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Autore: Harry Fine    10/02/2018    4 recensioni
Papillon è stato ormai sconfitto da anni. E da altrettanto tempo, Ladybug, Chat noir e gli altri portatori sono scomparsi nel nulla, creando le loro famiglie come persone normali. Ma un'ombra proveniente dal passato si profila nuovamente all'orizzonte. E stavolta, toccherà combattere ad una nuova generazione di portatori.
Saranno in grado di sventare la minaccia?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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In quei giorni, Marinette e Adrien erano estremamente inquieti.ù

La sensazione di essere in costante pericolo, e soprattutto che anche i loro figli lo fossero, li stava rodendo come un tarlo.
Avevano capito perfettamente cosa era successo a quell'esploratore di cui si parlava al telegiornale, solo che avrebbero preferito che non fosse accaduto.
Il posto in cui quel pover uomo era scomparso avrebbe dovuto essere irraggiungibile per i normali esseri umani, e invece qualcuno ci era arrivato e il pericolo era di nuovo sveglio. E questo era un completo disastro!

Ricordavano entrambi fin troppo bene cosa era accaduto vent'anni prima e non potevano lasciare che avvenisse ancora.
La povera donna, poi, era particolarmente preoccupata per la loro Emma. Erano parecchi giorni che si comportava in modo strano. Aveva costantemente sonno, accennava a sogni che la facevano sentire strana, si addormentava a scuola e sembrava che la sua costante allegria si fosse smorzata. Il giorno prima era addirittura entrata in casa come uno zombie e si era addormentata vestita, rimanendo assopita fino a sera.
I suoi amici erano molto preoccupati per lei e loro altrettanto.
E fu proprio questo che raccontò al marito quella mattina. Aveva bisogno di sfogarsi.

《Pensi che possa essere stata presa di mira?》 Domandò Adrien, dopo aver dato ascolto alle paure della donna.
Lei annuì. 《Ma perché proprio lei?! Sarà anche nostra figlia, ma siamo noi i portatori che lo sconfissero! Siamo noi quelli con cui dovrebbe prendersela! Che c'entra la mia bambina in tutto questo?!》

《Non lo so, Milady. Non lo so.》 Disse il biondo, stringendo la moglie e cercando di confortarla.
《Cosa succederebbe se anche Hugo e Thomas finissero nel suo mirino? O gli amici di Emma? Non potrei sopportarlo Adrien. Siamo noi quelli che dovrebbero combattere o essere presi d'assalto! Loro non c'entrano niente!》 Disse lei, sentendo gli occhi pizzicare.

Che avevano fatto di male per meritarsi tutto questo? Loro volevano solo stare in pace con le loro famiglia.
Il marito continuò a stringerla. Mai prima di allora l'aveva vista vacillare in quel modo. Ma poteva capirla.
Anche lui si sentiva così, ma non sapeva cosa fare. Che ormai Lui fosse tornato era un dato di fatto, e dunque lo era anche il pericolo in cui tutti si sarebbero ritrovati presto o tardi.
Ma non poteva dire una cosa simile a Marinette. Ricordava ancora troppo bene quanto cruenta e terribile fosse stata la battaglia finale contro quel mostro anni addietro e quanto avessero sofferto, lei in particolare.

Tutto quello che poteva fare era cercare di confortare lei e se stesso.
《Mari, non preoccuparti. Io ti amo e sono rimasto con te per anni. E adesso non sarà diverso. Ti difenderò fino alla fine, esattamente come farò per i nostri figli. Puoi starne certa.》

Poi di colpo dalla borsa della donna emersero subito Tikki e Plagg, che volarono sulle spalle dei rispettivi portatori.
《Marinette, anche io so come ti senti. Ma non disperare. Troveremo una soluzione. Emma, Hugo e Thomas staranno benissimo. Come ha detto Adrien, li proteggeremo noi. Non sarai sola di fronte a tutto questo.》 Cercò di consolarla lo spiritello rosso.
《Esatto. Avete già preso a calci nel sedere quell'idiota una volta. Lo rifarete di nuovo e tutto andrà benone. E dopo festeggeremo con Camembert a volontà.》 Rincarò l'essere nero, nonostante la malinconia e l'apprensione che provava a nascondere.
《E anche biscotti al cioccolato!》 Trillò Tikki.
《E tanti tanti taaanti croissant!》 Si aggiunse il biondo.

La donna finalmente rise, staccandosi da suo marito. 《Non cambiate proprio mai, eh?》
I tre le sorrisero. La loro Mari era tornata.
《Bene. E allora credo che preparerò una colazione speciale per voi tre golosoni. Vuoi darmi una mano Adrien?》
L'altro sorrise malizioso, avvicinandosi. 《Che ne dici se, prima di quello, facessimo un po' di ginnastica? È salutare farla appena svegli e poi oggi è domenica.》

Marinette arrossì immediatamente, intuendo cosa volesse dire con “ginnastica”. 《Adrien!》
《Cosa? Non sai che è un esercizio perfetto per scaricare lo stress? Mi sto solo occupando della tua salute, Milady.》 Sussurrò l'altro con le labbra già sul suo collo.
L’altra gemette leggermente, mentre i due spiritelli si defilavano. Non volevano assistere allo spettacolo.
Ma almeno sapevano che Marinette sarebbe stata troppo impegnata per preoccuparsi.

《Allora Mari?》 Chiese roco l'uomo.
Sua moglie, sempre rossa come non mai, lo afferrò per il colletto e lo trascinò verso la loro stanza. 《Ti odio lo sai?》
《Io ti adoro invece.》 Ribatté lui divertito, mentre chiudeva la porta.

Solo che nessuno dei due si era accorto di qualcosa di strano. Un'ombra riflessa sul vetro delle finestre della camera. 
Questa osservava, seguendo i loro movimenti senza batter ciglio.

Guardava quei due adulti, che ora amoreggiavano impunemente, per poi spostarsi, non vista, verso le altre stanze.
Vide due bambini, uno bruno e uno biondo, addormentati profondamente nei loro letti, e poi una ragazza. 
Lei dormiva un sonno agitato. Ed era lei che il suo padrone voleva guardare.
Ed era quello che stava succedendo.

Sulle alpi tibetane, seduta dentro la bara che a lungo lo aveva segregato, una figura guardava nella stanza tramite l'ombra. 
Era lei. Quella ragazza era la prossima. 
Ne aveva la certezza.

Somigliava moltissimo a sua madre, ma al contempo era diversa. La sua personalità era macchiata da orgoglio e forza, come la sua dolcezza era venata a volte di malizia, come suo padre.
La vedeva muoversi sotto le lenzuola, borbottando come una ragazza qualunque. Ma non lo era affatto.
Le sue labbra si stirarono in un sorriso orrendo.
Era sensibile come la donna che l'aveva generata e forte come il suo consorte, e per questo pericolosa. Ricordava troppo come loro, mentre tutti gli altri portatori avessero saputo fare ben poco, fossero riusciti a resistere alle sue abilità.

E Quella ragazza adesso aveva ereditato quella stessa forza. E non era la sola.
I sogni stavano cercando di avvertirla, ma ancora lei non sapeva come interpretarli. E questo era un bene.

Terribile sarebbe stato ciò che stava per accadere se lei e i suoi compagni si fossero messi in mezzo.
E lei lo avrebbe fatto sicuramente. Il coraggio e l'impulsività erano suoi alleati e l'avrebbero spinta ad opporsi sempre.
Ed era successo già troppe volte che gente di quel genere si frapponesse fra lui e ciò che gli spettava di diritto! 

Ma stavolta sarebbe stato diverso.
Le sue labbra si stirarono nuovamente in un sorriso.
Si sarebbe assicurato che lei o i suoi genitori non potessero nuocere più al suo piano.

Si guardò intorno. Il gelo di quelle alture era tornato a regnare dopo la sua liberazione e adesso tutto era nuovamente ricoperto da uno spesso strato di neve e ghiaccio.
Mosse leggermente un dito lungo e adunco, sciogliendo un po' quel manto bianco lì vicino e raccogliendo l'acqua sul palmo.

Quelle mani gli facevano ribrezzo. Erano passati poco più di vent'anni, ma erano ugualmente ridotte in uno stato pietoso. Rughe e macchie segnavano la pelle cadaverica e inutile, che lasciava intravedere le ossa gracili e lunghe delle falangi.
Quella vista era una cosa davvero orribile per uno come lui. 

Era ridotto ad uno scempio ai suoi stessi occhi.
I portatori avevano usato una malefica ironia quando lo avevano battuto, ma adesso non importava quanto ribrezzo potesse provare.
Doveva concentrarsi. Pensare solo al suo scopo.

Fissò l'acqua sul suo palmo con intensità. Essa divenne immediatamente blu scuro, mentre si agitava vagamente.
La appoggiò immediatamente sull'ombra che lo stava aiutando a spiare i suoi nemici. 

Essa inglobò il liquido e iniziò subito a crescere e contorcersi.
Si ingigantiva, si estendeva e urlava.
Un urlo feroce e pieno di collera.
   
 
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