Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Spensieratezza    16/02/2018    2 recensioni
Siamo alle prime stagioni. Stefan ferito viene trasportato da una spaventata Elena, in casa Salvatore. Damon dovrà fare il possibile per aiutarlo a guarire.
Coppie Stefan/Damon . Klaus/Elija
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Damon Salvatore, Stefan Salvatore
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Damon aveva portato Stefan in camera. Lo sosteneva ancora, perché si reggeva a malapena. Gli gettò un’occhiata. Nonostante stava male e il pallore sul viso, quest’ultimo non gli aveva toto la bellezza, anzi, quella vena di sofferenza e il capello corto spettinato, ma con la frangia lunga –lo stesso taglio che aveva quando morì avendo in corpo il sangue da vampiro di Katherine – gli donava.

Rimane bellissimo anche così.. pensò Damon, contro a ogni logica.
 


Appena entrarono in camera, tuttavia, entrambi si accorsero silenziosamente, che doveva essere stato un errore. Stefan guardava il letto matrimoniale nervosamente, chiaramente capendo che non era il luogo adatto e più comodo, per farsi torturare. Anche Damon pensava la stessa cosa, ma ormai erano in ballo e lui giù non ce lo riportava.

“Damon..” cominciò infatti quella spina nel fianco. “Senti, credo che in fin dei conti, qui non va bene. C’è un sacco di cose che potrei rompere..e sporcare..qui. “ cercò di giustificarsi a mò di scuse, notando che Damon lo guardava con aria pericolosa e arrabbiata.

“Affari tuoi, Stefan. Io ero già pronto a portarti in cella e sbatterti giù nel pavimento maleodorante e sudicio, ma tu..tu hai voluto fare il principino. E allora fai il principino. Sdraiati.” Disse indicando il letto.
 
Era una richiesta insolita, Damon lo sapeva e probabilmente anche Stefan, perché lo guardò con le sopracciglia inarcate e malgrado si era staccato da Damon per appoggiarsi al mobile lì vicino, reggendosi a malapena, mostrava ancora resistenza.



“No.”

“No?” ripetè Damon con una venatura un po’ inquietante.

“No.” ripetè Stefan, questa volta deglutendo e con una sfumatura più incerta nella voce. “Sarà una cosa violenta, lo so..e non ho voglia di..imbrattare il mio letto..le lenzuola..e tutte le mie cose di…di SANGUE.”

“Avresti dovuto pensarci prima..” Damon aveva voglia di prenderlo a pugni, ma si costrinse a trattenersi, visto che il fratello era malato e non in grado di intendere e di volere con lucidità.

Stefan si mise una mano sulla faccia.

“Scusami. Io non sono in me. Per favore, Damon..accompagnami in cella. Voglio sdraiarmi.”
 
Damon annuì. “Okay. Va bene, come vuoi tu, Stefan.” Disse con un tono esasperato e sospirando.
 
“Grazie per essere ragionevole una volta tanto..” disse Stefan. Si era seduto un momento sul letto e alle parole di Damon, si era alzato per incamminarsi verso la porta, Damon gli aveva fatto un cenno con il braccio di passare, ma appena Stefan fece per sorpassarlo, lui da dietro con una forza sorprendente, lo prese per il braccio e lo fece volare sul letto.
 
Stefan cascò a peso morto sul letto, spostandolo di qualche centimetro e facendolo gemere.
 


“Ma ti ha dato di volta il cervello??” chiese Stefan con un gemito. La testa che ora riprendeva a girare.

“Sono stufo di perdere tempo, Stefan. Voglio cominciare!”

Stefan strizzò gli occhi per cercare di riprendersi.

“Non puoi farlo qui. Non hai neanche niente per tagliarmi.

“Tu dici?” disse Damon, con un sorrisetto, mostrandogli un piccolo pugnale.

Stefan guardò atterrito il pugnale a pochi centimetri da lui.

“Non basterà.”

“Questo lo vedremo.”

“Damon, mi sto innerv..”

“Togliti la camicia!”
 
Doveva essere sembrata una cosa surreale anche alle orecchie di Stefan., a giudicare dalla faccia che fece.

“Scusa?”

“Togliti la camicia.” Ripetè Damon spazientito e irritato. “ è così stretta che mi chiedo come non ti sia fermata del tutto la circolazione. Se vuoi liberarti di questa porcheria che ti hanno infilato dentro e poi mi spiegherai la fantastica storiella di come ci siano riusciti, sarà meglio togliere ogni impedimento a questo favoloso bronzo di riace.” Disse Damon con un sorriso a quaranta denti.

Stefan lo guardava più basito che mai, le fitte allo stomaco che non gli davano tregua.

“Io non mi toglierò la camicia, Damon..” disse Stefan, cercando di mostrarsi ferreo. “E non ho intenzione di spogliarmi. “Ora..vuoi fare quello che devi o..” disse sempre Stefan, cercando di alzarsi, ma Damon ridacchiò e lo prese per le spalle, poi lo spinse brutalmente, questa volta facendolo finire sdraiato sul letto.
 


“Se non te la togli tu, te la tolgo io.” Disse Damon con aria dominante, senza tuttavia riuscire a nascondere un’espressione divertita nel tono della voce.

Stefan lo guardò spaventato, a occhi sgranati, ma senza muovere un muscolo. Damon continuò a sorridere, gli piaceva da matti, vedere il fratello così sottomesso ai suoi comandi. Era una cosa che gli era sempre piaciuta.
 
“Dam..”

“Stai giù.” Disse Damon, tenendolo giù facendo pressione con una mano sul suo petto per tenerlo fermo. “E cerca di non eccitarti troppo.” Disse con un sorrisetto a mò di sfottò, allungando una mano verso i bottoni della camicia, mentre Stefan stava a guardare le mani bianche e affusolate di Damon che si avvicinavano e cominciavano a muoversi sui suoi bottoni.

Damon aveva cominciato a slacciare il primo bottone, che Stefan aveva allungato una mano per fermarlo. “faccio i…” ma Damon con una smorfia infastidita, gli aveva scansato la mano con una sberla.

Quella situazione ormai lo divertiva..e gli faceva anche venire caldo, per qualche strano motivo, lo eccitava.

Stefan sentiva le dita di Damon fare leggera – ma sentita – pressione in mezzo al suo torace, attraverso i bottoni e si lasciò scappare un sospiro trattenuto.

Ormai Damon gli aveva slacciato tutti i bottoni e sorrise buffamente, sospirando, nel notare che sotto la camicia aveva anche la maglietta nera.

“Così non va, mio caro Stefan, io ho cercato di essere delicato…ma tu vuoi giocare a nove settimane e mezzo, con mille strati di vestiti addosso..e io detesto perdere tempo..”
 
Prima che Stefan potesse avere il tempo di rispondere, Damon si chinò un po’ di più su di lui e gli passò le mani sulla maglietta in una sorta di carezza,  per poi tenere per qualche istante i lembi della maglietta nei pugni e poi all’improvviso, strappargliela via di netto, letteralmente.

Stefan aveva reclinato la testa all’insù, gemendo di nuovo.

“Scommetto che la tua fidanzata Elena, non ti spoglia così, quando fate sesso, eh?” gli chiese Damon ammiccando.
 
“Per questo l’hai fatta andare via? Per poterti divertire, prendendoti gioco di me, indisturbato?”

Quella battuta non piacque a Damon.

“Ma il divertimento deve ancora iniziare!” disse, rigirandosi il piccolo pugnale tra le dita e mirandolo a petto nudo.

“Sei in forma, fratello. è quasi un peccato..rovinare questo bel corpo..” disse, sfiorando con la lama il suo torace e facendolo rabbrividire. Le dita di Damon sfioravano il torace di Stefan, insieme alla lama.



“Sei pronto?” e così dicendo, gli fece un piccolo taglio superficiale.
 
Stefan chiuse gli occhi.

Damon  gli fece sanguinare anche l’altro fianco e Stefan strizzò gli occhi un po’ di più.

Un terzo taglio dal su all’ingiù proprio al centro.
Stefan gemette.
Damon non si fermò, facendogli altri tagli vicini, accanendosi ogni volta un po’ di più, quasi con una sorta di furore e di rabbia nel volto.
 
 
*
Dopo alcuni minuti, Stefan gridò.

“Basta. Basta. Smettila!”

“Ma guarda! Le suppliche. Chissà perché, mi aspettavo che sarebbero arrivate!”

“Tu non vuoi aiutarmi. Ti stai accanendo su di me come un sadico solo per divertimento!”

“Ma che crudeltà. Non me lo aspetto da te, fratellino. Io non ti ho mai dato del sadico, nonostante mi tenessi giorni e giorni da solo in una lurida cella a MORIRE DI FAME!”

“Fermati.” supplicò l'altro.

“Hai chiesto il mio aiuto e ora mi chiedi di fermarmi? Riprova!”
 
Forse fu la forza della disperazione a dare a Stefan la forza di tirare un pugno a Damon, fatto sta che ci riuscì.

Damon girò la faccia, massaggiandosi il viso, quando all’improvviso Stefan gli menò un altro pugno sul torace.

“Ouch.” Gemette Damon, tenendosi lo stomaco.

Stefan ne approfittò per scappare, ma fece pochi passi solo, poi gli girò la testa e inciampò.



Non riuscì neanche a uscire dalla stanza, che cadde carponi davanti alla porta.
 
 
Damon, furente, grugnì, prima di avvicinarsi a lui, tirarlo su prendendolo per le spalle e poi come ringraziamento, restituirgli il pugno sul viso.

Stefan girò la faccia e Damon lo prese di peso e lo ributtò sul letto.
 


“Non ti restituisco quello sullo stomaco perché…beh..sei un casino, amico “disse sorridendo e agitando le braccia, guardando il suo stomaco sanguinante “E io non sono un sadico.”disse ancora con fare plateale.

“No, tu non sei un sadico, sei solo un bastardo.”

SCIAFF.

“Dato che con te i pugni non funzionano..” disse con un’aria buffa, voltandogli le spalle e aprendo un cassettone del comò, cercando qualcosa.

“Perché non mi uccidi e la facciamo finita. Voglio morire.”

“Schhh. Non parlare, mi distrai…sto cercan…ah, l’ho trovato. Aspetta un attimo tesoro, arrivo subito.” disse all’oggetto trovato, per poi tornare da Stefan.
 
SCIAFF. Un altro schiaffo.

“E guarda che ci sto prendendo gusto.” Disse con tono adorabile, chinandosi su di lui. “Quanto al fatto che vuoi morire, beh, non ti ucciderò, ma se continui così, desidererai che l’abbia fatto. Oh, ecco, baby, torniamo a noi.” disse voltandosi ancora e prendendo il lungo foulard rosso che aveva lasciato nel cassettone e riavvicinarsi con esso al fratello e guardandolo con aria triste.
 
“Non avrei voluto legarti, Stefan, credimi, ma tu INSISTI a non stare fermo.”

“Non puoi essere serio..”

“Schhh. Fermo così. Lo so che tu preferisci le corde o le catene. Anch’io, ma qualcuno qui non ha voluto scendere ai piani inferiori, ricordi?”

“T-te la farò pagare.”

“Questo è lo Stefan che conosco, Lo vedi che la mia cura ti sta facendo tornare te stesso?” chiese Damon esaltato, spostandolo  con il corpo e la testa verso la tastiera del letto e legandogli le mani a essa con il foulard.
 
Con tutto questo spostamento, Damon era finito sopra Stefan, bloccandogli le ginocchia con le sue.



Stefan lo guardava ora, con un misto di curiosità  e di confusione.

“Devi ammettere che questo è strano anche per te, Damon.”

Damon lo guardò con curiosità, poi abbassando lo sguardo su di loro, disse:

“Sta attento, potrebbe piacerti.” Sempre con quel suo modo di fare strafottente.
 
Stefan alzò gli occhi al cielo.

“Potevi…AHH.” Gridò, perché Damon gli aveva fatto un taglio alla guancia con il pugnale. Riprese, facendo una smorfia per il dolore. “Potevi sbattermi a terra e lasciarmi a crogiolare nel mio dolore nella cella di sotto e invece sono qui in un letto, con un misero pugnale, con te che giochi a cinquanta sfumature di grigio con me, arrivando a legarmi addirittura con un FOULARD. Un foulard, seriously, Damon? Non ti riconosco..questo..questo non è il tuo stile.”
 
Damon lo guardò attentamente, la maschera di rabbia tornò prepotente in lui, assieme a un’ondata di caldo che lo investì nuovamente. Era vero, non era così che si comportava di solito. Stava facendo delle azioni come se stesse arrancando alla cieca.

Arrabbiato con Stefan, ma soprattutto con sé stesso, lo colpì di nuovo al petto, più forte e profondo.
 
“AHHHH”

Questa volta Stefan gridò ma in maniera soffocata, ma reclinando la testa all’indietro, non come se fosse preda del dolore, ma quasi come se gli avesse provocato un violento orgasmo. Naturalmente Damon sapeva che non era così, ma lo colpì comunque in pieno stomaco, quella cosa, anche perché senza accorgersene, quando l’aveva pugnalato, si era istintivamente proteso di più verso di lui.
 
Damon deglutì, rendendosi conto di quanto Stefan avesse ragione.

Rendendosi conto che sentiva sempre più caldo, stava sudando, gli sembrava di essere in una fornace e realizzava sempre di più che questo calore che sentiva era dato dalla vicinanza così marcata con il fratello.

Cosa sto facendo ancora su questo letto…

E rendendosi conto che cercava smanioso lo sguardo del fratello, i suoi occhi.
Guardami!

Devo andarmene da questo letto.
 
“Damon…”

Cosa sto facendo…

“Damon..sento un dolore indicibile..la verbena..è ancora dentro..”
 
Stefan aveva chiuso gli occhi e quindi suonò come inaspettato, quando alle sue suppliche, avvertì la mano di Damon chiudersi dentro la sua.

“Damon..” disse, aprendo gli occhi.

“Resisti..” riuscì solo a dire Damon.
 
 
 
 
 
*

Mezz’ora dopo, Damon aveva lasciato Stefan da solo a riposare un po’ ed era sceso giù a bere qualcosa. Aveva una mano appoggiata al frigorifero della cucina, per sostenersi e l’altra sulla bocca.

Era doloroso vederlo così.

Neanche quando era lo squartatore, l’aveva mai visto così.
 
 
 
 
 






















Note dell'autrice: 

spero che la storia continui a piacervi e che non vi stia deludendo ^^ da parte mia ci sto mettendo tutto il sentimento possibile, anche perchè non è da me, mettere tutte queste descrizioni ahhah xd ma io AMO il Damon della prima stagione! Allego alcuni link di video che ho visto e che mi hanno ispirato molto, su Stefan e Damon:

https://www.youtube.com/watch?v=OcTE5dmNstE

https://www.youtube.com/watch?v=LQuMxASgX2k
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Spensieratezza