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Autore: lisi_beth99    09/02/2018    1 recensioni
Lane si risveglia nella Radura, inizialmente non comprende ciò che la circonda ma, dopo i primi flash-back, tutto diventa più chiaro...
Dal primo capitolo:
"Sentii dei rumori provenire da sopra la scatola, come dei passi, poi delle voci. Si aprì una botola e vidi una decina di ragazzi che guardavano me. Uno si fece avanti, aprì la grata ed entrò. Era un ragazzo alto, magro, con gli occhi scuri e i capelli biondo scuro. Mi studiò per alcuni secondi poi mi sorrise e mi porse la mano –Vieni, ti porto fuori da qui!-. afferrai subito quella che sembrava la cosa più amichevole che avessi mai visto e scoprii, con mia grande sorpresa, che era calda e rassicurante."
NOTA: Mi sono basata sul film, ci sono alcune riprese nella storia
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio, Thomas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Live, Fight, Win'
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Come prima cosa dovevo avvisare Newt della mia scoperta. Se Alby avesse assunto dello zucchero magari sarebbe migliorato notevolmente, anche se già il siero che avevano trovato in possesso di Teresa e che gli avevano iniettato la sera prima avrebbe dovuto sortire qualche effetto.
Mentre Chuck mi accompagnava alle porte Newt si accorse del nostro arrivo e, quando vide che mi appoggiavo al povero bambino paffutello, si avvicino a passo svelto – Lane, non avresti dovuto alzarti dal letto… come stai? - passò il suo braccio attorno alla mia vita e mi attirò a sé. – Devo dirti una cosa importante che ho ricordato! Si tratta di…- fui interrotta da uno dei Radurai che esclamò a gran voce – Eccoli! Stanno arrivando -. Ci avvicinammo alle porte mentre Thomas e Minho apparivano e ci venivano in contro. Io mi staccai dal mio biondo per permettergli di muoversi liberamente. Come i due misero un piede fuori dal Labirinto, Newt domandò un po' impaziente – Avete scoperto qualcosa? - i due velocisti non si fermarono nemmeno, continuarono a camminare verso il centro della Radura mentre Gally, col suo solito tono infastidito, si rivolse a Thomas – Cos’hai combinato questa volta? - il moro non diede segno di averlo sentito e cominciò a parlare – Forse ci siamo. Potremmo aver trovato la via d’uscita- tutti sembrarono stupiti da quell’affermazione – Davvero? - domandò il mio biondo. Faticavo un po' a stare dietro al gruppetto perché camminavano troppo veloci per le mie gambe che ancora non volevano aiutarmi. Nel frattempo Minho stava parlando – è così. Abbiamo aperto una porta, non lo avevo mai fatto! - fece una breve pausa – Forse è la tana dei Dolenti di giorno…- a quelle parole Chuck si avvicinò correndo al velocista asiatico – Aspetta, aspetta! Avete trovato la tana dei Dolenti? E volete portarci lì? - fu Thomas a rispondergli – Potrebbe essere la nostra salvezza! - disse convinto. A quel punto Gally si intromise – Sì, o potremmo trovare decine di Dolenti dall’altra parte! La verità è che Thomas non sa quello che sta facendo, come al solito! - il moro si girò di scatto arrabbiato – Sì ma almeno io ci sto provando! Tu che hai fatto finora Gally? - gli altri Radurai si misero in cerchio attorno ai due mentre Thomas continuava a parlare – A parte restare nascosto dietro queste mura…- il ragazzo tarchiato gli sbatté una mano sul petto – Sentimi bene, pivellino, tu sei qui da tre giorni, io sono arrivato tre anni fa! - a quel punto anche Thomas si scaldò maggiormente – Esatto! Tre anni fa e sei ancora qui Gally! Non capisci che forse dovresti cominciare ad affrontare le cose in modo…- non poté continuare perché Teresa interruppe il litigio con una notizia che fece sperare tutti – Alby è sveglio! -. Fortunatamente il siero aveva funzionato, pensai mentre mi avviavo con Newt, Minho, Thomas e Teresa verso l’infermeria dove avevano lasciato il loro capo.
Per tutto il tempo rimasi in disparte, in silenzio, a guardare e ascoltare ciò che si dicevano gli altri. Quando arrivammo nella capanna Minho domandò se il ragazzo di colore avesse detto qualcosa ma la giovane rispose con un “No” sconsolato. Trovammo Alby seduto sulla brandina, con le braccia conserte mentre si teneva la maglia al petto e lo sguardo perso nel vuoto. Newt si avvicinò maggiormente – Alby! - disse un po' titubante mentre si sedeva accanto all’amico – Alby, ti senti bene? - anche se non potevo vederlo negli occhi, sapevo che era triste e preoccupato per il capo della Radura. Purtroppo il ragazzo non diede segno di voler parlare e, anzi, rimase immobile senza nemmeno battere ciglio. Thomas si avvicinò parlando dolcemente –Ehi Alby, forse abbiamo trovato una via d’uscita dal Labirinto. - ancora nessuna risposta – Hai capito? Forse possiamo andarcene da qui- continuò il moro tenendo un tono di voce basso. Mi avvicinai leggermente per vedere in faccia il famoso capo ma l’unica cosa che vidi fu una faccia terrorizzata e disperata, che cercava di mantenere il controllo ma il mento si muoveva leggermente in modo convulso, segno che si stava sforzando per non piangere. Poco dopo scosse impercettibilmente la testa e sussurrò – No invece. Non possiamo andarcene. - faceva molta fatica a parlare e le lacrime gli rendevano lucidi gli occhi – Non ci lasceranno mai- terminò. Thomas non capiva, come tutti noi del resto – Di che stai parlando? - fu l’unico a dare sfogo al pensiero che aleggiava nella stanza. Newt rimase immobile sul suo posto. Alby ricominciò a parlare – Ora mi ricordo. - e subito si bloccò. Sembrava un bambino a cui dovevi tirare fuori le informazioni con delle pinze. – Che cosa ricordi? - chiese nuovamente il velocista. L’altro voltò lo sguardo nella sua direzione e con voce decisa disse – Di te! Sei sempre stato il loro preferito, Thomas. Sempre! Perché l’hai fatto? Perché sei venuto qui? - una lacrima gli scivolò lungo la guancia mentre gli altri presenti cominciavano a guardarsi attorno perplessi su qualcosa che non capivo. Percepii che anche al di fuori dell’infermeria l’aria si stava facendo agitata. – Andate a chiamare Newt! - gridò un Raduraio poco lontano da dove ci trovavamo noi. Sia il biondo che il moro si alzarono rapidamente e corsero fuori dall’edificio lasciando Alby che cominciò a piangere. Anche gli altri andarono a vedere cosa stava succedendo però io non me la sentii di abbandonare quel ragazzo. Decisi di sedermi accanto a lui, questo mi guardò dubbioso – Ciao Alby, io sono Lane…- dissi sorridendo e accarezzandogli la schiena – Qualunque cosa tu abbia visto non è del tutto vera…- lui abbassò lo sguardo scuotendo la testa – Tu non sai cosa ho visto! - mi alzai e mi misi di fronte a lui – Io so la verità! Thomas ha contribuito quanto me a questo Labirinto ma lo hanno mandato qui perché era scomodo a chi ha creato tutto questo… non mi ricordo i dettagli però sono certa di quello che ho detto. - un rumore improvviso e assordante risuonò in tutta la Radura. Sia io che Alby ci coprimmo le orecchie infastiditi. – Si è aperta una seconda porta! - esclamò allarmato. Io non ricordavo di aver mai sentito quel rumore, probabilmente perché quando dormivo, lo facevo profondamente, quindi poteva succedere di tutto e non me ne sarei accorta mai. Quello stesso rumore si ripresentò altre due volte a distanza di pochi secondi. Il ragazzo di colore mi guardò terrorizzato – Sono tutte aperte…- lo guardai senza ben capire cosa significasse. Sentimmo delle urla di ragazzi che correvano fuori dall’infermeria spaventatissimi. – Aspetta qui! - gli ordinai mentre mi avvicinavo alla porta. Non feci in tempo ad uscire che Clint e Jeff mi sbarrarono la strada e mi riportarono dentro. Erano agitati e aiutarono Alby a mettersi in piedi. Lo presero sotto le braccia e lo trascinarono fuori – Che sta succedendo? - urlai cercando di farmi sentire da quei due che sembrava non mi avessero nemmeno vista. Clint mi guardò di sfuggita – si sono aperte tutte le porte. - mi scocciai leggermente per la risposta insignificante. Li seguii fuori dall’edificio e verso il casolare. C’erano ragazzi che correvano ovunque e in qualunque direzione. Con lo sguardo cercai Newt che non trovai facendomi così montare l’agitazione. Incontrammo Thomas e Teresa che ci dissero che i Dolenti erano nella Radura. Sbarrammo tutti e quattro gli occhi. Poco dopo una di quelle creature, di metallo, con sei bracci/zampe composte da tubi metallici e cavi di ogni grandezza, sbucò dal nulla e scaraventò un paio di Radurai lontani centinaia di metri. Thomas indietreggiò assieme a tutti noi verso un gruppo di alberi poco lontani. Jeff era il più spaventato di tutti, persino di me che temevo per la sorte del mio amato. – Thomas, che cosa facciamo? - chiese tremando. Nello stesso momento un altro ragazzo fu trascinato dal braccio/coda di una di quelle creature. Eravamo circondati. – Correte! - urlò il moro mentre ci dirigevamo fuori dalla zona delle amache. Accanto al capanno degli attrezzi da giardinaggio fece capolino un altro di quei cosi metallici. Ci individuò e produsse un verso inspiegabile che mi raggiunse il cuore e lo fece congelare. Rimasi immobile, pietrificata. Il respiro mi si smorzò in gola e non ero più in grado di pensare. Teresa non ebbe la mia stessa reazione, anzi, afferrò una lanterna e la scaraventò contro la creatura incendiandola. Questa si dimenò lamentandosi e il gruppetto ne approfittò per continuare a correre. – Lane! - mi richiamò Thomas. Scattai in avanti e seguii gli altri. Mi girai appena in tempo per vedere che il Dolente non era più in fiamme ma molto, molto più arrabbiato. – Arriva! - urlò Clint poco più avanti di me. Una fitta alla caviglia mi fece rallentare leggermente e in quello stesso istante un secondo Dolente afferrò un ragazzo subito davanti a me e lo portò via. Rimasi scioccata ma solo per un secondo perché il primo dolente si fece più vicino e dovetti aumentare la velocità per non essere presa. Avevo il cuore a mille, non pensavo e non ragionavo, ero troppo spaventata! Alby cadde e provò a convincere i suoi compagni a lasciarlo lì, fortunatamente nessuno lo abbandonò e Thomas si mise in posa d’attacco verso la creatura. Riuscii a raggiungerli ma mi inciampai e caddi rovinosamente atterra accanto al capo dei Radurai. Sembrava la fine… mi rimisi in piedi tenendo d’occhio il Dolente ma fortunatamente arrivarono altri Radurai con armi di ogni tipo. Fra loro c’era anche Newt e un peso si sollevò dal mio cuore. Lanciarono qualche bastone e inflissero un paio di ferite nella creatura; il biondo sembrò non notarmi nel momento in cui attaccarono l’essere, ne rimasi sorpresa ma poi mi convinsi che c’era troppa confusione e il buio non aiutava affatto. Chuck ci fece segno di andare nel Casolare e corremmo tutti in quella direzione. Quando fui dentro mi ritrovai con diversi altri ragazzi, tutti spaventati che guardavano dalle fessure alle pareti. Thomas e Minho sprangarono la porta mentre Newt cominciò a guardarsi attorno agitato – Dov’è Lane? – io mi feci lentamente largo fra la folla – Lane? Qualcuno l’ha vista? - alzai una mano cercando di farmi vedere – Sono qui! - ma lui non mi sentì. Qualcuno mi sollevò in alto e urlò – Newt! È qui! - mi sentii leggermente in imbarazzo ma appena i nostri sguardi si incontrarono, tutto il resto svanì. C’eravamo solo noi due. Quel ragazzo che mi aveva sollevata mi rimise atterra e mi avvicinai al biondino che mi stava aspettando. – Grazie al cielo stai bene! - mi abbracciò delicatamente per poi allontanarsi leggermente. Quella sua distanza, sebbene minima, mi fece percorrere da un brivido lungo tutta la schiena.
   
 
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