Capitolo 5: Lily… non Lils
Nei capitoli precedenti: Rose
finisce in punizione dopo aver difeso suo cugino Al e successivamente insinuato
che il professor Montague ne sappia meno di lei. Nonostante abbia pregato
Neville di non riferirlo alla madre, Rose è pienamente cosciente che lo farà lo
stesso. Scorpius tenta un primo timido approccio con la ragazza, che lo trova
gentile ma molto strano. Lei è molto attratta da David, ex ragazzo della sua
amica Lizzy, teoricamente odiato da quest’ultima.
Mia madre
è cresciuta con sei fratelli maggiori.
Mi dice
che due sono niente e che se lei è riuscita a sopravvivere con sei, io posso
certamente farlo con due. Mi dice anche quanto erano poveri e come tutto quello
che avevano da indossare era sempre fatto in casa o di seconda mano (non tanto
per lei, che sarebbe sembrata abbastanza stupida ad indossare le cose dei suoi
fratelli). Dice sempre, “Lily, tu hai
così tanto e ci sono un sacco di persone al mondo che potrebbero solo sperare
di avere una porzione delle cose che hai.
Non devi essere così egoista.”
Penso che
sia piena di bugie, ovviamente, dato che non penso di avere così tanto.
Cioè,
certo, ho un sacco di vestiti, viviamo in una bella casa e siamo pieni di cibo
e tutto il resto… ma non è che ho tutto quello
che voglio al mondo come ha invece Tricia Panabaker, lei ha più scarpe di
quanti sono i giorni del mese e ha sempre
una nuova borsetta da sfoggiare ogni singola settimana. E non è giusto,
veramente, perché so che abbiamo un
sacco di soldi e potremmo facilmente permetterci di comprare nuove borsette
ogni volta. È solo che i miei genitori insistono nel non ‘viziarci’.
Personalmente
penso che siano un mucchio di stronzate.
James è
sempre d’accordo con me, su questo fatto. Almeno è una cosa. Dice sempre a
mamma e papà che se ci tenessero davvero a noi, ci lascerebbero avere questo e
quello e mamma dice sempre che la prova del fatto che li ci tenga davvero a lui
è che lui sia ancora vivo, perché chiunque non ci tenesse lo avrebbe
sicuramente ucciso circa sedici anni fa.
Probabilmente
ha ragione, ovvio. James è il cretino
più insopportabile che io abbia mai conosciuto in tutta la mia vita. L’unica
ragione per cui io non l’ho ancora ucciso è perché probabilmente verrei messa
in punizione per un mese, tipo, e io odio davvero,
davvero essere in punizione. Non che succeda molte volte, ovvio, dato che
sono abbastanza brava a mettermi fuori dai guai. È uno dei punti positivi di
essere la più piccola e l’unica
femmina, credo. Divertente, dato che mamma tra tutti ha inventato quella storia del singhiozzare. Accade
occasionalmente, però, e qualche volta ci sono cose da cui non riesco proprio a
farla franca. Succede considerabilmente più volte con la mamma rispetto che con
papà, dato che mi favorisce ancora un po’ dato che sono la sua piccolina
eccetera, eccetera.
Sono
felice di essere a scuola ora perché sono abbastanza sicura che se fossi a
casa, questo sarebbe uno di quei momenti in cui non posso evitare di finire nei
guai. Certo, se fossi a casa, non direi sicuramente a mia mamma che è una
‘madre orrenda a cui non interessa, insensibile che se frega assolutamente di
me!’, che è, ovvio, esattamente quello che le ho scritto nella lettera di
risposta alla sua in cui mi diceva come non
mi invierà soldi in più per potermi comprare la versione più costosa
dell’ultimo paio di scarpe firmate di Tricia Panabaker. Vedete, se fossi a
casa, terrei semplicemente un po’ il broncio e mi chiuderei in camera per un
po’. Ma dato che sono a scuola e ben fuori dagli schiaffi di mia madre, mi
sento più sicura nel farle sapere esattamente come io mi senta. Il peggio che
possa fare è inviarmi una Strillettera, ma so che probabilmente non farà
neanche quello. Magari mi risponde minacciando di picchiarmi quando arrivo a
casa, ma non sarò tornata fino a Natale e lo avrà ben dimenticato a quel
momento. Quindi mando Prawler, il gufo che i miei genitori mi hanno regalato lo
scorso compleanno, di notte con la lettera e non me ne preoccupo più di tanto.
Corro via
dalla Guferia e via dall’odore di cacca e uccelli sporchi il più velocemente
possibile. Rientro nella Torre Grifondoro abbastanza velocemente e inizio a
guardare intorno alla Sala Comune per vedere se ci fosse qualcuno con cui
parlare. Mi distraggo, però, quando vedo Louis seduto da solo alla fine del
tavolo dei compiti. Ha il suo libro di storia aperto e sembra veramente
confuso.
“Hey,”
dico, sedendomi nella sedia di fronte a lui. Lui alza lo sguardo e sembra un
po’ miserabile. “Cosa succede?” Lui scrolla le spalle e abbassa la testa. “Hai bisogno
di una mano?” chiedo, indicando i suoi compiti. Scuote la testa ma non dice
niente. “Stai bene, Louis?” lui mormora qualcosa che non riesco ad ascoltare,
quindi mi avvicino e gli chiedo di ripeterlo.
Finalmente
alza lo sguardo e sono terrorizzata quando vedo le lacrime nei suoi occhi. Oh,
merda. Sta per piangere. La Sala
Comune non è esattamente il posto in
cui vorrei essere se stessi per piangere improvvisamente e posso immaginare
cosa diranno le persone se iniziasse a piangere. Volendogli risparmiare lo
squallore, non esito ad alzarmi e a farlo alzare insieme a me. Lo trascino
attraverso la Sala Comune cercando di non dare nell’occhio e lo porto nella
sicurezza del corridoio. Nessuno è in giro, fortunatamente, e lui inizia a
piangere quasi immediatamente.
“Louis,”
gli dico gentilmente, non sicura di sapere dove andare a parare. “Che succede?”
“Odio
stare qui,” dice in uno stridio e altre lacrime iniziano a cadere. “Voglio
andare a casa!”
Mi sono
sempre sentita protettiva verso Louis. Sento una connessione con lui che è
basata sul fatto che siamo più o meno nella stessa situazione. Siamo entrambi i
più piccoli di tre figli – io l’unica femmina e lui l’unico maschio. Certo, c’è
più differenza di età tra lui e le sue sorelle rispetto a quella che ho con i
miei fratelli, ma è praticamente la stessa situazione. In più, Louis è uno dei
soli tre cugini più piccoli di me, quindi ho sempre voluto prendermi cura di
lui.
Sta ancora
piangendo e non so cos’altro fare, quindi lo abbraccio. Ne sembra grato, dato
che non si scosta per niente e in realtà preme la sua faccia contro il mio
maglione e lo bagna tutto con le sue lacrime. Do una pacca alla sua testa e
spiano i suoi capelli che sono il più biondi e setosi possibile. È un peccato
che Louis non sia una ragazza, dato che ha davvero capelli bellissimi, per non menzionare i bellissimi tratti del viso. In realtà è abbastanza carino per
essere un ragazzo.
“Andrà
bene,” prometto. “Hai solo un po’ di nostalgia di casa ora perché è tutto
nuovo.”
“Non ho amici!”
Mi sento male
perché realizzo di non aver controllato come stesse Louis da quando siamo
arrivati. Non l’ho controllato e non mi sono assicurata che stesse parlando con
la gente e facendo amicizia e tutto il resto. Avrei dovuto farlo perché è la
mia responsabilità come sua cugina più grande e saggia.
Non che
qualcuno dei miei lo abbia fatto per me, ovviamente… ma non sarò come quelle persone.
“Beh, te
ne farai,” dico in modo incoraggiante. “Ci vuole un po’ di tempo per conoscere
le persone, sai?”
“Voglio
andare a casa.”
“Perché?”
lo scosto e lo guardo. È molto piccolo. “Non vuoi andare a casa,” dico
saggiamente. “Victoire avrà presto il bambino e tutti impazziranno! E poi devi abituarti a stare con il bambino intorno
tutto il tempo e ricorda quanto odiavi quando Landon piangeva e aveva pannolini
sporchi tutto il giorno?”
Louis mi
guarda e sembra considerare quello che sto dicendo. Vero, sto cercando di fare
una battuta, ma sono anche seria allo stesso tempo. Odiava davvero quando era nato Landon – non quanto lo aveva fatto Roxie,
ma decisamente non ne era entusiasta. E sarà ancora peggio quando sarà sua sorella ad avere il bambino.
“Quindi,
guarda,” continuo, sorridendogli speranzosa, “stai molto meglio qui piuttosto
che stare in quella casa dove tua mamma diventerà completamente pazza per il
suo primo nipote.”
Louis tira
su con il naso, ma sono contenta di vedere che almeno abbia smesso di piangere.
Non sembra sapere cosa dire, ma va bene perché non deve dire niente.
“Dai,”
dico, scompigliandoli di nuovo i capelli. “Ti aiuto con storia. Sono sicura che Rüf non ti abbia insegnato
niente di utile.”
Un’ora
dopo, ho messo su un gioco di Gobbiglie al tavolo ed ho invitato alcuni ragazzi
del primo anno a giocare con noi. Louis e timido e non gli dice molto, ma io
cerco di fare il massimo per fare partire una conversazione a cui partecipino
tutti. Finalmente lui inizia ad aprirsi un po’ e ride persino ad un paio di
battute che dicono gli altri bambini.
Arrivano
Hugo ed Amanda e guardo verso di loro sorridendo. Amanda alza un sopracciglio e
so che si sta chiedendo perché io stia giocando a Gobbiglie con un paio di
ragazzi del primo anno. Hugo sembra un po’ confuso ma penso che capisca quando
vede Louis finalmente divertirsi un po’. Momentaneamente abbandono il gioco per
chiacchierare con loro.
“Louis
aveva bisogno di aiuto a farsi degli amici,” spiego velocemente, anche se tutti
quelli del primo anno sono pesantemente impegnati nel gioco e non ci prestano
nessuna attenzione.
Amanda
lancia un’occhiata dietro la mia spalla e, guardando il gioco, annuisce.
“Sembra che si stia divertendo ora,” osserva, e vedo Hugo che la osserva in
modo abbastanza strano. Lo sta facendo spesso ultimamente e mi chiedo se magari
gli piaccia o qualcosa del genere. Amanda è la figlia di Neville, quindi la conosciamo
da sempre. Ma lei ed Hugo non sono mai andati così d’accordo. Non litigavano, ma si irritavano sempre a
vicenda, e dovevo sempre ascoltarli. Una volta iniziata la scuola, però, è
tutto cambiato, ed ora siamo tutti migliori amici. Solo quest’anno, Hugo è
diventato un po’ strano intorno a lei, e qualche volta lo colgo guardarla come
se fosse molto confuso.
“Hai già
finito il tuo tema di Trasfigurazione?” chiedo, non volendo che lui la guardi
in quel modo. È strano, ma preferirei che non succedesse. Entrambi annuiscono e
realizzo che probabilmente abbiano fatto i compiti insieme mentre i facevo la
babysitter di Louis. “Posso copiarlo?” chiedo, alzando le sopracciglia.
Amanda
annuisce e posa la sua borsa nel tavolo prima di tirare fuori un rotolo di pergamena
che apparentemente contiene il suo tema. Lo facciamo abbastanza spesso –
copiare i compiti dela’ltro. So che probabilmente non è la cosa più onesta al mondo, ma non vogliamo farlo. Non imbrogliamo ad
Erbologia, però, dato che l’insegnante è il papà di Amanda e non vogliamo
andare così oltre.
“Hai
sentito che Rose è stata cacciata da Pozioni?” chiede Hugo e lo guardo
chiedendo come avrei fatto a non averlo
sentito. Sembra l’unica cosa di cui stanno parlando. “Mamma la ucciderà,” dice
seriamente.
Non sta
esagerando. Zia Hermione era così arrabbiata quando aveva dovuto venire qui
dopo Rose era finita nei casini con Montague lo scorso anno. Ha praticamente
minacciato Rose con ogni centimetro della sua vita se ci fossero altri
problemi, quindi non ho dubbi che la farà fuori questa volta.
Non che
Rose non lo meriti, ovvio. Sembra diventare più cattiva di giorno in giorno e
mi piacerebbe vederla punita per essere una tale stronza pazza.
Ovvio, non
posso chiamarla stronza pazza. La potrei probabilmente chiamare stronza e farla
franca con un “Lily!” ed
un’occhiataccia. Ma non la potrei mai chiamare
stronza pazza e poi vivere per
poterlo dire in giro. Se Rose stessa mi sentisse dirlo, probabilmente mi
picchierebbe e poi correrebbe a dirlo ai miei genitori che mi picchierebbero
ancora di più. Se i miei genitori lo sentissero, mi picchierebbero o mi
farebbero una predica di quattro ore sulla mia insensibilità. O magari entrambe
le cose. Pazza non è una parola che si può utilizzare quando si descrive Rose.
Anche se
non si può trovare un aggettivo più vero.
È
totalmente e completamente fuori di
testa, cavolo!
È così per
anni ora, da quando aveva dodici anni ed è stata rapita e tenuta in ostaggio
per due mesi. È tornata molto messa male di testa e tre anni di terapia non
sembrano aver aiutato neanche un po’. Infatti, giuro che diventa più pazza ogni giorno sempre di più. Certamente
diventa più cattiva. La parte
peggiore è che ora ha questo pass speciale che le lascia via libera per dire
tutte le cose che il resto di noi non potremmo neanche immaginare di dire. È
come se avesse un regno libero per essere una stronza bastarda, una pazza stronza bastarda, e non ha paura
di conseguenze.
Quindi sì,
spero che sua madre la punisca veramente.
Hugo non
sembra altrettanto ostinato nel vedere Rose prendersi la sua giusta punizione.
Sembra quasi preoccupato, come se fosse davvero impaurito che Rose potesse
essere letteralmente uccisa dalla loro madre. Non lo sarà, ovviamente, ma io
sicuramente spero che sarà giustamente penosa per un po’ dopo che sua madre lo
scoprirà. Hugo è così stano, comunque. Rose è tremenda con lui, ma raramente lui le porta rancore. Discutono un
po’, ma lui la perdona sempre subito, nel caso lei provi rancore verso lui per mesi. Non gli piace quando la gente la
chiama pazza o dice che è fuori di testa e diventa davvero protettivo, anche
quando la gente sta solo scherzando. I miei fratelli mi irritano, ma se mi
trattassero anche solo una volta come
Rose tratta Hugo, non li perdonerei mai.
“Magari
non lo scopriranno,” disse a voce bassa e penso quasi che ci sia un tono di
speranza nella sua voce. “Cioè, magari puoi far evitare che tuo padre lo dica,”
aggiunge rivolto ad Amanda che lo guarda con una faccia che dice chiaramente
quello che sta pensando.
“Non posso
far fare a mio padre quello che voglio. E
tu sai che lo dirà.” Continua a
guardarlo fisso in viso.
“Beh,
magari lo dirà solo a papà,” continua Hugo ed io rido.
“Sì, come
se tuo papà non lo direbbe a tua mamma!” scuoto la testa. “Zia Hermione lo scoprirà, e Rose finirà in grossi guai.”
Parlando
del diavolo (letteralmente), il Buco del Ritratto si apre ed entra Rose assieme
a mio fratello. Sono in una profonda conversazione e nessuno dei due sembra
notare nessun altro. Rose sta gesticolando selvaggiamente e Al guarda e
annuisce. Non so di cosa (o chi) stiano parlando, ma sembra essere serio.
Lancio un’occhiata verso Louis e vedo che sta facendo perfettamente un ottimo
lavoro ed è coinvolto nella conversazione del gruppo, mentre ride con gli
altri. Bene. Almeno il mio lavoro qui è finito.
Interrompo
Rose ed Al mentre stanno camminando vicino a me e lo smettono di parlare e mi
guardano. “Sei ancora viva,” osservo intelligentemente, sorridendo a Rose.
“Immagino che i gufi siano lenti oggi.”
Lei
assottigliò gli occhi, ed Al sembra quasi che voglia darmi uno schiaffo. Non lo
fa, ovviamente, ma posso percepire che ho tirato fuori qualcosa che vogliono
entrambi che sia lasciato stare. “Zitta, Lily,” esclama Rose.
“Altrimenti?”
la sfido, e noto Hugo che alza gli occhi al cielo ad Amanda vicino a me.
“Altrimenti
ti farò stare zitta io,” risponde subito Rose. Alza le spalle e cerca di
sembrare spaventosa. In realtà è abbastanza alta, più alta di Al e quasi come
James. Troneggiava su di me, ma è difficile vederla come spaventosa quando è
così magra. Sembra un metro e cinquanta di gambe e venti centimetri de resto ed
è così magra. Non lo fa neppure
apposta, non come molte ragazze qui – mangia tutto quello che vuole sempre, ma
non prende mai peso… diventa solo più alta.
“Ooh, sono
davvero impaurita,” rispondo sardonica. In realtà, non sarà così minacciosa, ma
non dubito davvero che mi picchierà. È già nei guai, rischiando la morte alla
mano di sua madre e probabilmente vuole di fare più azioni maligne possibili
prima della fine.
Al le
afferra il braccio e mi fulmina con lo sguardo. “Smettila, Lily,” dice
seriamente, tentando di portare via Rose.
Sceglie
sempre di stare dalla sua parte contro tutti.
Io sono sua sorella, e dice a me di smetterla – non a Rose che è
molto probabile che mi spacchi una sedia in testa tra pochi istanti. Coglione.
Se ne
vanno dopo di ciò. Rose è compiaciuta perché apparentemente tutti al modo sono
dalla sua parte e contro di me. Persino
Hugo mi guarda come se fosse un po’ arrabbiato. Lo guardo in attesa e lui non
smette di muoversi un po’ nervosamente.
“Cosa?” chiedo.
Sembra
quasi voler dire qualcosa, ma invece scuote solo la testa e mormora, “Niente.”
“Sentite,
giochiamo a SparaSchiocco,” suggerisce Amanda con falso entusiasmo. Sta
cercando di rompere qualsiasi tensione che si sta iniziando a formare, lo fa
sempre. Penso che qualche volta sia strano per lei essere dovuta crescere con
noi ma non essere in realtà parte della famiglia.
Cerca sempre di mantenere la pace tra di noi quando abbiamo delle discussioni
penso che lei pensi che sia la sua responsabilità.
Strano.
La mattina
successiva, mi sveglio tardi. Si sono già tutti alzati e apparentemente sono
andati a colazione, ma Amanda mi scrolla per svegliarmi. È già vestita e pronta
per la giornata.
“Sono le
otto passate!” dice, lanciandomi i miei vestiti mentre mi metto seduta per
orientarmi. “Pensavo che fossi in doccia!”
Realizzo
che con le tende chiuse intorno al mio letto potrebbe essere difficile sapere
se sono lì o no, ma è difficile per me credere che lei pensasse che io fossi
nella doccia, dato che sono sicura che abbia trascorso la maggior parte della
mattina lei stessa nel bagno. Se sono già le otto passate, dovrò evitare di
fare la doccia. Avrò a malapena tempo di vestirmi e lavarmi i denti.
Mentre mi
tolgo il pigiama e li cambio con la mia uniforme, guardo Amanda che
apparentemente sta facendo il ripasso dell’ultimo minuto per il test di Difesa.
Prendo i miei vestiti ma realizzo di avere una scarpa. Scendo dal letto e
inizio a scavare intorno per cercare l’altra scarpa. Non so come tutte queste
cavolate finiscano sotto il mio letto, è come se ci fossero dei buchi.
“Cosa stai
cercando?” chiede Amanda e le dico che ho solo una scarpa. Non so se riesca a
sentirmi, però, con la mia testa coperta dal letto e da un sacco di altra
spazzatura. “Belle mutande,” osserva e ridacchia. Raggiungo con le mani la
gonna e cerco di farla scendere, ma è un tentativo abbastanza inutile nella mia
posizione. La dannata scarpa non è qui.
“Come
faccio?” chiedo, entrando in panico mentre lancio un’occhiata all’orologio e
vedo che sono quasi le otto e mezza. Le lezioni iniziano prontamente a manca un
quarto.
Amanda mette
via i suoi appunti e mi viene ad aiutare. Inizia a guardarsi intorno e sotto
gli altri letti mentre io apro il mio baule e tiro tutto fuori, anche se so di
non averla messa lì.
“Indossa
le tue scarpe da ginnastica e basta,” dice infine Amanda.
“Ci
toglieranno dei punti,” protesto, sapendo che le violazioni delle uniformi
valgono dieci punti per ogni infrazione.
“Non hai
un’altra opzione,” dice, indicando l’orologio. So che ha ragione, quindi
brontolo solo un po’ mentre mi alzo e mi metto le scarpe da ginnastica. Sono assolutamente
ridicole con i calzini fino alle ginocchia e tutto il resto, ma pazienza. Entro
un po’ in panico quando realizzo che se non riesco a trovare le mie scarpe
dovrò scrivere alla mamma per un paio di scarpe nuove, e poi penserà che le ho
perse di proposito a causa del nostro recente battibecco sul mio desiderio di
nuove scarpe firmate.
Finalmente
ho finito ed inizio a gettare i libri nella mia borsa velocemente. Arriveremo in
ritardo, lo so. Quando finisco, guardo Amanda che è in piedi vicino a me. “Pronta,”
dico con fermezza.
Amanda fa
una smorfia e scuote la testa. “Oh, mio dio, lavati i denti.”
Dannazione.
Afferro lo
spazzolino e corro letteralmente verso il bagno. Certamente non mi prendo il
tempo per pulire ogni mio dente, voglio solo assicurarmi che il mio alito
smetti di puzzare. Mentre sputo e risciacquo, lancio un’occhiata allo specchio
e sussulto alla vista dei miei capelli. Prendo un pettine (non so di chi sia, è
uno che per caso è sul lavandino… se prendo i pidocchi, saprò il motivo) e lo
faccio passare tra i miei capelli. I nodi si sciolgono abbastanza facilmente, e
sono grata di avere dei capelli lisci e sottili, facili da mantenere.
Siamo in ritardo per la lezione e quando entriamo
in classe di Difesa sono le 8 e 49. Abbiamo entrambe il fiatone e il professor
Langley alza lo sguardo verso di noi mentre continua a consegnare le domande
del test. Indica l’orologio e noi annuiamo comprensive in segno di scusa mentre
scivoliamo nelle sedie nei banchi in fondo. Sono senza fiato e estremamente
affamata e mi sento in colpa perché so che anche Amanda lo è, e lei non ha
neanche dormito troppo. Quando il professor Langley ci raggiunge, fa scivolare
il test sopra i nostri banchi e dice, “Tolgo dieci punti da Grifondoro per il
ritardo.” Cerco di nascondere le mie scarpe, ma apparentemente il mio gesto le
rende ancora più ovvie perché guarda in basso e si corregge, “Venti.”
Sono in un
umore pessimo per il resto della mattinata, sia perché sono riuscita a farci
perdere così tanti punti e perché mi sento affamata da morire. Per non
menzionare, ovvio, che sono abbastanza sicura di aver preso un brutto voto al
test di Difesa. Quando arriva finalmente l’ora di pranzo, sono la prima ad
arrivare in Sala Grande ed io ed Amanda ci riempiamo i piatti con più cibo che
mangeremmo normalmente. Non è neanche un pranzo favoloso – panini e insalata di
frutta – ma sono così affamata che non me ne importa.
Sento qualcuno
che mi tira i capelli e so che è James senza neanche girarmi. Tira sempre i miei capelli e io lo odio. “Com’è, Lils?” chiede in modo
insopportabile. Sa che odio essere chiamata Lils quindi lo fa per questo esatto
motivo. Si siede vicino a me e mi ruba un morso del mio panino. Non so perché
non possa prendersene uno suo.
È da solo,
per una volta, e mi chiedo dove siano i suoi amici. Di solito viaggiano in
gruppo e se non è con quei ragazzi, c’è una fila di ragazze che lo seguono
ovunque vada. È piuttosto popolare, mio fratello, ed è abbastanza irritante. Anche
le ragazze del mio anno gli vanno
dietro, e ci tengono sempre a dirmi, “James
è così carino, sei fortunatissima ad averlo come fratello!” come se il
fatto che sia carino lo renda automaticamente un buon fratello. Sì, come no.
E non è
neanche così carino.
“Che vuoi,
James?” chiedo, spostando il mio piatto prima che riesca prendere qualcos’altro
del mio pranzo.
“Non posso
passare un po’ di tempo con la mia sorellina?” chiede con quella che è
chiaramente falsa innocenza.
“No.”
“Cosa è
successo alle tue scarpe?” chiede, dando un’occhiata sotto il tavolo. Cristo, perché
tutti stanno guardando le mie scarpe oggi??
“Sono
riuscita a trovarne solo una, oggi,” rispondo irritata-
“Beh,
quando perderemo la Coppa delle Case, sarà colpa tua. Grazie tante.”
È pieno di
balle. Ride davanti alla mia espressione indignata, prende di nuovo il mio
panino e lo porta via prima che io possa realizzare. Lo guardo andare via e lo
vedo raggiungere e mettere un braccio sopra le spalle di Gemma Patterson. Disgustata,
alzo gli occhi al cielo verso Amanda e prendo un altro panino. I tavoli
iniziano a riempirsi e la Sala Grande diventa sempre più rumorosa. Hugo ci
raggiunge e noi tre iniziamo a pianificare cosa fare quando le lezioni del
pomeriggio sono finire. Non mi ero neanche accorta che la posta fosse arrivata
fino a quando Prawler lancia una lettera nel mio piatto e si appoggia in cima
alla sedia di Hugo in attesa. Cavolo, la mamma non ha sprecato tempo per
rispondermi. Almeno non è una Strillettera, così posso percepire dalla busta. Però,
lancio un’occhiata ad Amanda ed Hugo nervosamente prima di togliere il sigillo
e tirare fuori la lettera.
Oh, meraviglioso. È così brutta che la mamma
l’ha fatta scrivere a papà.
Cara Lily,
io e tua mamma abbiamo ricevuto la tua
lettera e devo dire che sono molto sconcertato da alcune cose che ci hai
scritto. Nessuno di noi ha apprezzato il modo in cui hai insinuato che in
qualche modo tu sia tenuta meno in considerazione, specialmente quando hai così
tante cose in più rispetto a quello che la maggior parte delle persone possono
immaginare. Il tono con cui hai scritto la lettera, insieme alla maleducazione
e alle parole irrispettose, ci hanno fortemente deluso.
Se la tua intenzione era convincerci in
qualche modo che hai bisogno di nuove cose, dovresti sapere che hai fallito
miserabilmente. Non otterrai niente per tanto tempo e devi solo ringraziare te
stessa per ciò. Ti suggerisco di scrivere una lettera di scuse a tua madre dove
spieghi esattamente perché pensi di avere il diritto di scrivere cose di quel
genere. Non sai i sacrifici che sono stati fatti per fare in modo che tu abbia
tutto quello che hai. Non dovresti essere così egoista e sentirti autorizzata
ad aspettare cose e basta.
Spero che quando leggerai questa lettera,
avrai la possibilità di pensare alle cose che hai detto e sentirti in colpa. Hai
fortemente turbato sia tua madre che me, e non riesco nemmeno a dirti quanto io
sia deluso che tu sia apparentemente diventata così egoista. Voglio il meglio
per te e voglio che tu diventi il tipo di persona che gli altri rispettano e da
cui prendono spunto. Hai bisogno di imparare l’umiltà e la riconoscenza. Sarai una
persona migliore, prometto.
Ti voglio bene e spero che tu stia studiando
tanto.
Con amore,
Papà.
Beh,
grazie signor Ho Salvato il Mondo. Bah. Qualche volta odio i miei genitori.
Guardo Hugo
ed Amanda che mi hanno entrambi fissato mentre leggevo la lettera. Senza neanche
disturbarmi di spigare, dico semplicemente, “Dobbiamo trovare la mia scarpa.”
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Nel
prossimo capitolo: scopriamo
James Potter, che passa le sue giornate tra Quidditch e ragazze, e durante i
provini per la squadra di Quidditch, James compirà una decisione che lo metterà
in una brutta posizione con la squadra e con la famiglia.