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Autore: AnyaTheThief    07/02/2018    1 recensioni
Era l’estate prima del loro sesto anno e Ron ne aveva avuto abbastanza.
I giorni in cui non ricordava perché fosse arrabbiato, alla fine, erano i più piacevoli. Almeno riusciva a non pensare alla causa di tutti i suoi mali, al motivo per cui non riusciva più nemmeno a farsi una risata o a mangiare con appetito, o semplicemente a godersi una bella giornata di sole.
Lei sapeva, e lo stava ignorando di proposito. Sapeva tutto.
L’unica cosa di cui forse non sapeva nulla, era quanto seriamente e quante volte Ron avesse rischiato l’espulsione l’anno precedente.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 2 - Uncertainty



Hermione non era riuscita a pensare ad altro per tutta la settimana che aveva passato lontana da lui. E dire che avrebbe avuto sì altro a cui pensare, coi risultati dei G.U.F.O. che stavano per arrivare...

Con tutto il trambusto dell’anno scorso, non era mai riuscita a fermarsi un attimo e pensare a cosa davvero significassero tutti quegli sguardi che le lanciava di nascosto, ma senza poi riuscire a celarli così bene. In realtà sembrava che non ci provasse affatto.

Poi c’erano un sacco di frasi lasciate a metà, discorsi iniziati e mai finiti… Soprattutto quel giorno, sul ponte. Sembrava avesse fatto di tutto per rimanere solo con lei e pareva sul punto di dirle qualcosa di davvero importante, prima che Padma Patil passasse di lì e attaccasse bottone con lei, interrompendolo.

Anche se gli aveva chiesto più volte in seguito cosa volesse dirle, non era più riuscita a tirargli fuori nulla se non qualche “non importa” balbettato, tra il rossore delle sue guance e gli occhi bassi.

E invece importava, eccome.

C’erano cinque anni di cose non dette in sospeso tra di loro, c’era il Ballo del Ceppo, Viktor Krum e la gelosia di Ron, tutte le sue frecciatine, il modo in cui la squadrava ogni volta che indossava qualcosa di diverso dalla divisa, il suo ritrarsi appena lo sfiorava per sbaglio, quella stretta della sua mano sulla sua schiena quando lo abbracciava, come se non volesse più lasciarla andare…

Era giunto il momento di chiarire le cose tra di loro. Una volta che aveva realizzato che tutti i segnali portavano ad una sola conclusione, non era però riuscita a far pace con la mente e giungere alla propria, di conclusione.

Sentimenti contrastanti la spingevano un giorno da una parte ed un giorno dall’altra.

Da una parte, Ron era da sempre stato il suo migliore amico, ed il solo pensiero di avere con lui un contatto fisico più intimo di un semplice abbraccio la faceva vergognare a morte, tanto che si era autoconvinta a non esplorare più quella zona della sua fantasia. Poi c’era il fatto che aveva l’abilità unica di riuscire a farla infuriare con poche, semplici parole. “Hermione, tu sei una ragazza!”: beh, complimenti, idiota, per esserci arrivato dopo quattro anni!

Dall’altra parte, però, nessuno sapeva farla divertire come faceva lui. Adorava ridere alle sue stupidaggini, così come adorava il suo della sua risata quando rideva delle sue stesse idiozie. Ed è vero che erano amici da molto tempo oramai, ma con Harry era la stessa cosa, eppure la sua mente trovava inconcepibile il solo valutare una possibile relazione con Harry. E quando la stringeva a sé in quel modo, come se non volesse mai lasciarla andare… Beh, effettivamente anche lei non era mai contenta di interrompere il contatto.

Tutto quel riflettere tra due sentimenti contrapposti l’aveva quasi tirata pazza per una settimana, ed ora, nella stanza di Ron, non poteva che essere sollevata dal rivederlo. Almeno qualcosa di concreto, almeno aveva ancora qualche giorno per cercare di capire… E per mettere in atto il suo piano. Lo avrebbe fatto confessare, una volta per tutte. Forse quel gesto l’avrebbe aiutata a far chiarezza con se stessa e a prendere finalmente una decisione.

Odiava non sapere qualcosa, le cose fatte di nascosto e i segreti. Perché non poteva concepire che ci fosse qualcosa che la sua mente non potesse mai raggiungere per colpa di qualcun altro. Ma se c’era qualcosa che odiava più dei segreti, era il non saper scegliere tra più alternative. Da sempre era stato o bianco o nero, o la torta al lampone o il budino al cioccolato, o andare al ballo con Krum o andarci con Ron. E non aveva mai avuto alcun rimpianto, se è per questo.

Tutte le sue decisioni erano sempre state fondate su basi solide e ragionamenti costruttivi; il fatto che si sentisse così confusa, la spaesava come non mai. Ron l’aveva tirata pazza al punto di arrivare a scoprire un lato di sé che non conosceva: l’Hermione indecisa.

Ora, seduta sul letto accanto a lui, ancora mezzo addormentato ma con un finto sorriso stampato in volto (oh, sì, lo sapeva benissimo che era falso, Ginny le aveva descritto con gran precisione l’umore del fratello durante tutto il mese di luglio), la ragazza non poteva fare a meno di notare quanto fosse diventato affascinante.

Era davvero Ron quel ragazzo, quasi uomo, ormai, con lo sguardo tanto dolce quanto determinato e persino un accenno di muscoli? Davvero, quel bambino imbranato col naso a patata si era trasformato in una persona accettabile agli occhi di Hermione Granger? Non aveva mai notato quanto il contrasto dei suoi capelli rossi come il fuoco con la pelle pallida creasse un effetto tanto perfetto alla vista, né che le sue labbra fossero così piene e sembrassero… morbide. Oh, no, stava rientrando nuovamente nella zona proibita delle sue fantasie! Allarme rosso!

Scosse il capo, sbattendo gli occhi un paio di volte come se avesse avuto un’allucinazione, dopo un lungo silenzio imbarazzante. Gli aveva appena detto che aveva tante cose da raccontargli, e poi si era pietrificata, sommersa da una valanga di pensieri.

“Stai bene?” le domandò lui, vagamente preoccupato.

“Sì, scusa.” sorrise lei. “E’ solo che sono davvero felice di essere qui. Il campeggio è stato divertente, ma non era lo stesso senza di voi.” fece saettare lo sguardo tra i capelli di Ron, le sue braccia scoperte, i suoi occhi e le labbra, dove si soffermò per qualche istante di troppo.

“E… E tu cos'hai fatto? Nemmeno un gufo, come sempre!” lo rimproverò scherzosamente, colpendolo appena sulla spalla e constatando che aveva ragione, c’era effettivamente un accenno di muscoli lì, da qualche parte. Si domandò se avesse fatto dei sollevamenti o che cosa, ma al solo immaginarlo, le venne quasi da ridere.

“Oh, nulla di che. C'è un trambusto in casa. Papà è stato promosso a...”

“Lo so. Hai passato il tempo prendendotela con ogni singolo membro della famiglia, vero?”

Ron sollevò gli occhi al cielo, seccato dal fatto che lei sapesse sempre tutto. Anche lei sapeva come dargli fastidio, dopotutto, e ne traeva un certo godimento, come delle microvendette rateizzate per tutto ciò che le stava facendo passare.

“E’ soltanto Percy che mi dà sui nervi, come sempre.” cercò di tagliare corto lui, mentendo spudoratamente.

Hermione assottigliò gli occhi e sorrise in un’espressione scettica, mentre lui evitava accuratamente di incrociare il suo sguardo. “Meglio se vado a disfare i bagagli. Ah, la colazione è pronta, ti aspetto giù.” trotterellò verso la porta, sulla quale poi si bloccò, voltandosi poi di nuovo in sua direzione con lo stesso sorriso saccente.

“Meglio che tu faccia sparire quel broncio, Weasley. Mi basta un solo Prescelto tormentato da sopportare.” e sparì dietro l’angolo.

Scendendo le scale le parve di sentire un tonfo provenire dal piano superiore, dove soltanto Ron si trovava, ma non ci fece caso più di tanto; poteva arrabbiarsi quanto voleva, tanto l’avrebbe avuta vinta lei e presto le avrebbe finalmente confessato tutto.

L’odore di pancakes raggiunse le sue narici e la fece sorridere di nuovo, questa volta sentendosi avvolta da un tepore che solo quel posto riusciva a trasmetterle.

Il suo bagaglio era già sparito, probabilmente qualcuno lo aveva portato nella stanza di Ginny. Il sole splendeva e Molly Weasley canticchiava in cucina.

Tutto sommato si prospettava una bella giornata.  

  
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