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Autore: Harry Fine    03/02/2018    3 recensioni
Papillon è stato ormai sconfitto da anni. E da altrettanto tempo, Ladybug, Chat noir e gli altri portatori sono scomparsi nel nulla, creando le loro famiglie come persone normali. Ma un'ombra proveniente dal passato si profila nuovamente all'orizzonte. E stavolta, toccherà combattere ad una nuova generazione di portatori.
Saranno in grado di sventare la minaccia?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sulle alpi tibetane, un uomo, un ricercatore per essere precisi, avvolto in strati e strati di vestiti pesanti, si stava arrampicando a fatica su uno dei versanti montani.
Aveva la punta del naso congelata e dei cristalli di ghiaccio pendevano dai suoi capelli. 
E ormai la fatica si stava facendo sentire.
Da qualche giorno era scoppiata una bufera di neve davvero tremenda in quella zona, ma lui si era avventurato ugualmente laggiù.

Il motivo? 
Una sorta di scompenso elettromagnetico che lui e i suoi colleghi avevano iniziato a percepire da qualche settimana. Ogni volta che si avvicinavano alla zona in cui si trovava lui, ogni singolo strumento impazziva e diventava inutile.
Poteva non essere niente di speciale, ma l'uomo non ci vedeva chiaro. Lui e i suoi compagni erano stanziati lì da più di tre anni per lo studio dei minerali all'interno delle rocce montane, e fenomeni simili non si erano mai verificati.
Insomma, era stato troppo curioso per resistere fino alla fine della tormenta.

Controllò un attimo il radar. Più il suo segnale era disturbato, più era certo di essere più vicino alla sua meta. 
Ad un certo punto, l'ennesimo appiglio lo condusse su uno spuntone di roccia. 

Nonostante il fiatone, un sorriso eccitato ornava le sue labbra. 
Era sul punto di scoprire cosa fosse quell'anomalia elettromagnetica così strana.
Chissà, magari una nuova fonte di energia o qualche minerale speciale e nuovo.

Sempre più eccitato, si appoggiò alla parete rocciosa, osservando attentamente per scovare aperture, poggiando le mani ovunque. 
Solo che c'era qualcosa in strano. La pietra era… tiepida.
Nonostante la bufera, la temperatura in quei punti era alta.
Ormai tremava più dall'emozione che per il freddo.

Una volta individuata la fonte di quel calore, avrebbe trovato la soluzione a quel mistero.
Ad un certo punto, però, un punto bollente lo costrinse a staccare di colpo le mani dalla parete, nonostante i guanti.

Osservò immediatamente il punto davanti a lui.
Una crepa attraversava il versante.
Lunga e profonda, grossa abbastanza per passarci.

Con il cuore a mille per la trepidazione, lui ci entrò
Una ventata bollente lo investì subito, mentre una lunghissima galleria si snodava nel cuore del monte. 
L'uomo notò che il radar era completamente impazzito, dando segnali contraddittori e avvertimenti incomprensibili, segno che era sulla strada giusta.
Percorrendo l'angusto passaggio, il caldo aumentava sempre di più. 

L'aria era di colpo tanto umida da impedire quasi il respiro e le suole dei suoi scarponi stavano iniziando a liquefarsi.
Ma non poteva fermarsi arrivato a quel punto!

Una simile manifestazione elettromagnetica e climatica era qualcosa di mai visto! Specialmente perché era all'interno di un monte!
Attraversò quasi di corsa il corridoio naturale, fino ad attraversare una apertura.
Questa dava ingresso ad una specie di camera scavata nella pietra.

Lì dentro c'era un caldo terribile, sembrava un cratere vulcanico.
Ma la cosa che più di tutte lo stupì, fu ciò che stava al centro di quel luogo.
Una costruzione simile ad un'antichissima bara di pietra malamente sgrezzata occupava il centro ed era ricoperta di strani arabeschi composti da segni antichi simili a lettere. 
Essi si intrecciavano in modo quasi ipnotico sopra la lastra di pietra che la sigillava in una sorta di simbolo ancora più strano. Una sorta di stella ettagonale.
Ma era tutto talmente coperto di polvere che non si vedevano molti altri dettagli. 

Il ricercatore ormai non si interessava del caldo che gli scottava la pelle o della follia di tutta quella faccenda. Voleva solo scoprire ciò che si celava lì.
Spostò la polvere con una mano, ma una luce potentissima lo fece saltare per lo spavento.
Cercò subito di togliere la mano, ma questa sembrava incollata. 

Un rombo terribile gli spedì il cuore in gola. Tirò con più forza la sua mano, ma quella rimase dov'era.
Una crepa si aprì sul coperchio della bara, spezzando il sigillo e sgretolando la pietra di cui era composto.
Un fascio di luce nera avvolse tutto e una sensazione mortifera lo colpì.
Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, ma non servì.

Il nero avvolgeva tutto. Un mare nero che lo stava lentamente divorando. 
Non sentiva più nulla. Ne la paura ne la voglia di fuggire.
Tutto svaniva nella sua mente.
Ormai, di lui non c'era nel più niente.

Quando tutto si calmò, il silenzio regnava sovrano e la bara era completamente scoperchiata.
I simboli erano svaniti nel nulla e tutto rimase in silenzio.
Fino a che qualcosa non iniziò ad emergere dalla costruzione di pietra.

Una mano. Lunga, biancastra e scheletrica come quella un cadavere. Una ragnatela di rughe la ricopriva.
   
 
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