del Barracuda tornò scortando Jongdae, con la fronte corrugata. «Che cosa volete da me?» chiese Jongdae, confuso.

«Parliamo fuori dalla sala» disse Jiaheng. Li condusse indietro verso la galleria del caveau.



 
. . .

 
Lu Han stava giocherellando con uno dei lucchetti delle teche degli espositori quando Kris entrò, aggirando le guardie di sicurezza e i turisti che ammiravano le gemme. Prese un respiro profondo e gli andò in contro, afferrandogli la spalle per farli fare dietro front.

«No,» sibilò sottovoce. Kris la lasciò spingerlo fuori dalla porta per andare in corridoi. «Giuro su Dio che ti faccio buttare fuori– »

«Ti chiedo solo un attimo.»

Lu Han lo fissò farsi avanti con le sue ampie spalle, mentre la guardava con i suoi fottuti occhi lucidi. Oggi aveva i capelli tirati indietro, come se si fosse preparato per qualcosa. Era inquietante. «Stai tramando qualcosa. Non pensare neanche di rubare i miei diamanti, perché ti troverò e cazzo, se ti farò male.»

«Lu Han. Io– »

«E non pensare di convincermi a tornare con te con le tue terribili insulsaggini o stupide,» prese un attimo fiato e continuò. «Le tue stupide balle. Sono stanca di dover avere a che fare con– »

«Lu Han,» disse di nuovo e qualcosa nel tono della sua voce la fece zittire. «Rilassati. Sono solo venuto a dirti addio.»

«Oh,» Lu Han riuscì a dire solo Oh– e il peso della delusione le schiacciò improvvisamente il cuore. Fottuto idiota. Eccolo qui, l’idiota che non ha avuto le palle di dirle che era una fottuto ladro e adesso stava uscendo dalla sua vita di nuovo. Non ci ha nemmeno provato. «Beh,» disse lei. «Addio.»

Kris si avvicinò e le sue labbra sfiorarono la curva della sua guancia prima che lei potesse fermarlo. «Abbi cura di te.»
Lu Han lo guardò andare via nel corridoio. Girò l’angolo e sparì. Si passò una mano sulla guancia e ritornò dentro alla sala della mostra.


 
. . .


Kris si scontrò quasi con le guardie in borghese mentre uscì dall’entrata della mostra. «Il Signor Lee vuole vederla,» disse uno di loro con uno sguardo minaccioso.

Kris piegò la testa di lato. Lui era più altro di loro, ma loro erano più grossi e con dei bicipiti enormi. Sarebbe stato inutile combatterli. «Me l’aspettavo,» disse e gli permise di scortarlo nella galleria.


 
. . .

 
Jongdae si sedette e si accigliò. Si trovavano in una stanza vuota delle riunioni dove probabilmente si parlava d’affari. Jiaheng sembrava tormentato e impaziente in volto. Invece Zitao stava bene. Era convincente.

«Grazie della sua collaborazione, Signor Zhong Chen,» disse Zitao, tirando fuori un fascicolo dalla sua ventiquattrore. «O dovrei dire – Kim Jongdae?»

Jongdae contrasse la mascella. Non rispose.

«Lei è Jongdae, dico bene? Quell’uomo che cinque anni fa è stato arrestato per aver contato le carte? Immagino che a Seoul conoscessero tutti i suoi precedenti per restare.» Si voltò verso il barracuda e gli consegno il fascicolo. «Temo che lei abbia assunto un ex galeotto. Come lei sa –»

«Fottuto mendicante.» mormorò sottovoce Jongdae.

Zitao si voltò lentamente. «Come scusi?»

«Mi hai sentito,» disse Jongdae ad alta voce. «Sei solo un pezzente con un bel vestito che pensa di portare via il lavoro a dei poveri operai. Anche noi siamo persone, stiamo provando a guadagnarci da vivere onestamente.»

«Vivere onestamente?» Zitao tirò fuori un altro fascicolo di Jongdae dei registri di polizia e lo gettò sul tavolo. «Lei in tre mesi si è portato via mezzo milione di dollari con il suo trucchetto delle carte.» Sì ricompose e incontrò di nuovo lo sguardo del Barracuda. «Come le stavo dicendo – noi della commissione da sempre proibiamo l’assunzione di questi ladri criminali come – »

Era l’ultima goccia. Jongdae scatto dalla sedia per attaccare Zitao e per poco non riuscì a mancare il foglio dei codici dalla giacca del Barracuda mentre tentò di separarli insieme al direttore.

Il Direttore fece sedere di forza Jongdae sulla sedia. Jiaheng chiese a Zitao se stesse bene e Zitao mormorò. «Sì, sto bene.» Poi si sistemò la giacca.


 
. . .



La voce di Baekhyun scricchiolò nell’orecchio di Jongdae. «Zitao ha preso i codici. Jongin, Sehun, tocca a voi.»

Spinsero il carrello della cassa dei soldi verso la porta “SOLO PERSONALE AUTORIZZATO” della galleria e quando Sehun andò a prendere il tesserino magnetico nella tasca della sua giacca, realizzò una cosa: «Merda, ho dimenticato la tessera.»

Una delle guardie che stava in piedi davanti alla porta della galleria lo fissò. «Cosa?»

«Sei un fottuto idiota!» cominciò Jongin a gridare ad alta voce. «Adesso per colpa tua perderemo il lavoro e aspetta solo che lo venga a sapere la mamma– »

«Mi dispiace, scusa,» disse subito Sehun, stringendo le mani sul manico del carrello. «Sistemerò tutto io, non preoccuparti– »
«Come faccio a non preoccup–»

«Abbassate la voce,» sibilò la seconda guardia guardandosi attorno. Nessuno li notò – le persone erano troppo occupati a puntare i loro soldi e alimentare i loro bisogni nella notte di Capodanno. «Ecco, uso il mio e la porto dentro io. La prossima volta non dimenticarti il tesserino.»

Sehun si calmò. «Grazie mille. Ti devo un favore.»

«Non dirlo neanche. Dove lo porto?»

«Al caveau,» disse Jongin.

«C’è la roba del Signor Lee, roba importante. Massima sicurezza.»

«Va bene,» disse la seconda guardia prendendo il carrello e portandolo dentro.

Dandosi un ultima occhiata, Jongin e Sehun si divisero tra la folla.



 
. . .



Nella sala di sorveglianza, Miseok stava guardando il carrello contenente Kyungsoo avanzare sul corridoio della galleria. Il cuore gli batteva in gola. In un altro schermo, una guardia di sicurezza stava entrando insieme alla valigetta dentro l’ascensore del caveau. Il Direttore Dong guardò Minseok. «Lì c’è la sua valigetta, Signor Jin.»

«Grazie,» disse Minseok.


 
. . .

 
Le parole scricchiolarono attraverso la cuffia di Yixing. «Questo è il mio momento,» disse Baekhyun dando una pacca sulla schiena a Yixing. «Avverti Chanyeol che è quasi ora del Blackout.»

Yixing sì sedette mentre Baekhyun lasciò la suite. «Chanyeol, hai sentito? A che punto sei?»

Non arrivò nessuna risposta.

«Chanyeol!»

«Ehi, amico, non c’è bisogno di urlare.»

«A che punto sei?»

Nelle fogne, Chanyeol accese una torcia e illuminò la scatola dei fusibili allineati una bella fila. «Sono quasi pronto.»


 
. . .

 
Zitao seguì il Barracuda nella stanza insonorizzata e dovette infilarsi le mani in tasca per mascherare il tremolio, come aveva suggerito Baekhyun. Due guardie li superarono e Jiaheng li salutò. «Per favore, scortate quest’uomo,» disse indicando Jongdae, «fuori dall’edificio.»  Aggrotto le sopracciglia e strinse la mascella. «Non metta mai più piede nel mio Casinò.» 

Le guardie portarono via Jongdae. Mentre Jongdae passò accanto a Zitao, lo fissò rabbioso e Zitao indietreggiò.

«Signor Wang,» disse Jiaheng, guardando l’ora. «se vuole seguirmi,»

Camminarono verso l’uscita ma Zitao si fermò drammaticamente, toccandosi le tasche. «Oh, no–»

«Che succede?»

«Ho lasciato il mio telefono nella stanza.»

Zitao vide chiaramente il Barracuda pensare se poteva lasciarlo lì. Finalmente, dopo avere lanciato un occhiata a tutte le telecamere lungo il corridoio: «Purtroppo, ho delle priorità più importanti,» disse accigliandosi. «Conosce la via d’uscita?»

«Ma certo,» disse Zitao. «Felice anno nuovo, Signore.»

«Anche a lei.» disse distrattamente, allontanandosi.


 
. . .

 
Questa stanza che si trovava nella galleria del Caveau, non è era uguale a tutte le altre – non spuntava sulla planimetria che Kris aveva preso da Hong Kong e non c’erano affatto telecamere. Era piccola e angusta. I due in borghese erano seduti di fronte a lui, con un espressione seria.

«Il Signor Lee non verrà, vero?» chiese Kris e uno dei tirapiedi gli sorrise mostrando i denti.

Si sentì bussare alla porta. Il secondo tirapiedi aprì ed entrò l’uomo più grosso che Kris avesse mai visto; era alto almeno due metri e all’incirca aveva trecento chili di muscoli addosso. «Lui è Bruto.» disse il secondo tirapiedi e Kris alzò un sopracciglio.

«Noi saremo qui fuori,» disse il primo tirapiedi, continuando a sorridere.

«Immagino che al Signor Lee non piaccia che giri intorno ai suoi diamanti, huh?» chiese Kris.

La porta si chiuse dietro le loro spalle in silenzio.

Prima che Kris potesse aprire bocca, un pugno colpi dritto la sua faccia. «Cazzo!» disse chinandosi e massaggiandosi la mascella dolorante. «Non era ancora il momento, Jonghyun,» bisbigliò e diede una pacca dietro al collo del gigante.

«Scusa, Kris,» disse Jonghyun con occhi sgranati e una mano pesante si posò sulla spalla di Kris. Per poco non perse l’equilibrio. «me l’ero dimenticato.»

«Non importa, è bello rivederti,» disse Kris, scuotendo la sua testa. «Mi sembri più grosso.»

«D’avvero?»

«Sì,» Kris salì sopra una sedia e alzò uno dei pannelli del soffitto. «Come sta tua moglie Roo?»

«Bene,» disse Jonghyun. «È incita un’altra volta.»

«Congratulazioni,» disse Kris spingendosi attraverso il pannello. «Torno presto.» Il Bruto si picchio i palmi della mano e cominciò a fare dei versi di lotta. Kris sorrise e mise di nuovo a posto il pannello.


 
. . .


Yixing, vide entrare la guardia insieme al carrello contenente Kyungsoo dentro la stanza del Caveau. Un minuto dopo, entrò anche la guardia con la valigetta di Minseok, che la piazzò proprio sopra il panello d’uscita del carrello di Kyungsoo.

«Oh, merda,» esalò Yixing.


 
. . .

 
Minseok soffoco un gemito. Si asciugò il sudore che gli bagnava i capelli – per lui stava diventando difficile respirare.

Il direttore del casinò chiese, come se provenisse da lontano. «Ora è soddisfatto, Signor Jin?»

«Sì,» si sforzò di dire con voce tremante. Le sue mani stavano stringendo lo schienale di una sedia degli uomini della sorveglianza.
All’improvviso il suo voltò sbiancò. «Si sente bene, Signore?»

Minseok continuò a fissare gli schermi. Nello schermo apparve Zitao svoltare l’angolo per poi entrare dentro l’ascensore del Caveau e un ragazzo della sorveglianza si sporse in avanti. «Chi diavolo è quello – ?»

Minseok si afferrò il braccio e barcollò, con il sudore che gli colava lungo la fronte. Il ragazzo della sorveglianza diede l’avvertimento e si voltò. «Sto mandando il video ora» arrivo a Zitao nell’orecchio la voce disinvolta di Yixing e Zitao scomparve dalle registrazioni, come se non fosse mai stato lì. Minseok svenì. L’ultima cosa che vide furono tre facce che galleggiavano sopra di lui mentre si agitava sul pavimento della stanza di sorveglianza. Qualcuno disse, «Chiamate un cazzo di dottore!»


 
. . .

 
«Sto mandando il video ora» disse Yixing dalla cimice e quando le porte dell’ascensore si chiusero di nuovo, Zitao sollevò i pannelli del tetto per scoprire il portello della botola di manutenzione. Stava per infilarsi, quando il portello si spalancò da solo e le sue ginocchia per poco non cedettero per l’improvviso panico.

Quell’idiota di Kris lo stava fissando dall’alto, con i capelli tirati all’indietro e un largo sorriso stampato sulla faccia. Non doveva nemmeno essere qui, ma Zitao si sentì stupidamente sollevato a vederlo qui. «Non avrai creduto seriamente che me ne sarei andato via con la coda tra le gambe, vero?»

«Ma che diavolo,» disse Zitao freddo, il battito cardiaco era tornato stabile. «Come ci sei arrivato qui?»

Kris gli porse una mano per farlo salire e Zitao l’afferrò, salendo. «Sono sgattaiolato da un’altra stanza. Ho promesso ad un amico un paio di milioni.»

«E che mi dici di Baekhyun e di tutta la discussione– » Improvvisamente ebbe un illuminazione e colpì Kris alla spalla. «Lo sapeva fin dall’inizio. Che duo di imbroglioni.»

«Tutto come da copione,» disse kris, sorridendo di nuovo. Si levò la giacca per attaccare la corda al gancio stretto attorno al busto.
Zitao si passò una mano in faccia. «Perché non me l’avete detto? Perché mi avete fatto passare le pene dell’inferno?»

«Sennò che divertimento c’era?» disse Kris appagato. Attraverso la cimice Zitao sentì Baekhun tossire una risata.


 
. . .

 
Baekhyun si presento alla porta della galleria per il Caveau con: occhiali da vista e uno stetoscopio intorno al collo. «Avete chiamato un medico?»

Nella sala di sorveglianza, finse di visitare il corpo di Minseok. Quando alzò lo sguardo, i monitor sembravano tutti a posto. Il video in loop di Yixing stava funzionando – non c’era nulla di strano.


 
. . .

 
Joonmyun si accomodo insieme a Lu Han in un piccolo tavolo del Ristorante Robuchon au Dôme. «Mi dispiace,» disse lei, fissando l’entrata. «Il Signor Lee è sempre puntuale.»

«Non fa niente,» disse Joonmyun, bevendo un sorso di tè. Un minuto dopo, il Barracuda vorticò dentro la sala ristorante. Si diresse verso il tavolo con molto nervosismo addosso.

«Mi scuso per il mio ritardo,» disse stringendo la mano a Joonmyun. «Adesso possiamo cominciare la trattativa.»


 
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La porta della stanza della sicurezza venne bussata e il Direttore la tenne aperta. Due paramedici entrarono spingendo una barella – Erano Jongin e Sehun.

Baekhyun controllo i segni vitali del corpo e scosse la testa tristemente. «Siete arrivati troppo tardi, l’abbiamo perso.» Gli uomini della sicurezza sembrarono addolorarsi. Il Signor Dong abbassò la testa.

Sehun si accigliò e diede una gomitata sul fianco a Jongin. «Te l’avevo detto di sbrigarti, cazzo!»


 
. . .

 
«Andiamo,» disse Kris. Si sporse per dare un’occhiata all’ascensore mentre era immobile a mezz’aria nel condotto. «Abbiamo tre minuti prima che Kyungsoo rimanga senz’aria.» Aprì la valigetta di Zitao e sollevo il falso fondo, prese le ventose di calamita e le funi.

Si calarono e penzolarono dal fondo dell’ascensore come bradipi. Le luci infrarossi lampeggiavano, rosse e letali. Kris attacco le ventose contro il metallo liscio e agganciò la fune della ventosa alla sua imbracatura. Zitao fece lo stesso.

«Questi affari ci reggono, vero?» disse Zitao dubbioso.

Kris fece spallucce. «In teoria dovrebbero.»

Zitao sbiancò un po’.

«Yixing,» disse attraverso la cimice. «Siamo pronti.»


 
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Baekhyun seguì fuori dalla galleria Sehun e Jongin mentre trasportavano Minseok sulla barella. Disse nella cimice, «Siamo pronti.»

 
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Yixing digitò un paio di codici sul suo computer e poi disse nella cimice, «Chanyeol. Siamo pronti.»

 
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«Dammi un minuto,» disse Chanyeol con la torcia in bocca. Stava facendo l’ultimo controllo di tutti gli interruttori.

«Non c’è l’abbiamo un minuto,» disse Yixing pazientemente. «tra venti secondi Kyungsoo, soffoca.»

«Allora dammi venti secondi,» Disse subito Chanyeol. Strappò il filo principali per tagliare l’acesso alla griglia di backup e abbassò dieci interruttori in seguenza. Nella sua testa, cominciò il conto alla rovescia da venti. Le scatole dei fusibili iniziarono ad andare in tilt e ogni circuito della linea principale bruciò uno ad uno.

Sbucò fuori dal tombino appena in tempo per vedere sfarfallare l’intera città di Macao.

«Sì, cazzo,» disse Chanyeol, dandosi da solo una pacca sulla spalla. «Sono un genio.» Ammirò un altro secondo il suo lavoro prima di rientrare di nuovo e riportare tutto in linea.


 
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Nel momento in cui gli infrarossi si spensero, Kris e Zitao spezzarono i bastoncini fluorescenti per accenderli e li buttarono giù dalla tromba dell’ascensore. Caddero rimbalzando trenta metri più in basso. Cominciarono a calarsi giù mentre lo stomaco di Zitao faceva le capriole. Erano quasi arrivati al pavimento e –

La fune si bloccò e la spina dorsale di Zitao si incrinò di colpo mentre si fermarono a tre metri da terra. «Cazzo!»

«Sgancia,» disse Kris e Zitao sganciò il filo dal gancio dell’imbracatura. Il restanti metri li raggiunsero precipitando. Zitao atterrò facendo una capriola in aria e colpendo il suolo con il pugno mentre lasciò scivolare la valigetta sul pavimento. Kris sollevò un sopracciglio.

«Ho fatto Wushu per dieci anni,» disse deglutendo.


 
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Quando al ristorante andò via la luce, Joomyun stava per firmare il contratto dei diamanti. Il blackout durò due minuti e Joonmyun si unì allo stupore di tutti gli altri. Attraverso la finestra del ristorante, vide che anche tutta la città era senza luce.


 
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Chanyeol saldò di nuovo la linea principale e la griglia di emergenza si riaccese immediatamente. Canticchiando sottovoce, aprì tutti i riquadri dei fusibili e ricominciò a riallacciare la linea generale per riportare la luce.


 
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Mentre la luce era ritornata, Kyungsoo da dentro la cassa, provò a spingere il coperchio. C’era qualcosa di pesante sopra, ma prese comunque una bella manciata d’aria attraverso la fessura che aveva creato e continuò a spingere con cautela.

 
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Yixing, Baekhyun, Sehun e Minseok che sembrava stare meglio, stavano guardando il monitor della suite. Al piano del Casinò si era scatenato il caos assoluto: la gente rubava le chips, saliva sopra i tavoli e si spintonavano per scappare dalla porta, la sicurezza stava tentando di gestire la situazione. Jongdae entrò nella suite mentre erano concentrati e Baekhyun disse: «Non ti avevano sbattuto fuori?»

Jongdae agitò le mani e fece apparire magicamente la tessera magnetica. «Sono magico.» Baekhyun ridde e tornò a guardare il monitor. Nel caveau, con un colpo di fortuna, Kyungsoo afferrò la manetta attaccata alla valigia prima che toccasse il pavimento e facesse azionare l’allarme. Nella suite partì un respiro di sollievo collettivo.

Più tardi arrivò anche Chanyeol, ricoperto di sporcizia. «Cosa mi sono perso?»

«I due minuti più lunghi di tutta la mia vita,» disse Baekhyun e poi indicò il bagno a  Chanyeol.


 
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Joonmyun rimase calmo quando ritornò la luce. Impugno il manico della valigetta dei diamanti. Lu Han era pensieroso; il Barracuda confuso e furioso. Metà dei commensali del ristorante si accalcarono all’uscita del ristorante per scappare. «Ho avuto un ripensamento,» disse alzando un po’ la voce Joonmyun per colpa del putiferio e sorrise a entrambi. «credo che mi terrò i diamanti.» E prima che loro riuscissero a sentirlo, se né andò via, confondendosi tra la folla.

Jongin lo attendeva all’entrata di uno dei furgoni bianchi. «Com’è andata, hyung?»

Piegò la testa e ci pensò su. «La loro bistecca è deliziosa.» Jongin sorrise e mise in moto.


 
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Zitao e Kris aprirono un piccolo spiraglio nelle porte dell’ascensore. Zitao scrutò attraverso la fessura. Di fronte al Caveau, c’erano due guardie, armate di fucile che stavano parlando del Blackout. Kris sganciò dalla sua imbracatura una palla di gas e la fece scivolare sul pavimento. Chiusero le porte dell’ascensore.

«Quanto ci vorrà?»

«Non molto.»

Zitao sentì un tonfo e quando provò ad aprire l’ascensore Kris lo fermò.

«Aspetta.»

Ci fu un secondo tondo e Kris sorrise.

«Adesso.»

Il gas si dissolse mentre sgattaiolavano nel corridoio. La porta di titanio del Caveu era davanti a loro. «Funzionerà, vero?» chiese nervoso Zitao, mentre Kris legava le guardie fuori combattimento.

«Deve funzionare.» Kris diede un colpo forte alla porta.


 
. . .

 
Kyungsoo sentì il colpo provenire dalla porta del Caveau. Passò gli esplosivi della valigetta dentro le sue tasche e si accovacciò sopra al carrello. La sua mano era ancora indolenzita, chiuse gli occhi. Le cosce gli tremavano un po’.

 
. . .

 
«Diecimila won che cade,» disse Baekhyun mordicchiandosi un unghia nella suite.

«Non scommetto,» disse nervoso Sehun.

Attraverso il monito videro Kyungsoo saltare. Afferrò la sporgenza del tetto dello scaffale con la mano sinistra ma subito cominciò a cedere. Stava per toccare il pavimento e far azionare tutti gli allarmi, ma poi girò il busto e allargando le gambe appoggiò un piede contro al muro e l’altro contro l’altro scaffale. Era salvo.

«Cazzo,» disse Sehun. Baekhyun si ricordò di respirare.

Kyungsoo appiccicò gli esplosivi sopra della porta del Caveau. Dall’altra parte, Kris fece lo stesso. Quando Kyungsoo finì, rispose anche lui con un due colpi alla porta e si allontano il più possibile dalla porta del Caveau.


 
. . .

 
«Conto alla rovescia tra cinque,» disse Kris e Zitao si allontanò dalla porta. «quattro, tre, due, uno– »

Kris spinse il bottone del detonatore ma non successe niente.

«Cosa?» disse, premendo di nuovo il bottone.

«Che succede?» chiese Zitao.

«Non funziona.»

Zitao prese il detonatore dalle mani sue mani e lo scosse. «Hai controllato le batterie?»

La bocca di Kris si contorse.

Zitao ne tirò fuori un paio dalla valigetta e le scambiò. «Che sbaglio da principiante,» disse solenne e Kris sbuffò.

«Bravo ragazzo,» disse Baekhyun attraverso la comice e Zitao riuscì a sentirlo sorridere nella voce. Il suo cuore fece una capriola.

«Non ti eccitare troppo,» disse sarcastico Chanyeol uscendo dal bagno.

Zitao spinse il bottone del detonatore e si sentì una serie di esplosioni dall’altra parte della porta. Sussultò. Quando l’ultima esplosione finì, Kris si avvicinò di qualche centimetro.

«Ha funzionato?» chiese Zitao.

«C’è solo un modo per scoprirlo,» disse Kris e infilando le dita nelle fessure della porta, spinsero.

La porta si aprì perfettamente. Nessun allarme. Dentro al Caveau, i carrelli dei soldi erano sottosopra e pezzi di metallo erano su tutto il pavimento. Anche i sensori del movimento erano fuori uso. Gli scaffali dei soldi erano lungo la parete; anche se erano polverosi per via dell’esplosione, erano ancora intatti. Kyungsoo uscì dai rottami, con i capelli scompigliati e la polvere sul viso.

«Ci avete messo troppo,» disse sbattendo le palpebre.



 
. . .



Il ristorante si svuotò entro pochi minuti. Era la notte di capodanno e Lu Han era seduta al tavolo insieme al suo terrificante Capo, senza sapere di cosa parlare. La sua gola era secca. Si scolò l’ultimo sorso di Whiskey. In quell’imbarazzante silenzio, suonò un cellulare.

«E’ il tuo,» disse Jiaheng.

«Ma il mio telefono è in ufficio,» replicò Lu Han, ma la vibrazione proveniva dalla tasca del suo cappotto. Lo tirò fuori, confusa. Poi ripensò al bacio nella guancia e la mano che gli sfiorava il gomito – Oh. Kris. Se lo sentiva che stava architettando qualcosa stasera. Rispose al telefono.

«Ciao, Lu Han,» disse una voce famigliare che non riuscì a ricordare a chi appartenesse. «Posso parlare con il tuo capo, per favore?»
Lu Han glielo porse. «E’ per lei.»

Dopo aver riflettuto un attimo, Jiaheng lo prese. «Chi diavolo sei?»



 
. . .



Baekhyun sorrise dall’altro capo del telefono. «Con l’uomo che vi sta derubando.»
  
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