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Autore: Spensieratezza    15/02/2018    2 recensioni
Siamo alle prime stagioni. Stefan ferito viene trasportato da una spaventata Elena, in casa Salvatore. Damon dovrà fare il possibile per aiutarlo a guarire.
Coppie Stefan/Damon . Klaus/Elija
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Damon Salvatore, Stefan Salvatore
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incest
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Che fosse una giornata storta cominciata già dal mattino, dovevo intuirlo dal fatto che mi ero svegliato prestissimo, con un senso d’angoscia e di inquietudine attorno, che mi attanagliava lo stomaco.  Non era la SETE, era qualcos’altro, a cui non sapevo dare una definizione.

Stefan aveva dormito ancora da Elena. Anche se non lo avrei mai ammesso davanti a lui, mi mancava sentirlo lamentarsi per i corridoi della Nostra casa, di qualsiasi cosa, mentre lo prendo in giro, su qualsiasi cosa.

Restare da soli, fa male. Forse dovrei trovarmi anch’io una fidanzata. Di certo la scelta non mi manca, ma non so se sono il tipo da fidanzate. Potrei soggiogarne una, ma poi dovrei prendermene cura.

E poi è accaduto qualcosa che non mi sarei mai aspettato…
 
 
 
 
*

BAAAM.

Un rumore come di uno sparo. Come se qualcuno avesse tirato giù la porta.

Forse un rumore come di qualcuno che abbia sparato alla porta.

“DAMON!”

Damon ha appena il tempo di registrare che è strano che la voce di Elena faccia capolino  a casa sua, chiamando il suo nome, così come è strano che la sua voce appaia così agitata e stridula. Di solito era tutto un gne gne gne lagnoso mentre faceva le fusa con suo fratello. Che cos’aveva da gridare in quel modo?

Ha appena il tempo di registrare questi particolari, quando vede il fratello letteralmente addossato su Elena, che cerca di sostenerlo a fatica. Damon non ha idea di come abbia fatto con il suo esile corpicino a trascinarlo da chissà dove, di peso, non sa se Stefan abbia cercato di collaborare e di tenersi saldo sulle gambe, per quanto gli fosse possibile e poi fosse rovinosamente crollato.

Ma in quel momento tutti quei dettagli erano di scarsa importanza, quello che più importava era cosa diavolo fosse successo a  Stefan.
 

“Santo Dio, Elena!”

“Aiutami, ti prego.”

Damon si precipitò da lei, che per la fatica, lasciò piano andare Stefan, che finì in ginocchio, davanti a Damon, che gli mise le mani sul viso, esaminandolo, mentre aveva il viso che ciondolava e gli occhi semichiusi, come se fosse quasi per cadere in stato di incoscienza.
 

“Che cosa gli è successo?” chiese Damon, a malapena cosciente del fatto che le sue mani sul viso del minore, stavano muovendo le dita in una lenta carezza sui suoi zigomi.

“E-era uscito per fare la spesa e preparare un pranzo a sorpresa a casa mia, io non sono potuta andare con lui..quando è tornato a casa, ho notato che aveva qualcosa che non andava, ha cominciato ad avvertire dei crampi, a sentire dolore e a sanguinare dalla bocca. Damon, ho paura..non mi ha detto cos’ha, dovremmo portarlo all’ospedale??”

“No. Niente ospedale.” Disse Damon, con voce ferma. Vedere Stefan in questo stato, lo spaventava molto. Non era abituato a vederlo crollare in questo modo, neanche nei periodi bui in cui era lo squartatore, era mai successo.
“Cosa? Ma potrebbe essere stato avvelenato!” protestò Elena.

Potrebbe. “ acconsentì Damon, con una grande pazienza. “Ma non credo sia un veleno per gli umani. Stefan, ehi, mi senti? Sei ancora qui con noi?”

Stefan fece un accenno di assenso.

“Cosa ti è successo? Puoi dirmelo? Non possiamo aiutarti se non ci dici cosa ti è successo. Qualcuno..ti ha fatto del male?” gli chiese Damon, cercando di trattenere il tono della voce per non lasciar che trasparisse la rabbia e il fatto che quello che si era permesso di farlo, l’avrebbe scorticato VIVO.

“V-verbena.” Disse Stefan. La voce era poco più di un sussurro e l’aveva detta così piano, che per captarla,  Damon aveva dovuto avvicinare l’orecchio al suo. Si capì subito che lo sforzo gli era costato molto, infatti sputò un po’ di sangue.
 

Elena gemette e Damon lo guardò atterrito.

“Dove?? Quanta? Quanta ne hai inghiottita, Stefan??” chiese Damon, prendendogli di nuovo il viso tra le mani, cercando di non farsi prendere dal panico.

Stefan cercò ancora di parlare con grande fatica.

“HHHH…Dappertutto..”

“Cosa???”

“Mi fa..male dappertutto…”
 
Damon l’aveva intuito. L’unica spiegazione al fatto di vederlo star così male, era possibile solo se ne avesse assunta davvero tantissima. Il pensiero che moltissima verbena era in circolo nel corpo di suo fratello, gli fece girare un attimo la testa dalla paura.

“A-aiutamii!” Stefan disse, pregando il fratello, afferrando un lembo della sua maglietta dal collo.

Damon lo guardò e quella preghiera lo spaventò ancora di più.

Non era da Stefan, pregarlo, chiedergli aiuto, affidarsi a lui.

Damon non era stato proprio un esempio esemplare di fratello maggiore devoto, né aveva fatto mai il massimo per poterlo essere e se da una parte vedere Stefan che si affidava a lui – Non ad Elena, A LUI – gli riscaldava qualcosa dentro inaspettatamente, dall’altro lato gli faceva capire quanto la situazione fosse grave e quanto stava male.
 

“D’accordo. D’accordo.” Acconsentì Damon, accarezzandogli i capelli. “Elena, adesso io devo prendere Stefan.”

“Starà bene, non è vero? Puoi curarlo?” chiese Elena fremente e spaventata.

Damon la fissò serio.

“La disintossicazione dalla verbena è un processo molto doloroso senza che un corpo di vampiro sia preso da questa invasione in maniera massiccia ed elevata, nello stato in cui è Stefan, non voglio nascondertelo, soffrirà ancora di più, ma poi, si, starà bene.”
 

Elena si era messa una mano sulla bocca, gemendo. Damon lasciò andare un sospiro spazientito.

“Voglio restare con lui!” disse Elena con tono disperato.

Damon se l’era aspettato. Stava sostenendo suo fratello, che si reggeva a malapena e guardò Elena truce, cercando di usare un tono fermo.
 

“Non puoi..”

“Ma…”

“Ascoltami bene, Elena, capisco che è il tuo fidanzato, ma è anche MIO FRATELLO. Mi servirà molta concentrazione e sangue freddo per disintossicarlo dalla verbena che gli sta bruciando e avvelenando il sangue, provocandogli un dolore indicibile. Per disintossicarlo dovrò infliggergli ancora più dolore e devo restare concentrato. Sentire anche le tue grida di orrore per quello che gli farò, miste alle tue occhiate di terrore, che non potranno far altro che farlo stare anche peggio, mi deconcentrerebbero solamente da quello che devo fare e la sofferenza di Stefan verrebbe soltanto prolungata. Tu non vuoi prolungare la sua sofferenza, vero?”
 

“Io…NO. Io non voglio.” Disse Elena con le lacrime agli occhi.

“Bene. Quindi lasciami fare il mio lavoro, okay?”

“Posso..almeno restare qui? Non darò disturbo, lo prometto.” Disse Elena indicando il divano.
 

Damon ci pensò un attimo su, era tentato di dirgli di sì, anche solo per togliersela di torno. Stefan addosso a lui a peso morto era pesante e gli facevano male le braccia e la schiena, ma non aveva idea di quanto le urla di Stefan potessero risuonare in tutta la casa e d’altrocanto Elena avrebbe potuto benissimo rompere la promessa e fare un'improvvisata nei sotterranei. Non c’era da fidarsi di una mina vagante come lei.

“No.” disse infine Damon. “Vattene a casa. È per il bene di entrambi.”

Elena continuò a guardarlo con sguardo astioso e Damon sospirò.
 
“Ti prego, Elena. Fallo per lui e fallo anche per me. Mi sta rompendo le ossa.”

“E va bene, ma mi chiami..ti fai sentire..va bene? Voglio che mi informi sulle sue condizioni.”

“Lo farò, d’accordo. Ora sparisci.”

E con un ultimo sguardo truce, sparì.
 
“Maledette doppelgangher. Sono tutte uguali. Una spina nel culo.” Disse Damon innervosito e poi segretamente contento che Stefan stava male e non poteva sentirlo ne rimproverarlo, lo trascinò ancora.

“Non nei sotterranei..ti prego..”

“Sì, sì, come vuoi tu, Stefan.”
 
Ma Stefan, inaspettatamente per quanto sfinito, trovò la spinta per assumere ancora una fiera e debole resistenza e si fermò.

“Non li!” disse ancora, lasciando Damon di stucco. “Troppi brutti ricordi.”

Damon lo capiva, era il posto in cui entrambi avevano dato il peggio del peggio, ma non era il tempo per i capricci.

“Portami..andiamo nella mia stanza.” Disse Stefan, lasciandolo completamente di stucco.
 
“D’accordo, fratello, ma poi non prendertela con me, se macchierai tutto il tuo letto di sangue, eh? Io il mio non te lo cedo poi.” Disse, sempre camminando con il suo braccio attorno al collo, lo aiutò a salire le scale.
 
 























ragazzi, solo a scopo di informazione, Elena qui non è ancora diventata vampira. Siamo alle prime stagioni quando tutto era ancora molto easy xd  
   
 
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