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Autore: Robigna88    15/02/2018    1 recensioni
Quarta parte della serie The Family Business.
Crossover tra The Originals/TVD/Supernatural/Constantine/Arrow
-"Sei la donna più forte che conosco, puoi farcela. Ti amo."- Queste sono le ultime parole che Elijah Mikaelson ha detto a sua moglie poco prima di chiudere gli occhi e cadere nel sonno profondo all'interno della Chambre de Chasse creata da Freya per tenere la sua famiglia al sicuro. Queste sono le ultime parole che Allison ha sentito pronunciare da suo marito prima che chiudesse gli occhi lasciandola sola con il cuore spezzato.
-"Sistemeremo tutto.-" Questa è invece la promessa che Allison ed Hayley si sono fatte e che hanno intenzione di mantenere.
Da quelle parole sono passati cinque lunghi anni e molto è cambiato; la piccola Hope ha sette anni, è bella, sana e amata e le due donne stanno ancora provando a mantenere le promesse fatte. Per farlo sono pronte a qualunque cosa perchè la famiglia viene prima di tutto. Le conseguenze delle proprie azioni, però, tornano sempre a bussare e a volte marchiano l'anima... per sempre.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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25.

 

 

 

 

 

Elijah si ritrovò alla tenuta, con lui suo fratello e suo cognato, e quell'Arcangelo da cui si erano recati per chiedere aiuto. Gli servì un istante per riprendere il controllo del suo corpo, ma era una sensazione a cui non era nuovo: quando aveva volato con Allison era stato lo stesso, solo che con lei era stato più bello, perchè si erano stretti.

 L'odore del sangue arrivò alle sue narici subito dopo; era il sangue di sua moglie. Sentiva anche l'odore di Marcel e quella combinazione non gli piaceva affatto.

“Allison” la chiamò voltandosi in direzione di quell'odore ferroso, e la individuò subito, seduta per terra, le spalle poggiate a una parete, Marcel le teneva una mano e il suo corpo era attraversato da parte a parte da una lama argentata e brillante.

Elijah sentì un brivido pervaderlo completamente, fu la sensazione più brutta provata in tutta la sua esistenza e lo immobilizzò.

Rimase pietrificato mentre lo sguardo di Allison incontrava il suo e un leggero sorriso le piegava le labbra.  “No” sussurrò scuotendo il capo, Matthew gli passò a fianco per correre da sua sorella ma per l'Originale in completo il mondo sembrava essersi fermato.

“Cos’è successo?” fu la voce di Hayley a riportarlo alla realtà e tutto riprese a muoversi normalmente, forse troppo velocemente. Camminò a passo deciso e cadde in ginocchio davanti alla donna che amava muovendo goffamente le mani, desideroso di toccarla, spaventato di farlo. Cos’era quella lama? E perché Allison sanguinava? Non era, teoricamente, invincibile?

“Allison” le disse cercando il suo sguardo. “Cosa...”

“Ciao El” replicò lei sforzandosi di sorridere. “Ho una buona e una cattiva notizia: la cattiva è che questa lama è l’unica arma che può uccidermi, non appena sarà fuori dal mio corpo sarà la fine. La seconda è che ricordo tutto” ridacchiò.

Ma Elijah lasciò cadere qualche lacrima scuotendo il capo. “Non è divertente. Dimmi come posso aiutarti, ti prego” sentiva il cuore esplodergli nel petto e un singhiozzo spezzò le sue parole.

“Non puoi” lei provò a respirare a fondo e sentì un dolore lancinante quando lo fece. Marcel le strinse più forte la mano senza guardare nessuno. Allison sorrise guardandolo, pensando che l’uomo gentile e divertente a cui tutti loro volevano bene, era ancora lì da qualche parte. “Marcel” lo chiamò e lui la guardò. “Lascia andare la rabbia” gli occhi le si fecero blu per qualche secondo. “Prendi Sofya e vai. Sii felice.”

Lui chiuse gli occhi per ricacciare indietro le lacrime, le baciò una mano e poi se ne andò prendendo il corpo di Sofya; degli uomini di Inadu si erano perse le tracce non appena quella maledetta presenza aveva lasciato la donna di cui era innamorato.

Allison rimase sola con la sua famiglia, una mano stretta in quella di suo fratello, il pianto di Hayley e Freya in sottofondo, lo sguardo raggelato di Elijah, gli occhi pieni di lacrime di Klaus, la postura composta di suo... padre.

“Aiutala!” urlò Elijah proprio a lui. Ma l’Arcangelo scosse il capo deglutendo a vuoto. Gli occhi dell’Originale si venarono di sangue. Fu Allison a fermarlo.

Gli prese la mano, attirando la sua attenzione, e gli sorrise. “Va tutto bene” lo rassicurò. “Solo tienimi la mano.” Elijah lo fece, la strinse tra entrambe le sue, ne baciò il palmo e il dorso una, due volte. Scosso da singhiozzi che non riusciva a fermare. Allison guardò suo fratello.

Anche lui piangeva, e somigliava tantissimo alla loro madre. Lei l’avrebbe rivista presto e si sarebbero strette in un abbraccio carico di amore.

“Andrà tutto bene” provò a rassicurarla Matt, ma in fondo sapeva che non era vero.

“Voglio dirti una cosa, avvicinati ti prego” gli chiese la cacciatrice e lui lo fece, avvicinò l’orecchio alla sua bocca e ascoltò. “Ti voglio bene, fratello mio. Smetti di pensare al passato, vai avanti e trova la tua felicità. Sei redento.” Matt singhiozzò, baciò la fronte di sua sorella senza spostarsi di un millimetro; voleva solo tenerla al sicuro, esattamente come Elijah. Però nessuno poteva aiutarla.

“El” chiamò lei con il fiato corto. “Voglio che tu mi prometta una cosa. Voglio che tu mi prometta che sarai felice, che amerai e ti lascerai amare.”

“Smettila Allison, ti prego.”

“Non cercare qualcuno che ti ami come me, perché nessuno al mondo potrà mai farlo. Sei la cosa più straordinaria che mi sia capitata. Sei stato difficile da conquistare ma quando è successo, mi hai dato ogni cosa di te e io amo ognuna di quelle cose. Sono pronta ad andare, ma non voglio farlo se prima non mi prometti che sarai felice, che non perderai te stesso, che non lascerai che la rabbia prenda il sopravvento.”

Elijah le baciò le labbra, poi poggiò la fronte sulla sua. “Non farmi fare promesse che non potrò mantenere. Solo non lasciarmi, ti prego” si lasciò andare contro di lei, il capo poggiato tra il suo collo e il suo viso ed Allison lo strinse quanto più forte poteva. Si voltò a guardare suo padre e gli sorrise. “Quando sono venuta da te, anni fa, volevo conoscerti, volevo saperne di più. Ma tu mi hai rifiutata.”

L’Arcangelo deglutì a vuoto. “Io non...”

“Lasciami finire, per favore” lo interruppe lei. Per poi riprendere “mi hai rifiutata e il rifiuto ha fatto male. Non capivo perché non mi volessi nella tua vita, in fondo eri mio padre ed io non volevo nulla da te, se non poterti vedere di tanto in tanto, poterti parlare di tanto in tanto. Ero furiosa e lo ero fino a dieci minuti fa, poi mi hai guardata e il tuo sguardo ha dissipato la rabbia. Ho capito finalmente: ho capito che in fondo mi vuoi bene ma l’amore non è qualcosa a cui sei abituato e questo ti spaventa. Forse, l’unica volta in cui hai amato davvero è stato quando ti sei innamorato di mia madre; hai cambiato ogni cosa per lei e lei ha scelto di amare qualcun altro. Deve fare male, credo. E forse ogni volta che mi guardi rivedi lei, e il dolore ritorna. Lo capisco, ma voglio che tu sappia che nonostante amassi follemente mio padre, l’uomo che mi ha cresciuta, c’è spazio anche per te nel mio cuore.”

“E se ti dessi un po’ del mio sangue? Rinasceresti vampiro” propose Matt ignorando tutto il resto, speranzoso mentre asciugava la fronte sudata di sua sorella.

“Non funzionerebbe” fece sapere loro Sirahel con tono quanto più possibile formale. “2”Lei è per metà Arcangelo, il suo sangue è puro, rigetterebbe il tuo che puro non è.”

“È tua figlia!” esclamò Klaus guardando l’Arcangelo, “vuoi davvero lasciarla morire? Aiutala!”

“Non posso guarirla” replicò l’altro inginocchiandosi e afferrando la lama.

“Cosa fai!” sibilò Elijah rimettendosi dritto, gli occhi venati e i denti affilati.

Gli occhi di Sirahel si fecero azzurri e brillanti. “Metto fine alle sue sofferenze!” esclamò muovendo la mano, e tutti vennero scaraventati lontano mentre lui estraeva la lama dal corpo di Allison. Pochi secondi e di lei rimase solo un corpo privo di vita.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Elijah fu il primo a risvegliarsi; nelle orecchie un fischio fastidioso, nelle mani ancora il calore della pelle di Allison. Davanti agli occhi l’immagine spaventosa di lei inerme e di quell’Arcangelo maledetto che afferrava la lama pronto a tirarla via, pronto a uccidere la sua stessa figlia.

Con un balzo si mise in piedi, ignorando il frastuono che sentiva riecheggiargli in testa e si voltò in direzione di Allison, trovandola riversa in terra, la lama fuori dal suo corpo, i suoi occhi chiusi... per sempre.

“No!” urlò con quanto fiato aveva in gola, così forte che gli altri si svegliarono. “Che cosa hai fatto?” gridò contro l’Arcangelo, spingendolo via con entrambe le mani, gli occhi rossi di sangue e i denti aguzzi mentre si posizionava davanti al corpo inerme di Allison, come a farle da scudo.

“Maledetto!” esclamò Matt lanciandosi contro Sirahel, finendo però scaraventato contro un muro.

“Credete davvero di poter combattere con me?” l’Arcangelo scosse il capo, gli occhi fissi su Elijah che piangeva disperato stringendosi addosso il corpo di Allison. La amava, ed era evidente, lui quell’ardore lo conosceva fin troppo bene. Lo aveva sperimentato anni prima, e da quella fiamma era nata la donna che un vampiro ora stringeva tra le braccia.

“L’hai uccisa” pianse Hayley inginocchiandosi a terra, scossa da singhiozzi che non era capace di controllare. “Ally” mormorò guardando il cadavere della sua amica, di sua sorella, della sua famiglia.

Sirahel non disse nulla, rimase con gli occhi fissi sul corpo di sua figlia, in silenzio mentre tutti piangevano, poi abbozzò un sorriso piegandosi sulle ginocchia. “Allontanati” disse ad Elijah.

“Tu allontanati” ringhiò l’altro. “Fosse l’ultima cosa che faccio, giuro solennemente che ti ucciderò. Mi hai portato via la cosa più preziosa che avevo, io ti poterò via la vita” sobbalzò appena quando sentì Allison muoversi, il cuore riprendere piano a battere. Dal corpo di sua moglie iniziò ad irradiarsi una luce blu e brillante che gli bruciò la pelle. Non voleva lasciarla ma stringerla lo feriva, letteralmente.

Nel grande atrio comparvero una dozzina di persone, Angeli a giudicare dal fruscio di ali che si sentì. Con le mani incrociate dietro la schiena rimasero immobili a fissare Allison con dei sorrisi a piegare loro le labbra.

“Che succede?” chiese Elijah dando voce allo stupore di tutti.

“E fu scritto che quando il Nephilim morirà, dalle sue ceneri rinascerà un Arcangelo. Florence sarà il suo nome, perché il suo potere fiorirà e mai smetterà di crescere. Grande sarà la sua forza e ancor più grande sarà la sua saggezza” disse loro Sirahel. “La Allison che conoscevate sarà anche morta, ma la nuova Allison è appena nata. Benvenuta Florence, figlia mia” sussurrò.

Gli occhi di Allison si spalancarono di colpo, inondati di luce azzurra, la ferita sul suo corpo sparì, il viso prese colore. Le palpebre si chiusero di nuovo per pochi secondi; quando si riaprirono l’azzurro aveva lasciato il posto a quel caldo nocciola che Elijah amava.

“Allison” le sussurrò avvicinandosi. “Amore...”

Lei gli sorrise. “Ciao El.”

 

 

   
 
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