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Autore: SilverLight    28/11/2017    0 recensioni
Se ci pensi bene, ogni storia parla di furti.
Non tutte hanno degli imbroglioni e dei truffatori con un piano elaborato per sfondare una cassaforte blindata piena di soldi – ma ogni storia inizia perché qualcuno vuole qualcosa. E’ inutile negarlo. Ogni storia racconta di qualcuno che cerca di ottenere quello che vuole e della serie di azioni e cause ad effetto che si presentano nel tentativo di ottenerla.
Questa è la storia di una rapina. Una storia come tante altre.
E come molte storie, questa qui inizia con un piano.
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[AU!Ocean's Eleven - Autrice: gdgdbaby; Traduzione: SilverLight]
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Kris, Kris, Un po' tutti
Note: AU, Lime, Movieverse | Avvertimenti: Gender Bender, Triangolo
Capitoli:
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NOTE DELLA TRADUTTRICE:
L'autore della storia è gdgdbaby, i crediti e i meriti di  situational crime (and the effects of) vanno tutti a lei;
 
Eccomi di nuovo qui a condividere con voi un'altra bellissima e divertente storia!
Visto che come ormai avrete capito sono una CINEMANIACA (e amo le au!film con gli exo dentro) non potevo non tradurre questa perla 
♥ Questa volta i nostri EXO prenderanno le vesti dei protagonisti del film OCEAN'S ELEVEN! 
La storia si dividerà in 3 capitoli e vi consiglio di prepararvi psicologicamente perché i capitoli sono piuttosto lunghi .-.

Come sempre la vostra Cinemaniaca di fiducia vi consiglia di guardare anche questo film per chi ancora non l'avesse visto,
perchè è diabolicamente stupendo! ((( EDUCATE YOURSELVES  WITH GOOD MOVIES 
♥  )))

Altre curiosità riguardo al film:
- OCEAN'S ELEVEN ha due SEQUEL: Ocean's Twelve e Ocean's Thirteen.

- Gli attori e protagonisti del film sono: George Clooney, Brad Pitt, Julia Roberts, Matt Damon e Andy Garcìa

P.S.


L'AUTRICE NON AVEVA CREATO UNA LOCANDINA PER LA STORIA E VISTO CHE
NON POTEVO ACCETTARE UNA COSA SIMILE NE HO CREATA UNA IO.
MI SONO ISPIRATA ALLA VERA LOCANDINA DEL FILM E HO AGGIUNTO IL TOCCO EXANTE.
SPERO VI PIACCIA E VI FACCIA RIDERE QUANTO ME.



Se vi va lasciate un commento o altro, adesso vi lascio alla storia, bye 

SilverLight
 


Situational Crime (and the effects of)





 
Se ci pensi bene, ogni storia parla di furti.

Non tutte hanno degli imbroglioni e dei truffatori con un piano elaborato per sfondare una cassaforte blindata piena di soldi, gioielli e inestimabili quadri da rubare – ma ogni storia inizia perché qualcuno vuole qualcosa. E’ inutile negarlo. Ogni storia racconta di qualcuno che cerca di ottenere quello che vuole e della serie di azioni e cause ad effetto che si presentano nel tentativo di ottenerla. Ogni grande piano, ogni scacco che muove il giocatore – tutto si piega insieme dentro ad un immenso piano progettato per ottenere qualcosa, anche se all’inizio questo potrebbe non sembrare immediatamente chiaro o per niente tangibile.

Ogni storia inizia da qualche parte – con un eroe in un angolo polveroso o davanti ad una fontana gorgogliante, oppure dentro ad un Casinò dove un pianista fa scorrere le dita tra un arpeggio melodioso di Clair de Lune.

Per noi :

Il dolce tempore dell’inverno di Macao si trasporta lungo le strade lasciando una sottile scia delicata. Un uomo cammina passando sotto delle insegne a neon e sbadiglia dentro l’hotel di un ristorante. Non è felice – non lo è mai stato per un lungo lasso di tempo – ma potrebbe ottenere qualcosa di simile alla felicità se gli eventi andranno per il verso giusto. Ma poi, alla fine non va sempre così ?

Questa è la storia di una rapina. Una storia come tante altre.

E come molte storie, questa qui inizia con un piano.
 
. . .
 

Kris entra in prigione ed esce fuori 5 anni dopo come un uomo diverso.

Se lo aspettava, è ovvio. Il penitenziario Canadese non è stata una passeggiata e l’ha trascorso per mezzo decennio a pensare a cosa avrebbe fatto quando sarebbe stato scarcerato.

Quello che non si aspettava era di superare le guardie di sicurezza e vedere Baekhyun in piedi davanti al cancello aperto, mandando giù per la gola delle patatine e la sua auto di merda parcheggiata più in la. Kris si aggiustò le maniche stropicciate della camicia coordinata al suo smoking. Non si erano nemmeno presi la briga di lavargli i vestiti prima di restituirglieli.


Allora,” dice Baekhyun gettando il sacchetto di patatine mezzo vuoto nel cestino accanto a lui e scrutando Kris da sopra i suoi occhiali da sole. Si appoggiò al cofano della macchina “adesso sei una puttana libera, baby.”

“Ho ricevuto i biscotti all’ananas che mi hai mandato,” disse Kris con la voce un po’ rauca. “anche se, non avevo capito che significava che saresti venuto ad accogliermi.


“Sei un uomo di poca fede,” rispose Baekhyun solenne portandosi una mano al petto.

“Non sei venuto fin qui solo per dirmi questo.”

“Beh, no. Non volevo che scappassi e facessi qualcos’altro di stupido senza prima averti parlato.”

“Come sei dolce,” disse Kris. Baekhyun ghignò. “Sentiamo, allora.”

“Devo ammettere, che non avevo previsto questa conversazione.” Kris riuscì a vedere Baekhyun strabuzzare gli occhi da dietro i suoi occhiali scuri. “Hai intenzione di fare qualcosa di stupido ?”

“Dipende,” disse Kris lentamente giocando con l’anello di nozze che aveva dentro la tasca dei suoi pantaloni, “dalla tua definizione di stupido.”

Le sopracciglia di Baekhyun si allargarono con sorpresa, ma Kris tirò fuori quel suo sorriso familiare, quello che significava che ci sarebbero stati problemi all’orizzonte e che li avrebbe accolti senza esitazione. Aprì la portiera per Kris e prese il posto di guida, dando spinta al motore.  “Cos’hai in mente ?”
 
. . .
 
Baekhyun esaminò silenziosamente Kris mente attraversavano la sicurezza per il loro tragitto verso Hong Kong, cercò di catalogare tutti quei dettagli che lo avevano cambiato. Era più magro. I suoi zigomi spiccavano di più sul volto e le sue clavicole erano più evidenti del solito. I suoi capelli lunghi, afflosciati. La tintura bionda era ormai svanita da cinque anni e adesso aveva lasciato un castano scuro naturale che lo faceva apparire più vecchio. Quasi stanco. Baekhyun suppose che la prigione faceva questo alle persone.

Eppure, Kris era sempre uno spettacolo per gli occhi. La verità – è che Baekhyun si annoiava. Fino a due giorni fa era a bighellonare in uno squallido club di Itaewon, cercando invano di insegnare ad un paio di ragazzi copertina come giocare a Poker : un bel tentativo inutile, per non dire altro. Era un compito quasi ingrato per Baekhyun, tranne quando contava i soldi che sborsavano per pagarlo e i soldi che perdevano quando vinceva ogni mano – era come rubare le caramelle a dei bambini. Facile. Insoddisfacente.

Erano già tre ore che volavano e prima che Baekhyun impugnasse una bottiglietta di Vodka offerta dalla prima classe, sussurrò, “Hai intenzione di farmi entrare nel piano o cosa ?”

Kris gli lanciò uno sguardo divertito. “La pazienza è la virtù dei forti.”

“Non ha alcun senso,” disse Baekhyun chiaro e tondo. “lascia le metafore a me.”

Kris pensieroso, morse un pretzel. Dopo una pausa: “E’ un po’ complicato. Non ci ha mai provato nessuno e ci servirà una squadra numerosa.”

Baekhyun si accigliò. “Armi ?”

“Non proprio.”

“Sentiamo.”

“C’è molta sorveglianza, ma – il bottino, Baekhyun. Sono otto zeri a testa – in dollari,”

Baekhyun roterò gli occhi. “Tagliamo corto con le stronzate. Qual è il bersaglio ?”

Kris si morse il labbro. “Quand’è stata l’ultima volta che sei stato a Macao ?”

Per poco non soffocò. “Tu, vuoi prosciugare un casinò ?”

“In un certo senso.” Fece una pausa. “Cosa sai sul Casinò Lisboa ?

Baekhyun si appoggiò le spalle allo schienale per via della vista distorta. Non era sicuro se era per la Vodka o per la vertigine euforica di una nuova rapina; gli ingranaggi polverosi della sua testa presero a girare di nuovo. “Punta al massimo o lascia perdere, eh ?”

“Questa è l’idea,” disse Kris. Ci fu qualcosa nel suo sorriso che ricordò a Baekhyun i vecchi tempi, quando avevano trascorso mesi da bravi truffatori lungo l’intera cosa Sud Coreana a sperperare il loro bottino, non chiedendo nient’altro.

“E’ bello riaverti qui,” disse Baekhyun mandando tutto d’un fiato l’ultimo goccio di vodka.
 
. . .
 
A Hong Kong, misero le mani sulla planimetria completa del Casinò grazie ad uno delle conoscenze di Kris presso l’impresa di costruzione; passarono ore in hotel a studiarsela. “E’ una fusione di tre edifici differenti, “ disse Kris, passandosi una mano tra i capelli. Avrebbe almeno potuto farsi una doccia. “Hanno aggiunto il Grand Lisboa un paio d’anni fa.” Baekhyun si avvicino per studiare meglio la sicurezza intorno alla teca del diamante, storse il naso. Kris sospirò. “Pensi che possiamo farcela ?”

“Ci vorranno si e no una dozzina di truffatori esperti in vari rami,” disse Baekhyun, picchettando le dita contro le labbra, da dietro i suoi occhi si intuiva che la sua mente stava andando a miglia di km al minuto. “e anche se funzionasse, i soldi dove pensi di andarli a prendere per sostenere le spese ?”

“Beh,” disse Kris sollevando un sopracciglio. “Dopo che 5 anni fa Stanley Ho si è dimesso, lo show ha continuato a mandarlo avanti Barracuda. Si è fatto una lunga lista di nemici.”

“Si,” disse, “ma ci sono nemici con soldi a palate che non hanno nulla da perdere ?”

Kris aspettò che Baekhyun arrivasse alla risposta da solo.

“Ah,” disse sorridendo. Si strofinò una mano sul mento. “Joonmyun hyung.”

“Joonmyun,” ripetè Kris.

“Huh,” disse Baekhyun, lisciando il foglio successivo. “Chissà come reagirà.”
 
. . .
 
“Voi siete fuori di testa,” disse Joonmyun senza scomporsi.

L’ultima cosa che si sarebbe aspettato di vedere quando si era svegliato la mattina erano Kris e Baekhyun sull’uscio della sua villa a Gangnam, sembrava fosse ieri che erano dei ragazzini impacciati che tentavano di rubare dei dollari dalle slot machines e se la svignavano alla svelta. Non era cambiato molto. Kris era cresciuto allontanando la sua gioventù imbarazzante e adesso riempiva magnificamente il completo che aveva addosso. Baekhyun era sempre basso e vivace, tutto camminata e sorrisi disinvolti.

Erano seduti al tavolo da pranzo a mangiare un boccone e aspettando che continuasse. Joonmyun prese un bel morso del suo sandwich e masticò. “So tutto sugli impianti di sicurezza del Casinò,” disse girandoci intorno, provando a rifiutarli gentilmente. “L’ho inventato io e vi dirò, è insuperabile. Questa è l’era della tecnologia, vedete – ci sono telecamere, cancelli, sensori di movimento, scanner di impronte digitali e riconoscimento vocale. Per non parlare delle guardie armate con cui si deve fare i conti.”

“Ma nessuno ci ha mai provato,” insistette Kris.

Joonmyun sospirò. “Per favore, credi davvero non ci abbia mai provato nessuno? “ mise giù il suo sandwich. “Lasciate che vi parli delle tre rapine più riuscite della storia del Casinò di Macao.”

Alzò tre dita.

“Terzo posto: 1998, ultimo anno di giurisdizione Portoghese a Macao. All’interno del vecchio Casinò Lisboa, un povero ragazzo di nome Moonkyu acchiappa una cassa a mano piena di chips e se la da a gambe. Arriva più vicino lui alla porta di chiunque altro prima di lui. Lo ricordo bene. Io ero li.”

Kris e Baekhyun si scambiarono uno sguardo.

“Secondo posto: 2006, nuova apertura del Wynn. Questo ha persino preso una boccata d’aria fresca tra le porte girevoli prima che lo pizzicassero, dopo ha ricevuto un piede di porco in piena faccia per il disturbo.


Joonmyun incrociò le mani in grembo e si poggiò allo schienale.

“E al primo posto, quello che si è avvicinato a rapinare il Casinò di Macao nel 2009, al Golden Dragon. Minho se l’era quasi svignata con i soldi a bordo del suo motoscafo, ma questo prima che sguinzagliassero contro di lui i Draghi di Komodo.


“Forse hai ragione,” mormorò Baekhyun aspirando un sigaro. Joonmyun batté le palpebre sorpreso. Pensava che sarebbe stato molto più difficile dissuaderli.

“I nostri stomaci erano più grandi dei nostri occhi,” disse Kris e Baekhyun ridde.

“Dimenticati di questo.” Si alzarono e si inchinarono contemporaneamente. “Scusaci per averti dato fastidio, hyung.”

“Sentite,” disse Joonmyun accigliandosi, “Mi dispiace, okay ? Voi due prendete di mira sempre le persone sbagliate e finite in un mare di casini per nulla. Vi sto davvero facendo un favore.”

“Capiamo perfettamente,” disse Baekhyun. “Grazie per averci invitati a pranzo.”

“Fa i complimenti allo chef da parte mia,” aggiunse Kris. Aprì la porta e Baekhyun fu dietro lui.

Joonmyun, se non altro, si accigliò ancora di più. C’era qualcosa di insolito. La sua gamba iniziò a tremare nervosamente. “Giusto per curiosità, quale Casinò avevate scelto di rapinare voi due geni ?”

Kris si voltò. Lanciò uno sguardo a Baekhyun, che disse, disinvolto come non mai, “Il Casinò Lisboa.”

Joonmyun si morse un unghia e si fece pensieroso in volto. “Ma quello è il territorio del Barracuda.”

“Sul serio?” disse Kris.

“Sul serio,” concordò Baekhyun allegramente.

Joonmyun si alzò, a braccia incrociate. “Che cosa avete contro il Barracuda ?”

“La domanda è,” rispose Baekhyun “cos’hai tu contro di lui.”

“Ha assunto il comando del Lisboa dopo che Stanley si è ritirato.” Joonmyun strinse il pugno della sua mano destra. “Quel posto spettava a me ed è riuscito a estromettermi.”

“Perciò ci aiuterai ?” Blandì Baekhyun.

“Si,” disse in d’un fiato, prima che potesse fermarsi; giurò di vedere gli occhi di Baekhyun brillare. “Vi servirà un mucchio d’aiuto dall’esterno, lo sapete questo, vero ? Non soltanto denaro.”

“Non preoccuparti di questo,” disse Baekhyun infilando le mani in tasca sembrando tanto compiaciuto. “A quella parte abbiamo già pensato.” E poi se ne andarono senza salutarlo, lasciandosi dietro solo il vago odore della naftalina della sala da pranzo di Joonmyun.
 
. . .
 
Jongdae era di servizio in uno dei tavoli da Blackjack del Legend Club quando Kris lo trovò. Era un piatto martedì mattina. Kris si sedette su una sedia del suo tavolo e in un primo momento, per colpa della luce debole, Jongdae non lo aveva riconosciuto. Fu solo quando disse “E’ bello rivederti, Jongdae,” in un fluido Cinese, che Jongdae si bloccò a bocca aperta.

“Mi dispiace,” disse dopo un momento e indicò la propria targhetta col nome. “Si dev’essere confuso. Il mio nome è Zhong Chen, come può leggere qui.”

“No, dovrei essere io quello a scusarsi,” disse Kris sorridendo. “Giochiamo.”

Jongdae vinse la mano con un asso e una regina, stracciando il nove, il cinque e il quattro di Kris.

“Sto per andare in pausa, se vuole può aspettare il prossimo Croupier.”

“Va bene così,” rispose Kris. Alzò le spalle. “tanto non era la mia serata.”

“Forse dovrebbe provare al Diamond Casinò del Holiday Inn in fondo alla strada. Ho sentito dire che nel pomeriggio si ha più fortuna di vincere con le Slot Machine.”

“Le Slot, eh ?”

“Si, signore,” disse Jongdae uscendo dalla sua postazione.

Dopo pranzo, Kris lo aspettò nella hall del Hotel. Si presero un drink al bar.

“Così sei fuori,” disse Jongdae sorseggiando il suo Martini.

“Chen ?” disse Kris con un tono divertito e Jongdae alzò gli occhi al cielo.

“Kim Jongdae non può passare l’ispezione del gioco d’azzardo di Macao all’ufficio burocratico.”

“Peccato,” disse Kris dentro al suo bicchiere. “Baekhyun pensava che avrebbe potuto ancora avere l’occasione di contare le carte con te nel nome dei bei vecchi tempi.”

“Digli che mi dispiace.”

“Diglielo tu,” disse Kris. “Abbiamo un lavoro.”
 
. . .
 
“Quindi abbiamo un infiltrato,” disse Baekhyun, spuntando un nome della sua lista immaginaria.

“Si. Zhong Chen è stato trasferito nei tavoli di Craps del Casinò Lisboa per scopi puramente professionali. Vuole girare il mondo.” Kris si fece serio. “Ha detto che ero fortunato ad averti per pianificare questa roba. A quanto pare i dettagli non sono il mio forte.”

“E’ soltanto la verità,” disse con disinvoltura schivando la mano di Kris in direzione della sua testa. “Chi c’è dopo ?”

“Gli autisti.” Suggerì Kris.

“Mm.. Sehun e Jongin sono liberi.”

“Quei ragazzi di Apgujeong ?”

“Si,” disse. “Sono fermi da sei mesi con il lavoro, ammazzano il tempo in città. Prenderli con noi sarebbe come fare un favore al mondo intero. Lo sai come sono fatti.”
 

 
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“Ehi, ragazzino,” disse una voce da dietro e Jongin si girò vedendo Baekhyun in piedi e a braccia conserte. “Sei sicuro di essere abbastanza grande per bere un Veuve Clicquot ?”

“Va a farti fottere,” disse Jongin dolcemente. Poggiò la bottiglia sul bordo del marciapiede e si asciugò la bocca con una mano. Sehun fece stridere le ruote sull’asfalto fermandosi ad uno stop dall’altro lato della strada vuota e poi si precipitò verso di loro a tutta birra sulla corsia opposta. Evitò per un pelo 3 cartelli stradali.

“Ti va di fare un giro, Hyung ?” Chiese Sehun quando scese dall’auto, gettandosi la chiave di mano in mano.

“No, ma grazie lo stesso,” disse Baekhyun. Sembrava un tantino pazzo. Jongin sorridendo, rubò le chiavi da sotto il naso a Sehun e prese posto sul sedile del guidatore.

 
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“Abbiamo bisogno di Yixing,” disse Kris.

“Cosa sta facendo di recente ?”

“Il consulente tecnico per gli unici uomini d’affari Cinesi in vita che non sono nella tasca della Triade.”

“Come se la sta cavando ?”

“Non bene.”

Baekhyun fece una smorfia simpatica. “Che mi dici della sua vista?”

“Discreta,” Disse Kris per poi giustificarsi. “Si nota appena.”

 
. . .
 

Yixing era talmente tanto concentrato sulla telecamera nascosta accesa sul suo cellulare che non si era accorto che Kris si era seduto sulla sedia di fronte a lui di quella caffetteria affollata. Dovette sventolargli la mano di fronte alla faccia e dire due volte il suo vero nome prima di una sua reazione; I suoi occhi si aprirono e chiusero e scosse la testa come se fosse uscito da un profonda ipnosi.

“Kris !” disse sorpreso con la sua dolce voce. Infilò in tasca il cellulare. “Sei uscito.”

“Sono di nuovo un uomo libero,” disse d’accordo. “ e ho già un lavoretto per te, se sei interessato.”

Yixing sbuffò. “Di già ? ma sei appena stato rilasciato.”

Kris gli fece capire che non aveva importanza. “Ci stai ?”

Yixing piegò la testa di lato e inizio a rifletterci. “Anche Baekhyun è coinvolto?” chiese accennando un sorriso. “Sei sempre stato con un piede nella fossa senza di lui.”

“Perché continuate a ripetermelo tutti ?” brontolò, ma senza arrabbiarsi. Quando mise il biglietto aereo sul tavolo, Yixing lo prese.
 

 
. . .
 

“Un esperto di esplosivi?”

“Sai che deve essere Chanyeol.”

Kris tamburellò le dita sul tavolo e controllò l’orologio. “Potrebbe già essere troppo tardi.”

 
. . .
 

Aveva reso i calcoli una forma d’arte, davvero. 5 secondi lo separavano dalla detonazione e Chanyeol aveva già visto nella sua testa, le corde della miccia delle bombe bruciare centimetro dopo centimetro dopo la prima granata.
Quando la bomba esplose, appoggiò la schiena contro la parete insieme agli altri suoi soci e si tenne forte gli occhiali. La porta blindata si aprì come un ostrica e Chanyeol ridacchiò, riusciva già a sentire il fruscio delle banconote tra le sue dita. Fece un passò avanti superando l’arco dell’entrata in acciaio di titanio e–

Le sirene dell’allarme strillarono nelle sue orecchie. Si girò indignato. Quegli idioti maldestri che gli stavano alle spalle rabbrividirono vedendo il suo volto infuriato.

“Che cazzo!” esclamò Chanyeol levandosi gli occhiali e gettandoli a terra. “Siete degli imbecilli! Una sola cosa dovevate fare!”

Il poliziotto che lo scortò fuori dalla banca era un’idiota, fin troppo,  perché non si era nemmeno accorto del tubo spezzato che Chanyeol aveva uscito dai pantaloni o della manciata di segatura che gli straripava dalla tasca. Tutto quello che gli serviva adesso erano dei fili e qualcosa per farlo bruciare. Uno di quegli stronzi doveva almeno tenere un accendino da qualche parte.

“Agente!” chiamò una sonora e chiara voce e Chanyeol non riuscì a crede a tanta fortuna.

“Cho Hyun-sup, KCIA,” disse Baekhyun rivolgendogli uno sguardo disinteressato. Chanyeol dovette trattenere una risata. “Ho famigliarità con il lavoro del sig. Park. Non l’ha nemmeno perquisito per controllare se aveva delle bombe trappola addosso, non è così ?”

“No,” mormorò atterrito l’agente di polizia.

“Lasci fare a me,” disse Baekhyun afferrando Chanyeol per un gomito e facendolo piegare sopra la parte anteriore della volante della polizia, con il volto schiacciato contro il metallo freddo della carrozzeria. La sua mano infilò dei fili intrecciati e un accendino sotto la maglietta di Chanyeol.

“Cazzo,” gemette Chanyeol.

Da sopra la sua testa sentì Baekhyun sbraitare, “Mi cerchi il Capitano Jung.”

“Chi ?” rispose l’agente di polizia confuso. Chanyeol si sentì un po’ dispiaciuto per lui.

“Me lo trovi e basta,” disse Baekhyun freddo e Chanyeol lo sentì scattare. “Ehi, Chanyeol.”

“E’ fantastico vederti qui,” mormorò Chanyeol sottovoce.

“Riesci a fare qualcosa con quello che ti ho passato ?”

Chanyeol avvolse il filo intorno al tubo e accese la punta della miccia con l’accendino, piazzando tutto sotto la volante un attimo dopo. “Ho fatto.”

“Quanto ci vorrà ?”

“20 secondi.”

Baekhyun lo tirò su e iniziarono a camminare svelti attraversando la strada e superando la folla di curiosi. La rapina era andata male: una sorta di sport per gli spettatori.

“Ehi,” disse Chanyeol provando a scrollarsi la segatura fuori dai pantaloni mentre camminava, “Kris è nei paraggi ?”

“E’ dietro l’angolo,” disse Baekhyun.

“Oh, bene,” sospirò Chanyeol “sarà bello fare di nuovo parte di una banda di malfattori a regola d’arte.”

Vide Baekhyun sorridere quando la bomba esplose dietro di loro facendo oscurare la scena del crimine con il fumo. L’agente fannullone urlo a squarciagola. Alla prima curva, Baekhyun levò le manette a Chanyeol e si massaggiò i polsi facendo roteare le mani. Il cielo aveva colto l’occasione per aprirsi e far iniziare a nevicare, ma a lui non importò. C’era un lavoro da fare.
 

 
. . .
 

“Il geco ?”

“La lista è dolorosamente corta.”

“Quando corta ?”

“All’incirca, centosessantacinque centimetri.”
 

 
. . .
 

Si trovano ai margini del set del nuovo film di Jackie Chan. Do Kyungsoo camminava con i suoi grandi occhi vigili e l’imbracatura in mano. Non somigliava molto a Jackie e neanche lui era alto, ma Kyungsoo spariva dietro di lui.

“Non ho bisogno di questa,” comunicò irritato Kyungsoo in Cantonese, lasciando cadere l’imbracatura prima di camminare di fronte alla telecamera. Avrebbe dovuto scalare dei soppalchi in canne di bambù lungo un edificio in costruzione.

“Sembra sufficientemente avventato e coraggioso per il lavoro,” disse Kris dubbioso – poi Kyungsoo saltò sul primo fascio in perfetto equilibrio senza nemmeno scomporsi nonostante lo spazio di due centimetri.

Si arrampicò sulla barriera alla stesso modo per tutta la scalata e arrivò alla cima del palazzo a tre piani in meno di due secondi senza un accenno di affanno.

“Bene,” disse Kris riportandosi la mascella al suo posto dato che aveva quasi toccato terra. “Abbiamo trovato il nostro geco.”

Baekhyun compiaciuto, schioccò la gomma da masticare in bocca.
 


 
. . .
 


“Minseok.”

“No.”

“Che significa quel ‘no’ ?”

“Non accetterà. Ha fatto un giuramento un anno fa.”

“Merda. Che è successo ? Ha trovato una religione ?”

“Un piano di pensionamento.”

“Stai scherzando ? Non è nemmeno—"

“Lo so.”

“Non puoi proprio fare nulla? Potresti provare a convincerlo.”

“Posso provare.”
 

 
. . .
 


Minseok passeggiava fuori con Daisy al guinzaglio quando Baekhyun apparve nel suo campo visivo. Stava ordinando un piatto di dukbokki in fondo alla strada con il suo solito atteggiamento sciolto. Stava bene.

Minseok si abbassò per accarezzare la testa di Daisy e lasciò condurre entrambi verso il parco. Mentre camminavano, la neve faceva rumore sotto ai suoi piedi. Quando inspirò, l’aria fredda e frizzante riempì i suoi polmoni.

Baekhyun dovette lavorarci per un paio d’ore, il che era divertente perché si conoscevano entrambi da una vita. Minseok si sedette su una panchina e Baekhyun gli sedette accanto appoggiando la schiene sulla spalliera e stringendo il bracciolo di legno.

“Ti ho visto al Family Mart questa mattina, a tre isolati di distanza,” disse Minseok colloquiale.

“Immagino di non essere così furbo come pensavo,” disse Baekhyun e Minseok sentì un sorriso nella sua voce.

“Non devi essere così duro con te stesso,” replicò Minseok. Tirò fuori dalla sua tasca un biscotto per cani e lo scartò. “E’ solo che non puoi ingannarmi. E’ sempre stato un dato di fatto.”

Daisy prese il biscotto e corse via di nuovo a rotolarsi sulla neve fredda.

“Allora, vuoi parlarmene ? o consideriamo già chiuso l’argomento ?


“Lo sai che abbiamo bisogno di te. Non può realizzarsi il piano senza di te.”

“Sono sicuro del contrario,” Minseok strofinò una mano sui pantaloni. “Voi siete giovani abbastanza capaci di pensare e fare un nuovo colpo ogni settimana,” continuò irritato, “ma io—"

“Andiamo, Hyung. Riesci a sembrare a malapena un venticinquenne nei giorni migliori—"

“Il punto non è la mia età.” Si appoggiò allo schienale. “Mi sto godendo a pieno lo stile di vita di tranquillo cittadino,” Ma questa vita suonava un po’ vuota anche per lui. “Sono cambiato.”

“Quelli come noi non cambiano, hyung. Restiamo in forma o perdiamo colpi. Noi non cambiamo. Questa roba è nel nostro sangue.”

Minseok si mise quasi a ridere. Era una cosa piuttosto singolare e idealista da dire, ma naturalmente Baekhyun la spacciava, come qualunque altra cosa diceva. “Hai intenzione di parlarmi dei tuoi prodigi, o devo giocare ad ‘Indovina la truffa?”

Baekhyun si appoggiò alla sua spalla e gliene parlò.
 

 
. . .
 


“Con Minseok-hyung siamo dieci,” disse Kris. Fece una smorfia quando mandò giù il suo gin tonic, lasciandone un goccio.

Baekhyun brontolò e si mise in bocca una manciata di noccioline.

“Dieci dovrebbero bastare, non credi ?”

Baekhyun mastico e non rispose.

“Pensi ne serva uno in più ?”

Baekhyun si lecco le dita sporche di sale, come se quella pila di tovaglioli di fianco a lui non esistesse. Non rispose di nuovo.

“C’è ne serve uno in più.”

Uscì l’ultimo dito dalla bocca facendo rumore. Kris sospirò.

“Bene. Ne prendiamo uno in più.”
 

 
. . .
 

La cosa bella dei trasporti pubblici di Pechino, era la folla che si creava negli orari di punta. A Zitao non dispiaceva insinuarsi fra il mucchio di gente, se ciò implicava che poteva far scivolare le dita sulle tasche della gente per sentire quale portafogli era più consistente. Era sempre stato bravo con i giochi di mano – forse, era una un dono che aveva fin dalla nascita.

Eppure, c’era una procedura per la sua balordaggine. Zitao aveva un codice: Non rubava agli oppressi, ai poveri o a tutte le persone della città che erano cresciute per la strada. Sapeva cosa significava. Perciò oggi, l’obbiettivo era il signore col bel vestito – il tipo di persona che doveva avere un’autista a sua completa disposizione, ma forse oggi la macchina era in negozio, oppure l’autista era malato. L’uomo si aggrappò sul braccio di metallo del mezzo e sembrò estremamente sconcertato mentre era premuto tra Zitao e una donna dietro di lui. Allungò la testa per guardare la sua fermata sulla cartina sopra le loro teste e Zitao colse l’occasione.

Sfilò il portafoglio dell’uomo che aveva dentro la tasca e lo infilò nella propria, sentendo il ronzio dell’adrenalina vibrare attraverso i suoi vasi sanguigni e il cuore battergli in gola. Zitao si fece strada fra la folla e uscì fuori dalle doppie porte del bus e quando fu in strada, respirò a pieni polmoni.

Quando infilò la mano all’interno della tasca della sua giacca per il portafogli, tutto quello che trovò fu un biglietto da visita. Ma che diavolo ? Per un momento nel suo petto esplose il panico, ma poi si ricordò di respirare di nuovo, i suoi occhi guizzarono intorno alla strada trafficata per un indizio, un segno, qualsiasi cosa. Si appoggiò su un muro di mattoni e lesse il nome del bigliettino: KRIS WU, diceva, in gradi lettere a stampatello. Zitao lo girò. Trovò scritto sul retro un indirizzo scarabocchiato e confuso che riuscì a malapena a leggere, insieme a ‘7 in punto, NON FARE TARDI.’

Zitao si sedette al tavolo alle sette e mezza. Il ritardo non era intenzionale – gli c’era soltanto voluto un po’ per decidere se adottare o meno l’esca. La curiosità uccise il gatto dopo tutto. Ma l’idea che qualcuno era riuscito a coglierlo alla sprovvista e battuto al suo stesso gioco lo tormentava così forte nella sua testa, che lo aveva portato ugualmente ad entrare in un ristorante con una scritta mostruosamente sgargiante. “Huang Zitao ?” chiese cortese il caposala e Zitao trasalì. “Da questa parte.”

Un’anatra alla pechinese era già posta sul tavolo quando entrò nella stanza privata. Un uomo che immaginò fosse Kris si alzò per salutarlo con un vago sorriso, tendendogli la mano.

Zitao non la strinse. “Accomodati pure,” disse Kris dopo una pausa imbarazzante. “Il tuo prelievo di oggi pomeriggio è stato davvero interessante,” prese il portafogli e glielo lanciò. “Chi sei ?” domandò Zitao.

“Un collega che la pensa come te.” Replicò equamente e Zitao deglutì. Kris prese quello che sembrava un biglietto aereo. “Ho un lavoro per te. O ci stai o sei fuori, deciditi.”

“Non mi conosci nemmeno,” sottolineo Zitao.

“Conosco la tua reputazione. Si vede chiaramente che il crimine ti fa un certo effetto e di certo sai benissimo che le voci corrono.”

“Io non sono la mia reputazione,” disse roteando gli occhi e ignorando il resto. “Come faccio a sapere che posso fidarmi di te ?”

Kris sollevò due dita in segno di promessa. “Sul mio onore di ladro,” e Zitao rise prima che potesse trattenersi.

“E se dicessi di no ?”

Gli occhi di Kris si strinsero e alzò le spalle aprendo le sue mani “Troveremo qualcun altro non altrettanto bravo e tu puoi tornartene a palpare i ricconi sul bus. Decidi tu.”

Un cameriere entrò con un piatto di ravioli e Zitao si sporse in avanti per prendere il biglietto aereo sul tavolo. “Macao, eh?”

Kris prese uno raviolo con le bacchette. “Il Monte Carlo d’Oriente.”
 

 
. . .
 

Joonmyun offrì di sua iniziativa la proprietà sulla spiaggia che aveva ad Hong Kong come luogo di incontro iniziale. Erano tutti sudati, ed era la terza settimana di Gennaio. Kris e Baekhyun arrivarono per primi con in mano, progetti, piantine e ogni altra cosa attinente al piano. Poi Chanyeol, seguiti da Jongin e Sehun. Trascorsero le ore nel garage di Joonmyun a parlare delle sue macchine d’epoca. Minseok arrivò con Jongdae, entrambi si raccontarono storielle sul tempo trascorso all’estero. Kyungsoo, lo stuntman, apparve una mattina nella sala da pranzo di Joonmyun e lo aiutò a prepararsi un gustosa omelet. Yixing arrivò solo. Joonmyun si sorprese che Kris non si era dovuto trascinare a Shanghai per portarlo qui.

Il ragazzo nuovo, fu l’ultimo ad arrivare; con mani affondate nelle tasche, il ritratto del disagio. Joonmyun aprì la porta quando il campanello suonò e lui lo fissò. “Tu devi essere Zitao,” disse in Mandarino e Zitano annuì.
Fissò con occhi spalancati la marmorea scala a chiocciola e il lampadario con pendenti di cristallo dietro alle spalle di Joonmyun.

“Sembra che tu voglia fuggire,” disse Joonmyun, provando a confortarlo.

Zitao non si rilassò – si irrigidì ulteriormente. Bagnò le labbra con la lingua. “Non sono molto abituato a –“ fece per indicare l’ambiente circostante. “Questo.”

“E’ soltanto una casa,” disse Joonmyun ridendo. “Sai, all’inizio anche noi eravamo dove sei tu adesso.”

Il suo sguardo si ammorbidì un po’. “Davvero ?”

“Si,” affermò, facendo un passo indietro. “Non avremmo chiesto di te se non ti avessimo voluto qui. Quindi – entra, su.”
 

 
. . .

 
Baekhyun portò un proiettore nel salone del secondo piano e poi lo montarono. “Questa è l’ultima occasione per tirarsi indietro, ragazzi,” disse guardando tutti nella stanza e ci fu una risata da parte di tutti, eccetto dall’agile ragazzino che stava dietro. Huang Zitao, si ricordò quando gliene parlò Kris. “Questo lavoro è altamente rischioso, ma anche altamente redditizio. Se volete cogliere quest’occasione, saremo felici di avervi. In caso contrario, nessun rancore. Joonmyun-hyung, forse vi permetterà di andare via con qualche piattino di stuzzichini.” Sehun rise.

Kris fece un passo avanti e iniziò a tradurre in Cinese e Baekhyun si senti un po’ un idiota. Si era dimenticato il problema della problema della lingua. Zitao si voltò quando Kris finì di parlare, la sua mascella si era serrata e i suoi occhi erano fiammanti.

Bene, pensò Baekhyun e si voltò verso il monitor.

Sullo schermo apparve un modello 3D del Canino Lisboa, prima dall’alto e poi dall’interno, piano per piano, fino ad arrivare alla teca del diamante. Dietro di lui, Chanyeol emise un fischiò. “O tutto o niente, huh ?”

“In un certo senso,” disse Bakhyun, in Cinese questa volta. Sorrise un po’ allo sguardo sorpreso sul volto di Zitao. “Questo è il Casinò Lisboa, gioiello della corona di Macao del settore del gioco. La stella del Casino Lisboa, un diamante da 218.08 carati, in permanente esposizione, insieme ad un’altra vasta collezione di diamanti.”

“Quindi è questo il bersaglio,” disse Jongin.

“Cosa dovremmo farcene di un diamante famoso?” Kyungsoo si lamentò. “Nessuno lo vorrà comprare. Il Barracuda è un uomo vizioso.”

Baekhyun si volto. “Noi non ruberemo il diamante,” disse Kris, incrociando le braccia. “A noi interessano il centinaio di milioni di dollari di quella giornata. Saranno un sacco di soldi e ci saranno sicuramente giocatori. Ma Kyungsoo ha ragione. Sarà un tantino difficile – ci sarà qualche problema nel deposito dove sta chiuso il vero premio.”

Baekhyun premette un pulsante sul telecomando e l’immagine scese fino al piano terrà del Casinò.

“Prima le brutte notizie,” Kris continuò. “Questo posto ha un sistema di sicurezza che può competere con molti bunker nucleari. Prima di tutto, dobbiamo introdurci nelle casse del Casinò–“

Baekhyun puntò con un laser lo schermo. “C’e solo un ingresso, proprio qui.”

“–e chiunque vi dirà che ci vorrà più di un’occhiataccia per riuscire a passare.”

“Si dice un sorriso, hyung.”

“Giusto,” disse Kris, passandosi una mano tra i capelli. “Andiamo avanti. Poi dobbiamo attraversare queste due porte per raggiungere l’ascensore, ognuna delle quali richiede un diverso codice a sei cifre che viene cambiato ogni 12 ore. L’ascensore è dove il gioco sia fa serio. Non si muove senza un identificazione autorizzata delle impronte digitali–


“Che non si può falsificare,” disse Baekhyun trillando.

“E di una conferma vocale che proviene sia dal sistema di sicurezza del Casinò–


“Che noi non avremmo.”

“Inoltre, il pozzo dell’ascensore è munito di rilevatori di movimento–


“Significa che,” Baekhyun continuò tranquillo, “se noi intervenissimo manualmente sull’ascensore, l’uscita dal pozzo si chiuderebbe automaticamente e noi diventeremo un toast.”

“Una volta scesi in fondo al pozzo, beh,” Concluse Kris, “a quel punto è una passeggiata; solo altre due guardie con mitra e con il desiderio di non essere derubati per non perdere il loro lavoro. E finalmente la porta di caveau più complicata che la mente umana abbia mai concepito.” Metà dei presenti stavano guardando Kris a bocca aperta e un tantino storditi. Chanyeol, ovviamente, aveva un espressione eccitata. Jongin sembrava assonnato – ma lui aveva sempre quell’espressione. Sehun sembrava annoiato – ma anche lui portava sempre quell’espressione.

“Qualche domanda ?” chiese Baekhyun e Zitao alzò la mano. “Non siamo al liceo, ragazzo,” disse. “Parla e basta.”

“Okay,” disse Zitao esitante. La sua voce è – carina, si ritrovò a pensare Baekhyun prima di scacciare questo pensiero dalla testa. “Perché non facciamo un tunnel da qualche parte ed entriamo dal caveau ?


“No, un tunnel è escluso,” disse Kris scuotendo la testa. “Hanno sensori che controllano il terreno per un raggio di 100 metri, se una talpa ci facesse la tana quelli lo saprebbero. Qualcun altro ?”

“Avevi parlato,” chiese Yixing, “di buone notizie.”

“Il grande bottino,” disse Baekhyun.

“Il Casinò Lisboa è il più grande Hotel Casinò del continente,” spiegò Kris. “Le persone dei paesi circostanti si affollano per venire a giocare qui, perché non c’è nessun’altro posto dove farlo legalmente. La commissione del gioco di Macao, stabilisce che un casino deve tenere in riserva abbastanza denaro per coprire il valore di ogni singola chip in gioco nelle sale. Questo significa che in un giorno feriale, per legge, deve tenere fra gli 80 e i 90 milioni di dollari in banconote e monete, nel weekend intorno ai 120. Quando ci sarà il Capodanno Cinese, cioè tra 3 settimane da oggi,” Fece una pausa per un effetto drammatico e Baekhyun nascose il suo sbuffò con un colpo di tosse. “200 milioni di dollari senza alzare un sopracciglio.”

“Noi siamo in 11,” disse Baekhyun. “Tutti con una fetta uguale, fate voi il conto.”

Per alcuni di loro ci volle un po’, ma poi arrivarono alla risposta. 18 milioni di dollari a testa e Baekhyun riusciva a vedere il segno del dollaro saltare fuori dai loro occhi.

“Esatto,” disse allegramente dondolando sui talloni.
 

 
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“Aspetta, apetta,” Mormorò Minseok aggrottando le sopracciglia nel palmo della mano. “E’ tutto molto bello, ma fammi dire questo,” girò la testa verso di lui. “Diciamo che riusciamo a fare tutto questo. Entriamo nella cassa, passiamo attraverso le porte di sicurezza, scendiamo nell’ascensore che non possiamo muovere, superiamo le guardie con i mitra, entriamo nel caveau che non possiamo aprire —”

“Senza farci vedere dalle telecamere,” Mormorò Baekhyun.

“Ah già,” Disse Kris. “Ho dimenticato di dirvelo.”

“Si,” Disse Minseok, premendo la mano sulla fronte. “Mettiamo che riusciamo a fare tutto. Dopo dovremmo uscire con 200 milioni di dollari in contati, senza che nessuno ci fermi ?”

Kris e Baekhyun avevano entrambi un ghigno sul loro volto. “Si,” dissero all’unisono e Minseok si appoggio allo schienale della sedia, sconfitto.

“Sono troppo vecchio per questo,” Disse infine mormorando e ignorando la risata acuta di Baekhyun.
 


 
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Il primo compito, annunciò Kris, era la ricognizione. Baekhyun aveva tenuto d’occhio la rotazione dei croupier e l’intero casinò per giorni, raccolto informazioni sulla sicurezza e sugli altri che potevano essere in borghese. Per Zitao ci volle un po’ ad abituarsi al clima caldo di Macao dopo la neve di Pechino.

Era un po’ strano non lavorare più solo. Camminò superando le sloth machine e Jongdae gli fece cenno con la testa minuziosamente e sorridendogli, mentre scrutava la scritta ‘SOLO PERSONALE AUTORIZZATO’ sulla porta di un’entrata - superando il Robuchon au Dôme, riconobbe Sehun e Jongin occupati ad apparecchiare un tavolo per dei ricchi clienti.

“Non sono ammessi furtarelli e distrazioni.” Baekhyun lo aveva messo in guardia mentre tornavano a casa di Joonmyun. “Non abbiamo per niente voglia che la polizia metta a soqquadro il posto per cercare un borseggiatore e mandi a puttane i nostri piani perché tu non sei riuscito a tenere a posto le mani.”

“Non sono stupido,” disse Zitao, meno offeso di quanto probabilmente pensasse.

E solo che tutti sembravano amare Baekhyun – anche se Kris era il Capo in realtà, era Baekhyun quello che appianava le cose da dietro le quinte mantenendo tutti felici. Parlava di esplosivi con Chanyeol e si scambiava insulti mansueti sull’altezza con Kyungsoo. Era dura non amarlo quando era così – affascinante era l’unica parola che gli si addiceva, eppure inadeguata e banale per lui. Baekhyun era più grande di qualsiasi altra parola.

Alcuni giorni dopo Zitao ritornò a Macao con delle buone informazioni, come i pettegolezzi indecenti che due tecnici di sicurezza si erano scambiati durante un aperitivo al bar, questo aveva portato un sorriso divertito a Baekhyun, facendogli chiedere gli occhi a mezzaluna. Zitao voleva continuare a renderlo così.

Era solo che – tutti sembravano conoscersi tra di loro ed essere degli esperti in questo gioco che appariva facile come respirare. Zitao voleva sentirsi parte del gruppo, come se fosse stato scelto per una ragione. Quando Baekhyun gli chiese di pedinare il Barracuda, non protesto.
 

 
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Chanyeol era incaricato del secondo compito, cioè l’elettricità – o per meglio dire della mancanza di essa. La notte della rapina, Kris voleva un blackout totale del perimetro che durasse il più allungo possibile. Il che significava che per attuarlo, Chanyeol si sarebbe dovuto infiltrare nelle viscere della rete fognaria della città e giocherellare con la rete elettrica in modo da innescare un corto circuito abbastanza esteso da interrompere tutto.

Non era la cosa più complicata che avesse mai fatto – il premio per il lavoro più difficile andava a Shanghai e al World Expo del 2010, che fu un disastro – ma la lezione non gli era bastata. Adesso si stava occupando della creazione dei diamanti falsi esplosivi da mettere nella valigetta di Minseok-Hyung e la perpetua puzza di fogna che aveva addosso, non rendeva il suo lavoro facile.
 

 
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Nel terzo compito, entrava in scena Yixing. Kris gli porse una stampa del sistema di sorveglianza e Yixing fece scorrere gli occhi sulla stampa un paio di volte prima di appoggiarsi sullo schienale della sedia e massaggiarsi il mento.

“Allora ?”

“Non è proprio il sistema meno accessibile che abbia mai visto,” disse Yixing, “ma c’è vicino. Non c’è un circuito chiuso dove posso infiltrarmi ?”

Kris fece una smorfia.

Yixing sospirò. “Credo di no. Allora, dovrò andare personalmente nel sistema centrale e hackerarlo.”

“Sei sicuro che te la caverai ?” chiese Baekhyun dall’altra parte della stanza. Stava giocherellando con l’attrezzatura che Yixing aveva messo sopra al grande tavolo: un monitor, dei portatili e una cuffia telefonica wirless.

“Hanno un loro tecnico interno ?”

“Due,” disse Baekhyun, “E uno si sente solo.”
 

 
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“Sei ridicolo,” disse a bassa voce Jongdae quando Kyungsoo attraversò la porta del retro dello strip club. Era pieno di trucco e indossava una camicetta semi trasparente, con una minigonna che metteva in mostra le sue gambe, “ma stranamente, sexy.”

“Non ho accettato per fare questa roba,” si lamentò Kyungsoo, aggiustandosi la parrucca. La musica del club gli stava spaccando i timpani, ma si diresse lo stesso verso l’area fumatori. Il tecnico della sicurezza – un certo Zhou Chong Xin, così aveva letto Kyungsoo nella nota di Zitao – era già praticamente sbronzo e gli sembrò che il Natale fosse arrivato in anticipo quando Kyungsoo si mise a cavalcioni sopra di lui e gli passò le dita tra i capelli.

“Ciao, bellezza,” disse e dalla sua bocca uscì puzza di alcool e Kyungsoo ce la mise tutta per non lasciar trapelare il disgusto sul suo volto. Chong Xin avvolse un braccio intorno alla sua vita. Kyungsoo fece scorrere la mano destra giù per la camicia del ragazzo e sganciò il tesserino magnetico che schiaffò sulla mano di Jongdae mentre gli passò accanto.


 
. . .
 

Jongdae uscì fuori dalla porta sul retro dello Strip Club e vide Baekhyun aspettarlo accanto all’auto, con un fascio di palloncini messi sul posto del passeggero. Gli diede il tesserino magnetico.

“La riavrete tra un’ora,” disse Baekhyun, “Di a Kyungsoo di resistere.”

Jongdae sbuffò. “Oh, sono sicuro che lo farà.”

 
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Yixing si accerto come prima cosa che i palloncini passassero fra le Slot Machine. Jongin li stava portando, indossando un ridicolo cappello di compleanno sulla testa, quando Sehun lo urtò di proposito sotto la telecamera di sorveglianza posta accanto alla porta “SOLO PERSONALE AUTORIZZATO”. Jongin lasciò la presa dei palloncini facendo oscurare la lente della telecamera. Un momento dopo, una sentinella di guardia alla porta lasciò la posizione, avvicinandosi a loro.
«Ehi, guarda dove vai!» Yixing sentì Jongin alzare la voce, che venne sentita anche dagli altri giocatori. «Impara a prendere un cazzo di senso dell’orientamento, imbecille.»

«A chi hai dato dell’imbecille !?» rispose Sehun oltraggiato, ma Yixing aveva già inserito la carta magneticata rubata per aprire la porta.

I passaggi del Casinò erano un labirinto, pieno di corridoi che sembravano tutti uguali. Yixing si era disegnato una mappa mentale per orientarsi, ma stava avendo qualche problemino a rintracciare la cabina di sicurezza. Aveva i nervi a fior di pelle quando trovò la porta giusta; fece scorrere il tesserino magnetico ed entrò dentro vedendo l’enorme quadro centrale e si sentì subito un po’ più sollevato. Fili, circuiti e spine erano cose che capiva, erano una lingua che parla. Si accovacciò e si mise al lavoro, si attaccò ai cavi audiovisivi e si insinuò tra cavi rintracciabili. Uscì fuori dalla tasca un ricevitore per assicurarsi che era tutto apposto. Ci fu un calmo click quando collegò l’alimentatore al piccolo ricevitore, e —

Dall’altra parte del Pearl River Delta, nel salone del secondo piano della casa di Joonmyu, Baekhyun e Kris videro i monitor spenti, accendersi. Erano entrati.

Quando Yixing uscì fuori dalla porta del personale autorizzato, con i palmi delle mani sudati, vide Jongin e Sehun ancora li, a sbraitare a voce alta. La sentinella cercò di calmarli e prese anche i palloncini, ma Jongin continuava ancora la sua recita, agitando le braccia con agitazione, schivandoli ad ogni tentativo. Yixing entrò in bagno e si levò gli abiti della divisa di sicurezza e quando uscì  di nuovo Sehun e Jongin se n’è erano già andati, facendo sparire anche i palloncini. La sentinella era tornata di nuovo a guardia dell’ingresso della porta.
Yixing si mise le mani in tasca e se n’è andò via, fischiettando.
 

 
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«Quarto compito,» dichiarò Kris, sventolando i suoi progetti. «Dobbiamo costruire una copia identica funzionante del caveau,»

«Per esercitarci ?» chiese Zitao.

«Una cosa del genere.»

Joonmyun fece ripulire uno dei suoi magazzini e tutti si misero all’opera. Chanyeol andò ad ispezionare le fogne e la maggior parte della costruzione. Kyungsoo era più forte di quello che sembrasse, trasportò quasi tre volte la quantità delle cianfrusaglie e la vernice che Zitao riusciva a portare in metà del tempo.

Tutto sommato stava andando bene. Sehun e Jongin cercarono di approcciarlo nel bel mezzo di una saldatura, provando a parlargli in un Cinese davvero pessimo. Yixing di tanto in tanto se ne usciva con alcune delle sue domande a Zitao, fantasticando sulla vita di Pechino – perché Yixing veniva da Changsha ed essendo avesse sempre lavorato a Shangai, non aveva mai veramente esplorato pienamente la capitale. «Mi piacerebbe vivere li un giorno, anche,» disse. «solo per vedere com’è.»

«E’ piacevole, » disse Zitao, e Yixing sorrise. «D’inverno fa freddo , e in estate ci sono tempeste di sabbia –  ma è pur sempre casa. »
 

 
. . .
 

La replica prese vita lentamente uscendo dal progetto di carta, come se avessero tirato su un tendone del circo, invece di saldare insieme del metallo e aver miscelato cemento. Baekhyun che era appollaiato sopra una pila di legno, osservò tutto il lavoro finito e sentì un caldo senso di soddisfazione nel suo stomaco.

Zitao si mise dietro le calcagna del Barracuda un’ora dopo aver messo insieme agli altri i cardini del pavimento in cemento. «Mi sono esercitato con il mio Coreano,» disse con un accento marcato e Bakhyun pensò, Dio, dove ha trovato Kris questo ragazzino? Zitao era troppo – tutto: troppo onesto, troppo sincero, troppo desideroso di compiacere. Sinceramente, sarebbe stato un pessimo ladro.

«Che mi dici dell’Intelligence ?» disse Baekhyun alzando un sopracciglio.

Zitao sbuffo spostando la sua frangetta e aggrottando le sopracciglia. «Non potrei fare qualcos’altro invece di seguirlo dappertutto ? Mi sento inutile.»

«Non è inutile,» insistette Baekhyun. «Lo sai che ci servono quei codici. E’ parte integrante dell’operazione.»

«Si,» disse suonando non tanto convinto. «Lo so.»

 
. . .
 


Sesto compito, trasporti. Jongdae gironzolò in una concessionaria d’auto di Hong Kong e appostò immediatamente Sehun e Jongin davanti a un grande furgone bianco del parcheggio. Iniziarono a saltare su e giù sulla parte posteriore aperta, testando l’elasticità. Il venditore lì fissava attraverso la finestra inorridito.

«Non si preoccupi di loro,» disse Jongdae, con un’aria Inglese. «Quant’è disposto ad offrirmi se le dicessi che me ne servono cinque ?»

Spinse a fargliele avere a dodicimila dollari di Hong Kong a testa, prima di far smettere di giocare quei ragazzini. Affollarono i furgoni nella restante parte vuota del magazzino di Joonmyun.
 

 
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Per Joonmyun, vedere impugnare in mano a Sehun una fiamma ossidrica e una pesante chiave inglese nell’altra, fu una delle cose più spaventose che avesse mai visto. Jongin entrò in magazzino, con le braccia occupate a tenere delle guarnizioni per i furgoni, molto familiari. Joonmyun incrociò le braccia al petto e lo fissò. «Da dove le hai prese?»

«Dalle tue vecchie Ferrari,» disse Jongin, sorridendo impertinentemente.

«Kris,» lo chiamò Joonmyun, «Digli di non toccare le mie auto !»
 

 
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Kris fece una faccia di scuse dall’altra parte della stanza prima di ritornare al carrello di metallo accanto a lui. La parte superiore si spalancò con un colpo. Kris fece capolino. Kyungsoo tirò fuori il tubo dalla sua bocca e prese una profonda boccata d’aria fresca, mentre stava piegato dentro quello spesso carrello e accanto a una bombola d’ossigeno.

«Quanto dura ?»

«29:37. All’incirca. Come ti senti ?»

«Questo è di gran lunga meglio che fare acrobazie del cazzo per la scena di un film,» disse Kyungsoo, accorto di fiato e Kris rise. Cambiarono la bombola e ricominciarono.

 

 
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L’ultima cosa da fare, era dare una sistemata a Minseok. Joonmyun chiamò i suoi sarti di fiducia che confezionarono a Minseok un abito con la miglior stoffa che avessero avuto a disposizione con i soldi di Joonmyun; Armani e scarpe Florsheim oxfords.

Kris lo scrutò attraverso il riflesso dello specchio. Miseok sembrava ancora un titubante, aveva un espressione corrucciata e qualcosa di insicuro nella sua postura – Kris non voleva dubitare di lui, ma forse era passato troppo tempo dall’ultima volta.

«Hyung, sei sicuro di essere pronto a farlo ?»

Minseok raddrizzò la postura di scatto e uno sguardo di pietra si posò sul suo volto. Si voltò verso Kris e per un istante, sembrò una persona completamente diversa. Bakehyun rimase letteralmente a bocca aperta. Kris sprofondò di nuovo sul divano per il suo cambiamento.

«Se solo ti azzardi a chiedermelo un’altra volta, Kris,» disse minaccioso Minseok, «Giuro che la mattina dopo non ti sveglierai più. »

Ci credeva profondamente. Un attimo dopo, il volto di Minseok tornò di nuovo dolce, curvando un sorriso. Kris guardò nella direzione di Bakehyun, che aveva la bocca ancora spalancata. «Si, è pronto.»

«Il mio nome,» disse Minseok allo specchio, in un impeccabile cinese, «è Jin Xiumin.»
 

 
. . .
 

Il mattino dopo Minseok mise piede all’interno dell’ingresso del Gand Lisboa con Jongin e Sehun, trasportando i suoi bagagli. Il receptionist vedendoli arrivare li accolse con un insipido sorriso. «Come posso aiutarla, Signore ?»

«Il mio nome è Jin Xiumin, è gradirei una suite.» disse, quasi senza dare peso alla stanza.

«Ha fatto una prenotazione al Hotel ?» chiese il receptionist.

Minseok gli lanciò uno sguardo minaccioso. «Io non credo alle prenotazioni.»

Jongin dietro di lui, scandì un colpo di tosse. Dovevano sembrare alquanto minacciosi, perché il receptionist ebbe un fremito di paura.
 

 
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«Allora,» disse Baekhyun in un malinconico Mandarino. Erano entrambi alle Slot Machine. Zitao giocherellava con la propria collana intorno al collo e Baekhyun premeva lentamente i bottoni luminosi in una delle macchinette. «Chi è il nostro Barracuda ?»

«Il suo vero nome è Lee Jiaheng. Ha intorno ai quarant’anni ed è un fottuto carro armato, » disse Zitao. «Certo che gli scegliete proprio bene i bersagli.»

«Meno chiacchiere,» gli disse Baekhyun secco. «voglio più informazioni. Voglio i fatti.»

Attraversarono la strada. «Arriva ogni giorno al Casinò intorno alle due del pomeriggio. Stessa auto, stesso autista. Ricorda il nome di ogni valletto che lavora all’ingresso. Gli piace sapere sempre cosa succede nel suo Casinò.»

Videro il Barracuda scendere dalla macchina, entrare dentro al Casinò e salutare tutti gli impiegati che gli passavano accanto. Aveva una faccia seria, un perpetuo sguardo accigliato e un volto spigoloso marcato da rughe. Era più basso di quel che appariva nelle foto, come quella che appariva nel Macau Post Daily, ma si poneva in un modo che lo faceva apparire più alto di chiunque c’era nella stanza.

Lo guardarono entrare dentro l’ascensore trasparente. «Il suo ufficio è al piano di sopra,» disse Zitao, «lavora sodo e fa il suo dovere.»

«E adesso ?»

«Adesso aspettiamo. Non scenderà per almeno altre cinque ore.»

«Hmm,» disse Baekhyun, scuotendo il braccio per controllare l’orologio. Poi: «Hai avuto l’occasione di vedere il resto della città ?»

«Credevo non fossero ammesse distrazioni.»

«Lo sai che non era questo che intendevo.» Baekhyun sorrise, e facendogli segnale con il dito di seguirlo. «Andiamo. Ti mostro il posto. »  Il volto di Zitao si illuminò.

Macao era bellissima tutto l’anno, ma a Baekhyun gli era sempre piaciuta d’inverno. Il clima era mite e la luce del sole si rifletteva sugli edifici, intrecciandosi attraverso un fresco silenzio. La città non si svegliava se non era notte, perché era in quell’ora che i festaioli e i giocatori ucivano. Adesso che era pomeriggio, era piacevole passeggiare. Oltre il mare, riuscirono a vedere la skyline di Hong Kong.

«Io e Jongdae venivamo a giocare qui quando ci scocciava di correre rischi nello stesso posto.» Disse Baekhyun, mentre ritornavano al Casinò. Non era sicuro del perché gli stesse deliberatamente dando quelle informazioni. C’era qualcosa nel modo in cui Zitao ascoltava, come se avesse sempre da imparare e nulla che lo frenava. Tutti questi ragazzini nei loro vent’anni sembravano gravosamente giovani, anche se Baekhyun non era poi così tanto vecchio. Pensò che, quattro anni erano già un bel po’ anni per un uomo. «Cosa ti ha convinto ad accettare questo lavoro? »  

Zitao posò lo sguardo verso di lui, giocherellando con il piercing nel suo orecchio. «Ero annoiato, » disse e Baekhyun sentì un brivido di empatia.

«Conosco la sensazione. »  

«Non lo so.. » Si dondolò in avanti con i piedi, provando a far uscire le parole giuste dal suo cervello, anche se sia lui che il suo cervello erano Cinesi. «L’unica cosa che da piccolo riuscivo a fare bene in Città, era rubare. Visto che non ero bravo a far nulla, ho pensato che avrei potuto usare questo mio dono, per uno scopo più alto. » Si guardò le scarpe. «Sembra stupido. »

«No, » disse Baekhyun. «Idealista, forse, ma suppongo che ci abbiamo pensato tutti in un modo o nell’altro. » Li condusse in una panetteria e comprò due tartine all’uovo, passandone una a Zitao. «Cosa farai con la tua parte ? »
Zitao fece spallucce. «A dire il vero non ci ho ancora pensato. »

«No? »

«Te lo farò sapere quando l’avrò capito, » disse sorridendo. Dannatamente premuroso. Baekhyun prese un morso della sua tartina e gli ricambiò il sorriso.

 
. . .
 


«Quindi è un maniaco del controllo e non gli piace essere in ritardo, » disse Baekhyun più tardi, mentre finivano la loro cena al Don Alfonso. Se Zitao avesse chiuso gli occhi, avrebbe quasi potuto far finta che fosse un appuntamento. Ma subito cacciò via questo pensiero non appena gli venne in mente.

«Esattamente. Alle sette in punto, scende e va dritto nell’atrio.»

Spinsero le porte ornate del ristorante e camminarono per due lunghi corridoi, fino ai tavoli del Craps. Jongdae era al bordo di un tavolo che conduceva una chiassosa partita.

«Il Barracuda spende circa cinque minuti con il Direttore del Casinò – Parlano solo di affari. Gli piace gestire le cose personalmente.»

«Microgestione.»

«Si,» Seguirono Jiaheng fino al piano principale. «Trascorre il restante tempo, fino alle sette e mezzo, a salutare i giocatori più importanti dei tavoli VIP. Parla fluentemente molte lingue e lo rende noto alla maggior parte dei suoi illustri ospiti stranieri che vengono a giocare nel suo Casinò.»

«Passate le sette, cosa accade ?»

«Gli viene data una cartellina nera contenente tutti i codici di sicurezza. Due minuti dopo che la sicurezza li cambia, ha già in mano quelle nuove.»

Baekhyun annuì con le labbra increspate in stato riflessivo.

«In conclusione,» disse Zitao conciso, mentre guardavano Jiaheng passare l’ingresso del Lotus Lounge, «Quest’uomo è furbo almeno quanto è spietato. Non mi sorprende che lo chiamino Barracuda. L’ultimo che ha provato a contare le carte qui, non solo lo ha mandato dentro per 10 anni, ma gli ha fatto confiscare la casa dalla banca e ha mandato in bancarotta—»

«La catena dei negozi di moda della moglie. Lo so,» Baekhyun gli lanciò un’occhiata meditativa. «Hai paura?»

Zitao si mise sulla difensiva. «Hai istinti suicidi?»

Baekhyun rise portando indietro la testa, facendo così esporre la lunga linea del suo collo e facendo deglutire Zitao. «Solo di mattina.»

«Va bene, poi per finire,»

«Che bugiardo, pensavo avessi finito,» disse Baekhyun ironico.

Zitao allungò la testa per controllare il corridoio che conduceva verso la sala d’esposizione del diamante. «C’è una donna.»

Baekhyun aggrottò le sopracciglia quando Zitao si girò verso di lui. «Un’accompagnatrice?»

«No, nulla del genere.» Zitao si sistemò la catenina intorno al collo. «Ha un debole per la collezione dei gioielli, così ha assunto una Gemmologa che lavorava come consulente per la GIA. Dopo che riceve i codici di sicurezza, la incontra regolarmente per dei resoconti.»

Quando Baekhyun sentì uscire dalle labbra di Zitao la parola Gemmologa, il suo stomaco sprofondò fino ai suoi piedi.

«Eccola,» disse Zitao.

Baekhyun si aggrappò alle spalla di Zitao e si nascose dietro di lui quando la donna gli passò davanti seguendo la traiettoria di Jiaheng. Era alta e sinuosa, aveva capelli neri all’altezza delle spalle e delle ciocche di capelli si muovevano sfiorandole le labbra carnose, e – dannato Kris, ecco qual’era lo scopo di questo colpo. Baekhyun non aveva nemmeno pensato di chiederglielo; Perché era così entusiasta di tornare a pianificare una vera e propria rapina. Avrebbe dovuto chiederglielo.

«Non ho nemmeno capito come si chiama, » disse la voce fioca di Zitao coperta dall’afflusso di sangue nelle orecchie di baekhyun.

«Lu Han, » disse Baekhyun, facendo scivolare le dita sulla camicia di Zitao mentre lei girò l’angolo e scomparì.

«Cosa? »

«Il suo nome, » disse Baekhyun, leccandosi le labbra, «è Lu Han. »

 
. . .
 

Kris stava conducendo il carrello della cassa del denaro con Kyungsoo per la quinta volta di fila, quando Baekhyun lo chiamò e lo afferrò per un braccio, trascinandolo fuori dalla porta del deposito.

«Prima che tu dica qualcosa,» tentò di cominciare Kris, ma Baekhyun lo fermo prima di continuare.

«Dimmi che non si tratta di lei.»

«Lei chi ?» disse Kris fingendo di non sapere e Baekhyun sbuffò.

«Non provare a fare lo stupido con me, Kris. Lu Han! Era ovvio che tu sapessi che lei era qui, coinvolta negli affari del Barracuda. Dimmi che non lo stai facendo per riprenderti la donna che ti ha mollato—» Smise di agitarsi e lanciò uno sguardo furioso a Kris, quando realizzò una cosa. «Vuoi riprenderti tua moglie?» Non aspettò una risposta da Kris. «Lo sapevo, Cazzo! Quando mi hai detto che non volevi rubare il Diamante ho avuto un brutto presentimento, lo sapevo che c’era un’altra ragione—»

«Ex-Moglie,» lo corresse Kris, deglutendo. «E no, non è per questo.» Baekhyun lo fissò. «Non è esclusivamente, per questo,» Baekhyun emise un suono incredulo. Kris si passò una mano tra i capelli e li aggiustò, provando a capire come spiegare a Baekhyun come stavano le cose. «Ascolta, ti ricordi quando abbiamo cominciato? Avevamo tre regole. »

«Cosa c’entra adesso ?»

«Non avremmo fatto del male a nessuno,» disse Kris, contando con le dita. «Avremmo rubato solo a persone che se lo meritavano. Castigo divino, riservato da noi.»

«E avremmo giocato come se non avessimo nulla da perdere,» Concluse Baekhyun, rassegnato.

«Beh, io ho perso qualcuno.» disse Kris aprendo le mani. «Ecco perché adesso ho intenzione di riprendermela. »

Vide chiaramente Baekhyun iniziare a piegarsi sotto il peso di tutte queste nuove rivelazioni. «C’è solo un piccolo problema,» disse Baekhyun una battuta dopo. Si morse il labbro inferiore. «Il conflitto di interessi. Adesso, stai cercando di rubare due cose. E quando sarai con le spalle al muro e non potrai averle entrambi, quale sceglierai ?» Kris sorrise, ma non incrociò il suo sguardo. «Pensaci bene, Lu Han non puoi dividerla in undici parti.»

Kris prese un lungo respiro. «Se tutto va secondo i miei piani, non sarò io che dovrò fare questa scelta.» Fece una pausa. «Com’è ti è sembrata lei ?»

«Bellissima,» disse Baekhyun ironicamente. «Più di quando stava con te.»

Kris fece una smorfia. «Me lo meritavo, non è vero ?»

«Si, sei uno stronzo,» disse con sentimento. «Te lo sei meritato.»

«Si,» disse Kris sospirando. «Lo so.» Poi tornò dentro al deposito.

 

  
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