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Autore: Violetta_    14/02/2018    3 recensioni
Ricordi dal passato che riaffiorano prepotenti nella mente. Eventi che non possono essere rivelati nonostante celino dei momenti di dolcezza.
***
(Dal capitolo 3)
- Baderesti a lei mentre non ci sono? -
Ancora non lo sapeva ma quelle poche parole lo avrebbero tormentato per i successivi diciotto anni.
Il bambino annuì poco convinto.
- Va... va bene... -
(Dal capitolo 6)
Decise di non raccontarle quello che era successo pochi minuti prima: Elena era così entusiasta che avrebbe tenuto quel segreto per se.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Akemi Miyano, Elena Miyano, Tooru Amuro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Raggio di sole













<< Ehi! Metti giù quella tazza >>
<< Nu... >>

Uno sguardo assassino, un leggero tic all'occhio destro.

<< Posala >>

Un intenso scambio di occhiate feroci.
Occhi smeraldo contro occhi smeraldo. Bambino contro donna.

<< POSAla >>

Il bambino aprì le manine lasciando cadere l'oggetto che rimbalzò un paio di volte ma non si ruppe.

La donna guardò la scena assottigliando lo sguardo e, all'ultimo rimbalzo, serrò la mascella.

<< Ti.Rompo.I.Denti >> ringhiò.

Elena, con due tazze di thè in mano, guardava la scena leggermente turbata: sua sorella sembrava abbastanza convinta mentre pronunciava quelle parole.
Si domandò se tutte quelle minacce dette al suo figlioletto di cinque anni non avrebbero avuto ripercussioni in futuro.

Si avvicinò al tavolo poggiando le tazze.

<< Vieni qui maledetto >> sibilò Mary.

Shuichi si mise a correre fiondandosi sotto il tavolo afferrando la sua gamba cercando di sfuggire al mostro biondo che tormentava le sue notti.
Quasi istintivamente Elena poggiò una mano sulla testolina del bambino ed allungò la tazza alla sorella.

<< Se non bevi si raffredda >> disse indicando la tazza col palese intento di distrarla, poi abbassò il capo rivolgendosi al bambino << ...sai contare Shuichi? >>

Vide i suoi occhioni verdi sbucare da dietro le sue ginocchia.

<< Poco >> rispose infine a bassa voce.
<< Tieni >> disse allungandogli un piccolo puzzle numerico << ...va a giocare >>
<< Ok >> disse allontanandosi e sedendosi in un altro tavolino.

Era notte e nella mensa dell'ospedale non c'era nessuno oltre a loro.

<< Lo stai viziando >> disse Mary sorseggiando il suo the.
<< Ma dai povero piccolo... è tardi, magari a sonno >>
<< No Elena... Shuichi non dorme. Mai. MAI >> disse con una punta di isteria.

La bruna annuì girando il cucchiaino nella tazza, più che altro stava cercando di non contraddirla.

Non era mai una buona idea contraddire Mary Sera.

<< Avete deciso di fare una vacanza? >> domandò visto che la sorella e la sua famiglia vivevano in Inghilterra ed era raro che venisse a farle visita.

Mary socchiuse le labbra abbassando lo sguardo.

<< Tsutomu è partito per lavoro e io non avevo alcuna intenzione di stare da sola a casa col gremlin >>

Elena inclinò la testa per guardare il bambino: stava giocando tutto concentrato sulla tavoletta di plastica, non sembrava poi tanto pericoloso o pestifero.

<< Quindi tuo marito non c'è... >> disse infine con ovvietà.

Mary si passò la lingua sul palato.





Lo sapeva, sapeva che la sorella non le avrebbe risparmiato quell'appunto.





Dopo la nascita del piccolo Shuichi, lei aveva dovuto lasciare il suo lavoro, il che l'aveva scombussolata più di quanto credesse.
Rinunciare alle missioni, ai complotti, agli appostamenti, rinunciare a proteggere il suo paese per dedicarsi a pappette e pannolini era una cosa che detestava, la faceva sentire insignificante.
E vedere che suo marito continuava imperterrito a svolgere il suo stesso lavoro era il coltello che girava inesorabilmente nella piaga.

Lei era più brava era sempre stata la più in gamba dalla coppia, lo sapevano entrambi.
E lui le aveva promesso più volte che avrebbe smesso con quella vita.






Questa sarà l'ultima. Te lo giuro”






Stronzo bugiardo.







<< Questo posto è una topaia >> disse con disappunto per cambiare discorso.

Elena fece un mezzo sorriso e chiuse gli occhi.

<< Sembri tanto una dura ma davanti a quell'uomo diventi come una scolaretta davanti adl giocatore di football dell'ultimo anno >>
<< Almeno io mi limito ad andar dietro agli studenti >> disse con un sorrisetto antipatico.

Elena incassò il colpo con eleganza.

<< Riguardo a questo posto... non è un lavoro definitivo lo sai... non appena Atsushi troverà i soldi... >>
<< Atsushi è uno squilibrato e tu faresti meglio a rendertene conto >>

La donna si sistemò gli occhiali guardandola con uno sguardo severo.

<< Sai bene che non è così. E grazie al cielo perché senza di lui, io, non potrei aiutarti >>

Mary si irrigidì e serrò la mascella. Quell'argomento era sempre tanto difficile da affrontare.






Ma perchè sua sorella ci teneva così tanto a metterla a disagio?






<< I dottori hanno detto che la malattia ha un decorso così lento che ho altissime probabilità di avere una vita del tutto normale >>

Elena si sistemò nuovamente gli occhiali sul naso, gesto che faceva di frequente quando era nervosa o agitata.

<< Non è detto. E comunque dovresti fare analisi e continuare con le terapie e... >>
<< Ma quando finisce il tuo turno? >> disse fissandola con due occhi glaciali e un tono che non ammetteva repliche.

Elena cedette e mandò giù due lunghi sorsi di thè.

<< In realtà è già finito però... voglio tenerlo sotto controllo >>

Mary si sistemò il boccolo sulla fronte corrugando la fronte.

<< Di chi parli? >> battè due volte le palpebre dopo aver avuto un'intuizione << Intendi il bambino di cui mi parlavi al telefono? >>
<< Si... >> sorrise d'istinto << ...si è stabilizzato >>

Mary alzò il capo interessata.
Loro due non erano dei tipi gioiosi ed allegri, non si lasciavano trascinare a facili entusiasmi, quindi quel sorriso era veramente degno di nota.

<< Da quanto tempo è qui? Un paio di mesi? >>

Elena continuava a sorridere emozionata.
<< Quasi tre. Quando è arrivato nessuno gli dava più di due settimane ed invece.. >> si portò una mano sul viso << ... si è svegliato e sembra migliorare giorno dopo giorno >>

Mary fulminò con lo sguardo suo figlio che era sceso dalla sedia.

Lui tenne testa a quello sguardo.

<< Bagno >> si limitò a dire.

La donna inspirò lentamente.

<< Non puoi tenertela per cinque dannati minuti? >>

Il bambino scosse la testa in modo molto evidente mettendo la mano sul cavallo dei pantaloni.

<< No >>
<< E invece te la tieni >>

Shiuchi iniziò a battere i piedi emettendo un urletto acuto.

<< Miii... >>

Mary batté violentemente il palmo della mano sul tavolo producendo un botto sordo.

Gli altri due sobbalzarono contemporaneamente.

<< E allora và >> disse indicando la porta del bagno che si trovava a pochi metri dal loro tavolo << Muoviti brutta piaga >>

Il bambino si diresse mestamente verso la porta.

Elena guardò prima il nipote poi sua sorella.

<< Non dovresti accompagnarlo? >>
<< Nove volte su dieci lo fa solo per noia >> disse Mary bevendo un altro po' del suo thè.

Elena ispirò profondamente guardandosi intorno, tese le spalle e poi parlò velocemente.

<< Ho deciso di chiederne la tutela >>

Per poco sua sorella non si strozzò con una sorsata andata di traverso.

<< Che? >> emise sconcertata.

Elena chiuse la mano destra dentro la sinistra sistemandosi sulla sedia.

<< Ci ho riflettuto: quel piccolo non ha nessuno. Abbiamo cercato per mesi e non si è presentato né un genitore, né un parente, nemmeno un amico. Non voglio che finisca nelle mani degli assistenti sociali >>

Mary scosse la testa protraendosi in avanti.

<< È una pessima idea. Elena. ELENA guardami >> disse indicandosi gli occhi in modo plateale << …hai ancora tanto lavoro da fare e credimi un bambino è un freno. E poi sarà un casino con le pratiche >>
<< Per questo sto optando per la tutela e non per l'adozione >>
<< Ma tu non ti rendi conto! Un bambino ti toglie l'anima, non avrai più tempo e... Shuichi! >>

Il bambino era uscito dalla porta guardandosi intorno con aria sospetta e con uno scatto si era messo a correre velocemente verso il corridoio.

Mary fece schioccare la lingua contro il palato.

<< Maledetto moccioso >>






*








<< Giuro che appena lo prendo lo ammazzo >>
<< Magari se evitassi di terrorizzarlo così >>
<< Non sai di che parli >>

Il bambino si era messo a correre per i vari corridoi facendo un gran baccano cercando di non farsi prendere dalla madre.

Si annoiava a morte, non ci voleva stare la con quella zia che aveva visto si e no un paio di volte in vita sua.
E poi, francamente, quel posto aveva un che di inquietante.

Spalancò una porta a caso per nascondersi e si ritrovò davanti un grande letto con accanto degli strani macchinari che emettevano una luce blu intermittente.
Sopra il letto c'era un bambino più piccolo di lui, due anni al massimo, che per via del rumore improvviso spalancò gli occhi iniziando a piangere terrorizzato.

Shuichi si irrigidì intuendo che l'aveva combinata grossa.

Rimase immobile con un'espressione impassibile stampata sul viso finché Elena poggiò le mani sulle sue spalle allontanandolo dal letto.

<< No no no Shuichi. Non si può giocare qui... >>

Il bambino portò la manica della felpa alla bocca abbassando lo sguardo con fare pentito.
Era talmente abituato alle minacce e alle urla che quel rimprovero fermo detto però con tono gentile lo aveva scombussolato.

Immediatamente dopo la donna si fiondò sul letto poggiando una mano sulla fronte dell'altro bambino.

<< Rei... lo so, lo so, ti sei spaventato... va tutto bene.. tutto bene >> iniziò a sussurrare con dolcezza.
<< Mmmh... >> mugugnò il bambino madido di sudore.

Poco dopo batté gli occhi guardandosi intorno e quando incrociò il viso di Elena sfoggiò un sorriso così dolce ed innocente che persino Mary portò istintivamente una mano sul viso.

Era davvero un bel bambino.
Aveva i ciuffetti lisci e castani e quegli occhioni celesti che mozzavano il fiato.

Elena lo prese in braccio cullandolo con dolcezza infinita.

<< Ti sei calmato Rei? >> gli sussurrò all'orecchio.

Lui portò il pollice alla bocca e sorrise nuovamente.

Elena gli baciò teneramente la fronte guardandolo con un affetto quasi materno.
Non appena la situazione si fu calmata iniziò a parlare con tono molto serio.

<< Lo so che non sei d'accordo però... Atsushi ha trovato i fondi per la sua ricerca e presto lavoreremo insieme in una struttura ben attrezzata. Lì potrò lavorare e tenerlo sotto controllo >>

Mary incrociò le braccia al petto.

<< E dove li ha trovati i fondi? >>
<< Presso un privato, è una persona che crede nelle sue... nelle nostre teorie >>

La bionda incrociò le braccia al petto con fare scettico.

<< Chi è questo tizio? >>
<< Mi spiace ma non conosco il suo nome >>

Si creò un momento di silenzio teso interrotto solo dal “bip” dei macchinari e dai calcetti che Shuichi stava tirando al bordo del letto per noia.

Mary gli afferrò la testa indicandogli una sedia vicino al muro.
Shuichi si andò a sedere senza replicare.

Elena intanto stava cullando il piccolo Rei.
Il bambino aveva poggiato la testa sul suo seno e le aveva preso una ciocca di capelli giocherellando con essa senza però tirare.
Lei gli sorrise e gli diede un dolce bacio sulla fronte.

<< Non posso lasciarlo da solo >> sussurrò senza staccare lo sguardo dai suoi dolcissimi occhi azzurri.

Mary sospirò socchiudendo portando una mano sul viso.
Conosceva quella sensazione, di tanto in tanto anche in lei si accendeva l'istinto materno e sapeva che sua sorella non l'avrebbe ascoltata in nessun caso.

<< Ok... ok fa come vuoi. E Atsushi è d'accordo con >> indicò prima lei e poi il bambino << … tutto questo? >>

Elena annuì.

<< Hai. Lo trova simpatico >> gli sfiorò i capelli rigirandoseli tra le dita << anche se Rei ne ha una paura matta >>

Mary si mise a ridacchiare.

<< Non lo biasimo >>

Elena non la sentì nemmeno troppo concentrata a ricoprire di attenzioni quel piccolo bambino.
Quel suo sorriso allegro, quegli occhioni luminosi e attenti ad osservare tutto ciò che lo circondava con curiosità, quelle manine adorabili, le scioglievano il cuore.
Gli accarezzò delicatamente la guancia e lui sorrise.

<< 'lena >> disse agitando le mani.

Le sfuggì l'ennesimo sorriso.

<< Si si bravo. Io sono Elena >>

Rei portò il pollice alla bocca.

Mary e Shuichi erano usciti dalla stanza già da un paio di minuti per non turbare quel delicatissimo momento.

<< Hai fame tesoro? >>

Lui scosse la testa e poi si accoccolò sul suo petto chiudendo gli occhi.

<< 'lena? >>
<< Si? >>
<< 'toria >>
<< Vuoi raccontata una favola prima di addormentarti? >>
<< No >>

Elena sorrise orgogliosa.
Rei Furuya non voleva le favole, Rei voleva gli indovinelli. Guai a confondersi!

<< Ok ok ma attento che questo è difficile >>

Iniziò a parlare specchiandosi nei suoi occhi allegri e vivaci mentre le orecchie erano ben tese ad ascoltare ogni sua singola parola.



No. Non lo avrebbe lasciato solo.

Forse Mary aveva ragione, forse la sua non era la situazione ideale e sicuramente lei non era perfetta, ma avrebbe fatto di tutto per prendersi cura di quel piccolo raggio di sole.

Almeno fino a quando avrebbe potuto.

















Angolo dell'autrice

Visto il giorno vi aspettavate un aggiornamento in Bone Machine eh? E invece nope, ma spero che questo capitolo vi sia piaciuto comunque.
Credo sia la parte della storia che meno si attiene all'opera principale e so che non tutti sarete d'accordo con questa mia ipotesi, spero solo di averla resa credibile.
Molte grazie a tutti i lettori. Ciao ciao.

Violetta_
   
 
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